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Racconti CuckoldRacconti di Dominazione

La bella Eleonora – 7

By 13 Marzo 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Erano rientrati in albergo tardissimo. Lei aveva dormito tutto il giorno. In barca, sul materassone, sotto il sole. Sempre abbracciata, avvinta al cuscino e, naturalmente, nuda. Tutta nuda. La presenza dei due uomini d’equipaggio, oltre a quella di suo marito, non l’aveva più turbata. No, proprio no! Dopo tutto quello che era successo la notte prima! Dopo quelle cose che lei era stata costretta a subire’E tutte quelle porcherie che poi quegli uomini l’avevano obbligata a fare! A loro. A tutti e tre. Sì, a ben tre maschi. Anzi, tre maschioni! E tutti, aveva dovuto sorbirseli proprio tutti, quegli uccellacci… E poi anche la loro robaccia. Di tutti e tre’ Avevano voluto godere, sborrare, spruzzare, vuotarsi. E, soprattutto, sporcarla! L’avevano ridotta ad un contenitore di sperma. Il loro.
No, non le era mai successo. Così! E soprattutto con suo marito là, a guardare. E divertito, anche, nel vederla così in difficoltà, in affanno, imbarazzata e mortificata. Mentre i due uomini la penetravano, dappertutto. Alla fine, poi, lui aveva voluto guardarla anche quando i due maschiacci avevano deciso di riempirla, dappertutto, con la loro sborra. Con prepotenza, in bocca, sul viso, tra i capelli. E, uffa, loro avevano poi voluto che anche suo marito la vedesse proprio mentre lei, completamente sottomessa, veniva costretta all’estrema umiliazione: a bere tutto, proprio tutto, il loro sperma. Sì, anche a quello era stata costretta! Anche quello aveva dovuto subire! L’ingoio! Ai due maschiacci non era bastato che lei li facesse schizzare e li svuotasse di tutto il loro liquido seminale. Aveva dovuto anche farsi riempire la bocca di quella loro roba puzzolente, tanto, tanto diversa da quella di suo marito! E, poi, senza protestare, a buttarla giù, tutta!
No, lei non voleva farlo! Schifo, ribrezzo, ripugnanza. Era disgustata da quel sapore, aspro, nauseabondo. Ma non voleva vomitare. Proprio no! Non avrebbe voluto dare ai due slavi quella soddisfazione! Non avrebbe voluto farsi vedere mentre vomitava il seme di maschio. Il loro seme di maschio! La bellissima biondina italiana costretta a vomitare sborra’ La loro sborra, non quella di suo marito. No, non lo avrebbe voluto! E avrebbe preferito subire, fino in fondo. E allora, in silenzio e sottomessa, li aveva bevuti e ingoiati tutti, tutti quegli sborroni! Caldi, anzi bollenti. Con quel loro odore, poi… E li aveva sentiti, nella sua bocca spalancata, sulla lingua e tra i denti. Densi e attaccaticci. Uffa! E quanti, poi, non finivano mai’ Ne aveva perso il conto…
No, alla fine, poi, non ce l’aveva fatta. L’ultima sborrata di Bosko… La più acida e puzzolente… Anche quella nella sua bocca! ‘Bevi, bevi signora italiana. Anche questa… – le aveva ordinato lo slavo ‘ Non ti piace, la mia sborra?’ E lui l’aveva fatta proprio densa, tanta e… schifosa! Lei allora aveva piegato il capo, aveva socchiuso gli occhi e aveva avuto un singulto. Poi, ancora, aveva emesso un gemito e quindi aveva sussultato… E aveva vomitato sperma! Ma solo un po’, e solo quella di lui, di Bosko… Che, vedendola così ridotta, indispettita e umiliata, aveva iniziato a ridere…
Adesso, lei, dormiva. Agitata. Era stata proprio una giornata molto intensa per lei, indubbiamente. E anche il buonanotte che suo marito aveva voluto darle non poteva non averla preoccuparla.
‘Tesoro, domani torniamo nella nostra spiaggia’- le aveva sussurrato accarezzandola ‘ Quella vicina al promontorio” ‘Quale spiaggia? ‘ aveva chiesto lei fingendo di non ricordare ‘ Quella privata dell’albergo?’ ‘No, no’ Quella dove siamo stati alcuni giorni fa, da soli” ‘Mmm ‘ aveva ancora lei aggiunto assonnata ‘ quella delle coppiette’ E dei guardoni!’
‘Sì, sì, ma erano tutti così belli, però’ ‘ aveva lui insistito ‘ E così prestanti, e ben fatti! Mi sembra che anche tu abbia visto e apprezzato. Qualcosa’ Dopo ti sei addormentata, mi pare!’ ‘Mmm’ Fabio! Ma come puoi pensare! Nulla! No, non ho visto proprio nulla! – Comunque, se proprio lo vuoi sapere’ No, non mi piace assolutamente vedere certe cose. E ancor meno essere guardata, spiata, scrutata’ Mi vergogno sempre, lo sai! E non mi piace eccitare gli altri uomini. Ti ricordi, vero, cosa mi hanno combinato quei due ragazzoni, l’altra volta… Vedere e sentire che si fanno una sega mentre mi guardano nuda! E tu, proprio tu, il mio marito, mi avevi costretta a levarmi tutto! Proprio tutto!’ ‘Ma amore ‘ l’aveva tranquillizzata il suo uomo ‘ sei così bella, nuda! E poi ci sono sempre io, vicino a te” ‘Oh, lo so, lo so…. Lo so bene come mi sei vicino in quei momenti’ Come l’altra volta, appunto! Ma adesso lasciami riposare. Almeno un po’… Buonanotte, amore!’
Sono arrivati in spiaggia prestissimo. E’ ancora deserta. ‘Amore, ti va bene qui? – chiede lui alla giovane mogliettina ‘ E’ vicino all’acqua ma la marea non salirà tanto’ ‘Va bene, mi sembra proprio un bel posticino ‘ risponde Eleonora stendendo il lenzuolo da mare – . Un passo e siamo in acqua…’
Fabio si spoglia. Completamente. Lei lo guarda. Gli sorride. ‘Anche oggi in piena forma, mi pare… – gli sorride lei ‘ Non dirmi che hai già voglia…’ ‘Naturalmente…’ ‘Amore, ti prego ‘ gli sussurra lei ‘ Sono ancora un po’ stanca. Non ce la faccio. Più tardi, forse. In camera, nel nostro letto…’
Fabio scoppia in una fragorosa risata. Eleonora lo guarda sorpresa. ‘Perché ridi? Ho detto qualcosa di strano? Non mi sembra…’ ‘Oh no, nulla di strano. – la interrompe lui ‘ Rido perché sai benissimo dove siamo…’ ‘Fabio… – lo guarda lei con sguardo supplichevole ‘ Lo so benissimo dove siamo. Ma questo non vuol dire che…’ ‘Che cosa? – la interrompe lui di nuovo – Dimmi, dimmi…’ Lei non risponde ed inizia a spogliarsi. Fabio la guarda. E’ bello, è sempre bello guardare Eleonora che si spoglia. Lei però si ferma presto. Il costume resta tutto su, al suo posto. Piccolissimo, microscopico, rosa.
‘Ele…’ ‘Sì? ‘ replica subito lei fingendo di non capire l’invito a continuare l’improvvisato spogliarello ‘ Dimmi…’ ‘Dai, levati tutto. Mettiti nuda, come me. Non c’è nessuno…’ ‘Lo sai benissimo che dopo arriva gente… E che gente. Quindi… Non capisco perché devo sempre mostrare proprio a tutti come sono fatta!’ ‘Bene, molto bene ‘ sghignazza lui – . Sei fatta molto bene. Anzi, sei stupenda, Eleonora. E nuda lo sei ancora di più. Perché non lasci che anche gli altri possano godere…’ ‘Godere? – si gira di scatto lei ‘ Ancora? Fabio…’ ‘Ele, ti prego… Queste vacanze sono fantastiche, grazie a te! Lo sai bene cosa intendo…’ ‘Ma Fabio, uffa! ‘ protesta lei ‘ Sei incontentabile! Lo sai quanti uomini in questi giorni ho fatto… come dire… insomma, mi hai capito!’ ‘No, amore, non ho capito!’ ‘Fabio! Hai capito benissimo! Insomma! Non farmelo dire, di nuovo!’
Fabio la guarda, la accarezza, la bacia. Dolcemente. ‘Dimmelo, dimmelo ancora una volta…’ ‘Mmm, sei proprio un maiale ‘ le sussurra allora lei, raddolcita ‘ Beh, insomma… Se proprio lo vuoi, se ti piace questo… Se vuoi sentirtelo dire proprio da me, tua moglie… Insomma… e va bene! Lo sai quanti, quanti maschietti la tua mogliettina ha fatto felici. Quanto uomini ho fatto godere. Fino a farli venire, insomma… Basta! Non ce la faccio più! Il giovane cameriere dell’albergo, il ragazzino di camera, il vecchio marinaio, il suo giovanissimo aiutante… Sì, li ho fatti venire, schizzare, sborrare, zampillare. Il loro seme. Quanto, ne ho visto scorrere! E hanno voluto anche altro. Anche quella cosa che non mi piace, tanto… E tu lo sai! Tutti. E sono stati tanti. Li ho accontentati! E sempre davanti a te! E hai visto cosa mi hanno combinato, come mi hanno trattata…’ ‘Cosa, cosa ti hanno combinato? – insiste lui ‘ Continua, raccontami!’ ‘Ma Fabio, te l’ho detto! – cerca di sfuggire lei alle pressanti richieste di suo marito di sentire i particolari ‘ Puoi immaginare come mi hanno conciata. L’hai visto anche tu, no? Il loro sperma, tanto, dappertutto! Su di me, dentro di me… Uffa, non ti basta? Devo continuare? Mi imbarazzi! Non mi piace dire certe cose. E ricordarle…’ No, non basta. A lui non basta. Gli piace proprio tanto la sua mogliettina quando è costretto a raccontare, imbarazzatissima, quelle cose. Ha iniziato a masturbarsi. A lei non piace vederlo così. Non gli piace vedere il suo uomo mentre si fa una sega. Lo detesta.
‘Fabio, amore, non fare così… – lo rimprovera ‘ Lo sai, non mi piace! E, adesso, non ne ho proprio voglia… Di fartela, io… la sega! E tu lo vorresti, vero? Ma io… no, non adesso, non qui… Ti prego, stai buono…’ Lo guarda. Fabio le offre il suo uccello. E’ ritto, completamente scappellato. Un autentico bastone di carne, leggermente arcuato. Le sembra, in quel momento, ancora più grosso, più duro del solito. Quel glande, poi, già violaceo e umido! ‘Amore ‘ fa appena in tempo a dire lei leggermente ansimante ‘ Ti prego, non fare così. Calmati. Guarda! Sta arrivando gente. Non ce la faccio. Non ho tempo… Non posso… Non ci riesco, così, adesso…’
Si sdraia, precipitosamente, e sospira. Attaccata al suo uomo. Incollata. Fabio ne sente, distintamente, il calore della sua pelle. E il suo profumo.
Sono due. Due uomini. Lei li vede. Sono entrambi piuttosto avanti con gli anni. No. Non sono proprio i palestrati dell’altra volta. Quelli sì, ricorda, erano proprio dei bei maschioni. Avevano tante cose belle da mostrare, i due giovani slavi. E lo avevano fatto. Indubbiamente belli ed esibizionisti. Come le due coppiette, una italiana e una tedesca, che quella mattina si erano anche adagiate vicine a suo marito e a lei. Creandole, naturalmente, tanto imbarazzo. E ricorda pure come Fabio, poi, con uno stratagemma, a sorpresa, l’aveva costretta a mostrarsi nuda. I due ragazzi slavi ne avevano approfittato e, ammirandola, si erano fatti un segone. Sul suo corpo nudo. Che avrebbero voluto tentare di ricoprire con il loro sperma. Ma lei non si era mossa, non aveva fatto nulla! Tutta colpa di suo marito. E non voleva essere sporcata. Non voleva farsi ricoprire dai loro sborroni. Chissà che schizzi che sarebbero stati capaci di fare quei due! Aveva allora pregato Fabio di farli allontanare, un po’… Uno l’aveva fatto, l’altro un po’ meno. E aveva sentito, distintamente alcuni schizzi di sborra arrivarle addosso… Aveva sopportato, facendo finta di nulla. Fabio, intanto, sorrideva.
Poi anche le due giovani donne delle due coppie, davanti ai loro uomini, se li erano goduti, fino in fondo, i due ragazzoni. Sia la tedeschina che la giovane donna italiana.
Dopo, lei aveva finto di addormentarsi. Non voleva che Fabio vedesse che lei sbirciava. Lei, invece, aveva visto tutto, soprattutto come i due mariti, poi, si erano scambiati le proprie mogliettine… Ma lei, per fortuna, dormiva…
Sulla spiaggia dell’amore libero. Ed ora, di nuovo, su quella spiaggia, due uomini si avvicinano. Al suo uomo e a lei. Li hanno visti e, naturalmente, si fermano proprio là. Eleonora li sente confabulare. Parlano slavo. Ridono. Anche loro. Gettano il loro asciugamani. Quasi addosso alla giovane coppia di italiani. Uno a fianco del suo uomo. L’altro al suo lato. Vicinissimo. E’ una provocazione, evidente. E la richiesta di un permesso. Eleonora volge il suo sguardo verso suo marito. Desidererebbe una sua reazione. Un segno di insofferenza verso i due uomini indubbiamente molto invadenti. Troppo. Volutamente indiscreti. Fabio, invece, non fa una piega. Anzi. Le sembra di notare un suo sorrisetto. Compiacente. Li autorizza così a sentire il profumo di femmina della sua mogliettina. Che sbuffa, rumorosamente.
Eleonora si sente prigioniera. E’ sdraiata, accanto al suo uomo, coperta solamente da un microscopico costumino rosa. E lui è nudo, naturalmente. L’uccello che lui le mostra è già duro, pieno, un autentico bastone di carne e la mette in imbarazzo. Tantissimo. Si vergogna. Perché si accorge dei sorrisetti dei due uomini che notano l’uccello di Fabio ingrossarsi sempre di più e, soprattutto, perché percepiscono tutto il suo disagio di donna che è costretta a mostrarsi incollata al suo maschio completamente nudo! Ma anche, e forse ancor di più, perché lei è obbligata a vedere quello che lui desidera mostrarle, mettendola in difficoltà, davanti a loro due, due maschi sconosciuti. Un uccello in piena erezione, già pulsante, che chiede solo di essere accarezzato, baciato e, probabilmente, succhiato. Da lei, naturalmente.
Eleonora infatti lo sa. Lui glielo ha fatto già ben intendere. Molto presto dovrà farlo venire, spruzzare. Lui ha voglia. Tanta. E, uffa, questa volta lei dovrà farlo anche davanti a quei due che vorranno sicuramente godersi lo spettacolino! Fino in fondo, naturalmente! Vedere quanto è brava, come si impegna a far godere il proprio uomo. E magari si faranno anche loro una gran bella sega. Davanti a lei, naturalmente! Di nuovo, come l’altra volta! O, peggio, si faranno venire delle strane idee… Forse… Oh, no!
I due non perdono tempo. Velocemente, fissandola negli occhi, si spogliano. Completamente. Davanti a lei che non può non guardare. Soprattutto quando, contemporaneamente, si sfilano anche gli slip. Le mostrano volutamente i loro uccelli. Ne ostentano le dimensioni indubbiamente notevoli. Lei non può fare a meno di arrossire e abbassare lo sguardo. ‘Fabio… – sussurra Ele ‘ Perché, perché fanno così?’ Lui l’accarezza e le spiega. ‘Sono due uomini e tu sei una bella donna… Qui, sulla spiaggia dell’amore… Dove tutto è permesso, lo sai!’ ‘Ecco, lo sapevo ‘ si lamenta lei ‘ . Di nuovo! E tu mi hai portato proprio qui… Guarda, guarda cosa fanno!’
Tutti e due, lentamente, hanno iniziato ad accarezzarsi. E i loro uccelli hanno raggiunto dimensioni spropositate. E sono due! ‘Fabio, amore, portami via! Sei ancora in tempo. Sono tua moglie. Loro vogliono, con me, solo divertirsi. Posso immaginare come. Non mi piace. Non voglio….’
Fabio non le risponde ma inizia a sfiorarla con un lentissimo massaggio. Inizia con il seno. Ecco, con le dita… Una carezza. Sotto il reggiseno. Le cattura il capezzolino. E lo tormenta. E’ estremamente piacevole, per lei. Un sospiro prima, un gemito poi. Non si ribella allora quando lui le leva il piccolo reggiseno che vola lontano. Lei ha già i capezzoli turgidi, appuntiti e il suo uomo li cattura, uno alla volta. Li mordicchia con i denti e con la lingua le inonda i piccoli seni con la sua saliva. Eleonora si dimena e non riesce a nascondere il suo piacere. Le piace, tanto! E le piace sentire il suo uomo stringere, con forza, le sue tettine tra le sue dita. ‘Oh, Fabio, così… Lo sai, mi fai morire…’ E lui continua. Scende con una mano. Sempre più giù. Sono carezze, sempre più profonde. Le sfiora il ventre. Poi, con le dita, si infila, con prepotenza, sotto gli slip. La trova già bagnata. I biondissimi peli della fighetta sono umidi. Con violenza, le infila un dito dentro, nel suo sesso. ‘Amore, cosa mi fai… Mi fai male, così…’ Ma è un attimo. Poi sospira, decide di aiutarlo e allarga le gambe. Lo lascia fare. E’ sua!
Ma lui si ferma. Si solleva e con tutte e due le mani, piano piano, le sfila lo slippino. Lei non si oppone più. La sua bellissima fighetta appare. Le grandi labbra sono gonfie e umide. I biondissimi peli le fanno da cornice. Ai due spettatori sfuggono sospiri di apprezzamento. ‘Amore, mi vergogno ‘ si lamenta un po’ lei ‘ Uffa, guarda come mi fissano… Mi scrutano! Ed io sono tutta bagnata… Mi vedono! Mi vergogno mostrare tutto, mentre mi bagno…’
Ma Fabio non le dà più tempo per lamentarsi. Con un unico movimento la impala. Infila tutto il suo uccello urlante dentro di lei. Prima il glande, poi tutta l’asta. Con violenza, senza alcun indugio. La sorprende. E comincia a spingere, a stantuffare. Con forza, senza soste. Con ogni spinta quasi la solleva. Lei lo stringe a sè, con forza. La femmina rimane senza fiato. Poi emette dei lamenti che presto si trasformano in sospiri di piacere, di godimento. E lui continua a spingere, non si ferma… Eleonora gode una, due volte e sente i suoi umori scendere, bagnare, allagare le sue cosce. Intravede i due uomini che la guardavano, che la studiano nel momento del suo godimento. Si stanno masturbando, anche. Le sembra. Ma lei preferisce ascoltare l’uccello del suo uomo dentro di sè. Ora, si sta gonfiando, lo sente. Ora pulsa… Oh sì, sta per venire, sta per sborrare… Fabio si inarca. Ringhia, il maschio. ‘Amore, ora sborro!’ Estrae l’uccello gonfio, con la cappella viola e umida. Le solleva il capo e le raccoglie i capelli dietro la nuca. Vuole sborrarle in bocca. Ele lo intuisce, lo lascia fare e si prepara a bere tutto il seme di suo marito. ‘Oh sì, amore. Sborra, amore, sborra… Come vuoi tu! Dove vuoi tu…’ E spalanca la bocca. Appena in tempo. Il primo fiotto di caldissimo sperma entra dentro di lei e va dritto giù, in gola. Poi altri, tanti, numerosi, schizzi si infrangono sul palato. La bocca si riempie subito. E’ piena di sperma, caldissima. Ne ha fatta tantissima, lui, come sempre. E poi, alla fine, finiti gli schizzi, Fabio estrae la sua asta lucidissima e inizia a colare la sua sborra sulla bocca, sulle labbra di lei. Così anche il bellissimo volto della mogliettina viene ricoperto. Completamente. Eleonora è una maschera di bianchissimo sperma, caldissimo. Poi, scende il silenzio.
‘Mmm, Fabio, amore… – accenna lei a un lieve lamento ad occhi chiusi ‘ Guarda cosa hai combinato, qui!.’ Lui non l’aveva sentita. Si era già immerso nella fredde acque del mare. E lei era rimasta li, da sola. Non proprio sola. I due uomini si erano infatti avvicinati, ancora di più. La sfioravano con i loro corpi. Lei li sentiva, ma continuava pure ad avvertire i suoi umori scendere, uscire dal suo sesso. Era tutta bagnata, era un autentico lago, riempito dal piacere. Il suo. In bocca, invece, il sapore dello sperma del suo uomo. E colava, colava…
Fabio esce dall’acqua e lei lo vede adagiarsi dietro di lei. Si sdraia e sorride. Vuole guardare, come sempre. Sua moglie, con quei due maschiacci. Lei lo vede e gli accenna un sorriso imbarazzatissimo. ‘Fabio, amore… – sembra quasi supplicarlo ‘ Mi vergogno. Con questi due… Cosa vogliono? Cosa devo fare, adesso? Lo sai, io non vorrei! Ce l’hanno enorme poi, tutti e due! E poi, e poi non mi piacciono… Uffa! Ti prego. Non guardare, almeno… Sono ancora piena di te, del tuo seme… Non vedi? Fabio, ti prego… Mi vergogno…’
Ma uno dei due le ha già preso la mano e le ha fatto sentire quanto fosse duro il suo uccello. L’altro, invece, l’ha abbracciata e spingendola con una certa decisione l’ha fatto abbassare fin giù. La bocca di Eleonora, ancora sporca dello sperma di Fabio, va così a intrufolarsi nella foltissima peluria dell’uomo. L’uomo la costringe ad affogare tra i suoi nerissimi peli del ventre. E a succhiarli. Ciuffo dopo ciuffo, tutto i peli del pube dell’uomo vengono bagnati dalla saliva della donna. E’ umiliante per Eleonora farlo. Lui, così, la vuole umiliare. E poi l’ordine, perentorio: ‘E adesso succhiami il cazzo!’. Lei fa un cenno di diniego. Non vuole, non vuole succhiargli il cazzo. Lui ride, e con due dita le ottura il nasino. Ele è costretta ad aprire la bocca per respirare. E lui, allora, con forza le fa spalancare la bocca. E’ un attimo, ma lui lo coglie: approfitta per infilarle l’uccellone dentro la bocca, fino in gola.
E’ la prima volta. Non le era mai successo, così! Con due uomini, contemporaneamente. Lei, la bellissima hostess italiana, stava facendo una dolcissima sega a un uomo e, contemporaneamente, stava facendo un pompino a un altro! Due sconosciuti. E davanti a suo marito!
Sente subito tutti e due gli uccelli gonfiarsi ancor di più. Sono duri e soprattutto pieni. Pieni di desiderio. L’uccello in bocca le fa male. E’ troppo grande. Guarda lui con occhi supplichevoli. Lo slavo, come risposta, aumenta il ritmo della penetrazione. La sta scopando. In bocca. Eleonora geme, soffia, si scuote tutta. No, non le piace proprio quell’uomo. La sua prepotenza, poi! E, soprattutto, non vuole fargli il pompino! Lui sghignazza e le fa intuire che presto, molto presto, lui verrà! Nella sua bocca, naturalmente… Lei atterrisce all’idea. Vorrebbe staccarsi e scappare. Ma non ce la fa. La presa dell’uomo è ferrea. E sente l’uccello dare i primi segni dell’orgasmo ormai vicinissimo. Oh no, il glande… Si sta bagnando… Quelle goccioline…
Pensa al diluvio di sperma che sta per sommergerla e anche sente, proprio in quell’istante, la sua mano bagnarsi. Sì, ha finito di fare la sega all’altro uomo. E’ stata una sega rabbiosa, violenta. Per questo ancor più apprezzata. Da lui. Il cazzo inizia a pulsare nella sua mano e poi sente i caldissimi spruzzi di liquido seminale del maschio riempirle la mano. E’ tantissimo e bollente. E ne sente, forte, l’odore. Che schifo!
Ma l’altro uomo invece non ne vuole sentire di venire. E continua a penetrarla in bocca. A farle male. Decide allora di pensare che quell’uccellone che teneva dentro di sè fosse quello di Fabio, il suo uomo. E incomincia, un poco, a succhiare. Sì, sembra sottomettersi. Poi rotea lentamente la lingua attorno all’enorme glande. E con i denti, mordicchia il prepuzio, il frenulo. Il maschio sente e apprezza. Inizia prima a gemere, poi a imprecare. I sospiri si trasformano in un respiro affannoso. Ansima, il maschio! Ha un sussulto, si scuote. L’uccello, nella sua bocca, ha un fremito, vibra e… scoppia. Lo sente tutto, il primo sborrone. Si infrange in fondo al palato e scende subito giù in gola. E pulsa, pulsa. Ogni volta che sente pulsare è costretta a sorbirsi uno spruzzo, uno schizzo di sperma. E lei non voleva, non voleva ingoiare…
I due uomini, svuotati, si allontano. Eleonora è esausta. E’ tutta ricoperta di sperma. Ancora una volta. ‘Fabio! Soddisfatto? Anche oggi! Tre uomini, tre maschi, tre tipi di sperma… Vuoi forse sapere quale mi è piaciuto di più? O quanti orgasmi ho avuto?’
Fabio ride, divertito. La prende per mano. Insieme si immergono nell’azzurrissimo mare. La bacia. ‘Fabio! ‘ si ritrae lei – Sono ancora tutta sporca di sborra… E, accidenti a te, non è solo la tua… C’è ancora anche quella di lui… Quello che, insomma, l’hai visto anche tu! Ha voluto anche lui farmela tutta in bocca! Ed io ho dovuto… Non volevo, lo sai…’
Ritornano a sdraiarsi. ‘Finalmente ‘ quasi grida lei ‘ Sole!’ E solo allora lei nota, molto vicina, la solita imbarcazione bianco e azzurra. ‘Ma Fabio, l’hai vista? E’ sempre lì!’ ‘Sì, amore, l’ho vista. Sembra quasi che il proprietario di quel transatlantico ti segua’. Lei sorride. ‘Chi? Me? Ma dai! E poi, se proprio fosse così, lui deve sicuramente essere molto, molto timido. Almeno lui… Rimane sempre così lontano, al largo. Non vuole mostrarsi… Per fortuna!’ ‘Perché, per fortuna?’ ‘Ma Fabio, con tutti quegli spettacolini che avrebbe potuto godersi… Per colpa tua, colpa tua…’
Eleonora non immaginava certo che qualsiasi cannocchiale sarebbe stato sufficiente per poter ammirare tutte le sue peripezie sulla spiaggia dell’amore libero!
Ma Fabio non aveva voluto distruggere quelle ingenue certezze della sua mogliettina. A cena, al ristorante, lei avrebbe scoperto la verità…

(continua)

Per giudizi, commenti, suggerimenti, soprattutto da parte di voi femminucce, scrivere a: mikimarkfc@libero.it

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