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Racconti di Dominazione

La luce lilla

By 7 Agosto 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

La luce lilla, sfondo delle finestre della chat erotica in cui mi trovo, illumina la tastiera del PC e le mie mani. Sono arrivata qui per caso, cercando ‘chat gratis’ sul motore di ricerca: sono entrata con la curiosità di capire di cosa si parla in un posto come questo e ci sono rimasta perché ho incontrato persone, persone vere.
Una di queste mi incuriosisce in modo particolare: il suo nick è quasi sempre in cima alla lista ad indicare che trascorre lì molto tempo; le lettere del nome sono tutte maiuscole; partecipa raramente alle conversazioni pubbliche, ma quando vi partecipa, lo fa con interventi intelligenti, ironici, pungenti.
Una sera mi decido e lo clicco’. che delusione ! Tronfiaggine, fanatismo, autocelebrazione, egocentrismo: no, non è quello che cercavo.
Continuo a frequentare la chat, conosco tante persone, il mio nick ‘Donna’ ora è noto, ma non perdo mai di vista lui. Continuo a seguire i suoi interventi e non mi spiego tanta diversità di sembianze. Non so se lui, faccia la stessa cosa con me. Comunque, dopo qualche settimana, è lui a rivolgermi la parola, mi saluta, si mette in lista per avere un ‘privato’, decido di ritentare, ed è ancora sorpresa’. Ma, questa volta positiva, molto positiva. Scopro che esiste un suo clone: è lui che mi aveva così delusa ! Comunque, due persone della chat, non appena scoprono che lui mi ha cliccata, s’affrettano ad avvertirmi, in privato’ “Ehi’ Stai attenta a lui’ Anzi, MOLTO attenta’. E’ una persona pericolosa’ E poi, stai attento a quello che dici, perché lui ricorda tutto'” Questo loro comportamento mi stupisce tanto’ Ma, comunque non seguo i loro consigli. Ho una testolina per saper decidere di sbagliare da sola’ E, quindi, continuo a parlare con lui’
E ora parlo, parlo con quest’uomo che non conosco, parlo di cose delle quali non ho mai parlato con nessun altro uomo e la cosa mi prende, mi entusiasma, mi emoziona, mi eccita. All’inizio le solite cose’ “Da dove dgt ?” “Che lavoro fai ?” “sei single o sposato/a ?” Poi continuiamo a parlare del più e del meno; ma, comunque, continuo anche a seguire gli altri nick della chat’. Ma quello che mi dicevano “fiore” e “brother”, mi ronzava sempre in testa’. Mi chiedevo’. “Ma a me, non sembra che lui sia così come dicono loro’ O, forse, sarà una sua tattica ? Prima ti abbindola con belle parole’ e poi, come un crotalo, ti sferra il morso mortale ???” Boh’ non so cosa pensare’ Comunque, continuo a vederlo diverso, MOLTO diverso da come me lo descrivevano loro’
Qualche sera dopo, come al solito, c’incontrammo verso le dieci di sera… le solite chiacchiere, (comunque piacevoli) poi, il primo colpo di scena’ E’ notte fonda quando mi chiede cosa conosco riguardo al s/m. Posso solo rispondere ‘nulla’. Mi racconta, mi parla di cose che faccio fatica a capire, di giochi, di ruoli, pensieri opposti al mio mondo, al mio modo di pensare, ma che mi incuriosiscono. Quando mi chiede ‘Vuoi giocare con me ?’ esito, ma rispondo di sì. Giochiamo.
Le sue prime richieste mi stupiscono: mi invita a legarmi i seni strettamente con la cintura dell’accappatoio che indosso e poi a toccarmi, a masturbarmi secondo i ritmi che mi impone. Lo faccio, mi piace. La sera successiva, sempre verso l’una di notte, mi fa prendere delle mollette da bucato e mi dice di appuntarle sui miei seni. Ora le sue indicazioni suonano come ordini e pretende da me risposte precise, risposte di sottomissione: ‘si padrone’, ‘grazie padrone’. Rispondo ai suoi ordini, ma sento qualcosa di stonato: in me non c’è partecipazione. Ancora una volta mi fa masturbare, vengo violentemente con un pennarello infilato nella figa.
Per la settimana successiva mi assegna un compito: devo uscire di casa senza mutandine, indossando sempre la gonna, ed ogni giorno, in ufficio, alle 15.00, devo chiudermi in bagno e masturbarmi pensando a lui. Lo faccio per due giorni, poi smetto, mi annoia’. Glielo dico e temo di perderlo, ma non voglio fingere. Ma, mi stupisce la sua risposta. Tutto mi sarei aspettato meno che quello che mi dice. Le sue parole restano scolpite dentro di me: ‘L’uomo che userà la chiave giusta, che riuscirà a coinvolgerti emotivamente, che ti farà innamorare, otterrà da te tutto ciò che vorrà, molto più di ciò che ora pensi di poter dare’..’.
Smettiamo di giocare, ma non di parlare. Come d’accordo, non accenna più a discorsi che possano riguardare il s/m. Tutte le sere, sempre più a lungo, fino a quando un evento drammatico nella sua vita privata mi spinge a chiamarlo al cellulare. Non lo avevo mai fatto e non volevo che avesse il mio numero, ma l’affetto che nel frattempo è nato tra noi mi spinge a rompere con i miei schemi; sento la sua voce. Quando mi richiama l’emozione è fortissima. Il suono della sua voce diventa una piacevole abitudine. Ma non capisco gli altri due, “fiore” e “brother”, perché continuano a parlarmi male di lui. Nel frattempo, alcune “simpatie di chat” che avevo continuato “a coltivare”, procedono stancamente’ Anche se non glielo confesso, lui mi stà piacendo sempre di più’ Ma, lui, non so se ‘per fortuna’ o ‘purtroppo’, non se n’accorge’. Io continuo con le mie “simpatie di chat” e lui con la ricerca della sua schiava ideale’ Ma un giorno, rompo gl’indugi’ Sono molto depressa, ho appuntamento col mio medico perchè non mi sento bene. Dopo avermi visitata il ginecologo mi dice che’. ‘dovrei porre rimedio a degli scompensi ormonali” Poi, per la serie che le contrarietà non vengono mai da sole, all’uscita dello studio medico, mi si rompe il tacco delle scarpe’
Oltretutto, sono fuori casa e non ho modo di cambiarmi le scarpe’ O meglio, potrei entrare in un negozio e comprarmene un nuovo paio’ La voglia, ci sarebbe’ sono i soldi che mancano’.
Non so perché, ma mi viene in mente di chiamarlo’.
Al secondo squillo mi risponde !!! Ha una voce allegra e positiva che mi fa passare, in secondo piano, tutto ciò che di negativo mi era successo fino a quel momento’ Quando, dopo pochi minuti, finiamo la telefonata, mi sento molto meglio’
Intanto continuano gli incontri in chat che diventano sempre più intimi: mi porta a passeggio in internet a vedere foto di s/m, mi chiede cosa ne penso, lascia che io esprima le mie emozioni, le mie perplessità, le mie paure, soddisfa le mie curiosità, mi fa leggere annunci, racconti. E più intimi diventano anche i nostri discorsi: virtualmente ci accarezziamo, ci baciamo, facciamo il bagno insieme in una vasca piena d’acqua e petali di rose’..
Non so cosa stia succedendo: la sua voce non è più solo un abitudine, è una necessità; ho bisogno di incontrarlo in chat ogni sera, ho bisogno di lui: mi sto innamorando. Fare sesso in chat diventa naturale e bellissimo, ma dopo la prima esperienza, nemmeno questo mi soddisfa più.
Inizio ad aver voglia d’incontrarlo. Vorrei dirglielo, ma LUI mi precede. Mi propone di vederci durante un week end. Mi dice di scegliere due o tre mete così come lui ne sceglierà tre. Ci diamo appuntamento a tre giorni dopo per la decisione finale.
E’ sabato pomeriggio, mi sono appena immersa nella vasca da bagno ed il ricordo di quel bagno virtuale non mi abbandona: lo chiamo. La situazione lo eccita: mi masturbo ascoltando le sue parole e lui fa la stessa cosa. L’orgasmo è violento e mi lascia senza fiato’. è allora che lui mi ripropone di giocare’. Mi chiede di procurami le mollette: esco dalla vasca per andarle a prendere sullo stendino. Mi reimmergo e lui mi dice: ‘Sai come fare”
Si, lo so e lo faccio: prendo una molletta, la bacio, la appunto sul seno, gli dico ‘grazie padrone’. E, dopo la prima, un’altra molletta, e un’altra, e un’altra ancora. Ma questa volta non c’è noia nei miei gesti, non c’è meccanicità: c’è complicità, c’è eccitazione, c’è devozione. Ora vuole che mi masturbi, ma non con le dita: la cosa che mi è più vicina è il tubetto del dentifricio. Lo prendo e me lo infilo nella figa, lo muovo secondo i suoi ritmi e intanto dico quelle parole che a lui piacciono tanto: ‘padrone sono la tua puttana, padrone sono la tua troia, padrone sono la tua SCHIAVA”.
Lo dico e nello stesso momento mi rendo conto di volerlo essere davvero. Vengo per la seconda volta e poi una terza. Lo amo.
Alla sera devo uscire con mia cugina, il mio padrone vuole che non indossi le mutandine e che sedendomi non accavalli mai le gambe e le tenga sempre dischiuse. Obbedisco e per tutta la sera l’eccitazione mi tormenta. Ma, mentre ritorno verso casa, mi arriva un messaggio di ‘brother’; mi scrive:’Come mai sei così scortese, stasera, con me ?’ Dal che capisco che qualcuno mi sta clonando il nick’. Poi mi arriva un secondo messaggio, è LUI: ‘Ma quando entri ????’
Seconda considerazione: entrambi sentiamo il bisogno, reciproco, di sentirci’ Finalmente arrivo a casa e ci ritroviamo in chat. Gli racconto dell’sms di brother e chiedo, se per caso fosse stato lui, per gioco, a clonarmi’ Lui, se la prende a male, e, per poco, non finisce tutto !!! MA alla fine, riusciamo a chiarirci e la buriana lascia il passo al cielo limpido e terso’ Ma non sarà che ‘fiore’ e ‘brother’ si siano inventati tutto tanto per fare qualcosa di diverso dal solito ???
Comunque, alla fine, decidiamo per il luogo dove avverrà il ns. primo incontro. Abbiamo deciso di incontrarci. Un fine settimana ad Arezzo, dal venerdì sera alla domenica pomeriggio in un agriturismo: un piccolo appartamento indipendente. Aveva scelto un albergo vicino alla stazione di Arezzo’ ma poi, aveva optato per quell’agriturismo’ Via chat, mi guida al sito dell’agriturismo, mi fa vedere le foto degli appartamenti e mi dà la facoltà di scegliere quello che più mi piace. Incredibilmente, avevamo scelto lo stesso appartamento: il numero 1 !!!
Durante tutta la settimana prima dell’incontro, così come impostomi, non indosso mai le mutandine ed in ufficio, sotto la scrivania, devo tenere le gambe spalancate. E’ un tormento, un dolce tormento.
Il lunedi precedente al ns. incontro, verso mezzogiorno, mi chiama: “Donna, ho un problema per pagare l’acconto del soggiorno. Alla posta di Acilia, non funziona il bancomat e non posso fare il vaglia. Però, la signora mi ha detto che mi tiene la prenotazione fino a stasera’ Puoi farmi il favore di provvedere tu ?” Ovviamente, accetto.
Venerdì pomeriggio: sono arrivata all’agriturismo, ho preparato la cena ed adornato la casa con candele, faccio la doccia. So che è partito, è sul treno e sta arrivando da me. Spruzzo il profumo e poi mi vesto: una guepière color avorio con reggicalze, calze velatissime di seta color avorio con un alto bordo in pizzo, ovviamente niente mutandine, infilo i sandali dal tacco alto e sottile, poi una gonna leggera e la maglia scollata, davanti allo specchio indosso il cappello: è il segno di riconoscimento! Prendo la borsa e mi avvio alla stazione. C’è traffico, sbaglio strada, ho il terrore di essere in ritardo. Quando entro in stazione il treno è già sul binario: scendo nel sottopassaggio e mentre risalgo me lo trovo davanti: il cuore mi scoppia. Un bacio leggero sulle labbra, saliamo in macchina e partiamo. Scherzando mi dice: ‘Così non va bene, non hai sollevato la gonna prima di sederti’..’ e intanto la prende e la solleva sfiorandomi la gamba. E’ una scossa. Lungo la strada chiacchieriamo e sembra ristabilirsi quell’atmosfera di affettuosa intimità che tante volte ho provato in chat.
Dopo pochi minuti, arriviamo all’agriturismo. Parcheggio, spengo il motore, scendo dall’auto e me lo trovo davanti, prende il mio viso tra le mani e mi bacia a lungo. Non me l’aspettavo e mi rendo conto di desiderarlo da morire.
Entriamo nell’appartamento, mi ringrazia per ciò che ho preparato, e poi senza parlare mi prende per mano e mi porta in camera. Sono in piedi di fronte a lui: mi sfila la maglia, fa scivolare a terra la gonna, abbassa le coppe della guepière e si china a baciarmi il seno, i capezzoli, mi spinge sul letto e si corica al mio fianco, mi abbraccia, mi bacia, sgancia a poco a poco tutta la guepière e i ganci delle calze che ora sono l’unico indumento che indosso oltre ai sandali dal tacco alto. Si corica sul letto e mi fa stendere sopra di lui. Inizio a sbottonargli la camicia, lo faccio sedere al bordo del letto e gliela sfilo. Mi lascio scivolare tra le sue gambe e mi inginocchio per terra, appoggio sul mio grembo un suo piede e sfilo la scarpa e la calza, poi faccio lo stesso con l’altro; ad un tratto, mi dice ‘E’. se ora ti chiedessi di baciarmeli ?’. Non rispondo, lo faccio.
Ora sono tra le sue gambe, slaccio la fibbia della cinta e poi i calzoni, lui si alza per aiutarmi a toglierli, poi toglie anche gli slip. Non posso nascondermi un fremito: com’è grosso’..
Mi invita a sedermi sul bordo del letto, poi mi fa stendere. Poi mi allarga le gambe ed inizia a leccarmi la passerina’ Inutile dire quanto ciò mi possa piacere’ Ad un certo punto, si ferma’ Inizia a masturbarmi, dapprima con un dito’ Ma, dopo qualche minuto, le dita sono diventate tre !!!
Mi dice tante belle paroline (peccato che ora non ne ricordi nessuna’.) Mi fa sentire la sua Regina’
E pensare che le avevo detto di essere la sua SCHIAVA’.
Ora, mi raggiunge sul letto; si siede sul bordo del letto per poi spingersi fino al centro. Poi mi tende le braccia come per invitarmi a seguirlo. Non me lo faccio ripetere una seconda vota; ho troppa voglia di lui’ Si stende sul letto e mi fa salire sopra di lui. Ho un po’ di paura che il suo cazzo mi faccia male’ La mia passerina è molto stretta’ E’ troppo tempo che è digiuna’ E poi, LUI, è proprio grosso’ Lo prendo e con la mano lo metto all’imboccatura’ All’inizio provo un po’ di dolore’ Dopo, al dolore, si sostituisce un piacere sempre più grande’ Mi prende per i fianchi ed inizia a muovermi’ Ha una presa ferrea’ Questa combinazione piacere/dolore mi piace un bel po”
Ad un certo punto mi fa assumere una posizione strana’ Mi fa, letteralmente sedere sopra il suo ventre’ Ero nella classica posizione in cui la donna sta sopra l’uomo: inginocchiata con le gambe piegate all’indietro. Ma lui, senza farmi uscire il suo cazzo dalla figa, mi fa portare le gambe verso avanti, come se fossi seduta con le gambe flesse !!!
Alla fine, mi dice:’Cucciolotta, ti piace così ? Ora, mi senti ancora meglio’ Più profondamente’.’ ed accompagna queste parole con un sorrisetto sardonico’
E, ricambiandole il sorrisetto ironico:’Perché, già prima non era abbastanza ???’. Comunque, era proprio vero’ mi sentivo come un animale al macello’
Dominandolo dall’alto, posso notare il suo petto, i suoi occhi, la sua barba lunga di qualche giorno, i suoi pochi capelli, le sue braccia, e mi scopro sempre più Sua’
Ad un certo punto, le sue mani, m’arpionano le tette’. Le stringono forte’ Mi fanno male ma non così tanto da urlare’ Basterebbe un’inezia di più e griderei di dolore’. Ma sono solo un’inezia sotto il mio limite’ E, quella minima differenza mi piace da morire’ Vorrei gridare, ma di piacere !!! Poi le sue dita, mi stringono fin quasi a farmi male, i capezzoli’ Ora, vorrei per davvero urlare !!! Ma un suo sguardo m’intima di non farlo !!! Di soffrire in silenzio !!! Forse, questa volta, è stata l’unica volta, da quando abbiamo iniziato a fare l’amore che non mi ha parlato !!! Mi è bastato guardarlo !!! Per il resto, però, che differenza con mio marito’. Con il mio consorte, nel fare l’amore mi è vietato addirittura gemere e mugolare’ Le poche volte che l’ho fatto, mi sono ritrovata la bocca tappata dalla sua mano callosa’ Con LUI, invece tutt’altra storia’ Lui, pretende, che parli, che dica sconcezze, che faccia uscire dal mio più profondo la libidine pura’
Poco dopo, mentre sto facendogli un pompino, mi sposta i capelli che mi occultano la faccia; a Lui piace da morire vedere il viso della sua donna mentre lei sta giocando col suo cazzo’. Anzi, per la precisione, gli piace che i suoi occhi incontrino quelli della sua donna.
Sono sopra di lui, le mie labbra accarezzano il suo corpo, ma i miei capelli lunghi si interpongono fra i miei baci e la sua pelle. Improvvisamente si alza, mi porta in cucina dove aveva abbandonato il suo borsone e mi dice: ‘Inginocchiati !!!’
E’ il panico’ per un attimo resto senza parole, non so come reagire, ho paura; mi ripete ‘Ti ho detto di inginocchiarti !’
Riesco solo a mormorare ‘Ti avevo chiesto di non farlo questa sera’. Non la prima volta’..’. Lo guardo in viso e lui guarda me e ciò che dice mi colpisce a fondo: ‘Hai sempre detto di avere una totale fiducia in me’. Allora non era vero’..’
Ha ragione. Mi inginocchio ai suoi piedi, lui non dice nulla, fruga nella borsa ed estrae un cordino bianco, si china verso di me’.e lo usa per legarmi i capelli. L’emozione mi serra la gola. Mi sento una stupida ! Ma mai come in questo momento mi sono resa conto della grandezza del mio amore per lui. Mai come in questo momento ho sentito la mia piena e totale disposizione a mettere la mia vita nelle sue mani. ‘.
Mi fa rialzare, e mi abbraccia di nuovo, mi stringe a sé e mi coccola’ Poi, mi prende la mano e mi riporta in camera. Mi fa stendere sul letto ed aprire le gambe’ Lo guardo ancora, ora è Lui che mi domina’ Lo guardo da sotto in su, come si conviene ad una slave’. Nel mio peregrinare sul suo corpo, ad un certo punto, mi cade lo sguardo sul suo cazzo’ E’ lucidissimo, dei miei umori’ Sono felicissima, ed anche stupita, nel constatare ciò ! Mi sale sopra e mi penetra’. Ma, ha un modo strano di scopare’ Sembrerebbe quasi una sua tecnica personale. Mi penetra, lentamente, molto lentamente’ Mi entra in profondità e poi, sempre con la stessa lentezza si tira indietro’ Alcune volte, si tira talmente indietro ‘che esce !!! Ma, il suo cazzo, senza alcun problema, mi rientra dentro’ E’ talmente turgido (e la mia passerina talmente bagnata’) che non serve neanche che mi aiuti (o si aiuti) con le mani’ Sembrerebbe quasi che ci sia una calamita che attiri il suo cazzo alla mia passerina’
Rientra dentro, lentamente, in profondità… Poi torna indietro, sempre lentamente’ E così per una buona mezzora’ Sono estasiata’ Non ho mai provato nulla di simile, finora’
Ad un certo punto, senza alcun preavviso, questo gioco finisce’ Ora, diventa una furia’ Ora entra ed esce velocemente ‘ Ad ogni affondo, sbatto con la testa sulla testiera del letto’ Ma, il dolore alla mia testa, è nulla rispetto al piacere che mi pervade il corpo’ Ma Lui se ne accorge; si ferma per un attimo, mi prende per le spalle, mi abbraccia, mi alza quel tanto che gli permetta di spostarmi verso il centro del letto. Ora, non sbatto più la testa sulla testiera’ E poi riprende il suo’ ‘avanti e indietro’. Alla fine, alternando ‘lentezza’ e ‘furore’, dopo una buona mezz’ora, mi viene dentro… Per lui è la prima volta; ma io, sono già alla terza… Mi chiede: ‘Come mai quegli occhi sbarrati ? Quell’espressione estasiata ?’ Non rispondo, tanto lo sa già… Solo un sorrisetto la mia risposta… Alla fine, abbracciandomi, si stende vicino.
E’ mezzanotte passata quando torniamo in cucina e, nudi, con le candele accese, consumiamo la cena che avevo preparato. Io avrei voluto rivestirmi ma Lui, mi ha detto di no’ All’inizio, mi sento un po’ a disagio, è la prima volta che mi mostro nuda di fronte ad un uomo’ Ma, pochi minuti dopo, ripensandoci, apprezzo questa estrema libertà di pensiero e di costumi che lui mi sta donando’ Torniamo a letto e perdo il conto delle volte in cui vengo violentemente.
Trascorrono le ore e ci addormentiamo abbracciati: da tanto tempo non provavo quella sensazione di intimità totale, di complicità, di abbandono, di sicurezza. Al mattino gli preparo la colazione e la consumiamo insieme, poi ci prepariamo ed usciamo.
Facciamo un giro in macchina, andiamo a vedere il ristorante dove andremo a pranzo il giorno dopo. Mentre guido appoggio una mano sulla sua gamba, lui la prende, intreccia le sue dita alle mie, la porta alle labbra e la bacia: quanta emozione può regalare un piccolo gesto. Guardiamo le distese dei campi che circondano le strade che stiamo percorrendo e lui, constatando la mia competenza in materia, incuriosito mi domanda dei vari tipi di coltivazioni che incontriamo, via via lungo la strada. Felicissima di poterle insegnare qualcosa, le spiego la differenza tra le spighe del grano e quelle dell’orzo’. Le faccio vedere il ciliegio, il noce ed il rovere, E, per finire, gli alberi di ginestre e di glicine. Torniamo ‘a casa’ preparo il pranzo e mangiamo insieme chiacchierando; poi io lavo i piatti e lui si siede a leggere il giornale’. Non lo sento avvicinarsi, sento solo i suoi baci sulla nuca ed un brivido mi attraversa.
Quando ho terminato torniamo a letto, leggiamo insieme il giornale, si interessa ai miei studi, ci riposiamo ‘.E ci sfiniamo facendo l’amore. Quando mi dice di accompagnarlo in bagno sono stupita ma lo seguo. Vuole che lo guardi e quando mi chiede se mi lasciassi pisciare addosso non riesco a credere a me stessa quando mi sento rispondergli, e senza nessuna esitazione: ‘Si’. Entro nel box doccia e mi inginocchio davanti a lui. E’ un fiotto caldo e dorato quello che mi inonda il seno e il ventre. Quando ha terminato mi rialzo e mi lavo; lui mi aspetta e mi porge l’asciugamano. Torniamo a letto ed è ancora sesso, ancora amore. Nell’enfasi dell’orgasmo mi aggrappo alla spalliera in ferro del letto: ‘Ti piacerebbe essere legata ?’
‘Si’ le sussurro.
‘No, non lo farò’.’.
Dentro di me non riesco a non pensare ‘Quando ? Quando vorrà giocare ?’.
C’è ansia in me, e anche un po’ di paura.
Ormai è tardi quando ci alziamo, preparo la cena e ceniamo. L’intimità che si è stabilita fra noi è totale. In questa finta casa senza televisione non c’è null’altro all’infuori di noi: non so cosa provi lui, ma io sento di non avere bisogno di nient’altro.
Un’altra notte d’amore e di sesso ed al mattino, mentre riposo abbracciata a lui, con la testa appoggiata sul suo petto, non riesco più a trattenere quella domanda che da 24 ore mi ronzava per la testa: ‘Perché non hai giocato con me ?’
Resta in silenzio per un attimo, ‘Perché non eri pronta’ Forse ora lo sei’ Ora sento che lo desideri davvero. Ma, ci sei rimasta male ?’.
‘E’ vero, avevo un po’ di paura. Non ci sono rimasta male. Ma me lo aspettavo. Credevo che fosse successo. Sono felice di come siano andate le cose.’.
‘Avremo tempo’.’, quel bacio è una promessa di felicità e di dolore’..
Mi abbraccia di nuovo. Ha (o meglio, abbiamo) ancora voglia di fare sesso. Mi allarga le gambe, mi penetra. Come al solito, inizia lento e poi cambia. Come al solito, alterna ‘lentezza’ e ‘furore’. Lo voglio con tutta me stessa !!! Come al solito, è una sarabanda di posizioni: io sopra e lui sotto; io sotto e lui sopra; mi lecca la passerina ed io ricambio leccando il suo (grosso) cazzo… Solamente una cosa non riesco a spiegarmi, perchè lui non venga mai… Glielo chiedo.
‘Cucciolotta, ma non sei contenta lo stesso ? Non ti preoccupare per me….’
‘NO… Invece io voglio che tu venga e goda dentro di me…’
‘OK se proprio vuoi, posso continuare con le mani…’ la sua replica.
Non era proprio quello che volevo io, ma… per amore suo accetto anche che si masturbi…
Il suo membro, sempre lucido dei miei umori, mi sembra ogni volta che lo vedo, un po’ più grande della volta precedente…
Si masturba, lo fa per circa dieci minuti. Mi piace da morire guardarlo mentre lo fa… Dopo circa dieci minuti, sconsolato, col cazzo ancora turgido mi dice: ‘Mi dispiace, cucciolotta, non ci riuscirò mai…. Purtroppo ho lo stimolo di pisciare…. Vado in bagno e poi torno…’
Si alza, si avvia, apre la porta, lo sento entrare… poi… ‘Amore vieni ???’
Mi alzo e vado da lui.
Appena mi vede, indicandomi il box doccia, mi dice: ‘Ti và di riprovare ???’
Non rispondo. Entro nel box doccia e mi accuccio.
Con la mano indirizza il suo cazzo verso la mia faccia e poi mi dice: ‘Provi a bere ?’
‘NO, Scusami ma non me la sento… Non corriamo, amore…’
Mi sorride e poi, indirizzandomi il primo getto sul seno m’inonda del suo nettare…
LO AMO ALLA FOLLIA !!!
Alla fine, come il giorno precedente, mi faccio la doccia. E, come il giorno precedente, trovo lui, fuori del box doccia che mi porge l’asciugamano.
Torniamo in camera e, con stupore, noto che le finestre della camera da letto sono spalancate…
Gli chiedo: ‘Ma le hai aperte tu ?’
‘No, perchè ?’
‘Come no ? Mica mi dirai che erano aperte anche prima ???’
Con un sorriso appena accennato: ‘Veramente si…. Ma perchè ti vergogni ? E se ti dicessi che, forse non te ne sei accorta neanche ieri mattina, ma anche ieri mattina le finestre erano spalancate….’
‘Ma come spalancate ??? Ma allora, mi hanno anche sentito mentre….’
Lui, sorridendo, aggiunse: ‘Si. Probabilmente si… Ma perchè ti dispiace ?’
‘Si. Un po’ mi è dispiaciuto….’
‘Davvero ??? Ed io che ho sempre aspirato ad avere una donna la più troia possibile…’
Un casto bacio sulle labbra, mi toglieva la possibilità di replica.
E’ ora di andare’.
Ci prepariamo e lasciamo il ‘nostro Paradiso’. Abbiamo ancora tempo e vogliamo sfruttarlo tutto. Andiamo a passeggiare per le stradine del borgo medioevale di Anghiari e quindi ci rechiamo al castello nel quale ha sede il ristorante dove pranzeremo.
Entriamo nella locanda, il mio Padrone, mi fa vedere le innumerevoli foto di personaggi famosi che sono affisse alle pareti. Mi spiega che non è nuovo del luogo. Ma che, anzi, per via di parentele affini, conosce anche il proprietario del castello… Dopo una decina di minuti, chiede alla cassiera indicazioni circa il tavolo da noi prenotato. La cassiera, ferma il primo cameriere che le passa vicino e dà disposizioni affinchè ci conduca al ns. tavolo. Seguiamo il cameriere. Il tavolo a noi riservato, è bellissimo !!! Una veranda, proprio di fronte al castello, che domina tutta la vallata circostante. Comunque, il mio Padrone, vuole sincerarsi che mi piaccia il posto che ci hanno riservato.
‘E’ bellissimo !!! Come tutto questo week end è stato bellissimo !!!’ la mia unica risposta. Segue un tenerissimo bacio.
Una volta seduti, iniziamo a spizzicare i vari assaggini che ci portano. Spilucchiamo e parliamo. O meglio, Lui parla ed io, in religioso silenzio, lo ascolto.
Mi parla di S/M. Non si formalizza assolutamente che altre persone ci possano sentire. E’ talmente sicuro di se (e mi adora a tal punto) che non si preoccupa minimamente dei giudizi di coloro che potrebbero giudicarlo male. Per Lui, esistiamo solo noi due !!!
Mi racconta delle sue precedenti schiave; di cosa faceva con loro; del perchè, con alcune sia finito tutto. Mi spiega come si dovrebbe giocare e cosa non si dovrebbe fare. Mi chiarisce i significati di alcune parole di uso comune nel s/m. Il discorso sarà anche monotematico, però mi affascina. Mi affascina e mi interessa. Già dalla sera precedente, avevo deciso di diventare la sua schiava e volevo capirne il più possibile. E poi, aveva un modo di parlarne che anche le cose più cruente, a me apparivano come cose normali (o quasi…) L’unica cosa che mi disturba un po’ è il fatto che Lui non cerchi un legame affettivo ed univoco. Mi dice: ‘Sono uno spirito libero… Amo troppo la libertà per sentirmi legato e/o sottostare a delle regole… Sono e starò con te, fino a che stiamo bene insieme… Ma, non cercare di tarparmi le ali… Se lo facessi, mi perderesti… Comunque, per ora, non temere. Ci sei solo tu !!! ‘
Dopo il pranzo chiediamo di visitare il castello e veniamo accompagnati nelle cantine, nelle segrete e’. nella stanza delle torture’. Scherziamo su ciò che si offre alla nostra vista’ Ora possiamo farlo. Torniamo alla luce del sole e andiamo a vedere lo splendido giardino all’italiana. Come al solito, quando sono con lui, non indosso le mutandine, sono in piedi al suo fianco e sento la sua mano che, da sopra la stoffa sottile della gonna, mi accarezza la passerina: non riesco a trattenere un sospiro e quell’intimo desiderio resterà con me per tutto il tempo che ancora trascorriamo insieme: quel tempo che, purtroppo, è esaurito.
Lo riaccompagno ad Arezzo, alla stazione, ci fermiamo al posteggio e rimaniamo un po’ a parlare in macchina. Manca più di un’ora alla partenza’ Dopo qualche minuto, si ricorda che deve fare qualcosa’ Prende il portafoglio, ne estrae il libretto degli assegni e ne riempie uno. Poi, mi chiede di compilare, di mio pugno, la matrice.
Ci penso un po’, poi gli chiedo: “Qualcuno leggerà quello che scrivo ?”
“No amore’ Nessuno oltre a me, leggerà quello che scriverai”
Ricevuto il suo assenso scrivo: A favore della mia puttana. D. – Causale: Week end in paradiso. Restituisco il libretto, ma mi stupisce che non legga ciò che ho scritto.
“Lo farò a casa'” mi risponde.
E’ giunta l’ora del commiato. Usciamo dall’auto e ci avviamo verso i binari. Non avrei mai voluto che giungesse questo momento’. Continuiamo a parlare, scherzare, giocare, e farci coccole. Ma, il treno che mi dividerà da lui, sta arrivando’
Prima di salire sul treno mi dice: ‘Hai gli occhi lucidi’.’
‘Un po”’.
Aspetto sul binario fino a quando il treno non sparisce dalla mia vista. Esco dalla stazione. Salgo in macchina e torno a casa. So che è dentro di me. So di essere sua, di appartenergli anima e corpo, mente e cuore. Arrivata dalle parti di Parma, verso le otto di sera, le spedisco un sms: ‘Sono a Parma. Ma, vorrei girare la macchina e tornare da te. C’è un vuoto dentro di me che, solo tu, puoi riempire. Tua, tua, tua. D.’ Ora, purtroppo, il ns. primo (ma non sicuramente ultimo’) week end. è davvero finito’

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