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Il primo esame di Lucia

By 7 Marzo 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Lucia &egrave una ragazza di 19 anni, al suo primo anno universitario nella facoltà di medicina. Ragazza normale, non bassa, un bel seno e soprattutto un bel culetto. Fidanzata con Mirko, 24 anni, da circa 4 anni. Lui &egrave pazzo di lei, molto geloso e possessivo.
Lei &egrave appena stata bocciata al suo primo esame universitario, ma il docente l’ha convocata nel suo ufficio.
Tale prof. Tocaro a Lucia faceva ribrezzo, basso, grasso e calvo ma soprattutto con un carattere duro e cattivo. Non aveva rispetto di niente e di nessuno. In facoltà giravano voci come umiliasse gli studenti e spesso qualche ragazza era dovuta andare a letto con lui per passare l’esame. A questo però Lucia non credeva, pensava fossero solo voci per infamare il docente.
Come entrò nell’ufficio, trovo un odore fastidioso, il docente era seduto nella sua scrivania e la fece entrare senza guardarla minimamente. Iniziò a spiegarle che il suo compito era stato fatto di merda, la giovane iniziò a piangere per le dure parole usate nei suoi confronti. In quel momento il professore le disse:
– Bene sgualdrinella pensavi di passare facilmente il mio esame?-
Lei continuava a piangere.
Lui insisteva:
-Sai che a causa del propedeuticità se non superi il mio esame non puoi dare gli altri?-
Lei piangeva, era disperata immaginando quello che poteva volere il professore, sapeva che quello che diceva il docente era vero. Riuscì solo a dire:
-Professore io sono fidanzata, e non sono così bella cosa potrei offrirle?-
Disse queste parole singhiozzando. Il docente sorrideva in maniera vistosa.
-Tu hai molto da offrirmi, mi piacciono le ragazze poco appariscenti, sono le più troie. Mi fa piacere che sei fidanzata. Visto che hai capito chiaramente cosa voglio da te, ora torni a casa e ci pensi su, ovviamente sai che se la risposta sarà negativa non passerai mai il mio esame. Ci vediamo tra una settimana sempre a quest’ora.-
Prima che lei uscisse il prof aggiunse: – Visto che sei fidanzata, porta pure il tuo ragazzo ma ovviamente non dirgli nulla di quello che succederà, gli faremo una sorpresa- rise in maniera sguaiata e continuo
-Ovviamente vedi di vestirti in maniera adeguata per l’incontro-.
Lei senza neanche guardalo in faccia scappò via. Arrivo in fretta e furia a casa sue, si rifugiò in camera sua e pianse tutta la sera. Non sapeva come uscirne, non trovava nessuna soluzione.
Per alcuni giorni disse al suo ragazzo che era malata e non poteva uscire, lui le credete ma quelle poche volte che riusciva a parlarci al telefono la sentiva strana.
Erano passati ormai sei giorni, il giorno dopo si sarebbe dovuta recare nell’ufficio del docente. Ormai aveva accettato l’idea, per lei l’ambizione di diventare medico era troppo grande. Aveva pensato che dopo con il suo ragazzo avrebbero denunciato il docente, ma solo dopo che le avrebbe firmato lo statino. Si armò di coraggio e chiamò il suo ragazzo, ovviamente non gli disse nulla della facendo, gli disse solo che domani doveva andare all’università per un esame e che gradiva la sua compagnia visto che quella settimana si erano visti poco. Lui accettò immediatamente, moriva dalla voglia di vederla.

Il giorno arrivò, mancavano poche ore all’incontro. Ora doveva pensare a cosa indossare. Optò per un vestitino a tubino che le arrivava sopra il ginocchio, perizomino e reggiseno abbinato in pizzo e delle calze velate sostenute dalla giarrettiera, per completare l’opera indossò delle scarpe tacco 12. Si visionò allo specchio e si trovò incantevole, pensò che era uno spreco per quel vecchio stronzo. Esagerò un po’ con il trucco, sapendo bene che ad un uomo del genere sarebbe piaciuta una donna troia.
Quando arrivò il ragazzo, fece un po’ il geloso ma lei sapeva come prenderlo e gli disse che si era vestita così per festeggiare dopo con lui l’esame superato. Lui ne fu felice, povero illuso quella giornata a festeggiare sarebbe stato un altro.
Arrivarono puntuali all’ufficio, bussarono e furono accolti dal professore. Non era solo, con lui c’era un suo assistente. Lucia l’aveva visto poche volte, ma restò sorpresa della sua presenza.
L’assistente sapeva quello che faceva il docente, era capitato pure che a qualche incontro partecipasse oppure svolgeva il suo compito e poi toglieva il disturbo.
Il professore esordì:
-Buongiorno signorina Lucia,vedo che &egrave puntuale ci tiene proprio a superare quest’esame, vedo che ha rispettato gli ordini che le avevo dato-.
Mirko non capiva, aveva capito che era una situazione strana, cercò di intromettersi ma all’improvviso fu colpito alla testa e cadete in terra privo di sensi. Lucia urlò dalla paura ma il professore prontamente la zittì.
L’assistente prese il giovane lo posiziona in una sedia e lo lego molto saldamente. Dopo che aveva concluso l’opera lo svegliò ed uscì dalla stanza.
Mirko si svegliò e cercò di liberarsi ma non poteva nemmeno urlare perché imbavagliato. Anzi notò che prima di legarlo gli avevano tolto sia i jeans che le mutande. Era li seduto legato ed imbavagliato con il suo piccolo cazzetto di fuori.
Ora prese la parola il professore:
– Bene, ora &egrave tutto pronto, tu troietta ora inizia a spogliarti. Mettiti al entro della stanza e fallo molto lentamente. Ovviamente ti firmerò il verbale se sarai partecipe e se non verserai nemmeno una lacrima.-
Lucia, non sapeva che fare ma ormai non poteva tirarsi indietro, quell’esame era troppo importante.
Iniziò a spogliarsi molto lentamente, solo poche volte aveva fatto uno spogliarello per il suo fidanzato e in quella situazione si vergognava molto.
All’inizio Mirko aveva cercato di urlare e liberarsi, poi visto che la sua ragazza aveva iniziato a spogliarsi e che era impossibilitato da liberasi restò fermo in silenzio.
Quando si era tolto il vestito, le fece togliere pure il reggiseno e il perizoma ma le disse di tenere le calze e le scarpe.
– Ora si inginocchi e venga a gattoni sotto la mia scrivania, mi tolga pantaloni e boxer e faccia quello che sa fare bene, un bel pompino-
Lucia fece come le era stato detto, quando gli levò i boxer senti un odore acre e non voleva toccare quel cazzo, che poi in quel uomo cosi basso era qualcosa di spropositato, non aveva mai visto un cazzo così grosso e lungo.
Basto uno sguardo del docente per ricordarle quali erano le condizioni, chiuse gli occhi ed inizio il pompino, aveva difficoltà sia per l’odore che per la grandezza. Metteva tutto il suo impegno infatti vista la reazione capì che il trattamento era apprezzato. Dopo una decina di minuti la fece alzare, la stese nella scrivania e disse:
-Ora troietta, ti trapanerò la fighetta pelosa che ti ritrovi, adoro questa fighetta poca curata mi fai ricordare le puttane di un tempo.-
Senza preavviso la penetrò, la fighetta era davvero stretta ma entrava ed usciva e dopo un po’ si abituò alla nuova dimensione.
-Puttana guarda quel cornuto del tuo ragazzo, si eccita a vedere la sua ragazza fottuta-
In effetti era vero, il ragazzo aveva avuto un erezione non voluta, ma in quella situazione si stava eccitando troppo e non tardò molto a sborrarsi addosso.
-Bene zoccoletta, ora &egrave arrivato il momento di farti sfondare questo bel culetto-
intervenne lei
-No, il culo no, non me l’ha fatto nemmeno il mio ragazzo-
-Meglio, se vuoi la mia firma puttana mettiti con il culo all’aria e guarda il tuo ragazzo, ora-
Lei era disperata ma non aveva alternative. Fece come gli era stato ordinato.
Quando si trovò in posizione, la prese e la penetrò senza nemmeno lubrificarla prima, lei urlo dal dolore dopo qualche minuto però il piacere prese il posto del dolore. Iniziò a godere come non aveva mai goduto prima. Le sfondo il culetto, infatti non smise sin quando non vide qualche gocciolina di sangue.
– Bene puttana, ora inginocchiati e finisci l’opera-
Dovete riniziare a fargli il pompino. Dopo alcuni istanti però il professore venne e le riempi la bocca di sperma che lei dovete ingoiare per non strozzarsi, e alcune gocce le finirono pure sul viso e sui capelli.
Dopo che si risistemò il professore disse:
– Ora sleghi il suo ragazzo, si rivesta e se ne vada-
-E la firma?-
-Torni domani da sola e vedremo se firmare o no il verbale, mi ha detto di no prima di darmi il suo culo, ci dovrò pensare- e rise – comunque non fatevi strane idee non avete notato ma prima di iniziare il rapporto ho ripreso tutto quindi se avete pensato di denunciarmi o altro evitate, perché dal momento che ho fatto partire il video si vede chiaramente che lei era consenziente-
Lucia slegò Mirko, era distrutta, non sapeva come reagire. Lui la abbracciò e lei scoppiò a piangere.
-Che teneri, ma ora fuori di qui subito- concluse il docente.
Ancora altri incontri aspettano Lucia prima che il professore si stanchi di lei e finalmente le firmi il suo primo verbale.

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