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Racconti di Dominazione

la mia dominazione

By 6 Aprile 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Aprii gli occhi su un mondo che ancora non conoscevo.
Era tutto ciò che avevo sempre sognato.
Avere un amico da abbracciare coccolare e stimare ma invece era solo la solita pedata nel culo.
Il mio amico era tutto quello che avevo sempre sognato.. ma invece a quanto pare lui nn la pensava come me.
Un bacio innocente dato una volta forse la prima.
Mi veniva da ridere mentre lo guardavo con i suoi occhi l’uno diverso dall’altro.
Mi piaceva da morire e gli morivo dietro.
Ed eccomi qua nel bel mezzo della lezione di scienze umanistiche a pensare a lui.
Un mio amico mi tartassava di squilli e ormai ero stufa di vedere il suo nome sul display del telefonino.
Ogni volta ke avvertivo una mini vibrazione realizzavo ke il nome scritto era sempre lo stesso: Pietro.
Non ne potevo più pensavo alla persona che mi aveva ingabbiato il cuore.
I miei migliori amici erano in vacanza e io a casa da sola che potevo fare?
Pensare.
Si pensare.
Pensare a lui,già pensavo a lui sempre e comunque.
Il mio compagno Tommy con uno scossone mi riportò alla realtà.
– A chi pensi?- mi chiese sorridendo
– Tommy nn sono cose che t devono interessare- gli risposi.
– Oh si invece! Tu piaci a tutti e questo &egrave un affare di Stato!- di disse sorridendo e lanciando un’occhiata al ragazzo dalla parte opposta della classe.
– Mi fa piacere ora lasciami stare ‘ mi voltai verso il ragazzo dall’altra parte.
Era incredibilmente bello, era tutto ciò ke avevo sognato.
Mi alzai e andai a buttare il foglio di carta che precedentemente avevo riempito del nome della persona che invadeva i miei pensieri.
Arrivai al cestino ci gettai la carta e mi girai di scatto tanto che i capelli corvini aleggiarono per qualche attimo e poi ricaddero sulle spalle.
Lui mi guardò.
Io gli sorrisi.
Tornai al mio posto cercando di pensare ad altro. In fondo stavo pensando ai suoi occhi indifferenti e sinceri.
Mi stava facendo impazzire. Aspettavo solo una sua sillaba e sarei caduta ai suoi piedi ma io non potevo dire nulla.
Ero solo una semplice goccia che attende nelle nuvole lo scatenarsi di un temporale.
Pensavo troppo ed ecco che per la seconda volta venni riportata alla realtà proprio da lui.
– Ciao Mony , volevo chiederti se per favore mi potevi prestare il diario per segnarmi i compiti per bene- mi disse.
– Certamente prendilo pure- gli risposi indicando una Smemoranda gialla con delle scritte in nero.
– Certo che non t risparmi quando devi scrivere quello che sei- mi disse scherzando.
– Che cosa?- finsi di non capire. Avevo capito perfettamente che aveva trovato la pagina della Sincerità.
Quella pagina era presente nel mio diario solo perché volevo farla leggere al mio amico niente di più.
Lì erano segnati tutti i miei pregi e tutti i miei difetti.
Evidentemente l’aveva letta.
– Comunque te lo riporto subito ‘ mi disse
– Ok ‘ risposi senza guardarlo.
Continuai a fare lo schema della cellula e al suono della campanella il diario mi venne riconsegnato.
-Grazie ‘ mi disse.
– Di nulla figurati- gli risposi presi lo zaino mi infilai il casto montai sulla moto e andai a casa.
Come era bello essere a casa da soli senza nessuno anke se in un certo senso mi sentivo abbandonata.
Andai a prendere il diario per svolgere i compiti rimanenti e vidi la scritta: ‘Vai al 22 di questo mese’.
Che voleva dire?Mah! andai a vedere e trovai una dedica carinissima.
Parlava dei miei occhi tanto simili a suoi, della mia voce da bambina accattivante e della mia dolcezza infinita.
La lessi tante volte, alla fine voltai pagina e vidi un Ps che diceva ‘ Ti chiamerò verso le 16 tanto ho il tuo numero’.
Guardai l’orologio mancava un’ora.
Decisi di andare a fare la doccia.
Mi lavai delicatamente passando la spugnetta su ogni centimetro di pelle.
Mi piaceva il brivido che mi dava quella spugnetta quando la passavo sul seno e sul pube.
Rabbrividivo e chiudevo gli occhi per gustarmi il momento.
Finii di lavarmi mi asciugai bene mi vestii da casa e presi in mano il diario e i libri per i compiti.
Mi sedetti al tavolo e cominciai a leggere le note dei compiti di chimica quando suonarono alla porta.
Andai ad aprire e lo vidi lì.
– Ciao ‘ mi disse.
– Ciao ‘ gli risposi stupita.
– Tu sai chi sono vero?- mi chiese
– Ehm so che sei un mio compagno di classe nuovo iscritto ma veramente nn ti conosco di nome ‘ mentii.
Lo sapevo eccome il suo nome ci avevo riempito il foglio solo la mattina!
– Beh mi presento sono Riccardo ‘ mi diede la mano
– Piacere Monica ‘ gli e la strinsi e poi lo invitai ad entrare.
– Vuoi qualcosa da bere?- gli domandai
– No grazie volevo solo parlarti di Tommy’ mi disse.
– Tommy? E xke?- gli chiesi curiosa
– Lui &egrave mio fratello la sai no? Ecco ed &egrave anche il tuo migliore amico e tra voi non corre buon sangue..- mi guardava
– Tra di noi corre buon sangue- gli dissi ‘ siamo amici!!!!Dio per un piccolo bisticcio!Non si sarà offeso??- chiesi diventando rossa
– Si abbastanza e domani &egrave il suo compleanno vedi di esserci e mi raccomando presentati senza regalo alle 19.30 alla Taverna Delle Stelle ‘ e cosi dicendo prese uscii dalla porta.
Rimasi li a guardare l’orologio.
Non sapevo minimamente che cosa fare e per di piu non avevo neanke un vestito degno di una serata nel mio armadio.
Uscii di corsa e indossato il casco della moto partii alla volta del centro di Milano.
Non sapevo dove fermarmi finche nn vidi in vetrina un abitino niente male.
Parcheggiai la moto ed entrai.
– Buongiorno- mi salutò il commesso. Era veramente carino,ma io ero la per il vestito non per il commesso.
– Scusi ‘ dissi al commesso ‘ vorrei provare un abito per una serata importante possibilmente che sia sia adatto a una cena elegante sia a una ballata in discoteca ‘
– Signorina ho quello che fa per lei- e cosi dicendo sparii dietro il bancone.
Mi guardai in giro.
Forse avevo sbagliato negozio. In quel negozio era tutto firmato da stilisti importanti e io adesso come potevo fare?
Va b&egrave il problema si sarebbe presentato solo quando si sarebbe presentato il conto.
Venni riportata alla realtà dallo splendore del vestito nero.
Era un vestito nero di seta che arrivava circa sopra il ginocchio con un’ampissima scollatura sia davanti che dietro solo che posteriormente aveva dei lacci che si congiungevano grazie a delle stringhe tempestate di brillantini.
– Signorina lo provi! Credo che le stia benissimo visto la sua forma- mi disse osservandomi da capo a piedi ‘ e poi &egrave l’ultimo rimasto- e cosi dicendo mi spinse nel camerino di prova.
Me lo infilai lentamente e pian piano vidi che era come se un sarto me lo avesse cucito addosso.
Era come una seconda pelle.
Mi accentuava il seno e i fianchi insomma era perfetto.
Uscii dal camerino con una giravolta e il commesso spalancò la bocca.
– Lei &egrave fantastica ‘ mi disse e io di rimando gli sorrisi sensualmente.
– Ma ora le ci vogliono anche le scarpe ‘ e cosi mi porse un paio di scarpe con un tacco vertiginoso.
Calzano a pennello adesso avrei dovuto solo andare dal parrucchiere a fare i capelli e poi sarei stata la più bella.
Mi cambiai e il commesso mi fece il conto.
Presi lo scontrino e mi prese un colpo. 520′!!!!!!!
Presi la carta di credito pagai e uscii.
Montai sulla moto e andai a casa.
Andai a letto tranquilla.
Continuavo a pensare a lui.
Perch&egrave era venuto?perch&egrave aveva quel viso e quel fisico che mi facevano impazzire?
Pensavo troppo velocemente tanto che mi stancai subito e mi addormantai.
Mi svegliai di soprassalto il giorno seguente all’alba.
Guardai l’orologio: erano le 5.30.
Mi alzai mi misi una tuta e andai a correre nel parco davanti casa.
Correvo e pensavo e mentre pensavo ascoltavo anke la musica.
Correvo senza guardare la strada dinch&egrave non giusi a casa di Riccardo.
– Cavolina che bel culo che hai!- mi avvertì una voce alle spalle.
Mi voltai e vidi Riccardo e Tommy squadrarmi il culo.
– Non porti ne mutandine ne perizoma vero?- mi disse Riky.
– Beh io…. veramente..- non sapevo che dire per scusarmi.
Avevano ragione non portavo biancheria intima e la cosa più umiliante &egrave che il fatto di essere stata scoperta non mi dava fastidio.
– Ma che porcona la nostra bimbetta! Sei una troia lo sai??- mi dissero in coro sorridendo e avvicinandosi.
Non volevo e non potevo fermarli.
Mi presero e mi portarono in casa loro.
Senza troppi preamboli mi legarono a una sedia e mi spogliarono.
Gli insulti volavano.
– Troia! Puttana! Ma guarda &egrave tuta bagnata la stronza!- disse Tommy a Riky.
Mi arrivò uno sberlone in pieno viso ma io non feci niente.
Sorpresi della mia reazione indifferente si spogliarono.
Un moto di sorpresa si impossessò di me.
Quei 2 fratelli davanti a me non erano solo simili di corpo ma era persino simili di dimensioni del fallo.
Instintivamente cercai di chiudere le gambe ma non era possibile visto che mi erano state legate la caviglie alle gambe della sedia.
Mi dimenavo finch&egrave Tommy non mi piantò il palo in gola.
Mi misi quasi a piangere.
Era enorme e in bocca non ci stava tutto,lui lo sapeva e me lo infilò tutto fino a ke le mie labbra non toccarono la base dell’asta.
Riccardo era lì immobile che si menava il cazzo mentre mi guardava ingoiare il cazzo del fratello.
Evidentemente non era daccordo che solo il fratello usufruisse del mio corpo infatti mi piantò il cazzo nella figa ormai pronta per la penetrazione.
Ormai le lacrime si erano asciugate e al dolore si era sostituito un piacere inaudito.
Continuavo a venire sempre di più e loro non cessavano di violare il mio corpo.
Alla fine entrambi si allontanarono da me che ormai catturata dal piacere volevo solo venire ancora.
– Vi prego datemi piacere ancora- supplicavo.
– Hai senti fratellino la porca vuole essere fottuta!- disse Tommy al fratello che cn un sorriso si rivolse a me.
– Ora t sfondiamo x bene- mi disse.
In quel momento mi presero mi slegarono e mi buttarono per terra.
Mi legarono le mani e mi ficcarono un fallo finto nella figa.
Mi muovevo per arrivare al piacere anche con un fallo finto ma i miei padroni se ne accorsero e lo sfilarono.
Si misero uno sopra e uno stto di me.
Riccardo me lo infilò nel culo facendomi provare un immeso dolore.
Cominciai a piangere in silenzio e Tommy ignorando il tutto prese il fallo di plastica e il suo cazzo e li inserì contemporaneamente dentro la mia figa.
Provavo piacere un piacere troppo forte violento quasi.
Ormai ero al limite della sopportazione venni strillando e quasi svenni ma loro non accennarono a fermarsi.
Dopo finalmente 5 minuti mi vennero dentro entrambi urlando il loro piacere.
Ero esausta e loro mi lasciarono lì da sola sul tappeto ranicchiata.
Si andarono a fumare una sigaretta nel mentre mi ricomposi e uscii.
– Ehi dove vaI??- mi riprese riccardo.
– Vado a casa mia- gli dissi
– No tesoro!- mi prese e mi portò in casa.
Mi gettò a terra e mi mise un collare.
Mi sentivo una schiava incapace di reagire.
-Allora piccola questo &egrave un gioco a cui non puoi sottrarti neanke se lo vuoi!- e cosi dicendo Riccardo prese un fallo enorme mi spogliò e si accovacciò su di me.
– devi rispondere a delle domande se risponderai in modo corretto nn ti succederà nulla invece se sbaglierai..- non finì la frase o almeno io non la sentii perke stavo urlando,infatti in qul momento il fratello mi aveva infilato quel fallo enorme nel culo.
Lo levò.
– prima domanda: sei mai stata scopata da 3 persone?- mi kiese
– no- risposi e il fratello mi infilò il fallo tutto in un colpo e io strillai.
– seconda domanda: ti piace quel fallo che fai ficcato nel culo?- mi chiese
– no- e ancora una volta mi venne infilato il fallo.
Strillavo talmente forte che i 2 si allontanarono.
-Ok ok! Il giochino finisce qui ma ricordati che da ora in poi sei la nostra schiava e se t ribelli sarà peggio per te!- mi minacciarono.
Mi vestii in fretta e furia e me ne andai.
Tornai a casa mi lavai per bene e andai a scuola.
I 2 arrivarono in classe insieme e guardandomi maliziosamente la minigonna si sussurrarono qualcosa.
Tommy mi venne vicino e mi ricordò per la sera l’invito.
Ero tutta un fremito avevo tanta voglia di loro.
Mentre pensavo mi avvivò un bigliettino con su scritto’mi raccomando stasera niente biancheria intima’.
Sorrisi a entrambi e decisi di ascoltare la lezioni con enfasi.
Chissà cosa succederà quella sera!

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