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Racconti CuckoldRacconti di DominazioneVoyeur

IO. FOTOGRAFO A LUCI ROSSE. – CAPITOLO 7

By 7 Novembre 2019Dicembre 16th, 2019No Comments

Eccola! Accidenti! La vidi in lontananza sulla spiaggetta più lontana. Da sola, un po’ appartata e probabilmente addormentata. Mi avvicinai silenziosamente, con circospezione e senza fare il minimo rumore per non destarla. Effettivamente si era assopita. Era girata, supina a pancia in giù e non volli assolutamente svegliarla. Mi avvicinai e mi inginocchiai sfiorando i suoi piedini con le mie ginocchia. Il posto era molto tranquillo, mi guardai attorno, non vidi nessuno nei paraggi e soprattutto non notai nessuno sguardo indiscreto.

Per questo lei probabilmente si permetteva di prendere il sole così. In quella maniera, in una posizione indubbiamente un po’ provocante. Anzi, molto, molto provocante! Era praticamente nuda, così! Lo slippino del bikini bianchissimo era effettivamente molto, molto piccolo come lei mi aveva fatto intuire al mattino mentre al bar mi aveva servito ancora assonnato il caffè. Il costumino, a copertura del suo rotondissimo sederino, era assicurato ai fianchi da due strettissimi laccetti rosa fissati in alto, molto in alto, sopra le sue anche.

Quel bikini era in pratica una via di mezzo tra un tanga e un perizoma. Lo strettissimo ed altissimo triangolino di soffice tessuto bianco appiccicato sul suo favoloso lato B si infatti restringeva sotto sino a diventare una strisciolina che si infilava maliziosamente in mezzo, proprio nel solchetto del piccolo ma rotondissimo culetto di lei. Fin quasi a scomparire. Riuscendo però così a malapena coprire le sue cosine più intime. Il suo sederino, lucido perché abbondantemente ricoperto dall’olio abbronzante, si offriva così indifeso ai caldi raggi del sole. Ma, ignara di come si mostrava, soprattutto meravigliosamente alla mia vista.

In quella posizione, vista da dietro, Simonetta sembrava veramente nuda. Ancora più bella di quello che avevo immaginato. Perfetta! Un culetto fantastico ed invidiai colui al quale lo aveva offerto!

Il reggiseno era slacciato e le cordicelle con il gancetto che dovevano essere ben strette sulla schiena erano invece lasciate libere e distese ai lati del suo corpo. Tutta la schiena e le spalle nude erano pure ben unte e piene dell’olio solare di cui apprezzavo il profumo. Simonetta era veramente stupenda. Aveva un corpo favoloso ed effettivamente in quel momento senza saperlo mi si offriva praticamente nuda.

Estrassi lentamente senza far alcun rumore la mia fedele macchina fotografica che per deformazione professionale portavo sempre con me. Applicai astutamente il silenziatore per silenziare i clic degli scatti e rubai immediatamente una serie di foto. Perfette! Anche perché lei non si svegliò. Fece solo ad un certo punto un sospiro perché probabilmente leggermente disturbata nel suo dormiveglia dai rimproveri lontani di qualche mammina rivolti al suo figlioletto capriccioso. Contemporaneamente piegò e sollevò un po’ lateralmente una gamba prima tenuta volutamente unita e strettissima all’altra.

Così facendo mi offrì ancora una volta senza volerlo una visione fantastica. Il filetto del tanghino non riusciva proprio più a nascondere così un pochino della sua soffice e chiarissima peluria che indubbiamente faceva da cornice alle sue intimità. Così, ma solo un po’, i suoi peluzzi per la prima volta mi apparvero. Chiarissimi ed indubbiamente biondi! Non potei non catturare quella sublime immagine rubata. Tanto, tanto intrigante e particolarmente sexy perché colta nella totale naturalezza della modella ignara!

Soddisfatto delle foto appena scattatele a sua insaputa, mi decisi di svegliare con estrema delictezza la giovane donna. “Simonetta… – le sussurrai per provocarle un lento risveglio – Ciao, Simonetta… Hai un ospite…”

Lei ebbe un piccolo sobbalzo e girò il capo verso di me con gli occhi ancora assonnati, socchiusi ed abbagliati dal sole. “Ciaooooooo… – mi disse ancora insonnolita sentendo la mia voce – Ehiiii… Sei venuto allora, finalmente…” “Te l’avevo promesso, bimba!” “Me l’avevi promesso anche altre volte! – mi bloccò lei mostrandomi sorridendo la lingua – Ma poi non eri mai venuto e mi avevi tirato sempre pacco!”

“Questa volta sono venuto! Contenta, Simonetta?” “Sì, sì… – rispose lei ancora un po’ soonacchiosaa ed intontita dal brusco risveglio – Ma ormai non ti aspettavo più! Mi sono anche addormentata, un po’ arrabbiata per il tuo ennesimo bidone! Avevo pensato anche di telefonare al mio sciocco ex moroso! Per consolarmi…”

“Avresti fatto molto male e sbagliato! E lo sai che così sei bellissima, Simonetta? – la interruppi per scusarmi – Proprio come me lo immaginavo!” “Ruffiano! E per questo che ti sei fatto desiderare così tanto?” “Impegni di lavoro, tesoro! – replicai prontamente – E per la verità anche oggi sono qui per… lavoro!”

Lei, molto lentamente, si rotolò di lato prestando molta attenzione a coprirsi il seno con il braccio. Quindi girò il volto verso di me e si sollevò piano. Non voleva evidentemente mostrarmi le sue mammelle che purtroppo non avevo ancora mai visto. Solo quando dopo essersi controllata con cura ed essere certa di essersi protetta a sufficienza anche con le mani entrambi i seni si sollevò completamente e si mise seduta ed inginocchiata come una sirenetta sull’asciugamano da mare. Aveva così assunto una posizione tremendamente sensuale ed ancora più provocante. Il vederla poi pure indubbiamente così imbarazzata in quella posizione ed anche impegnatissima a coprirsi goffamente il seno mi provocò la prima erezione nascosta dai jeans. 

“Per lavoro? – mi chiese allora subito lei mostrando per un attimo un po’ di delusione – Solo per lavoro, uomo?” “Anche per lavoro. Lo sai che a me piace unire l’utile al dilettevole! Ricordi quello che mi hai promesso stamattina?” “Sì, sì, lo ricordo benissimo cosa ti ho detto, Fabio! Ma tu me l’avevi promesso di venire anche altre volte e stamattina ti ho voluto incoraggiare un po’!… Ma adesso, come corri, tu!”

“Lo sai bene, Simonetta, che io sono sempre alla ricerca di nuove modelle! Soprattutto di un certo tipo! – volli subito precisare – E tu credo che oggi lo sia. Ti ho vista, sai, mentre dormivi. Eri bellissima nella tua naturalezza… E non ho resistito!” “Mentre dormivo? Cosa hai combinato mentre dormivo?” “Semplice! Ti ho fotografata. Hai un culetto da sogno…” “Ma Fabio! Non si dicono queste cose! Io non ti ho sentito arrivare… E sei sicuro che ti avrei permesso di fotografarmi così? Uffa, mentre dormivo! Con questo costumino così piccolo, poi… E da abbronzatura.. selvaggia!” “Il fatto che tu non sapessi di essere fotografata ha reso gli scatti fantastici!” “Ma daiiii, Fabio! Mi hai veramente fotografata? Così? Non pensi che dovevi prima almeno chiedermelo? Il permesso…” “Avrei perso la naturalezza e la spontaneità della modella! Ti saresti forse irrigidita perché probabilmente ti saresti un po’ imbarazzata! La riuscita degli scatti ne avrebbe risentito… E sarebbe stato un peccato! Te lo assicuro…”

“Ti sei cuccato allora per bene il mio lato B? – mi chiese mostrandomi subito di nuovo la lingua – Ti è piaciuto, almeno? Lo spero… Superato quindi l’esame di ammissione al corso di modella riservatomi dal Fabio, il fotogrago pazzo?” “Certo ed a pieni voti. Niente male, come inizio!” “Inizio? Ma uffa, Fabio… Cosa dici? Hai approfittato che io dormissi! Mi hai ingannata! Non dovevi farmi così delle foto! Ne hai fatte tante?”

Divenni immediatamente molto serio. “Simonetta! Voglio ora solo che tu ben ricordi perché sono qui. E che non dimentichi quello che mi hai promesso…” “Sì, sì. Te l’ho già mdetto che ricordo bene cosa ti ho promesso! – sussurrò abbassando il capo – . Ma tu… Ma tu stamattina mi hai provocata… Un po’! E mi hai spinta a dire quelle cose! Anche se sai bene che certe cose non le ho mai fatte e mi vergogno persino a pensarle ed addirittura a parlarne…”

“Sei una donna libera, Simonetta! – la incalzai io – E mi hai confessato che hai voglia di provare qualche nuova esperienza. Ed una nuova forte emozione in particolare… E sai bene che solo un uomo esperto e maturo come me te la può offrire…” “Sì, sì, è vero! E so anche che te l’ho detto e praticamente promesso! Sono arrabbiata e tanto delusa dal mio ex moroso. Un bamboccione! E tu non fatichi vero a sacrificarti per me? – ridacchiò lei per un istante – Sì, è vero… Sono in pausa di riflessione con il mio moroso ed ho bisogno di un uomo vero che mi aiuti e di un altrettanto vero professionista dell’arte fotografica – aggiunse serissima – . Ma, per quella cosa lì pretenderei il professionista più serio e discreto del tuo settore! Sì, insomma, mi è venuta improvvisamente un’idea un po’… strana ed inconfessabile. E te l’ho fatta ben intendere, mi pare… Ma devo essere anche un po’ in questo aiutata! Io sono piuttosto giovane e tu hai indubbiamente qualche anno più di me! Ed anche per questo penso che tu sia pure molto esigente, pretendi molto dalle donne e in particolare da quelle che scegli come tue modelle! E sei anche molto più esperto di me in certe situazioni. Oltre che abituato a fare certe cose con donne di una certa età. E magari sposate o fidanzate! Devi insomma sapere molto bene come ottenere quello che vuoi… Mi sbaglio, Fabio?”

“Non devi avere pudori di nessun tipo con me e non vergognarti di fare quello che vorrei proporti di fare! – cercai di tranquillizzarla – Mi conosci bene…” “Lo so, lo so… – mormorò lei e come risposta tentò goffamente di coprirsi ancor di più il seno con le mani – Ma io sono un po’ ingenua e soprattutto non so pure se sarei capace di essere all’altezza delle tue aspettative. Al mio ultimo moroso concedevo piuttosto poco e non ho mai accettato di fare certe cose che lui invece desiderava tantissimo… Eccome! Soprattutto quelle più sporcaccione! Quelle che tu immagini! Uffa! Con lui no! Non lo volevo proprio… Non mi meritava, lui”

“E al mare quelle volte cosa hai fatto? – le chiesi per provocarla – Come voleva invece che tu ti comportassi certe volte? Soprattutto in presenza dei suoi amichetti!” “Sì, è vero! – ribattè lei stizzita – Te l’ho già detto cosa gli piaceva! Non ne ho mai capito il motivo e ti ho pregato anzi di spiegarmelo tu il motivo! Se lo volevi…” “Mi piacerebbe che tu me lo ricordassi… Anche nei particolari, se vuoi… Dopo ti spiegherò alcune cose di noi uomini, mariti e fidanzati!”

“Ti ho già raccontato qualcosa… – iniziò allora lei – Lui è sempre stato molto geloso ma in certi casi si trasformava e gli piaceva farmi fare delle cose che indubbiamente a me non piacevano proprio e che anzi mi infastidivano e mi imbarazzavano parecchio!”

“Ossia? – insistetti – Cosa voleva che tu facessi?” “Cose strane! In compagnia dei suoi amici. Ragazzini della sua età. Soprattutto quando loro erano senza le proprie morose ed io quindi risultavo essere l’unica donna del gruppo!”

Racconta dài, sono curioso… – la incalzai – Ho qualche sospetto…” Lei abbassò il capo, visibilmente imbarazzata. “Gli piaceva ad esempio che io proprio al mare mostrassi ai suoi amici quanto fossi carina. Mi invitò così spesso a mostrarmi un po’ più disinvolta e mi invitò a levarmi pure qualche volta il reggiseno. Davanti ai suoi amici! Mi diceva che avevo un seno perfetto! Mi incoraggiò pure aggiungendo che non dovevo vergognarmi perché c’era lui con me e che avrei potuto così anche abbronzarmi meglio… Lui mi autorizzava e continuava insomma ad invitarmi a spogliarmi, ricordandomi continuamente che avevo un seno perfetto e che potevo quindi permettermi di mostrarlo anche ai suoi amici. Mi ossessionava e con quella sua strana volontà mi confondeva e mi mandava in confusione. Ma io mi vergognavo parecchio a mostrare le mie tette a tutti quei ragazzetti. Soprattutto perché non riuscirono neppure a nascondere tutto il loro apprezzamento quando rassegnata e per accontentare il mio moroso mi levai per qualche minuto il reggiseno e mi mostrai così in topless.”

Allora tu ti sei prestata?” “Qualche volta dovetti farlo… Ma solo un po’ e perché lo voleva il mio moroso… Ma non mi piacque per nulla!” “Si limitò a questo?”

Simonetta rimase per qualche istante in silenzio. Poi, evidentemente infastidita, proseguì. “No, un’altra volta in vacanza lui esagerò…. In quella occasione mi colse veramente di sorpresa…”

Io ridacchiai per sdrammatizzare ed incoraggiarla a continuare.. “Lo immaginavo…. – aggiunsi esprimendo poi una certa comprensione – Ti ha costretto a fare dell’altro?” “Non seppi mai se mi aveva detto la verità! Ma mi disse che aveva perso una scommessa con uno dei suoi amici…. E che doveva pagare una certa cifra in denaro! Ma lui non era assolutamente in grado di onorare l’impegno preso per gioco! Aveva allora pensato a me! E mi aveva barattata come pagamenti in denaro! Capisci? Lo sciocco mi aveva messo in palio!” “Cosa ti costrinse a fare?”

Dopo avermi chiesto se io fossi stata capace di farlo mi dovetti esibire come la cubista della discoteca vicina all’albergo. Naturalmente in privato nella loro camera dove dormivano i ragazzini gia ben adulti e sporcaccioni. Uno spettacolino esclusivo ed in privato per loro tre! E possibilmente avrei dovuto essere più nuda possibile, naturalmente!”

Io, te lo giuro, rimasi sconvolta e gli chiesi subito se era impazzito! Poi rimasi in silenzio. Ero la sua morosa! Lui mi piagnucolò disperato e interpretò il mio silenzio come un assenso!”

Di nuovo Simonetta tacque e rimase in silenzio. Poi riprese sottovoce. “Purtroppo arrivò presto il fatidico giorno e fui allora costretta a salire nella cameretta dei maschietti. Sì, mi spogliai… Inizialmente pensai di offrire loro il mio topless. Avevano già vista le mie tette, i tre mascalzoni! Ma ritenni allora che quella visione regalata loro nel privato della loro stanza li avrebbe soddisfatti ulteriormente…. Insomma, riuscii a tenermi addosso almeno lo slip. Ma poi uno di loro tentò addirittura di sfilarmelo. Ed anzi lui, bruscamente e cogliendomi di sorpresa, con grande velocità ed abilità me lo abbassò! Il mio moroso non reagì assolutamente. Mi sconvolse poi notare che gli piaceva anzi vedermi imbarazzatissima e tutta rossa in volto. Ciò mentre impacciata tentavo subito goffamente di coprirmi almeno un po’ il mio sesso.” 

Rimanesti quindi nuda?” “Sì purtroppo! Praticamente… Sì e mi vergognai tantissimo con lo slip tirato giù sul davanti fin quasi alle ginocchia. Avevo ceduto ed avevo desistito dal bloccare quella mano ed interrompere quella umiliazione alla quale i tre maschietti in calore mi stavano costringendo a subire! Ero stata però pronta quasi subito a coprirmi davanti solo un po’ con una mano e riuscii così a non mostrare a loro proprio tutto! Quello che si erano gustati però vedendo abbassata con violenza per qualche secondo la mia mutandina li aveva però appagati a sufficienza!” “Non capisco… – la interruppi – Cosa li aveva appagati? A sufficienza…”

Il mio moroso si era vantato nel rivelare che la sua morosa era chiara come una svedese….” “Che sei bionda lì?” ”Sì, che sono bionda naturale! Ed ovviamente anche lì… E proprio lo scoprire il colore del mio pelo era stato messo in palio per sanare il pagamento della scommessa persa dal mio moroso!” “Quindi? – insistetti io – La scommessa venne pagata così… Mostrando a tutti la tua passerina…” “Ma uffa! Io sono effettivamente bionda. E naturalmente anche lì… E tra le dita della mano che avevo subito allargato più possibile davanti al mio sesso per nasconderlo alla vista dei ragazzini erano stati egualmente ben visibili i miei peluzzi dorati! Insomma! Oltre a vedere per bene per qualche secondo tutta la mia farfallina durante il veloce scivolamento della mia mutandina che mi aveva colto di sorpresa ed impreparata, loro continuavano ad intravvedere il mio pelo tra le dita della mia mano! Capito? E come sghignazzarono a lungo commentando il piacere provato nel vedere il colore del mio pelo biondo che riuscivano ad vedere! E come godevano di tutto il mio imbarazzo! Mi senti tanto umiliata per quei commenti! Cattivi e volgari! Uno addirittura ebbe la sfrontatezza di dirmi che lui non aveva mai versato il suo seme su una passerina biondissima come la mia! E che gli sarebbe piaciuto moltissimo farlo allora!”

Ma la cosa che maggiormente mi rattristò fu che io non capii perché il mio moroso non era intervenuto in mia difesa!” “Devo spiegartelo io il perché? – le chiesi allora io – Non lo immagini proprio?” “No, non lo immagino e mi avevi promesso che me l’avresti spiegato…”

E’ molto semplice, sai, Simonetta!” “Dimmi, dimmi… – mi invitò allora lei con una certa insistenza a spiegarle quella stranezza maschile – Dimmi quanto siete porci voi uomini!” “A molti uomini piace esibire la propria donna ad un altro uomo! Anche nuda, naturalmente! E non solo!”

Non solo? – insistette allora lei – Cosa piace a quest’uomo vedere ancora?” “Piace vedere la propria donna fare ad un altro maschio quello che tanto gli piace che lei faccia anche a lui, suo marito!” “Ho capito… – sussurrò Simonetta miagolando – Ho capito! Gli piace guardarla come lei lo fa con un altro! O almeno quelle cosine che piacciono tanto a tutti voi maschiacci! E tu, a tua moglie, gliele hai mai fatte fare queste cose…”

Io sorrisi ma non mi rifiutai di risponderle. “Sì, Simonetta. Qualcosa, talvolta, sì…. – risposi subito senza indugi – Lei ha fatto un po’ di fatica la prima volta! Ma la sto convincendo a farlo di nuovo e… meglio! E mi ha fatto anche certe promesse…”

Simonetta allora si voltò e mi rimostrò la schiena. Si ridistese e poi con lentezza prese il reggiseno e se lo rimise con movenze lente e studiate. Si rigirò e si rialzò allora verso di me e mi elargì un enorme sorriso. Molto più rilassata, allora, con il bel seno ben coperta dal pur minuscolo reggiseno del bikini!

La giovane donna continuò a guardarmi in silenzio. Era tutta rossa in volto. “Sei anche tu allora uno sporcaccione! – aggiunse poi con un filo di voce – Sei come tutti gli altri…” “Io non ho mai estorto nulla a nessuna donna… Ma tu sei una splendida giovane femmina. E potresti essere una modella favolosa…” “Sì, sì… l’ho capito. Ho capito benissimo anche cosa vorresti farmi fare…” “Simonetta! Mi avevi fatto intendere di essere disponibile… Sai bene quale sia la mia professione ed anche, però, la mia serietà… Ma le promesse le hai fatte anche ad un uomo! Ricordi vero?”

Oh, Fabio! Lo so, lo so! Ma io… ma io te l’ho detto! Mi vergogno ed ho anche tante paure!” “Ma Simonetta! Non sei più una bambina! Sei anzi una splendida donna che vuole fare delle nuove esperienze… Mi hai anche confessato che hai tanta voglia, tesoro, di provare nuove emozioni…” “Sì, è vero… Ma certe cose, uffa, te l’ho anche già detto, non le ho mai fatte. Temo di vergognarmi troppo… Di essere imbranata! Non sono una professionista, io! Non lo so se ne sarei capace! E se non fossi all’altezza di quello che tu vorresti io faccia e che ti ho scioccamente promesso?”

Le feci un sorriso rassicurante. “Sarai ancora più bella perché sarà per te la prima volta… La prima volta che lo desideri anche tu! Devi fidarti però di me! Totalmente!” “Ma tu avrai la pazienza? Mi aiuterai? Avrò bisogno di qualcuno che mi insegni a fare certe cose! Ed anche se sicuramente farò qualche capriccio?” “Stai tranquilla, Simonetta! Tutto le donne ne fanno. Soprattutto all’inizio. Poi si lasciano andare… Anche tu avrai qualche momento di comprensibile difficoltà e farai delle bizze. Ma ci sarò io, lì vicino a te! Ma poi, sarai tu la protagonista…”

Simonetta rimase in silenzio e continuò a mostrarmi tutta la sua titubanza. “Andiamo? – le chiesi allora con tono deciso – Io ne ho proprio una gran voglia. Mi sento molto creativo, oggi!” “Oggi? Adesso? – gemette lei con un filo di voce mostrandosi ansiosa e ancor più timorosa – Mi vuoi così? Vuoi farmelo fare proprio oggi? Non potrei farlo un altro giorno?” “No, tesoro! Mi avevi detto che oggi eri libera! Pomeriggio, sera e… notte! Non ricordi?” Lei trasalì. “Uffa! È vero, lo so, lo so… Te l’ho detto io stamattina! Ma te l’ho detto perché ero tanto arrabbiata con quello sciocco di moroso che mi ritrovavo e che avevo appena sganciato!”

“Ci hai ripensato e cambi idea? – la ripresi con tono impaziente – Non ti obbligo…” “No, no e… scusami… L’ho sentito anche prima lui… Piagnucolava… E’ proprio un bambino viziato ed un uomo sciocco!”

“Andiamo, allora? – sbuffai – Va bene?” “Sì, sì… – sibilò quasi sommessamente lei – Andiamo! Ormai… Te l’ho promesso… Dove mi porti?” “Nel mio studio. Lo sai bene!” “Dove hai portato tutte le altre?” “Certo! Come tutte le altre… Come tutte le altre modelle! Ma l’ultima modella è sempre la più bella e la più desiderata!”

Lei mormorò delle parole che non capii. Poi mi invitò ad attenderla all’uscita dello stabilimento balneare. Voleva farsi una doccia calda nello spogliatoio delle donne. “Con tutto l’olio abbronzante che ho addosso ne ho proprio bisogno! – aggiunse – Non potrei proprio indossare così gli short e il resto! Impiegherò non più di dieci minuti… Hai un po’ di pazienza, vero? Ancora un po’, dài…” “Certo! – le risposi subito – Per una modella come te tanta pazienza è dovuta!” “Grazie, Fabio…. Sei buono, gentile e tanto comprensivo…”

Mi trattenni a fatica dal sorridere. Non immaginava Simonetta quanto fosse impaziente invece il mio migliore amico che aveva iniziato a darmi dei notevoli segni di insofferenza. Già prima quando l’avevo vista mezza nuda stesa al sole. Era diventato subito duro ed i miei jeans avevano nascosto a fatica infatti la sua violenta erezione. Il mio uccello aveva intuito che molto presto Simonetta si sarebbe occupata di lui. E vederla così poco coperta con quel costumino microscopico mi aveva ulteriormente acceso. Per non dire dei raccontini che mi aveva fatto… Svelandomi le porcate alle quali era stata costretta dal moroso! 

Inoltre più si era mostrata incerta e timorosa di non essere all’altezza di quello che mentendo mi aveva detto invece di essere e più io mi ero ancor eccitato. Ero insomma curioso di scoprire se fosse tanto brava quanto era indubbiamente bella. E pure desideroso di insegnarle altre cose così nuove per lei! Non vedevo insomma l’ora di vederla per bene. Sì, anche nuda, finalmente. Lei infatti sapeva benissimo cosa volevo da lei. Si era proposta anche lei, stamattina… La sua rassegnazione mostratami arrossendo vistosamente e la domanda retorica di dove l’avrei portata avevano completato l’opera. Sì, lei sapeva benissimo che l’avrei fotografata. Anche nuda, naturalmente. Era da quando per la prima volta l’avevo vista al bar che aspettavo quel momento. Vedere per bene come mamma l’aveva fatta. Molto bene, ne ero certo!

E mentre la attendevo fantasticavo anche sulla sua farfallina bionda. Sarebbe stato poi compito mio farle perdere la testa. E allora mostrarglielo, metterglielo in mano e in bocca. Vedere come avrebbe reagito e quanto sarebbe stata brava e femmina… E riprenderla così, fino alla fine… Non sarebbe stato facile per Simonetta farlo perché sapevo benissimo che sarebbe stata per lei la prima volta! Sapevo benissimo che lei sarebbe stata fastidiosa, irrequieta e forse si sarebbe anche ribellata. No, proprio no! Non le sarebbe proprio piaciuto farsi immortalare mentre le avrei sborrato in faccia. E in bocca! Ma lo farà, lo farà…. Come tutte, come tutte le donne che erano salite da me e che avevano acconsentito di posare nude per me! E non solo! Ed entrare a far parte della mia collezione privata di foto di un certo tipo! Quelle rigorosamente a luci rosse!

Ero avvolto in queste fantasticherie mentre riapparve sorridente all’uscita dello stabilimento balneare. Fece una corsetta verso la mia moto.

Salgo? – mi chiese felice – Lascio qui il mio motorino, vero. Verrò a riprenderlo dopo… Mi piace andare in moto, sai… Ma non correre troppo, eh…”

Salì sulla moto, si mise comoda sul sellino e mi si incollò dietro sulla schiena. Apprezzai il profumo del doposole, mescolato al suo profumo. Sentii distintamente il suo seno appoggiarsi con noncuranza sulla mia schiena. Lo avvertii duro adagiarsi su di me.

Gli shorts lasciavano vedere le belle e lunghissime gambe. Lunghe e abbronzatissime. Si aggrappò a me con le mani sul mio ventre e con le dita lentamente e delicatamente me lo sfiorò sopra la leggerissima maglietta. Appena sopra la cintura… La sentii studiare per qualche secondo i miei addominali scolpiti da anni di palestra. Bloccò la mano per meglio sentirli e il suo spontaneo apprezzamento appena accennato mi divertì e mi esaltò. “Palestrato il signorino! – sussurrò lei divertita – Tanto palestrato…” “Disturba? – chiesi noncurante – Mi preferiresti con il pancione? “Nooooo! – risposse lei prima giuliva e poi infastidita – Non vorrai mica essere come il mio moroso?”

Il percorso pure breve mi sembrò eterno. Scese dalla moto velocemente e si precipitò nel portone del mio stabile. Non voleva che il titolare del bar lì vicino dove lavorava la vedesse mentre saliva da me…. Non ero il suo moroso!

Salimmo le scale lentamente e la presi con naturalezza per mano. Lei non si oppose ed ansi mi sorrise felice. Sì, era proprio felice! Appoggiò il suo capo sulla mia spalla. “Ti seguo, uomo! – sospirò – Non scappo più, sai…. Guidami tu, ora, Fabio… Sono nelle tue mani…” “Tranquilla, bimba!” “Sì, ma tu comportati bene, mi raccomando… Fai piano e promettimi di nuovo che farai tutto con molta calma ed avrai con me tanta, tanta pazienza! Ti ripeto che queste cose non le ho mai fatte! Soprattutto con un vero maschio! Come ho il sospetto che tu lo sia. Indubbiamente! E ti prego… Non pensare io sia una puttanella…”

Le accarezzai i capelli e le diedi un bacio sulla guancia.

Grazie! – rispose subito lei – Sei proprio un vero uomo tu…. Non sei come quello sciocco del mio moroso e come i ragazzini che ho avuto prima di lui… Sai mettere a proprio agio la tua ospite e come… prenderla!”

Girai la chiave nella toppa della serratura e spinsi leggermente la porta. Mi misi dietro a Simonetta affinché entrasse lei per prima. I sensori funzionarono come di dovere. Una soffusa luce illuminò la stanza ed una musica estremamente dolce accolse l’ingresso della donna. Lei entrò sorpresa per tutte quelle particolari accoglienze, in silenzio e con le dita delle mani intrecciate dietro la schiena. Io le strinsi i fianchi con le mani. Poi scivolai con una mano davanti, sul suo ventre piatto. Come per studiarla…

Lei fu subito attratta dalle tante foto che tappezzavano le pareti. In mezzo al vicino salottino troneggiava l’enorme divano in pelle nera. Con la larga chaise long che diventava praticamente un piccolo letto alla francese leggermente rotondeggiante. Davanti due cavalletti sui quali erano fissate una fotocamera e una telecamera. Erano solo due delle tante sofisticate apparecchiature che lei avrebbe scoperto in quello studio così accogliente…

“Com’è carino, qui… – disse subito lei un po’ insospettita – Ed è tutto così accogliente, qui…” “Lo so! – replicai – E’ fondamentale che la donna si senta perfettamente a suo agio. Solo così potrà abbandonarsi e diventare la vera modella che cercavo e che ha accettato di salire fin qui, da me… Nel mio covo! Ma non aver paura di me, Simonetta! Sono solo un uomo!”

Subito le porsi un bicchiere di cristallo pieno di un liquore dolcissimo. Tutte le altre donne lo avevano sempre apprezzato moltissimo. “Ehi! – brontolò invece lei – Mi vuoi ubriacare? Non è necessario, sai… Per farmi fare certe cosine…” “Oh no… – la tranquillizzai ridendo – Voglio solo che tu sia rilassata, spensierata e felice…”

Mi piacque avvicinarle io personalmente il bicchiere alla bocca. Con una leggera pressione la invitai a socchiuderla. Lei ubbidì schiudendo le labbra ed io le feci colare sulla lingua il dolcissimo ma denso e bianchissimo liquore. La feci bere tutto d’un fisto il contenuto del bicchiere. “Piaciuto? – le chiesi subito – E’ un Bayles scozzese un poco rinforzato con un buon brandy inglese. Non ti ha disturbato vero che è leggermente denso… Ma ho aggiunto della cremina all’uovo un po’ scaldata!” “No, no! È vero, Fabio! E’ piuttosto caldo e denso… – mi confermò abbassando lo sguardo ed arrossendo per quello che aveva appena detto – Ma daaaaiiii, Fabio! Uffa! Dicevo che quel liquorino è buonissimo! Ed anche molto forte! Non sono abituata a bere certe cose… Superalcolici, intendevo! E non solo… quelli! – volle pure subito dopo aggiungere per non farmi svolazzare con altre fantasie – Uffa! Tu sei un bel porcellino… Ma cosa mi fai dire! Comportati bene!”

Mi avvicinai alle sue spalle. Le cinsi i fianchi e la baciai sul collo. La sentii subito fremere. Mi divertii quindi a farle un succhiotto. “Ehi! – protestò subito lei – Mi vuoi marchiare? Come lo giustificherei ad un moroso geloso?” Non le risposi e le feci girare il volto verso di me che mi ero allora fatto scivolare al suo fianco. La baciai con forza facendole spalancare la bocca e consegnandomi la sua lingua. Simonetta, anche se colta di sorpresa, non si tirò indietro ed accettò. Baciava bene la ragazzina. Aveva voglia di baciare l’uomo che l’aveva portata lì. Continuò nel giocare con la mia lingua finché fui io a staccarmi. Era rimasta senza fiato. Lei subito abbassò il capo, ma indubbiamente le era piaciuto farsi baciare in quel modo da me! Era la prima volta che mi baciava e le era piaciuto evidentemente moltissimo!

“Baci bene, Simonetta!” “Grazie! – replicò subito lei – Ma adesso? Tu fai sempre così? Inizi in questo modo? Con tutte le altre che salgono qui da te?” “Dipende, dipende da come le donne si comportano all’inizio! Prima di diventare le mie modelle! Tu hai indubbiamente bisogno di alcune cose…” “Cioè?” “Hai bisogno di essere coccolata un po’ e un po’ corteggiata…” “È vero! – replicò lei a bassa voce – E tu lo sai fare bene, mi pare… Anche se mi hai lasciata senza fiato!”

La presi per mano e la feci sedere sul divano. Lei si fece portare senza alcuna resistenza. E non commentò stranamente neppure il clic con il quale feci partire la telecamera. Mi sdraiai vicino a lei e sentii forte il profumo del suo dopo sole che poco prima si era evidentemente spalmato abbondantemente su tutto il suo corpo. Quando vide le due apparecchiature cominciare a muoversi automaticamente timidamente si mostrò per la prima volta molto imbarazzata. “Ma Fabio! Tu mi hai parlato di alcune foto… Anche di un certo tipo, lo so… Ma non di riprese con la telecamera…”

“Dai fermoimmagine ricavati delle riprese si ottengono le foto migliori. Spesso sono le più spontanee che la modella offre! Ma tesoro, non ti sei mai fatta riprendere?” “Oh no! Il mio moroso me l’aveva proposto ma io ho sempre rifiutato. Non mi sono mai fidata di lui!”

“Ma di me invece ti fidi, vero?” “Sì, Fabio! Sono qui perché ho deciso di fidarmi di te. Sì, lo so! Me la sono indubbiamente cercata. Ti ho anche provocato fingendomi esperta in certe cose. In realtà non lo sono affatto, ma tu mi hai detto che avresti avuto molta pazienza con me e che avresti fatto tutto molto piano, un po’ alla volta… Non forzandomi…”

“Stai tranquilla, Simonetta. Ho una certa esperienza, so farlo con molta calma e riesco ad ottenere il massimo dalla donna che è vicina a me! Soprattutto da quelle che come te lo fanno per la prima volta. Sono state tutte molto agitate e naturalmente in difficoltà all’inizio. Sia nel farsi fotografare che nel farsi riprendere in una certa maniera. Ti basti che questa è la stanza dell’amore soft. E così lo saranno sia le foto e le riprese che ti farò qui. Qui ci sono solamente una fotocamera e una telecamera… Di là, nell’altra stanza, le cose cambieranno! Ma con calma, Simonetta… Non preoccuparti, con molta calma… Non agitarti! Vedrai che piacerà anche a te! Ed entrerai felice con me in quella stanza!”

Simonetta non replicò e si lasciò andare sul divano. Io ripresi a baciarla con estrema dolcezza e mi abbandonai a lievi carezze. Lei partecipava e lasciava che la sua bocca fosse invasa dalla mia lingua e riempita dalla mia saliva. Emetteva solamente ogni tanto dei piccoli sospiri di evidente piacere, in particolare quando avvertì le mie mani iniziare ad esplorare il suo corpo. I sospiri si bloccarono quando sentii le mie dita slacciarle i bottoncini della camicetta. “Ma Fabio! – riuscì solo a gemere per un secondo – Cosa fai?”

“Per il momento voglio solo scoprire quanto sarà bella la modella che ho scelto! – la tranquillizzai sorridendo – Adesso tocca a me!” Simonetta iniziò ad arrossire vistosamente ma facilitò con il movimento del suo corpo il mio successivo tentativo di sfilare la sua camicetta. Apparve un piccolo reggiseno bianco trasparente con dei pizzi che volutamente le coprivano le areole. “Bello! – esclamai – Hai buon gusto nello scegliere l’intimo!”. “Grazie. Sono contenta che ti piaccia! Ma è un completino regalatomi dal mio… ex moroso…”

Sotto le due coppe del reggiseno Simonetta nascondeva due seni che iniziai a prevedere semplicemente stupendi.

Avevo deciso di affrettare i tempi. Sempre baciandola con grande ardore le slacciai la cintura degli shorts ed immediatamente dopo aprii la sua cernieretta.

La sentii vacillare e lamentarsi dei clic che a raffica provenivano dalla fotocamera. Ma ciò che maggiormente la turbò fu il ronzio della telecamera. “Ma Fabio! Mi vergogno, così! Mi stai riprendendo mentre mi spogli…” Non le risposi ed anzi senza alcuna esitazione le abbassai gli shorts. Ciò che vidi mi provocò la prima violentissima erezione. “Sei stupenda, Simonetta! Hai un corpo favoloso.”

Per alcuni secondi non riuscii a staccare lo sguardo dal microscopico triangolino in pizzo che le nascondeva il sesso. Notai quel particolare che tanto aveva eccitato la mia fantasia. Sotto lo slip, infatti, si intravedeva il suo pelo biondissimo. “Sì, sì, Fabio, te l’avevo già accennato… – mi sospirò lei notando il mio sguardo sul triangolino trasparente che le copriva ancora il magico ciuffetto – Sono chiara, bionda, lì… Mia mamma è svedese…” “Meravigliosa! – riuscii solo a dire – Sarai una modella fantastica! Anche per questo…” 

Non le diedi il tempo di replicare perché la feci ruotare su un fianco per regalare alla fotocamera ed alla telecamera lo spettacolo del suo culetto appena coperto da un perizoma piccolissimo e pure bianchissimo.

“Soddisfatto? – mi chiese lei serissima – Ho superato l’esame, adesso?” “Indubbiamente sì, Simonetta. A pieni voti. Ma è solamente il primo…” “Capisco! Non ti basta questo, vero? Lo immaginavo…” “E allora datti da fare, Simonetta…”

“Ma uffa! Ma tutto da sola devo fare? – aggiunse allora lei – E mi sento scrutata da quei due aggeggi infernali! Uffa, uffa ed ancora uffa!”

“Oh no! Simonetta non fare i capricci, adesso”. La feci girare su un fianco e con gran mio piacere le slacciai il reggiseno. Lei ammutolì ma se lo fece levare. Poi si ridistese al mio fianco offrendosi alla fotocamera ed alla telecamera. Ma soprattutto a me. Non riuscì però all’inizio a non coprirsi le due rotondissime mammelle con le mani. Ma solo per qualche istante.

“Voglio vedere le tue tette, Simonetta! Ma soprattutto i tuoi capezzolini! Sono piccolini, vero?” “Ma Fabio! Ti prego! Non dirmi queste cose in questa maniera! Mi imbarazzi troppo…”

Io come risposta le presi i polsi e le feci allargare le braccia. “Uffaaaaaa – riuscì solo a dire ancora – Contento così? Ti piacciono tanto le mie tette?” “Moltissimo, Simonetta! Hai due seni semplicemente fantastici e quei due capezzolini così piccoli e rosa…”

Simonetta aveva indubbiamente due bellissime tette. Gonfie, rotonde e ben sode. Era molto giovane, Simonetta ed evidentemente poco usata e sciupata. I capezzolini, così piccoli e di un tenue color rosa, impreziosivano quel seno. “Ma non basta che me le veda tu? Perché tutti quegli scatti e quella ripresa mentre mi fai spalancare le braccia?” “Simonetta, ti confesso che le foto più belle saranno quelle dove si coglieranno le espressioni e le smorfie del tuo volto in certi momenti! Ti devi abituare a quel ronzio ed a quegli scatti, tesoro…” “Lo immagino! Ma sei cattivo, Fabio! Ora sono tanto in difficoltà, io! E te ne sarai già ben accorto! Era proprio quello che volevi, vero? Catturare tutto il mio imbarazzo… Non riesco proprio a nasconderlo, quello!”

“Mi sono solo accorto che sei un po’ eccitata. Quei capezzolini appuntiti ti tradiscono…” “Non è vero! – sbuffò lei sapendo di mentire – E tu, allora! Non lo sei?”

Simonetta aveva abbassato lo sguardo e sbirciato… Aveva così notato il gonfiore che traspariva evidente dalla patta dei miei calzoni. “Certo, Simonetta. Sono anch’io eccitato. E lo sarò sempre di più. Ma tutto a suo tempo, al momento giusto…”

Simonetta abbassò di nuovo lo sguardo e divenne ancora più rossa in volto. “Tu, uomo, ti fai desiderare. Mi pare…” “Te l’ho detto! Quando sarà il momento… Ma adesso levati tu il perizoma!” Lei trasalì. “Adesso? Così? Mi devo levare proprio tutto allora? Devo restare proprio nuda?” “Si, Simonetta! Lo sai benissimo che per me avresti dovuto posare nuda. E non solo! Come le altre…” “Ma io, ma io… Te l’ho detto! Io queste cose non le ho mai fatte. Non so farle… Mi vergogno…” “Mi avevi assicurato che tu saresti stata come le altre. Anzi meglio. Ed infatti io ti farò partecipare sia qui nella camera dell’amore soft che in quella dell’amore a luci rosse. E non tutte ci sono riuscite, sai! Ma tu sarai capace di farlo, ne sono sicuro!”

Subito dopo le accarezzai un seno e le tormentai il capezzolino già ben ritto. E le regalai un altro bacio appassionato che la fece rimanere di nuovo senza fiato ed ansimante per l’indubbio piacere provato. Poi la giovane donna era ammutolita ed aveva capito che non poteva più rifiutarsi e rinnegare quello che aveva promesso.

“Va bene, va bene, Fabio. Ho capito che l’ho combinata proprio grossa! Certe cose non si fanno con gli uomini di una certa età e di un certo tipo. E soprattutto certe cose non si dicono e promettono! Ma io… ma io ero abituata a giocare con i miei coetanei… Ragazzini… Con te è diverso. Me ne sto accorgendo! Eccome!” “Certo, Simonetta, con me sarà molto diverso! Con me non sarai più una ragazzina, ma una donna! Ma soprattutto tanto, tanto femmina!”

Lei emise un altro lunghissimo sospiro e lentamente da sola si sfilò la piccolissima mutandina. Si sentì un po’ umiliata a farlo così. Da sola. Ubbidendo all’uomo che le stava davanti!

“Eccomi… – gemette Simonetta con un filo di voce – Sono qui… Guardami pure! Sono qui e sono nuda, adesso! Solo per te! Così proprio come mi volevi… Sbaglio? Ma quei clic li sento, sai! Ed anche quel ronzio fastidioso di quella maledetta telecamera. E registra anche le mie parole, vero? Sono la prova del mio turbamento e di tutto il mio imbarazzo… Uffa…”.

Con una mano lei si coprì il sesso e poi si girò verso di me cercando un abbraccio di aiuto. Voleva che io abbracciandola la proteggessi da quei due oggetti infernali così invadenti che la scrutavano nella sua intimità. Senza pietà! Le era costato tanto spogliarsi completamente ed essere li sul divano completamente nuda davanti a me. Io mi scostai deludendola e presi la mia macchina fotografica personale.

“Sei proprio bionda bionda! – le dissi serissimo – Anzi biondissima! Non ho mai fotografato una bionda naturale così…. Sei una modella rara e preziosa. Ti tratterò con estrema cura!” “Ma uffaaaaa… Fabio! Non dire così! Mi metti ancor più in imbarazzo. Mi vergogno tantissimo! Sono nuda davanti a te! E non sei il mio uomo… Non ti basta?”

Feci finta di non sentire e scattai una serie infinita di foto. All’inizio lei era molto tesa, impacciata e non si offriva volentieri alla fotocamera. Era troppo agitata! Poi, un po’ alla volta, la convinsi ad abbandonare tutto il suo pudore e mostrarsi meno tesa ed imbarazzata. Un po’ alla volta, lentamente, levò la mano dal suo sesso ed io finalmente riuscii così a immortalare anche in splendidi primi piani il suo pelo biondissimo. Con le gambe inizialmente sempre volutamente tenute ben strette volle sempre proteggere più possibile la vista del suo sesso ed in particolare la parziale visione delle sue grandi labbra. Gonfie e rosse risaltavano tra la folta peluria bionda della sua fantastica fica. Io per il momento non volli insistere e mi rassegnai sapendo che più tardi lei nella camera a luci rosse non si sarebbe più potuta limitare solamente a farsi riprendere nuda. Sarebbe però toccato a me convincerla a fare certe cose e farla così entrare nella mia galleria privata delle foto hard.

La presi quindi per mano e la portai lentamente in mezzo alla stanza. Lei ubbidiente si fece guidare sapendo che era quella la posizione preferita dalla telecamera. Così in quella posizione volli che lei mi baciasse appassionatamente. E vogliosa! Nuda, in punta di piedi e aggrappata a me. Il suo corpo trasudava sensualità e desiderio. Poi appoggiò il suo capo al mio petto e rimase così in attesa. In silenzio. Decisi allora che quella tenera e dolce foto che catturava la giovane donna nuda ed aggrappata al suo maschio sarebbe stata la copertina del servizio fotografico che stavo per creare. Già sapevo quale sarebbe stata invece la foto di chiusura, l’ultima. La più cruda ed hard! Ma lei allora non lo immaginava proprio!

Le cinsi poi un fianco e stringendola a me mi diressi verso la stanza vicina. Io vestito, lei già completamente nuda! “E adesso, Fabio? Mi hai fotografata nuda, completamente nuda, come volevi… Mi vergogno sai… E adesso? Mi porti in quella stanza, vero? – mi sussurrò lei mostrandosi preoccupatissima – Quella che tu chiami a luci rosse?” “Sì, Simonetta! È giunto il momento che ti porti nella stanza dove tutto è già pronto per te… Lo sai bene per cosa! E’ quello che desideravo farti da quando ti ho vista quella mattina al bar! Bella, sorridente ed allegra! E tanto provocante e sicura di te stessa! Avevi turbato tutti i maschietti presenti che ti mangiavano con gli occhi! Avevi anche litigato con il moroso, avevi tanta voglia di mettergli le corna e per la prima volta mi dicesti che volevi tanto provare nuove emozioni. E nonostante la tua giovane età, mentendo ti dichiarasti donna abbastanza spregiudicata e pure esperta! Mi dicesti pure che eri insomma come tutte quelle donne che avevi visto salire nel mio studio fotografico. Non certo per farsi fare delle fototessera, naturalmente! E non ti eri mostrata per questo scandalizzata, anzi! E adesso sei qui, tesoro… Adesso tocca a te!”

“Ma non sapevo anche delle riprese… – aggiunse subito lei sempre più preoccupata ed agitata – Tutte tanto, tanto più scabrose, immagino! Non lo so se anch’io sarei in grado di farmi riprendere così! Loro lo hanno fatto tutte, vero?” “Sì, Simonetta! Tutte… Molte erano sposate e fidanzate. E alcune si offrirono anche alla telecamera per la prima volta! Come farai tu! Talvolta erano all’inizio spesso impacciate ed evidentemente in difficoltà. Ma si aiutarono con la voglia di trasgressione ed emozioni che i loro uomini non erano stati più capaci di offrire loro! Io ero certamente il miglior fotografo che avrebbero potuto trovare ed indubbiamente molto carino… E questo non le ha disturbate, anzi!”

Simonetta rimase in silenzio ed ascoltò. Poi sbottò. “E’ vero! Ti ho provocato io perché ero furiosa con il mio ex moroso. Mi scopava poco e male! Preferiva a me il calcetto e probabilmente persino anche l’autoerotismo. Ero evidentemente diventata per lui una femmina troppo impegnativa ed esigente. Disperata avevo anche smesso di prendere la pillola!”

“Sì, Simonetta, ma adesso andiamo di là! – la interruppi – Non impressionarti per quello che vedrai. Sono sicuro che sarai bravissima a fare tutto quello che ti chiederò. E sappi che dove non arriverà la fotocamera arriverà la telecamera…”

“Ma uffa! Proprio questo non mi piace tanto… Non ti è bastato proprio fotografarmi nuda? – aggiunse lei timidamente – La modella bionda naturale l’hai avuta! Hai fatto tanti scatti alla mia passerina biondissima! Ma ho il sospetto che tu voglia vedermi anche in altre posizioni. In altri momenti e mentre faccio certe cose! E soprattutto riprendermi in quei momenti. Mi proponi un vero filmino a luci rosse, uffa! Ed io l’unica protagonista femminile! Hai fatto così anche con tutte le altre? Ma io, ma io… mi vergogno…”

Varcammo abbracciati e strettissimi la soglia della stanza. Lei vedendo il lettone enorme ammutolì. Ma rimase sbigottita soprattutto da tutte le apparecchiature che subito misi in funzione. Due enormi schermi situati ai piedi del letto e sopra la spalliera erano divisi in due parti. In ogni riquadrato veniva riprodotta ciò che le due telecamere riprendevano contemporaneamente. Erano appese su due cavi rigidi e già in movimento. Una davanti al letto, la seconda sopra la spalliera dello stesso. Con lo zoom automatico stavano già riprendendo l’ingresso di Simonetta nella stanza del peccato.

Lei si vide così ripresa contemporaneamente davanti e dietro. Non abituata ad essere ripresa in quella maniera e vedendosi per la prima volta così completamente nuda si staccò da me e goffamente tentò di coprirsi…. Prima davanti le tette e la fica. Poi, abbandonando le mammelle, volle coprirsi dietro lo splendido culetto. L’automatica zoomata metteva ben in evidenza la sua rotondità e il segno del triangolino bianchissimo del suo culetto provocato dal microscopico slippino del bikini che fino a poco prima aveva indossato al mare. Come le candide striscioline che circondavano le piccole areole rosa provocate dalla presenza del reggiseno mentre lei si crogiolava al sole. Simonetta era invece così ora costretta ad esibire tutto ciò che del suo corpo al mare lei non voleva proprio mostrare agli uomini.

Ma Fabio! – sussurrò con un filo di voce – E’ incredibile tutta questa attrezzatura. Mi vedo ma mi vedi anche tu davanti e dietro, contemporaneamente! Tutta nuda naturalmente. Mi sento indifesa. E mi sembra di essere fotografata praticamente da due fotografi. Tutti e due arrapati e tremendamente curiosi di cercare e trovare anche le intimità più nascoste e segrete mio corpicino!”

Io sorrisi. “Non agitarti per questo, Simonetta! Devi solo sapere che dalle riprese video si ottengono dei fantastici fermoimmagine! E da lì si ricavano altrettanto splendide foto. Più la modella è spontanea, tranquilla e rilassata e migliore sarà la riuscita dello scatto!”

Ma no! Proprio no, Simonetta non era abituata a quelle cose. Già essere nuda davanti a me la turbava e la mandava in tilt. Aveva avuto come morosetti solo dei ragazzetti. Io ero ben diverso, un uomo maturo e lei sapeva benissimo che avevo ben altre esigenze! Pensai che era allora proprio necessario scaldarla un po’ di più. Era molto agitata ed evidentemente in ansia.

“Come va, Simonetta? – le chiesi sottovoce all’orecchio – Sempre nervosa?” “Sì, Fabio. Sono molto nervosa perché non sono abituata a queste cose che tu mi vuoi far fare…” “Mai fatte foto di un certo tipo?” “Nuda, dici?” “Sì, Simonetta, nuda…”

Lei abbassò un po’ il capo e rimase per alcuni istanti in silenzio. Poi mi fece mestamente un cenno di assenso. Decise quindi di raccontarmi una sua piccola avventura vissuta da giovanissima liceale.

“Sì alcuni anni fa… Al liceo… Stavo con un moroso molto carino. Era mio compagno di classe e giovanissimo come me. Lui era proprio bellissimo, il più bello del liceo! Luca aveva l’hobby della fotografia ed io, pure allora molto carina, ero diventata la sua modella preferita. Girava sempre con la fotocamera al collo! Me ne fece tantissime di foto! In tutte le situazioni e luoghi! Ma sempre scatti molto innocenti, senza malizia e lui molto correttamente mi aveva assicurato che solo lui avrebbe apprezzato le foto della sua morosa. E se quella nostra avventura si fosse conclusa mi avrebbe sicuramente consegnato la chiavetta dove custodiva tutte quelle mie fotografie. Me lo disse in particolare quando sollevai qualche dubbio sulla sua esclusiva visione di tutte quelle foto! Del resto amava i miei primi piani, il mio sorriso ed i miei lunghi capelli biondi che incorniciavano il mio mbel visetto!”

Solo una volta al mare poi mi rubò degli scatti. Ma ero sempre in bikini! Anche se come sempre il costumino era di dimensioni microscopiche! Egualmente in quella occasione sbuffai e mi mostrai indispettita! Lui cercò di scusarsi offrendomi un gelato… Mi rabbonì così quella volta… Io in buona fede ed un po’ ingenuamente non gli tenni a lungo il broncio.”

Ma poi una volta, alcuni mesi dopo, mi disse che gli sarebbe proprio piaciuto in futuro farmi anche delle foto un po’ più particolari. Io inizialmente feci finta di non capire, ma poi infastidita mi rifiutai perché avevo già intuito le sue intenzioni sporcaccione. Era il mio moroso, ma pure un bel maschietto che già si era mostrato parecchio audace in certe occasioni!”

“Ma così quella volta sei stata cattivissima, Simonetta! Lui era il tuo moroso…” “Sì, era il mio moroso ed era molto carino e gentile. Molto tempo dopo, fidandomi di lui, ho fatto anche l’amore con lui. Anche se io prima di lui ero ancora vergine ed ero terrorizzata di rimanere ingravidata al primo rapporto sessuale completo! Lui allora ebbe pazienza. Si accontentò a lungo delle solite cosine che fanno due giovano morosi liceali.”

Tante seghe e qualche pompino? – la interruppi subito io sghignazzando – Sbaglio Simonetta?” “Ma Fabio! – rispose un po’ seccata Simonetta – Ero giovanissima, allora… Sì, solo quelle cose sapevo fare! Ero anche vergine! Ma quando giunse il grande momento e gli offrì la mia verginità lui fu molto prudente per non inguaiarmi. Usò il preservativo anche se gli avevo sommessamente confessato che avevo appena avuto le mestruazioni… Lui era stato bravo e dolcissimo. Anche se ben dotato lo fece piano, non mi sbranò e non mi fece male… Anzi fu molto piacevole e… tanto bello!”

E quelle foto? – insistetti io – Simonetta! Sei stata crudele con il ragazzino!” “Ma Fabio! Lui, come ti ho detto, quella volta aveva insistito troppo e mi aveva allarmata nel volermi assolutamente fare quelle foto. Lo avevo visto quella volta troppo su di giri e ben determinato nell’ottenere quegli scatti della sua morosa. Ancora vergine allora! Ciò forse lo intrigava ancor più! Mi promise pure che sarebbero state sicuramente delle foto artistiche e che come sempre le avrebbe viste solo lui! Era il mio moroso, mi voleva bene e mi avrebbe sempre rispettato!”

Come me, Simonetta! – la interruppi di nuovo io per un attimo – Lo sai bene! Solo io apprezzerò le tue immagini. Tutte le tue foto che tu mi vorrai regalare! Con gioia..”

Simometta non rispose, fece una smorfia molto eloquente e mi mostrò la lingua! “Ti convinse alla fine? – insistetti allora ridendo io – Ce la fece, quella volta?” “Oh, Fabio! Luca, il simpatico mascalzone, quasi ci riuscì! Ma allora avevo tentennato e non gli avevo risposto. Lui però interpretò il mio silenzio come un futuro permesso…

Capitò poco tempo dopo. In una gita scolastica, venendo a svegliarmi in camera mia dove dormivo da sola, mi colse di sorpresa. Indossavo uno dei miei intimi da urlo e mi pizzicò così assai poco coperta! Approfittò della situazione e mi scattò velocissimo alcune foto con la solita fotocamera che aveva sempre con sè! Mi aveva già fotografata di sorpresa in bikini in passato… Ma quella mattina nella mia stanza ero praticamente nuda e lo sapevo! Sbuffai un po’ ma lo lasciai fare. Poi lui mi sbalordì chiedendomi se mi fosse piaciuto fotografare lui.” “Lui in slip o nudo? – chiesi allora io interrompendo Simonetta – Aveva preferenze l’ometto?”

“Mi mise in mano la macchina fotografica e senza attendere la mia risposta si spogliò completamente. Rimase proprio nudo! Evidentemente dovevo fotografarlo proprio così! Io lo avevo già visto nudo altre volta…” “Lo facesti, Simonetta?” “Sì, decisi di accontentarlo anche se era la prima volta che io fotografavo un uomo così, mentre si mostrava così completamente nudo! Mi turbai ed innervosii!

Ma era il mio moroso! Ero però anche molto emozionata ed anche impacciata. Anche perché dovetti attendere un’eternità con la fotocamera stretta in mano. Lui voleva naturalmente farsi fotografare con il pene bello duro ed in piena erezione. Io conoscevo benissimo le sue dimensioni indubbiamente notevoli! Ma quella mattina lui non era in gran forma ed il mio nervosismo lo raffreddò ulteriormente!

La situazione probabilmente pur eccitandolo tantissimo lo mandava in confusione. Luca non riusciva a far alzare il suo uccellone e farlo diventare bello duro! Alla fine capii che avrei dovuto io aiutarlo un po’ a farglielo tirare. Solo dopo avrei quindi fargli finalmente quegli scatti che lui tanto desiderava. Io ero già un po’ spogliata e indossavo quell’intimo che lui adorava. Ma non era evidentemente sufficiente per farglielo rizzare come lui voleva e come a lui piaceva sempre tanto mostrarmelo! Vedermi quella mattina in reggiseno e perizoma non gli era bastato, evidentemente!”

Lui con uno sguardo cercò allora di impietosirmi e mi fece capire che aveva bisogno di essere aiutato ancora un po’ di più. Luca era il mio moroso ed io sapevo benissimo di cosa avesse bisogno in quel momento! L’avevo fatto con lui altre volte. Mi aveva insomma già vista nuda come io avevo visto lui! Ma uffa, senza una fotocamera in mano!”

Cosa hai allora fatto, Simonetta?” “Non lo immagini, Fabio? Lui ansimava ed aveva bisogno di me… Iniziai allora ad accarezzargli con l’altra mano prima le palle che sentii stragonfie e poi l’uccello. Ben presto le carezze si trasformarono in una vera e propria sega. Lentissima, come sapevo piacesse a lui… Ma non veniva mai e allora mi supplicò di mostrargli un pochino di più del mio corpo. Sbuffai un po’ e lo invitai a voltarsi un attimo. Non volevo fargli uno spogliarello! Sempre con un mano e contorcendomi parecchio mi levai velocemente lo slip ed ancor più a fatica il reggiseno. Mi coprì subito il sesso con la mano libera e lo autorizzai allora di girarsi e guardarmi. Ero così praticamente nuda davanti a Luca… Per lui sarebbe stato più facile eccitarsi e spruzzare! Ed io avrei dovuto riprenderlo proprio in quei momenti!”

Ero però veramente molto sexy, così… E me lo urlò. Allora lui mi strappò quasi di mano la macchina fotografica e mi scattò subito alcune foto. Ero stata colta di sorpresa! Colta di sorpresa ero rimasta nuda davanti alla fotocamera ed a lui ciò era bastato. Gli si indurì subito per bene il coso! E stava per raggiungere l’orgasmo. Mi supplicò di farmi riprendere mentre lo accarezzavo. Sì, insomma, mentre lo segavo! Così, nuda e davanti a lui! Ubbidii solo perché volevo farlo venire prima possibile! Avevo bisogno di tutte e due le mani, però! Mi piegai in avanti e gli permisi allora anche la visione della mia fica bionda. Mentre lo masturbavo con energia feci ballonzolare le mie belle tette gonfie davanti al suo pene induritosi come raramente lo avevo visto. Luca era proprio eccitato! Ma con fastidio sentii partire un’altra raffica di clic. Il mio moroso mi stava fotografando mentre, questa volta proprio completamente nuda, lo segavo. Impegnatissima, ansimante, piegata davanti a lui e con il mio pelo biondissimo che lui adorava ben in vista e catturabile dall’obiettivo indiscreto dell’aggeggio infernale che lui teneva stretto tra le dita di una mano! Sopportai, socchiusi gli occhi ed aumentai la velocità della sega!”

Come finì, Simonetta?” “Pochi secondi e mi esplose in mano. Mi scansai per non essere investita sul viso dagli spruzzi del suo seme. Ne fece proprio tantissimi! Come mai ne aveva fatti prima! Neanche quando qualche mese dopo mi scopò! Ma quella mattina Luca, con la sua morosa piegata e tutta nuda davanti a lui armato di macchina fotografica, in quel momento ed in quella situazione era proprio tanto, tanto eccitato. E si rivelò pieno, strapieno di sperma! Ed io non sapevo… Non avrei mai immaginato che un maschio eccitato in quella maniera facesse tanto seme in un orgasmo!”

Allora Simonetta, tutto rossa in volto, lo abbassò evidentemente vergognandosi tantissimo per quello che mi aveva appena raccontato. Decisi di rispettare il suo attimo di difficoltà. Dopo qualche minuto mi avvicinai e le sussurrai all’orecchio parole dolcissime e la vidi sorridere di nuovo!

“Ti piacerebbe, Simonetta, fotografarmi tu adesso? Qui…” “Ma Fabio… Il fotografo che viene fotografato? – mi chiese lei ridendo divertita – E magari nudo come me!” “Certo, io non mi vergogno di spogliarmi e mostrartelo” “Non so mica se ne sarei capace, io. Fotografare il maestro! – replicò prontamente lei – Chissà quanto è esigente e perfezionista lui! E chissà cosa combinerebbe l’allieva! E se mi tremasse la mano per l’emozione di vederti nudo?”

Così rispondendo Simonetta mi fece capire che a lei non sarebbe proprio per nulla dispiaciuto in quel momento vedermi nudo e provare a fotografarmi. Mi tolsi allora maglietta e jeans e rimasi con addosso solamente lo slip. La vidi guardarmi con attenzione e poi subentrò la curiosità…

“Il resto lo devi fare però tu, Simonetta – la invitai allora senza esitazioni e con il mio sorriso delle grandi occasioni – Devi tu, se lo vuoi, levarmi quello che resta!” “Ma Fabio! C’è la telecamera, uffa! Non voglio essere ripresa mentre ti levo io le mutande!” “Perché no? Lo vuoi vedere? Sì o no? Mi sembra di capire che tu sei ora molto curiosa e sei impaziente di guardare il mio uccello! Sbaglio?” “Oh Fabio… Che domande mi fai! Sì, sì Fabio… Mi piacerebbe vedere il tuo coso. Finalmente l’uccello di un uomo vero! Più grande di me! Sono molto curiosa ma sai anche che mi vergogno tantissimo a fare certe cose. Non sei il mio moroso, tu! E poi quella telecamera che mi spia… E tu di sicuro mi fotograferesti pure di certo in quel momento… Mentre ti abbasso lo slip!” 

Rimasi in silenzio per qualche secondo e mi sdraiai sul lettone. “Vieni, Simonetta. Vieni qui davanti a me e mettiti tra le mie gambe. Sì, ti voglio proprio davanti a me alla pecorina. Non ti vergognerai mica anche di questo!E guardati nello schermo quanto sei bella e brava nello sfilarmi lo slip. Ti guardo anch’io, sai! Davanti e dietro. Il tuo visetto imbronciato lo cattura la telecamera alle mie spalle e il tuo culetto quella fissata alla parete di fronte a me. Ecco, proprio così… Ed allarga ora un po’ le tue belle e lunghe gambe, Simonetta. Lo zoom fa miracoli, tesoro! Ti sta proprio catturando per bene dietro il tuo fantastico culetto. Mi permette così di vedere anche le tue grandi labbra… Sì, da dietro… Sono appena schiuse ed un po’ già arrossate. Lo sai, Simonetta? Sono gonfie ed anche un po’ umide…” “Ma dàiiiii! Fabio! Uffa! Cosa mi fai mostrare alla tua telecamera… Non voglio! E’ troppo indiscreta! Mi vergogno troppo! Non voglio così! Mi costringi a mostrarmi come se fossi una puttanella. Anzi no! Un’attricetta porno!”

“No, Simonetta, ora sei solamente la mia modella e devi solo ubbidire al fotografo! Levami lo slip e guardami il cazzo. Voglio catturare il tuo sguardo mentre me lo guardi, fissandolo dopo averlo visto e scoperto per la prima volta. E soprattutto mentre me lo contempli ed ammiri. Lo sai, Simonetta, il cazzo di un uomo maturo della mia età è ben diverso di quelli dei ragazzini che hai visto! Spero però che non ti impressioni troppo! La sorpresa dipinta sul tuo volto che non riuscirai a nascondere renderà il primo piano così catturato semplicemente una splendida ulteriore dimostrazione della tua naturale bellezza. E di quanto sia stata giusta la mia scelta di averti anche come modella!

Questa volta Simonetta non replicò più, sorrise ed accettò in silenzio. Rassegnata, diventò ancora più rossa in volto ma lentamente mi sfilò la mia mutandina. La prese poi in mano e la lanciò quasi con stizza verso la telecamera che la stava riprendendo in quegli attimi per me meravigliosi! Sbuffando Simonetta mostrò anche allora la lingua a quell’aggeggio che lei aveva definito infernale. “Oh si, Simonetta, volevo proprio che tu lo facessi così. E adesso guardami l’uccello! Dimmi se ti piace!”

Lei rimase per qualche secondo in silenzio.”Oh si, Fabio! – miagolò poco dopo – È bello e quanto è grande! Con tutte quelle venature in rilievo! Quante battaglie gli hai fatto fare, tu! E chissà quante passerine hai visitato! Se penso a quello del mio ultimo moroso… Il suo era proprio piccolino, sai! Era come quello di un bambino piccolo! E non si rizzava mai…”

La visione del mio uccello piacque proprio tantissimo a Simonetta. La sentii ansimare e con gli occhi socchiusi me lo prese in mano. Anche se io non glielo avevo ancora chiesto! Ma voleva conoscerlo, toccarlo! “Anche adesso sono ripresa, vero? – aggiunse a bassa voce – Anche adesso che ce l’ho tra le mie dita…” “Certo e guardati come lo fai!” La vidi alzare lo sguardo verso l’enorme monitor e spalancare gli occhi.

“Ti piace Simonetta vederti?” “Sììììì… Moltissimo! E tu, Fabio, sei un gran mascalzone! Mi stai facendo impazzire! Non pensavo che mi piacesse farlo così! Farmi riprendere proprio così mentre lo faccio ad un uomo! Sì, mentre sto facendo una sega ad un uomo…” “A me, Simonetta, stai facendo la sega proprio a me!”

“Oh sì! Sei fantastica Simonetta. Sei bravissima a segarmi e ti vedo, da dietro, la fica ora è spalancata e già bella fradicia. Sei proprio eccitata! Tanto eccitata! Stai pulsando! Ti piace tanto segarmi e sapere che sei ripresa! In primo piano, anche…” Lei sbuffò e brontolò. “No! Anzi… Insomma… Sìììì…. Uffa! Maledetta telecamera! – gridò tra i gemiti – Questo no! Non voglio che tu veda anche questo! Mentre mi bagno…” Ma mentiva e sapeva di farlo!

A quel punto le accarezzai le treccine bionde e le feci una prima leggerissima pressione sulla sua nuca. Il mio era un messaggio… Non le dissi nulla ma lei capì subito cosa le stavo chiedendo di fare. Fece finta di nulla. Allora parlai io.

“Adesso ti voglio scopare, Simonetta! Te lo voglio mettere dentro! Tutto! Sei bagnata e pronta a ricevere il mio uccello. Ma, prima, voglio che la bella Simonetta me lo succhi un po’… ” “Lo immaginavo, Fabio! Vuoi che adesso ti faccia anche un bel pompino… Non mi piace, sai, fare però queste cose… Soprattutto se non lo faccio al mio uomo! E tu non lo sei…” “Sì, Simonetta! Mostrami come sai fare un pompino! Come succhi l’uccello di un vero uomo!”

Dissi queste parole e mi passarono davanti agli occhi tante immagini del passato di Simonetta. Sorridente al bar, imbronciata quando alludeva alle visite delle mie clienti, arrabbiata quando parlava del suo moroso e stupenda mentre prendeva il sole coperta solo dal microscopico slip bianco. Ora lei era lì, nuda e stava per farmi un pompino! Anche se era in confusione perché non ero il suo uomo!

Lei alzò gli occhi al cielo e la vidi tutta rossa in volto. Ma subito dopo si abbassò e con la lingua mi riempì prima di piccoli baci il ventre. Con una mano mi accarezzò il petto. Con l’altra si soffermò sulle mie palle che sembrò quasi volesse soppesare. “Come sono grandi… – sussurrò con un filo di voce – Come sono pelose… E come sono piene e pesanti….” Sì, aveva così scoperto che erano piene di sborra. E che sarebbe stata tutta sua!

Con le labbra scese poi un po’ più giù e giocherellò con i peli del mio pube. A ciuffi li catturò e li bagnò con la sua saliva… Le piaceva cercare insieme il mio sguardo e spiare il video guardandosi mentre faceva quelle cose. Ci sapeva proprio fare, Simonetta! “Ti piace, Fabio? Io lo faccio così, prima… Piano, molto piano ed un po’ alla volta… Ma dimmi, Fabio! Sono brava come le altre? Lo faccio come loro?” “Oh sì, tesoro. Sei molto giovane! Ma sei farlo già molto bene! Sei fantastica e tanto, tanto puttanella! Ho tanta voglia, sai…” “Ma uffa! Fabio, non sono una puttanella… Sono solo una donna alla quale hai fatto perdere la testa!”

Io feci un’altra pressione sulla sua nuca. Lei capì che era giunto il momento. Di prenderselo in bocca. Il mio cazzo durissimo fremeva. Lei mi guardò ancora per un attimo. “Ho capito, ho capito… – sospirò lei prima di socchiudere gli occhi – Devo proprio farlo, adesso? Ma va bene… Ora me lo prendo in bocca, uomo!” Mi catturò le palle tra le dita e si preparò spalancando più possibile la bocca. Eccola, Simonetta! Finalmente mise in bocca il mio glande e sentii la sua lingua subito avvolgermelo, bagnandolo tutto con la sua saliva. Simonetta aveva iniziato così il suo pompino! L’avevo tanto desiderato! Ora finalmente lei teneva stretto in bocca il mio cazzo! E la sua bocca si era completamente spalancata, deformata e piena del mio uccello fremente!

Dopo aver bagnato per bene il mio glande lo abbandonò. Era stato troppo grande per lei! Sempre accarezzandomi le palle, gemendo rumorosamente e con la lingua affannosamente mi leccò tutta l’asta del mio cazzo. Voleva bagnarmelo per bene per prenderselo tutto dentro di sé. Voleva scoparmi proprio così, senza soffrire! Il mio glande si era rivelato particolarmente grande. Nel farlo Simonetta miagolava, gemeva di piacere e continuava a fissare con gli occhi socchiusi il video. Gli piaceva proprio guardarsi mentre faceva quella cosa ad un uomo. E parlava, a bassa voce…

“Mi pare che ti piace proprio tanto, Fabio, come te lo faccio… Anche a me, tanto. Sì, sì, mi piace proprio tanto sai leccartelo così e bagnartelo tutto per bene. Anch’io sono tutta bagnata e ti aspetto! Dentro di me… Vuoi? Non mi farai troppo male, così, vero? Ce l’hai così grande… Ma non pensare, ti prego, che io sia una puttana! E tanto tempo che non lo faccio! Così, poi… Non sei il mio uomo, ma ti desidero! Tanto!”

La giovane donna ad ogni mia profonda penetrazione dentro la sua fessurina emetteva un sospiro di piacere accompagnato da un gridolino. Mi piaceva vederla già in estasi. Mi gustavo il suo pelo biondissimo e il movimento del suo bacino e del suo basso ventre che faceva per facilitare ed accompagnare il mio ingresso dentro di lei. Non avevo mai scopato una donna così giovane e biondissima come lei! E come si muoveva per prenderselo tutto dentro la fica! A lei piaceva farlo proprio così! Le piaceva proprio tanto farsi impalare e possedermi! Il maschio sotto di lei! 

Quei cambi di ritmo accompagnati dai suoi gridolini mi facevano impazzire dal piacere. Simonetta sapeva scopare divinamente ma si vedeva che da tanto tempo non lo faceva. Almeno così! Ed aveva tanta voglia! Di una vera scopata! Gemeva, sospirava e continuava con quei urletti di piacere mescolati alla non celata rabbia per la lunga astinenza alla quale era stata costretta.

Con una mano si accarezzava il seno mentre si infilava l’indice dell’altra mano tra le su labbra! Mi cavalcava sempre più forsennatamente quasi con rabbia e le piaceva guardare le espressioni del suo godere nel video che aveva di fronte. Sapeva che lei sarebbe infatti arrivata molto presto al piacere e tutto sarebbe stato visto dalla telecamera! Scoppiò infatti la prima volta ed urlando ebbe il suo primo violentissimo orgasmo. L’aveva tanto atteso! E finalmente era arrivato!

E gridò tutto il suo piacere raggiunto! “Vengooooo! Godoooooooooo! Com’è bello, Fabio! Sei stupendo così e che uccello hai! Mi fai impazzire! Me lo fai sentire tutto dentro! È da tanto che non lo faccio così! Sììììììì! Cosììììììììì! E godoooooo! Godo ancora! Spruzzo! Schizzo! Mi senti Fabio? Mi vergogno un po’… Scusami, ma mi piace troppo! Non riesco a fermarmi! Continua, Fabio, continua… Fammelo sentire ancora! Così! Sììììì! Sono tua! Eccomiiii! Ancora… Schizzoooo! Scusami! Ma mi piace! Tantooooooo! Non riesco a fermarmi……”

Era proprio da tanto che Simonetta non scopava così! Si era sfogata e liberata. Continuò a lungo a farsi penetrare ed ebbe ripetuti orgasmi. Violenti, lunghi. Meravigliosi! Io sentivo la sua fica pulsare! Calda ed immersa nei suoi liquidi del piacere. Il mio cazzo duro nuotava rumorosamente tra le sue labbra spalancate e fradice. Ma soprattutto tutto dentro di lei. Il mio uccello continuava a torturarle la vagina e il suo clitoride. E lo zoom della telecamera immortalava il frenetico saliscendi del suo pube biondo sul mio bastone di carne lucido, pulsante e strapieno di desiderio. Lei continuò a fremere, a scuotersi tutta e quasi a tremare. Perdemmo la cognizione del tempo e lei il numero dei suoi orgasmi. Io a fatica mi ero trattenuto. Non volevo schizzare anch’io perché non sapevo se era protetta, ma soprattutto perché mi ero riservato per il gran finale.

Dopo l’ennesimo violentissimo orgasmo lei si accasciò sul mio petto e me lo baciò ansimando. Voleva mostrarmi tutta la sua gratitudine per tutto il piacere che le avevo regalato. Intanto il video dietro di lei mi permise di continuare a vedere ancora perfettamente ed in primo piano il mio cazzo duro e lucidissimo dentro la sua vagina completamente aperta. Lei era esausta, continuava a sussultare ed a far uscire copiosamente i suoi umori dalla fica ormai infatti completamente spalancata. E gemeva, non fermandosi più nei sussulti!

“Oh Fabio! Mi hai scopata! Come volevi! Ti sono piaciuta? Sono stata brava? – iniziò a chiedermi ansimante – Io sono venuta cento volte grazie a te e al tuo uccellone! – continuò sussurandomi nell’orecchio – Ma tu, tesoro, non sei venuto. Non hai un preservativo? Te lo metto io, se lo vuoi… Lo so fare, sai! Sono stata costretta ad imparare a farlo con quel moroso che avevo. Non sapeva proprio controllarsi lui e mi avrebbe ingravidata sempre, quello sciocco!”

“Io non ingravido le mie modelle e mi piace farlo così. Alla fine, però, tutte le donne che ho reso felici contraccambiano rendendo altrettanto felice il fotografo che c’è in me. Sono sicuro che lo farai anche tu! E tu immagini benissimo come piace a me! E mi supplicherai tu di farlo! Vorrai vedere come Fabio sborra e schizza tutto il mio sperma! Come, dove e quando però lo vorrò io! E sarai tu a dirmi di sì ed a permettermelo! Come lo vorrò io.”

“Certo, Fabio! Lo so bene, sai! Quello che vuoi! – mi rispose subito sorridendo ma un po’ sospirando lei – Mi hai fatto godere come non l’avevo mai fatto. Ora mi vuoi come la tua modella, vero? Lo so! Vuoi farmi anche quelle foto un po’ particolari… E va bene, sono qui! Sono certa che non mi prenderai in giro per le difficoltà che certamente incontrerò. Ma mi devi assicurare anche che tutte le foto che mi farai saranno viste solo da te. Me lo prometti ancora una volta, vero?”

“Certo, Simonetta! Le tue foto faranno parte della mia collezione privata che chiamo a luci rosse. Farò vedere in futuro ad altre modelle solo quegli scatti che tu mi avrai autorizzato a mostrare. Saranno foto molto belle, ma anche molto impegnative ed andranno protette in vari modi.” “”Grazie Fabio e mi voglio fidare di te!”

Era musica per le mie orecchie. Simonetta aveva accettato di essere fotografata come volevo io. E sapeva benissimo che erano degli scatti molto particolari e che forse non sarebbero stati accettati facilmente da una giovane donna come lei. Sapeva benissimo che li avrebbe subiti! E questo mi eccitava ancora di più!

continua

 

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