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Racconti di Dominazione

La bella badante

By 1 Ottobre 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Ultraquarantenne, felicemente divorziato, vivo da solo in un piccolo ma a mio avviso bellissimo appartamentino all’ultimo piano di una palazzina del centro della mia città.
Soleggiatissimo si affaccia su un terrazzone a vasca che ho adeguatamente arredato con tanto di comodissimo lettino-sdraio e doccia. L’appartamento, nella sua composizione e nel suo arredamento, fa ben intendere immediatamente a chi ci mette piede quale sia il modo di vivere dell’uomo che ci vive. Un piccolo soggiorno-salotto con annesso un angolo dove raramente cucino, una grande camera da letto che non descrivo per’ timidezza e un grande bagno dove non manca nulla, compresi la vasca idro ed un enorme box-doccia con bagno turco. Per due, naturalmente. In un angolo, da me battezzato il fitness-corner, un tapie roulant per mettersi in forma e un lettino abbronzante per curare, d’inverno, l’abbronzatura integrale che d’estate amo prendere sul terrazzo a vasca che mi protegge da sguardi indiscreti. Solo quelli maschili, naturalmente! Ben vengano quelli femminili. Per vedermi è infatti necessario sbirciare, spiare, e se una donna lo fa significa che ha voglia di vedere’ Quindi, si accomodi!
Per fortuna, grazie alle mie possibilità economiche, mi posso permettere quella che si definisce una bella vita, senza però inutili esagerazioni. E una vita non è bella se non è allietata da una adeguata presenza femminile’ E, questa, non mi manca. Dove non arriva l’ardore giovanile, arriva il fascino del quarantenne, dicono la mia simpatia e, alla fine, anche il denaro. Sono abituato a prendermi quello che voglio e a darmi senza distinzioni di nessun genere. Basta che mi piaccia.
Questo perfetto equilibrio che mi ero costruito quasi due anni fa era stato turbato da un problema. La donna che curava le pulizie del mio piccolo appartamento se ne era andata. Da parecchio tempo mi era apparsa svogliata. Ma poiché era al mio servizio da parecchio tempo, avevo pazientato, anche su qualche piccola sparizione’ Ma lei mi aveva chiesto al contrario un sostanzioso aumento, immotivato sia per il suo comportamento che per la dimensioni dell’appartamento. Avrei potuto concederglielo ma, non era neppure bella’
Ed eccomi allora a scrivere l’inserzione sul giornale. ‘Cercasi collaboratrice domestica, urgentemente, per piccolo appartamento centrale’. E avevo aggiunto d’istinto ‘per uomo solo’. Me ne resi conto dopo come quelle tre parole avrebbero potuto essere interpretate nei modi più diversi.
Agli appuntamenti si presentarono donne di tutti i tipi. La maggioranza straniere. Una, a dire il vero non molto graziosa, mi chiese addirittura se doveva fare solo le pulizie. O se ne necessitavo di una badante vera e propria. Insomma se mi doveva lavare e fare’ tutto il resto. Lei era disponibilissima. Mi colse impreparato. ‘No grazie’ le risposi fingendo imbarazzo. ‘Capisco, ma se ti serve una mano’ volentieri” Evidentemente non era una vera badante, ma il termine mi rimase in mente.
Dopo di lei ne incontrai almeno una mezza dozzina. E per diversi motivi ero rimasto senza una collaboratrice domestica. Finché arrivò Milena. Per telefono avevo capito dal suo stentato italiano che anche lei era straniera. E che era piuttosto giovane. Avevo intuito giusto. ‘Ciao’ Io Milena’ mi fa, restando immobile sull’uscio di casa. ‘Ed io Giovanni’ le rispondo con un sorriso invitandola a entrare. Non posso non bloccarmi a fissarla. Anche lei mi guarda ed è visibilmente molto imbarazzata. E’ piuttosto giovane, ma già abbondantemente donna.
‘Ciao, sono Milena – mi ripete fissando il lettone che si intravede nella vicina camera da letto – . Non essere italiana, come tu capire. Venticinque anni. Prima volta in Italia. Sono sola. Mio marito Igor ‘ aggiunge subito ‘ a Vilnius, Lituana’. Abbassa ulteriormente gli occhi e rimane in silenzio. La guardo. E penso. E lui ti manda da sola! Un fiorellino. E’ estremamente carina. Carnagione chiarissima, con i lunghissima capelli biondi raccolti dietro da un improponibile fermacapelli rosa. E’ piccolina. Nasino piccolo piccolo, un po’ all’insù. Noto due occhi azzurri azzurri, e un corpicino mortificato da un paio di calzoni non proprio attillati e da un maglioncino pure rosa che nasconde tutto, ma proprio tutto. Un tutto che deve essere assai grazioso. ‘Hai già fatto qualche esperienza di questo lavoro’ le chiedo. ‘Sì ‘ mi risponde precipitosamente ‘ . In grande albergo in mia città. Poi chiuso tutto. Igor lavora invece in cucina in altro hotel. Io allora provare in Italia con mia amica. Mia amica fare, in questa città, come dire’ badante, sì badante. Anzi, no, non fare solo badante. Badante, altre cose e’ massaggi. Lui molto vecchio, però” E si blocca. Solleva il viso e mi scruta. ‘Ma tu non vecchio’ No servire badante’ mi fa quasi per tranquillizzarsi. Chissà cosa le ha raccontato l’amica. Vuole farmi parlare, per capire. E dai, con questa badante, penso io. Sono proprio di moda’ Sulla bellissima bocca, piuttosto piccolina, sulle sottilissime labbra non manca il rossetto rosa che prima mi era sfuggito. Ahi, piccolo corto circuito. Sento il mio cazzo imbarazzarsi. Voglio indagare sulla piccola Milena e le chiedo: ‘Ma tu, oltre alle pulizie, sei disponibile anche a fare eventualmente la badante e, se necessario’ anche altro?’ Non riesce a nascondere un violentissimo rossore. E’ evidente che il quarantenne italiano l’ha turbata. Forse ha la passerina in subbuglio. L’amica badante-massaggiatrice però ha parlato e deve averle raccontato certe cose… E’ evidente. ‘Io fare pulizie, mai fatto badante ‘ e altre cose che Irina ha raccontato me fare a uomo dove fare servizi’. Si ferma, abbassa il viso. Il mio silenzio la costringe a continuare. ‘Io, qualche cosa sapere anche fare. Essere sposata in Lituania… Con mio Igor’ Ma Igor non volere’ Lui dire a me di stare attenta in Italia. Uomini promettere lavoro, se tu fare cose che loro volere ‘ Poi, invece, niente! Io volere però lavoro’ O tu preferire io chiamare Irina’ Per te, maschio”
Ha però intuito, dal mio sguardo, che è lei che mi piace. Ma non vuole impegnarsi, né sbilanciarsi. E io voglio che parli, che dica qualcosa di più. Rimango quindi in silenzio. Lei lo capisce e va ancor più in confusione. ‘Ma tu non vecchio, vero? Sicuro avere bisogno di badante?’ ‘Dipende” faccio io. ‘Dipendere? ‘ mi incalza ‘ Dipendere da cosa? Tu allora forse prendere me? Ma non solo badante, forse? Io fare bene pulizie’ Badante non lo so’ Forse sì. Ma tu giovane. Forse non servire anche badante, vero? Ma se tu assumere me, forse io essere ancora più brava in’ pulizie. O, come tu volere’ Forse’ Io non sapere’ Tu capire? Ora non poter dire’ Io vergogna’ Io essere giovane femmina’ Tu maschio. Ma io sposata’ con Igor’.
Decido di non tormentarla più. ‘Va bene così. Sei assunta. Quando vuoi cominciare?’ Milena non risponde. Sorride e fa un saltino. Poi mi si avvicina, si mette in punta di piedi e mi molla un bacino sulla guancia. Sento per la prima volta, per un istante, il suo profumo. Si allontana subito, forse vergognandosi per la confidenza concessami. Poi abbassa lo sguardo e accenna a un sorriso, per lo meno malizioso. ‘Se tu comportare bene con me, tu non pentire. Io donna e capire tante cose’ E Igor tanto lontano’ E io essere’ triste, qualche volta!’
Passarono i mesi. Il problema della collaboratrice domestica era stato risolto felicemente. Milena era indubbiamente brava. Aveva capito alla perfezione quale fosse il suo ruolo, almeno in quel momento. Era stata sempre molto discreta. Si era imbattuta, qualche volta, anche con delle mie ospiti. Non sempre queste erano in condizioni, diciamo, molto’ presentabili. Tentò sempre di non mostrare imbarazzo. Talvolta fui io ad essere sorpreso’ Sotto la doccia, nel bagno turco e una volta, addirittura, sotto la lampada abbronzante. Per puro caso non mi aveva mai visto il cazzo ma, l’avevo ormai capito, se fosse capitato, non sarebbe certo svenuta! Mi aveva infatti sempre elargito dei grandi sorrisi e aveva anzi pensato bene, in quelle occasioni, di soffermarsi sempre a lungo nel bagno per le puntigliose pulizie.
Da parte sua, ben accorgendosi di provocarmi, mi aveva offerto, un po’ alla volta, abbigliamenti sempre più succinti. Aveva voluto mettermi alla prova e aveva studiato le mie reazioni. ‘E’ per comodità, e poi fa tanto caldo” mi disse un giorno che veramente faceva un caldo torrido. Aveva pensato di risolvere il problema’ non vestendosi. Una canottierina bianca, semitrasparente e spalancata davanti e dietro, e uno short pure bianchissimo, corto e ultrasparente. Un minislippino rosa, ben visibile, era l’unico indumento indossato sotto. Era praticamente nuda. Era la prima volta che la vedevo così. Le tettine erano piccoline ma, per quel che riuscivo a intravvedere, erano rotondissime e, a fatica, erano coperte dalla canottierina. I capezzoli, appuntiti, spingevano sul sottilissimo tessuto bianco. Il bianco candido delle tettine non abbronzate mi provocarono una violentissima erezione. Lei mi sbirciò, se ne accorse e goffamente cercò di tirare in sù la generosa scollatura. Inutilmente. ‘Milena!” fui solo capace di dire. Il suo sguardo tradiva indubbiamente compiacimento ma anche sorpresa e un po’ di finta preoccupazione per il mio turbamento. E aveva intuito giusto.
Fu quel giorno infatti che decisi. Avrei iniziato a tormentarla e, con calma, avrei provato a provocarla. Era troppo bella. Volevo quanto prima vederla nuda e, soprattutto, volevo scoprire se fosse brava. Volevo, insomma, farmi fare tutto e, alla fine, sborrarle in mano e in bocca. Lei mi aveva fatto intendere che sapeva che prima o poi si sarebbe dovuta occupare del maschietto padrone di casa. E forse, chissà, lo voleva anche lei. Anche se non poteva prevedere quali fossero esattamente i miei desideri. Me ne diede un’altra prova alcuni giorni dopo.
Finalmente Barbara, la mia collega, aveva deciso di concedersi. O meglio di pagare una scommessa persa sul lavoro. E la posta era uno splendido pompino a casa mia, nel mio letto. Ma soprattutto, con suo gran dispetto, libero schizzo in bocca e viso. ‘A pochi uomini glielo ho concesso’ Cerca di controllarti almeno un po”’ mi disse la sera prima a cena prima di salire a casa mia.
E la mattina dopo, come sempre, Milena era entrata in casa per le solite pulizie. ‘Chi è ‘ mi chiese Barbara sentendo qualcuno armeggiare nella serratura della porta d’ingresso – . Aspetti qualcuno?’ ‘Stai tranquilla, è Milena, la mia colf. Non ci disturberà. E’ molto discreta. E la porta della camera è anche socchiusa” E spinsi per l’ennesima volta il cazzo nella sua bocca. Era da più di un’ora, da quando si era svegliata che non le davo tregua. Lei lo accettò senza fiatare e felice, forse anche perché eccitata dalla presenza di un’altra donna in casa. Socchiuse gli occhi e iniziò a succhiare avidamente. Sapeva i termini della penitenza cui doveva sottostare per la scommessa persa. Il tutto era molto bello, ma lo divenne ancor di più per me quando notai Milena sbirciare da dietro la porta della camera da letto rimasta socchiusa. Ma evidentemente non lo era troppo. E Milena, gli occhi, li aveva ben spalancati. Evidentemente le piaceva vedere il lavoro di bocca di Barbara. Ma ancor più il mio cazzo che ritmicamente entrava ed usciva dalle labbra della donna. Quando Barbara iniziò a tormentarmi il frenulo con la punta irrigidita della lingua scoppiai e le riversai, come d’accordo, tutto lo sperma sul volto. In quel momento, mentre godevo come un cavallo e facevo uscire una quantità enorme di caldissima e bianchissima sborra, vidi Milena girarsi di scatto, come se non volesse vedere. Non le piaceva evidentemente vedere la sborrata. Non ci feci tanto caso, allora. L’avrei fatto in futuro, sicuramente.
Sono le otto. Sono ancora a letto. Nudo come sempre. Sono ancora stanco. Le gambe irrigidite dalla fatica della partita di calcetto della sera prima. E poi, per finire, quella stronzetta, dopo la cena. Amica di un mio compagno di squadra, sola, con il marito via per lavoro. E lei aveva pensato a una serata in pizzeria in compagnia di tanti bei ragazzi. Tutti con le morose. Io no, però. Ero solo. ‘Solo carezze’ ‘ mi dice scortandomi alla mia macchina dopo avermi chiesto di accompagnarla a casa – . Si dice così, no? Non chiedermi troppo, insomma.. Sono una donna sposata. Ti va?’ ‘Certo ‘ le dico ‘ solo carezze, quelle che tu sai fare sicuramente in maniera divina’. Venti minuti, dopo, nel parco vicino alla sua casa, era distesa, comodissima, lungo il sedile della mia macchina. Era nuda. Senza opporre alcuna resistenza si era fatto sfilare anche il perizoma di pizzo. E lei sì, così, si era fatta sgrillettare a sazietà e mi era venuta almeno due volte in mano. E una volta, addirittura, aveva voluto spruzzarmi tutto sul viso e naturalmente in bocca. Solo allora mi ero disteso e, tranquillo, glielo aveva messo in mano. E lei, rialzandosi leggermente, magnificamente, aveva iniziato a farmi una splendida sega. Stavo per sborrare. E pensando di gratificarla, l’avevo avvisata. E avevo iniziato ad accarezzarle la nuca e, dolcemente, le avevo fatto abbassare il bel visino vicinissimo alla mia cappella ormai viola e già umida. Lei aveva capito che toccava a me, allora, sborrare. E soprattutto che volevo schizzarle in bocca. E lei: ‘No, tesoro, non posso fare ciò a mio marito. Non posso oggi farmi anche sborrare in bocca da un altro uomo. Se ti fossero bastate le mie carezze e la mia mano’ Ma anche il tuo sperma in bocca, no’Scusami. Oggi no. Finisciti da solo” Si riveste velocemente e se va. E mi lascia con il cazzo e i coglioni pieni. Dolorante. Vado a casa. Mi addormento, a fatica. Troppo stanco anche per masturbarmi. E adesso’ eccomi qui, come mi ha lasciato lei. Tutto ingolfato.
Sento armeggiare nella toppa della porta. Analizzo subito. E’ Milena. E in un secondo decido. Oggi si inizia. Ecco chi finirà il lavoro iniziato stanotte da quella stronzetta di Emanuela. Fingo di dormire. ‘Oh, me scusare. Pensavo tu non essere in casa’. E rimane lì, impalata. Mi guarda. Sono indubbiamente nudo. Il suo sguardo viene attratto dal mio cazzo. E la prima volta che lei – e siamo soli nella mia camera da letto ‘ vede il mio uccello. Ed è in piena erezione. La cappella è viola. Resta ammutolita, per qualche secondo, come paralizzata dalla vista del mio sesso. Poi si gira di scatto il viso e così voltata si avvicina e mi copre pudicamente con il lenzuolo. ‘Me scusare. Non sapere’ Non sapere” E scappa fuori dalla camera da letto. Sa ovviamente di aver combinato un guaio. ‘Dai, Milena! ‘ la incalzo – . Non mi sembra che vedermi nudo ti sia dispiaciuto poi tanto’ E poi non è la prima volta, mi pare’- dico fingendo di non ricordare che proprio così, nudo, non mi aveva mai visto. Lei, in cucina, non risponde. Si sente probabilmente come una preda ormai in trappola. ‘Dai Milena’ vieni qui’ aggiungo quasi sospirando. ‘Perché? ‘ mi chiede con voce affannata ‘ Io fare pulizie cucina, adesso. Camera da letto, dopo’ ‘ mi dice cercando di scappare – . E poi tu così’ Grande, grosso grosso. Io mai vedere così’ Uomo nudo’ e così” risponde questa volta quasi piagnucolosa. ‘Ma dai che l’altra settimana non è ti è dispiaciuto per nulla sbirciare e vedere la mia Barbara mentre mi lavorava’ Compreso il gran finale!’ ‘Io non essere la tua amica! E poi io non vedere tutto! Non volere perché non piacere! E io non fare quelle cose’ Neppure con mio uomo Igor. E poi io , alla fine, girare per non vedere te’ E con Igor a me piacere al buio. Io solo sentire e non voler vedere. E lui fare la sua cosa fuori. Lontano da me. Lui non volere preservativo e io non volere essere riempita suo seme’.
Le sue parole mi eccitano ancora di più. ‘Milena, vieni qui. Ho bisogno di un massaggio. Per iniziare.’ Il mio è un ordine. Lo capisce perfettamente. Mi giro supinamente sul grande lettone per non turbarla troppo, da subito. So che verrà. Sento che riordina ancora in cucina. ‘Milena’ ‘ la chiamo e socchiudo gli occhi – . Ti sto aspettando’. Passano alcuni istanti. ‘Allora?.. ‘ chiedo non sentendo più nessun rumore provenire dalla cucina ‘ Vieni?’ ‘Io qui. E che massaggio dover io fare?’ Silenziosamente, la donna si era affacciata alla camera da letto. Lo dice con un finto tono da rassegnata. Non è dispiaciuta. Sapeva che quel momento doveva arrivare. E, dopo aver appoggiato un piccolissimo asciugamano sul mio culo, aggiunge con un po’ d’ansia: ‘No io nuda, vero? Irina sempre nuda quando massaggiare uomo vecchio padrone di casa’. ‘No, questa volta no ‘ le dico con un sorriso malizioso che lei ben intende – . Sei bella e segui il tuo istinto. Con le mani, con le dita’ Buon lavoro e, soprattutto, buon divertimento’ ‘Mmm ‘ fa lei – . Io non avere mai fatto questo’ Io provare’ – sussurra Milena – . Io non avere mai toccato uomo nudo. Solo Igor’ Tu aiutare me? Io vergognare” E inizia una lentissima carezza sul collo, sulle spalle, sulla schiena, sulle braccia. Poi scende. Passa alle gambe, ai piedi e poi, alla fine, le manca solo il culo. Si ferma. ‘Levare anche asciugamano piccolo?’ ‘ mi chiede sussurrando e sento che la cosa non le dispiacerà. ‘Certo, altrimenti che massaggio è!’ E la sento sospirare forte. Ed io, mentre lei lentamente fa scivolare a terra l’asciugamanino divarico leggermente le gambe. Non può non vedere i coglioni. Sono gonfi. La sento ansimare. ‘Ti piace, vero? – le chiedo ‘ E’ sempre bello accarezzare un uomo nudo” ‘Sì – confessa lei – . Ma grande vergogna.’ E continua a palpeggiare. Con le dita esplora l’interno della coscia. Poi sembra quasi divertirsi con i muscoli duri duri, ‘Tu essere molto muscoloso”, commenta. Poi ritorna sui dorsali. E sui fianchi. ‘Basta così?’, mi chiede. Rido e senza risponderle mi giro. Milena vede subito il risultato del suo massaggio. Il cazzo è in piena erezione ed urla.
Lei è imbarazzatissima. Spera ancora in un massaggio di un certo tipo. E cerca di tranquillizzarmi accarezzandomi sul petto. Ma non è un massaggio. Lei non lo sa ma è dolcissima e bravissima. Mi sta masturbando il cervello. Con le dita, leggerissime, mi sfiora i capezzoli e gioca con i peli. Lei è piccolina. E’ costretta quasi a salire anche lei sul letto per riuscire ad accarezzarmi tutto. Con una mano si raccoglie i capelli dietro la nuca, con l’altra scende lentamente verso il mio addome. Ecco ci arriva. Per far questo ha avvicinato quasi la sua bocca alla mia. Poi si ritrae. Si solleva. E con tutte e due le mani continua il languido massaggio del mio ventre. Ben guardandosi dallo sfiorare la cappella del cazzo che è appoggiato sul pube.
E poi, di scatto, scende giù. Sfiora le cosce e gioca con i peli che abbondano all’interno delle stesse. Poi scende, i polpacci, i piedi’
‘Essere stata brava, vero? ‘ chiede, sapendo di non ricevere risposte -. Adesso andare a preparare un buon tè. Rilassante’ Tu bere ed io finire pulizie”. ‘Milena!’ dico soltanto. Ma il tono è tale che la giovane donna capisce tutto, subito. ‘Giovanni! Tu volere io adesso andare avanti, vero? Io pregare te! Cosa volere ancora? Io fare tanto. Cose mai fare prima. Solo a Igor’ Tu non mio marito! E tu, Giovanni, cosa volere ancora io fare a te?’ ‘Milena ‘ sommessamente la interrompo – . Guarda il mio cazzo. Sei tu che l’hai ridotto così. Tu sei una grande femmina. E adesso sono sicuro che sai benissimo cosa fare. Penso anche che ti piacerà”
E Milena, costretta, lo guarda. Il cazzo è in piena erezione e la cappella è viola. Milena spalanca gli occhi e solleva le mani al cielo. ‘Cosa dover fare io adesso? Tu così’ Tu non stare bene! Proprio no! Io vedere’ Lui grande, grande. E grosso. Ma io non sapere cosa fare per aiutare’ Anzi no, io sapere bene’ Tu dover buttarla fuori’ Fare tanta, tanta” Tanta cosa? ‘ la interrompo e le chiedo per imbarazzarla ancora di più – . Dillo, Milena, dillo. Mi piace sentirtelo dire. Sono sicuro che sai benissimo come si chiama” ‘Sì. Io sapere come chiamare quella cosa che voi maschi fate’ Ma per me vergogna dire parola…’ ‘Dai Milena! ‘ le dico abbassando il tono della voce e accarezzandola sui lunghi capelli biondi tutti arruffati – . Puoi dirlo. Ti sento e vedo solo io, solo io” Lei mi fa un piccolo sorriso. Sembra rilassarsi. ‘Capire quello che tu volere’ Io dovere fare e parlare con te come te piacere’ Va bene… Io parlare come tu volere’ Questo io potere’ Io dover fare te’ sega e far fare te tanta, tanta’ sborra’Così chiamare, vero? Sega e sborra’ Dopo tu liberato stare bene. E io sapere anche dove tu voler mettere tutta tua sborra’ A Irina vecchio vuole mettere sempre tutto in mano! Ma lui fa poca, due piccoli schizzi, due gocce’ e basta. Tu invece’ Io credere tu grande sborrata, dire così no, e tanta sborra! E anche tu volere tutto in mano? Nella mia mano? Tu volere vedere mia mano piena piena di tua roba bianca. Ma a me non piacere vedere e toccare sborra di uomo! Solo una volta mio Igor volere io toccare e bere sua. Ma io non volere e non fare! E lui molto arrabbiare. E tu, cosa volere?’ ‘Tu continua il massaggio ‘ la esorto – . Vedrai che il resto verrà da solo” ‘Io pregare te, Giovanni, no’ Va bene. Capire tutto. Sì, ma tu chiudere gli occhi. Non guardare me. Io vergognare mentre fare questa cosa” ‘No, Milena, voglio vedere quanto sei brava. Sono sicura che lo sei. Tanto. E voglio anche divertirmi un po!’ ‘Divertire un po’? Cosa volere ancora? Te non bastare ancora? Oh no, cosa fare adesso con macchina fotografica!’ ‘Sì, Milena, sei talmente bella e brava che voglio fotografarti mentre fai schizzare il tuo Giovanni. Tu stessa apprezzerai le foto. Pensi che qualche foto peggiori la tua situazione, dopo quello che hai già fatto? Non vorrai mica che telefoni in Lituania” Lei desiste nelle preghiere e mi fissa negli occhi. Sospira. E’ rassegnata. Senza guardare inizia a giocherellare con i peli del mio cazzo. Poi, finalmente, improvvisamente, cambia tono della voce e inizia ad accarezzarmelo. ‘Tu avere un grande’ cazzo. Io non essere abituata così’ Mio Igor, avere cazzo più piccolo, e più bianco con cappella non grossa grossa’ Anche palle, piccole e bianche. Tu avere invece’ grandi palle, coglioni, si dice così vero? Molto più grandi, più scuri e pesare tanto’ Essere pieni, pieni’ E sapere bene cosa essere dentro!’. Fa una smorfia. Sono le sue ultime parole. Dopodiché, piano, mi solleva lentamente il cazzo dal ventre e con le dita lo porta in posizione verticale. Lo guarda, il piccolo totem. E comincia, con le dita, piano piano, ad accarezzarlo. Poi, mi abbassa per la prima volta il prepuzio, finchè può non essendo io circonciso. E’ sorpresa. Suo marito, evidentemente, lo è. Il glande, appare in tutta la sua preoccupante lucentezza. Poi, sempre quasi sfiorandolo, con le dita di una mano mi risolleva e mi riabbassa lentamente il prepuzio e inizia così un lentissimo su e giù. E con le dita dell’altra si concentra sul frenulo. Le piace tormentarmelo con le unghie. Mi sta facendo una sega con il massaggio e contemporaneamente le piace tormentarmi. E si muove tutta. Le tettine, come sempre senza il reggiseno, si muovono, si agitano sotto la canottierina che a stento le contiene. E i capelli biondissimi, fastidiosamente per lei, le si calano davanti agli occhi azzurrissimi. Ma ha le mani occupate e allora soffia in sù, infastidita. Ma non riesce a spostarli. Milena ci sa fare, evidentemente. E glielo dico. ‘Sei bravissima, mi fai impazzire. Sai fare le seghe divinamente!’ ‘Giovanni! Tu stare zitto. Non fare me vergognare. E fermare un poco clic macchina fotografica. Se no io fermare e tu fare da solo! E io neanche guardare!’ Ammutolisco, anche pensando alla signora della sera prima. Tanta della sborra che mi riempie avrebbe dovuto essere nella bocca della signora. Invece sta per sorbirsela tutta Milena. Ma mi vendico tenendo duro. Non voglio schizzare subito. Voglio vedere Milena impegnarsi allo spasimo. Lei capisce. Con una mano abbandona il cazzo e va a tormentarmi i coglioni. Sto per venire ma resisto. Capisce che deve parlare per eccitarmi ancora di più. ‘Dai Giovanni. Non volere tu mettere tutta tua sborra in mano a Milena? Io anche’ volere vedere tuo’ sborrone. Dire così la grande sborrata, no?” Le sue parole mi fanno trasalire ma a fatica riesco a trattenermi. Sono sicuro che Milena sa fare, con le mani e le dita, anche altro. Pochi minuti dopo, esausta, mentre continua a segarmi, ed io a fotografarla in tutte le sue espressioni, improvvisamente mi dice: ‘Tu adesso rilassare. Non fare te molto male. Ma tanto piacere’. E velocemente mi infila il suo dito medio nel buco del culo. Rigorosamente vergine naturalmente. E inizia una perlustrazione ritmata. Sono sorpreso e violato. Igor, in questo, deve essere stato buon maestro. L’eccitazione però mi travolge. Urlo. Lei capisce e mentre continua con una mano a scappellarmi e segarmi, predispone l’altra a ricevere tutto il mio sperma. ‘Sborro! ‘ urlo ‘ prendila tutta, la mia sborra!’ ‘Sì, sì – mi obbedisce, emettendo gemiti e sospiri – . Prendere tutto io. In mano. Tutto, ecco! Così. Ma tu scusare me. Io non potere guardare’Io sentire però bene tu schizzare tanto. Dai, tu non fermare schizzi’ Ma io non potere vedere maschio che sborra. Io sborra maschio solo lontano’. Infatti non guarda gli zampilli di sperma che escono copiosi dal mio cazzo. Mentre le sto riempiendo la mano, mi fissa soddisfatta negli occhi e poi solleva lo sguardo al cielo. ‘Tu bravo maschio’, mi gratifica quando gli zampilli e gli schizzi sono finiti. Poi alza la mano piena del mio sperma al cielo. E’ troppo, e tanto le cola sul braccio. Corre in bagno a ripulirsi. Non riesce a nascondere una smorfia di disgusto per il liquido bianco che le sporca anche la maglietta.
Intuisco allora che non doveva avere un gran rapporto con lo sperma, o per lo meno con le sborrate. E prevedo che non sarà facile, la prossima volta, farle bere il mio sperma. Si rifiuterà e si ribellerà. Ma sarà ancora più bello, alla fine, costringere lei a volerlo. Ma quel mattino, per la prima volta, dalle reazione della giovane donna, avevo anche intuìto che lei ben si sarebbe prestata ai miei propositi assai particolari. Era ormai nelle mie mani, ma, soprattutto, le piaceva molto esserlo.
Decisi di non tormentarla più. Almeno per un po” Un giorno volli però ricordarle in quale situazione si era cacciata. Dimenticai volutamente sulla scrivania le più belle foto che ero riuscito a scattarle mentre mi segava. Compresi gli attimi del gran finale. E soprattutto quella dove con i suoi occhi azzurrissimi, spalancati, osservava la sua mano piena del mio sperma. Ben visibile la sua smorfia di disgusto nel vedere soprattutto la colata’ La sentii fermarsi nelle faccende domestiche. Probabilmente stava guardando le foto. Mi piaceva pensare il suo imbarazzo. E mi eccitai. Ero ancora a letto. Nudo. Sapevo che sarebbe venuta’ La sentii arrivare di corsa. Spalancò la porta della camera. Mi sorprese con il cazzo in mano, naturalmente ben eretto. ‘Oh no ‘ esclama – . Ancora? Te coprire, subito’. Io naturalmente non ne avevo alcuna intenzione. Allora fu lei ad avvicinarsi ed allungare il lenzuolo sopra il mio corpo. ‘Io fare quella cosa solo una volta. Non più! Perché non nascondere quelle foto? E se altri uomini vedere? Io morire per vergogna! O tu avere già mostrato?’
‘Ma no ‘ le risposi ridendo – . Nessuno le ha viste. Per il momento” ‘Io non capire ‘ mi interruppe preoccupatissima – . Cosa volere dire ‘Per il momento”’. ‘Significa che finché ti comporterai bene e continuerai a divertirti e divertirmi quelle foto resteranno nel cassetto. In caso contrario potrebbero anche essere spedite” ‘Tu ricattare me? ‘ mi incalzò ‘ Perché fare così?’ ‘Oh no Milena, voglio solo spingerti a fare cose che altrimenti non faresti, anche se ti piacerebbe” Chi dire te che a me piacere? ‘ mi chiese abbassando di molto la voce ‘ Tu essere sicuro?’ ‘Sicurissimo. I tuoi occhi me lo dicono’ Lei arrossì. Non riuscii a nascondere un sorrisetto malizioso. Poi si mise le mani sui fianchi. Mi fissò per un po’. ‘Io non essere sicura sicura’ come te!’ Si girò di scatto ed uscì. La vidi allontanarsi. Scoprì, allora, che non portava, quel giorno, gli slippini rosa, ma un perizoma bianco’ Glielo avrei fatto sfilare, presto.
E, un mese dopo, venne il grande giorno. ‘Buongiorno, Giovanni. Tu aspettare me, oggi?’ ‘Si, Milena, ti stavo proprio aspettando’ ‘ Tu sapere ormai io fare bene pulizie’ O tu volere ancora vedere me come pulire?’ ‘No, Milena, oggi voglio altro. Voglio vedere come sei fatta. Voglio vedere il tuo corpo. Voglio vederti nuda. Tutta. Adesso.’
Milena sobbalza e rimane per qualche secondo in silenzio. Poi, quasi sussurrando, mi chiede: ‘Adesso? Perché vuoi vedere me nuda? Lo sai che io vergognare. Io non fare queste cose.’
‘Lo so ‘ la interruppi – ed è per questo che mi piace moltissimo l’idea. E non solo. Ti voglio anche riprendere con la mia telecamera. Hai mai fatto uno strip? E dopo farai anche un’altra cosa’ Una cosa che non hai mai fatto! Ma vedrai, lo farai’ E lo farai godendo”
‘Giovanni, non far fare me cose che io non volere’ – mi rimprovera Milena – Io anche non sapere come piacere a te! E cosa essere poi altra cosa? Io godere? Tu far godere me? Ma tu sapere come me piacere? E se io non volere mostrare te io nuda? Tu non essere mio marito’ Io già fare te quella cosa’ sì, la sega, e fare te, come dire, sborrare… Se Igor sapere’ E io non volere fare te sega… Ora basta!’
‘Milena ‘ la interruppi di nuovo – . Ora basta. Spogliati! Lentamente.’
Il mio tono perentorio fece capire alla giovane donna che non aveva più la possibilità di replica. ‘Non volere però telecamera! Io vergognare troppo!’
Come risposta mi sdraio sul letto, faccio partire la musica dello stereo e inizio a riprenderla con la telecamera. Un primo piano di Milena è la splendida prima immagine. Soprattutto quando sussurra ‘Oh no, non così’ Io te pregare” Non rispondo. Sospira. Sbuffa. E si gira. Si leva la maglietta. Come sempre non porta il reggiseno. La carnagione è bianchissima. Ma ugualmente si nota la strisciolina del reggiseno del costume da bagno. Non usa il topless, evidentemente. Rimane qualche secondo immobile. Sembra ascoltare la musica e attendere l’attimo di maggior ispirazione. Ecco, si sfila i jeans. Mi mostra sempre la schiena, ma lo spettacolo che mi offre è ugualmente notevole. Ha un culetto piccolo, ma rotondo. E, soprattutto, un microscopico perizoma, bianco. Sa che mi sta offrendo in visione il suo culetto. Troppo piccolo infatti il perizoma per nascondere qualcosa. ‘Girati ‘ le chiedo con dolcezza – .’ E lei si gira di scatto. Con un braccio, istintivamente, si copre i seni e con la mano si copre il fiore che traspare dalla trasparenza del perizoma. Poi, dopo qualche secondo, desiste. Braccia conserte dietro la schiena mi offre la visione del suo seno che tanto volte avevo intravisto. Ma mai lo avevo potuto apprezzare come allora. ‘Te piacere mie tettine? Tu sempre guardare sotto mia maglietta. Ora tu poter vedere bene!’ E’ indubbiamente indispettita. Ma noto anche una certa eccitazione che il tono della voce e i capezzoli ben pronunciati denunciano. I due seni, bianchissimi, sono piccoli ma ben alti. Leggermente a punta esaltati dai capezzolini appuntiti. Le due areole, rosa, sono grandi e coprono parzialmente i due seni. Il costume da bagno le ha preservate appena dai raggi del sole. E’ un seno bellissimo, da giovane donna, tutto da baciare e succhiare. ‘Te bastare così? ‘ mi chiede con una voce che tradisce l’affanno dell’eccitazione ‘ No, tu volere io tirare giù anche mutandine, vero? Ma io vergognare’ Tanto. E poi tu non stare fermo e guardare’ Tu volere altro, subito’ E io non volere’ E poi, altra cosa”
‘Levatele, Milena, voglio vedere la tua figa” le ordino. ‘No, non volere! Dopo tu eccitato costringere me fare cose’ E tu non dolce, ora! Tu ordinare. Io non piacere così” ‘E a me sì ‘ la incalzo – . Non vorrei essere costretto a mandare in Lituania alcune foto’ Per non parlare delle riprese che ho appena fatto’ Per l’ultima volta ti ricordo che Igor non sarebbe molto felice di vedere Milena con la mano piena dello sperma di un uomo che ha appena masturbato. E neanche del bellissimo strip che mi ha regalato”
Milena abbassa il volto. Sospira. E scioglie il mininodino del perizoma che cade a terra. E’ biondissima! I peli della figa sono chiari, leggermente riccioluti e biondissimi, come i suoi capelli. E’ una figa stupenda. Distinguo perfettamente le grandi labbra, ben sviluppate. Il triangolino di peli biondissimi è ben definito. Evidentemente Milena presta molta attenzione, nell’intimità, al suo sesso. ‘E adesso? Tu contento? Avere visto tutto! Te piacere?’ ‘ mi chiede con tono non proprio amichevole. ‘Si, Milena, sei veramente bella. E meriti un premio. Avvicinati” ‘No, io non venire! Cosa volere tu ora fare? Tu volere scopare me? Tu non potere’ Tu capire? Io non prendere nulla. E tu non volere usare preservativo, vero? E se tu mettere dentro di me tua sborra? Cosa dire dopo a Igor? Io te pregare. Se tu volere io fare altra sega. E se tu volere, io questa volta anche guardare”
Appoggio la telecamera sul letto in una posizione tale che riprenderà degli splendidi primi piani. Mi siedo sul bordo del letto. Poi allungo le mani e catturo Milena. Le cingo i fianchi prima e il culetto dopo. Ha un fremito. Non capisce. Si fa prendere. Ecco. Ho la sua figa all’altezza del mio volto, della mia bocca. Sento il suo odore di femmina. Con una mano inizio ad accarezzarle il pube. Come per prepararla. Sospira. Lentamente, con un dito, la penetro. A sorpresa. Lei è in piedi e si sente violata. Ma è bello. Si piega leggermente in avanti. Io aumento il ritmo. Le piace. Inizia un lungo gemito. E’ il gemito del piacere. Mi inonda infatti subito il dito e la mano con il suo nettare. La penetro ancor più, con due dita. Ritmicamente. ‘Oh no! ‘ mi sussurra – . Cosa fare a me. Io godere tanto. Me scusare. Io bagnare tutto. Io non resistere” La tensione accumulata ha per Milena effetti devastanti. Ha un altro orgasmo violentissimo. Mi schizza sulla mano. E’ un po’ piegata, a gambe larghe, ma in piedi. ‘Cosa tu far fare a me’ – continua a ripetere ‘ Me scusare’ Ma io non potere tenere’ Tu essere tanto bravo! Io godere tanto, come’ mucca in calore!’
Ma non mi basta. Io so quello che dovrà fare lei. E so quanto fatica le costerà. E voglio allora ancora di più regalarle piacere. Sfilo le dita dal suo sesso. Sono fradice. E avvicino la bocca. Milena ha un altro fremito. Ha capito quello che sto per farle. ‘Oh no, tu non potere fare anche questo’ – geme già stravolta dal piacere ‘ ‘ Le bacio le grandi labbra. Irrigidisco la lingua e la penetro. Poi inizio a leccarla tutta. Sento il suo umore bagnarmi tutto. E poi, ancora, con i denti le catturo il clitoride che pulsa. Non regge. E mi schizza, senza ritegno, in bocca. ‘Me scusare, me scusare ‘ mi ripete -. Io non potere più” La lascio inondarmi, finchè l’orgasmo lascia il posto ai sussulti del piacere che finisce.
Poi mi alzo e dolcemente la adagio, seduta, sul letto. Esattamente al mio posto di prima. Ed io in piedi, di fronte a lei. Lei spalanca gli occhioni azzurri. Ha di fronte a sé un uomo. Vede bene che sotto i calzoni la sua mascolinità freme. ‘Cosa volere io fare? ‘ mi sussurra flebilmente ancora trasognante – Io fare te quello tu volere, adesso’ Io non potere non fare te felice!’ Io la guardo, le accarezzo prima i seni, poi la sfioro con due baci le guance e, alla fine, la bacio in bocca. La riempio, la invado. Le si fa riempire e con la sua lingua, freneticamente, fa altrettanto nella mia.
‘Milena ‘ le sussurro dopo ‘ non è necessario che ti dica quello che voglio. Tu sai già cosa devi fare. Lo sai benissimo cosa piace a un uomo. E senza limiti. E sai quello che ho io ho fatto a te. Anche nei particolari. Non lo hai mai fatto? Sei una grande femmina. L’istinto ti aiuterà. Non ti piacerà? Vedremo”
‘Io capire. Io non avere mai fatto però quello tu volere. Mi aiuterai?’ Io non rispondo e le sorrido. Poi, per aiutarla, dolcemente le raccolgo i lunghissimi capelli biondi dietro la nuca. Sarà più libera. Capisce e mi sorride. E sorride, con malizia, quando vede che con l’altra mano impugno la telecamera e la punto sul suo volto, sulla sua bocca.
Mi slaccia la cintura. Appoggia la guancia sul mio ventre e mi leva i jeans. Mi levo la maglietta. Lei, sempre appiccicata al mio ventre, mi sfila gli slip. Ecco, adesso sono nudo di fronte a lei. Anzi, il mio cazzo le sta proprio lì, davanti alla bocca. E’ in piena erezione. E Milena inizia con timidi piccoli baci. Tantissimi, dai testicoli in su. Tutta l’asta. Poi, quasi con circospezione, mi bacia il prepuzio. Con due dita decide di abbassarlo. Le appare il glande, già violaceo. E lo lecca. Con la punta della lingua va nel buchetto che sta in mezzo. Sa che da lì verrà fuori tutto. Poi, sempre con la lingua, attacca il frenulo. Le piace. E le piacciono sentire i miei brividini di piacere e i miei prima sospiri e sussulti. Poi si ferma. Socchiude gli occhi e reclina un po’ il visino. ‘Tu me aiutare, adesso?’ mi chiede. Io capisco. Con due dita appoggio il glande sulle labbra di Milena. Sospira. Una piccola pressione e lei capitola, immediatamente. La penetro, fino in fondo. Milena accetta e spalanca la bocca. E inizia a masturbarmi con con le labbra. Tutta l’asta, dentro e fuori, e talvolta si sofferma, con la lingua appuntita, sul frenulo e sul buchino del piacere. Mi fa sentire i denti. Mordicchia, piano. Le piace tormentarmi. Poi ingoia tutto il cazzo, di nuovo. E riprende a masturbarmi con la bocca. Non si ferma mai. Anzi aumenta il ritmo. Ho voglia di sborrare. Le due goccette mi scappano. L’eccitazione è massima. Lei si ritrae. Mi guarda e mi chiede: ‘Tu volere mettere tutto nella mia bocca, vero?’ ‘Oh sì’ ‘ le rispondo senza alcuna esitazione ma con un affanno che le fa intendere che mancava poco’ – . Sì, Milena, è da tanto tempo che volevo sborrarti in bocca” ‘Ma a me non piace’ Neanche odore! E io dovere bere’ Io non fare mai così! è prima volta che uomo mi mostra come fa sborra e poi io bere tutto” ‘Mi piace sapere che sono il primo’ – la consolo – . Non preoccuparti. Ti piacerà. Preparati, perché penso che ne farò tanta” Lei sospira: ‘Io pregare tu avvisare quando’ farai tutto’ Io non scappare!’ e riprende a torturarmi il glande e, poi, improvvisamente, ingoia di nuovo tutto. E inizia, freneticamente a spompinarmi. Su e giù, velocemente. Vuole evidentemente farmi schizzare. Ed io non resisto più. ‘Milena’ vengo!’ E la inondo. Lei spalanca gli occhi. Sospira. Poi, quando lo sperma inizia a scendere in gola inizia quasi a miagolare e socchiude gli occhi. Butta giù tutto. Ma la riempio di nuovo. Qualcosa le esce dalle labbra. Per un attimo le scappa il glande. E uno spruzzo di sperma si infrange sulle labbra e un altro sul nasino. ‘Oh no! Cattivo odore avere sborra! ‘ si lamenta a voce alta ‘ Basta schizzare’ Io non potere più!’ Ma io ne ho ancora e continuo a schizzare. Le riempio il volto. E’ una maschera! Con la telecamera la riprendo così. ‘No, io te pregare. Non volere tu riprendere me così’ Mio viso pieno di tua sborra!’ Ma mentre parla e protesta la ripresa continua’
Ecco, ho finito. Lei si alza. Si ripulisce un po’ il viso. Poi sorride perché si accorge dell’inutilità di quello che sta facendo. La vedo andare in bagno. Fa scorrere l’acqua della doccia.
Riappare avvolta nel mio accappatoio. ‘Io essere stata brava, vero? Anche se essere stata prima volta’ Me sembrare te molto piacere’ – mi fa con tono un po’ canzonatorio -. Anche tu, però, molto bravo” E continua: ‘Per oggi basta’ vero? Tu vecchio, non avere più forza’ Io, tua badante, te conoscere bene, ormai”

Per giudizi, commenti, suggerimenti, soprattutto da parte di voi femminucce, scrivere a: mikimarkfc@libero.it

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