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Racconti di Dominazione

Il ristorante

By 14 Luglio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

‘Sei veramente un coglione…’ Il commento di Giuditta, che scuote sconsolata gli splendidi capelli chiari, arriva a Eric come uno schiaffo in faccia. Ma non lo dà a vedere. Non è il primo, non sarà di certo l’ultimo. Stringe i denti e accosta l’auto a bordo strada, poi fa inversione e si avvia mestamente verso l’ultimo incrocio.

‘Spiegami come fai ad essere così imbecille! No, davvero, dimmi come fai!’ insiste Giudy inviperita, piantandogli addosso gli occhi azzurri. è una di quelle persone che, invece di sfogarsi dopo una bella sfuriata, si incazzano sempre di più per la loro stessa incazzatura.

‘Siamo stati qui due settimane fa, non due mesi! Cristo!!! Non puoi aver sbagliato strada due volte! Due volte!!!’ Ansima per la stizza, facendo sobbalzare su e giù quel gran paio di tettone che si ritrova, che sembrano ancor più grosse sulla sua figura piccola e snella.

Preso il coraggio a due mani, Eric decide di tentare una timida difesa: ‘Dai tesoro, scusa… L’altra volta era di giorno, adesso è notte… E queste stradine sono tutte uguali…’ In effetti qui in collina, di notte e senza lampioni, non è facile orientarsi. E quel fottuto ristorante, sembra che l’abbiano nascosto di proposito.

‘Tesoro un cazzo! ‘ strilla Giuditta, troppo incazzata per starlo a sentire ‘ Te l’avevo chiesto se ti ricordavi la strada, o no?!? E tu cosa mi hai detto?!? Cristo, che palle! Adesso è tardissimo!’ Si gira in avanti di scatto, chiudendosi in un irritato silenzio.

Silenzio e pace, almeno un po’. Tutto quello di cui Eric ha bisogno per mandar giù il groppo di umiliazione e recuperare lucidità. A questo punto non è difficile azzeccare la strada giusta, visto che due di quelle sbagliate le ha già fatte. La strada si fa più ripida, gli alberi più vicini alla carreggiata. Eric riconosce l’indicazione per un agriturismo. è fatta. Sollievo. Ricomincia a respirare. Accelera leggermente. ‘Ecco, adesso in un attimo siamo lì. Mauro lo becchiamo di sicuro, è impossibile che lo facciano andare via così presto…’ Sbircia la reazione della sua ragazza. Giuditta non risponde, gli lancia solo un’occhiataccia. Meglio restare zitti.

L’auto frena dolcemente, facendo scricchiolare la ghiaia fine, sul piazzale dietro il ristorante dove lavora Mauro, il loro amico cameriere. Ha 26 anni, come Eric, uno in più di Giuditta. Non c’è più praticamente nessuno, nel parcheggio ci sono solo un paio di auto e un camioncino.

Strana serata. Tutta la sera a cena fuori coi parenti, così si è fatto troppo tardi per raggiungere il gruppo. E a Giudy è venuta l’idea di andare a salutare Mauro, quattro chiacchiere per concludere la serata. Eric ha avuto una fitta di gelosia a sentire quella proposta, la sua ragazzza non ha mai fatto mistero della sua simpatia per il loro amico. Forse troppa “simpatia”, a dire il vero, ma è solo uno dei tanti rospi che Eric ha dovuto mandar giù da quando sta con lei. è il prezzo da pagare ‘ si è sempre detto ‘ per una ragazza così figa: bella, bionda, snella, con due tettone da porno che sobbalzano dolcemente sotto il vestitino nero mentre cammina verso la veranda del risorante. Quel culo stupendo, che dondola invitante mentre Giuditta sculetta verso la veranda el ristorante.

E poi, si consola Eric avviandosi a sua volta, Mauro è da un lato già impegnato, dall’altro un suo buon amico. Nessun rischio, quindi. Anche se Giuditta, quando ci si mette, con quel corpo, con quella bocca, con quelle cosce, con quel seno, potrebbe… La guarda ancora, affascinato, mentre camminano, con l’abitino elegante che aveva a cena, corto e scollato. Farebbe venire l’acquolina in bocca a chiunque, non c’è che dire. E di fatto lo fa: le è sempre piaciuto provocare, farsi bella davanti agli altri, essere ammirata.

Sulla curata verandina c’è solo un vecchietto, magrolino e un po’ gobbo, con una pulitissima divisa da cameriere, che sta passando lo straccio sulle piastrelle di cotto. ‘Scusatemi tanto, signori… ‘ li ferma sulla porta a vetri, sorridendo gentile con la faccia piena di profondissime rughe ‘ Stiamo chiudendo e la cuoca è già andata via, sono davvero spiacente…’

‘No no, non si preoccupi! ‘ si fa avanti Eric, cordiale a sua volta ‘ Non dobbiamo cenare…’

‘Stiamo cercando Mauro! ‘ spiega Giuditta, sorridendo e mettendo maliziosamente in mostra il generoso decolleté ‘ Gli facciamo solo un salutino e andiamo via…’

Il vecchietto sembra folgorato. Dopo essere rimasto per qualche istante a fissare Giuditta stregato da quel paio di bocce spettacolari che gli dondolano sotto il naso, si riprende e sorride imbarazzato: ‘Va bene, entrate pure, signori, Mauro è di là in cucina, ve lo chiamo subito’. Li fa entrare nella sala e si avvia lento e curvo, strascicando i piedi, verso la cucina. ‘Quel vecchio maniaco mi ha praticamente sbavato sulle tette! ‘ sibila Giuditta stizzita, entrando ‘ Che maleducato!’

La sala è praticamente vuota, con quasi tutte le luci spente e le sedie sopra i tavoli. ‘Senti tesoro ‘ propone Eric, sfiorandole il braccio ‘ aspettiamolo fuori. Qui stanno chiudendo, li disturbiamo’.

Lei, dismesso il sorriso languido, lo fulmina. ‘Col cazzo! ‘ sbotta ‘ Fuori c’è vento. Lo aspettiamo qui. Tanto cosa vuoi che abbiano da fare di meglio, quei vecchi rincoglioniti?’ Indica i due tizi al bancone del bar, uno dietro a pulire e uno seduto con un bicchierino nella mano pelosa e rugosa. Eric li guarda, a disagio, atterrito all’idea che possano aver sentito. Sembra di no.

Sono tutti e due parecchio avanti con gli anni. Il barista è decisamente molto grasso, con braccia come mortadelle e rotoli di pancia che debordano dai pantaloni sformati. Il villoso avventore, che ha tutta l’aria di un vecchio camionista, è di gran lunga più in forma, ma ha una sbalorditiva pancia da birra, sproporzionata come se aspettasse un paio di gemelli al nono mese. Entrambi stanno ammirando Giuditta, nel suo abitino elegante, con sguardo colpito e, molto probabilmente, arrapato. Chi non lo sarebbe, del resto…

Mauro arriva dalla cucina levandosi un grembiule stazzonato. Sorride, contento dell’improvvisata, e chiama il grassissimo barista: ‘Vincenzo, scusa, faccio due chiacchiere con questi miei amici e torno a pulire’. Vincenzo gli fa un cenno di assenso, facendo tremolare il triplo o quadruplo mento e le guancione cascanti.

Si siedono al tavolo e cominciano a chiacchierare. Come va, come non va e le solite cose. Giuditta parla e ridacchia, civettando con il buon Mauro. Troppo. Eric, ammutolito dopo le prime battute, comincia a sentire un peso gelido nello stomaco. Non vede l’ora che sia finita e vuole disperatamente andare a casa. ‘Andiamo, amore… – la esorta – Lasciamo Mauro in pace, deve lavorare’.

‘Ma daaaai! ‘ ridacchia lei ‘ Che fretta c’è? Domani è domenica, o no?!’ Si sistema l’elegante abitino nero, abbassando leggermente la scollatura e puntando il generoso seno in faccia a Mauro. Lui cerca di non guardare, ma l’occhio casca e Giudy sorride, languida e seducente. Parla con la sua voce squillante, impegnata a demolire una loro “amica”, dicendo che è un’oca e una che la dà via a tutti. ‘Siccome è anche un cesso insignificante ‘ puntualizza Giuditta ‘, e sapete benissimo che non lo dico solo io, è l’unico modo che ha per rimediare un ragazzo!’

Si sposta un po’ sulla sedia, scoprendo con noncuranza le gambe lisce e bianche. Mauro è sulle spine, il ” cesso” in questione è una delle sue più care amiche e ci è anche stato insieme, anni prima. E le civetterie di Giuditta lo stanno mettendo a disagio. Ma diosanto, pensa, c’è lì il suo ragazzo, perché si comporta così. Tra l’altro si sente sfinito dopo un sabato sera infernale, quella stronza gli sta facendo perdere un mucchio di tempo, dovevano chiudere venti minuti fa.

Anche i vecchiardi al bancone, ai quali si è aggiunto l’incartapecorito sguattero di prima, sono ipnotizzati. I loro occhi non riescono a staccarsi da quella bellissima ragazza, piccola e dannatamente sexy, che sfrutta al meglio l’abitino elegante per mettersi in mostra come una modella. Sono stritolati in una morsa fra lo scandalizzato e l’eccitato, non sanno dove guardare, parlottano fra loro a bassa voce, imbarazzati ed arrapati.

Giudy ha visto che la guardano e come la guardano, ma se ne frega. Avranno delle erezioni mostruose a questo punto, stanotte si ammazzeranno di seghe. Affari loro. Le piace essere guardata, certo, ma lo spettacolo non è per quei tre vecchiacci. Eric, con lo stomaco stritolato dalla gelosia e dalla vergogna, si alza tremolante in piedi. ‘Scusate, vado un secondo in bagno…’ rantola, correndo praticamente verso la toilette. Ora viene il bello, pensa Giuditta. Si liscia il vestito, abbassando ancora un po’ la scollatura. Le sue tettone sono davvero uno spettacolo mozzafiato. ‘Insomma ‘ mormora dolcemente ‘ sei molto stanco? Hai qualcosa in programma per quando stacchi?’ Mauro sobbalza: ha sentito il sandaletto col tacco di Giuditta sfiorargli la caviglia. Si alza in piedi di scatto.

‘Giudy, davvero, lasciamo stare… ‘ la sua voce è quasi implorante. Si sente terribilmente in pena per Eric. ‘ Per favore… Io devo andare. Vincenzo scusa ‘ chiama, verso i tre vecchi, sbavanti al bancone ‘, scusami, ma devo scappare’. E punta in tutta fretta verso la porta a vetri.

Giuditta lo segue, flessuosa come una gatta. ‘Ti accompagno all’auto…’ alzandosi dalla sedia, fa in modo che la gonna del vestitino non si riabbassi di molto. Le sue cosce meravigliose sono bene in vista e i tre vecchietti la accompagano con lo sguardo, col cuore in gola, immaginando chissà cosa.

Fuori, fra i tavoli sulla verandina del ristorante, Mauro si sente acchiappare la mano da Giudy. La ragazza del suo amico, si ripete. Stronza. Stronza. Stronza…

‘Cos’hai? ‘ gli chiede lei, premurosa ‘ Stai bene? Tutto a posto?’ Si sente su di giri, elettrica. Sa di poter ottenere quel che vuole, quando lo vuole. E se vuole un ragazzo, sedurlo e conquistarlo è una sfida facile e molto eccitante.

Mauro si guarda attorno, nervosamente. ‘Devo andare a casa…’ mormora. In trappola.

Lei sta per dire qualcos’altro, ma la porta a vetri si apre tintinnando e ne emerge il grassissimo Vincenzo, seguito dagli altri due. ‘Va’ a casa, vai ‘ dice il vecchio ciccione ‘ Recuperi venerdì, che manca la Katia’. Il ragazzo coglie l’attimo e si allontana frettolosamente, lasciando Giuditta inviperita e contrariata. La trappola è scattata, ma a vuoto. Fanculo. Si rigira, rapida come un serpente.

‘Ma perchéccazzo non vi fate i cazzi vostri? ‘ strilla addosso a tre vecchietti ‘ Non avete visto che stavamo parlando? Era uan cosa privata! Cazzooooo! Tornate nel vostro ristorante di merda!’ Pesta i piedi e si siede rabbiosamente su un tavolino, accavallando le gambe. ‘Che razza di vecchi rompicoglioni…’ si lamenta, come se i tre non fosser nemmeno lì.

Vincenzo fissa il corpo voluttuoso della ragazza, fuori di sé per l’eccitazione. Non ce la fa più. Il pacco gli sta esplodendo. Bisbiglia allo sguattero: ‘Carmine, la porta’. Il vecchio curvo ha già la chiave in mano e dà tre giri alla serratura.

Eric esce dal bagno e vede la sala vuota. Fuori sente Giudy che insulta i vecchietti e va verso la porta del ristorante per capire quel che sta succedendo e se possibile rimediare alla figura di merda. Vede il vecchio Carmine che armeggia con le chiavi e, quando sente la maniglia bloccata, capisce che lo hanno chiuso dentro. ‘Ma cosa…’ esclama. Attraverso la porta a vetri vede il decrepito cameriere che gli rivolge un enigmatico sorriso, mentre gli altri due si avvicinano a Giuditta.

Giuditta, con l’eccitazione di poco fa che sta sfumando in rabbia, si accorge di quel che succede solo quando sente un paio di manone, grasse e sudaticce, che si posano da dietro sulle sue spalle. Si gira di scatto, furibonda, ma non riesce ad alzarsi dalla sedia: Vincenzo la tiene giù.

‘Non mi toccare! ‘ strilla ‘ Levami le zampe di dosso, testa di cazzo!’

Un sorriso sprezzante si disegna sul faccione lardoso di Vincenzo, mentre con nonchalance le sfila una delle spalline del vestito. Giuditta avvampa gli si avventa contro per morderlo. ‘Fanculo! ‘ gli urla addosso ‘ Vaffanculo! Fanculoooooo!’

Mentre il ciccione le sfila anche l’altra spallina, le grinfie rugose e pelose del vecchio camionista, che gli altri chiamano Franz (diminutivo di Francesco), le afferra la testa e, senza troppe cerimonie, le spinge la faccia sulla sua prepotente erezione, infilandole a forza il cazzo in bocca. ‘Finalmente sta un po’ zitta!’ commenta sghignazzando Vincenzo.

Franz si gode a meraviglia le labbra morbide e la lingua di Giuditta: le tiene ferma la testa e con lenti colpi di bacino, avanti e indietro, le fa ingoiare ben bene il cazzo. ‘Mmmghh! Mmmfhhh!’ Lei mugugna furiosamente, ma i suoi lamenti sono soffocati dal pompino che è costretta a fare. Intanto Vincenzo le tira giù il vestito, liberando le abbondanti tettone, che sobbalzano morbidamente ad ogni affondo di Franz. Carmine invece le si è inginocchiato di fianco, le ha sollevato l’abitino da sotto e le sta accarezzando e leccando le cosce come se fossero un dolce prelibato.

Eric, dentro il ristorante, vede dalla porta a vetri i tre vecchi farsi addosso alla sua Giudy, ridere e commentare tra loro. Non riesce a vedere con precisione, ma dai movimenti di Franz capisce perfettamente cosa sta succedendo: tempesta di calci la porta, facendola rimbombare, ma nemmeno una crepa compare sul robusto vetro.

I tre vecchi fanno alzare Giuditta in piedi e le levano l’abitino lasciandola culo al vento, ma il pelosissimo camionista la tiene piegata in avanti col suo cazzo in bocca, che sembra diventare sempre più grosso e duro.

‘Mm-mmmh… Mffhhh… Mmmmggh!’ la ragazzina si lamenta quando sente la bocca bavosa di Carmine che dall’interno delle cosce si sposta sulle sue mutandine, la lingua viscida e caldissima si insinua di lato e le passa più volte sulla passera bollente. Ridacchiando tra sé, contento come un bambino, Carmine le sfila le mutandine, schiude con i pollici le labbra della passera di Giuditta e le dà due o tre leccotti decisi sul clitoride, per poi infilarle dentro tutta la lingua. Vincenzo intanto, affibbia una serie di schiaffi a mano aperta sulle chiappe di Giuditta, sculacciandola senza ritegno.

‘Mmmmmhhh! Mm-mmmmmhhh!’ Giuditta inizia a sentire le gambe tremare, mentre un vecchiaccio la sculaccia, un secondo le lecca la passera e un altro, peloso come una scimmia, le pompa la bocca senza lasciarle respiro. ‘Oh gente! ‘ salta su Vincenzo, accennando a Eric, che fissa allucinato la scena ‘ Facciamo divertire anche lo sfigato?’ Detto fatto, spingono Giuditta a novanta sulla spalliera di una sedia e Franz le sfila il cazzo dalla bocca per portarsi dietro.

‘Aaahhh… aahh…- ansimando, Giudy cerca di riprendere fiato, col sedere in fiamme ‘ Lasciatemi subito, pezzi di merda… Aaah… Andatevene affanculo… Aahh…’

Franz le appoggia le mani alle chiappe arrossate, tonde e perfette, allargandole leggermente. ‘Senti un po’, stronzetta ‘ la zittisce, asciutto ‘ mi sa che mi faccio il tuo, di culo’. Le appoggia la cappella, fradicia di saliva, fra le chiappe ed inizia a spingere. Giuditta stringe i denti mentre sente una rovente scarica di piacere ed umiliazione che le scorre dal sedere dritta al cervello. ‘No… Aahh… Fermo, ti prego… Non… Aahh…’ Con un paio di colpetti ben assestati, Franz le apre il culetto ed inizia ad sodomizzarla, lentamente, godendosi ogni istante.

‘Già finita l’arroganza? ‘ la sfotte Vincenzo ‘ Non è che, per caso, ti piace? Stupida tettona…’ Il vecchio grassone si scosta, lasciando ad Eric, raggelato dietro la porta a vetri, una perfetta visuale della scena: la sua bellissima ragazza inculata come merita da quel vecchio scimmone, con la panza pelosa che le sobbalza sulle chiappe. A tradimento, sente un’erezione improvvisa ed inaspettata strattonargli il cavallo dei jeans.

Carmine invece si avventa sulle grosse tette ballonzolanti di Giuditta: le prende nelle mani nodose e rugose, le massaggia, le rigira, le infligge piccoli pizzicotti ai capezzoli rosa, facendoli diventare belli gonfi. Poi vi accosta le labbra, ancora lustre degli umori della ragazza, ed inizia a leccare e succhiare quelle tettone stupende. Giudy geme e mugola, non riesce nè a parlare nè a pensare, è travolta dalla rabbia, dal piacere, dalla vergogna. Eric la sta guardando, si è accorta dei calci contro la porta a vetri, ma non ha il coraggio di girarsi. Franz ha assunto un ritmo più sostenuto, la sta inculando vigorosamente tenendole una mano su un fianco e con l’altra affibbiandole sonore pacche sul sedre, sballottandola avanti e indietro mentre Carmine le lecca le tettone.

‘Anh.. aangh… aanh… Aaah…’ L’uccello del camionista le sta pompando il culetto sempre più a fondo. La bocca del vecchio sguattero la tormenta. Le chiappe le bruciano, ma non può fare a meno di rendersi conto che le piace. Il pensiero di Eric dietro quel vetro la umilia e la eccita in maniera incredibile. Ad un tratto sente la risata grottesca di Vincenzo e si gira: vece Eric, incollato al vetro, che la guarda mentre viene inculata, paralizzato, massaggiandosi il cavallo dei jeans. Senza rendersi nemmeno conto di quello che succede, con l’immagine del suo ragazzo che si stringe il pacco impressa a fuoco nel cervello, viene travolta da un orgasmo micidiale, mentre l’uccello di Franz non le dà tregua. ‘Aaah… Oooh.. Ma che.. Aaaaannghh!!! Aaaaanghh.. Oddio… Aaaannhh!!! Mmmmmmgh!’ Scossa dai violenti tremiti dell’orgasmo, suoi gemiti diventano gridolini sorpresi e voluttuosi, subito soffocati dalla bocca sbavante di Carmine che le si incolla alle labbra, baciandola con trasporto e leccandole palato, lingua e labbra. Franz, stravolto anche lui, le stringe i fianchi e con un mugugno liberatorio sborra nel culo di Giudy, facendole colare rivoli di sperma caldo sulle chiappe e lungo le gambe.

‘Guardate! Lo sfigatello si diverte! Grande! ‘ commenta Vincenzo, guardando Eric che si massaggia l’attrezzatura atraverso i pantaloni ‘ Hey giovanotto! Visto come va trattata quella troietta? Razza di segaiolo…’ Si slega i pantaloni, rivelando fra i rotoli di grasso un cazzo più che dignitoso e dritto come un palo, ed accomoda la propria sgraziata mole su una sedia, proprio di fronte alla porta a vetri. Franz, senza lasciare a Giuditta il tempo di reagire, la spinge fra le braccia del vecchio grassone. Vincenzo abbranca Giuditta e le lecca libidinosamente le tettone, risale alle spalle, al collo, mandandole brividi lungo tutto il corpo, ed infine le infila la lingua in bocca. Le sue grasse manone la fanno mettere a sedere sulla sua enorme pancia flaccida. Giuditta, ancora tremante e stordita per l’orgasmo anale di poco prima, cerca di divincolarsi, ma non ha scampo. L’uccello di Vincenzo è puntato proprio contro sua fighetta fradicia e sente il sedere scivolare sull’enorme pancia del vecchio porco. Non riesce nemmeno terra con la punta dei piedini.

‘Ah… Ah… No… ‘ piagnucola la ragazza ‘ Ah… Io… Ah… Aaaanhh! Aaaaannhh!’ Sapientemente guidata dalle mani del vecchiardo, Giudy finisce inesorabilmente giù, ad impalarsi su quel massiccio cazzo pronto per lei. Vincenzo inizia a muoverla su e giù, su e giù, facendosela rimbalzare sull’uccello e chiavandole la passera con tutta calma. Carmine si spoglia a sua volta, esponendo il suo corpo da mummia gobba al venticello della sera, e le si piazza davanti. Giuditta, col viso in fiamme, fissa sbalordita lo sporporzionato uccello del vecchietto.

Eric, da dietro il vetro, può ammirare tutta la scena. Giuditta, mezza stordita, col grassone che se la scopa a smorzacandela. Lo sguattero, nudo e rugoso, che sfodera un cazzo di dimensioni asinine, lo piazza in mezzo alle tettone della sua ragazza, le prende a piene mani ed inizia farsi una spagnola, gemendo come se stesse agonizzando.

‘Allora, bella tettona… ‘ la apostrofa Vincenzo, che le sta chiavando la figa col medesimo ritmo pigro di prima, come se la cosa non lo riguardasse ‘ Visto cosa succede a far eccitare troppo dei vecchi rincoglioniti? Troietta smorfiosa…’ Sentendo la passera di Giuditta cedere, ormai fradicia, la spinge più rapidamente su e giù, su e giù, facendole sentire ogni centimetro del suo cazzo. Carmine intanto le piega la testa in avanti e approfitta delle dimensioni enormi del suo cazzo: le spinge la cappella in bocca, mentre continua a massaggiarsi l’uccello con le tettone della ragazza.

‘Mmmhh.. Mm-mmmhhh… Mmmfhhh…’ Giuditta si sente travolta da una sorta di incubo pornografico. Schiacciata tra quei due corpi orrendi e decrepiti, un cazzo davanti e uno dietro che la spingono uno sull’altro. L’uccello di Vincenzo le apre la passera sempre più a fondo, ma lentamente, senza foga, e la sta facendo impazzire. Era sicurissima che il vecchio grassone sarebbe venuto in un attimo, ma ora non è più tanto convinta… Mentre lo sguattero Carmine la sta proprio usando, come un giocattolo sessuale, una bambolina con le tettone per farsi una bella spagnola e, nel contempo, un succoso pompino. La cappella violacea che il vecchiaccio le ha fatto prendere in bocca ora pulsa contro la sua lingua e le sue labbra. La stretta sulle sue grosse tette si è fatta più salda, i colpi di cazzo più rapidi e decisi.

‘Mmhhh… Mm-mmhh… Mmmfhhh! Mmmgghhh! Mgrrffhh!!!’ Giudy mugola mentre, ridendo come un pazzo, il rugoso Carmine affonda il cazzone in bocca a Giuditta ed inizia a venire copiosamente. Un fiotto dopo l’altro le riempie la bocca, Giudy inghiotte e deglutisce più che può, ma il vecchio sembra inarrestabile e lo sperma caldo le cola dalle labbra sul collo e sulle tettone. Eric, eccitato a morte, si stringe violentemente il pisello attraverso il tessuto dei pantaloni, guardando quella gran figa della sua ragazza costretta a ingoiare, con l’uccello del terribile vecchietto che le sborra in bocca.

‘Piaciuto lo spuntino di mezzanotte?’ Vincenzo ride, le pompa la passera con una calma olimpica mentre Giuditta, ormai al limite della resistenza e della dignità, si contorce disperatamente impalata sul cazzo del vecchio ciccione, cercando inutilmente di poggiare i piedini a terra. Ma la sua piccola statura non l’aiuta e, con gli occhi lucidi colmi di vergogna e umiliazione, sente un secondo orgasmo sempre più vicino.

In ultimo, disperato sforzo, Eric si precipita su una sedia del ristorante. La sua imbarazzante erezione è un bell’impiccio, mentre afferra la sedia e la scaglia, con tutta la forza che gli rimane, contro la porta a vetri. La botta è tremenda e una sottile crepa compare nel primo strato del vetro. Eric vorrebbe esultare, ma si rende conto che per spaccare quella vetrata servirebbero altre cinquanta botte come quella. E nello stesso istante si rende conto che Giuditta, impalata dal cazzo di Vincenzo, sta per avere un altro tremendo orgasmo. Fissa sbalordito la sua ragazza, violentata da quei tre vecchi disgustosi, costretta a godere come una zoccola. E con somma sorpresa, sente che sta per venirsi nei pantaloni anche lui e gli serve un bello sforzo di volontà per ricomporsi ed evitare il peggio.

Anche la sua Giudy ha tentato di trattenersi in tutti i modi, ma il piacere e la vergogna hanno superato il limite. Il cazzo del vecchio ciccione sudato le apre la figa senza pietà. Si morde le labbra, cerca ancora di divincolarsi, ma l’orgasmo alla fine la travolge e Giuditta non riesce a fare altro che mandare urletti voluttuosi e venire come una troia. ‘Aaaanh! Aaaanh!!! Aaaaaahhh! Aaangh!’ Giudy geme e strilla, con le manone di Vincenzo che la tengono saldamente giù, vede come in un delirio la sua immagine riflessa nel vetro, la passera trivellata da quell’uccello durissimo, le tettone gocciolanti di sperma, i piedini che sgambettano freneticamente sui polpacci del vecchio, ed Eric dietro il vetro incrinato con l’espressione di un folle totale.

Quando i fiotti di piacere si placano un po’, Giuditta tenta di svincolarsi dalla presa del vecchiardo, che incredibilmente non è ancora venuto. Vincenzo la lascia alzare, sfilando l’uccello dalla sua passera grondante. Ma mentre la ragazza è ancora malferma e incerta, ansante e scossa dagli ultimi tremiti di piacere, il vecchio ciccione si alza e la spinge per terra a pancia in su. Poi la prende per le cosce, le spalanca e la fa piegare, col culetto per aria e le spalle appoggiate al pavimento di cotto. Usando l’altra mano per inclinarsi il cazzo verso il basso, Vincenzo sembra quasi mettersi a sedere sulle chiappe di Giudy, infilandole a fondo l’uccello nella passera con un ringhio soddisfatto.

Vincenzo inizia a muoversi su e giù piegando le gambe, chiavando la figa di Giuditta con un ritmo più sostenuto. Giudy, sballottata come una bambola e costretta in quella posizione assurda, a testa in giù, con le gambe spalancate verso Eric e il cazzone di Vincenzo che ha ricominciato a pomparla a dovere, non capisce più niente. Le hanno fatto il culo e l’hanno costretta a godere come una puttanella. Poi il secondo, vergognoso orgasmo è stato così forte, col vecchio che le sborrava in bocca… E i vecchi schifosi non le danno ancora tregua!

Vincenzo, sentendo che il momento è vicino, aumenta il ritmo. Su e giù, su e giù, su e giù. Carmine è accasciato su una sedia, sfinito, l’enorme uccello a ciondoloni, mentre Franz invece si è ripreso. Si avvicina alla ragazza, ormai in balia delle loro voglie. Vorrebbe tanto avere un’altra erezione e ricominciare il ballo, ma è impossibile, con gli anni e tutta la grappa ingollata… Si accontenta di palpare le tettone di Giuditta, strizzandole i capezzoli turgidi. Poi, con aria sprezzante, le appoggia la prominente e pelosissima panza da birra sulla faccia. ‘Lecca, stronzetta. Forza!’ Giuditta, mezza soffocata da quella massa lardosa e chiavata con colpi sempre più rapidi e profondi, non riesce a pensare a niente.

‘Forza, puttanella tettuta… ‘ la incita Vincenzo ‘ Fa come dice: lui ti ha pur fatta godere, dovresti almeno ricambiare!’ Totalmente sconfitta e umiliata, Giuditta inizia a leccare quel ventre gonfio, rugoso e peloso, sentendo sulla lingua il sapore salato del sudore del vecchio.

Infine anche Vincenzo raggiunge il limite: si sfila dalla passera della ragazzina e, mentre Franz fa un salto indietro per evitare un coinvolgimento quanto mai indesiderato, le punta il cazzo contro ed inizia a venirle sulle tettone, schizzandole i grossi meloni con abbondanti fiotti di sperma bollente.

Eric, paralizzato dalla vergogna e dall’eccitazione, si accorge di Carmine solo quando il vecchio sguattero prende le chiavi e con mano tremante sblocca la porta. La apre lentamente, facendosi da parte, lasciando ad Eric la perfetta visuale della sua Giuditta, a terra, coperta di sborra, ansimante e stravolta dal piacere e dall’umiliazione. Carmine gli sorride come un nonno pervertito, facendogli un cenno verso la ragazza. Cosa vuole che faccia? E lui, che cosa vuole fare? Sente il cazzo durissimo e gonfio come una melanzana, sul punto di strappargli il cavallo dei pantaloni. Si avvicina a Giuditta passi lenti, si sente come ubriaco. I tre terribili vecchi iniziano a rivestirsi, senza un commento, guardandoli con degli enigmatici mezzi sorrisi. Ed Eric, in un istante, sa cosa deve fare. ‘Se non li puoi sconfiggere…’ mormora fra sé. Si ferma di fronte alla sua ragazza. Si slaccia i pantaloni, gurdando quel corpo sensuale e provocate, usato e violato dagli anziani castigamatti. Giudy lo guarda, gli occhi lustri pieni di lussuria. Eric tira fuori l’uccello, il suo sguardo passa sui tre vecchietti: gli sorridono con complcità, Franz gli fa ok con la mano. Lui si afferra l’uccello.
‘Apri la bocca, troia…’ le ordina. Lei, ormai sottomessa e docile, schiude le belle labbra e tira fuori la linguetta rossa. Con un paio di rapidi colpi Eric raggiunge l’orgasmo tanto atteso, scaricando fiotti di sperma sulla faccia della sua ragazza, fino a poco prima così orgogliosa e arrogante, inondandole la bocca, gli occhi, i capelli. Poi, svuotato, le infila il cazzo fradicio in bocca e glielo spinge in gola.
‘Lecca per bene, amore…’ Giudy succhia e lecca il cazzo di Eric, ripulendolo dal seme che le imbratta il viso. Dai vecchietti si alza un forte, caloroso applauso.

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