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La piccola schiava, soddisfa l’isola

By 5 Ottobre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Apro gli occhi piano. Sono fortemente stordito, senza sapere assolutamente da cosa. Il sole mi batte in faccia procurandomi pesanti fitte alla testa. Tento di alzare un braccio con l’intenzione di riparare i miei occhi dal sole pomeridiano che inonda il terrazzo su cui mi trovo, ed &egrave in quel momento che mi accorgo di avere le mani legate alla sedia sui cui sono adagiato. Stessa cosa per le caviglie legate con delle fascette alle gambe della sedia. Nudo come un verme, tento di divincolarmi ma i primi sforzi mi procurano ulteriori fitte di dolore alla testa.
“Buongiooorno” fa Franco con tono calmo e ironico sedendosi al tavolo sul balcone con una tazza di caffelatte e un cornetto.. “Una serata impegnativa vero?” domanda. La mia gola &egrave in fiamme. La bocca arida come il deserto. Brontolo qualcosa di incomprensibile anche per me stesso.
“Ciao coglione” Luca e Francesco sono arrivati sul balcone con birre e patatine. Si sgranchiscono la schiena ruttando, mentre osservonano il mare e la natura che incorniciano la villetta.
“Che cazzo &egrave questa storia, Franco? Lei’ Dov’&egrave?” sussurro con la paura e la rabbia che mi strangolano.
Neanche mi guardano. Divorano in modo animalesco merendine e cornetti. “La troia? E’ chiusa nella scatola li nell’angolo.” Poi Francesco si alza, grattandosi il pacco, e con un sorriso da doposbronza e buttando la pancia in fuori mi mette al corrente: “Oggi le facciamo prendere un po di cazzi come si deve. Ti facciamo vedere come si tratta una puttanella come lei.”
Metto a fuoco per quel che riesco l’intero balcone. Dietro a un vaso, all’ombra, c’&egrave un baule di legno piccolo e basso, delle perforazioni di trapano sui lati, un lucchetto gigante chiuso blocca l’apertura. Con il suo corpo esile e la sua bassa statura so che Paola ci può stare perfettamente accovacciata all’interno. Il sangue mi si gela mentre i tre uomini ridono finendo il loro pasto.

Che venire ad Ibiza con la fidanzata fosse un’enorme cazzata lo temevo. Ma mai mi sarei aspettato che quel periodo di ferie ci avrebbe portato a tali livelli di depravazione e umiliazione.
Siamo una coppia di giovani. Io studente universitario gracile di 23 anni. Lei, Paola, una ventenne molto bassa, magra magra, due seni piccoli ma ben fatti, un culletto carino ma un po basso e un viso dolce e sensuale. La pelle olivastra e i capelli castani scuri tagliati corti.
Come ogni anno, ritardiamo per motivi organizzativi/economici a prnotare le ferie e ci ritroviamo a scegliere mete, troppo spesso deludenti e costose. Quando Valentina, la sua collega di lavoro, ci aveva indicato un last minut per Ibiza, eravamo rimasti basiti e parecchio incerti. Il prezzo era incredibilmente basso, la prenotazione era in una villetta incredibilmente bella, affacciata sul mare. Nonostate la posizione fosse abbastanza isolata, sapevamo a cosa andavamo incontro: sballo, discoteche, movida, urla e musica martellante 24h su 24. Non ciò che si addiceva a una coppia riservata come noi, in cerca di passeggiate romantiche al chiaro di luna. Ma dopo tutto, era ormai ferragosto e quel viaggio pareva essere l’unico conveniente .
Passammo i primi giorni un po’ alienati. Le spiagge erano affollate, per non parlare dei ristoranti e i locali dove ogni nostro tentativo di conversazione veniva stroncato sul nascere dagli schiamazzi di centinaia di turisti eccitati e imbottiti di alcol. Gente seminuda, tamarri palestrati e pseudo cubiste in costume giorno e notte, ci creavano sempre più spesso sintomi di disagio.
La terza sera decidemmo di fregarcene. Ci ridemmo sopra a cena. Ci baciammo profondamente e ci accordammo per prendere un bella sbronza in barba a tutto. Passammo la serata a ridere seduti al tavolo mentre i bicchierini vuoti si impilavano sotto i nostri nasi. Persi nei nostri discorsi non ci accorgevamo della movida che era partita al centro del locale. Un turbinio di gente si scatenava in pista su un pezzo di musica merdosa, stusciandosi e urlando. Fu allora che dalla folla uscì Franco. Un 40 enne alto e abbronzato. Spalle e braccia muscolose, una pancia gonfia e un sorriso da figlio di puttana che ti ispirava simpatia da subito. “Siete gli unici seduti in tutto il locale. Forza in piedi sposini! Siete a Ibiza bisogna divertirsi!”. Nonstante fossi sbronzo non mi amava proprio l’idea di buttarmi in quella ressa di gente sudata, ma vidi lo sguardo divertito ed eccitato di Paola. Decisi di non fare il guastafeste,”dopo tutto'” pensai. “Perché no?” Gridai spavaldo. Passammo la notte a ballare come idioti e bere. Franco ci offriva di continuo drink e birre, e ci presentava un sacco di gente. Sembrava conoscere tutti. A volte prendeva Paola e ballava con lei, suscitando in me una leggera gelosia.
Alle 5 del mattino, sconvolti e felici ci trovammo fuori dal locale. Paola, Franco, io e due amici di franco di cui non ricordavamo il nome. “Cannetta della buonanotte ragazzi? Vi va?” ci chiede Franco. “Si ma andiamo da noi. Ho bisogno di collassare sul divano.” gli rispondo tenendomi la testa e sorridendo. Dopo le ore passate insieme, il mio giudizio era cambiato. Franco lo vedevo ora più arrogante, un sguardo volgare e un atteggiamento da vero magnaccia. I due amici erano schivi con me e se la tiravano, dedicando invece un sacco di attenzioni a Paola, che a differenza mia, continuava a ridere e divertirsi con i tre uomini. Decisi di non rovinare la serata e di concludere con una fumata nella nostra villetta. La situazione mi sembrava estremamente tranquilla, e nonostante la loro lieve arroganza, mi davano l’idea di persone coscienziose di mezz’età che si divertivano a coinvolgere i turisti appena arrivati. Lei fece strada, affiancata dai tre uomini alti e grossi che la facevano sembrare una ragazzina ancora più giovane e minuta. Io arrancavo dietro, ubricao e privo di forze. Una volta a casa, appoggiai il culo sul divano. Franco mi porse dell’acqua che bevvi veloce, e mentre Paola continuava a ridere e scherzare coi tre quarantenni, i miei occhi si chiusero in un sonno profondissimo.

Sul balcone, seduto al suo tavolo Franco dice “Tirate fuori Paola che le diamo la colazione.”. I due aprono il lucchetto e il baule, ed eccola. Nuda come un verme, con dello sperma secco sulla faccia e sui capelli. Il trucco colato del pianto, lo sguardo perso. La fanno alzare e lei si trascina per qualche passo prima di afflosciassi a terra. E’ stata palesemente drogata e abusata. A quel punto vedo Franco alzarsi e sfilarsi il costume da bagno. Un cazzo grosso in semi erezione gli penzola sotto la pancia. Venoso e largo, mi spinge ad abbassare gli occhi imbarazzato sul mio minuscolo pene, floscio e sottile. Si risiede, prende un biscotto e se lo appoggia alla base del cazzo. “Coraggio Paola, vieni qui. Mangia il biscottino, vieni dai.” Lei non reagisce e viene trascinata a terra dai due soci di franco che la posizionano davanti al cazzo sudato. Nonostante la sua espressione persa si nota il suo terrore e ad una seconda richiesta di franco avvicina la bocca al biscotto. “No puttana” le urla Franco tirandole uno schiaffo sonoro in faccia. “Prima annusi bene tutto.Avanti annusa bene il cazzo brava. Scappellalo col naso.” Paola sfrega lentamente il naso sulla cappella ti Franco, scoprendogliela completamente. Tutti ridono “Ti piace &egrave puttana?” “Guarda come annusa con quel naso da troia!”
Franco glie lo scrolla piano sulle guance. “Dai mangia ora” lei si avvinca piano alla base e afferra il biscotto coi denti. Finito di masticarlo le fanno pulire la base del cazzo, per togliere le briciole incastrate tra i peli pubici. Poi si alzano. Tutti insime. Le tenta di scappare, in un istante di lucidità, ma &egrave ancora pesantemente stordita e dopo mezzo metro viene afferrata per i piedi daFrancesco “Guarda guarda come scappa. AHahaha. Dove vai troia? Non abbiamo neanche iniziato con te” Le urla prendendole a schiaffi le piante dei suoi piccoli piedi mentre lei urla e piange col viso adagiato a terra.
“Vi faremo conoscere la vera essenza di questa isola. Sarete gli zimbelli di tutti i turisti. E tu, Paola, diventerai una sputacchiera per cazzi e una latrina umana.” ci sibila Franco accendendosi una sigaretta… Sono più di quattro ore che vanno avanti. L’hanno immobilizzata a terra e a turno se la sono scopata più e più volte. I loro cazzi enormi dilatavano in maniera surreale la sua piccola fighettina glabra. Il suor corpo esile e abbronzato veniva strapazzato e piegato come fosse un pupazzo.
Paola &egrave sempre stata bloccata nel sesso, rifiutandomi anche ogni genere di rapporto orale. Ora, non solo le hanno fatto succhiare più volte i loro cazzi: le sono più volte venuti in bocca, sul viso e sui capelli. L’hanno masturbata con più dita, con violenza, l’hanno fatta eiaculare come non avevo mai visto in vita mia, se non in qualche video porno. Le hanno spalmato un piccola quantità di burro sull’ano e glie lo hanno sverginato.
E ora, mentre Francesco la scopa sdraiata a terra, alternando culo e fica, mentre lei singhiozza stremata, mentre Franco si accovaccia sulla sua faccia alzadosi le palle con la mano e appoggiandole l’ano sulla bocca, io, nel mio angolo legato, mi rendo conto della cosa più atroce: il mio cazzetto &egrave duro ed eccitato come non mai. E sgocciola piccolissime quantità di seme.

“Guardate come &egrave arrapato quel frocio microdotato!” ride luca. “Ti piace vederla così, vero? Guarda come la montiamo questa puttanella.” aggiunge Franco. “Devi sentire che brava leccaculo che &egrave questa cagana Franc&egrave!” Francesco le da le ultime tre botte del culo facendola urlare poi si alza in piedi e dopo aver fatto scansare Franco le viene con un’enorme quantità di sperma bollente sulla fronte e sugli occhi. Fatto ciò le si inginocchia in faccia piazzandole il buco del culo a portata di lingua. Neanche capisco se la droga &egrave ancora in circolo o se lei sia ormai arresa alla situazione. Impaurita a tal punto da non opporre la minima resistenza.

“Ragazzi pausa!” annuncia Franco. “Sarah sta arrivando con due amiche. Prepariamo un po’ per l’aperitivo.” Sollevano Paola stremata e la trascinano di peso dentro casa. Poi escono a ripulire il tavolo.
“Io vi uccido. Figli di troia, vi uccido uno per uno.” sibilo a Franco mentre raccoglie i sacchetti di patatine vuoti. “Ma che cazzo vuoi uccidere, coglione'” Prende un paio di mutande zozze da terra e me le ficca in bocca. Poi torna con del nastro adesivo e me le ferma per bene attacandomelo alle guance. “Pensi che non lo sapia quanto ti sei arrapato a vederla scopata come si deve? Ho visto come ti tirava il cazzettino mentre si dimenava come un cagna torturata. Ti abituerai, ti assicuro, e forse alla fine di tutto questo, mi ringrazierai. Intanto goditi la serata.”

La misteriosa Sarah arriva su una fuoristrada rosso fiammante. Suona il clacson per annunciare il suo arrivo e i tre uomini esultano e applaudono. Ci sono altre due giovani ragazze con lei. Ma non riesco a vedere nessuna delle 3 se non di sfuggita mentre escono dalla macchina. Spiando tra le foglie della siepe. Sento gli altri dentro casa che si presentano con le due nuove donne e che chiacchierando animatamente con Sarah. Non capisco bene il discorso ma intuisco stiano spiegando a tutte la situazione. Loro ridono, le due ragazze (probabilmente giovani come Paola) in modo timido, Sarah sembra invece parecchio divertita ed emette gridi di gioia. Poi, ad un tratto, il rumore di tacchi a spillo si avvicina rapido verso di me, seguito da altri passi più timidi. “Quindi questo sarebbe il finocchietto?” Alta almeno 10 cm più di me, statuaria e abbronzata, un seno grosso probabilmente rifatto. I capelli lunghi e scuri cadono sulla schiena abbronzata e incorniciano il suo viso da troia assatanata. Due minuscoli short di jeans e una canottiera bianca avvolgono il suo corpo da dea, mentre due scarpe col tacco, rosa flou contengono due meravigliosi piedi arcati e abbrozati. “Abbassa lo sguardo scoppiando a ridere. “Madonna’ Hahahahah.. Ciao pisellino.” Dice sarcastica. Allunga la mano con le lunghe unghie smaltate contro il mio scroto piccolo e penzolante. Grattandomi dolcemente i testicoli e procurandomi spasmi di piacere continua: “Guardate che cazzino ridicolo. Sembra quello di un bambino. La tua fidanzatina deve essere solo felice di poter usufruire di tanti bei cazzi come le &egrave succeso oggi. Non &egrave vero pisolino?” “La troia ha bagnato pure il pavimento da quanto godeva.” si avvicina sorridendo franco con le mani sui fianchi, poi si gira verso la porta del balcone “Venite a vederlo ragazze, avanti.” Altri passi si avvicinano. Sono giovani come immaginavo. Non appariscenti come Sarah, ma tirate alla grande. I fisici snelli dentro vestiti da fighete di città, gli occhiali da sole grandi, i capelli stirati, anch’esse abbronzate e con i tacchi alti che slanciano le loro gambe sottili.
Mi squadrano con un sorriso misto tra l’imbarazzo e il sarcasmo, mentre i ragazzi ancora nudi, le abbracciano facendo penzolare i loro pesanti arnesi di fianco a loro. Continuano a ridacchiare tutti assieme, poi vanno a prendere Paola. “Su su. Vediamo la schiavetta!” strilla Sarh dandomi le spalle. Quando la vidi, rischiari di svenire.

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