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Racconti di Dominazione

l’ autorimessa

By 13 Ottobre 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

L’ AUTORIMESSA

Ciao a tutti sono la vostra troietta eva.
Una settimana fa mi hanno rimosso la macchina col carro attrezzi, allora sono dovuta andare a riprendermela nel deposito dove l’ hanno portata, solo che ho dovuto attraversare la città e partendo il pomeriggio con i mezzi pubblici sono arrivata che era sera e la rimessa stava per chiudere allora li ho pregati di aspettare, indossavo una gonna corta, gli stivali e i collant color carne.
Sono entrata e l’uomo che stava chiudendo ha le sue preparazioni, mentre io sono andata nel gabbiotto dove c’era il suo collega tutti e due erano degli uomini sulla cinquantina ed erano maleodoranti e brutti uno col pizzetto folto che sembrava una barba e l’alto calvo, ho detto che mi serviva la macchina e lui mi ha risposto che stavano chiudendo e sarei dovuta tornare domani, ma io l’ho scongiurato e gli ho detto che altrimenti sarei dovuta tornare a piedi e abitavo lontano, allora lui sbruffando mi ha accompagnata nel garage e ha iniziato a cercare la mia auto dopo dici minuti di ricerca l’ha trovata e mi ha detto che la spesa totale era di 150 euro, io sono rimasta senza parole, e ho detto che non mi aspettavo questa spesa lui ora ha iniziato a cambiare sguardo si &egrave innervosito, dicendomi che non solo gli avevo fatto perdere mezzora ma adesso non avevo neppure i soldi per pagare, io cercai di giustificarmi ma lui non volle sentire ragione, dopo una cazziata immane si avvicinò e mi disse
-forse la possiamo risolvere lo stesso la questione.-
– e come?- ho risposto.
Lui mi ha detto:
-una bella ragazza come te può pagare in tanti modi, qua oltre alle carte di credito accettiamo anche le belle fige e la tua deve essere stupenda-
E inizia a salire una mano tra le cosce, io allora ho stretto le gambe e gli ho detto:
– che mi hai perso per una puttana?-
Lui ha chiamato il collega e gli ha chiesto:
-a’ti sembra una puttana questa?-
E il collega avvicinandosi disse:
– no mi sembra una cagna in calore perché?
– le ho detto che se non ha i soldi per pagare accettiamo pure il suo corpo
– certo buttasella accettiamo sia figa che culetto
E ha cercato di tastarmi le tette, io allora gli ho bloccato la mano e l’amico che ancora aveva la mano fra le mi cosce chiuse disse:
– &egrave inutile che fai la difficile tanto ti conviene non hai una lira cosi scontiamo e ti prendi la macchina troia vedi che poi ti piace, non hai scelta.
Io allora mi rei conto di non avere veramente scelta e allenti la morsa delle gambe e mollai la presa con la mano, ad un tratto non ho fatto in tempo ad accorgermene che quello calvo mi tastò in modo forte una tetta mentre l’altro infilò la mano fino alle mutandine, poi incurante di farmi male con una manata acchiappò i colant all’altezza della fica e li ha strappati e poi si &egrave fatto spazio tra le mutandine infilandomi due dita io ero già bagnata e lui ha detto al suo amico:
-a’senti sta puttana &egrave un lago
Allora l’amico ha infilato due dita e ha detto:
-troia e facevi la difficile ora ci paghi pure lo straordinario
Senza perdere tempo mi hanno sdraiata a terra e mi hanno tolta gli stivali e i vestiti e i colant in brandelli, poi mi ha strappato le mutandine mi ha detto:
-queste sono mie
Mi ha allargato le gambe quello col pizzetto e ha iniziato a leccarmi la fica mi apriva le labbra con le mani e leccava dentro pure, io non capivo più nulla e mi lasciavo fare tutto ansimavo come una cagnetta e l’altro mi infilava il suo cazzo in bocca, poi quello col pizzetto disse all’amico:
– guarda che gli faccio adesso
E mi si &egrave strusciatosi clitoride col pizzetto grattandomi, in quel momento ho sentito un fastidio tale che ho cercato di chiudere le gambe perché parlare non potevo e lui con un ceffone sulla coscia mi ha detto:
– zitta troia che ti piace sei solo una cessa, una puttana cagna di merda e adesso ti piscio pure in bocca se parli, poi mi ha leccata la coscia e di colpo mi ha morso, io a quel punto sono saltata in aria e lui con un altro ceffone mi ha fatto tornare giù ormai stavo piangendo quando a un tratto mi ha penetrata aveva un cazzo grosso ma non lungo mi sentivo allargare colavo come una puttana e loro si divertivano insultandomi in tutti i modi mi chiamavano troia, puttana scrofa e io la impotente ma mi piaceva.
Dopo dieci minuti i sono dati il cambio e l’amico ha iniziato a fottermi con più foga, poi si &egrave chinato su di me e mi ha sputata in faccia, dopo un altro pò, mi hanno detto di alzarmi e mi hanno messa a 90 sul cofano della mia macchina e uno mi teneva la gamba sollevata e mi leccava il piede mentre quello col pizzo mi ha schiacciata sul cofano e mi ha infilato il cazzo nel culetto io ho lanciato un urlo perché l’ha fatto a secco, ma lui mi ha presa dai capelli e mentre cercava di entrare mi ha schiaffeggiata con forza sulle natiche gridandomi che ero una troia mentre l’alto mi pizzicava i capezzoli, &egrave durato 15 minuti e poi mi ha sborrato in culo gridandomi:
– ah si scrofa ti sborro nel culo ti faccio il clistere troia puttana di merda mi ha infilato tre dita nella fica io urlavo più di lui ma nello stesso tempo stavo colando fino alle ginocchia, poi &egrave uscito da me ed &egrave venuto davanti e rivolgendosi prima all’amico e poi a me ha detto:
– vai a’che adesso &egrave bella larga e lubrificata la maiala tu adesso puliscimi il cazzo dalla tua merda
E mi ha infilato il cazzo in bocca che ho duvuto leccare e pulire per bene, metre di colpo, l’amico mi &egrave uscito dal culo e mi ha inginocchiata a terra e mi ha sborrato in faccia, dopo mi ha detto di pulirglielo, mi hanno rialzata e poggiata di nuovo alla macchina io ero completamente disfatta e stanca e loro mi hanno allargato le gambe e poi mi hanno infilato la chiave della macchina nella fica e dopo un bel ceffone sul sedere che mi ha fatta urlare dal dolore mi hanno detto:
– hai visto che hai pagato puttana adesso vatti a lavare che puzzi troia.

P.s. per commenti porci di qualsiasi genere non fatevi scrupoli ad offendermi la mia mail &egrave eva1980.e@libero.it trattatemi da porca come mi merito

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