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Racconti di Dominazione

Il Paddle

By 24 Aprile 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Io amo il mio paddle.
La mia Padrona ne ha diversi,ma ce n’&egrave uno che considero il mio,anche se so che &egrave sbagliato.
E’ il mio preferito,quello che quando vedo nella sua mano mi fa accettare meglio la mia punizione.
In apparenza &egrave uguale a tanti altri,ma non &egrave così.
Il suo rivestimento in pelle morbida nasconde la sua vera anima in duro legno,sembra quasi sia privo di qualsiasi cucitura tanto &egrave liscio. Il suo lungo manico ha già esplorato più volte ogni mio orifizio,facendomi provare piaceri sempre nuovi.
Quando la mia Padrona lo prende non c’&egrave bisogno che dica nulla,so già tutto.
Mi appoggio al tavolo chinando il busto in avanti,le gambe ben aperte e le mani all’altezza della testa. Gli occhi sono colmi di gioia per il dolore che subirò,anche se so che quella punizione avviene per una mia mancanza e ciò non può che darmi un grande dispiacere.
La mia Mistress inizia sempre facendomelo sentire sulle natiche nude,pelle contro pelle,l’attesa per il primo colpo &egrave già una tortura. Il paddle sfiora le mie carni ora in tutta la sua larghezza,ora di taglio,passando un numero incalcolabile di volte nel solco del mio culo.
Poi,senza nessun preavviso,si stacca e mi colpisce centrando tutte e due le natiche.
Il primo colpo &egrave sempre il peggiore,arriva senza che io sia pronta e non sono ancora abituata al dolore.
A quello ne seguono altri,la forza &egrave sempre la stessa,colpiscono ogni punto che lei desideri,il mio misero fondoschiena e la parte alta delle cosce non possono che subire.
All’inizio &egrave solo dolore,la pelle mi brucia mentre i muscoli s’irrigidiscono al massimo.
Lentamente sento il calore salire fino ad arrivare al cervello,allora esplode il mio piacere,godo ad ogni colpo,&egrave come se mi stesse scopando come solo Lei sa fare.
Poi si ferma,con l’altra mano accarezza le parti arrossate per fermarsi sulla mia figa già umida.
Lei m’insulta,mi chiama cagna,schiava e puttana,ma quelli non sono insulti,&egrave la musica più soave che possa sentire.
Quando riprende a battermi vorrei masturbarmi tanta &egrave l’eccitazione che ho dentro,ma non posso,sarei legata e frustata e lasciata li tutta la notte. Allora immagino la sua bocca che mi bacia li,proprio in mezzo alle gambe,con quell’amore che solo Lei sa darmi.
Non posso chiederle di smettere,ne lo voglio,il mio piacere &egrave al massimo,mi manca solo l’orgasmo,ma questo arriverà alla fine del mio castigo.
Quando vuole farmi sentire più cagna in calore m’infila nella fica un dildo gonfiabile,ad ogni colpo fa aumentare la dimensione di quel cazzo finto finch&egrave non mi ha riempito tutta,aprendomi come una puttana mentre i miei umori mi colano sulle cosce. Quando mi punisce così per farmi godere ancora di più i suoi colpi sono meno numerosi,ma di maggior vigore,le sue carezze s’indirizzano solo sul mio buchetto che freme in attesa di essere riempito dalle sue nobili dita.
Ai colpi seguono le carezze e a queste nuovi colpi,fino a che non reputi la mia punizione conclusa.
Allora il paddle torna a sfiorarmi la pelle,dalle spalle alle ginocchia,annunciando il piacere che seguirà alla fine di tutto,un suo magnifico bacio sulle mie labbra.

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