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Racconti di Dominazione

La moglie di husbandsee

By 8 Luglio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

L’incontro era fissato per la sera. Una cena insieme, in un ristorante tranquillo, niente di particolare in s&egrave. Volevo avere un approccio leggero con lei, entrare un poco in confidenza, non spaventarla conoscendoci un poco prima. Lui sicuramente moriva di voglia, ma sapeva di dover solo aspettare.
Gli avevo detto di far vestire bene sua moglie, in minigonna, camicetta, gambe nude e scarpe col tacco alto. Nient’altro, letteralmente: doveva stare completamente nuda sotto, glielo avevo detto chiaramente.
Ci incontrammo davanti al locale, presentazioni di rito, ed entrammo. Non mi assicurai di cosa avesse o meno sotto il vestito…quello, dopo la cena.
Mangiammo in tranquillità, parlando di noi, facendo qualche battuta; un pasto leggero e veloce, tutti avevamo voglia, anche se io sembravo più distaccato e lei più imbarazzata, comunque il cibo serviva solo a fare un minimo di conoscenza.
Uscendo dal ristorante, ci dirigemmo verso la loro auto. Abbracciai ad un fianco lei. era davvero una bella polacca, bionda e ben fatta, come lui l’aveva descritta. La mia mano scivolò subito sul suo culo, prese la minigonna, la alzò sopra la carne nuda, e quindi passò a palpare quelle splendide chiappe nude ed oscenamente in vista. Lei entò inutilmente di fermarmi muovendo i fianchi e facendo qualche flebile obiezione.
“No ti prego non qui…ci vedono…”
“Zitta troia…mmmm bene bene, sei venuta a figa nuda, come avevo chiesto, molto bene”
Lei stava morendo di vergogna, il marito invecemoriva di voglia nel vederci e sentirci, tenendosi leggermente dietro di noi.
Le palpai e le carezzai la passera, era calda e morbida, già umidiccia, e ne approfittai per infilarci un dito e saggiarne la consistenza.
“Hai una fica molto bella, al tatto, Dora…tuo marito &egrave un uomo davvero fortunato…”
“Mmmmmm siii…”
“…sei proprio una bella puttana sai, bella e già bagnata…ti scoperò volentieri”
“Sìì…”
“Sì…padrone” la redarguì.
“Sì, padrone”
Le tolgo il dito dalla figa, unto dei suoi succhi, e glielo misi in bocca, costringendola a ciucciare e pulire i suoi stessi succhi.
“Ora troia, vediamo se anche sopra sei come voglio…”
Ci fermiamo un attimo, lui ci guarda curioso ed arrapato, mentre io le apro la camicetta sul petto e le scopro il bel seno nudo e turgido.
“Brava…”
Le prendo una tetta per mano, la palpo e la carezzo, poi passo ai capezzoli, che sono già ritti e duri, li tiro e li strizzo.
Lei trattiene i lamenti, mugola di piacere e di dolore.
“Andiamo dai”
Mi stacco da lei, e ci avviamo verso la macchina che &egrave ormai lì a due passi. Lei tenta di ricomporsi, la minigonna e la camicetta.
“Vieni, noi due saliamo dietro, lui guida”
Il marito si sistema lo specchietto retrovisore in modo da poterci osservare.
Non facciamo in tempo a partire, che do uno schiaffo sul dolce viso di Dora.
“Ma…perché…?”
Altro schiaffo.
“Padrone!”
“Padrone…perché?”
“Perché quello che faccio non si discute…se io ti voglio palpare in pubblico tu ti fai palpare in pubblico, fine”
“Sì…padrone”
Altro schiaffo, il terzo. Lei mi guarda come una cagnetta bastonata, che non capisce perch&egrave la si punisce.
“Qualcuno ti ha forse dtto di ricomporti?”
“No, padrone…”
“E quindi?”
“Mi deve scusare, padrone…”
Si riaprì la camicetta lasciando liberi i seni nudi, e si tirò di nuovo su la minigonna scopendo la figa nuda.
“Brava cagnetta…stasera, sei la mia troia, ricordalo”
Le dissi tenendole il mento con una mano.
“Sì, padrone”
Intanto, lui da davanti ascoltava e guardava lo specchietto quanto la strada.
Mi aprì i pantaloni, tirando fuori il mio bel cazzo: grosso e duro, già eretto.
“Ora, puttana, mi fai un pompino…fino in fondo…così poi dopo duro di più”
Lei si chinò a leccarmi il cazzo, era davvero brava e vogliosa, leccava baciava e succhiava con voluttà e con gusto, se lo assaporava bene e lo stuzzicava ancora meglio. Le infilai le dita nella figa, era davvero bagnata ora, sentivo che si stava godendo quel pompino ad un ragazzo conosciuto appena poco prima, e che ora la stava sottomettendo come una lurida battona.
Con la mano libera, le spinsi dalla nuca la testa verso il basso, costringendola ad ingoiare quanto più possibile il mio cazzone ora durissimo; non le entrava tutto, ma già le riempiva la gola e la faceva soffocare e sbavare.
“Ti piace troia il mio cazzone vero? Ora ti scopo un po’ la bocca e poi ti faccio assaggiare la mia sborra calda…mi raccomando, non sprecarne nemmeno una goccia…” dissi ad alta voce per farmi sentire bene anche dal marito.
“Mmmmmfff…”
Lei non riusciva a parlare, solo a mugolare e sbavare, mentre mi colava i suoi umori caldi sulle dita che le esploravano la passera bollente.
“Ora tienilo bene in bocca, leccalo, ciuccialo, e fammi godere, puttana”
La lasciai, lei fece uscire un po’ di cazzo prima di serrarlo fra le labbra, leccando avidamente la parte rimasta dentro la sua bocca, poi prese a masturbarmi di bocca, su e giù, mentre leccava l’asta durissima e la cappella gonfia da scoppiare.
Le eruttai in bocca, così, senza alcun preavviso, lei da brava cagna cercò di ingoiare e pulire tutto quell oche le davo, anche se era davvero tanta la sborra che le riempiva la bocca e la gola, e un po’ gliene colò dalle labbra. Le mie dita erano fradice dei suoi umori, mentre il marito aveva rallentato per godersi la scena.
Tolsi le dita e me le portai alla bocca.
“Hai un buon sapore, cagna…ora però, ripuliscimi bene il cazzo”
Lei obbedì in silenzio, leccando e pulendo da lucidarmi l’uccello, dopo quella prima sborrata.
Ma era solo l’inizio della serata. [seconda parte]

Scendemmo dall’auto ed entrammo velocemnete in casa. Qui ci sistemammo nella camera matrimoniale, già preparata. Lui si sedette, pronto a godersi fino in fondo lo spettacolo.
“Spogliati, del tutto, troia”
“Sì, padrone”
Lei rimase completamente nuda davanti a me, in piedi, davvero splendida. Il suo corpo nudo, il marito che guardava, il fatto di sottometterla davanti a lui, mi eccitavano molto, ed il mio cazzo era già di nuovo gonfio.
Mi spogliai rimanendo nudo anch’io, col cazzo gonfio ma non ancora duro a penzoloni, leggermente umido per il pompino in auto.
“Inginocchiati troia”
“Sì padrone”
Era molto bella davvero, i capelli biondi, il corpo longilineo e ben tornito, la sua nudità completa ed oscena. Ed era tutta mia davanti a suo marito.
“Ora, Dora, cagnetta mia, tira fuori la lingua e fammelo tornare duro”
Cominciò a leccarmi il cazzo con rapidi colpeti di lingua, da vera cagna, e in u nattimo mi tornò duro. Le carezzavo i capelli mentre leccava.
Poi, quando fu rilassata e cominciava a gustarsi quel nuovo pompino, le presi per i pcapelli, lì davanti al marito, e tenendole ferma la testa, cominciai a scoparla in bocca, avanti e indietro, facendo uscire e rientrare il mio cazzodi nuovo duro, tentando di infilarlo tutto dentro mentre sbavava e poi lasciandola un momento respirare. Lei tentava di stringerlo tra le labbra e leccarlo, ma l’unica cosa che riusciva a fare era farselo passare passivamente sulla lingua mentre la scopavo.
Poi tolsi il cazzo, e sempre tenendola e tirandola per i capelli, cominciai a schiafeggiarla, colpi leggeri ma molto umilianti.
“Tu stasera sarai la mia troia, sarai a mia completa disposizione, farai tutto quello che voglio e che ti dico, va bene zoccola?”
“Sì…sì…padrone…sì…”
“Sei una gran bella moglie polacca, Dora…e sei la mia lurida cagna, davanti a quel cornuto di tuo marito…adesso ti scopo e ti sfondo, capito puttana?”
“Sì…sì…padrone…sono tua…la tua puttana…”
Era lì inginocchiata, completamente nuda, che si faceva schiaffeggiare e insultare da un ragazzo nudo e con un grosso cazzo, che la dominava e la scopava davanti al marito. Lui moriva di voglia e di piacere guardandoci, si vedeva che godeva un mondo nel vedere la bella e giovane moglie nuda umilitata sottomessa e sbattuta da un prestante ragazzo nudo.
“Allora, cagna, leccami il culo, adesso!”
La trascinai per i capelli dietro di me, sulle sue ginocchia, poi la lasciai e mi allargai i glutei sul suo viso.
“Avanti, lecca bene l’ano, gustalo e leccalo a fondo…brava così…ancora…sì…brava cagna…ora infila la lingua dentro…mmmmmmmm sì così…dai…troia…”
Era davvero un piacere farsi leccare la rosellina da quella cagnetta polacca così brava e umile, leccava prima dolcemente intorno, poi tentava d’infilare la lingua e leccare dentro, roteando la sua lingua nel mio culo.
Le presi la testa e me la premetti sul culo.
“Ora dai un bel bacio di lingua al mio ano…come se te lo stessi limonando…e poi passa a leccarmi le palle”
Obbedì umile e silente, baciando e leccando il buco del mio culo, e poi scendendo a leccarmi le palle gonfie e pelose da dietro. I suoi colpi di lingua ed i suoi baci mi davano piccoli brividi che dalle palle risalivano al cazzo bello duro e ritto.
“Bravissima così…ora basta troia”
La ripresi per i capelli, e tirandola la sbattei sul letto che la notte condivideva con suo marito.
“Mettiti a 4 zampe, a pecora, come merita una cagnetta come te”
“Sì padrone…”
Ubbedì pronta, ma vidi che aveva qualche lacrima, forse per il dolore d’essere presa per i capelli. Mi chinai sul suo viso e glielo leccai, pulendolo dalle lacrime, una cosa tanto eccitante quanto umiliante.
“Non piangere, troietta…ora devi solo gustarti il mio cazzone e godere…”
La baciai lì, lei a pecora ed io chinato sul suo viso, nuda lei e nudo io, col cazzo in tiro, davanti a suo marito, slinguandomela per bene.
La lasciai e in silenzio le passai dietro.
Di brutto, le infilai due dita in figa, a fondo, e cominciai a sditalinarla profondamente e ruvidamente. Lei era un lago e mi colava tutta, nuda com’era, sulla mano. Intanto, affondai il mio viso fra le sue chiappe e presi a leccarle a fondo anche il buco del culo. lei gemeva e si muoveva sotto di me, ne stava godendo pienamente, probabilmente le sarebbe presto venuto un orgasmo. Decisi che non volevo perdermelo, e che le mie dita erano ormai ben bagnate, e scambiai i buchi: passai le due dita direttamente dalla figa all’ano, penetrandoglielo a forza e dilatandoglielo d’improvviso, lei mugolava e soffriva, ma in breve si abituò alla dolce intrusione. Con la bocca, cominciai invece a leccarle la figa, su e giù, grandi colpi di lingua sulla sua passera fradicia e bollente, morbida e accogliente, leccando dalla clitoride lungo tutta la figa e arrivando fin quasi al buco del culo prima di ricominciare dal basso.
Poi presi a muoverle le dita nell’ano, avanti e indietro, ma anche roteandole dentro e premendo sulle sue pareti anali, mentre sotto succhiavo e davo colpetti di lingua sulla clitoride gonfia.
Lei mugolava e ansimava, chiedeva di più, voleva solo piacere, era una troia nuda che si faceva scopare da un ragazzo davanti a suo marito, e ora godeva come una pazza, con un grande orgasmo, colando succo dalla figa direttamente nella mia bocca. Leccai e bevetti tutto, la figa polacca era davvero buona.
Mi staccai, lei era crollata con la faccia sul materasso, sembrava spossata e squassata dal piacere.
“Credi che abbiamo finito, troia?”
Le diedi una forte e dolorosa pacca sul sedere, alla quale mugolò.
“Il bello viene sol oadesso, cagna”
Le passai in bocca le dita con le quali le avevo usato il culo, e gliele feci leccare e ciucciare bene.
“Assaporale bene, perch&egrave dopo avrai qualcos’altro di ben più consistente da gustarti…”
Tolte le dita slavate dalla sua saliva, la presi ai fianchi, sistemai la mia cappella sulla sua passera vogliosa, e spinsi dentro, di forza e brutalmente, spingendoci il mio cazzo grosso e duro a fondo dentro. Era un po’ stretta per me, ma i suoi succhi mi fecero scivolare dentro il cazzone in modo agevole. Lei mugugnò e ansimò alla penetrazione.
“Ti piace eh il cazzo grosso troia? Ti piace farti sbattere dai ragazzi, zoccola?”
“Sì…sì…mi piace…mi piace…sì!”
Cominciai a pomparla lentamente, ma affondando ogni volta bene e duramente i lcazzo in figa. I colpi erano lenti ma vigorosi, lei sobbalzava sotto il mio ritmo, mugolava e ne chiedeva ancora, nuda e sbattuta davanti a suo marito che solo guardando sembrava oderne quanto e più di lei.
“Sì cagna, stringimi così il cazzo, hai una figa bellissima Dora, sei proprio una gran troia polacca, una vacca da monta e una cagna vogliosa, mi stai sbrodolando tutta sul cazzo, dai che ora te lo sbatto nel culo e ti sfondo l’ano, bella puttana polacca”
Lo sfilai, durissimo e tutto umido, dalla sua figa, e glielo puntai sul buco del culo. Cominciai a spingere, la cappella gonfia forzò l’ano e si intrufolò dentro, seguita dall’asta dritta e durissima, che le apriva e le rompeva il culo.
“No…che male…basta…pietà…ti prego…ahia…nooo…”
“Zitta cagna polacca…zitta e obbedisci…goditela tutta l’inculata!”
Presi a sculacciarla mentre le violavo l’ano, glielo stavo lentamente sfondando col mio cazzo, spinsi finché l’uccello non fu in gran parte dentro, e lì mi fermai un attimo, per poi cominciare a muoverlo di lato, in modo da allargarle il culo col cazzo dentro ma anche farla abituare rapidamente.
“Oh…ooohhh…ohohoh…sììì…ahhiaa…sììì…mmmmm…sììì…padrone…ancora…”
“Vedi che ti piace? Sei solo una puttana polacca rotta in culo, dimmelo che lo sei, avanti!”
La sculacciai col cazzo in culo per incitarla, le fitte di piacere si sommavano in lei a quelle di dolore, e forse stava masochisticamente godendo anche del dolore.
“Sì…sono una puttana…rotta in culo…la tua puttana…padrone!”
“Sì dai cagna che ora ti sfondo e ti scopo questo bel culo polacco, dai che ora ti sbatto come la zoccola che sei!”
Cominciai a muovermi nel suo culo rotto e aperto, il cazzo scivolava su e giù con relativa facilità ora, ero aggrappato ai suoi fianchi e la pompavo di brutto nell’ano.
Lei ansimava e urlava e mugolava come una gatta in calore mentre si faceva rompere fino i nfondo il culo, infatti adesso riuscivo a piantarle dentro l’ano l’intero cazzo fino alle palle, che gonfie e pelose le sbattevano sulla figa a ritmo. La incitavo con grandi insulti davanti a suo marito, che poteva vederci dietro e di lato, la sua bella e giovane moglie polacca tutta nuda sbattuta in culo da un giovane bull che la umiliava e la usava a suo piacimento.
Continuavo a sbattermela in culo, sempre più forte e veloce, lei godeva di brutto sotto questo brutale trattamento, ora anche lei mi incitava e mi diceva di essere la mia lurida troia polacca, lì davanti a suo marito lei faceva davvero la puttana più oscena con quel ragazzo fino a poco prima del tuto sconosciuto.
Me la sentivo vibrare sotto, mi fermai, e piano piano tenendole il cazzo in culo ci girammo, lei sopra seduta e io disteso sotto, e così ricominciammo, lei oscenamente nuda a gambe aperte e con la figa bene in vista che si faceva inculare da sotto da quel giovane stallone.
Urlavamo e ci incitavamo, lei era la mia troia polacca, la mia lurida vacca da monta, suo marito guardava al limite dell’orgasmo quello spettacolo, con io che la stantuffavo brutalmente da sotto dritto nel culo mentre lei mi saltellava sopra con l’ano impalato sul mio cazzone duro.
Le infilai una mano davanti, tastavo e sditalinavo, clitoride e figa, mentre me la inculavo di brutto, e in breve la feci venire una seconda volta, colando i suoi succhi sulla mia mano fino al buco del culo dove la stavo brutalizzando ormai da un po’.
Lei si stava accasciando spossata, le uscii dal culo e la lasciai stendere a pancia in su sul letto, mi misi a cavalcioni ella sua testa, e lì davanti al marito lei completamente nuda le feci prendere in bocca il mio cazzone appena uscito dal suo culo rotto, glielo feci succhiare e leccare bene, gustandoselo a fondo; poi li tirai fuori, le appoggiai solo la cappella sulla sua lingua, me lo menai un poco e in breve venni anch’io sulla sua lingua e sulla sua faccia, lì davanti a suo marito che poteva godersi quella seconda grande sborrata nella bocca e sul viso della sua giovane e nuda moglie.
Mi feci ripulire la cappella per bene, poi la aiutai ad alzarsi, e con la faccia ancora piena di sborra la portai con me in bagno per una doccia, lasciando suo marito in camera. Lui sta finendo il quarto d’ora di riprese concordato.
Sua moglie &egrave nuda ai miei piedi che mi lecca e mi succhia il cazzo duro, mentre io la insulto volgarmente e la tratto da vera puttana.
‘Troia polacca, ti piace il sapore del mio cazzo’dai che te lo stai gustando tutto’lo vedo che apprezzi il sapore di cazzo, e non finiresti mai di ciucciartelo”
‘Mmmmmmmmm”
Lei riesce solo a mugolare di piacere e approvazione, sia perché si sente troia e sottomessa, sia perché &egrave difficile parlare con un cazzo bello grosso in bocca.
‘Dai che regaliamo al tuo bravo marito un’ultima inquadratura’particolare! Mettiti a pecora sul letto, dando il culo alla telecamera’
Silenziosamente lei obbedisce, mettendo oscenamente in mostra fra le sue gambe la figa ed il buco del culo nudi, di fronte al marito che riprende tutto nei particolari.
Ma quasi subito, mi metto a cavalcioni dei suoi fianchi, e mi abbasso sul suo bacino, con il cazzone duro ancora coperto della saliva della brava mogliettina troietta.
Punto la cappella sul culo, e lentamente le apro l’ano, senza preliminari né molta delicatezza, ma scendendoci dentro comunque lentamente. Entro a fatica, ma alla fine la cappella vince la resistenza dei suoi muscoli, e col culo rotto lei riceve la mia asta lunga e durissima, urlando e gemendo, di dolore ma anche di piacere, soprattutto di piacere man mano che le pianto tutto quel bel cazzo nell’ano.
Il marito da bravo riprende tutta la scena in primo piano, un ragazzo nudo porco, dominante e dotato che si incula a pecora la sua mogliettina bella e straniera, dopo essersi fatto succhiare e leccare il cazzo mentre le diceva i più luridi insulti.
‘Dai troia’sei una zoccola’hai il culo rotto’te lo faccio diventare un caverna’dai che ci godi col culo sfondo, puttana’cagna polacca, dai goditi questo bel cazzo che ti apre il tuo bel culo”
Lei ha la faccia stesa sul lenzuolo del letto matrimoniale che condivide col proprio marito, sodomizzata e insultata da quel ragazzo invitato dal coniuge stesso, afferra con le mani e morde con la bocca le lenzuola, geme e lancia gridolini, mentre col culo tenta di adattarsi al cazzo che la sta impalando.
Il marito mi fa cenno che il tempo delle riprese &egrave scaduto, e spegne la camera.
‘Bene troia’ora iniziamo a divertirci sul serio”
Intanto penso che non mi &egrave dispiaciuto il filmatino, &egrave un bel ricordo lasciato a questa coppia di porci dal loro bull.

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