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Racconti di Dominazione

IL PADRONCINO 5

By 15 Gennaio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Sulla spiaggia poco affollata, tredici sdraio e altrettanti ombrelloni attendevano William e il suo harem. William si distese in mezzo a quella fila di sdraio e fece sfilare le sue schiave dinnanzi a sé. Davanti al padroncino, ognuna di loro si sfilò il pareo e a qualcuna William ordinò di togliersi anche il reggiseno. Le sistemò tutte accanto a sé e si godette il magnifico sole delle Seycelles. Chiamò a turno le ragazze per farsi leccare le dita delle mani (era sconveniente farsi leccare in altri posti davanti ai bagnanti’), poi volle prendesi un bagno. Tutte le ragazze entrarono in mare con lui e quando l’acqua gli arrivò all’ombelico, si abbassò il costume sino alle ginocchia e chiamò a turno le sue schiave per un pompino subacqueo. Si fece una bella nuotata, e una volta giunto un po’ al largo (lontano da sguardi indiscreti), volle che tutte le ragazze lo sostenessero a fior d’acqua e che lo leccassero in ogni centimetro della sua pelle. Ordinò a Bea di togliersi il costume e se la scopò mentre altre undici linguette lo aiutavano a compiere il lavoretto, che Bea dimostrò di apprezzare parecchio, gemendo di piacere come un’ossessa. Una volta tornato a riva, decise di improvvisarsi maestro di ginnastica: steso sulla sdraio, sistemò le ragazze in fila dinnanzi a sé, le fece saltellare gustandosi un bel balletto di tette al vento, le fece girare per guardare i loro culetti e le invitò a delle flessioni (‘Mano destra sul piede sinistro’ e su! Mano sinistra sul piede destro e restate giù’e adesso su!’), sì da gustarsi quelle natiche fresche e sode in tutto il loro splendore. Sistemò un paio di ombrelloni attorno alla sua sdraio (per mettersi al riparo da sguardi indiscreti) e chiamo le schiavette a tre a tre: una gli metteva la lingua in bocca, le altre due lo slinguazzavano sul collo. Si distese poi sulla schiena e mentre guardava una ragazza dopo l’altra, costrette a pochi centimetri dagli occhi del padrone, ad abbassare lo slip, altre tre o quattro gli leccavano schiena, culetto e piedi. Aveva ordinato il pranzo per tutti sulla spiaggia, che fu servito in splendidi vassoi. William chiamò a turno tutte le ragazze col loro vassoio, prese a ciascuna un boccone, lo masticò e poi lo diede in bocca alle schiavette con un bel bacio. Lo stesso fece con lo champagne che accompagnava il pranzo, facendo scivolare in bocca alle sue troiette quel nettare pieno di bollicine. Mangiò e bevve talmente tanto che sentì il bisogno di un pisolino. Prima di addormentarsi, però, ebbe il tempo di chiarire alle sue schiave che avrebbe voluto due lingue contemporaneamente al lavoro sotto le ascelle e altre due linguette al lavoro su schiena e gambe.
Poco dopo il tramonto, William volle tornare nella sua suite e con le ragazze si avviò verso l’albergo, accompagnato dagli sguardi invidiosi degli altri maschietti ancora stesi sulla spiaggia.

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