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Racconti di Dominazione

la me stessa dei sogni

By 12 Agosto 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Ciao a tutti sono la me stessa immaginaria dei
sogni, la mia vera me stessa si chiama Nadine, e tanto solare quanto
monella.
Inanzi tutto iniziamo col dire che nei sogni il dolore non lo senti
ma invece noi esseri dell’inconscio lo sentiamo eccome. Anche se voi non ve
ne accorgete. Ma adesso inizierò a narrarvi cosa successe nel sogno di
quel pomeriggio.

Ero nella carrozza bella tranquilla, di fronte a me c’erano due
ragazzi che parlavano del più e del meno, qualche volta mi lanciavano
un’occhiata veloce ma niente di eccessivo, passarono circa 45 minuti,
nei quali entrarono una coppietta di mezza età, una famiglia, due
marocchini e infine un signore anziano con la moglie, la carrozza era
strana, infatti tra l’ultima fila di sedili e la porta del vagone c’era
circa 3 metri nei quali c’era situato uno sgabello e un ripiano, non
capii a cosa servisse, anche se dentro di me mi sembrava una cosa
normale come se conoscessi il perchè di tale cosa.

Mentre guardavo la sedia vidi un cartello appeso, ma mentre lo stavo
per leggere mi sentii chiamare ‘ signorina biglietto prego- mi girai
davanti a me vidi un grosso tizio, un po sovrappeso barba incolta
capelli corti un buon profumo uno sguardo severo,due occhialini neri,
la divisa da controllore nera con i calzoni tenuti da una bella cinta
di cuoio spessa, lo guardai poi cominciai a cercare il biglietto, tasca
dietro del vestitino niente, borsetta niente, nel frattempo i ragazzi
davanti a me che già sfoggiavano fieri il loro biglietto si lanciarono
una strana occhiata, io presa un attimo dal panico con un timido
sorrisetto cercai di scostare gli oggetti inutili dalla
borsa, rovistai un momento nel borsellino, ma con mia immensa
incredulità scoprii che non c’era, alzai il volto verso il controllore
-hem credo di averlo perso, ma appena scendiamo lo faccio subito andata
e ritorno giuro- lui
comincio a ridere sarcasticamente ‘ certo signorina il treno si fermerà
e tutti noi aspetteremo che lei prenda il biglietto lo obliteri e torni
in carrozza, e magari se vuole nel frattempo potrà approfittare della
fermata per andare ai servizi che dice?- io abbassai il viso poi con
voce preoccupata perchè non mi era mai successa una cosa simile ‘ la
prego l’avevo fatto ricordo di averlo timbrato e tutto ma non lo trovo
‘ mi girai verso i ragazzi ‘ voi non l’avete visto?- loro scossero il
capo, mentre stavo per girarmi nuovamente verso il controllore notai il
cartello appeso

‘si informa la gentile clientela che chi
non presenterà il biglietto obliterato in modo corretto, o risulterà
non in possesso di tale verrà punito severamente con una sonora
sculacciata prima, e dopo subirà una serie di cinghiate pari ai km dall’entrata nel treno alla discesa.’

io incredula ancora di più mi lasciai scappare -cooooosaaaaa- poi
spaventata mi voltai verso il controllore ‘ la prego non vorrà
davvero’- lui mi guardò dall’alto in basso ‘ si signorina questa è la
legge quindi ‘ si fermò iniziando a sfilarsi la cintura, a quel gesto
severo e familiare
per me, mi eccitai osservando la sua mano che slacciava la fibbia e
dopo tirava la cinta sfilandola dai pantaloni, feci di tutto per non
diventare un lago, il controllore con lo sguardo severo e fisso su di
me finì di togliersela aspettando una mia mossa, io ero testa china
rossa come un peperone, ero eccitata ma allo stesso momento sarei
voluta sprofondare da qualche parte , negli occhi dei ragazzi che
scorgevo da dietro i miei capelli che coprivano il mio viso basso
trapelava eccitazione ed impazienza, e anche senza girarmi potevo
dedurre che tutti i passeggeri del vagone provavano la stessa cosa, mi
alzai cercando almeno di tenere un minimo di dignità senza comportarmi
in modo infantile e stupido, lui prese il mio braccio con forza e
decisione ma senza violenza ne procurandomi dolore, era severo ma non
esagerava, la cosa mi tranquillizzò in un certo senso, anche se da
quella stretta sicura potevo già capire da sola che il mio culetto
sarebbe presto diventato viola.

Mi portò di fianco allo sgabello una volta li si sedette
tranquillamente su di esso, voltandosi verso di me ‘ signorina da dov’è
partita e dove andava ‘ io facendomi coraggio con un filo di voce ‘
sono partita da la spezia ed ero diretta a Firenze smn ‘ lui sorrise ‘
sa quanto c’è di distanza?- io scossi il capo ‘ ci sono 135 km in
treno, quindi lei dovrà subire 135 cinghiate signorina ‘ io cominciai a
tremare, lui a quel punto posò la cinta su una mensola al fianco dello
sgabello e si mise a sedere, mi prese il braccio e mi portò sulle sue
ginocchia, il vagone era tutto in silenzio tutti osservavano la scena,
ero imbarazzatissima, pensai solo alla fortuna che avevo ad avere la
copertura dei capelli che scendevano coprendomi il viso rosso peperone.

Sentii la sua mano sinistra cingermi a mezza schiena schiacciandomi
verso le sue ginocchia per tenermi ferma poi ciack ciack ciack, iniziai
da subito a stringere i pugni e a trattenere gli urletti di dolore, la
sua mano grossa era severa come temevo, dopo poco ‘ la prego non così
forte giuro che l’avevo con meee aiaaa- lui fece un sorriso sarcastico
‘ certo signorina dicono tutti così se non voleva finire sulle mie
ginocchia doveva pensarci prima signorina- e giù altri colpi severi,
dopo poco sentii fermare il treno, giusto in tempo perchè lui mi
tirasse su il vestitino celeste, misi una mano dietro per fermare il
controllore ma mi bloccai all’istante quando sentii ‘ signorina se non
leva la sua mano e non la finisce di fare la bimba piccola gli leverò
anche le mutandine così dopo potrà lamentarsi per qualcosa- a quella
frase riportai nuovamente la mano a terra lasciandogli alzare il mio
vestito, lui prese l’elastico delle mutandine e le tirò in modo da far
entrare il tessuto fra i miei glutei e cosi lasciare la pelle senza
difesa, il mio bellissimo sedere era esposto adesso agli sguardi di
tutti, li sentivo su di esso eccitati e divertiti.

Mentre il controllore cominciò la sua opera sul mio culetto già
rosso fuoco entrò nel vagone un gruppetto di giovani, tutti risero, tra
i vari commenti sentii ‘ guarda come le ha conciato il sedere è tutto
rosso ‘ un altro ‘ guarda che bel culo ‘ feci finta di non sentirli ma
purtroppo iniziai a sentire la sua mano sulla mia pelle indifesa, ciack
ciack i colpi iniziarono a cadere veloci e senza pietà, la sua grossa
mano era molto severa, dopo pochi di quei colpi il mio corpo iniziò a
tremare per i primi singhiozzi, lui non si fece scrupoli continuando
l’opera,nel frattempo tutti avevano trovato posto ovviamente vicino
allo ‘spettacolo’.

La sculacciata andò avanti per tre minuti che a me sembrarono
infiniti, dovevo avere il culetto rosso peperone,si fermò lasciandomi
lì ferma e in lacrime, una pacca sulla schiena mi fece capire che era
l’ora di alzarsi, lo feci e restai accanto a lui testa china, mi prese
il braccio girandomi per vedere la sua opera, si lasciò scappare un
sorrisetto compiaciuto ‘ bene signorina adesso le tocca ricevere le 135
cinghiate e poi potrà godersi il suo viaggio- io strinsi i pugni per
non rispondergli.

Si diresse verso la mensola e prese la cinta ‘ bene vediamo di
raddrizzarti per bene, così la prossima volta vediamo se ti fai
ritrovare senza biglietto ‘ io abbassando lo sguardo con voce bassa e
singhiozzante ‘ la prego è stato molto severo ho capito la lezione, la
scongiuro ‘ lui mi guardò severo ed inflessibile ‘ si pieghi. Mani al
poggia piedi dello sgabello forza- io tremante eseguii l’ordine, le
gambe mi tremavano vistosamente oramai, lui andò dietro di me e mi alzò
il vestito, poso la sua mano sul mio sedere ‘ ora vediamo di far
diventare viola questo bellissimo culetto, se t’interessa saperlo sei
la monella con il culetto più bello che ho sculacciato- io non dissi
nulla anche se dentro di me lo volevo mandare a quel paese, sentii le
risate del ‘pubblico’ lui fece un mezzo passo indietro poi alzando il
braccio ‘ contale signorina così non perdo il conto- io mi girai ma
come aprii la bocca per rispondere mi arrivò il primo colpo, non era
fortissimo anche se faceva un male cane, il mio corpo si mosse in
avanti, le mie mani rafforzarono la presa, strinsi i denti per non
urlare poi con voce provata dal colpo appena subito ‘ 1- lui sorrise,
odiavo quel suo sorriso da superiore solo perchè mi stava sculacciando
si sentiva in diritto di prendermi in giro? ma non gli volevo dare la
soddisfazione di aumentare la mia punizione quindi ingoiai il rospo e
continuai, le prime 50 cinghiate andarono avanti non particolarmente
forti, anche se ognuna di esse lasciava un vivido segno rosso sul mio
sedere già arrossato,a quel punto si fermò.

Sentii la sua mano percorrere il mio sedere seguendo i rigonfiamenti
su di esso ‘ signorina adesso inizierò a colpirti severamente quindi ti
do un consiglio se vuoi urlare fallo pure, non ti preoccupare per loro
se diranno qualcosa mi sa che finiranno al tuo posto- fece una pausa
osservando le altre persone che si zittirono all’istante’ non ti dico
di urlare per mia soddisfazione personale ma perchè farlo ti servirà a
sfogare la tua paura e lo stress accumulato durante la punizione, non
ti ho detto nulla perchè prima ti ho sentita piangere dopo i primi
colpi severi mentre ora ti trattieni e ti sforzi, quindi sentiti libera
di urlare tanto ormai non ti serve a nulla vergognarti ‘ io cominciai a
tremare ancora di più poi con voce spaventata ‘ mi colpirà più forte di
come faceva adesso? Non riuscirò a resistere ‘ lui rimettendosi in
posizione ‘ vuoi vedere invece che sapendo che ogni volta che ti scansi
saranno 30 colpi in più ci starai?- io iniziai a piangere ancor prima
del primo colpo severo sul mio sedere che non si fece attendere, il suo
braccio disegnò una mezza luna in aria, la cinta colpi il mio sedere in
modo duro e severo, la pelle già gonfia tremò al colpo, creando cerchi
a partire dal punto dove avevo ricevuto il colpo come succede quando
tiri un sasso in un lago, cercai di non urlare non gli volevo dare
quella soddisfazione , soffrii in silenzio emettendo solo a bocca
chiusa un ‘ uuuu- prolungato ripresi fiato a fatica -51- lui puntandosi
per tenere l’equilibrio ‘ vedo che facciamo le dure vediamo quanto duri
‘ detto ciò iniziò di nuovo, 52,53,54,55,56,57,58,59,60,61 fu allora
che nel vagone riecheggiò il mio primo urlo, lui senza fare storie
continuò, la cinghia attraversava le mie natiche colpendole con forza,
adesso era tutto livido il mio sedere, ed io urlavo ad ogni colpo e
piangevo disperata.

A 120 si fermò, io mi accasciai in terra priva di energie, non lo
sentivo più dal male il sedere, il mio viso era rosso come un peperone
e ormai non avevo più voce per quanto avevo urlato e pianto, dentro di
me ero umiliata e a pezzi, ma sotto a tutto questo anche se non ci
credevo c’era un pizzico di eccitazione, nessuno me ne aveva mai date
così severamente, e ne mancavano ancora 15 e lui non poteva aver
sbagliato il conto dato che fra le mie urla e le lacrime avevo scandito
ogni sua cinghiata ‘ signorina adesso rimettiti in posizione, però dopo
ogni colpo oltre che contarli dovrai ringraziare dicendo 121 grazie
signore sono pronta alla prossima cinghiata sia severo perchè mi merito
la sua dura punizione- mi feci forza per tornare in posizione, le mie
braccia appoggiate al poggia piedi dello sgabello tremavano come le mie
gambe, passarono trenta secondi poi ciack la cinta mi colpì il sedere
in modo severo urlai, poi dopo una decina di secondi con un grandissimo
imbarazzo ‘ 121 grazie signore sono pronta alla prossima cinghiata sia
severo perchè mi merito la sua dura punizione- lui sorrise ‘ brava
signorina oltre alla più bella sei anche la più diligente ora
continuerò fino alla fine te contali intesi?- io annuii a quel punto
susseguirono 14 colpi severi seguiti prima dalle mie urla e il mio
pianto poi dal numero di cinghiata e infine dalla frase umiliante
-grazie signore sono pronta alla prossima cinghiata sia severo perchè
mi merito la sua dura punizione- appena contai l’ultima caddi in terra,
lui guardandomi ‘ brava signorina hai scontato la tua punizione con un
minimo di contegno e senza piagnucolare come una bambina isterica
coprendoti o facendo altro, adesso ti do due minuti poi ti dovrai
rialzare e mettere in posizione fino al tuo arrivo a Firenze,
chiaramente dopo avermi ringraziato come si deve per aver provveduto
alla tua punizione- io restai a terra per due minuti massaggiandomi il
sedere viola, in alcuni punti affioravano piccole goccioline di sangue
già secco.

Mi rialzai con fatica e raggiunsi il controllore poi con voce
tremante ed imbarazzata ‘ grazie signore per la punizione che mi ha
somministrato oggi gli giuro che non succederà mai più- lui sorrise poi
dandomi una pacca sulla testa e arruffandomi i capelli ‘ lo credo bene
signorina adesso fila là al finestrino culo verso il vagone, io eseguii
gli ordini rassegnata, lui mi appese un cartello al collo con su
scritto in 3 lingue ‘ se i gentili passeggeri verranno trovati senza
biglietto gli saranno somministrate delle cinghiate pari ai km
percorsi’ poi mi fece poggiare i palmi al vetro e fu così messa in
bella mostra con il sedere viola e le calde lacrime che rigavano il mio
volto che arrivai a Firenze, passando prima attraverso 3 fermate dove
ogni volta arrivavano nuove persone, ed ogni volta si fermavano chi
dispiaciuto, chi eccitato chi felice, ad osservare il mio sedere
punito, ma sentii risucchiarmi via, le immagini si fecero sempre più
sbiadite capii che mi stavo svegliando.

Spero vi piaccia ricordatevi che è il sogno di un racconto inventato
quindi lo so che lui dovrebbe cascare per gli sbalzi del treno, ma
essendo per l’appunto un sogno non tutto succede come nella realtà un
kissolo a tutti in anticipo

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