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Racconti CuckoldRacconti di Dominazione

il rapimento

By 13 Marzo 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Ormai siamo insieme da più di trenta anni, ci siamo conosciuti quando avevamo solo venti anni e da quel giorno non ci siamo più lasciati, non abbiamo avuto figli ma siamo ancora innamorati anche se un episodio della nostra vita ci ha cambiato mentalmente e fisicamente, mi chiamo Franco e adesso ho 60 anni sono alto 180 cm calvo ancora mi mantengo bene, mia moglie si chiama Carla , alta 165 cm capelli tagliati alla maschietto un culo che ancora adesso &egrave tutto da guardare e toccare, anche lei ha 60 anni e siamo felici insieme solo che quasi trenta anni fa ci &egrave successo un episodio che ci ha distrutto l’esistenza e ancora oggi ogni tanto ci sono degli strascichi che dobbiamo per forza di cosa sopperire.
Tutto successe un giorno come un altro Carla non lavorava &egrave una casalinga a tempo pieno anche senza figli, io lavoravo molto lontano da casa e ogni mattina dovevo raggiungere il posto di lavoro a quasi cento chilometri di distanza da casa, la sera rientravo molte volte tardi per esigenze di lavoro, e la trovavo sempre ad aspettarmi con apprensione (a quei tempi non esistevano i cellulari), una sera la vidi più cupa e non era sorridente come sempre, cosi mi misi in apprensione chiedendogli cosa fosse successo, trenta anni fa era stupenda gambe perfette culo ben in mostra, ma lei non &egrave il tipo di donna che cerca gli sguardi dei maschi, quindi va vestita sempre sobria mai mini, solo pantaloni scarpe basse maglie un po’ più larghe per non mettere in mostra la sua terza abbondante di seno, insomma una donna sempre come si suol dire timorata.
Lei non voleva in nessun modo raccontare cosa la turbava ed io non ho insistito pensando che avesse avuto qualche battibecco con la mamma, cosi continuammo la serata, ma la vedevo sempre come se fosse preoccupata di qualcosa che era successo o che poteva succedere, cosi tanto ho insistito che mi ha raccontato quello che gli era successo.
Come ogni mattina va al supermercato e fuori come sempre ci sono quelle persone che chiedono soldi ora ci sono solo neri, e quando passò uno di questi gli fece delle avance molto spinte e lei ebbe paura, e non voleva dirmelo perch&egrave sapeva che io sono molto possessivo con lei e mi da fastidio se qualcuno la disturba per non farla preoccupare gli disse che se il giorno dopo diceva qualcosa me lo riferiva e avrei fatto una giornata di ferie il giorno dopo per accompagnarla.
Passai una giornata preoccupato per quello che sarebbe successo, quella sera rientrai molto presto e la trovai ancora più imbronciata del giorno prima, mi disse che aveva detto cose cattive e questa volta erano due, così il giorno dopo non andai al lavoro e la seguii senza starci vicino ma a qualche passo indietro, i neri si avvicinarono e io li lascai fare ma quando lei entrò nel supermercato, ne presi uno per un braccio e lo spostai in un angolo del parcheggio minacciandolo che se non avesse lasciato stare quella donna sarebbe successo qualcosa di spiacevole, lui rimase impaurito, perché non si aspettava che mia moglie non fosse da sola e mi disse che non avrebbe più dato fastidio alla signora.

Passarono quasi due mesi e non ebbe più fastidio da nessuno anche se ancora stazionavano nei pressi del negozio, una sera rincasai come sempre un po’ più tardi del previsto e caso strano Carla non era in casa, così preoccupato telefonai alla mamma pensando che stesse da lei ma mi disse che l’aveva sentita per telefono solo la mattina e poi niente. Preoccupato ancora di più uscii e andai in giro cercando di fare qualche percorso che faceva di solito lei, ma niente domandai a qualche persona che sapevo la conoscesse ma l’avevano vista la mattina e poi come sempre lei rimaneva a casa, rimasi per la strada ancora un poco poi ritornai a casa sperando in qualche telefonata, ma”’niente quando si fece quasi l’alba decisi di uscire e andare alla polizia per denunciare la scomparsa ma mentre uscivo squillò il telefono risposi e una voce che parlava poco italiano mi disse che Carla era con loro ed io non dovevo andare dalla polizia ne denunciare la scomparsa, si sarebbero fatti sentire loro.
Entrai nello sconforto più profondo, non riuscivo a capire cosa volessero da noi, non siamo benestanti viviamo solo con il mio stipendio e quello che succedeva era qualcosa che mai avrei immaginato. Contattai il lavoro e chiesi ed ottenni dei mesi di aspettativa per motivi di salute.
Passarono due giorni e non avevo notizie, avendo molte amicizie decisi di contattare qualcuno che mi potesse aiutare comunque ci sarebbero voluto dei giorni.
Dopo ancora due giorni che furono i più lunghi della mia vita, bussarono alla porta corsi ad aprire e attaccato al muro c’era una busta con un dvd, lo presi e di corsa lo inserii nel lettore, dopo aver premuto play apparve una stanza dove al centro seduta su una sedia legata mani e piedi c’era Carla che piangeva, improvvisamente apparve la faccia del nero che io avevo minacciato, disse: vedi’..adesso la signora &egrave con noi e tu non puoi fare niente fra qualche giorno ti manderemo un altro dvd e ti faremo vedere cosa le facciamo ahahahah, e si fece una grassa risata, io ero sudato cercando di capire dove potessero essere ma purtroppo si vedeva solo la stanza nuda. Rividi quel dvd molte volte senza riuscire a carpire nessuna notizia, contattai l’amico che avevo chiesto il favore di cercarla e mi dissi che la cosa era molto complicata, poteva anche essere che non erano in città ma altrove.
Passarono ancora due giorni, ormai la mia mente era quasi offuscata dal pensiero che non avrei più rivisto la mia amata Carla quando il suono del campanello mi scosse dai miei pensieri cattivi, andai ad aprire e trovai il dvd ma questa volte ne erano due, lo inserii nel lettore e rimasi a guardare la scena era tremenda un nero aveva slegato Carla e portandola al centro della stanza fu attorniata da almeno sette neri che in circolo cominciarono a spingere e gettandola da uno ad un altro la schiaffeggiavano e cominciarono a spogliarla, chi le dava uno schiaffo sul viso che sul culo chi sulle mammelle, lei era spinta e sembrava che ogni volta perdesse l’equilibrio ma mani forti la sostenevano a la spingevano nuovamente, fin quando uno non la prese e lei cadde rimanendo per terra piangente e dolorante.
Fu presa per le braccia la legarono con delle funi al soffitto e alzata da terra di almeno un mezzo metro, gli legarono le caviglie e le legarono ad un gancio che era al pavimento cosi in tensione non aveva possibilità di movimento, in quella posizione era bellissima esposta a tutto quello che le volevano fare, la sentivo piangere e chiedere che la smettessero ma loro gridando e ridendo cominciarono a colpirla con delle canne e delle fruste su tutto il corpo senza tralasciare nessun pezzo del copro solo la faccia fu risparmiata dalle frustate ma fu colpita da sputi che la ricoprirono della loro saliva che comincio a scendere bagnando le mammelle e la pancia, poi svenne e fini il dvd, immediatamente presi l’altro e l’immagine del nero comparve e disse, questo &egrave solo l’inizio fra due giorni ti manderemo altri due dvd ma il secondo non sara la mia voce che parla ma la voce della tua femmina che chiederà pietà a noi neri che voi tanto disprezzate.
Passavano le ore e io riguardavo piangendo quei dvd dove la mia Carla era frustata da quei personaggi neri, il suo corpo bianco era striato di rosso per le frustate che gli davano. Contattai ancora il mio amico ma mi disse che non c’erano tracce ma che loro non avrebbero abbandonato la ricerca.
I due giorni erano passati e come al solito squillo il campanello della porta corsi ad aprire sperando di ritrovarmi Carla, ma trovai come al solito due dvd che mi accinsi anche se con molto terrore a mettere nel lettore, appena schiacciai play apparve lui quel nero maledetto che diceva, ciao piaciuto quello che hai visto ora vedrai il seguito, si oscurò tutto e riapparve quella stanza con ancora Carla appesa al soffitto, due enormi neri la slegarono, lei era ancora svenuta la distesero per terra e gli versarono addosso un secchio di acqua che conteneva ghiaccio, appena fu colpita si ridesto e cercando di rimettersi in piedi cerco di scappare, ma fu subito preda di quei due che la immobilizzarono e la legarono nuovamente su un tavolo con le caviglie e i polsi legate alle estremità dei piedi del tavolo, il suo culo era aperto e esposto alla vista di chi volesse guardare. Comparvero altri due neri che portavano in mano delle tavolette squadrate molto grandi, si misero uno a destra e l’altro a sinistra del culo e guardando nella direzione della videocamera risero e cominciarono a colpire il culo, inizialmente molto piano poi al cenno di una mano che si vide solo nella ripresa i colpi cominciarono a essere tremendi, qualche colpo faceva camminare il cavalletto tanto era forte, Carla gridava come non mai ad ogni colpo che riceveva, poi si oscurò e fini il dvd, come un automa lo estrassi dal lettore e non avevo il coraggio di inserire il secondo pensando a quello che avrei potuto vedere.
Con le lacrime agli occhi e il cuore che batteva a mille inserii anche l’altro dvd, schiacciai play e riapparve la stanza, Carla era immobile ancora sul cavalletto, due neri enormi la slegarono la sollevarono e la adagiarono su un materasso che era per terra, comparvero due donne anche loro nere con dei barattoli che contenevano delle creme, cominciarono a spalmarla sul suo corpo sia davanti che sulla schiena e il culo che era diventato di un colore indefinibile, Carla non si muoveva pensai che fosse morta ma riprese conoscenza e si mosse lamentandosi, riapparve il nero guardando nella camera e disse, per almeno una settimana deve restare a letto per farla riprendere quindi aspetta, quando ricominceremo te lo faremo sapere non cercarci ne va della vita della signora (la chiamava ancora signora) quindi zoommando sul corpo nudo e martoriano di Carla svanì l’immagine.
A quel punto non sapevo più che fare ricontattai il mio amico e mi disse che la sua organizzazione era potente ma quella forse era più grande e potente di loro, e mi assicurò che avrebbero fatto il possibile per rintracciarla.
Non so quante volte rivide quei filmati i giorni sembravano che non passassero mai, la mattina uscivo giravo per la strade andavo al supermercato sperando di incontrare quel nero ma’.sembravano spariti tutti, in giro non c’era più nessun nero, ricontattai per telefono l’amico &egrave mi disse che erano in un vicolo cieco non si sapeva niente e nessuno parlava per paura. Finalmente passò la settimana e io in apprensione aspettavo cosa”.non so neanche cosa aspettavo, speravo che me la riportassero ma non fu cosi”..sentii ancora una volta il campanello della porta, apri di scatto sperando di incontrare chi lascava i filmati ma non c’era nessuno come al solito, però questa volta trovai un pc portatile, lo aprii ed era gia collegato, vidi un nero che con un sorriso cattivo mi diceva che adesso avrei assistito in diretta.
Sposto la videocamera ed inquadrò la solita stanza nuda su un cavalletto c’era Carla legata con la testa un po’ sollevata ed un divaricatore tra i denti lasciandole la bocca aperta forzatamente la testa era legata con una imbracatura che veniva tirata e legata all’indietro, mani e piedi legate aveva anche una legatura alla vita, praticamente non poteva muoversi in nessun modo.
Poi cominciò la giostra, si vedevano molti neri che in fila avevano i cazzi tra le mani che cominciavano a segare erano enormi il più piccolo doveva essere lungo almeno 22 cm, così uno alla volta lo mettevano in bocca a Carla e siccome non si poteva muovere ne chiudere la bocca ognuno poteva scoparla la gola come più gli piaceva, entravano fino alla gola e quando venivano la riempivano di sperma e lei doveva per forza di cose ingoiare tutto ne contai 25 ma poi mi persi il conto, ognuno le faceva quello che voleva un certo momento Carla non resistette e svenne ma loro continuarono anche perché era legata in modo che non si abbassasse la testa, io piangevo e meditavo vendetta, furono delle ore tremende, quando tutti ebbero finito la slegarono le tolsero il divaricatore e la distesero nuovamente sul materasso, la videocamera inquadrò nuovamente il nero che dissi, rimani collegato che domani sarà diverso resta collegato tutto il giorno cosi la vedrai sempre e spense.
Ero distrutto non sapevo più cosa fare, uscii e camminai per tutte le strade più malfamata della città, facevo domande, domandai anche se c’era la possibilità di vedere qualche giochino con giovani rapite, ma nessuno mi rispondeva anche perché era la prima volta che mi vedevano e quindi avevano timore che potessi essere della polizia.
Passai una notte insonne, sudavo e pensavo sempre a quello che avevo visto, coltivando sempre di più odio verso quei neri che si erano permessi di rapine la mia adorata Carla, alle prime luci dell’alba aprii il pc, ed era collegato a quella stanza nuda solo con un cavalletto e un materasso per terra, dove sopra distesa c’era lei che sembrava dormisse, ancora si vedevano i segni delle frustate che aveva subito, aveva le mani e le caviglie legate, purtroppo anche le sue cose le doveva fare coricata, impossibilitata ad alzarsi e senza nessun servizio igienico, cosi riposava nei suoi escrementi. La vedevo che cercava di assumere una posizione a lei più congeniale, ma era impossibile legata, passo almeno un’altra ora da quando la guardavo, divenne tutto buio, poi riapparve l’immagine due neri la presero la slegarono e messa in un angolo la colpirono con l’acqua che fuoriusciva da un tubo la lavarono da tutto quello che aveva appiccicato addosso, lei cercava di ripararsi dal getto con le mani ma ci riusciva in parte, quando si sentirono soddisfatti chiusero l’acqua e senza asciugarla la presero e la portarono lontano dall’inquadratura.
Non si vedeva ne sentiva più niente, pensai che ormai si erano stancati e la stavano riportando da me, ma”’improvvisamente si rabbuiò tutto dopo quasi un’ora riapparve l’immagine eravamo in un’altra stanza dove c’erano altri mobili che non riuscivo a definire, riapparve lei che accompagnata sempre da due neri veniva fatta salire su una pedana dove si chiudeva una parte e lei rimane divisa in due, la testa e le braccia furono legate da una parte mentre dall’altra parte fuoriuscivano le gambe e il suo sesso, gli alzarono le gambe fissandole alla parete con delle staffe di ferro, in questa posizione rimaneva tutta aperta e stava sempre tanto legata da non potersi muovere ne tanto meno poter roteare il bacino, a quel punto si sentivano ridere e gridare delle persone, presero ancora un tubo e aprirono l’acqua, questa volta il getto era meno potente e cominciarono a lavare tra le gambe a Carla, qualcuno portò della schiuma e con uno straccio la lavavano poi gli infilarono il getto nella vagina, e dopo quasi una mezz’ora glielò infilarono nel culo, dopo un po’ cominciò a defluire l’acqua pulendo l’intestino da tutto quello che c’era all’interno, una voce diceva che doveva essere pulita dentro l’acqua che usciva veniva raccolta in un secchio dove ovviamente c’erano anche i fluidi dell’intestino, era di un colore marrone con pezzi di feci che galleggiavano sopra, il nero ridendo dissi’adesso guarda che gli combiniamo alla tua mogliettina, detto questo presero un grosso imbuto e lo incastrarono dal lato della faccia di Carla che gridava come non mai, guardavo quelle scene sperando sempre che riuscissi a trovarla e ammazzare tutta quella gente, ma le immagini erano inesorabili.
L’imbuto fu posizionato sulla faccia di Carla in modo che rimanesse fuori dal tubo il naso e gli occhi, quindi lo fissarono alla bocca, dal secchio tolsero una buona quantità di acqua lasciando il resto e lo girarono nell’imbuto, ma non cadde nella sua bocca c’era una valvola che si poteva aprire e chiudere a comando si poteva cominciare con un foro piccolo e mano a mano aprirlo, quindi lasciarono tutto cosi, dall’altro lato intanto si cominciavano a posizionare i neri in fila indiana tutti con i loro mostruosi cazzi gia quasi in erezione e senza dire una parola ci fu un ordine e il primo lo infilo nella fica di Carla che emise un grido enorme, mentre un altro dall’altro lato apriva un poco il forellino facendo cadere quello che c’era nell’imbuto direttamente in bocca a Carla che per non aprire la bocca cercava di non gridare ma quello che aveva nella fica era una cosa enorme e per forza di cose doveva aprire la bocca e ogni volta si apriva quel foro dell’imbuto, si assecondarono almeno cinque tutti a ripetizione la fica comincio a diventare enorme larga a dismisura, quando ne arrivò uno che aveva un cazzo di almeno 12 cm di diametro e almeno 25 di lunghezza quando entro Carla dette un urlo raccapricciante il nero lo fece entrare tutto, pensai che minimo l’avesse sfondata l’utero, e senza pensarci più di tanto cominciò a chiavare andava avanti e indietro facendolo uscire tutto fuori e poi con un colpo secco lo rimetteva tutto dentro e Carla ogni volta gridava e il foro dell’imbuto si apriva facendo scendere quello che conteneva nella sua bocca. Venne nella fica una quantità di sborra enorme, appena lo tolse l’inquadratura prese la fica di Carla che era diventata enorme ci potevano entrare due mani senza sforzo, ma non era finita i cazzi continuarono per quasi tre ore ormai Carla era svenuta e non si accorgeva neanche quello che stava succedendo, l’ultimo che era rimasto non entro con il cazzo era un nero enorme alto almeno due metri con delle mani che sembravano due tronchi di albero e senza pensarci su gli infilò la mano nella fica, anche se era svenuta Carla si riprese e gridò tanto forte, nel frattempo aprirono il rubinetto e gli versarono in gola il resto dell’imbuto che lei poverina dovette ingoiare per non soffocare, svenne nuovamente, la slegarono e la rimisero sul materasso, non dimenticandosi mai di legarle mani e piedi.
Restai e guardare il monitor del pc con le lacrime che mi rigano la faccia, ormai Carla era sfinita penso che dormisse perché non si muoveva, si vedeva solo il torace che lentamente si alzava e si abbassava, subito dopo ci fu il buio e si sentì una voce dire ricollegati domani.
Ma quel domani non ci fu non ci fu collegamento per quasi quindici giorni non seppi più notizie, il pc era buio e ero disperato, contattai l’amico ogni giorno e questi mi diceva che non c’era traccia ne di neri ne di niente, non riuscivano ad avere informazioni. Poi uno squillo di telefono il cuore si fermò, quando risposi la voce di Carla mi diceva che non la volevano ancora lasciare diceva di stare bene, anche se aveva subito tutto quello che avevo visto, diceva anche che a modo loro l’avevano trattata bene, poi si interruppe tutto e rimasi nuovamente nel silenzio, ormai erano giorni che non uscivo e mangiavo qualche avanzo che era rimasto in casa.
Passarono ancora dieci giorni e non speravo neanche più di rivederla pensando che poteva anche essere stata venduta a qualche beduine di qualche harem nel deserto.
Poi come ogni mattina mi collegavo con il pc e’..vidi la stanza dove c’era lei la prima volta, ma’..era vuota non c’era neanche il materasso dove l’avevano adagiata quel giorno, nuovamente tutto scomparve, ma solo per pochi attimi, ricomparve un’altra stanza dove nel centro c’era un cavalletto di una forma strana che non riuscivo a definire, finalmente comparve Carla accompagnata sempre da quei neri, sembrava che stesse bene, gli avevano messo un collare e la coricarono su quel cavalletto con la testa fuori al collare fu messa una catena e tirata su un anello, quindi aveva la testa bloccata le mani furono distese e legate alle gambe del cavalletto, poi ci fu un movimento e misero una divisione lasciando come sempre la testa da un lato e il resto dall’altro. Gli legarono le caviglie ai lati del cavalletto e con una maniglia cominciarono e girarla cosi che le gambe si allargavano lasciando libero accesso al culo e alla fica. Si cominciò a sentire Carla che piangeva e singhiozzava chiedendo di smettere pensando a quello che si stavano accingendo a fare, il suo culo era vergine e molto stretto perché non avevamo avuto modo di farlo.
Improvvisamente la videocamera cambiò inquadratura si vedeva che a qualche passo indietro a Carla c’era una massa di neri, non si riusciva a capirne il numero, erano tutti nudi si cominciavano a menare il cazzo che erano mostruosi, mi mancò il respiro pensando a quello che avrebbero fatto da li a poco, qualcuno inquadrato di spalle ebbe il privilegio di inserire nel culo una specie di pompetta con del liquida gelatino, poi ne prese un’altra e lo spalmo su tutto il culo anche tra le chiappe era molto. Avevano avuto pietà e l’avevano almeno lubrificata un po’, Carla comincio a gridare e maledirli avendo capito cosa le doveva succedere, cosi in fila indiana si avvicinarono a lei il primo gia era in erezione l’aveva lungo e grosso almeno come l’ultimo che vidi, lo puntò e con un solo colpo entro Carla dette un urlo straziante e svenne, il nero non se ne accorse neanche perché non la vedeva, vedeva solo il culo, e cominciò un andirivieni di quelli massicci, lo estraeva tutto fuori rimettendolo con cattiveria fino alle palle, io guardavo piangevo e tramavo vendetta, li volevo vedere tutti morti. Tra le gambe si vedeva scendere gocce di sangue, gli aveva praticamente rotto il culo.
Finito il primo cominciò il secondo però chiese se era possibile farla rinvenire perché gli piaceva sentirla gridare, cosi la fecero rinvenire lui gli andò vicino alla faccia e guardandola la sputo un bocca e gli disse, adesso voglio sentirti urlare e chiedere pietà, passò alle spalle punto il suo cazzo uguale a quello di prima e senza neanche appoggiarlo lo infilò in un solo colpo, Carla gridava ma non si poteva neanche muovere di qualche centimetro, il nero andò avanti e indietro in un tempo che non finiva mai stette a martoriala almeno per un’ora, tant’&egrave che gli altri cominciarono a spazientirsi. Finalmente fini e il posto fu subito preso da un altro palo enorme e poi ancora e ancora duro non so quando, Carla a ogni passaggio urlava molte volte &egrave svenuta, il suo buco era diventato una caverna si fece notte e continuavano a incularla lei ormai passiva non si lamentava neanche più poi finirono i neri, ne rimase solo uno che unendo le due mani le infilo nel culo in una volta sola dette (anche se era stata usata per tanto tempo) un urlo disumano e svenne nuovamente, l’uomo continuava nel culo andando avanti e indietro, ci fu uno che lo fermo dicendo che era svenuta e era finito per quella sera, allora tolse le mani e l’inculo con il suo enorme cazzo quando sborrò andò via. Fu lasciata cosi per altro tempo, ritornarono le due femmine nere che la slegarono e con il collare e il guinzaglio l’obbligarono a camminare come una cagna, quando la inquadrò da dietro al posto del forellino del suo splendido culetto c’era un buco enorme e sanguinante, Carla dopo un po’ si accasciò al suolo, non riusciva neanche a camminare e le nere senza nessun riguardo la trascinarono tirandola per la catena che era agganciata al collare fino al solito materasso, usci dall’inquadratura ma subito riapparve presa da un’altra angolazione, la distesero e gli spalmarono sempre quelle creme dentro e intorno al culo.
Poi più niente passarono altri giorni, il mio amico mi disse che forse c’era uno spiraglio, qualcuno voleva parlare ma era una incognita non si sapeva se fossero vere le informazioni, dovevano essere cauti. Passò almeno un mese gli amici cercavano io cercavo ma non c’erano segni di nessun genere ne informazioni, una sera che ormai era sicuro che l’avevo persa squillo il telefono era sempre lei mi disse che aveva passato il trauma e stava bene ma non avevano nessuna voglia di rilasciarla perché a detta loro era stata brava a sopportare quello che le avevano fatto poi qualcuno gli strappò il telefono da mano e chiuse la comunicazione, dopo poco squillò nuovamente e una voce disse che da domani dovevo collegarmi e aspettare, e che avevano saputo che li cercavano, amici non tanto legali e che dovevano smettere altrimenti ci sarebbe stata una guerra tra clan rivali. Contattai ancora l’amico comunicandogli quello che mi avevano detto, lui mi assicurò che sarebbero stati molto discreti e che avevano fatto sapere loro che li cercavano così si sarebbero aperti, e che adesso facevano sapere che avevano abbandonato la ricerca ma non era vero e mi assicurò che molto probabilmente mancava poco e li avrebbero presi tutti.
La mia angoscia ancora non era finita, mi ricollegai al pc, ormai passavo le giornate a guardare un monitor buio, improvvisamente quella mattina riapparve l’immagine, c’era lei, coricata su una tavola stretta, poteva appoggiare solo la schiena, le mani e le gambe sempre legate ai piedi della tavola, la testa era fuori dalla tavola inclinata un po all’indietro.
La sua bocca era libera, improvvisamente si materializzarono tante ombre e sembravano che erano femmine, non ci feci tanto caso ma, dopo poco ognuna si alzava il vestito e si toglieva le mutante, cosi vidi la prima che si accostò alla bocca di Carla dicendole che doveva leccare, lei cominciò a gridare ma uno schiaffone in pieno viso la fece smettere e cominciò a leccare. Si vedeva la lingua di Carla che leccava quella vagina nera la nera era estasiata e contenta di potersi far leccare da una bianca ed era soddisfatta anche che la stava sottomettendo alle sue voglie quando infine fu soddisfatta e ebbe l’orgasmo subito dopo le pisciò in bocca e lei dovette ingoiare tutto per non rischiare di soffocare, appena finito si mise allo stesso posto un’altra però questa si mise di spalle cosi che doveva leccare anche il buco del culo che anche se da lontano sembrava sporco lei leccò sperando che finisse in fretta ma quando ebbe goduto anche lei cominciò a pisciare e nel frattempo gli usci dal culo anche dei peti impossibili da non udire e Carla li prese tutti in bocca, poi si susseguirono tutte le altre sempre con lo stesso finale, quella poveretta aveva i capelli la faccia e la gola tutte imbrattate di piscio e di merda.
Quando tutte furono soddisfatte la slegarono e la adagiarono nuovamente sul materasso sempre legandola, poi l’immagina svanì senza avere altre notizie.
Passarono ancora molti giorni adesso veramente ero preoccupato per la sorte di Carla, il mio amico non mi dava più notizie e vivevo nello sconforto più totale, la cosa peggiore era che avrei dovuto riprendere il lavoro per non essere licenziato ma che fare?
Cosi parlai con il mio capo senza dirgli la verità cercai di fargli capire che mi sarebbero serviti ancora dei giorni, e fui talmente convincente che mi diede altri tre mesi, forse vide il mio sconforto negli occhi.
Tornai a casa e sperai di rivedere Carla ma”..mi illudevo ancora una volta, accesi il pc sperando di vedere qualcosa ma continuava a essere buio, l’amico che avevo chiesto notizie mi aveva detto che si sarebbe fatto sentire ma”..non lo sentii più.
Cominciai a piangere, perché adesso stavo in stallo non vedevo e non sentivo, quindi come sapere notizie? Ogni giorno giravo per la città ma la cosa strana &egrave che non si vedevano più negri, ne vicino ai bar ne fuori ai supermercati la cosa mi faceva supporre che era stata preparata nel caso qualcuno avesse potuto far trapelare qualche notizia.
Tornai a casa ormai mi sentivo quasi sconfitto e pensai che sarei dovuto per forza di cose andare a denunciare la scomparsa definitiva di Carla, erano giorni che non avevo notizie ne tanto meno c’era qualche segnale dal pc.
Riaccesi il pc e”si vedeva la stanza della prima volta subito mi misi in apprensione aspettavo che succedesse qualcosa che qualcuno parlasse, ma niente stetti almeno un’ora in attesa con gli occhi fissi al pc, ma non succedeva niente, poi come era apparso si oscurò nuovamente e mi mancò l’aria il cuore mi sbatteva in gola, riapparve l’immagine eravamo in una stanza che non aveva niente era spoglia di tutto, nessun nero nessun oggetto rimasi a fissare sperando in qualcosa, e apparve, vidi Carla che scendeva dal soffitto, appesa ad un tubo con le braccia aperte la testa legata che guardava in alto, le gambe erano aperte e legate sul tubo e quindi la posizione era con tutto il suo sesso aperto ed esposto, arrivata ad altezza uomo si fermo. La ripresa fu spostata in posizione che si vedesse da sotto aveva figa a culo aperti e quindi disponibile, poi mano a mano cominciarono ad apparire dei piedi neri che si muovevano tutti intorno, e”..si videro quei cazzi mostruosi che cominciarono ad avvicinarsi al corpo bianco latteo di Carla che aveva solo delle chiazze nere sul culo che ancora non erano state assorbite, il resto era tutto svanito.
Poi ricominciarono come sempre, si piazzarono uno avanti e l’altro indietro e cominciarono a penetrarla in due era una cosa mostruosa da vedere i cazzi le allargavano i due buchi contemporaneamente entrando insieme e muovendosi insieme poi sborrarono e quando uscirono subito altri due presero il loro posto, si sentiva Carla che gridava però erano grida di dolore e anche di piacere, si stava cominciando ad abituare a quelle torture e stava cominciando a piacergli, si alternarono nei suoi buchi per quasi quattro ore e sempre in due, si fermarono un attimo e la videocamera riprese i buchi che ormai erano aperti e enormi non si chiudevano neanche più mentre colava la sborra, si videro altri due che se i cazzi di prima erano grossi questi due erano come due cavalli e la penetrarono senza sforzo contemporaneamente e cominciarono a chiavarla lei ormai erano allo sfinimento ma continuava a gemere, mi dava l’idea che godesse di quei trattamenti, dopo quasi un’ora finirono e lei rimase appesa, si avvicinarono due femmine che cominciarono ad infilare le loro mani nei due buchi ormai aperti.
Chi le aveva infilato la mano nel culo vi affondò fino al gomito aspettando che l’altra gli infilava la mano nella fica almeno fino a metà braccio. Quella del culo continuò a spingere facendo entrare anche il gomito e ancora più su mentre l’altra era arrivata al gomito, pensai l’anno sfondata.
Ormai era tutta rotta, dopo un po’ che andavano avanti e indietro tolsero le mani, da quei buchi ormai dilatati usciva di tutto, la lasciarono ancora li per almeno un’altra ora, gocciolava sborra dai buchi e lei aveva gli occhi chiusi e si lamentava debolmente, nuovamente si oscurò il monitor quando riapparve la vidi distesa sul materasso che non riusciva a chiudere le gambe era sformata aveva dei buchi esagerati che non riuscivano a chiudersi la ripresero ancora per un po’ poi scomparve tutto e nel buio qualcuno disse, ci rivediamo domani.
Che altro le potevano fare oltre a quello che le avevano fatto???
Spensi il pc e cercai di contattare il mio amico ma il cellulare era spento, forse non voleva più avere a che fare con me, rimasi di sasso e ero sconfortato al massimo, non sapevo che altro fare, anche in quelle condizioni rivolevo la mia Carla.
Ormai erano giorni che non dormivo ogni volta che ci riuscivo ritornavano nella mia mente tutte quelle scene e mi svegliavo sudato e tremante, non sapevo più che fare.
Alla terza mattina da quando non avevo più notizie squillò il telefono risposi non riuscendo a parlare dall’emozione, era il mio amico che mi diceva che lui non si era dimenticato di me, e che era questione di giorni e sarebbe finito l’incubo, dovevo solo avere ancora un po’ di pazienza.
Contento della cosa accesi il pc, e vidi che già trasmetteva, si vedeva Carla coricata sul materasso, non era più legata, ma anche se aveva le gambe chiuse si vedevano i suoi buchi ancora aperti, si avvicinarono due neri erano enormi vicino a lei minuta e bianca, si coricarono uno a destra e l’altro a sinistra di Carla e cominciarono con molta gentilezza ad accarezzarla e baciarla sulla bocca sugli occhi sulle guance, cominciando a scendere leccando i capezzoli la pancia, fino ad arrivare al pube e lei destandosi cominciò a partecipare a quei contatti uno dei due si abbassò e cominciò a leccarle la figa con calma l’altro la baciava in bocca infilando la lingua e attorcigliandosi alla sua, la vidi che si apriva a quelle effusioni senza essere costretta, scese con la mani e impugnò quelle due probosciti che avevano tra le gambe cominciando a segarli, la vidi socchiudere gli occhi e fece uscire un lamento voglioso dalla sua bocca, si alzò e scese con la faccia tra le gambe di uno cominciando a leccare e cercare di prendere in bocca il suo cazzo, che ormai ci riusciva senza sforzo. Lui dopo averla tirata su e baciata in bocca la penetrò la figa Carla emise un gemito di piacere, l’altro continuò a baciarla la schiena e lubrificando poco il culo la penetrò contemporaneamente all’altro, Carla godeva come non mai si stendeva su quei corpi che la chiavavano con forza e con suo grande piacere, io guardandola cominciai a temere che ormai non volesse più ritornare da me, visto che non avevo la dotazione di quei bestioni, anzi”.dopo un po’ che continuavano se ne aggiunsero degli altri e lei partecipava ormai senza ritegno, l’accarezzavano tutto il corpo, uno enorme con un randello esagerato si mise supino e lei lo cavalcò senza neanche accorgersi dell’intrusione, un altro la penetrò il culo e un altro ancora ( visto che erano tutti molto dotati) lo introdusse nel culo, praticamente aveva tre cazzi contemporaneamente che la sfondavano ancora due nel culo e uno nella figa e qualche altro in bocca, io guardavo piangendo perché ormai Carla era diventata una puttana per soddisfare quei negri, e ne ero certo non sarebbe mai più tornata da me.
Si vedeva la sua carne bianca che ogni tanto affiorava dai neri che la sovrastavano, godeva, godeva come una cagna in calore e non gli bastavano appena qualcuno sborrava lei lo leccava e ne prendeva un altro in bocca in culo dove volevano, e non si allontanava mai anzi ne voleva ancora di più. Io guardavo e mi irritava il fatto che lei dimostrava di partecipare però visto quello che le avevano fatto non poteva essere differente, mentre guardavo si sentiva una voce che diceva: visto! Sembrava che non gli piacessimo invece guarda ora, ne vuole a ripetizione, abbiamo chiamato anche degli altri perché noi ormai siamo cotti, se rimani ancora collegato ne vedrai delle belle.
Ormai avevo capito che Carla non sarebbe mai più ritornata da me, guardavo le scene che si susseguivano sul monitor, la cosa non mi eccitava anzi mi mandava sempre più in depressione, e il mio pensiero era sempre lo stesso volevo ammazzare quei neri che anche se lei consenziente la violentavano, l’avevano violentata oltre fisicamente anche mentalmente, era diventata una puttana per neri era disposta a tutto ormai voleva solo sesso.
Le scene si susseguivano, vennero veramente dei neri nuovi dovevano essere senegalesi perché tra le loro gambe c’erano dei cazzi mostruosi, Carla senza scomporsi cominciò a leccarli poi se li infilava lei dove voleva ormai era diventata una bambola di carne che faceva e si faceva fare tutto quello che veniva in testa a quella gente, andarono cosi per delle ore continuavo a guardare le scene senza ormai più interesse, adesso era lei che lo voleva non era costretta a farlo come inizialmente, sconfortato spensi il pc.
Dopo un po’ mi arrivò una telefonata era l’amico che mi chiedeva ormai se volevo più la mia donna, perché anche lui sapeva cosa era successo, risposi che anche se ormai non mi apparteneva più non l’avrei mai lasciata a fare da bambola a quei negri, mi disse di raggiungerlo , così feci e quando lo incontrai la prima cosa che chiesi fu se mi poteva dare un’arma, volevo ucciderli tutti non ne avrei risparmiato nessuno ma”mi disse che la cosa non era possibile che avevano raggiunto un accordo per poter rimanere in pace senza spargimento di sangue, sapeva quando io volessi ucciderli però mi convinse e cosi fu.
Mi disse di aspettare dopo un po’ ritornò con Carla che appena mi vide mi abbracciò, ci abbracciammo per un po’, sentivo che il suo odore era cambiato sapeva di’..nero.
Ritornammo a casa ma non fu più come prima purtroppo Carla era cambiata non avevano rapporti sessuali di nessun genere, ci volevamo ancora bene ma lei ogni tanto gli venivano delle crisi di pianto, ma non per quello che le avevano fatto ma gli mancava il sesso che aveva fatto, non gli bastavo solo io ne come dimensione ne come altro voleva quello che le avevano dato.
Così andò avanti la nostra vita ogni tanto almeno una volta al mese contattava i neri che venivano a prenderla e la riportavano dopo una settimana, facendole tutto quello che lei voleva, qualche volta ritornava piena di strisce rosse su tutto il corpo, perché si faceva frustare, ma purtroppo le voglio bene e accetto tutto solo per stare con lei e vederla tutti i giorni.
fine

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