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Racconti di Dominazione

La mia dolce amica Rosita in: La chiamata.

By 21 Aprile 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Un racconto erotico di Jonathan Caligola (c) tutti i diritti riservati

Rosita si era sforzata ad aspettare un bel po’ prima di farlo; era un po’ timorosa, cosa in grande misura comprensibile per la sua età, ma lei era un tipo troppo speciale. Decise di parlarne con sua cugina Luisa, sentiva di potersi fidare di lei, era molto più grande ed esperta e sapeva che sarebbe stata comprensiva. Ma presumeva troppo. Luisa rimase sconvolta quando sentì quello che Rosita, la sua cuginetta più piccola aveva da dirle. Eppure lei, Rosita, si sentiva davvero pronta! Lo desiderava fortemente da quando Luigi, un arrogante ragazzo poco più grande di lei glielo propose in una battuta da bullo. Da poco più di sei mesi aveva fatto l’amore per la prima volta, con un altro ragazzo, Marco. Adesso si sentiva pronta, per mesi si era arrovellata nelle fantasie, in una tensione psicosomatica che non comprendeva e dominava ancora; sempre demordendo, in varie occasioni, non per timore ma, piuttosto, per sacrale rispetto ad un percorso psicologico che sentiva evolversi dentro di se. Voleva essere posseduta da dietro. Smaniava in attesa del giorno in cui si sarebbe sentita pronta, e quel giorno era arrivato.

– Rosita, ma come possono già venirti certe voglie? E poi’ è una cosa che si fa quando te la senti, in automatico, con una certa età. Ti ritrovi in quella situazione’ succede’ ti fa male e poi ti accorgi che ti fa piacere’ Oh, ma cosa dico! Ho capito che le nuove generazioni’ lo fate presto, l’ho accettato quando me l’hai detto che eri già stata con un ragazzo’ ma questo, dai.. sei’ incredibile!

Ma come rimproverarla più di tanto? Rosita era troppo speciale, unica. Dolce, disponibile, matura, intelligente, creativa, sin troppo saggia e mistica per la sua età! Luisa non poteva che perdonare quella precocità, quell’ardore sessuale.

Una piccola ninfomane d’eccezione che cresce! pensò Luisa vedendo andar via la cugina.

Fu di mattina, a scuola, che decise di farlo. Durante l’ora di religione. Quando potette prese la mano del suo compagno di banco Riccardo e gli sussurrò all’orecchio.

– Riccardo, voglio fare una cosa con te, voglio farla con te perché sei il ragazzo più dolce della classe. Durante la ricreazione seguimi senza farti vedere nel corridoio C ed entra nella saletta dove c’è lo sgabuzzino degli attrezzi delle pulizie.

Riccardo era considerato il più brutto della classe, bistrattato dagli altri compagni ma molto dolce e in sintonia con Rosita che aveva deciso di fargli un dono prezioso, sacro per lei. Come tutti gli altri aveva anche lui fatto l’amore con Rosita’ e, sotto sotto, Rosita in realtà lo aveva anche scelto perché sapeva che era il più dotato e resistente. Lo condusse per mano dentro lo sgabuzzino, chiuse il chiavistello si abbasso giù la gonnella e le mutandine, guardò Riccardo negli occhi e gli disse:

– Ricky, sei il primo ragazzo a cui lo do; ho scelto oggi e te per farlo.

Si cosparse il buchino con della crema idratante che aveva portato con se, si mese a pecora e divaricò il sedere più che potette con le mani, schiacciando il viso sulla catasta di scope. Riccardo era durissimo e sovraeccitato. Come poggiò la cappella su quello splendido buco si senti come risucchiato. Entrò tutto in un istante. Riccardo shockò. Pensava sarebbe stato stretto, difficile e forse anche un pò doloroso entrare nel culo di una ragazza. Invece: Uscì, rientrò, uscì, rientrò, duro da impazzire, dentro a quell’abbraccio di voluttà morbido e accoglientissimo, una decina di volte. Poi non potette non venire. Rosita presso forte il sedere contro l’inguine del compagno che veniva. Estasiata dalle pulsazioni dell’eiaculazione di Riccardo, ebbe anche lei un orgasmo, forte, vaginale. Poi si voltò, leccò e succhiò forte, con amore e voluttà. Guardò infine Riccardo con uno sguardo dolcissimo ed entusiasta; lo abbracciò forte e gli regalò un gioioso ‘grazie!’.

Questa fu una tappa importante nella vita della mia giovane amica Rosita, quello fu il giorno in cui si senti ‘Donna’ anche se era ancora piccola per poterlo davvero essere’ e anche se essere ‘Donna’ significava tante altre cose’ una maturità d’animo che Rosita, la più dolce ninfomane mai esistita, scoprirà presto.

Piaciuto il mio racconto? dimmi la tua qui:
jonathan.caligola@gmail.com

Leggi il secondo episodio: La mia Dolce amica Rosita in: The Monk

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