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Io sono

By 30 Marzo 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Io sono.

Che pazzia, sono le 16:00, ti chiamo, tu sei distante, il desiderio pressante, che fare? Il tempo ci brucia, ogni istante importante, penso al tuo sorriso, guardo nei tuoi occhi, vedo verità, si percepisce nettamente la tua dedizione a me, il mio ego si gonfia, mi trasporta, pochi attimi e son per strada, fuggo da te.
Tu mi aspetti con ansia, sai che bisogna chiudere una porta alle spalle velocemente, senza un saluto, &egrave solo perdita di tempo, cinque minuti immensi ed anni di astinenza, questi sono i nostri tempi, stretti dalla morsa della vita, stretti dagli eventi, stretti dal contorno noioso.
Non riesco a fermarmi, non riesco a rallentare, un fiume in piena, un mare mosso, dentro c’&egrave vita e quanta, &egrave solo l’inizio, tu sai, sono ancora un giovane ragazzo nonostante l’età, &egrave difficile descrivere, difficile trovare parole, gli sguardi sono chiari, ci si intende solo con quelli, allora le parole si omettono, si, fanno solo perdere il tempo.
Ecco la porta, si &egrave appena chiusa, sento l’odore, l’odore di te che mai potrai nascondermi, il rumore assordante dei tuoi pensieri, di ciò che desideri, sei il mio sorriso, sei una stagione che non passa mai, sei il bel tempo che arriva, io ne approfitto, non ti lascio vie di fuga, voglio assaporarti, subito, immediatamente.
Si sente lo scorrere della lampo dei mie pantaloni, ti spingo in terra, faccia al pavimento, alzo la gonna quel che basta, scosto leggermente le mutandine, sono già pronto, apro le natiche, trovo il tuo ano e li mi affondo violento, tu urli, &egrave un dolce dolore, miele e veleno, ecco chi siamo.
Sono in fondo, mi fermo, si sente il pulsare del sangue del muscolo brutalmente allargato, non c’&egrave più rumore, il silenzio ci avvolge, ci cancella, ci porta via, passano i minuti, sono interminabili, noi sempre immobili, ora torniamo a ballare le note della nostra follia, nessuno capisce, nessuno &egrave più capace di sognare, di superare il dolore, di oltrepassare le soglie.
Non ci nascondiamo siamo la vita, la vita &egrave la nostra, non siamo tristi, non sappiamo rinunciare, guardiamo lontano, &egrave solo l’inizio, le mani si cercano con affanno, si stringono, le dita si incrociano, il movimento &egrave lento, si lentamente mi muovo dentro di te, ora ti vedo sorridere, sai che durerò a lungo, sai che ti terrò schiacciata al pavimento per molto, molto tempo.
Valiamo qualcosa, ne siamo convinti, vite intense, sono dense, meravigliose, ci nutriamo di noi, ci diamo aria, il silenzio viene interrotto solo dal movimento dei corpi, non ci sono parole, il desiderio &egrave ancor troppo forte, il respiro sta cambiando, il ritmo degli affondi aumenta, il cuore sta parlando con voce grossa, l’anima in preghiera, ci si lacera, ci si consuma, con la ragione, senza il bisogno di scuse, il tutto avviene sempre naturalmente, non ci sono frizioni in questi ingranaggi.
Continuiamo questa danza, ormai da ore, siamo sfiniti, doloranti, mai domi, senza rimorsi, diciamo il giorno non dura, noi si continua, questa &egrave la cura, la cura per noi, siamo vicini, siamo simili, senza distanze, ci ascoltiamo, ci percorriamo senza paure, ormai non riusciamo più a star soli.
La dipendenza si &egrave creata, si narra l’incanto, si narra l’unione dell’anima, siamo due mari importanti, &egrave arrivato il momento, lo sentiamo salire, &egrave simultaneo, come sempre avviene, il respiro &egrave stanco ed in affanno, immediatamente cambia, diventa fresco e leggero, &egrave commovente, che raccontare agli ignavi, perché io scrivo di ciò che in pochi potranno capire? Forse son folle? Forse &egrave solo per pochi, per chi sente, per chi si ascolta, per chi si vive, per chi si respira.
Tutte le forze son concentrate, &egrave il finale dell’atto sessuale, l’esplosione dei sensi, l’esplosione di noi, ora si geme e si urla, parole dense, parole di fuoco, questa &egrave l’unione delle due metà, ora bruciamo, ci perdiamo nei sensi, non lasciamo il momento, vogliamo che duri, che duri a lungo, lo sforzo &egrave quello, stiamo godendo, siamo più belli, più puri, i corpi smaniano, sono tremanti, la tempesta si scatena dentro di noi.
Silenzio, ora sentiamo di nuovo il rumore dei nostri respiri, son lenti, tranquilli, distesi, le prime parole si mormorano, siamo così, senza neanche un saluto, il tempo &egrave arrivato, ci salutiamo con un semplice ciao, ti aiuto ad alzarti dal pavimento dell’ingresso, son passate quasi due ore, barcollando ti aiuto ad arrivare alla camera, lì scorgo il letto, ti sdraio, mi sdraio, abbiamo massacrato le nostre paure, scorgo le finestre aperte, l’aria &egrave fresca, ti abbraccio forte, rimaniamo in silenzio, si vuole fermare il tempo, non siamo ancora in grado, riusciremo un giorno a fermalo, questa la vera lotta per non rimaner distanti, fermarlo.
Ogni giorno che passo con te penso a darti il sorriso, concedermi interamente, tu mi comprendi, son cinquemila anni che ci frequentiamo, siamo partiti da danze, quelle antiche danze in piazza, allora ero un guerriero in armatura, mi accorsi di te, dietro quell’angolo, ci fu uno sguardo, quello bastò, un’unione che dura da allora, un’unione che diverrà eterna.

Ilcortese.

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