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Racconti di Dominazione

La prima volta con la Padrona

By 1 Maggio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

La mia Padrona aveva deciso che avrei cominciato il mio addestramento la domenica.
Mi disse che quel giorno le portava fortuna e che non dovevo essere impaziente.
In realtà contavo le ore e i minuti che mi separavano da quel momento,quando finalmente sarei stata sua.

Il sabato sera,dopo che finì le mie faccende domestiche,mi chiamò in salotto per parlare.
Voleva essere certa che avessi capito bene il cammino che volevo intraprendere,con la sua solita calma rispose ad ogni mia domanda,anche la più insignificante o stupida.
Così facendo non ci rendemmo quasi conto del tempo che passava fino a quando Lei mi lasciò per andare in bagno ed io ebbi modo di guardare l’orologio a pendolo.
Quando tornò la vidi con altro occhi,Lei subito se ne accorse e mi chiese il motivo di quei miei sguardi così,a Suo modo di dire,equivoci.
“E’ passata mezzanotte mia Padrona.”
Era la prima volta che la chiamavo così e accusai tutta l’emozione di quell’evento,la voce quasi mi si chiuse,le gambe mi tremavano,avevo i brividi per tutto il corpo.
Lei mi guardò stupita,quasi come se avessi detto chissà quale pazzia.
Mi feci coraggio e con tutta la forza che avevo in corpo aprì di nuovo bocca.”
“E’ domenica mia Padrona.”
A quel punto un largo sorriso si aprì sul Suo volto,la vidi radiosa come non mai,si avvicinò a me a passi lenti fino a trovarsi ad un palmo dal mio viso.
Poi mi passo una mano fra i capelli e spinse le Sue morbide labbra contro le mie.
Fu un bacio lungo,quasi da film americano,solo che questo era vero.
Quando si stacco fece un passo indietro,potevo vedere nel suo sguardo la stessa voglia che avevo io,lo stesso desiderio di dare e avere piacere.
“Ora voglio che ti spogli e lasci indosso solo le calze.”
Quello fu il primo ordine che mi diede,di certo non lo dimenticherò mai.
Sfilai il maglione e subito dopo tolsi il reggiseno,quindi feci scivolare a terra gonna e slip.
Ero nuda davanti ad una donna,ma non provavo nessun imbarazzo ne mi sentivo umiliata per essermi spogliata davanti a Lei.
Rimasi così per un tempo che mi sembrò incalcolabile fino a che non mi diede il so nuovo ordine.
“Ti ho spiegata più volte come mi spoglia una Mistress,fammi vedere che hai capito.”
Con le mani ancora tremanti mi avvicinai a Lei,sembrava che quei bottoni fossero cuciti e non riuscivo a toglierne uno.
Allora mi prese le mani fra le sue,subito smisi di tremare,quel semplice tocco mi tranquillizzò e inizia a sbottonarle la camicetta.
Le passai dietro e la sfilai,quindi dopo essermi inginocchiata le tolsi la gonna.
Immaginavo che avesse un bel fisico,di certo non dimostra la sua età,ma avere il Suo sedere così vicino,poterne ammirare la forma perfetta,fu una sorpresa e non da poco.
Mi rialzai per sganciarle il reggiseno,con le mani le sfiorai i capezzoli,erano già duri e turgidi come i miei del resto.
Quando con le mani mi avvicinai ai suoi slip,le sue mi fermarono con decisione.
“Inginocchiata davanti a me e usa la bocca per toglierle.”
Ancora più presa dall’eccitazione obbedì senza fiatare.
Quando con la bocca presi l’elastico e iniziai ad abbassarlo potei annusare per la prima volta l’odore del Suo sesso. Mi fermai per riempirmi le narici con quell’odore di rose e miele e Lei mi lasciò fare.
Quando ormai fui ubriaca del Suo odore ripresi a sfilarle le mutandine piene di quel sapore che presto sarebbe diventata la mia droga.
Ora avevamo entrambe solo calze e scarpe,ma questa era l’unica cosa in comune fra di noi,Lei magnifica Mistress e Maestra,io cagna in calore e schiava da addestrare.
Lei si andò a sedere al centro del divano lasciandomi a terra in attesa di un suo ordine,che non tardò ad arrivare.
“Visto che sei stata impaziente meriti una piccola punizione,ti sculaccerò a dovere affinch&egrave tu impari a non avere fretta,ora vieni qui e mettiti sulle mie gambe.”
Non la feci attendere e mi sistemai come ordinato,offrendo le mie natiche alle sue mani.
Mi fece aprire bene le gambe e subito le mie voglie uscirono copiose andando a bagnare le sue cosce.
“Ma brava la mia cagnolina ! Sei già un lago.”
Mi vergognai come una ladra,ma non riuscivo più a controllare il mio desiderio di lei.
Sadicamente prese ad accarezzarmi il culo e la figa facendomi perdere ogni freno inibitore.
La supplicavo di farmi suo,di battermi o di darmi l’orgasmo,ma Lei non m’ascoltava com’&egrave giusto che sia,continuava a torturare la mia mente facendomi eccitare oltre ogni limite.
Poi la sua mano si stacco da me per tornarci nel migliore dei modi.
Prese a sculacciarmi con vigore,forza,decisione.
E se prima ero un lago adesso ero un oceano.
Sentivo la pelle iniziare a bruciare,ma non chiesi mai di smettere.
Ogni tanto si fermava e riprendeva ad accarezzarmi,fino a riportarmi alla soglia dell’orgasmo che però mi negava sempre riprendo la punizione.
Sentivo di non avere più il controllo delle mie emozioni,era la prima volta che mi succedeva,ma non mi dispiaceva affatto,anche se negarmi il piacere finale era la più perfida delle torture,avrei voluto che continuasse all’infinito.
E così il tempo non ebbe più senso,fra manate e carezze,sfioramenti e insulti,la mia Padrona continuava a farmi sentire solo una femmina in calore che non aveva nessun ritegno a mostrarsi tale.
Poi la sua mano si fermò sulla mia passera,senza nessun preavviso due dita entrarono in me,non trovarono nessun ostacolo e subito iniziarono a scorrere come impazzite.
L’orgasmo tanto atteso e voluto arrivò senza che ebbi il tempo di dire nulla,una forte scarica partì dalla mia figa per arrivare dritta al cervello,fu breve ma intenso e violento e mi lasciò completamente distrutta sulle sue gambe.
Lei non mi diede però il tempo di riprendermi.
Mi fece scivolare a terra e dolcemente mi prese per i capelli e portò il mio viso sul suo monte di Venere.
Non disse niente,non ce n’era neanche bisogno.
Inizia a leccarla a perdifiato,avrei voluto farlo più lentamente,con tanta calma per renderle un po’ di quell’attesa che mi aveva fatto impazzire poco prima,ma la voglia di Lei era troppo grande.
Bevvi i suoi umori prima di succhiarle tutto ciò che mi entrava in bocca e passare la lingua su tutto quello che avevo davanti.
Anche Lei era molto eccitata e venne in poco tempo riempendomi la faccia col frutto del suo piacere,poi mi alzo la testa e prese a baciarmi con forza.
Andammo in camera sua per continuare fino a ritrovarci stremate,la stanchezza ci condusse verso il meritato riposo.
Ci risvegliammo insieme,abbracciate l’una all’altra.
Se quello era stato l’inizio della nostra storia,il proseguo non poteva che essere qualcosa di magnifico.

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