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Racconti di Dominazione

il padrone torna a casa

By 25 Ottobre 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono quasi le sette e tra un po’ torni a casa. La cena è quasi pronta e sono sicura che la gradirai.
Quando arrivi a casa mi fai capire subito che a lavoro è successo qualcosa che ti ha fatto infuriare. Infatti appena varcata la soglia io ti vengo in contro a darti il benvenuto e a prendere la giacca e la borsa di lavoro che tu mi porgi sempre. Ma quest’oggi me li butti a dosso e io non essendo preparata faccio cadere accidentalmente la tua borsa. Infuriato ancora di più mi dai uno schiaffo e mi urli di raccoglierla e di sbrigarmi con la cena prima che si arrabbi ancora di più.
Io mi chino subito a raccoglierla a scappo a mettere tutto a posto per poi andare in cucina con le lacrime agl’occhi.
Durante la cena non hai detti niente, non mi hai nemmeno degnata di uno sguardo.
Finito di mettere a posto la cucina vengo in sala dove ci sei tu seduto sulla poltrona. Appena mi vedi. Ti alzi e prendendomi per i capelli mi trascini nella stanza dei giochi, una stanza insonorizzata dove ci sono tutti gli strumenti che ti servono per divertirti col mio corpo.
Appena entrati mi porti in centro e mi leghi i polsi alle catene appese al soffitto. Poi con una leva le avete tirate su in modo che stia solo sulle punte.
Poi vai dietro di me e ti sento scegliete la frusta che più ti sembra adatta al tuo scopo facendole schioccare per terra.
Una volta scelta ti piazzi dietro e cominci a frustarmi il culo dopo la terza mi ordini di contarle. Non è facile, ogni colpo è più doloroso del precedente. Quando arrivi al quindicesimo non riesco a dire il numero allora tu di arrabbi e ricominci da capo. Arrivi fino a trentacinque, fino a che non ritieni soddisfacente il colore del mio sedere.
Dopo passi a frustarmi sulle tette. Anche queste le devo contare e arrivi fino a quindici.
Quando hai finito sono distrutta, con le lacrime che scorrono senza che riesca a fermarle, non riesco nemmeno più a reggermi sulle punte e mi lascio cadere posando tutto il peso sulle braccia ormai doloranti.
Dopo aver posato la frusta ti avvicini e mi appoggi una mano sul sesso trovandolo, come presumevi, fradicio. Cominci a urlarmi contro insulti. Mi dici che sono solo una cagna in calore, una puttana, un oggetto per il tuo piacere.
Le tue parole mi eccitano ancora di più e tu lo sai, infatti mi infili di colpo tre dita dentro facendomi urlare per la sorpresa e il piacere. Le muovi per un po’ avanti in dietro fino a quando non senti che sto per venire. Allora le togli lasciando in me un senso di vuoto.
Po ti metti dietro di me, mi prendi per i fianchi e mi inculi in un colpo solo, senza lubrificarmi almeno po’, come di solito fai.
Io urlo ma questa volta per il dolore che mi hai fatto nell’entrare cosi. Cominci a sbattermi con una forza enormi incurante dei mie continui lamenti e suppliche di fare più piano.
Continuo vino a svuotarti dentro il mio intestino e rimani li fino a quando non ritorna normale. Appena esci lo pulisci su di me e, dopo aver controllato se ero eccitata, prendi in vibratore di notevoli dimensione ne lo metti dentro accendendolo. Poi ti allontani dicendomi che andavi a guardare un film e che mi avresti lasciato li fino a quando non saresti andato a dormire.

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