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Racconti di Dominazione

LA CESSIONE

By 19 Marzo 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

La mia padrona &egrave una donna di una certa età che in passato ha fatto la prostituta e poi ha beneficiato di una ricca eredità lasciatele da un vecchio e ricco imprenditore che era stato suo cliente abituale e che alla morte l’aveva nominata nel suo testamento. Ero lo schiavo di Silvana,questo il suo nome,da quattro anni,passavo tutti i fine settimana nel suo appartamento in centro e la servivo in tutto,ne ero il trastullo sessuale ma anche un compagno,un amante sotto molti aspetti, l’accompagnavo al teatro,a fare shopping,in vacanza,ecc. Al compimento dei sessantenni però Silvana volle farsi un bel regalo:assieme ad un’amica si sarebbe trasferita in Brasile per sei mesi,vivendo in una casa sulla spiaggia che avevano affittato. A causa dei mie impegni lavorativo non potevo seguirla per così tanto tempo,quindi dovemmo separarci,almeno momentaneamente. Sapendo che avrei finito per tradirla con altre donne,amiche o mistress conosciute in internet,Silvana pensò di ‘cedermi’ad un’altra padrona. Al suo ritorno dal Brasile però mi avrebbe ‘riscattato’ per riprendere la nostra abituale relazione. Me ne parlò a lungo(all’inizio ero contrario) ed io accettai,intimorito, ma anche eccitato all’idea di essere considerato un oggetto da condividere con altre padrone. Inoltre Silvana aveva deciso in questo modo ed io non potevo certo contraddirla,avendo sempre fatto quello che lei voleva negli ultimi anni. Seguirono quindi delle consultazioni in rete ed annunci su siti web e riviste apposite. Si fecero vive varie persone,coppie,ecc. io non avevo alcuna possibilità di influenzare la scelta della mia padrona,ero tenuto all’oscuro degli scambi epistolari e telefonate che faceva, speravano solo che fosse una donna come lei:austera,bella(Silvana &egrave bellissima),matura e gentile e crudele come la mia padrona sapeva essere. A pochi giorni dalla sua partenza Silvana mi chiamò e mi disse che aveva trovato l’accordo con una certa Milena e che mi avrebbe portato nella mia nuova ‘Casa’ a fare conoscenza con la mia futura padrona l’indomani,il sabato. Andammo in macchina e Silvana doveva essere stata lì in precedenza perché si muoveva con rapidità e senza problemi. Parcheggiammo in un posto riservato,la porta dell’ingresso(si trattava di un condominio)era aperta,entrammo,salimmo fino all’ultimo piano e Silvana raccolse la chiave sotto lo zerbino e mi fece entrare. Mi condusse in una stanza stretta,bassa,una specie di sottoscala,dove c’erano un materasso per terra,un divano piuttosto piccolo e una stufa elettrica.
‘Spogliati’ ordinò la padrona.
Lo feci rapidamente e Silvana mi dette le catenelle per i capezzoli che tengo sempre nelle serate che lei ha voglia di fare del sesso. Me le misi e restai in attesa.
‘La tua nuova padrona arriverà fra poco. Mi ha detto che devi metterti questo ‘ e mi dette un copricapo di pelle che copriva gli occhi ‘ Noi ci salutiamo. Quando tornerò dal Brasile tornerai a casa mia. Perché tu sei il mio schiavo. Chiaro?’
‘Sì Padrona’
‘Ma per il momento la tua padrona sarà Milena,le devi obbedienza.Ho già stabilito tutto io. Conosce i tuoi limiti e li rispetterà. Non preoccuparti.’
‘Mi fido di lei padrona, so che lei ha deciso per il mio meglio.’
‘Bravo, non vorrei mai che ti capitasse qualcosa di spiacevole. Tu mi appartieni e voglio passare ancora molto tempo con te.’
‘Grazie padrona,le sono grato’
Mi accarezzò e proseguì:
‘Comunque dovrai rispetto a Milena e alle sue amiche,ti tratteranno da schiavo ma nei modi che abbiamo stabilito.’
‘Grazie ancora padrona. Si diverta in vacanza. Mi pensi qualche volta. Addio’
‘Addio,piccolo mio. Verrò a riprenderti ad agosto come previsto.’
Mi dette un piccolo bacio sulla bocca e se ne andò.
Indossai il copricapo e qualche lacrima mi bagnò gli occhi pensando che la mia padrona Silvana se ne andava e non l’avrei rivista per sei lunghissimi mesi.

Rimasi nella stanza al buio,nudo per un paio d’ore. La stufa per fortuna era accesa e faceva caldo. Alla fine la porta si aprì e qualcuno entrò nella stanza. Un ticchettio pesante ma languido mi raggiunse e un mano mi prese la testa. Milena, deglutii, la mia nuova padrona.Doveva essere nuda o quasi perché sentivo un pungente odore di carne e un profumo da donna penetrante, caldo molto pesante.
‘Così tu sei lo schiavetto della mia amica Silvana, bene bene, non sei male, ti avevo visto in foto ma dal vivo sembri migliore”
Aveva un voce molto bassa,roca, con un forte accento spagnolo. Passò la sua mano sul mio volto. Per rispetto e segno di buona disposizione le bacia timidamente le dita.
Lei sorrise e disse:
‘Bene schiavetto, capiamoci:qui comandiamo io e le mie amiche, tu farai quello che vogliamo che tu faccia. Punto e basta. Capito?’
‘Sì’
‘Sì, come,schiavetto?’
‘Sì padrona Milena’
‘Bene. Con Silvana abbiamo concordato tutto,i tuoi limiti. Ma so che sei bravo a tenere in ordine la casa e fare da mangiare. Lo farai anche qui.’
‘Certo,padrona Milena’
‘Inoltre so che sei abile con la lingua, che hai baci bene gli stivali e i piedi,sai fare qualche massaggio, niente di che mi hanno detto,peccato, ma meglio di niente’e che hai il buchetto posteriore dilatato,giusto?’
‘Sì. La padrona Silvana usava spesso lo strap-on su di me.’
‘Meglio,&egrave un aspetto importante questo. Decisivo direi. Adesso ti metterò subito alla prova. Qui &egrave importante che tu sia abile e che tu mi faccia godere,altrimenti partiremo col piede sbagliato. Voglio vedere come te la cavi,poi ti userò per i tuoi compiti di schiavo di casa, dovrai pulire e mettere ogni cosa al suo posto. Sarà un lavoro lungo vedrai”
‘Grazie,padrona Milena per l’onore che mi fai”
‘Bene, così si parla. Comunque dicevo:ora voglio saggiarti’ Mi afferrò per la collana dei capezzoli e mi strattonò verso il divano. Lei si sedette e io fui addomesticato ai suoi piedi.
‘Cominciamo, leccami gli stivali e poi lentamente sali su’
Al buio afferrai la punta degli stivali,appoggiai il mio volto ad essi,tirai fuori la lingua e inizia a leccare. Baciai e leccai. Milena ogni tanto mi rifilava qualche leggerò schiaffo sul culo esposto e diceva:
‘Bravo,schiavetto,lecca e bacia,da bravo..!’
dopo un po’ iniziai a salire con la bocca lungo la gamba. Milena mi incoraggiò e mi trovai a baciare la sua pelle. Era ruvida e dall’odore pungente. Pensai che fosse una donna matura, sulla cinquantina, come quelle che piacevano a me. Audacemente arrivai a baciarle le cosce all’interno vicino alle sue mutandine. Milena non mi faceva segno di smettere, anzi mi spingeva lentamente verso il centro. Così mi lanciai e portai la mia bocca sulla stoffa delle mutandine. Con sorpresa mi ritrovai a premere le mie labbra su qualcosa di gonfio. Milena mi afferrò la testa con forza mi strappò il copricapo. Mi ritrovai davanti ad una creatura dalla pelle scura, un seno piccolo ma con due capezzoli dritti, e un cazzo che spuntava da sotto la stoffa rosa.
‘Che mi dici schiavetto?Silvana non ti aveva avvertito vero?. Bella sorpresa!’
io ero senza parole. Non ci credevo e rimasi zitto.
Milena mi guardò e poi mi mollò un ceffone che mi girò la faccia da una parte. Mi riprese la testa con forza e disse:
‘Che c’&egrave non ti va bene? Guarda che non puoi più tirarti indietro. Ho già concordato e Silvana non ritornerà a riscattarti fino ad agosto. Sappi,che in base ai nostri accordi,se non farai lo schiavo per me e le mie amiche,lei non ti riprenderà più. Pensa alle conseguenze!’
Rimasi ancora in silenzio. Un trans. Silvana mi aveva ceduto ad un trans. Non potevo crederci. Ma non avevo molto tempo per pensare. L’idea che la mia padrona Silvana, la donna della mia vita, non mi avrebbe più voluto vedere se io non avessi ceduto a Milena,mi tolse ogni possibilità di scelta. Non avrei mai potuto rinunciare a Silvana. Il mio sogno era sposarla e lei un paio di volte mi aveva detto che l’avrebbe fatto prima o poi.
Milena mi mollò un altro schiaffone e mi disse:
‘Allora, schiavetto, che fai? Vuoi andartene oppure starai ai patti e sarai un buono schiavo”
‘Sì’dissi infine, annuendo serio.
‘Bene!Inizia allora, ciucciami l’uccello e bada di farlo bene”
La guardai un attimo. Il volto di Milena non era affatto bello, i tratti erano piuttosto duri, da maschio, anche se aveva capelli ricci molto lunghi e labbra carnose,grosse e dipinte di rosa. La pelle era segnata dall’acne e il seno come ho detto era piccolo(quello di Silvana per quanto cascante &egrave pesante,dolce, abbondante), non la trovavo eccitante ma le mie possibilità di scelta come ricordavo erano nulle. Mi chinai sul quel cazzo e lo presi in bocca. Avevo già fatto qualche pompino ad amici di Silvana, ma non mi piaceva e non ero neppure bravo. Mentre aveva spompinato a lungo il dildo di gomma che Silvana si metteva quando voleva scoparmi.
Il cazzo di Milena aveva un sapore rustico,deciso. Pelle, sale. Cercai di fare del mio meglio passando le labbra sulla cappella e prendendolo in bocca. Subito divenne grosso. Mi usciva dalle labbra e non riuscivo a rinfilarlo. Milena mi teneva i capelli e mi spingeva su quell’affare. Io riprendevo ma più cresceva più mi usciva.
‘Non sei molto bravo, schiavetto. Devi fare meglio,devi imparare a alla svelta. I pompini saranno una delle tue attività principali qua dentro”
Io mi impegnavo ma quel ‘mostro’ era indomabile. Quando fu dritto al massimo, Milena mi afferrò il mento e prese a sbattermelo sul naso, le gote,le labbra, gli occhi.
‘Butta in fuori le labbra, schiavetto’ obbedivo e lei mi sbatteva il cazzo sulle labbra e sui denti.
‘Succhia ora, avanti, per bene!’
Io ci provavo ma era difficile per me tenere quella roba in bocca e fare un lavoro decente, non mi entrava.
‘Sei uno strazio..’si spazientì e prese a sculacciarmi sonoramente.
‘Così impari,schiavetto pasticcione e inadatto’
io provai a leccarle le palle e leccare l’asta lubrificandola al massimo ma quell’affare non ne voleva proprio di stare dentro la mia bocca.
‘Andiamo,più ..più’allarga quella cazzo di bocca da schiavo,prendilo dentro!’
Mi prese il naso e lo chiuse,allargai la bocca la massimo e quel cazzo mi si ficcò dentro fino alla gola. Mi sentii soffocato e le feci cenno di lasciarmi.ma lei non lo fece.
‘Ascolta,adesso ti concedo farne uscire un po’, ma non tutto la cappella deve rimanere fra le tue labbra, se ilo mio cazzo uscirà del tutto dalla tua bocca di schiavo ti frusterò per due ore di seguito. Capitò?’
Mugolai di sì e Milena mi mollò. Feci scivolare l’asta fuori dalla bocca ma tenni le labbra sulla cappella:
‘Ciuccia, schiavo!’
mi dedicai alla cappella della padrona e la baciai a lungo e piano piano iniziai a riprenderlo in bocca.
‘Bravo,vedo che stai migliorando’
lentamente riuscii a fare un pompino decente, avvolgevo le mie labbra intorno alla carne mi recavo strada un pochino per volta. Riuscii quasi a prenderlo tutto. Dopo un po’ che andavo avanti così la mia bocca divenne sempre più elastica e la porzione di cazzo di Milena dentro di me aumentava. Con esso il suo piacere.
‘bene, stai facendo progressi, schiavetto,continua così che la tua padrona finalmente riceve piacere da te..’
Spompinavo sempre più forte e accogliendolo quasi tutta la verga della padrona. Così iniziai ad aumentare il ritmo.
‘Bravo schiavetto, così va bene, così mi piace,avanti,fammi godere,troietta!’
Quando sentii che stava per venire me lo tolsi di bocca e lo presi in mano ma Milena mi afferrò per la testa e urlò:
‘Dove credi di andare? Tu adesso ti prendi tutta la mia sborra in bocca come una brava puttanella come sei,che credi che mi accontenti di un pompino di merda come questo?’
Ripresi a spompinare e Milena mi tenne le due mani sulla nuca per evitare che mi divincolassi, quando venne sentii un vulcano che mi esplodeva in bocca e un liquido denso e caldissimo riempirmi. Non era la prima volta che avevo a che fare con la sborra ma avevo sempre ripulito dei cazzi e mai ne avevo preso in bocca. Soffocavo. Milena se me accorse e mi dette una spinta per allontanarmi. Sputò il resto della sborra sul pavimento mentre io cercavo di buttare giù tutto. Era difficile. Finita che ebbe di masturbarmi. Disse:
‘Questa &egrave stata la prima volta e passi. Devi migliorarti nell’arte ma ne avrai tempo e modo. Inoltre non voglio che ilo mio seme di padrona vada per terra,deve finire sempre o nella tua bocca e sul tuo corpo. Raccoglilo dal pavimento con la lingua e assaporalo bene, sarà la cosa che berrai di più qua dentro, &egrave più facile se te lo fai piacere. infine ringraziami sempre quando ti do l’onore di farmi un pompino, schiavo di merda. Ora io me ne vado, tornerò a notte fonda. Tu puoi farti una doccia, ho delle coperte di là,prendile, dormirai qui. Voglio che tu metta in ordine, pulisca tutte le stanze e domani mattina mi sveglierai alle una, farai altri lavoretti che ti dirò e poi quello che mi passerà per la testa. Domani sera te ne andrai e ci rivedremo il venerdì pomeriggio dopo il lavoro; come facevi con la padrona Silvana.Capito tutto?’
‘Sì’
‘Bene, ti lascio. &egrave ovvio che se te ne vai andrai incontro alla punizione della tua padrona Silvana come abbiamo detto. Bene. A domani mattina, allora?’
‘Sì,padrona Milena.’
‘E?’
‘E grazie per il pompino, padrona’
‘Bene schiavetto, penso che ci troveremo bene insieme.’
Detto ciò uscì dalla stanza.

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