Skip to main content
Racconti di Dominazione

La cagnolina

By 21 Febbraio 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Mentre salgo le scale stanca da lavoro, penso a come la giornata è stata pesante, ma ora sono pronta a rilassarmi nella tranquillità domestica. Giro le chiavi nella toppa, apro la porta, ed eccola qui: la mia cagnolina scodinzolante, che abbaia felice di vedermi.
Le do una grattatina dietro le orecchie e le dico di seguirmi: lei caracolla dietro di me fino in soggiorno e mi saltella attorno alle gambe, uggiolando di gioia, mentre mi siedo stanca. Stendo le gambe sul pouf e lei ci si strofina sopra e ci poggia su il musetto rimanendo a guardarmi adorante.
E’ davvero affettuosa’ ma quanta fatica per trovarla.
Erano già un paio d’anni che ne cercavo una; mio marito era d’accordo, purché mi occupassi io di lei: lui non aveva voglia di seguire il suo addestramento. Mi ero quindi messa alla ricerca. Non mi interessava che fosse già addestrata, mi bastava che fosse docile, per questo avevo chiesto un po’ in giro a qualche conoscente e poi avevo messo alcuni annunci in rete. Per lungo tempo nulla: solo risposte di perditempo o offerte di cagnetti, ma io volevo una femmina.
Sei mesi fa, finalmente, ebbi una risposta interessante: “Offresi cagnolina. Giovane ma non troppo. Buon carattere e facile all’addestramento”.
La risposta mi incuriosì e risposi. Ci scambiammo alcuni messaggi, per testare la serietà dell’annuncio e poi chiesi una foto: bella, davvero bella! Piccolina, muso simpatico e pelo castano rossiccio: mi piaceva davvero. Organizzai per questo un’incontro.
Ci vedemmo a casa mia, quando suonò la porta e andai ad aprire mi trovai davanti una ragazza sui 26 anni, capelli corti ed ondulati; gli occhi nocciola e la piccola bocca, rifinita da una fossetta sulla guancia, davano al viso un aspetto deliziosamente sbarazzino.
– Ciao, io sono Sandra – mi disse porgendomi la manina.
– Prego entra – le risposi facendole il gesto d’accomodarsi.
Prendemmo un caffè insieme: era davvero una ragazza simpatica. Abitava nella mia zona ed era studentessa di ingegneria.
Dopo una gradevole chiacchierata le chiesi se era d’accordo a parlare d’affari: lei annui.
– La cagnolina, se sarà mia, dovrà obbedire a qualsiasi mio ordine. – Iniziai col dire – Dovrà accogliermi al mio rientro, giocare con me, dormire ai miei piedi, imparare ordini semplici e naturalmente abbaiare a comando. –
Sandra mi fisso con i suoi occhioni nocciola e mi disse: – va bene –
– Perfetto – le risposi – allora alzati e inizia a spogliarti –
Si alzò e si allontanò di un paio di passi, mettendosi al centro del soggiorno. Con un lieve imbarazzo si spogliò dei vestiti e della biancheria, rimanendo nuda davanti a me.
Rimasi a guardarla in silenzio, poi mi alzai e le girai attorno, guardandola con attenzione. Era proprio ben fatta: piccola di corporatura, non magrissima, ma con delle belle curve.
– Divarica le gambe e allarga le braccia – le dissi, e lei obbedì.
La ispezionai, toccandole le belle gambe ed il culetto tondo, il ventre morbido e i piccoli seni.
– Rimani con le gambe aperte, chinati in avanti e poggia le mani sul tavolo. – Fece quello che ordinai, rimanendo completamente esposta.
Le passai la mano tra le gambe e la lasciai aperta a contatto con la figa, per vedere la sua reazione. Non reagì e rimase ferma. Le passai quindi le dita tra le labbra: la sentii fremere, ma rimase comunque ferma. Infine la penetrai con un dito e lo lasciai così. Per alcuni istanti rimasi ferma, poi lo mossi leggermente: iniziava a bagnarsi, ma non si mosse . Lo tolsi e mettendoglielo davanti alla bocca, le dissi: – leccalo! – Sandra obbedì: accolse il mio dito fra le labbra e lo leccò e succhio. – Ora basta! – dissi e lei di nuovo obbedì.
Passai ad esaminarle il culetto: magnifico. Sodo e con la pelle vellutata. Le aprii le natiche e ne saggiai il forellino anale: ebbe un fremito che le fece contrarre.
– Ferma! – le ordinai, mentre partiva uno schiaffo a colpirle.
Tornai a massaggiarle il forellino, fino ad infilare dentro una falange. Sandra rimase ferma, ma ne sentivo la contrazione attorno al dito: lo mossi leggermente avanti e dietro, per poi sfilarlo.
– Bene – penso che tu possa andare bene, le dissi. – Da questo momento sarai la mia cagnolina, camminerai solo a quattro zampe, non parlerai, ma dovrai solo abbaiare, guaire ed uggiolare. Imparerai a portare la coda ed il guinzaglio e obbedirai solo ai miei ordini, perché tu apparterrai solo a me: è tutto chiaro?-
– Si certo – rispose
– Perfetto, allora mettiti carponi e da questo momento non hai più diritto di parola. –
La cagnolina obbedì e mi guardò dal basso in alto.
– Mmm, prova ad abbaiare? – Le dissi’
– Arfff.. Arff.. – ebbi come risposta – Si… può andare –
– Ora scodinzola – le dissi, e lei agitò il culetto – no, così non va’ manca la coda – feci riflettendo ad alta voce.
– Ferma, qui! – ordinai, e mi allontanai un attimo.
Tornai con un plug tail, della vasellina ed un collare con guinzaglio.
– Ora avrai la tua coda: ricordati che questa sarà l’unica volta che verrai lubrificata. Farò in modo che tu non ne abbia più bisogno. – mi chinai quindi su di lei e divaricatole le natiche le lubrificai il forellino con la vasellina e poggiato il plug, spinsi a fondo, ruotandolo leggermente.
Dalle sue labbra uscì un sommesso lamento.
– Ti avevo detto di non lamentarti ne parlare: ora avrai la prima punizione – afferrai il guinzaglio e la frustai con quello sul culetto: una, due, tre volte… – Cosa ti avevo detto prima? Che devi solo abbaiare, uggiolare o guaire. Ora guaisci! – Lei guaì, ma io la colpii ancora – più forte! Voglio sentire meglio! – Guaì ancora, in modo più convinto. – Bene, vedo che inizi a capirmi –
– Ora scodinzola di nuovo – le dissi e lei dimenò i fianchi, agitando la sua coda: da dietro si vedeva la figa aperta, rosa e umida.
– Per ora può bastare: avvicinati! – lei si avvicinò carponi, io le tirai via la coda e al suo posto infilai un plug semplice. – Rivestiti. –
Sandra si rivesti in silenzio, poi mi guardò con aria interrogativa – lo terrai dentro oggi e domani, fino a che tornerai da me: non dovrai toccarti, non te l’ho messo per fati godere, ma solo per allargarti, per farti indossare meglio la coda. –
– Un’ultima cosa – le dissi, avvicinandomi a lei – questo dovrai portarlo sempre, ricordati, non dovrai toglierlo mai! – e le allacciai un collarino di cuoio, con una “N” come medaglietta.
– E’ per far sapere a tutti a chi appartieni: non dimenticarlo mai! –
Ora la osservo, mentre se ne sta accucciata ai miei piedi: sono passati alcuni mesi, ma è davvero brava e affettuosa. E’ entrata a far parte della famiglia, pur essendo solo mia, e all’occorrenza gioca con i miei amici. Questa è una di quelle sere in cui riceverò una visita da un amico e voglio premiarla con un regalino…

Continua… Mi preparo per la visita che sto per ricevere: doccia e olio profumato per il corpo.
La cagnolina dorme sul tappeto ai piedi del mio letto.
Mi vesto e trucco; raccolgo i capelli sulla nuca e scelgo con cura le scarpe: un magnifico paio di decolleté blu Cina, con decori argentati luccicanti e tacco 12.
Le indosso e ne guardo allo specchio l’effetto: la linea delle gambe non è niente male. Sollevo leggermente l’orlo della gonna per ammirarle meglio: le calze di seta nera fanno risaltare la pelle bianca della coscia.
Suonano alla porta: la cagnolina si tira su ed abbaia.
– Vai le dico, è arrivato. – Corre davanti a me e si ferma all’ingresso: la apro e lei abbaia di nuovo, scodinzolando.
– Maurizio… – dico, con sorriso che sa di miele – Buona sera cara – risponde, e si avvicina posando le labbra sulle mie.
Lo faccio accomodare e la cagnolina ci scodinzola attorno.
Passiamo la serata cenando e bevendo vino: la cucciola mangia vicino a noi nella sua ciotolina. Poi ci spostiamo sul divano, per gustarci dell’Armagnac.
Mi siedo vicino a lui, molto vicino’. Maurizio si strofina su di me e mi bacia collo e spalle. Io gli strofino un piede sulla gamba.
– Vuoi giocare? – gli sussurro sorridendo – Certo’ – risponde, respirandomi dentro l’orecchio.
Mi stacco e scivolo un po’ indietro, lui si adagia sul divano. Gli risalgo col piede lungo la gamba e mi fermo fra le sue, sfiorando l’evidente erezione con la decolleté. Maurizio mi accarezza, il collo del piede la caviglia, con tocchi dolci… Prolungati’ Io insisto con la punta della scarpa attorno alla sua zip.
Lui si gode per un po’ il mio toccare, per poi scollarsi ed inginocchiarsi a terra. Mi toglie la decolleté e mi prende il piede fra le mani: se lo porta alla bocca e lo bacia ed inizia a risalire con le dita lungo la gamba, fino ad arrivare alla calza.
La tira giù lentamente, seguendone il percorso con le labbra. Passa poi all’altra gamba e ripete la cosa: rimane con il mio piede nudo in mano. Lo porta alla bocca, lo bacia e ne lecca il collo, poi mi succhia le dita, una ad una. Io gli apro i pantaloni, facendo ergere il suo membro: una goccia di liquido chiaro ne lucida la cima.
Maurizio si adagia sul tappeto, davanti ai miei piedi ed io prendo a massaggiarlo con questi. Glielo prendo fra i piedi e ce lo faccio ruotare in mezzo, mentre con le dita gli percorro la lunghezza, dalla punta alla base dell’asta e giocherello con i testicoli.
Maurizio geme: sento che la sua erezione si fa sempre più intensa. Lo sego sempre tenendolo con i piedi.
– Piccola? Vieni qui! – chiamo: la cucciola arriva scodinzolando.
– Bene, piccolina, vieni a giocare con la tua padrona –
– Se farai la brava avrai un premio – le dico e lei reclina la testa, guardandomi con i suoi occhioni adoranti ed emettendo un piccolo uggiolato.
– Forza, gioca con lui – le faccio.
La cucciola non se lo fa ripetere: si avvicina al membro eretto di Maurizio e prende a lapparlo, con la lingua umida. Veloci colpetti sulla cappella, alternati a leccate più lunghe, mentre io continuo a giocare con i testicoli. Li muovo con le dita dei piedi, poi li schiaccio leggermente: Maurizio geme’ La cucciola lo prende in bocca e inizia a succhiarlo più a fondo, mentre io continuo a schiacciare i suoi testicoli a terra e lui a gemere dal piacere datogli dal dolore. Andiamo avanti così per un po’: lei succhiando e leccando sempre più velocemente ed io pestandogli i testicoli con sempre più forza.
Quando mi rendo conto che il piacere inizia a montare in lui prepotente, mi fermo.
– Vuoi una fighetta ora? Si? Vero? – lo stuzzico.
– mmm’ si, ti prego – riesce a dirmi.
– Va bene, vuol dire che solo per questa volta ti permetterò di montare la mia cagnetta. –
– Si, tutto quello che vuoi’ – mi risponde ansimando.
– Basta piccola, vieni dalla tua padrona ora. – le faccio.
La cagnetta avanza fino a me e si posiziona con la testa fra le mie gambe: non porto biancheria e la sua lingua arriva direttamente a contatto con la vulva. Inizia a lappare con cura, mentre Maurizio si porta dietro di lei, le alza la coda e la penetra deciso.
La cagnetta emette un uggiolato di piacere e affonda di più il musetto fra le mie labbra: lui inizia a scoparla, muovendo leggermente la coda, in modo da sentire il plug ed il membro sfiorarsi, attraverso la tenera carne di lei.
La cagnetta emette mugolii di piacere.
Stendo la gamba e lui prende il mio piede e lo porta alla bocca: ad ogni affondo dentro la cucciola lecca e succhia con più voracità. Affonda con la lingua fra le dita, con lo stesso ritmo con cui affonda nella cagnolina e dando lo stesso ritmo anche alla lingua di lei.
Veniamo tutti e tre insieme: lui nella figa della cucciola e io nella bocca di lei.
Rimane stremata, accucciata ai miei piedi. L’accarezzo dolcemente e la copro con una copertina, per lasciarla riposare.

Fine

Leave a Reply