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Racconti di Dominazione

Kaleb

By 14 Dicembre 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

‘Per caso lo vuole dentro, signorina?’
Mugolo guardandolo languidamente. Sono stesa sotto di lui, completamente nuda, con le gambe aperte e lui in ginocchio lì in mezzo. Le sue dita vanno di nuovo a cercare il mio clitoride, scorrono fra le labbra bagnate. Con un dito mi penetra, strappandomi un gemito; con l’altra mano mi stringe un seno, pizzica il capezzolo che diventa turgido all’istante.
‘Allora? Aspetto una risposta!’
Il suo tono &egrave pacato.
Giro il viso di lato, non amo parlarne esplicitamente, ma sono troppo eccitata, ho bisogno di averlo dentro.
‘Si’, rispondo senza guardarlo.
‘Si, cosa?’
‘Lo voglio dentro’
Sorride e punta l’enorme membro sulla mia apertura. Sono bagnata e fremente.
Mi penetra lentamente. Lo sento aprirmi, centimetro dopo centimetro, fino a non poter andare oltre. Mi lascia qualche istante per abituarmi a quella ingombrante presenza, poi inizia a spingere, ad entrare ed uscire dal mio corpo sempre più velocemente, con colpi man mano più violenti. Il suo bacino sbatte contro le mie cosce tenute aperte dalle sue braccia; gemo ad ogni colpo.
Si stacca da me per un istante, solo per farmi capire che vuole che mi giri. Mi sistemo a quattro zampe sul letto e lui mi afferra il bacino. Inarco verso il basso la schiena, il mio culo ben aperto ed esposto al suo sguardo famelico.
‘Aahh!’
Uno schiaffo forte su una natica mi fa sussultare.
‘Ssshhh’
Colpisce lo stesso punto altre due volte con forza. Mi allarga le natiche e di nuovo affonda dentro di me. Mi blocca il bacino con le mani e mi scopa con furia, profondamente, senza concedermi un attimo di tregua. Sento le pareti contrarsi ad ogni suo affondo; i miei gemiti sono così acuti da sembrare urla, e lui si stende su di me, schiacciandomi sul letto e afferrandomi i seni. Le mie gambe sono tenute strette dalle sue, ed ogni sensazione &egrave amplificata in q1uella posizione.
‘Avrai capito che mi piace comandare”, mi sussurra all’orecchio.
‘Si” ansimo
‘Ti dispiace?’
‘Oh no, affatto’ ma la mia risposta si confonde coi gemiti.
Con mio grande disappunto si ferma e si siede appoggiando la schiena alla spalliera del letto.
‘Vieni qui, siediti in braccio!’
Mi siedo sulle sue gambe, dandogli le spalle e facendolo entrare dentro di me; lui mi tiene le gambe aperte con le sue, impedendomi di muovermi. La sua mano scivola fra le mie gambe aperte, trova il clitoride ed inizia a tormentarlo. Piacevoli brividi si irradiano lungo tutto il mio corpo che si contrare attorno al suo membro duro.
Lo sento gemere.
‘Ah! Come ti stringi!’
Ogni suo tocco sul clitoride mi fa dimenare e contrarre e l’essere bloccata con la forza mi fa impazzire. Non sento altro che lui. Ogni rumore, ogni pudore, tutto sparito. Importano solo i suoi gemiti ed il piacere che sta regalandomi con le dita.
‘Ti supplico, non spostarti da lì’ gli sussurro con voce roca.
Mi risponde aumentando l’intensità del tocco e le mie ginocchia iniziano a tremare. Rovescio la testa all’indietro sulla sua spalla, il bacino oscilla incontrollabilmente regalando piacere anche a lui, e finalmente vengo, urlando il suo nome.
Si stende al mio fianco e mi abbraccia. Mi rilasso qualche minuto poggiando la testa sul suo petto, ma lui &egrave ancora duro.
Scivolo giù fino ad arrivare con la testa fra le sue gambe e lascio scorrere la lingua sul membro rigido. Lo bagno e lo afferro con una mano. Prendo in bocca la punta, cerco di farne entrare il più possibile, ma sono costretta a completare il movimento con la mano.
Le sue mani mi bloccano la testa e mi dettano il ritmo. Rilasso la mandibola e aumento la velocità con cui lo faccio affondare nella bocca; le sue gambe tremano e la pressione delle sue dita sulla testa aumenta.
‘Ah Dio! Vengo!’
Lo prendo più a fondo possibile e sento il suo gemito gutturale seguito dagli schizzi caldi che mi riempiono la bocca. Continuo a succhiare fino ad ingoiare ogni singola goccia del suo sperma.
Gli do un bacio a fior di labbra, poggio la testa sul suo petto e le sue mani calde mi accarezzano mentre siamo stretti in quel momento d’estasi.

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