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Racconti di Dominazione

IL PADRONCINO 1

By 15 Gennaio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Per un colpo di fortuna (aveva vinto parecchi milioni grazie a Euromillions), William aveva finalmente realizzato il suo sogno: poter disporre di una decina di schiavette disposte a tutto per soddisfare ogni sua fantasia erotica. Aveva ingaggiato ‘dietro lauto compenso- dodici belle fighe, le quali lo stavano accompagnando su un aereo diretto alle isole Seycelles. Il ‘contratto d’acquisto’ parlava chiaro: sin dall’imbarco, le 12 belle fighe dovevano tenersi pronte a servire il loro nuovo padroncino i tutto e per tutto. Prima che la sua scelta cadesse proprio su quelle dodici belle figliole, ne esaminò quasi un centinaio. Si rivolse ad agenzie PR che offrivano prestazioni per VIP e comunque clienti molto facoltosi e a professioniste indipendenti. Le convocò a casa sua per sottoporle a un attento esame. Stava progettando una vacanza che voleva curatissima in ogni dettaglio, soprattutto per ciò che riguardava la sua attività erotica. Si trattava di scegliere delle donne bellissime, e soprattutto disposte a tutto. Sistemò nel suo grande appartamento quattro videocamere nascoste per registrare le sue performances con le aspiranti schiavette e preparò un formulario dove si sarebbe annotato il punteggio raggiunto, a suo insindacabile parere, da quelle belle troiette. Le varie voci del formulario recitavano: seno, culetto, agilità della lingua, sorriso, maestria nei pompini, disponibilità a prestazioni particolari, capacità di reggere dolore e umiliazioni e così via. Diede così inizio alla selezione, ricalcando più o meno sempre lo stesso copione e concedendosi solo qualche variante sul tema (quando una bella fighetta lo stimolava a farlo, dimostrandosi proprio irresistibile’), perché voleva essere il più oggettivo possibile nel suo giudizio.
Ogni candidata doveva esibirsi in uno spogliarello sino a denudarsi completamente. Lui la paspava dappertutto, strizzando capezzoli, chiappe e grandi e piccole labbra di ogni fighetta, poi assaggiava la linguetta:
– Spingimi la lingua bene in bocca- ordinava, e se le tratteneva a lungo tra le sue fauci, aggiungendo poi ‘ Adesso leccami il collo e le orecchie: tirala fuori il più che puoi questa tua bella linguetta.-
William la faceva poi sistemare nud dinnanzi a sé in diverse pose, alcune delle quali per la verità molto umilianti.
– Girati e fammi vedere il culo’ Adesso chinati e apriti le chiappe sino a mostrami il buchetto.-
Quando il suo uccello cominciava a reagire a quello spettacolo, la faceva mettere sulle quattro zampe e la faceva avvicinare alla sua poltrona.
– Apri bene la bocca e fammi vedere la lingua- ordinava e poi ficcava il suo cazzo in bocca alla schiava, che lasciava dapprima esibirsi come voleva lei. Poi le prendeva i capelli per dettare lui il ritmo del pompino. Quindi si alzava dalla poltrona e cominciava a scopare quella bella boccuccia spingendo la sua verga sino in fondo alla gola della ragazza. Quando finalmente schizzava la sborra in bocca all’esaminanda, gliela faceva tenere in bocca per osservare la sua capacità di apprezzare quel nettare appiccicoso. Poi le faceva aprire la bocca:
– Tira fuori la lingua! Brava, proprio così’ Oh, &egrave tutta bianca ‘commentava divertito- E adesso guardami negli occhi: quando te lo dirò io manderai giù la mia sborra.-
Le lasciava in quella posizione per parecchi minuti, poi ordinava semplicemente ‘Bevi!’ e la ragazza doveva ingoiare tutto. L’esame proseguiva quindi con la ‘prova toilette’: William faceva inginocchiare ai suoi piedi la schiavetta, le faceva spalancare la bocca e tenendosi il cazzo ormai afflosciato dalla sborrata, annunciava:
– Adesso ti piscio in bocca e anche in questo caso non mandi giù subito: ti lascio gustare la mia pipì bella calda’-
Alcune candidate a questo punto si rifiutavano di proseguire e venivano così automaticamente escluse, accontentandosi dei 300 euro che William aveva promesso a tutte ragazze pronte a sottoporsi all’esame. Chi lo assecondava (bevendosi il suo piscio), passava poi alla ‘prova scudiscio’. Sempre costrette sulle quattro zampe, William faceva girare quelle belle’cagnette attorno ai suoi piedi e le colpiva sul culetto. Poi le faceva sedere sul letto, metteva loro il suo culo a portata di lingua e, una volta costrette a spalancare le gambe, le frustava sulla figa.
– Ogni colpo equivale a una bella leccata e quando non ti colpisco, mi baci dolcemente le chiappe.-
Questo era il momento dell’esame preferito da William, che si gustava a lungo quelle belle linguette sul suo buco del culo, mentre mirava il suo scudiscio in direzione della figa. L’ultima parte dell’esame vedeva le ragazze sulle zampe costrette ad attraversare l’ampio salotto di William portando in groppa il padroncino, il quale le spronava colpendole sui fianchi e sulle gambe coi talloni, gridando:
– Galoppa, cavallina, dai! Più veloce!- Talvolta l’esame si protraeva così a lungo che a William veniva voglia di sborrare un’altra volta in bocca alle schiavette: aveva deciso che non se le sarebbe scopate durante quel primo approccio (e talvolta durò fatica a mantenere l’impegno’), ma aveva tanta sborra da far loro assaporare! E quelle che lo portarono a un doppio orgasmo, in pratica potevano già considerarsi ingaggiate’
Infine si passava alla parte commerciale: ogni schiava che accettava di servire il padroncino in tutto e per tutto sarebbe stata ingaggiata e per una settimana di lavoro (24 ore su 24) avrebbe ricevuto 75 mila euro. Più, naturalmente, viaggio pagato e vitto e alloggio in un albergo a cinque stelle. Di fronte a questa offerta, ben 32 puttanelle si dissero disposte ad accettare il contratto, ma William ne voleva ‘solo’ dodici, che scelse stilando una classifica finale in base ai punteggi ottenuti dalla ragazze nelle varie prove. C’erano un paio di ex aequo che William superò riguardando le performances videoregistrate delle ragazze che avevo ottenuto lo stesso punteggio. Convocò le prescelte, firmò i rispettivi contratti e annunciò loro che sarebbero partite con lui alle Seycelles tra una decina di giorni.
– Questi sono i vostri biglietti per l’aereo: ci vediamo alla Malpensa e mi raccomando, siate puntuali!-

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