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Racconti di Dominazione

La professoressa Francesca in settimana bianca

By 19 Dicembre 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

No, proprio no! Quella cunetta non l’aveva assolutamente vista. Accidenti! Era decollata ed era volata come un fuscello. L’atterraggio, poi’ Era atterrata sul manto nevoso sbattendo con forza il suo culetto. Le punte degli sci nel volo si erano spalancate mentre le code dopo essersi accavallate si erano conficcate nella neve. Francesca era così rimasta immobile ed incredula per quello che le era successo. La posizione nella quale poi si era ritrovata non era molto elegante e propria soprattutto di una signora. Le gambe spalancate la costringevano a tenere una posizione piuttosto sconveniente per una giovane donna quale era. I calzoni attillatissimi della tuta sarebbero riusciti a stento a proteggere la parte più privata del suo corpo dagli eventuali sguardi di coloro che l’avrebbero avvicinata per soccorrerla.
Ma il dolore lancinante che provava sul culetto e quelli altrettanto fastidiosi che sentiva sui legamenti dei muscoli interni delle cosce che erano stati strapazzati nella caduta rovinosa le facevano socchiudere gli occhi.
“Come va, signora? – percepisce appena appena ‘ Si è fatta male? Ha bisogno d’aiuto?” è indubbiamente la voce di un uomo dall’accento tedesco o per lo meno di un valligiano.
Francesca socchiude gli occhi e intravede una tuta rossa fiammante. E’ quella dei maestri di sci. Francesca vede la figura dell’uomo piegarsi tra le sue gambe divaricate. Lui vuole indubbiamente aiutarla. E lei è bloccata, in quella posizione’ ginecologica. Il dolore le fa superare l’imbarazzo. “Sì, la ringrazio – sussurra la giovane donna – . Non riesco a muovermi. Ogni spostamento mi provoca una fitta di dolore. Dappertutto!”
“Non si preoccupi, l’aiuto io, signora – la rincuora una voce gentile – . Farò in un secondo. L’uomo si sgancia gli sci e subito con facilità libera le gambe di Francesca dagli sci, poi va alle spalle della donna e da dietro le fa sollevare il busto. Lei sente le grandi e forti mani dell’uomo stringerla sotto le ascelle. Sente anche innocentemente le dita del maestro di sci sfiorarle il gonfiore che le sue mammelle provocano sotto la tuta da sci.
Seduta lo guarda e sorride. “Ho fatto un volo’ – si lamenta Francesca – Non ho visto la cunetta! Avevo tutto il peso sulle code, sono decollata ed eccomi qui!” “L’ho vista, l’ho vista… – la interrompe sorridendo lui con una voce che tradisce l’accento straniero – Mi sono preoccupato quando l’ho vista volare. Ma vedo che fisicamente lei è a posto e quindi è riuscita a cavarsela”. “A dire il vero ho dei dolori dappertutto – continua lei a lamentarsi spolverandosi dalla tuta la neve – . Ma poteva anche andar peggio”. “Indubbiamente – esclama lui – ma tutto è bene quello che finisce bene. A proposito, io mi chiamo Rorando e sono, come vede, un maestro di sci”. “Io sono Francesca e sono un’insegnante. Ma non di sci’ Proprio no… Insegno tutt’altro a dei ragazzini pestiferi…” Se conoscesse Stefano e Federico, o Riccardo e Simone, pensa lei, non le darebbe torto a definirli così! E se sapesse tutto il resto, poi…
Francesca si alza in piedi. Con noncuranza lo guarda. Lui è parecchio più alto di lei, ha un fisico imponente. A il bavero della tuta rialzato e il cappellino della scuola di sci con il frontino ben abbassato sugli occhiali a specchio blu. Nota la barba incolta e soprattutto un volto abbronzatissimo. Poi, quando sorride, le mostra un sorriso smagliante. Un vero bell’uomo e soprattutto un vero macho!
La giovane donna finge indifferenza di fronte a tanta bellezza. “Beh, io la ringrazio’ – Lo saluta spolverandosi e accarezzandosi ancora sulle parti del corpo sempre più doloranti – . ‘è stato molto gentile”. “è il nostro dovere – si schernisce lui – . Noi maestri di sci non dobbiamo solo insegnare a sciare”. “Ah no? – insiste Francesca – Oh, cosa siete obbligati a fare ancora di più?” “Beh, tante cose’ – replica Rorlando con un sorriso assassino – Soprattutto quando si è al servizio di una bella donna!” “Si figuri! Con tutte le belle ragazzine che ci sono in giro’ – osserva lei con un finto accenno di tristezza – Il maestro di sci ha sempre un certo fascino ed è spesso un oggetto del desiderio'” “Dice, signora – sorride maliziosamente lui – Tre ragazzine equivalgono una donna, una bella donna’ Arrivederla, signora! Anzi, mi permetta, bella signora!”
Rolando le fa ancora un sorriso, si aggiusta gli occhiali e parte. Lo vede allontanarsi sciando divinamente. Ovvio, pensa lei, è un maestro di sci! Un gran bel maestro di sci! Insomma, un figo! Bello e tremendamente ben fatto.
Francesca emette un sospiro. E si lancia nella discesa.
Non aveva sciato molto. Indolenzita era stata attratta da quelle comodissime sdraio che aveva intravisto fuori del rifugio. Il sole scottava e aveva pensato alla sua abbronzatura da cittadina. Una cioccolata calda e via, a catturare quel solleone!
“Ma guarda là, la lucertolona! – sente Francesca – Si sta medicando così le botte prese!” Francesca ha subito riconosciuto la voce di Rolando. Lei sorride ed apre gli occhi. Non riesce a non trasalire. L’uomo è strafigo. Sfilata la giacca della tuta e tolto il cappellino l’uomo le mostra un fisico da bronzo di Riace, Due spalle larghe, quadrate, da arrampicarvisi! E quei capelli! Erano stati lasciati liberi ed appaiono biondissimi e lunghissimi, fino quasi a dietro le spalle. Occhi azzurri, abbronzatura da ghiacciaio e’ quel sorriso! La donna sente una scarica elettrica lungo il suo corpo fino ad arrivare lì, proprio lì, sulla fighetta.
Francesca cercò di nascondere ciò che quella visione le provoca. “Oh, maestro – rispose lei sorridendo piegando il capo verso di lui – . Si, sono tutta indolenzita e non ho retto a questo sole. Voglio tornare a Roma abbronzata! Anche lei, mi sembra, le piace il sole ed apprezza l’abbronzatura…” “Ho si, amo il sole ma l’abbronzatura la curo nel mio centro benessere – risponde lui subito – . Ho questa fortuna'” “Che fortuna? – lo interrompe subito lei incuriosita – Non capisco’ ” “Si, sono maestro di sci, però nella vita quotidiana sono un fisioterapista che abbina il benessere alla salute dei suoi pazienti. Per questo in paese sono proprietario di un centro dove mi occupo del benessere e di tutti quelli che sono i piaceri del corpo. Nello studio non mancano il bagno turco, la sauna, il lettino abbronzante e una serie infinita di massaggi di ogni tipo. Da quello terapeutico, che effettuo personalmente a quelli di piacere che affido a dei validissimi collaboratori. Sono maschietti o femminucce, come preferiscono i miei ospiti. E naturalmente ci sono pure io, se sono richiesto. Queste non mancano mai, soprattutto da parte delle signore. Non ne capisco il motivo. Cerco insomma di rendere sinergica la mia professionalità al piacere del fisico”.
“Ho capito, ho capito benissimo – ride Francesca – . Lei è un amante del vivere bene. Resta il fatto che io tanto bene ora non sto. Sento dappertutto dei dolorini molto, molto fastidiosi. Quella caduta non ci voleva proprio!”
“Effettivamente ha fatto una gran brutta caduta. L’ho vista, l’ho vista'” “Sono tutta dolorante e temo che dovrò fermarmi e scendere piano prima possibile a valle. Mi aspetta una bella doccia e’ un poco di relax! Il problema è che l’albergo è molto affollato! Sa, ci sono tutti i miei allievi e non mi è facile avere quei momenti di relax che talvolta desidererei. Non mi piace, come può ben capire, condividere alcune cose che amo come la sauna con qualche mio allievo. Sono così giovani ed esuberanti'”
“Capisco, capisco – la guarda lui per un attimo in un modo un po’ strano – . Beh, signora, poiché sono stato il testimone del suo incidente, mi sento in dovere di invitarla a consolarsi nel mio centro. Io ho ancora un paio d’ore di lezione. Se le va bene – continua lui fissandola negli occhi – lei è mia graditissima ospite in un ambiente che lei senza dubbio gradirà”.
“La ringrazio – quasi esclama Francesca – . Ma non vorrei approfittare della sua gentilezza'” “Per me è solo, e sarà, un gran piacere’ – replica l’uomo con fare deciso – E lei ne trarrà certamente un gran beneficio'”
Francesca è sotto la doccia. Si accarezza, come sempre. Il pensiero del maestro di sci la turba. è molto bello, lui, e lei ne è rimasta abbagliata. Il corpo, poi, deve essere da sballo. è così biondo, poi, con quei capelli biondi, lunghissimi’ Le scappa un sorriso molto malizioso ponendosi una domanda molto indiscreta. Chissà se è veramente tutto biondo, anche là… Ha visto, lei, uomini completamente depilati… Come dei ragazzini preadolescenziali, ma già… superdotati! Non ha mai visto lei un uccello incorniciato da un bel pelo biondo! Ma no, dài. lei non deve fantasticare! L’ha solo invitata nel suo centro benessere! E lei, ben volentieri, ha accettato all’invito. Si farà un magnifico bagno turco in solitudine, senza la presenza di qualche suo allievo guardone che approfittando della situazione, si gusterebbe la visione della professoressa in pieno relax e, naturalmente, praticamente nuda. Sì, praticamente nuda, perché lei, come insegnante, in passato per ripararsi da quegli sguardi curiosi e maliziosi dei suoi allievi si era sempre dovuta copere almeno il sesso con un asciugamano. La visione del suo seno era sufficiente per quei assatanati. E chissà quante seghe si erano fatti pensando ai suoi capezzoli! No! No, questa volta non sarà così.
E poi, dopo il bagno, si vedrà. Certo che un massaggino se lo farebbe molto volentieri fare. Sia quello terapeutico che quello’ di piacere. Forse lei potrebbe anche imparare qualche piacevole variante dell’arte del massaggio al maschio. Piero, il suo collega che ne avanza uno molto, molto particolare, ne potrà beneficiare. Anche se il porcellone l’ha un po’ spaventata! Lui le ha promesso per ricompensarla della promessa mantenuta una sua grande prestazione! Un suo sborrone enorme e per lei indimenticabile! Tanta, tanta sborra in bocca, le aveva detto lui, in cui farla affogare…
Esce dalla doccia. è indubbiamente eccitata e per calmarsi decide di spalmarsi la cremina da corpo profumatissima che le rende la pelle vellutata. Passa alla vestizione. Sta andando in un centro benessere e decide di vestirsi sportivamente ma non troppo. Indosserà quella bella tuta rosa che lei adora. Sotto un completino adorato invece da tutti gli uomini che hanno avuto la possibilità di vederlo. Leggerissima seta rosa ultra trasparente con abbondanza di pizzi. Le dimensioni sono da urlo. Il reggiseno le copre pochissimo le due mammelle e fa trasparire i due capezzoli. La mutandina è uno splendido perizoma. Il suo boschetto di folta peluria nera è ben visibile. Sì, già mostrandosi così, potrebbe anche far impazzire un uomo!
Finita la vestizione infila le scarpe di ginnastica e la pelliccia. è sempre una donna anche se va in un centro di benessere di montagna.
La accoglie Rolando in sportivissima e attilatissima maglietta colorata. Larghissimi e lunghi calzoni da ginnastica. La maglietta molto molto attillata mette in bella mostra il suo splendido fisico. Pettorali, spalle ed addominali perfetti. Tutti da ammirare e, perché no, accarezzare. Nasconde tutti questi pensieri mentre lui la accoglie con un enorme sorriso. “Ben arrivata, signora – le sorride con il suo solito sorriso smagliante – . Sono felice che lei abbia accettato il mio invito”. “Come potevo rifiutare la sua gentilissima proposta? – risponde lei non riuscendo a nascondere un poco di affanno – Un bel bagno turco e un massaggio mi hanno convinta. Ed eccomi qui'”
“Ne sono felice. Avere una bella donna qui è sempre estremamente piacevole – la blandisce lui – sono sicuro che si troverà benissimo tra noi! A già scelto come farsi coccolare?” “Sì – risponde lei con sicurezza – gradirei un bel bagno turco e quindi un massaggio. Non so ancora che tipo di massaggio scegliere. Sceglierò più tardi e le confesso che la scelta dipenderà anche dalla sua’ disponibilità…” Francesca arrossisce violentemente ed è sorpresa lei stessa dalla spregiudicatezza mostrata. Lui capisce il messaggio e sorride compiaciuto.
“Va bene, bella signora – risponde lui subito senza tradire alcuna emozione – . Vedremo quello che sarà possibile fare per accontentarla…
‘Lo spogliatoio è qui davanti a lei, laggiù in fondo. Abbiamo voluto mantenere ancora lì separati gli spogliatoi per uomini e donne. Là troverà asciugamani od eventualmente l’accappatoio. Dallo spogliatoio uscirà ed entrerà in un antibagno dal quale si accede alle varie saune ed ai bagni turchi. Gli ambienti sono a sei o a due posti. Abbiamo voluto infatti offrire anche dei posticini piccoli, gradevoli ma soprattutto riservati ed intimi. Dalla scelta che il nostro ospite fa ‘ continua abbassando la voce – noi ci preoccupiamo di offrire allo stesso tutte le possibili piacevolezze. Se non sono gradite le nostre proposte, queste possono naturalmente essere rifiutate. Senza assolutamente nessun problema”. Francesca non mostra alcun imbarazzo a queste parole. Sa che spesso molti uomini amano in questi ambienti essere coccolati. Francy ha insomma qualche sospetto ma non la certezza e finge indifferenza.
“Finito il bagno turco – riprende la spiegazione Rolando -potrà rientrare nello spogliatoio per rivestire i propri indumenti o abiti. Può essere indossato anche il solo accappatoio. Per recarsi alle salette dei massaggi che si trovano qui a destra in fondo dovrà per forza passare per questo salottino adibito a reception. Qui potrà fare la scelta del massaggio. Io sono sempre qui'”
“Ho capito tutto benissimo – sorride divertita Francesca – . Non posso proprio perdermi, qui. E poi c’è sempre il soccorso alpino'” “Perfetto! – le sorride lui cingendole per la prima volta con le mani i fianchi – Sono sicuro che lei saprà apprezzare tutto quello che noi le offriremo'”
“Non ho alcun dubbio! – replica con decisione Francesca osservando volutamente con insistenza le mani di Rolando che continuano ad accarezzarle i fianchi – Sono in vacanza’ Sono qui sola! Il mio moroso è lontano… e non voglio perdermi nulla. Della vostra ospitalità, naturalmente'”
Francesca gli fa ancora un sorriso, poi con la pelliccia tra le braccia si dirige ancheggiando verso lo spogliatoio. Entra e piacevolmente nota che non c’è nessuno. Si guarda attorno ed inizia a spogliarsi. Completamente. Vede tante ciabattine in sacchettini trasparenti, la pila di asciugamani bianchissimi e un certo numero di accappatoi.
Quando è nuda va a cercare un paio di ciabattine e un asciugamo. Ne prende uno piuttosto piccolo, lo apre e lo usa per coprire la parte inferiore del suo corpo. Francesca, se sola,di solito entra nelle saune e nei bagni turchi senza coprirsi ma, in quel posto che non conosce, preferisce così. Esce dallo spogliatoio ed entra in una saletta dove distingue tante porticine. Un piccolo divertente disegno fa distinguere l’ospite tra i vari bagni turchi e le saune, così come pure il numero di persone che possono avervi accesso.
Francesca sceglie tra le due possibilità quella a due posti. Non gradisce infatti la possibilità di avere tante altre persone all’interno del bagno. Entra nel piccolo bagno turco e rimane piacevolmente sorpresa. Ci sono due sedute comodose, rivestite da piccolissime piastrelline rosa e azzurre, poste quasi l’una di fronte all’altra. Luce soffusa e musica molto rilassante in sottofondo. Entra e si richiude la porta dietro a sé, notando la possibilità di chiusura della porta vetrata stessa dall’interno. Ci pensa per un attimo ma poi preferisce tenere la porta aperta.
Il vapore inizia subito a fuoriuscire abbondantemente dalla caldaia e si mescola agli umori posti in una piccola bacinella. L’ambiente che si crea è ideale per il tanto desiderato relax. Tutto è molto piacevole tanto che spontaneamente inizia ad accarezzarsi. Con una mano inizia a sfiorarsi le tettine e i capezzolini immediatamente inturgiditisi. Con l’altra va sotto l’asciugamano, si accarezza il suo boschetto di peli e quindi inizia a sfiorarsi la sua fighetta. Non poteva non farlo in quel momento! Il tutto è molto, molto piacevole.
Improvvisamente, molto lentamente, si apre la porta. Francesca nonostante i vapori profumati abbiano già invaso la stanzetta, lo vede. Benissimo. è un uomo. Anzi un giovane uomo, molto, molto carino. “Buona sera, signora Francesca. Disturbo? Posso entrare?” “Buona sera – risponde subito lei un po’ seccata bloccandosi nelle sue piacevoli carezzine che stava tanto iniziando ad apprezzare – . L’ingresso è libero’ – termina lei gelida – . Si accomodi, pure…” ‘Grazie! – risponde lui subito sedendosi di fronte a lei – Non gradirebbe un po’ di compagnia? Lo sa, signora, io faccio parte dello staff'” “Veramente io stavo apprezzando un momento di gran relax da sola’ – risponde la donna dimostrando un po’ di fastidio e di sorpresa per quel ingresso che l’aveva interrotta nel suo intimissimo… parlarsi – Mi chiedo, poi, come lei conosca il mio nome'” “Io sono Manfred. è stato Rolando che mi ha scelto e che mi ha mandato da lei – risponde a bassa voce il giovane uomo – . è stato lui, ovviamente, a dirmi il suo bellissimo nome. E mi ha anche raccontato che lei è una magnifica donna e molto, molto affascinante. Mi sembra di vedere che è proprio vero!”
“Ma Manfred! – finge di lamentarsi la professoressa – tu e Rolando mi state imbarazzando! Apprezzo moltissimo i vostri complimenti, però'” “Professoressa Francesca – la interrompe lui subito con voce suadente – Mi permette di chiudere la porta?”
Francesca è sorpresa da quella richiesta e comincia a interpretare ciò che prima Rolando gli aveva detto. Ricerca del benessere e cura del piacere degli ospiti… Indifferentemente se maschietti o femminucce! “Chiudere la porta? Perché? – chiede lei fingendosi preoccupata – Non vuoi essere disturbato?” Il ragazzo ride. “Voglio solo restare qui da solo con lei. Da solo! – ripete lui – mi piacerebbe farla divertire un po’. E lei potrebbe giocare un po’ con me. Lei è così bella!” Francesca non risponde ma, fingendosi sempre più intimidita, con un braccio si copre il seno. ‘Giocare? Non capisco…- miagola lei ‘ Non sono una ragazzina! Contemporaneamente lo guarda. E’ proprio un bel maschietto. Certo che, continua a pensare lei, quel asciugamano potrebbe anche levarselo, lui! E’ veramente bello lui ed ha proprio un gran bel corpo. E se quello è l’antipasto…
Lui la guarda stupito per quel goffo tentativo di lei di coprirsi il seno e sorride. “Io le stavo proprio invece per chiederle il permesso di mettermi completamentea mio agio’ – riprende lui sottovoce lui – Mi piace qui stare nudo, libero, insomma… senza nulla addosso! Se non le dà fastidio, io ne approfitterei… Penso che lei non sia una ragazzina che si turbi, lei è una donna! Mi auguro che vedere un uomo, anzi, un giovane uomo nudo, non la imbarazzi troppo… Anzi, se carino e con tutte le sue cose a posto… può essere anche piacevole per lei guardare!”.
Francesca finge indifferenza davanti a quella richiesta e in particolare finge di non sentire le ultime parole del ragazzo. Ma lui ha ragione! Lei non è infastidita né turbata da quella richiesta di Manfred. Anzi lo spogliarello integrale del ragazzino soddisferebbe la sua curiosità. No, non le dispiacerebbe proprio vedere l’uccello di lui. Come tutti gli uomini, compreso il suo gelosissimo moroso, apprezzano assai le giovani donne più nude possibili, così lei non disdegna una esibizione di un bel e giovane maschietto. Molto intraprendente, tra l’altro! Certo, se lo sapesse il moroso…
Francesca però vuole mantenere una finta indifferenza.”Beh, se proprio lo vuoi, questo non è per me un problema. Ho già visto qualche ometto in questo periodo! E non tutti si sono comportati da gentiluomini ‘ risponde ambigua mostrando un po’ di fastidio -. Se proprio vuoi mostrarmi anche tu come se fatto, lo può fare tranquillamente. Io non mi scandalizzo!”
“Grazie signora! – la interrompe lui andando subito a girare la chiavetta della serratura della porta vetrata – . Non voglio mostrarmi nudo a chi non voglio! Capisce, mi piace regalarle l’esclusiva!’ Ed immediatamente senza mostrare alcun imbarazzo per la presenza della donna si apre sul davanti il piccolo asciugamano che diventa un cuscino. ‘Oh sì, adesso mi sento veramente bene, così!” Manfred si sdraia sulla seduta. Divarica le gambe in modo smisurato senza preoccuparsi della giovane donna seduta di fronte a lui. A pochi centimetri. Lui sa di esibire un bellissimo uccello. Leggermente arcuato e già in tiro. L’eccitazione per la presenza di una bella donna lo tradisce.
Francesca segue in silenzio l’adagiarsi del ragazzino. Non può però non trasalire vedendo quell’uccello dalle dimensioni equine. Finge indifferenza ma sente agitarsi la sua figlietta. “Ehi – sospira lei ridendo cercando di tranquillizzarlo – . Madre natura ti ha regalato proprio un gran bel… insomma! Sei proprio ben fornito! Sì, proprio un bellissimo esemplare di apparato riproduttore maschile! Penso che la tua fidanzata ne sia molto orgogliosa e ne faccia sempre un buon uso'” “Sì, certo, sa scopare molto bene però è una ragazzina e certe cose non le fa. Non le piacciono!”
Francesca ride. “Perché a te piacciono fare le cosine… Sono sicuramente porcate, vero? – lo rimprovera con malizia ‘ Lei è giovane e facendo così la mandi in confusione, poverina… E quali sarebbero queste porcate. Sentiamo’ sentiamo…”. “Beh signora Francesca – risponde lui serio – immagino che una donna come lei ben conosca tutte quelle cosine che a noi maschietti piacciono tanto. Anche quelle più’ particolari”. “Particolari? – si finge sempre più incuriosita Francy – non me le vuoi proprio dire?” “Ma signora Francesca – la provoca ora lui – lei è una donna, non una ragazzina! E certe cose al suo moroso le fa sicuramente. La mia Simonetta è invece molto fastidiosa e non si presta’ Raramente mi fa quelle cose che proprio più mi piacciono e che mi fanno impazzire!”Francesca continua a sorridere. “Non mi hai ancora risposto – insiste lei – . Ti vergogni a svelarmi queste tue passioni così inconffessabili? Coraggio! Non sono una ragazzina, sono una donna, io!” Manfred abbassa il capo. “Simonetta, la mia morosa, non gradisce la mia attività, qui. E lei non vorrebbe che io faccia anche queste cose’ – sbotta lui ‘ Lo sospetta… Ma a me invece piace lavorare in questo centro’ Soprattutto quando ci sono delle ospiti…”
Francesca scuote la testa e abbassa il braccio che nascondeva il seno alla vista del ragazzino. “Vuoi vedere anche il resto, vero? – Lo provoca lei – sei molto bello, Manfred, ma anche molto giovane! Quanti anni hai?” “Diciotto! – Risponde lui con sicurezza – nessuna si è mai lamentata, per! anzi!”
La professoressa Francesca continua a guardarlo negli occhi, poi il suo sguardo si abbassa e si regala la visione dello splendido uccello del diciottenne. Lo fissa e nota che si è ancora di più ingrossato e allungato. è un autentico bastone di carne. E’ già scappellato completamente il suo glande ed è già di un preoccupante color viola! L’istinto le direbbe di zittire l’uomo, di prenderglielo subito in bocca quell’uccellaccio e poi succhiarglielo, avidamente. Fino a farlo godere e farsi così riempire la bocca dalla sua calda e densa sborra. Chissà quanta ne fa, lui!
‘Non ho alcun dubbio sulle tue prestazioni, uomo! Credo bene che la tua morosetta sia gelosissima. Visto quell’arnese che ti ritrovi là tra le gambe, lei non vuole condividerlo con nessuna altra donna, magari più esperta e disinibita di lei. Certo, nessuna femminuccia si è mai lamentata! Se poi lo sai anche usare… Insomma! Puoi far impazzire qualsiasi donna!’
“Francesca, lei ha sicuramente ben capito il motivo per il quale sono qui – le dice seriamente lui – . Sono felicissimo di essere stato mandato qui. Dovrei farle trascorrere piacevolmente il tempo che lei ha deciso di rimanere in questo bagno turco. Sono a sua completa disposizione. Può farmi fare quello che desidera. Tutto, proprio tutto! Ma anche lei, soprattutto, potrà farmi tutto quello che le piace. Fino a farmi venire con l’orgasmo. Io, signora, come ha sicuramente già ben notato, sono ben dotato e, in particolare, sono molto giovane e’ forte! Se lo vuole, la femmina, può farmi’ venire anche più di una volta. Insomma, eiaculo, faccio il mio sperma più volte! Riesco a spruzzare tutte le volte che lei desidererà vedermi quando lo faccio'”
Francesca pensa ai rapidi e limitati spruzzi del suo moroso. Ed è ammutolita. Lo aveva previsto ma egualmente era sorpresa. Rolando gliel’ha proprio ben combinata! Aveva a sua completa disposizione quello splendido esemplare di giovane maschio super dotato e disponibile a darle tutto se stesso. Un gran cazzone e soprattutto tanta sborra! E più volte’
“Manfred, sei giovane, bello ed hai tutte le tue cosine a posto. Eccome, accidenti a te! – sospira la giovane donna – Sono sicura che saresti capace di farmi vedere grandi cose. Lo immagino bene con quel coso che ti ritrovi! E con quella voglia che hai, non oso pensare a quanta roba tua dovrei’ gustarmi. Cosa vuoi che ti dica?”
“Nulla, signora – replica lui visibilmente eccitato da quelle parole – . Ora io esco per farmi una doccia. Se quando torno troverò la porta chiusa mi rassegnerò a scopare anche oggi la mia morosa. Se invece troverò la porta aperta vorrà dire che Francesca vuole divertirsi con me e che mi metto a sua completa disposizione. Senza limiti, fino alla fine, fino al suo piacere e al mio orgasmo!”
Manfred si ricopre con il mini asciugamano ed esce.
Francesca rimane sola, stordita, in mezzo ai vapori. Sorride e pensa che doveva essere un bagno turco rilassante. Indubbiamente lo è stato, ma adesso’ Non ha molto tempo a disposizione per decidere. Il tempo di una doccia. Di lui che, impaziente com’è, sarà sicuramente molto veloce! Sa di avere già deciso. Lei è eccitata, la situazione è molto particolare ed intrigante. Manfred inoltre è molto bello e soprattutto’ insomma, ha proprio un gran bel cazzone. Tutto quel ben di Dio per una ragazzina che non fa’ pompini! Lei è in vacanza, i suoi alunni mascalzoni possono attendere e così pure Piero, il suo collega sempre in tiro. No, non chiuderà proprio quella porta! E riprende ad accarezzarsi, piano piano, i capezzoli già turgidi e appuntiti E poi la sua figa che sente già viva ed umida. Sa che l’attesa sarà breve’
Manfred è sotto la doccia. è su di giri perché sa che troverà la porta aperta. Continua ad avere il cazzo in tiro e il pensiero di quella bella donna che è lì ad aspettarlo lo fa viaggiare ancor di più di fantasia. Rolando aveva avuto ragione quando lo aveva invitato ad allietare una bella donna nel bagno turco. Bella, ma soprattutto molto sola e bisognosa di provare qualche emozione forte. Rolando gli aveva dato carta bianca. Lui poteva fare e farsi fare tutto quello che voleva, se la bella donna accettava la sua compagnia. Non doveva solamente scoparla. Il motivo lo sospettava. Ciò non lo angustiava assolutamente pensando e pregustando tutte le prestazioni che lui avrebbe richiesto alla bella Francesca. Il suo cazzo e la capacità di sborrare tanto e tante volte avrebbe fatto il resto e sicuramente soddisfatto la bella donna.
Uscì dalla doccia e si diresse verso il bagno turco che sperava trovare aperto. Lo sapeva, la porta era rimasta aperta e lui entra.
“Ciao ometto’ – sente appena entrato nello stanzino avvolto dai vapori saturi di essenze – Ti sei ritemprato? Con quelle promesse che mi hai fatto'” Il ragazzo in silenzio si dirige verso di lei. Arriva vicino a lei che è rimasta sdraiata comodamente e le sfiora il volto con l’asciugamano. Lui è impaziente. Lascia cadere il piccolo asciugamano ed orgogliosamente le mostra il suo uccello. Il glande, completamente scoperto, è a pochi centimetri dalla bocca e dagli occhi di Francesca. “Ohhhhh ‘ emette lei subito sussurrando vedendo per la prima volta da vicino l’uccello di lui – Ehi, uomo, cosa mi mostri… E’ bello, tanto bello. Duro, lungo, grosso ed è gia pulsante… E così impaziente! Ma come corri, ragazzo! Non vorrai mica che te lo succhi subito! E magari inondarmi, anche! La signora ha bisogno di qualche coccola'” Manfred sorride. “Ha ragione, signora. Ha perfettamente ragione – esclama lui – . Lei ha bisogno, prima, di qualche tenerezza. Come tutte le donne. Ed io sono il suo… schiavo’.
Si ritira un po’, con una mano le raccoglie i capelli dietro la nuca e con l’altra mano le cattura il mento prima di sollevarle la bocca. Lui si abbassa e senza preamboli le tura il nasino. Lei è costretta ad aprire la bocca e lui ne approfitta per infilarvi dentro la lingua. Tutta la lingua inizia una approfondita visita della bocca di Francesca. Lei è costretta con la bocca spalancata a ricevere il focoso bacio di lui. Viene inondata di saliva. Lei subisce e contemporaneamente sente le mani di lui appoggiarsi sui suoi seni. Li palpeggia, li stringe per capire quanto siano sode le mammelle. Di lei
“Mi fai male, tesoro!” riesce soltanto a dire Francesca con la bocca piena. I due seni sono gonfi, rotondi ed è molto piacevole accarezzarli, soppesarli. La donna è imbarazzata per essere così trattata dall’uomo. Ma tutto è molto bello e ancora più piacevole quando Manfred si dedica ai suoi capezzoli. Sono già inturgiditi, appuntiti per l’eccitazione. E vengono torturati dalle sapienti dita di lui. ‘Ti piacciono i miei seni? – surrurra lei già ansimando – . E i capezzolini…’
Ma lui vuole di più. Abbandona la bocca ed inizia a mordicchiare i capezzoli di lei. Francesca emette un lungo sospiro quando Manfred inizia anche a succhiare. A lei piace tantissimo farsi succhiare le tettine e non nasconde tutto il piacere che sta provando. “Oh sì, mi piace! Mi piace tanto come lo fai. Ci sai fare, tu!”
Manfred si accorge che la donna inizia a sentire il piacere. Ritiene allora che sia giunto il motivo di vedere come Francesca è fatta. Vuole vedere la sua figa. Le scioglie il tenue nodo che teneva stretto l’asciugamano sui fianchi della donna. E lo fa scivolare a terra. Francesca istintivamente stringe le cosce. Emette un gemito. “Vuoi vedere proprio tutto, tu! – lo rimprovera lei – Sei proprio un prepotente!” Ma allarga le gambe per regalargli la visione del suo sesso spalancato e già umido. “Sì, proprio così – grida lui senza alcun ritegno – . Ti voglio proprio così, a gambe larghe, per vedere la tua figa bagnarsi e pulsare” “Ma Manfredo – dice solamente lei – . Cosa mi dici’ Non si dicono queste cose a una donna!”
Manfred non si preoccupa delle lamenti di Francesca ed inizia a volerla. Di più. Mentre si gode la visione delle sue grandi labbra gonfie e arrossate, la vuole anche vedere mentre lei, femmina, si occupa di lui, maschio, che ha tanta, tanta voglia di spargere davanti ai suoi occhi il suo seme.
Le succhia ancora i capezzoli sempre più duri e appuntiti, li mordicchia provocando gemiti e mugolii di piacere.
“Sta godendo, vero? – le sussurra nell’orecchio – Mi piace sentirti e vederti così!” “Mmmmm, sei un mascalzone! Hai già scoperto come farmi godere!” “Francesca, ora prendilo in mano – le sussurra ancora nell’orecchio – . Lo sai bene cosa devi fare'” “Cucciolotto, vuoi che ti faccia una sega, vero? Ora?” “Sì, signora! Voglio che lei mi faccia una sega! Anzi un segone a due mani. Ho il cazzo troppo grande per una sola sua manina. Lei sicuramente sa fare molto bene anche con due mani. Fino a farmi sbarrare! Il suo cucciolotto ne farà tanta! Le piacerà alla fine vedermi sborare”.
“Va bene, Manfred, ma tu’ – quasi piagnucola Francesca – non fermarti mai. Leccami le mammelle’ Sto pervenire. Si, voglio anch’io farti schizzare il tuo seme. Oh sìììììììì, sto per venire ed anch’io schizzo tanto!” “Oh sì, Francesca, anch’io schizzerè tanto! Sei molto brava a segare’ Ne hai fatte tante tu vero?” La donna non risponde e dopo aver lentamente abbassato il prepuzio di lui inizia a fargli la sega con tutte e due le mani. Aumenta sempre di più il ritmo. Il respiro di lui si fa affannoso e lo sente sempre di più stringere i suoi capezzoli.
“Stai per venire, uomo? – gli chiede quasi sussurrando – Voglio proprio vederti quando spargerai dappertutto il tuo caldo sperma!” “Si, Francy, continui, continui così -urla l’uomo – Mi fa venire, così'” Ma la lingua di lui ha fatto crollare Francesca. “Sììììììììììììì, adesso’ Vengo! Schizzo’ Non mi fermo più! Continua, continua’ Mi fai morire! Sto sbrodolando…”
Mentre gode masturba violentemente il maschio. Anche lui non regge ed inizia a spruzzare sperma dappertutto. I caldi fiotti di sperma si adagiano tra le dita di Francesca. Le sue mani si riempiono del bianchissimo e caldissimo liquido seminale del giovane uomo. Tanti schizzi finiscono tra la folta peluria della sua figa. Altri ancora si adagiano sul ventre e sulle mammelle.
“Ne hai fatta tantissima – sbuffa la donna alzando al cielo le mani gocciolanti, piene ancora della sborra di lui – Mi hai fatto fare la doccia nel tuo sperma! Ma ne fa sempre così tanta? Anche con la tua morosa? Poverina…” “Sì, professoressa – risponde lui con orgoglio – . Ne faccio sempre tanta’ Ne ho ancora tanta, sa’ è anche buona, talvolta! Così mi hanno detto'” “Mmmmmm – storce la bocca Francesca – L’ho assaggiata anch’io qualche volta. No, non mi è proprio mai piaciuta. Anzi, talvolta mi fa addirittura vomitare!’
Manfred si alza e va a spaparanzarsi di fronte a Francesca. Sta ancora colando dal suo uccello il suo liquido seminale. Come lo sta facendo anche sul corpo di Francesca che non nasconde il fastidio di essere piena dello sperma di lui. “Guarda cosa hai combinato e come mi hai ridotta – borbotta lei – . Ha un odore! Pestilenziale!”
Manfred sorride. “Stia buona, professoressa – la tranquillizza – . Lei è stata bravissima. Sa fare le seghe molto bene, come solo una vera donna sa farlo. Mi ha fatto venire presto e bene’ Contraccambierò, perché le ricordo che qui io sono al suo servizio. Completamente. Devo sottostare a qualsiasi suo desiderio anche quello più particolare ed intimo”.
Francesca vorrebbe uscire per farsi una doccia. Ma teme che qualcuno possa incrociarla. E lei ha tutto quello sperma addosso. Che vergogna! Si consola con l’acqua del vapore acqueo del bagno turco. Le danno fastidio in particolare le mani piene della sborra di lui.
Sbircia Manfred e con sorpresa nota che il suo uccello mostra ancora una incredibile vitalità. Lui se ne accorge e riprende le ostilità.
“Visto signora? – le chiede con un tono pieno di orgoglio – Glielo avevo promesso'” “Ma tu’ Ma tu – gli chiede Francesca con malcelata curiosità – mi sembra di capire che saresti di nuovo pronto’ Ce l’hai di nuovo duro e in tiro! E magari potresti di nuovo spruzzare!” “Dipende esclusivamente dalla donna che mi comanda. Dalla sua avvenenza e dal suo desiderio di procurarmi un altro orgasmo con tanto di schizzoni di sperma. Come quelli che ha già potuto vedere'”
“Ed io, che tipo di donna sarei? – chiede lei provocatoriamente – Io provocherei certi benefici? Quelli, in particolare?”
“A lei cosa le pare? – le chiede lui altrettanto provocatoriamente – Il rigonfiamento sotto l’asciugamano mi tradisce'”
“Indubbiamente – ride Francesca – . Tu sei proprio quello che dicevi di essere. Uno stallone inesauribile!”
Manfredo non vuole perdere più tempo. Si alza in piedi e si avvicina a Francesca. Fa scivolare l’asciugamano che nascondeva l’erezione del suo uccello. Si pone di nuovo davanti agli occhioni della bella Francesca. “Oh – sospira la giovane donna appoggiando entrambe le sue mani ai fianchi di lui e rimanendo per qualche secondo in contemplazione – mi sembra di capire che tu voglia di nuovo stupirmi..”
Manfred questa volta non perde altro tempo neanche con Francy. Leva quasi con violenza l’asciugamano che lei aveva risistemato e riannodato ai propri fianchi per coprirsi un po’. Ancora una volta il ragazzino vuole vederla completamente nuda e soprattutto la sua figetta pelosa e curatissina. Il cespuglietto di foltissimi peli neri che circonda il sesso della giovane donna appare. Francesca istintivamente ancora una volta si copre. Questa volta cerca di proteggere dagli sguardi dell’uomo il suo sesso con tutte e due le mani. Lui, incurante di quel gesto di difesa di Francesca, riprende ad accarezzare i suoi seni ed a stuzzicare i capezzoli.
“Mmmmmm – sussurra Francesca – mi piace come lo fai! Sei un vigliacco perché hai scoperto il mio punto debole. E te ne approfitti, di nuovo. Cosa vuoi farmi fare adesso?”
Mentre parlava, rassegnata, aveva socchiuso gli occhi, lasciata andare indietro la testa e, soprattutto, aveva di nuovo spalancato le gambe. ‘Ti piace, vero, la mia fighetta E’ un po’ pelosa… – argomenta lei – . Ma a me piace così! Le ragazzine si depilano, troppo…’
Si, indubbiamente le piaceva essere in balia di lui. Ancora una volta sentii appoggiare la bocca di lui sulla sua. Le mordicchia le labbra perché vuole entrare. Lui bacia bene e allora lei accetta e gli spalanca la bocca. Di nuovo la sua lingua perlustra la sua bocca e la riempie di saliva. è un atto di sottomissione e lei lo accetta subendo.
Le mani dell’uomo iniziano a toccarla dappertutto. Sono carezze, pesanti, da maschio. Si sofferma a lungo a palpeggiare le sue mammelle. Non si ferma però li. “Cosa mi vuoi fare, adesso? – chiede lei con un filo di voce – Sono ancora sporca’ Sono ancora piena del tuo sperma!” “No, signora! – la interrompe lui – Questa volta il gioco lo comanda lei”. “Non capisco. Non capisco proprio cosa dovrei dire o fare – si lamenta Francesca, insofferente – . Sono qui, in questo bagno turco, in una situazione nella quale non mi sono mai trovata prima. Ed io dovrei, diciamo, schiavizzarti. Certo che, come schiavo, sei veramente carino e soprattutto molto, molto disponibile'”
“Coraggio, Francesca, si lasci andare – la esorta il ragazzino – . Colga l’occasione di sfruttare come uno schiavo un giovane uomo. Pensi come ne approfitterebbero tutte le sue colleghe! Avere un uomo ai loro piedi, costretto a soddisfare qualsiasi loro voglia. Anche la più turpe.
Francesca rimane pensierosa in silenzio per un po’, poi sbotta. “E va bene – esclama – ti ordino di guardarmi mentre mi accarezzo. Ma ti ordino anche di non toccarti e, soprattutto, di non masturbarti mentre mi guardi. Potrai forse spruzzare il tuo sperma solo quando te lo chiederò io. Capito? Sì, mi piace farmi guardare da un uomo’ Tu dovrai guardare, di fronte a me e nudo come sei. E voglio sentirmi desiderata, quindi tu devi avere sempre il tuo uccello duro e ritto, pronto alla mia penetrazione”.
Manfred si rialza ed ubbidisce. Le mani dietro la nuca mostra alla donna tutto quello che deve mostrarle. L’uccello, duro e completamente scappellato, guarda il soffitto. E’ come un bastone ed è ricurvo. Qualsiasi donna sognerebbe appendersi ad un simile uccellaccio.
Francesca lo guarda e comincia ad accarezzarsi. Inizia con il seno e poi passa al sesso. Si accarezza il folto cespuglietto di peli nerissimi.
Si accarezza lentamente, fissando Manfred. Poi il suo sguardo si ferma sul bellissimo è smisurato cazzo di lui. “Accidenti, è proprio bello il tuo uccello! – sussurra Francesca – E’ proprio un bel vedere! Mi piace pensare di poterlo usare come e quando ne avrei la voglia! E soprattutto fargli fare la sua robina…” Il ragazzo arrossisce un poco, le sorride e si accarezza il pube.
“No, uomo – lo rimprovera subito Francesca con tono di comprensione – . Non devi toccarti! Sei già così eccitato’ Devi resistere e guardarmi. Ti piaccio da morire, vero? E ti fa impazzire la mia fighetta, così pelosa, nera. Adesso te la mostrerò’ tutta, ma proprio tutta! Ti farò soffrire, lo so. Ma devi resistere”.
“Sei una porcellina – si lamenta lui – . Dopo ti castigherò per queste sofferenze. Lo sai, vero, che dopo sarai punita per tutto quello che mi fa subire?” “Ah sì, tu vorresti punirmi’ Non ti basta tutto quello che ti sto mostrando? Si, lo so, tu vorresti essere libero di godere mentre mi guardi’ Ma io, adesso, voglio godere io! Come piacerebbe a me’ Non voglio, ora, vederti di nuovo spruzzare tutta la tua robaccia! Capito?”
“Va bene, va bene – finge rassegnazione Manfred – . Ubbidisco, mia bella signora!”
“Guardami, ora, ragazzino prepotente! – gli ordina lei con tono severo – Ubbidisci, in silenzio. Sei il mio schiavo!” Manfred annuisce e in silenzio si inginocchia tra le cosce volutamente spalancate di Francesca. “Metti le manacce dietro la schiena! – gli urla ancora lei – E avvicinati, ancora un po’, con la bocca al mio sesso. Voglio che tu senta il mio odore, l’odore dei miei umori’ Oh, si, proprio così. Sei bravo, uomo, sei proprio molto bravo. E a me piace tanto, tanto, così!”
Manfred, da bravo schiavo, si ritrova inginocchiato a capo chino tra le cosce oscenamente spalancate di Francy. Sì, come lei voleva, è un uomo sottomesso, costretto solo a guardare. Vede le sue grandi labbra del suo sesso già gonfie ed umide come tutta la fessurina che nascondono e proteggono. Come vorrebbe infatti lui piantare lì la sua cappella e poi spingere, spingere. Sì, tutto il suo uccello, sfondarla fino in fondo! Lei ne sarebbe estasiata e si farebbe riempire tutta. Anche della sua sborra. Ne è sicuro. Ora sente distinti e intensi gli odori dei suoi umori più intimi. Come lei voleva.
Francesca con le dita di una mano, con delicatezza, allarga le labbra rosse rosse del suo sesso. Con le due sue lunghe dita dell’altra mano si infilza. Le due dita, lunghissime e nervose, iniziano, piano piano, a stantuffare. Il pollice, ben guidato, va a cercare e trova il bottoncino del piacere di Francesca. Il clitoride è grande, già umido e si fa torturare. Francesca sa masturbarsi molto bene, quando serve.
Lei inizia a sentire i primi brividini del suo piacere. Comincia ad emettere lunghi sospiri. E parla, perché le piace parlare con l’uomo che, eccitato come non mai, la sta guardando mentre lei si sta preparando al suo orgasmo. Che dovrà essere sublime, indimenticabile e soprattutto smisurato!
“Piace all’ometto guardare, vero? – gli chiede ancora Francesca ansimando – Altre donne ti hanno permesso di guardarle mentre, da sole, si amavano? Io lo faccio così, sai! Ma mi piace che un uomo mi guardi!”
“Sei una puttanella – sibila Manfred eccitatissimo – . E se è cattiva. Mi fai morire dalla voglia’ Guardami, come sono ridotto!” Francesca ad occhi socchiusi lo guarda e gli sorride. Guarda il suo pene. Lo vede enorme, duro, eretto, come un totem. Il glande si schiaccia ben oltre l’ombelico. Un bastone di carne umana dalle dimensioni preoccupanti’
“Mi dispiace vederti in queste condizioni – lo rincuora lei – . Ma tu ti sei offerto come mio schiavo e soprattutto del mio piacere. Ed io, sì, sto quasi per godere. Su di te'””Su di me? – chiede lui sollevando appena il volto – . Cosa vuole dire? Mi devo preoccupare?” “Ma no – lo tranquillizza lei – . Vedrai, sarà bellissimo'” Non trattiene un lungo sospiro che si trasforma in gemito. “Sìììììììì Manfred, sarà proprio bello’ Preparati, uomo, preparati'”
La giovane donna aumenta la velocità del piacevolissimo sù e giù delle sue lunghissime dita dentro la sua passerina. Sono già bagnate, fradice dei suoi umori. E continua a sgrillettarsi con sempre più veemenza.
“Cucciolotto – gli confida ansimando lei con un filo di voce – . Sto per venire, lo sento. Te lo devo dire, ora. Io’ io quando raggiungo l’orgasmo non riesco proprio a trattenermi. Urlo dal piacere e, soprattutto, schizzo tanto. Sì, schizzo! Oooooohhhhh, sììììììììììììì, vedrai, vedrai cosa sono capace di fare! Io’ io’ insomma!… Io spruzzo tanto! E tu sei il mio schiavo, vero? Io posso tutto, alloa’ Voglio inondarti dei miei succhi. Oh sì, anche in bocca. La terrai aperta, vero? Spalancata, per raccogliere più possibile le cosine della tua padroncina'”
Manfred è sorpreso e resta in silenzio. Fa una strana espressione che eccita ulteriormente Francesca. “Poverino, non l’ha mai fatto questo? – gli chiede Francesca con malcelato sarcasmo – Eppure mi hai fatto intendere che fai parte di un certo staff, sempre molto disponibile soprattutto con noi femminucce! ”
Manfred ride e la fissa negli occhi già semichiusi per il piacere che sta provando. Anche per tutto ciò che sta dicendo al ragazzino superdotato. “Ma professoressa, non c’è alcun problema! – le risponde il giovane uomo con estrema calma – . Lei, signora, è qui ospite del titolare di questo centro. Lei è la mia padrona ed io devo soddisfare tutti i suoi desideri, anche quelli più proibiti. Lei gode al pensiero di poter schizzare sul volto e in bocca di un bel ragazzino? Va bene, io mi farò schizzare in faccia e anche berrò se vuole i suoi umori’ Lei può farmi quello che desidera ed io sono a sua completa disposizione. Lei è libera di cercare con me e su di me il suo orgasmo come lo desidera. Come lo farò io dopo. Se lei vorrà farlo. Lei signora è troppo femmina e puttana per non volerlo fare. Qui, con me! ”
Francesca sente tutto ma ormai è già nel piacere. “Sì, sì, sì, sì’ sono una puttana, sono la tua puttana. E va bene sarò la tua puttana, farò quello che vuoi. Tutto quello che vuoi. Ma adesso, sììììììì’ sto per godere, voglio schizzare tutto, come piace a me! E tu, schiavo, ti ordino di leccarmi tutta. Proprio tutta. Alla fine voglio assolutamente che tu mi baci, mi lecchi ed affondi anche nella mia fighetta. Alla fine quando mi farai raggiungere l’orgasmo docilmente mi offrirai il tuo bel visetto e la bocca. Capito? Inizia, uomo, inizia’
Manfredo ubbidisce. Mostrando totale sudditanza comincia a leccare i piedini della donna. Francesca ha i piedini molto sensibili e le sue reazioni incoraggiano l’uomo nel proseguire. Accarezza, bacia e lecca entrambi i polpacci piuttosto sottili. Arriva alle ginocchia e contemporaneamente con le mani risale il corpo di Francesca. Con gli indici e i pollici delle due mani cattura i capezzoli di Francesca. Li sfiora, le stringe e li tira come per allungarli. Alla donna tutto questo piace molto. Poi li torce e le provoca un dolore gradevole nonché eccitante.
“E ora Francesca mi ascolti – le sussurra nell’orecchio – . Voglio leccarla e baciarla anche lì'” “Li? Lì dove? – borbotta lei tenendo sempre gli occhi semichiusi – E cosa devo fare per farmi leccare’ lì?” “Non si preoccupi, signora – continua lui – . Si inginocchi sulla seduta e si giri, mostrandomi la schiena e il suo splendido culetto. Non dimentichi di allargare le gambe.” “Non capisco, uffa – sbuffa lei – . Come vuoi che mi metta?” “Alla pecorina, Francesca. Alla pecorina’ – ripete lui – L’ha preso talvolta così, vero?” “Ma Manfred, cosa mi chiedi! – brontola lei indispettita fra un sospiro e un gemito – Sono queste cose da chiedere a una signora?” “A una signora come lei ora sì – la zittisce lui – . E continui ad accarezzarsi, signora!”
Lei sbuffa ma ubbidisce. “Mi raccomando’ – finge lei con tono minaccioso – Comportati bene con il mio culetto!” Francesca ha veramente un bellissimo culetto. Vista da dietro è particolarmente arrappante, soprattutto se, invitata a farlo, ha divaricateo le sue belle gambe. Lei ha ubbidito e lo ha fatto. Una leggera peluria umida circonda la figa gonfia di Francesca che imperterrita continua nella sua forsennata masturbazione. Ma anche il piccolo buchino del suo culetto è circondato da una soffice coltre di peluzzi nerissimi. Uno spettacolo stupendo! “Ti piaccio? Vista così, da dietro’ – ridacchia Francesca – sono quasi vergine ancora! Il mio moroso non mi hai.. sodomizzata. Prima di lui, qualcuno… E tu, mi raccomando, guardare ma non toccare!”
Ma l’uomo non vuole toccarlo, vuole baciarlo il suo buchino e leccarlo. Inizia con i glutei che lei inizia ad ondeggiare. Le piace evidentemente sentire la lingua dell’uomo anche in quella parte del suo corpo. Si blocca, però, quando sente la punta della lingua di lui puntare al suo buchino del culetto. è sorpresa e un po’ infastidita. Ma non vuole pensare che lui osi, di più! Nessuno le aveva fatto quel servizietto. No, proprio no. Qualcuno, a sorpresa, l’aveva inculata! Nessuno le aveva leccato il buchino del suo culo. Ma era molto piacevole. Straordinariamente piacevole. “Ma… ma Manfred, cosa fai? – brontola quasi ululando lei – Nessuno mai mi ha leccata lì? Ti è piaciuto proprio tanto?” “Hai culetto splendido, favoloso! – risponde lui – ed è splendido e favoloso anche baciarlo e leccarlo. E non solo!”
Lei sospira e lui la rigira. Continua a leccarla, dappertutto. La bacia di nuovo inondandole di nuovo la bocca di saliva. La sua. Sente il suo fiato. Poi le lecca le tette, i capezzoli sempre turgidi ed appuntiti per l’eccitazione. “Sì, così. Continua così. Mi piace! – riesce a fatica dire la giovane donna – Continui a farmi impazzire, così!”
Ma Manfred decide di avvicinarsi sempre di più alla conclusione all’esplosione di piacere di Francy. Si dirige sulle sue cosce già ben aperte. Le divaricate ancor di più e le lecca tutte per bene sfiorando al loro interno la peluria del suo sesso. Sente ansimare Francesca. “Oh sì, mi piace. Tantissimo. è bellooooo! Bravo, sei un tesoro! Sto per venire’ Ancora un po” Solo un po””
Con le dita Manfred allarga al massimo le cosce di Francesca e con le punta delle dita spalanca le sue grandi labbra del suo sesso, facilitando ancora lo sgrillettarsi di lei. è bello vedere la figa spalancata di Francesca mentre pulsa ed inizia a colare piacere. Vede le dita di lei stringere il clitoride. Pulsa ed è impazzito. Francy non riesce più a controllarsi e sbrodola, copiosamente. Ma non è l’orgasmo che lei vuole e si innervosisce.
“Sei un porco! Sei un guardone porco. La stai guardando e ti piace tanto, tantissimo – brontola fingendosi offesa Francesca – . Guarda, sì, guardala per bene, perché mi piace. Troppo!” L’uomo sente che Francesca sta per scoppiare in un violentissimo orgasmo. Vuole ancora andare con le sue labbra sul suo pube. Affonda la lingua tra i suoi nerissimi peli e poi mordicchia. Sente la donna sussultare e sente tutto il suo delirio. Francesca sta per godere.
Ma ancora non ci riesce. Non riesce a raggiungere l’orgasmo che cerca. Ha tanta, tanta voglia e sente la sua figa pulsare. Sussulta e non riesce a trattenere un fastidioso tremolio. “Va bene, va bene! Ho capito. Fai tu, uomo. Divertiti pure, come vuoi, ma fammi godere… Ho troppa voglia. La vedi, la mia fighetta? è tutta bagnata, bollente. Baciamela e leccamela. Lo voglio! Mostrami cosa sei capace di fare! Sì farmi schizzare, tanto. Voglio ricoprire il tuo viso e farti bere il mio nettare.”
Manfred immediatamente appoggiata la sua mano sul sesso già fradicio della donna. Poi, quasi con violenza, la penetra con tre dita la figa di Francesca che si spalanca completamente. Con il pollice martorizza il clitoride. Francesca rimane senza fiato. La violenta penetrazione le ha fatto male oltre ad un gran piacere. “Tesoro, mi hai fatto male – sussurra lamentandosi lei – . Tanto, tanto male. Ma mi piace. Sìììììì, continua’ Così! Voglio sentirti così’ Mi manca poco. Oooohhhh’ sììììììì’ Adesso’ Lo voglio! La tua bocca, la tua lingua. Ti prego, baciamela, leccala per bene’ E’ tua!”
Manfred immerge la bocca nel sesso di Francesca. Bagna le sue labbra con gli umori che colano abbondanti dal sesso di lei. Il suo odore lo inebria e lui succhia, succhia. Con avidità.
“Mi piace come lo fai’ Ti piace bere le mie cosine, vero? – delira Francesca – Ne farò ancora tante goccioline della mia calda rugiada, se vuoi’ E buona, ti piacerà'” L’uomo non ha più ostacoli. Con la lingua entra in profondità nella figa di Francesca che ha un sussulto ed emette un gridolino. “Ooooohhhh. oh sììììììììì, così, così lo volevo. La sento, dentro di me, la tua lingua e mi fai impazzire. Mi fai perdere la testa! Sono tutta tua! Mascalzone, puoi fare di me quello che vuoi! Maschiaccio!”
“Francesca hai un culetto bellissimo’ – le grida all’improvviso al culmine del piacere di lei – Mi piacerebbe'” Non termina la frase e si mette in bocca il suo dito medio, quello più lungo. E più grosso. Lo insaliva abbondantemente e senza preamboli lo appoggia sul buchino della donna che prima aveva baciato. Sì, il buchino del culetto di Francy. Una leggera pressione e lo penetra. Sì, Francesca è inculata. Lei, sorpresa, si inarca immediatamente ed emette un urlo. “Nooooo! Mi stai facendo male, sei un bastardo! Ma’ ma’ ssssììììì’ Io… io… vengoooooooo! Sì ora’ Spruzzo’ Sto colando… Tutto! Tutto per te, uomo prepotente! Ed io te la faccio in bocca! In bocca, si, tutto nella tua bocca. Ti piace? E tanta sai la mia roba!”
Manfred beve, beve tutto, ma anche spinge il suo dito sempre di più dentro il culetto della donna. E gli piace contemporaneamente con l’altra mano accarezzarla sul ventre e sui peluzzi fradici di umori. Sì, gli piace tanto farsi sentire dalla femmina, davanti e dietro!
Francy non si ferma più. Freme, sussulta ed urla. è l’orgasmo tanto cercato. “Vieni qui – ordina al giovane maschio – ora sto per schizzare. Lo sento. Voglio sporcarti in viso. Mi piace guadarti così, mentre ti bagno, ti inondo…. Eccooooo, arrivoooooo! Tutto per te, adesso! E adesso, sì, voglio il cazzo! Il tuo cazzo! Mettimelo dentro, ti prego… Tutto, lo voglio sentire tutto, fino in fondo… Dentro, dentro di me… Cosa aspetti, uffa, voglio il tuo cazzo! Cosa aspetti? Ma non sborrarmi dentro… No, non voglio…’
E’ il delirio del suo orgasmo. Spruzza tanto Francesca e il volto di Manfred si ricopre del liquido fatto da lei. Continua freneticamente a sussultare, a godere e a spruzzare addosso a lui. Le dà ancora tanto fastidio il dito di Manfred profondamente conficcato nel suo culetto. Ma lei ha goduto così tanto… Poi, repentinamente, si arresta. Ha schizzato tanto ed ora è svuotata. Istintivamente si abbassa e bacia Manfred che le ha regalato un indimenticabile orgasmo. Avrebbe voluto il suo cazzo ed essere scopata… Lo vede tutto sporco e ricoperto di un liquido biancastro. E’ tutta la sua roba che lei gli ha scaricato sul visetto, sulle labbra. E pensa anche a tutta quella che gli ha fatto ingurgitare.
“Mi dispiace, cucciolotto! Cosa ho combinato’ Mi hai fato godere come una maialina. Sono stata schifosa, lo so! Mi perdoni? – vuole scusarsi lei ‘ Ma… ma non pensavo di godere tanto e di spruzzarti tanta roba addosso. E in bocca, anche! Hai bevuto tanto? Scusami, scusami’ Tu, però, potresti ora levarmi quel ditone che hai infilato nel mio culetto! Mi hai fatto tanto male, e mi dà un fastidio…”
Manfred sorride ed estrae il dito. “è stato bellissimo incularla così, signora!” “Manfred! Non dire così! Mi dà fastidio! Evita di prendermi in giro… uffa! Quando mi parli così mi fai pensare al mio moroso… Poverino, quante corna gli sto facendo…”
Francesca poi sorride. “Sei proprio un mascalzone! Sei stato però ubbidiente ed hai mantenuto tutte le promesse che mi avevi fatto”.
“Adesso deve mantenere lei le promesse che m’hai fatto! – la incalza subito lui – Ricorda vero?” “Vagamente, qualcosa’ – replica lei riduzzando – Mi sembra che il tempo disposizione per il bagno turco stia per scadere'” “Appunto, sta per scadere – la interrompe lui impaziente – Lei ha proprio il tempo necessario per quello che deve farmi! Se ha voglia di farlo, naturalmente!” “Ah, potrei rifiutarmi?” “Certo, come prima può fare quello che vuole, anche di me’ – ricorda Manfred all’ospite – Ma sono sicuro che lei continuerà a giocare con me fino alla fine.”
“è da quando ho lasciato la porta aperta che avevo deciso cosa fare con te in questo bagno turco – risponde lei sottovoce, quasi sussurrando – . Sei un bellissimo ragazzo, sei fatto molto bene e sei molto simpatico. Hai esaudito, fingendo persino di essere mio schiavo, tutti i miei desideri. Anche quelli più inconfessabili e che non avevo mai confidato prima ad un altro uomo. Per pudore, per timidezza… Poi, invece, eccomi qui!
“Ma sono qui in vacanza. Sono sola perché il mio moroso ha preferito rimanere in città. Sono giovane e carina ed ho tanta voglia di divertirmi. Sono venuta qui per farlo. Dopo mi aspetta un massaggio’ Ora, sono qui con te e, se ricordo bene, sono io ad essere adesso la tua schiava. A tua completa disposizione. Ti prego solo di non essere violento e non farmi male. E mi raccomando, uomo, non farmi fare troppe porcate!”
Manfred sorride e si distende lascivo sulla sua seduta di fronte a quella della giovane donna. Rimane in silenzio e la fissa con il suo solito sguardo da ragazzino canaglia. Per un attimo anche Francesca resta in silenzio, incuriosita dal comportamento del ragazzino. Poi lo vede togliersi di nuovo l’asciugamano ed esibirle sfrontatamente il pene. Sempre duro, leggermente arcuato e con una cappella viola liberata dal prepuzio già tutto abbassato. Vede benissimo che lui ce l’ha già duro e in tiro. Il maschietto è pronto. Assolutamente pronto per orgasmare di nuovo e schizzare, sborrare ancora di più di prima. E quanta ne ha già fatta, lui! Certamente a lui nonn basta più il segone che già prima lei gli ha regalato. Lei sa benissimo cosa lui vuole. Come tutti gli uomini…
“E va bene, ho capito – esordisce lei rompendo il silenzio – . Tocca a me. Sono qui. Da dove devo iniziare?” Manfred continua a sorriderle. Non parla. Le fissa solamente il piccolo asciugamano.
“Mmm – si lamenta ancora Francesca per il mutismo di lui – . Ti piace mettermi in difficoltà. Devo io intuire i tuoi desideri. Tu non vuoi chiedere nulla. Devo essere io a fare tutto. Ciò che vuoi e ciò che ti piace. Ed immagino che mi vorrai anche sentir dire e parlare come vuoi tu. Dovrò essere la tua puttana. Accidenti a te, mi costringi a fare una cosa mai fatta prima!”
Manfred diventa serio e comincia ad accarezzarsi. La fissa ed inizia a masturbarsi con energia. Con violenza, tanta da potersi fare del male! “Oh… Oh no – sbuffa rumorosamente Francesca – . Non voglio! Non mi piace questo. Detesto vedere un uomo masturbarsi davanti a me. Mi mandi in crisi perché mi costringi a ritenermi incapace di far godere un uomo… Sì, in qualche… altra maniera. Lo so, lo so io, come!Hai capito? Ti prego, non fare così! Fermati! Aspetta'”
Il ragazzino torna a sorride e riprende a fissare negli occhi la giovane donna e l’asciugamano che le copre il sesso.
“Insomma! Ho capito. Per iniziare vuoi che mi levi l’unica cosa che ho addosso. Per vedermi di nuovo come sono fatta, completamente nuda. Va bene, ubbidisco uomo! E dopo vorrai che, sdraiata così di fronte a te, in quella posizione da puttana, io allarghi le gambe a dismisura e ti mostri per bene la mia passerina. E possibilmente spalancata. Sì, ne sono certa. Tu vuoi questo, adesso! Sei proprio un bel maialino!” Immediatamente Francesca fa cadere l’asciugamanino ai suoi piedi e lo lancia su quelli di lui. Poi, con un po’ d’imbarazzo, si distende ed allarga le gambe offrendo all’uomo tutta se stessa. Di nuovo il ragazzino la scruta e la penetra con gli occhi. La situazione creatasi però la eccita. Quell’essere sottomessa da un giovane uomo tanto più giovane di lei e il non voler ribellarsi e rifiutarsi alle sue voglie. In quella posizione, poi! E’ di nuovo in balia del ragazzino. E si vergogna un po’ è il gioco che lui vuole condividere con lei. Lei lo ha capito e ci sta. Vuole giocare anche lei!
“Guardami, mascalzone, guarda cosa mi costringi a fare! – si lamenta lei spalancandosi con le dita le labbra gonfie del suo sesso – A te piace vedermela così, vero? Mi fai sentire una puttana che sta seducendo un ragazzino’ Vuoi guardarmi per bene, scoprirmi tutta. Ecco, lo vedi, questo è il mio clitoride!”
A Francesca piace mostrarsi così, tutta, agli occhi di lui. Il suo cazzo continua ad ingrossarsi ed allungarsi. Quelle dimensioni cominciano a preoccuparla, anche perché sa bene cosa lui vuole che lei faccia. E lei, soddisfacendo quel particolare desiderio di lui, inizia a parlargli, ad eccitarlo sempre di più con le parole dette piano, piano, con un soffio di voce.
Lui si alza, si avvicina a lei e le fa oscillare il suo bastone di carne davanti al suo bel visino. Francesca prima spalanca gli occhioni. Si gode la visione di quello splendido esemplare di uccello di giovane maschio. E non solo! E’ pieno di voglia, di mostraglielo ancora e di scaricarsi poi. Presto, molto presto, lui vorrà schizzare tutto il suo seme. Di nuovo, e questa volta sarà sicuramente tanto di più. Francesca immagina cosa lui voglia e soprattutto cosa dovrà fare lei. Intanto dovrà dirglielo.
“Oh sì, bel maschietto, la natura ti ha proprio offerto un gran bell’uccello con il quale puoi soddisfare qualsiasi donna. La giovane morosa che non vuole però prenderlo in bocca e la donna come me che invece se lo prenderà tutto. Sì, nella sua bocca spalancata, fino quasi a farsi male! è questo, vero, quello che devo farti’ Anche tu, giovane uomo, vuoi farti spompinare dalla giovane donna che hai ora sottomesso alle tue voglie. E poco importa che la donna abbia un moroso. Anzi, godi ancor di più a schizzare nella bocca della donna di un altro.
“Sì, lo so, a te piace che te lo dica io – continua Francesca quasi sussurrando – . “Adesso me lo faccio mettere in bocca. Come vuoi tu’ Te lo succhierò come piace a me, e te lo leccherò come nessuna altra donna lo ha fatto. Ti farò impazzire dal piacere e mi pregherai di poter venire’ E ti lascerò spruzzare tutta la tua sborra nella mia bocca spalancata. Sborrerai, sborrerai tanto ed io, la tua piccola puttana, mi farò riempire. E se vorrai, dopo, berrò anche il tuo seme. Spero che sia buono! Se invece sarà disgustoso mi vedrai vomitare. Uffa, non sopporto vomitare lo sperma di un uomo! Mi sento umiliata! Se lo farò mi potrai punire e gli ultimi schizzi potrai farmeli in faccia. A voi uomini piace tanto farlo!”
Manfred inizia subito a sospirare. Le parole di Francesca lo hanno eccitato. Lei gli sorride ed inizia lentamente il pompino. Con due dita di una mano scappella fino in fondo l’uccello di lui. E gioca con il prepuzio. Tutto sù e tutto giù, piano, piano. Una lentissima e dolcissima sega per iniziare. Con la lingua scende giù. Senza ritegno prima lecca e poi bacia il buco del culo di lui. Gli piace, tanto, questa cosa all’ometto. Il sentire la lingua di Francesca entrare dentro il suo piccolo buchino gli provoca una scarica di violentissimo piacere. Aumentato dal sospiro che la donna non riesce a trattenere. Sicuramente è sgradevole per lei leccare in quel modo il buco del culo di un ragazzino. Ma ha voluto contraccambiare la leccata di lui al suo culetto.
“Brava! Sei stupenda! Come la puttana che vuoi essere – strepita lui – . E adesso'” “E adesso ti lecco le palle. Sono belle, gonfie, lisce’ Non come quelle ruvide e rugose del mio moroso. Mmmmm’ Come sono grandi, piene'”
Francesca lecca con avidità gli splendidi coglioni dell’uomo e poi, uno alla volta, li cattura con la bocca. “Ti piace, vero, che li lecco, li succhio e me li metto in bocca – riesce a fatica dire la donna con la bocca piena di lui – . Questo non lo faccio a tutti! A te sì'”
Le forti emozioni fanno sospirare e gemere Manfred. E’ bello vedere una donna come Francesca mentre si prepara a fargli un pompino! Francesca lo sente e pensa che sia proprio giunto il momento di iniziare il pompino. Ne ha fatti tanti ma, quello che sta per iniziare, dovrà essere speciale. “Mi raccomando, uomo, tieni duro! Non schizzare subito. Mi piacerebbe fartelo in una certa maniera. Te lo farò tirare come nessuna donna è riuscita a farlo prima! E solo dopo ti farò venire… Come e dove vorrai…”
Inizia a far sprofondare l’uccello di lui nella sua bocca. Tutto, fino in fondo. Poi si ritira e lo lecca tutto dalle palle al glande. Lo insaliva completamente. Quando il pene è fradicio della sua saliva se lo risospingere in bocca, fino in fondo alla gola. Il cazzo di Manfred è troppo grande. La sua bocca non riesce a contenerlo tutto e si deforma. La donna emette dei gemiti di protesta. è infastidita e pensa bene di vendicarsi dell’inculata subita poco prima. Mentre con una mano gli accarezza i testicoli sempre più duri, a sorpresa infila il suo dito indice nell’ano di lui.
Lui ha un sobbalzo è si irrigidisce tutto. Si inarca ed emette un lunghissimo gemito. “Nooooo, non voglio! – brontola lui – Non mi sono mai fatto mettere un dito nel culo! Sono vergine’ Anzi, lo ero!” Francesca non risponde perché la bocca strapiena delle cose di lui non glielo permette ma fa una smorfia che svela tutta la sua soddisfazione per quello che ha fatto.
Per farsi perdonare decide però di aumentare il dolce sù e giù della sua bocca sulla canna pulsante di lui. La velocità del pompino e le peripezie della lingua della donna iniziano a distruggere le resistenze dell’uomo. Le calde labbra di Francesca, il tormento della lingua sul frenulo e il mordicchiare della sua asta sempre più dura e lunga fanno impazzire di piacere Manfred.
“Francesca è stupendo, così… Sì, lei sai fare’ pompini favolosi! Mi sta facendo impazzire e sto per scoppiare! Oh sì, Francesca, sto per esplodere. E voglio esplodere nella sua bocca!” “Lo sapevo! – finge fastidio lei – Come tutti gli altri maschietti! Anche tu me la vuoi fare in bocca! E farmela bere, anche! E tu come la fai? Tantissima, vero? Prima con la sega che ti ho fatto hai spruzzato una quantità enorme’ Non oso pensare cosa combinerai con questo pompino… Schizzerai, tu schizzerai ancora di più'”
“Oh Francy, non parlarmi così’ – si lamenta lui sospirando – Mi eccita ancor di più così! Sentirla dire certe cose… E lei lo sai’ ” Francesca sorride e gli accarezza il ventre e il pube. è bello accarezzarlo. E lo invita a sborrare. “Vieni, Manfred! Ora! Sborra! Schizza! Fammi vedere quanta ne fai! Nella bocca, nella mia bocca’ Proprio come piace a te! E dopo proverò a bere tutto quello che il mio giovane uomo mi farà dentro’ Sei felice? E quanto godrai a vedere la bocca della signora piena di sborra? La tua sborra…” “Mmmmmm… sì, sì, Francesca! In bocca! In bocca! Nella bocca di Francy! Lo voglio. Così! Sììììììì, vengo! Adesso! Eccooooooo! Sua’ Tutta sua la mia sborra! Sborrooooo, sborrooooo!”
L’uomo sussulta con violenza, emette dei gemiti, irrigidisce tutti i muscoli, urla e riempie subito tutta la bocca di Francesca. I primi due sborroni sono enormi, pesanti e caldissimi. Lei geme ma spalanca gli occhioni perché vuole vedere l’uomo mentre orgasma e le sborra in bocca. Se la prende tutta, proprio tutta, quella di Manfred, bollente, densa e tanta, tanta! Troppa, troppa per lei. La bocca si è già riempita, l’odore nauseabondo le fa socchiudere gli occhi. No, non le piace proprio lo sperma di quest’uomo. Ed è terribile il suo odore! Stomachevole! Tenta l’ingoio. Ci riesce, un po’ alla volta. “Ggghhhhh, basta, basta – tenta di dire con la bocca piena di sborra lei ed emettendo rumori che rivelano tutto il suo disgusto per quello che sta ingoiando, buttando giù – . Non ce la faccio più. è troppa, per me!” Il suo lamento è incomprensibile e lei continua a buttar giù tutto. Non è facile bere tutto quello sperma sempre più liquido e caldo. Tossisce ripetutamente ed è costretta ad alcuni conati di vomito. “On no, mi dispiace – si vuole giustificare lei abbassando gli occhi – . Scusami, non volevo non bere tutta la tua sborra. Tu l’hai fatto con me’ Ma tu ne hai fatta veramente tantissima, troppa!”
Manfred sorride e lancia i suoi ultimi fiotti di sperma sul volto di Francesca. “Accidenti a te! – si lamenta la donna – . Anche questo hai voluto. Sei un porco perché hai voluto sborrare in faccia proprio alla signora. Soddisfatto? Mi hai conciata proprio bene! Guardami! Guarda cosa hai combinato. Sono piena dappertutto della tua robaccia, puzzolente ed attaccaticcio. Sei soddisfatto della tua prestazione, vero?”
Manfred le solleva dolcemente il volto. La bacia e assapora così il sapore del suo sperma che le sta colando dalle labbra. “Signora, è stata fantastica! – le sussurra a bassa voce accarezzandola sui seni pure inondati del suo liquido seminale – . Spero di essere stato anch’io apprezzato'”
‘Hai esagerato! Hai approfittato di me… – le risponde con un sorriso e cerca di levarsi con il sudore lo sperma di lui che continua a scenderle dappertutto – . Sei riuscito a farmi perdere la testa! Avresti potuto anche scoparmi… Io, una donna, con te, bello ma tremendamente… ragazzino e… stalloncino in calore! Ma quanto sperma hai fatto! Ne fai sempre così tanto? E come mai non l’hai ancora ingravidata la tua cavallina?’ ‘Oh sì ‘ risponde lui tronfio, non riuscendo volutamente nascondere tutta la sua soddisfazione per la dimostrazione di mascolinità offertale ‘ Ne posso fare anche di più! Anche adesso! Ma io, signora, sono sempre a sua disposizione. A qualsiasi ora del giorno e della notte!’
Francesca sorride ancora e scuote la testa. Senza rispondere. Ha fretta, ora. Deve andare a farsi la doccia e non vorrebbe incontrare in quelle condizioni qualcuno. Lei è sempre una signora! L’aspetta una salutare doccia per rendersi presentabile a Rolando, il maestro di sci tuttofare che l’ha invitata in quello splendido centro benessere. Indubbiamente fino ad allora non poteva che essere molto soddisfatta del trattamento ricevuto. E ha il sospetto che quello di Manfred sia stato solamente il preliminare molto audace di un trattamento che ha per lei riservato il bel Rolando. Nella saletta dei massaggi, terapeutici ma, soprattutto, molto, molto rilassanti…
Saranno molto graditi commenti, giudizi e suggerimenti. Soprattutto da parte di voi femminucce. Contattatemi a mikimarkfc@libero.it

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