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Racconti di Dominazione

LA COLLEGA DI MIA MADRE SI RIVELA UNA GRAN MAIALA

By 8 Agosto 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

E’ successo molti anni fa. Avevo appena iniziato l’università ed ero tornato per le vacanze nella mia città. In una libreria incontrai Stefania. Stefania insegnava al Liceo ed era stata collega di mia madre. Poco sopra i quaranta, aveva capelli a caschetto neri, labbra carnose e un paio di tette enormi. Quel giorno mi si avvicinò, si tolse gli occhiali e appoggiò una delle stanghette alla sua bella bocca con un gesto molto sensuale. Si informò sul libro che stavo cercando e che secondo il libraio era fuori commercio. “Se vuoi te lo presto io” disse “sono quasi sicura di averlo.” Mi dette appuntamento a casa sua per il pomeriggio successivo.
Abitava in una bellissima casa nel centro storico, molto fresca rispetto al gran caldo che faceva fuori. Mi accolse con un vestito nero, grandi orecchini e una scollatura con vista sul grande seno abbronzato. Mi fece sedere su una poltrona in soggiorno e mi offrì un tè freddo alla pesca. Parlammo di libri e di vacanze. Mentre andava a prendermi il libro, notai che da un cesto di vimini sbucava in bella vista un libro ‘Centouno modi per farlo impazzire a letto”. Quando tornò con il libro, avevo un’erezione spaventosa che si vedeva anche sotto i pantaloni. Ci lasciammo con la promessa di rivederci, e in effetti andai a trovarla quasi tutti i giorni. Un tardo pomeriggio eravamo seduti molto vicini. Presi finalmente coraggio e le detti un bacio sulla bocca.
Lei chiuse gli occhi con soddisfazione”Puoi anche rifarlo se vuoi”.
Allora mi misi a slinguarla in bocca con passione e iniziai timidamente a toccarle le tette. Erano davvero impressionanti, grandi e ancora sode.
“Mmmhhh’.aspetta’.non adesso’vediamoci domani sera, mio marito sarà via per lavoro.”
La sera successiva mi accolse ancora più in tiro, vestito nero legato in vita con una catenina, sabot neri di pelle col tacco alto.
Portò nel patio una bottiglia di vino bianco. Io l’abbracciai con impazienza e iniziai a passarle la lingua sul collo e dietro le orecchie. Sentivo i brividi sulla sua pelle e l’odore dell’eccitazione che montava. “Piano’.che’che direbbe tua mamma se lo sapesse..” Accennò a una debole resistenza ma nel frattempo ero già riuscito a scoprirle una delle sue tette monumentali e la ciucciavo con foga. “Non qui’vieni’andiamo fuori”
Mi prese per mano e mi portò in giardino. La troia aveva preparato un’alcova all’aperto con due materassini di stoffa e delle candele profumate. “Qui nessuno ci può vedere” mi disse inginocchiandosi sul materassino. Io ripresi il lavoro sulle sue tette e nel frattempo le misi la mano sul mio cazzo, che lei non tardò a tirare fuori.
“Prendilo in bocca, voglio vedere il mio cazzo nella tua bella bocca rossa..” Lei non si fece pregare e inizio a far correre bocca e lingua lungo tutto il cazzo dalla cappella ai coglioni.
“Mmmm’.Che bel cazzo giovane’non speravo in un’estate così fortunata”.
Nessuna ragazza mi aveva mai spompinato così bene. Intanto io le torturavo i capezzoli e giocavo con le sue fantastiche tette. Tirai fuori dalla sua bocca il cazzo lucido e impregnato di saliva.
“Togliti le mutande, zoccola, sennò te le strappo”.
La misi sdraiata di fianco. “Brava, così’apriti la fica da sola che così ti scopo per bene..”
Si teneva le chiappe aperte mentre io le infilavo e ritiravo completamente il cazzo nella fica.
“aahhh’fottimi’.così’.”
“ti piace scoparti il figlio della tua collega, eh, cagnetta? Scommetto che era da un sacco che ne avevi voglia’.”
“sì’.è vero’.aahhh’.sognavo che tu mi prendessi con forza’continua ti prego’fammi godere”
Aumentando i colpi la presi per i capelli e le infilai la lingua in bocca, lasciando che la mia saliva le colasse sul viso’
“adesso girati, voglio sentire le tue tettone..e che tu mi veda bene quando ti schizzerò addosso'”
Inserii il mio cazzo tra le sue tette umide di sudore e iniziai a strofinarlo.
“Brava, così’e leccalo quando arriva in cima’quest’estate ti disseterai con il mio sperma, lo sai vero?”
“Sì, vienimi in bocca’ti prometto che berrò tutto'”
Le schizzai copiosamente su lingua e labbra. Poi finì di ripulirmi il cazzo con la bocca e spalmandoselo sulle tette. ..(continua) Ormai andavo da Stefania quasi tutti i giorni. Lei era in vacanza dalla scuola ma non lasciava la città per impegni di lavoro del marito, credo. Talvolta non la chiamavo neppure al telefono, prima di andare, mi presentavo direttamente a casa sua già eccitato.
Una mattina arrivai che c’era ancora la donna delle pulizie. Stefania era molto imbarazzata ma sempre impeccabile con i suoi occhiali da professoressa e la scollatura in bella vista.
Ci mettemmo nel suo studio, che era in una specie di mezzanino rialzato ma non completamente isolato dalla vista del piano di sotto.
“Torna questo pomeriggio” mi pregò “adesso non posso…”
“E dai, guarda come sono eccitato…non posso tornare a casa in questo stato…poi mi toccherebbe spiegare a mia mamma…non sarebbe una buona idea vero?”
Intanto avevo tirato fuori il cazzo e avevo iniziato a strofinarglielo sul collo e sulle guance.
“Bastardo, lo sai che a questo cazzo non so resistere…” se ne mise in bocca una buona metà umettandolo per bene..
“Marcella” si rivolse alla donna delle pulizie, senza smettere di smanettarmi il cazzo “può andare, non si preoccupi, mi arrangio io per il resto…”
La donna obbedì senza convinzione “D’accordo signora. Ci vediamo domani”.
Mi misi a sedere sulla poltrona e mi tirai giù pantaloni e slip.
“Dovrò farti venire in fretta” mi avvisò maliziosa “mio marito sta per rientrare e devo ancora preparargli da mangiare..”
“Brava, mangia tu intanto…”
Iniziò a leccarmi dal buco del culo per passare alle palle e poi al cazzo dalla base alla punta.
“Così, bene, leccami tutto…”
“Hmm….che voglia avrei di sentirmelo dentro la fica..”
“Zoccola…vuoi che ti sbatta in bagno mentre tuo marito pranza in cucina? Scommetto che quel cornuto sarebbe anche capace di non accorgersene..”
Ma lei era troppo concentrata a scivolare con la bocca su e giù sul mio cazzo come un’indemoniata, infilandoselo in bocca fino alla base..
“Così….svuotamelo per bene…”Le tenni la testa ben ferma con una mano mentre le schizzavo in bocca.
“Mmm….che buon antipasto…”
Le strofinai il cazzo bagnato sulla faccia e sul collo.
“Così tuo marito ti trova con un bel profumo di sperma sulla pelle… ti eccita, vero?”
“Sì….mi fai sentire una vera maiala…”
Un’altra volta le stavo succhiando le tette in soggiorno quando una vicina la chiamò da un’altra finestra del cortile interno. Lei si ricompose alla bell’e meglio e andò alla finestra.
Dopo un po’ io mi accucciai sotto di lei e iniziai a sditalinarle la fica. Poi passai a leccarle le labbra della vagina e contemporaneamente re un dito nel suo culo stretto e (così diceva) vergine.
Lei cercava di scacciarmi ma era scossa da brividi di godimento e le sue risposte alla vicina erano poco più che monosillabi. Con un po’ di fatica a un certo punto riuscii a farla chinare leggermente e a infilarle il cazzo da sotto, sempre in modo che la vicina non mi vedesse.
“Ti…ti devo salutare” congedò frettolosamente la vicina “ho parecchio lavoro arretrato da sbrigare per la scuola…”
“Porco…” mi sussurrò inginocchiandosi sotto la finestra “mi farai sfigurare con il vicinato…”
“E’ tempo che ti conoscano per la troia che sei…allarga bene le cosce che voglio fartelo sentire tutto fino in gola…”
“ahhh….sììììì…..” ansimava come una bestia in calore “dammelo ragazzo mio…ancora…fottimi come una vera zoccola…”
Aveva fatto una pozza per terra da quanto sbrodolava.
“Dai che stavolta ti sborro tutto dentro…”
“ahhh…no….aspetta….non è sicuro…ohhh…godoo….” La collega di mia mamma si rivela una gran troia 3

Continuai ad andare a trovare Elena per quasi tutta l’estate. La sua casa era vicino alla biblioteca dove andavo a studiare. Ogni tanto facevo una pausa durante lo studio, lasciavo i libri sul tavolo e andavo direttamente a casa sua. Qualche volta se stava per uscire o se aspettava il ritorno del marito faceva un po’ di resistenza, ma poi cedeva sempre. La donna delle pulizie ormai si era abituata a vedermi arrivare e sicuramente aveva capito tutto. Stefania allora la mandava a fare la spesa o a pulire il garage ma spesso lei tornava mentre lei mi stava spompinando o mentre stavamo scopando. Ci mettevamo nel mezzanino al piano di sopra, dove Stefania teneva sempre pronti dei cuscini dove si metteva in ginocchio a prendermi il cazzo in bocca. Io mi mettevo in piedi con i calzoni calati ‘Brava la mia troia, succhiami per bene’ scommetto che mi stavi aspettando..’
‘Sì, dovevo uscire con una mia amica ma poi le ho detto che sarebbe venuto un mio giovane amico a portarmi del gelato buonissimo’.’
‘E brava, fammi pubblicità con le amiche’.fanno pompini bene come te?’
‘Mmmm’come .mi piace sentirmelo crescere in bocca”
‘Forza che devo tornare a studiare’dai con quella lingua”
‘Sì ma quand’è che mi scopi per davvero? Ho voglia di sentirmelo dentro’.’
‘Va bene, andiamo in camera”
‘No, in camera no’.lo sai che non si può”
‘E allora niente, spompinami e zitta’.’
‘Va bene, andiamo in camera’ma senza fare confusione ti prego’.’
Si stese sul letto vestita e si tirò su il vestito.
Le leccai le grandi tette e iniziò a mugolare’.
‘Basta’.scopami’non ce la faccio più”
La presi da davanti con le gambe alte.
‘Tieni’stai diventando sempre più vacca’sei la mia vacca vero? Dimmelo..’
‘Sì’sono la tua vacca”
‘Più forte, non ho sentito’guarda che lo tiro fuori e me ne vado..’
‘No, ti prego dammelo’.così’.a fondo’.è così che lo volevo’sono la tua vacca, sono la tua maiala”
‘Alza il culo, maiala, che adesso te lo faccio sentire per bene’.’
Stringendole il culo con le mani iniziai a tirare il cazzo dentro e fuori completamente mordendole anche un capezzolo.
‘Aaaa’.come mi fai godere porco’vengoo’
‘Anch.io’.’
‘No’.stavolta non venire dentro ti prego’.’
Lo tirai fuori in tempo per schizzarle abbondantemente in faccia, mentre lei allungava la lingua per impedire che lo sperma finisse sul cuscino del letto coniugale’
Un’altra mattina arrivai quasi all’ora di pranzo.
‘E va bene, vieni. Ti apro la porta dietro, perché sono in cucina’
Entrai dalla porta di servizio mentre lei era ai fornelli col grembiule.
La colsi quasi di sorpresa abbracciandola da dietro.
‘Mmm’che fai di buono per quel cornuto di tuo marito?’
‘E dai smettila’.’ mi respinse debolmente.
Ma ormai la stringevo e le avevo infilato una mano sotto la gonna. Le calai le mutande e la spinsi verso il bancone.
‘no, ti prego’mio marito può arrivare da un momento all’altro..’
‘E che problema c’è, mica entrerà dalla porta di servizio”
Mi tirai fuori il cazzo e iniziai a srofinarglielo sulla fica.
‘Piano’aspetta’sennò si brucia tutto’
Abbassò il fuoco della pentola.
Le misi una mano sulla bocca e l’appoggiai di nuovo al bancone.
‘E brava mogliettina, dai che anche oggi hai fatto il tuo dovere’allarga bene le cosce”
Stefania aveva smesso di fare resistenza e muoveva il culo per venire incontro al mio cazzo.
‘Mmmm’sììì’.daiii”
Spingevo sempre più forte con colpi secchi e ravvicinati, finché si appoggiò col busto sul bancone.
Ne approfittai per slinguarle la fica che gocciolava di muco.
‘Cazzo come sei fradicia’.altro che bel pranzetto”
‘Rimettilo dentro, ti prego’sto per godere”
‘E io, dove vuoi che venga?’
‘Non dentro, per favore’.e neanche in faccia, che poi non faccio in tempo a lavarmi’in bocca, se vuoi”
‘Zoccola, lo vorresti in bocca, eh’invece ti schizzo sul culo stavolta”
Uscii e le spruzzai sulle chiappe e sulle gambe.
Lei si asciugò con uno straccio e mi congedò in fretta e furia dopo un bacio pieno di lussuria..il marito sarebbe arrivato di lì a pochi minuti(continua)

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