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Racconti di Dominazione

la gita del quinto

By 6 Aprile 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

In gita del quinto

Secondo giorno

Ciao a tutti siamo partiti per la gita del quinto e siamo andati in spagna, in classe non ho amiche,mi odiano dicono che sono montata e dovrei avere una bella lezione, in verità sono invidiose perche sono bella, faccio la modella, e tutti i ragazzi della scuola mi vengono dietro, ma la più odiosa di tutte &egrave Paola, non mi può vedere, in gita io ho colto l’occasione per fami scopare da un ragazzo di un’altra classe che mi piaceva molto, l’ho atto venire nella mia camera e li ho fatto tutto, il giorno dopo, lui che era molto amico di Paola, le ha raccontato tutto, e Paola, con la quale non avevo mai avuto dialogo, mi h salutata nel corridoio dell’albergo, poi mi ha invitata ad andare in camera sua la sera stessa che stava organizzando una serata in camera anche con altre ragazze, io ho accettato ma mi sembrava troppo strano, con lei soprattutto non ero mai andata d’accordo, la sera alle nove mi presento da lei, mi fa entrare ed era sola, le ho chiesto dove fossero le altre e lei mi ha risposto che sarebbero arrivate presto, poi si &egrave seduta sul letto e mi ha detto:
– ti piace Alex vero?-
e io:
– si mi piace perché?
– ho saputo che ieri sera vi siete divertiti in camera tua, ti sei fatta rompere vero porca?-
Io sono rimasta di stucco e sono diventata rossa come faceva a saperlo lei? E poi questa confidenza non gliel’avevo mai data.
Quando ha visto che non rispondevo ha cambiato il tono di voce, &egrave diventata più autoritaria e mi ha detto:
-tanto so tutto, me lo ha detto Alex che fai dei pompini da troia, e che ti piace il cazzo, allora Michela ti piace davvero il cazzo, ho sempre pensato che eri una puttanella, altrimenti non ti piacerebbe fare la modella-.
Io ero rossa e mi sono incazzata, le ho detto come si permetteva e che lei era una puttana no io.
Lei allora mi ha presa da un braccio e mi ha detto:
– se non vuoi che quando torniamo lo dico al tuo ragazzo devi fare quello che voglio-
io ho avuto paura e mi sono calmata subito e l’ho pregata di non dire niente al mio ragazzo, ma lei non voleva sentire storie e alla fine le ho chiesto cosa voleva da me, e lei mi ha risposto:
– voglio che mi supplichi e che mi baci i piedi, se fai questo non dico niente, tanto fai la modella e sei abituata a leccare i piedi alla gente, forza muoviti che non voglio stare qua tutta la sera con te-.
Io in un primo momento le ho risposto che era pazza e non avrei mai fatto una cosa simile, ma dopo due minuti mi sono inginocchiata e lei era seduta sulla sfonda del letto, aveva gli stivali, me li ha fatti sfilare uno la volta e poi aveva dei calzettoni sotto, erano di spugna neri, quando li ho tirati lei aveva i piedi sudati e le si erano attaccata la peluria nera delle calze che faceva sembrare i piedi sporchi, lei mi ha detto di muovermi a leccarli prima che si asciugassero, io le ho risposto che dovevo solo baciarglieli e lei mi ha risposto che era lei che decideva e che dovevo leccarglieli, allora ho iniziato a leccarli, poi lei ne ha alzato subito uno e mi ha detto di leccarle la pianta, io ho obbedito, mi sentivo cosi umiliata che volevo sprofondare, mi vergognavo un sacco, ma sentivo le mutandine bagnate, mentre lei commentava con parole offensive e mi diceva che non avevo il cervello ma la lingua la sapevo usare bene, che la modella era il mio giusto futuro e che ero solo una troia da scopare, poi mi ha detto che tutti dicevano che ero brava a fare pompe e di farle una pompa con le dita dei piedi, e di leccarle in mezzo e di ripulirle, io ho iniziato succhiare quelle dita come se fossero dei cazzi, vedevo che anche lei si eccitava, poi mentre leccavo un piede con l’altro mi strusciava sulla faccia, poi mi ha chiesto se mi stavo bagnando e io ho risposto di si, lei mi ha detto di togliermi i pantaloncini del pigiama e di darle le mie mutandine bagnate, mentre diceva questo, ho sentitop dei rumori che venivano dal bagno tipo risatina, ad un tratto si &egrave aperta la porta e con un telefonino le due amiche di Paola sono uscite e mi hanno fatta una foto e ridendo dicevano sei una troia, sei una troia, io sono diventata viola in viso e quasi mi usciva una lacrima ma loro ahho detto, ‘adesso lecchi anche i nostri di piedi troia tanto ti piace’ io stavo colando umori a nastro e ho dovuto accettare e leccare i piedi anche a loro che ridevano e starnazzavano e dicevano che ero la loro schiava la loro modella schiava, che ero una puttanella lecca piedi e che da oggi o abbassavo la cresta e mi davo meno arie o avrebbero fatto vedere le foto a tutti e avrebbero fatto vedere che razza di zoccola ero.

P.s.- se vi ho eccitati scrivetemelo e vi ricordo che i miei sono racconti veri micheleporcellina@libero.it ciao ciao.
terzo giorno

la sera dopo paola mi ha chiamata di nuovo, quella sera ci avevano concesso di uscire per la città ma paola non me lo ha concesso, ha detto che dovevo andare in camera sua, alle nove mi sono presentata, avevo un paio di jeans a vita bassa col perizoma che mi usciva fuori se mi sedevo, e una maglietta aderente.
Appena entrata paola mi ha salutata dicendomi “ciao troia stasera sei ancora la mia schiava”
mi ha fatta inginocchiare e mi ha detto
“tu sei abituata a leccare i piedi fai la modella quindi devi fare la troia con tutti, forza inizia a fare il tuo dovere” io mi sono piegata e ho iniziato a leccarglieli mentre lei mi umiliava dicendomi di leccare bene, ero tutta rossa in viso per la vergogna di quello che dovevo fare, ma mi piaceva, sentivo un calore alla fica, sentivo il perizoma che tirava dietro il sedere e usciva dai pantaloni, poi mi ha fatta sollevare la testa prendendomi dai capelli e mi ha messa una fascia sugli occhi per non farmi vedere niente, e mi ha detto di continuare e di salire sulle gambe con la lingua, ma era ruvida, aveva i peli delle gambe in ricrescita e sentivo pungere sulla lingua, poi ad un tratto ho sentito delle mani che mi sbottonavano i jeans, allora io ho alzato la testa e d’istinto ho chiesto chi era, ma paola spingendomi la testa di nuovo giù mi ha risposta che erano le altre due padrone e di stare zitta.
sentivo queste mani che mi tiravano giù i pantaloni e me li portavano alle ginocchia, poi ad una la volta mi hanno alzata le gambe e mi hanno sfilato i pantaloni, adesso ero con la maglietta e il perizoma tutto bagnato, e sentivo quelle mani che mi toccavano il sedere e il perizoma, poi mi sono entrate nel perizoma e un dito mi strusciava tra le grandi labbra, in quel momento ho sentito una colata lenta di liquami che mi scendeva, e sentivo un calore assurdo tra le gambe, quando ad un tratto sono saltata in aria quando ho lentito che le mani mi spostavano di lato il perizoma e una bocca si attaccava alla mia fica, e ho iniziato ad ansimare ad alta voce dei mugulii mmmmmmmaahh e sentivo questa lingua che mi entrava e usciva dalla fica, e insieme ad essaq ho sentito di colpo prima un dito e poi due che mi entravano e giravano dentro di me nella mia intimità, pensavo all’educazione che avevo ricevuto da piccola, a nascondere il mio intimo, io cosi puritana adesso stavo facendo vedere le mie viscere ad una mia compagna, le mie carni interne la parte di una ragazza che nessuno dovrebbe vedere, stavo diventando una puttana facevo vedere i miei liquidi ad un’altra ragazza, e mi sforzavo a trattenere l’orgasmo per non sentirmi una cagna nelle mani di quelle tre, per non ricevere l’umiliazione totale, per non dargli soddisfazione nel vedere che ero una puttana in calore e godevo per quel trattamento, ma quando ho sentito la bocca che con le labbra mi ha succhiato il clitoride, la ho fatto in tempo a gridare
“nooo” ma era troppo tardi, dalla mia fica &egrave partito un getto di umori e dopo il terzo schizzo, le convulsioni del godimento mi hanno ammosciata le gambe e sono caduta a terra con la pelle d’oca, e mi toccavo la fica.
ho sentito le risate di paola, che mi insultava in tutti i modi, mi diceva
“ti piace troia, schizzi cosi anche col tuo agente, perch&egrave sicuramente anche lui ti fotte come una troia”
poi mi ha fatta rimettere carponi e mi ha detto di continuare a leccarle i piedi, ho ripreso il mio lavoro, ma questa volta quelle mani mi hanno tirato giù il perizoma fradicio, e mi ha rimessa due dita dentro, poi non ho sentito niente, e mentre leccavo i piedi a paola ho sentito una cosa grossa e calda che spingeva sulla fica, ho realizzato di colpo quando &egrave enytrato tutto dentro, era un cazzo, ho cercato di dire
“chi &egrave? no…non volio…chi &egrave?”
ma nessuna voce paola mi diceva
“&egrave quello che ti piace, il cazzo”
e sentivo questo che mi scopava cosi forte che le palle sbattecano al mio corpo e si sentiva lo schioppo a ogni botta, ansimavo ad alta voce, stavo leccando i piedi a una mia compagna mentre qualcuno che non sapevo mi stava scopando, poi per tenermi le gambe aperta ha intrecciato i suoi piedi alle mie caviglie e io praticamente non potevo più chiudere le gambe, mi stava scopando come una puttana, poi &egrave uscito da me e dopo dei secondi &egrave rientrato, io non riuscivo a capire quante persone eravamo la, pensavo paola, le altre due e questo ragazzo, mentre mi &egrave rientrato nella fica e ha ripreso a scoparmi dandomi degli schiaffi sul sedere, man mano i colpi diventavano sempre più forti e veloci, sentivo il rumore dei liquidi dentro la mia fica e mentre mi scopava mi &egrave partito un altro orgasmo violento e ho schittato contro il cazzo che era dentro di me che di colpo &egrave uscito e mentre eruttavo dalla fica ha gridato
“ghodo troia che puttana che puttana godo puttana modella”
e ho sentito gli schizzi di sborra sul sedere e sulla maglietta, poi dopo un po &egrave rientrato, io non avevo riconosciuto neanche dalla voce chi fosse tanto ero stordita dalle bende, ho sentito che mi rientrava nella fica e io pensavo che questo aveva delle energie assurde, era appena venuto, e dopo un po ho sentito che riusciva dalla fica e mi schizzava sulle grandi labbra, poi ho sentito la voce di paola che mi diceva
“ti piace puttana? hai visto come piaci ai cazzi, perch&egrave tu sei carne per cazzi, ti faccio piacere io agli uomini troia guarda quanto sei puttana”
mi ha sfilato la fascia e mi sono resa conto che stavo leccando i piedi a uno dei gemelli della mia classe e mi sono vergognata, poi mi sono girata e dietro di me c’era l’altro gemello che rideva, e mi dicevano
dai michela adesso puliscicci un po i cazzi”, io mi sono alzata di colpo e con le lacrime agli occhi sono scappata nella mia stanza mentre mi lasciavo alle spalle le risate dei tre.

P.s.- per commenti di qualunque tipo scrivetemi a michelaporcellina@libero.it queste sono tutte storie vere ciao ciao.

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