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Racconti di Dominazione

La professoressa Francesca nella tana del lupo 2

By 15 Giugno 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

“Qualcosina ho combinato, ma non con il mio attuale noioso moroso ‘ inizia quasi timidamente a raccontare lei – . All’università ne ho combinate di tutti i colori! Ero molto carina e… disponibile. Avevo un moroso che si occupava molto della politica e troppo poco della morosa. Al liceo avevo già assaporato tutte le gioie del sesso. Insomma, quando salii all’università non ero più vergine. Ero stata sverginata dappertutto da un supplente di inglese. Il giovane prof volle infatti godere dentro di me dappertutto. Mi deflorò e mi schizzò il suo tantissimo seme nella mia giovane fighetta che lui per primo aveva appena penetrato. Poi mi sfondò per la prima volta il mio bellissimo culetto, facendomi una infinità di clisteri di sborra. Infine mi insegnò a fare i pompini. A farli come piacevano agli uomini. Con tanto di ingoio e bevuta finale, naturalmente! Quanto sperma mi fece bere quell’uomo!
‘Dopo di lui mi scatenai in seghe e pompini! Ma i maschi erano ragazzini! Sì, tante seghe e qualche pompino! Erano bestioline che non reggevano e scoppiavano subito. Si accontentavano di poco. E per me due spruzzi in mano e qualche sborrone in bocca! Io già femmina avevo invece una gran voglia di farmi scopare.
‘All’università le cose cambiarono. Tanti ragazzoni fuori corso, i docenti stessi e tanti stalloni in calore a caccia di matricole puttanelle mi fecero apprezzare di nuovo il maschio. Il loro uccello e le loro sborre dentro di me! La mia fica era insomma sempre spalancata e pronta a ricevere la loro cosina e farsi riempire.
“Ho iniziato con l’elezione a Miss pom pom. Tre ragazze sarebbero state le elette e avrebbero avuto la possibilità di accompagnare come caldissime e bellissime tifose la squadra maschile di pallavolo dell’università. Le fortunate dovevano essere le ragazze immagine dell’ateneo e dovevano avere anche certe altre doti. Più nascoste, ma disponibili ad essere esibite, vista appunto la loro nomina a Miss e ragazze pom pom.
‘Lo squadrone di pallavolo era composta da dieci splendidi esemplari di maschi che, oltre ad essere dei giovani uomini stupendi, già fatti e già pronti all’uso, erano pure degli atleti dal fisico statuario.
‘Io personalmente pensavo che sarebbe stato molto piacevole per noi tre troiette goderceli per bene in qualche occasione particolare da noi o da loro stessi creata. Già sognavo quando, dopo averli ben provocati e surriscaldati a dovere, li avremmo prima o poi spogliati e così, nudi, ci saremmo godute tutta la loro mascolinità. Così giovani, belli con quei corpi d’atleti, sicuramente superdotati e… potenti, ci avrebbero riservato certamente tutto il loro nettare.
‘Io allora ero un gran bella troietta e già mi pregustavo il loro liquido seminale. Sì, lo sperma di Alberto, Luca, Tiziano, Luca, Maurizio e., perché no.. di tutti gli altri. Ed in particolare, maliziosamente, quello di Ludovico, il moroso della bellissima Patrizia che, esibizionista e tanto, tanto smorfiosetta, pure partecipava al concorso. Con tutto il fastidio del moroso, naturalmente!
Anche tutte le altre concorrenti, come me, sapevano benissimo che avrebbero dovuto superare una severissima selezione e che dovevano mostrarsi parecchio disinvolte e soprattutto… disponibili. Ma il titolo in palio le allettava tantissimo. Tutte! Infatti avrebbero avuto anche loro come me prima o poi la possibilità di apprezzare le doti di quei bellissimi maschioni. Proprio tutte, anche quelle più nascoste. Se lo avessero voluto, naturalmente. Le occasioni, ad esempio nelle lunghe trasferte in tutta Italia ed all’estero, non sarebbero mancate. Condividendo la vita d’albergo e tutti i momenti di relax della squadra, le ragazze avrebbero avuto infinite possibilità di divertirsi. Con i loro morosi tanto lontani, belle e chiaramente disponibili avrebbero dovuto sempre tenere alto il morale della truppa. In particolare quello dei loro uccelli.
In qualunque modo, coach permettendo… Ma lui sarebbe andato sempre a nanna presto!
‘Insomma, per le più belle studentesse universitarie un po’ troiette, fare la ragazza pom pom della squadra di pallavolo dell’università era un ambitissimo traguardo da raggiungere. Non per i loro morosi, ovviamente, che sentivano odore di corna. Era infatti notorio che già la festa della selezione delle ragazze pom pom, oltre a scegliere di fatto la Miss università aveva altri sviluppi quando si passava alla scelta delle damigelle della stessa miss. Anche queste dovevano essere belle, disinibite e disinvolte. Oltre ad essere disponibili ad esibirsi. Alla fine la selezione si era trasformata spesso in una festicciola a luci rosse.
‘Richiamava alla memoria un’altra festicciola molto, molto privata e rigorosamente a luci rosse alla quale molte di loro stesse, giovanissime studentesse al primo anno, avevano partecipato. Quella per l’accesso, da matricole, alla goliardia.
‘Io stessa avevo un particolare ricordo di quella cerimonia. Che festa! Indimenticabile! Avevo dovuto superare delle prove molto, molto particolari…
“La festa per l’elezione a Miss Pom pom fu allestita in una enorme villa. Era l’abitazione del vecchio allenatore della squadra. Unici invitati, oltre al padrone di casa, i dieci atleti. Sarebbero stati anche i giudici. In caso di parità tra due ragazze per il titolo di Miss o per quello di damigelle della stessa sarebbe stato decisivo il voto dell’allenatore. Un uomo piuttosto anziano, pelato e con in bel pancione.
“Alla selezione si presentarono in tante. Tutte carine e alcune molto, molto belle. Indubbiamente assai agguerrite anelavano tutte ai tre titoli. Io stessa volevo la fascia ed ero pronta a tutto. Non immaginavo però quello a cui saremmo state costrette a fare. Le finaliste, ovviamente!
“Si iniziò con una sfilata, con tanto di numeretto appeso sul seno. Il numero era stampato in rosso su un cerchietto di plastica trasparente.
“I ragazzi si divertivano un mondo nel giudicare tutte quelle ragazzine. Alcune erano le loro morose. Venne fatta la prima severa selezione. Non mancarono i commenti piuttosto salaci. Alcuni persino troppo! Un bel numero di aspiranti Miss abbandonarono il campo e mugugnando lasciarono la festa. Si persero la parte più sexy e pruriginosa della serata.
“La selezione doveva continuare e si iniziò a fare sul serio. La giuria decise che avrebbe scelto cinque candidate dopo che tutte e dieci sarebbero sfilate indossando solo i loro completini intimi. I mascalzoni giustificarono tale esigenza con la necessità di loro tutti di conoscere meglio le candidate. Solo così avrebbero potuto dare un valido giudizio. Avevano così iniziato a spogliarci. Furono proprio dei porcellini, loro. Un po’ guardoni… Ma non era comune vedere sfilare la crema delle puttanelle dell’università. In mutandine e reggiseno, poi…
“Poi noi ragazze non eravamo state informate su quel tipo di sfilata e non ci avevano invitate a portare con noi i nostri costumini per il mare. Magari quelli interi, più castigati e più adatti in quella occasione. E poi, accidenti a loro, non era proprio la stessa cosa vederci sfilare così, nei nostri completini intimi. Dovevamo mostrare a tutti quei ragazzacci le mutandine e i reggiseni che noi usavamo sempre in maniera abitudinaria. E la biancheria intima da noi giovani donne usata, si sapeva, era ben diversa dal costume da mare. I ragazzi maliziosamente ridacchiavano mentre qualche ragazzina brontolò. Ben tre di loro inoltre protestarono animatamente. Erano costrette a svelare a quegli assatanati che non portavano il reggiseno! Una di queste, indubbiamente una delle più belle, era la morosa di uno dei giovani pallavolisti. Motivò questa sua abitudine per l’obbedienza alla volontà del suo stesso moroso. Lui la voleva sempre così, senza reggiseno. Per un motivo che sarebbe stato molto evidente quando lei sarebbe stata costretta a mostrare a tutti le sue bellissime tette…. Lui stesso divenne tutto rosso quando apprese come avremmo dovuto sfilare ma, con una smorfia, autorizzò la sua morosa a sfilare. Avrebbe mostrato il seno a tutti i suoi compagni di squadra. Ma ormai, non poteva proibirle l’esibizione. Avrebbe fatto la figura di gelosone.
“La temperatura nel salone della festa si era alzata come il volume della musica. Ci ritirammo tutte nella vicina camera matrimoniale del coach. Ci spogliamo tutte, chi con estrema naturalezza, chi con grande imbarazzo. Tutte indossavano indumenti molto carini! Abbondava la trasparenza e solo i bianchi pizzi nascondevano le cose più intime dei nostri corpi. Tre mostravano pure le loro giovani tette e i capezzoloni già ritti. Con gran disagio le ragazzine svelavano così la loro eccitazione. Faceva caldo e loro non erano abituate a queste esibizioni. Undici uomini le avrebbero viste con addosso solo le mutandine e reggiseno. Patrizia inoltre, la morosa del più giovane dei pallavolisti, mostrava le sue tette scoperte e soprattutto dei particolari che sarebbero stati molto sexy ed arrapante per tutti i compagni di squadra del suo moroso. Aveva due splendidi bianchissimi seni dove risaltavano due enormi areole rosa. Morbide, da giovane donna, tutte da succhiare come i due ben pronunciati capezzoli duri e rivolti al cielo. Le tette di Patrizia erano gonfie e sode. Vincevano la lotta con la forza di gravità e leggermente appuntite rimanevano sù marmoree e senza ballonzolare. Due seni favolosi e proprio per questo le sue candide mammelle erano ricoperte dappertutto dai succhiotti del suo lui. Il suo moroso aveva evidentemente baciato e leccato tanto le sue tette la sera prima. Le aveva succhiate tantissimo e voracemente i capezzoli e tutto il resto! Lasciando le tracce del suo ardore sulla candida pelle dei seni di lei. Non sapeva che lei sarebbe stata costretta ad esibirli il giorno dopo e davanti a tutti i suoi compagni di squadra e al coach. Proprio per questo la giovane donna provava vergogna. Era costretta a mostrare a quei ragazzi e a quel porco del loro allenatore cosa si era fatta fare sulle tette dal suo moroso. Decise allora, come le altre due senza reggiseno, di coprirsi le tette con le mani e di così sfilare. Non si rese conto di essere così ancora più sexy! Lasciava intravvedere molto e ciò bastava.
“Uscimmo tutte in fila e ci presentammo di fronte agli undici ometti già in visibilio. I ragazzi non si comportarono proprio da gentlemen inglesi ma bensì da ragazzacci italiani eccitati e perennemente in calore! I porcellini pretesero che tutte noi, uno alla volta, ci girassimo e mostrassimo loro il nostro sederino. Seguirono degli autentici ululati, sormontati da boati da stadio. Le trasparenze con i pizzi avevano offerto loro moltissimo dei nostri sessi. I tanghini e i perizoma, che evidentemente tutte noi abitualmente usavamo, regalavano a loro invece lo spettacolo dei nostri culetti. Praticamente nudi! Rotondi, sodi, da ventenni!
“Vedemmo più di un maschietto iniziare a toccarsi e massaggiarsi il proprio uccello già duro. Abbondavano infatti i gonfiori nelle patte dei loro jeans. Facemmo tutte finta di non accorgercene.
“Seguì la votazione. Molto contrastata. Dopo delle discussioni molto accese il coach che praticamente era il capo della giuria fornì l’elenco delle cinque che avrebbero passato il turno. Io ero tra queste ed avevo aumentato le mie possibilità di diventare Miss pom pom o almeno damigella della stessa. Anche Patrizia fu tra le cinque, anche se il suo moroso era piuttosto perplesso e non felicissimo dell’esito riguardante la sua morosa.
“Dovevamo a quel punto fare un’altra sfilata. Solo tre si sarebbero qualificate per il gran finale. Quello doveva essere il mio traguardo ma ero un po’ preoccupata per l’ultima votazione. Quei ragazzi mostravano di non aver ritegno e di non voler porsi dei limiti. A partire dalla sfilata successiva dove dovevamo passare davanti a loro esibendoci in topless. Tutte, questa volta, e senza veli o coperture di fortuna. La cosa non mi turbò eccessivamente. Avevo belle tette e non provavo alcuna vergogna a mostrarle. Anche le altre tre, sempre nella camera da letto dell’allenatore, si sfilarono senza problemi i loro reggiseni. Solo Patrizia continuava a brontolare ed a protestare. Non poteva più nemmeno coprirsi un po’ con le mani le mammelle e quelle areole così grandi e rosa’ Che vergogna! Le sembrava che tutti guardassero lì e che volessero anche loro farle un succhiotto. E marchiarla, proprio li. E il suo moroso, come avrebbe reagito a vedere la sua morosa mostrare le tette a tutti i suoi compagni di squadra? E con quei succhiotti fatti da lui!
“Ci guardammo. Eravamo tutte molto belle. Tutte le mutandine che indossavamo erano particolarmente trasparenti. Notai che nessuna di noi aveva sacrificato il proprio pelo. Chi biondo, chi castano, chi nero nero tutte avevamo il nostro pube rigoglioso e ben visibile sotto il leggerissimo tessuto della mutandina. Tutte le portavamo bianche, ultra trasparenti ed impreziosite da pizzi più o meno coprenti le nostre vulve.
“Uscimmo anche questa volta in fila ed una alla volta. Patrizia uscì per ultima ed incrociò lo sguardo con quello del suo moroso. Lui rimase impassibile mentre lei cercava di chiedergli con lo sguardo un cenno di comprensione ed assenso. Non lo ricevette. Lui, anzi, quando vide Patrizia mostrare a tutti le sue splendide tette e quelle areole così rosa e così particolarmente grandi, si alterò visibilmente. Diventò rosso in volto, brontolò e manifestò il suo dissenso con parole irripetibili. Era imbufalito nel vedere così la sua morosa. Praticamente nuda davanti a tutti i suoi compagni di squadra ed al suo allenatore. Ma non gli sarebbe bastato!
“Come nelle sfilate di alta moda il pubblico ci accolse con un’altra ovazione. Dovemmo di nuovo esibire i nostri prestigiosi sederini. Per Patrizia e il suo moroso quello era un altro affronto. Tutti guardavano e si gustavano il culetto della sua morosa. Provò rabbia perché lui non l’aveva ancora profanata. Lei aveva paura di soffrire durante l’inculata e quindi prestava molta attenzione al suo culetto! Quel culetto che lei, con il minuscolo filetto di seta del perizoma beffardamente infilatosi tra le natiche, ora stava mostrando generosamente a tutti. E offriva la sua nudità alle fantasie più scabrose di tutti i presenti. Lei, infatti, le altre tre ed io fummo tutte violentemente sodomizzate nei loro sogni erotici.
“Rimanemmo dopo in attesa del verdetto. Questa volta il giudizio della giuria fu veloce. Ancora una volta venni premiata ed ebbi l’accesso al gran finale. Con me si qualificarono Patrizia e Roberta, una splendida moretta tutta ricci e dalle piccole tettine a pera leggermente appuntite. Il necessario per essere anche lei molto bella e soprattutto particolarmente sexy.
“Il capo giuria decise allora di fare una pausa. Solo però dopo aver definito le modalità dell’ultima sfilata. Un boato seguì l’annuncio. Tutte e tre eravamo già le ragazze pom pom della squadra ed eravamo le ragazze immagine dell’università. Per diventare la Miss, aggiunse il perfido capogiuria, dovevamo però dare qualcosa di più.
‘Io lo avevo previsto. Lo sospettavo e non fui colta di sorpresa. Dovevamo alla fine infatti sfilare nude. Sì, eravamo state invitate a mostrarci completamente nude. Io e Roberta, che non aveva presente il suo uomo e sembrava molto vivace, sorridendo e non battendo ciglio accettammo la regola. Mostrare la nostra bella fica a quei ragazzoni non ci turbava molto. Anzi, quella esibizione non ci dispiaceva affatto. Eravamo evidentemente entrambe, oltre che un po’ troiette, molto disinibite e un po’ esibizioniste.
“Chi trasalì fu invece Patrizia. Anche se era sufficientemente esibizionista, tanto da aver voluto partecipare a quella gara che già in partenza si era rivelata un poco scabrosa, lei aveva purtroppo li presente il suo moroso. E tutta la sua squadra! Ritenne lei giustamente sgradevole per il suo moroso vedere la propria donna mostrarsi nuda davanti a quei maschioni. Per un attimo meditò il ritiro. Ma fu lui che, allargando le braccia, le diede il suo permesso.
“La pausa prevedeva un lungo intermezzo musicale. Si iniziò a ballare. L’ambiente si era surriscaldato. Le ragazzine, tutte un poco eccitate e sù di giri, vennero catturate dai giovanotti. In particolare, tranne Patrizia che per gratificarlo iniziò a limonare con il suo moroso e a riversargli in bocca tutta la sua saliva in segno di sua appartenenza, tutte quelle che esibivano il loro topless trovarono subito il maschietto. Alcune evidentemente appagate si fecero corteggiare e molto presto i loro capezzoli scoperti finirono nella bocca dei loro estimatori.
“Anche Roberta fu catturata. Si impadronì di lei il più bello della squadra. Pochi secondi e le mani di lui le studiavano i seni. Lei lasciava fare perché l’ometto le piaceva un sacco. Si abbassarono le luci e tutto divenne più facile. Il bellone della squadra non perse tempo ed infilò entrambe le mani sotto lo slippino di Roberta catturandole i glutei. Lei ancora non oppose resistenza ed anzi iniziò un lento strofinamento della sua figa sulla patta di lui. L’ometto presentava un gonfiore preoccupante. Quella bella ragazza quasi nuda tra le sue braccia gli fece perdere la tramontana.
“Lui la prese per mano e la portò a sedere nell’angolo più buio ed appartato del salone. Proprio vicino a me che pure mi ero infatti volutamente isolata da tutti quei ragazzini molto irrequieti. I due divanetti erano appoggiati sui reciproci schienali e divisi da una fitta rete lignea. Loro non mi vedevano proprio. Io sì, molto di più, ma soprattutto li sentivo benissimo.
“I due non vedendomi iniziarono a pomiciare. Molto presto intravidi quello che lui le fece. Le abbassò lo slippino a metà coscia ed iniziò a farle un frenetico ditalino. ‘Come sei focoso, uomo – gli sospira lei – . Ti piaccio proprio tanto! Anche tu mi piaci, sai! Ma fai piano, piano. Ti prego! Mi fai male, così” ‘ Come se stretta, bimba – replica lui – . E va bene, te lo farò piano, piano” ‘Ma io’ Ma io? – chiede lei con insistenza – Non mi mostri nulla di te? Sei bello ed hai sicuramente un gran bel cazzone, tu! Non vuoi che ti faccia nulla? Oh sììììì! Tu sì che mi stai facendo qualcosa! Hai già scoperto il mio bottoncino e mi stai…. sgrillettando ! Come è bello! Bravooooooo! Oh sì, come lo fai bene! Sììììì, cosìììììì! Proprio cosììììììì! Sono già tutta bagnata. Io sto per venire! Vengo subito, io! Quando il maschio sa come tormentarmi là, Proprio là… il clitoride… E tu l’hai imparato subito. Godoooooo! Adesso! Qui, nella tua mano. Spruzzo come una puttana’.
“La sentì gemere ed ansimare sempre di più. Poi iniziò a sussultare. Era il suo orgasmo. ‘Brava Roberta – le parla lui – Come godi! Ed è bello vederti spruzzare così!’ ‘Oh, tesoro’ Non parlarmi così ‘ geme lei – . Non si dicono certe cose ad una donna che ha appena avuto un orgasmo. Grazie tesoro per quello che mi hai fatto! Mi hai regalato un orgasmo che da tanto non avevo! No, con mio marito no, proprio no…’
“Vidi la giovane donna agitarsi sul divanetto. Cercava una posizione comoda. Con le mani si dedicava alla cintura di lui. Con facilità lo sgancia e la apre. Poi si impegna con i bottoni dei jeans. Velocemente apre la patta ed abbassa immediatamente il jeans fino alle ginocchia. Per un po’ resta in contemplazione del pacco che nota benissimo sotto la mutandina. ‘Mmmm’ Cosa ha di bello li sotto quest’omone? Posso vedere?’ ‘Devi, Roberta! – ordina lui – Devi guardarlo il mio uccello. Ti piacerà tanto, vedrai.’
“Roberta incoraggiata accarezzò per qualche secondo con le sue dita il gonfiore coperto dagli slip di lui. Lentamente, piano piano, superò con le dita l’elastichino della mutandina. Poi le infilò dentro lo slip di lui. Cercò e trovò l’uccello. Lo avvolse per un attimo e lo imprigionò con tutta la mano per sentirne la consistenza e capirne le dimensioni. Faceva fatica a tenerlo tutto in una mano. Ce l’aveva grosso, lui! Molto grosso! Emise un sospiro di compiacimento. ‘Ce l’hai proprio grosso e duro, uomo! E lungo, tanto lungo! Se penso al cazzetto di mio marito…’
‘Lei volle fargli dell’altro. Con il pollice e l’indice della mano gli catturò il prepuzio e glielo abbassò. Piano, piano, fino a tendergli il frenulo. Poi rialzò di nuovo tutto il prepuzio e ricoprì il glande sempre più rosso. Di nuovo lentissimamente gli riabbassò più possibile il prepuzio fino a fargli quasi male. Poi lo tirò su di nuovo. ‘Ti piace, tesoro, così? – gli sussurra lei continuando nella dolcissima masturbazione ‘ A me piace così fare una sega all’uomo… Fino a farlo venire, se lui vuole, così… Piano, piano…’
‘Gli sorrise e sempre fissandolo negli occhi gli sfilò lo slip. Roberta fu stupenda! Sapeva spogliare l’uomo e lo faceva impazzire con la lentezza dei movimenti delle sue mani. Delle sue dita. Faceva tutto piano, lentamente e con tanta dolcezza.
‘Fece scivolare la mutandina di lui a metà della muscolosa coscia. Poi rimase incantata alla vista dell’uccello di lui. ‘Com’è bello! Hai un pene meraviglioso. Sarebbe la gioia di tutte le donne qui dentro. Invece, mi divertirò io e, se lo vorrai, io ti farò godere. Ti farò’ sborrare. Anzi ti farò… schizzare il tuo sperma come hai fatto tu con me! Va bene, tesoro?’ Il ragazzo non rispose e lo vidi sollevarla di peso e appoggiarla sul proprio ventre dove duro come una lama d’acciaio il suo cazzo stava aspettando la sua vagina. ‘La voglio – grida lui – Ti voglio. Se troppo bella e ti voglio scopare. Qui, adesso!’ ‘No, tesoro! Non è possibile – lo delude lei – . Non sono protetta e sono sposata. Ho litigato con mio marito questo pomeriggio e mi sono presa una libera uscita per questo concorso che mi intrigava. Sono ancora una universitaria, io! Non posso però farmi ingravidare, così! Ma tu sei così bello’ E so bene cosa ti ho promesso!’ Smise di parlare e lo baciò con passione. ‘Hai un preservativo, monellaccio? ‘ chiese lei con un filo di voce ‘ Se ce l’hai, si potrebbe… Te lo infilo io… So bene come si fa e so anche zapace di mettertelo con la bocca, sei vuoi…’
‘Lui non rispose. No, non aveva un preservativo. Pazienza. Si consolò pensando che quella donna lo farà impazzire egualmente.
“Roberta infilò le mani sotto la maglietta di lui e lo accarezzò sui peli del petto e sui capezzoli. Furono carezze lente e leggerissime. Ci sapeva fare Roberta! Con le mani lentamente scese, fino ad arrivare al pube. Si soffermò sul folto pelo dell’uomo ed iniziò a giocherella con i peli che arricciò. ‘Anche i peli dell’uccello li hai belli, mascalzone! – lo rimprovera divertita la giovane donna – E questo uomo cosa gradisce che questa donna faccia per lui?’ ‘Lo sai bene cosa posso volere da te!’ ‘Mmmmm… Lo so, lo so! è vero! Lo so benissimo cosa vuoi da me. Vuoi la mia bocca. Vuoi un pompino. Un mio pompino perché ti piace ancor di più sapere che io sono una donna sposata. Sei un porco e un ragazzino cattivo e ti eccita mettere il tuo uccellone nella bocca di una donna sposata! Ma il mio lui oggi mi ha fatto arrabbiare troppo. Ed io lo condanno alle corna. Faccio sborrare ora un altro uomo che vorrebbe anche farmi bere tutto il suo seme. Ed io, forse, questa volta, mi sottometterò alle sue voglie ed ingoierò tutto, fino all’ultima goccia. Sì, lui è molto più bello e giovane del mio marito che sarà tra poco cornuto. Di certo il giovane uomo farà dei fuochi d’artificio per me indimenticabili. Mio marito, invece, ne fa così pochi, ultimamente’ O, meglio, io non gliene faccio fare!’
“Il ragazzino era indubbiamente confuso. Eccitato ed impaziente di vedere come Roberta lo fa. Come lo fa’ una donna sposata ad un ragazzino. ‘Ho tanta voglia, Roberta – si lamenta affannosamente il giovane uomo per impietosirla – . Ed io adesso devo proprio venire. Ti prego, fammi sborrare! E lasciati schizzare in bocca. Mi lascerai farlo, vero?’
‘La donna lo guardò con sguardo di rimprovero. ‘Non avevo dubbi, mascalzone! – sbuffa rassegnata ‘ Anche tu, come tutti, me la vuoi fare tutta in bocca! Ma io non sono una puttanella e neanche tua moglie!’ Lo guardò e gli puntò gli occhi nei suoi. ‘Dipende, dalla mia voglia… E poi, insomma… ‘ aggiunge con infinita malizia nonché evidente curiosità ‘ Dipende dalla robaccia che tu sarai capace di fare! Sì, il tuo sperma! Come lo fai? Fa, come spesso, schifo o è accettabile e quasi dolce? E’ liquido o gelatinoso? E’ inodore o puzza terribilmente? Ne fai pochino o fai affogare la sventurata donna che ti ha spompinato per bene e che ti ha fatto spruzzare? Mio marito, te l’ho detto, ne fa pochino ed è terribile da ingoiare. L’unica volta che da moglie l’ho accontentato ed ho ingoiato tutto ho vomitato per un settimana… Ma tu, cos’ giovane e forte…Con quel fisico, poi… Chissà quanta ne fai…
‘Lui per un po’ rimase in silenzio. Poi facendosi serio rispose. ‘Beh, io devo confessartelo. Voglio dirtelo perché è giusto che tu lo sappia e che ti prepari. Mi dispiace un po’ per te, Roberta. E’ vero, io sono giovane, sono un atleta e sono molto prestante fisicamente. Sì, hai già capito vero? Ne faccio tanta, tantissima’ Talvolta, dopo un’astinenza forzata di qualche ritiro, esagero sempre nella quantità di liquido seminale che riesco a produrre. Alcune ragazzine in quelle occasioni le ho fatte quasi annegare nel mio sperma. Altre sono state brave ma poi hanno vomitato. Tanto, tanto sperma! Ehm, oggi sono sette giorni che non vedo la mia morosa. Ed io non mi faccio le seghe…
‘ ‘E tu, come lo fai?’ ‘Mmmmmm – mugugna borbottando Roberta – . Ti sembra che siano queste cose da chiedere ad una donna sposata? Anzi, sposatissima! Chiederle come fa lei i pompini’ E vuoi sapere magari anche se faccio sempre l’ingoio o se sputo subito quella vostra robaccia! Insomma’ Ehm’ Beh’ Io, veramente’ Accidenti a te! Devi sapere che io ho fatto pompini solo a mio marito. Lui in passato me ne ha fatti fare tantissimi. E si concludevano sempre con la sua enorme sborrata nella mia bocca. Dopo, senza che lui naturalmente se ne accorgesse, la sputavo tutta. Io non amavo fargli i pompini! Ma ero la sua mogliettina e dovevo farlo godere così. Come lui voleva.’
‘ ‘E come voleva fare anche questo pomeriggio. Ma io oggi non avevo proprio voglia di farglielo. Perché non ho più voglia di farglieli. E soprattutto non mi piace concluderli come piace a tutti voi maschietti. Sì, proprio come piace anche a te. Odio sempre di più lo sperma di mio marito, farmelo schizzare tutto in bocca e poi tenermelo dentro fino all’ultima goccia. No, il suo non mi piace più. Ricordo ancora quando per curiosità avevo voluto assaggiare il suo sperma. Ero la sua fidanzata e quella sera ero anche un po’ brilla’ In seguito la mogliettina, dopo il disastro di quella volta quando dopo un ingoio completo vomitai tanto, un po’ alla volta non ha più voluto spompinare il marito. Se costretta, la brava moglie. dopo il solito pompino, non faceva più l’ingoio. Come oggi! Vorresti ricordarmelo tu, ora? Ma uffa, mi hai detto che ne fai tanta! E se mi fai vomitare? Ma insomma, te lo ripeto, tu la tua sborra la fai buona? O terribilmente acida e puzzolente?’
“Rimase a bocca aperta di fronte a quella domanda di Roberta. Non tardò la risposta di lui. ‘La faccio buonissima e tiepida – risponde lui prendendola in giro – . Te lo prometto, la mia sarà buona! Ma adesso, Roberta, succhiamelo! Come solo tu sai fare. Come lo sa fare una donna sposata per la prima volta ad un giovane maschio!’
“Roberta emise un gemito, si raccolse i capelli dietro la nuca, spalancò più possibile la sua bocca e si infilò tra le labbra il cazzo del giovane uomo. Emise subito un lungo lamento. Il ragazzo era giovane ed aveva il sesso che odorava troppo da maschio. Puzzava di uomo. Intensamente. Lei non era proprio più abituata a quelle cose. Il glande a fatica era entrato tutto nella sua bocca e la sua asta calda e già pulsante solo in parte era riuscita ad entrare dentro di lei. Lui spingeva perché voleva riempirla tutta. Ma lei non riusciva a fare di più e faceva difficoltà a respirare. Roberta si ricordò che doveva usare la lingua per tormentare il glande e in particolare il frenulo. Il mascalzone applicò il trucchetto che tutti gli uomini conoscono per forzare le donne mentre li stanno spompinando. Turò il naso di lei e la costrinse a respirare con la sola bocca. Così dovette succhiare ancor di più il suo cazzo. Lei protestò con uno sguardo furioso ma non ottenne quello che sperava.
“Lui appoggiò una mano sulla tettina di lei e le torturò il capezzolino. A Roberta piaceva indubbiamente fare quel bel pompino al giovane uomo e il capezzolino ben ritto e rigido tradiva tutto il suo piacere. Il maialino per procurarle ancor più piacere pensò di torcerglielo provocandole un dolore mescolato ad eccitazione. Con l’altra mano invece premeva da dietro la nuca di lei e la costringeva a ricevere sempre più il cazzo nella sua bocca già dilatata e sformata. Si lamentava, Roberta. Non era più abituata a un pompino così. Quell’uccellone le stava sfondando la bocca e le facevano male le labbra troppo tirate. Con gli occhi spalancati guardava lui e attendeva quello che per il maschio sarebbe stato il momento magico. La sua sborrata! Nella sua bocca!
“Il ragazzino non volle però porre fine a quel fantastico pompino. Continuò a stantuffare dentro la bocca di lei che si spalancava sempre di più. Un po’ alla volta. Roberta pensò che fosse necessario qualcosa di più da parte sua. Non bastava succhiargli l’uccello per farlo arrivare all’orgasmo. Spostò le mani. Una l’appoggiò sul ventre ed iniziò ad accarezzargli il pube. L’altra la mise sotto il suo scroto e lo palpeggiò come per sentire la quantità di roba contenuta là dentro.
“Quelle carezze provocarono delle scosse di piacere nell’uomo. Altre gli provocarono gli occhi di lei che lo fissavano e che lo imploravano. A venire, a sborrarle in bocca. Lui ebbe delle reazioni. Roberta sentii il suo uccello improvvisamente gonfiarsi ancor di più nella sua bocca. Poi fece due sussulti e le sembrò che il glande liberasse delle goccioline. Lei le conosceva quelle gocce. Erano sperma! Quelle che anticipano di poco il primo fiotto di sperma. Aumentò le sue carezze sia sul pube che sul testicoli che iniziarono a indurirsi ed a salire nello scroto. Il maschio stava preparando la sua eruzione. Lei lo sapeva che sarebbe stata devastante. Per la sua bocca. Per lei.
“Il ragazzo iniziò a respirare più affannosamente ed a gemere. Roberta vide i suoi muscoli delle gambe e del ventre indurirsi. Tutto tirato e teso in faccia infierì ancora con delle violentissime spinte del suo uccello nella bocca di lei. Poi iniziò ad urlare tentando di non farsi sentire. ‘Eccooooo! Eccola’ La sborra! Robertaaaaaa… è la mia sborra! Sììììì, sborroooo! Ti vengo in bocca! Tuaaaaaa! Bevila tutta! Ti piace? Le piace la mia sborra, signora? E’ buona, vero? Non è come quella puzzolente del suo marito cornuto! Oh Roberta! Mi fai schizzare ancora! Sborrooooo! Sborrooooo!! Tutto per te! Bevila! Tuttaaaaa! Sì, sììììììì, la mia sborra… La bevi tutta… la mia sborra.. Così, proprio così! Brava! Buttala giù’
“Roberta con gli occhi sbarrati guardò lui mentre le sta sborrando in bocca. Gli fece cenno di sì, che le piaceva la sua sborra e che doveva continuare così. Non fermarsi. Farla tutta. La sua bocca era però già strapiena del liquido seminale di lui e un po’ alla volta, a fatica, aveva iniziato a buttare giù. Il ragazzino le stava facendo fare un ingoio! Il suo pancino si stava riempendo della sborrate di lui. No, non le piaceva proprio lo sperma del ragazzo. Non ne poteva più ma lui continuava a farne. Rassegnata aumentò il numero degli ingoi ma temeva che la schifosa consistenza gelatinosa e l’odore nauseabondo le provocassero il vomito. Era terrorizzata all’idea di vomitare sperma del ragazzino su quel divano.
“Ce la fece ed ingoiò tutto. Proprio quando sentii diminuire i getti di sperma nella sua gola. Poi si placarono completamente. Lui aveva finito di sborrare. Roberta aveva la pancia piena del seme di lui. Non le era mai successa una cosa del genere. Era piena, colma di sperma di un uomo. Di lui. Non del suo marito. Pensò proprio a lui, il marito cornuto. Non sarebbe mai riuscito a fare quello che il ragazzino aveva invece fatto. No, lei non avrebbe mai più bevuto tanto sperma!
“La vidi sollevarsi. Roberta era sconvolta e si massaggiava il ventre. ‘Ma tesoro! – le chiede costernata – ma quanta me ne hai fatta in bocca? E quanta me ne hai fatta bere. Non è buona sai, la tua sborra! E cattiva come quella del mio marito cornuto. Anzi, stavo per vomitare. Ma non volevo sputare il tuo seme’ Volevo fare tutto per bene e bere fino all’ultima goccia. Non l’avevo mai fatto, sai! Soddisfatto? Mi sono comportata bene? Sono stata brava?’
“Lei si alzò e si diresse verso il bagno. Era facile immaginare quello che dovesse fare.
“La prestazione di Roberta mi aveva turbata. Sarebbe stata una splendida scena di un film a luci rosse. Mi rimase una strana sensazione. Forse era solamente voglia di scopare o, meglio ancora, voglia di far anch’io sborrare un maschio! Ma avevo ancora poco tempo a disposizione. Tra poco c’era la sfilata finale.
” ‘Proprio brava la tua amichetta, nonché avversaria’ ‘ La voce mi fece sobbalzare. Qualcuno mi aveva a sua volta spiata ed io avevo fatto indubbiamente la parte della guardona. ‘è stata perfetta, la signora arrabbiata con il marito lasciato a casa. Si è vendicata proprio per bene! Hai visto no, tutto per bene, come ha fatto venire il ragazzino. è stata un’eruzione la sua’ Lui uno stallonicino e lei una donna molto, molto brava nel fare certe cosine! Mi sembra che non ti sia dispiaciuto vedere lo spettacolo e soprattutto il gran finale di lui. E tu, saresti capace di fare altrettanto? O preferisci solo guardare? Non vuoi farti sporcare?’
“Mi voltai di scatto e lo vidi. Non l’avevo visto prima e scoprì che era seduto alle mie spalle. Era il coach che, sorridendo, mi guardava. Chissà da quanto tempo! Istintivamente mi coprì le tette con un braccio. ‘Ehm, io’ io, veramente, insomma’ ero qui per caso. Volevo un po’ isolarmi prima del gran finale. Alla fine voi maschiacci volete vedere proprio tutto. Siete dei porcelloni! Volete farci sfilare proprio nude! Un po’ d’imbarazzo c’è e sono allora venuta qui per rilassarmi. Poi sono venuti loro e si sono appartati proprio qui vicino a me! Hanno iniziato subito a fare delle porcherie. E che porcherie! Non si erano accorti della mia presenza. Io non volevo’ non volevo guardare’ Ma lui aveva iniziato subito abbassandole lo slippino ed io non potevo andarmene via senza che se ne accorgessero. Avevo già visto troppo! Ed allora ho guardato’ Sì, ho guardato proprio tutto!’
‘ ‘Ti è piaciuto tanto guardare? Soprattutto il finale di lui? – mi chiede beffardo lui – Il ragazzino è effettivamente il più carino della squadra, è molto ben fornito e soprattutto ha una gran potenza nel fare quella cosa! Credo che ben immagini cosa’ Sei una bella ragazza, hai avuto sicuramente dei morosi e li avrai anche tu visti fare la loro robina”
“Le parole dette dall’uomo mi indispettirono perché invadevano la mia intimità. Io ero però su di giri e stetti al gioco. ‘A dire la verità certe cose preferisco farle anziché vederle! Il ragazzino poi era senza dubbio ben dotato’ – gli risposi quasi con sufficienza – Non è stato difficile per lei farlo venire in quel modo. E velocemente! Effettivamente ho avuto anch’io qualche esperienza di questo genere. Qualche moroso mi aveva quasi sfidata… Farmi lavorare per quasi un’ora e non darmi la soddisfazione del suo orgasmo! Poi, però, alla fine sono tutti crollati. Come e dove lo volevo io!’
“L’uomo si avvicinò e si sedette vicino a me. Molto vicino. La sua gamba toccava la mia e non staccò gli occhi dal mio seno e del mio tanghino di seta troppo trasparente per non nascondergli un po’ del mio pelo. ‘Sei molto bella, Francesca, e sai di esserlo – mi sussurrò con voce suadente – . Quando sfilerai nuda farai impazzire i ragazzini” ‘Tu no? – gli chiedo con malizia – Sei capace di rimanere impassibile davanti al corpo nudo di una donna? Magari giovane e carina…’
‘ ‘Ragazzini’ – aggiunge lui con tono evidente di sfida – Un uomo maturo sa come comportarsi’ Io, ad esempio, modestamente penso di saperlo fare. Mi piace, mi piace da impazzire far lavorare la femmina tantissimo. Fino all’esaurimento delle forze. Solo allora, appagato dalla sua prostrazione, le concedo il mio prezioso seme. è sempre abbondante e lo deposito dove voglio io!’ ‘In bocca, naturalmente – lo interrompo io con finto fastidio – Fate tutti così! Non penso che lei sia diverso” ‘Può darsi – ride lui divertito – . Nessuna si è però mai lamentata. Neppure mia moglie che spesso ho fatto affogare’ nel mio sperma!’
“Per quelle parole feci una smorfia di disgusto misto a fastidio. Che vanaglorioso quell’uomo! Pensai che avrebbe proprio bisogno di una lezioncina. Proprio da una ragazzina un po’ puttana. Sapevo benissimo esserlo. Io ero ancora eccitata da quello che avevo appena visto. Mi ero addirittura già un po’ bagnata e mi era rimasta una certa voglia di maschio. Certamente lui non era bello, anzi. Era vecchio, aveva un pancione smisurato ed era tanto, tanto antipatico. Quell’essere viscido lì era però anche il capo della giuria’ Lo lascia avvicinare ancora di più e lo lascia fare…
“Sentii che aveva l’affanno. Mi fissò le tette e appoggiò una mano sul mio ventre. Con il mignolo si infilò nel mio slip. Lo sentii sfiorare per un attimo il mio pelo. Sfiorandomi appena il mio boschetto emise uno strano grugnito. Sentendo la soffice peluria del mio sesso si eccitò tantissimo e vidi nella patta dei suoi calzoni lievitare un preoccupante gonfiore. Aveva già il cazzo duro e avrebbe voluto tanto mostrarmelo. E, pensava lui, farmelo apprezzare… Non si fermò neanche con l’altra mano. Spudoratamente e con violenza iniziò a palpeggiarmi il seno. Lo soppesò e volle scoprire quanto le mie mammelle fossero gonfie e sode. Iniziò a giocherellare con i miei capezzoli. Mi procurò così dei bividini di piacere. Ma io non volevo dargli la soddisfazione di avermi eccitata!
“Mi infastidì e gli catturai entrambe le mani. ‘Non mi va – gli dissi – . Mi hai scambiato per una puttanella? E poi non mi piaci. Sei vecchio ed hai la pancia!’ Lui rise in maniera sguaiata. ‘ Oh, la candidata Francesca fa le bizze! Roberta, la tua rivale, non si è fatta alcun problema con il bellone della squadra. Alla faccia anche del maritino cornuto. Per un voto gli ha fatto un gran bel servizietto. Hai visto anche tu, no, come l’ha fatto venire! Come voleva lui”
“Evidentemente il maiale stava tentando di vendermi il suo voto che sarebbe stato forse decisivo. In effetti in caso di parità tra le concorrenti il suo giudizio sarebbe stato determinante. Lo guardai un attimo con disgusto. Poi valutai i pro ed i contro di quella sua proposta indecente. Non mi piaceva proprio quell’uomo, era sgradevole, già grondante di sudore e le sue palle e l’uccello sicuramente già puzzavano. Mi infastidiva poi non poco il suo schifoso ricatto e, accettandolo, il dovermi sottomettere alle sue porcate. Non me le avrebbe risparmiate! Proprio nessuna, ne ero certa! Insomma, dovevo subire e, mostrandomi carina, giocare con lui fino… Beh, lo immaginavo già! Fino ai fuochi d’artificio finali… Che lui, per farmi lavorare più possibile, avrebbe ritardato al massimo. Per umiliarmi, ulteriormente!
‘Aveva già il cazzo duro ed aveva una gran voglia di raggiungere un bell’orgasmo con tanto di diluvio. Del suo sperma, naturalmente. E chissà come avrei dovuto farlo venire’ Sì anche quello me lo immaginavo’ Ma sfrontatamente glielo chiesi. Mi piaceva essere spudorata!
” ‘E cosa dovrei fare per il capo della giuria? – gli chiesi con tono fastidioso – Me lo posso immaginare. Ma voglio che sia lei a chiedermelo’ Sarà senza dubbio la porcata che piace tanto a voi uomini’ Ho intuito bene?’ Lui rise sempre più divertito. ‘E dài Francesca! Sei qui a questo tipo di concorso ed hai anche accettato di sfilare nuda davanti ad undici maschietti notoriamente molto, molto esuberanti! Non puoi ora mostrarti timida ed inibita. In certi casi bisogna accettare certi compromessi! Soprattutto se a proporttelo èil capo della giuria…’
“Era stato molto chiaro, l’ometto e continuò sfrontatamente a darmi le altre istruzioni. Tutte di un certo tipo, come prevedevo. Mi aspettavo una sfilza di porcate per farlo arrivare prima o poi alla sborrata finale. Nella mia bocca, naturalmente. Proprio quello che io non volevo. Mi faceva schifo quell’uomo e ancor più avrei avuto ribrezzo nel fargli un pompino. Con il gran finale della sua tremenda sborrata nella mia bocca!
” ‘Sì, Francesca, dovrai un po’ impegnati per meritare il mio voto e mostrarmi quanto sei brava. Certo che per te non sarà facile come lo è stato per Roberta. Io non sono un ragazzino. Mi piace resistere e far lavorare la femmina. Dovrai mostrarmi quanto sei brava a farmi crollare. Con le mani, con la bocca”
“Avevo pensato giusto. Il maiale voleva proprio un servizio completo. Mano, bocca ed ingoio finale della sua sborra! ‘Non ho voglia di prendertelo in mano – brontolai subito io mettendo sù il broncio – . E ancor meno prendertelo in bocca e succhiartelo. Non sei il mio ragazzo! Tu sei vecchio, perverso e smaliziato! Tutti gli uomini ai quali l’ho fatto erano giovani maschi incapaci di trattenersi. E’ stato facile! Mi sono esplosi subito in bocca e in faccia appena avevano avvertito le mie labbra e per un attimo la mia lingua. Li ho fatti schizzare tantissimo, molto presto, subito. Tu non saresti diverso da loro, ma sono però sicura che tu sei molto cattivo! Chissà quanta ne faresti, dove pretenderesti di schizzarla e, soprattutto, quanto tempo mi costringeresti succhiare il tuo uccellone! E poi. insomma, non ho proprio voglia di bere tuo sperma… E’ sperma di vecchio, uffah! Chissà quanto è acida e puzzolente!’
” ‘Adesso basta – mi interruppe bruscamente lui – . Non è importante se il mio sperma ti piacerà. L’importante è, se vuoi vincere il concorso, farmelo fare. Come piace a me, però!’ ‘Qui? Sono in difficoltà’ Sono imbarazzata’ Qualcuno potrebbe vedermi’ Non puoi aiutarmi? Mi vergognerei troppo se qualcuno mi vedesse mentre ho il tuo pene in mano!’
“Lui non mi rispose e riprese ad accarezzarmi le cosce ed a tormentarmi i capezzolini. Poi cambiò espressione del volto e mi impartì degli ordini. Dovevo eseguirli senza fiatare. ‘Alzati in piedi e mettiti qui vicino davanti a me. Poi levati le mutandine. Voglio vederti nuda per primo. Fai presto!’
“Rimasi esterrefatta e riuscì solamente a brontolare sommessamente, con un filo di voce. ‘Ma io’ Ma io” Lui mi fissò per un attimo torvo. Mi alzai, mi avvicinai a lui e con voluta lentezza, sempre guardando lontano i ragazzi, mi abbassai la mutandina. Provai un grande imbarazzo a mostrare a quell’uomo la mia fica. Lui invece sorrise soddisfatto e senza darmi il tempo di fare o dire qualcosa appoggiò il palmo della sua mano tra le mie cosce. Sul mio sesso. In particolare volle sentire la mia vagina e le mie grandi labbra. Io ero gonfia e già umida. ‘Ehi, Francesca, si è già bagnata. Sei un lago! Ti piace proprio mostrarti nuda!’ Mi vergognai tantissimo. Mi dava fastidio che lui si fosse accorto della mia eccitazione. ‘Stai zitto! Non dirmi queste cose! Non sono una puttana’ Sono una giovane donna”
“Lui non replicò e continuò ad impartirmi degli altri ordini. Con un tono che non ammetteva repliche. E mi sfotteva. ‘E adesso vieni qui, tra le mie gambe. Inginocchiati ed inizia a mostrarmi come le fai certe cosine. Non penso sia necessario che te le dica io. Sono sicuro che tu sai cosa fare e, soprattutto, come farlo! Oh sì, Francesca, mostrami adesso quanto sei brava e quanto ti piace il cazzo!’ ‘Sei unp stronzo – gli sibilai infastidita per quelle parole – . Stai approfittando della situazione. E di me” Come risposta lui si allungò sulla poltrona ed allargò le gambe mostrandomi il pacco nella patta dei suoi calzoni che non nascondeva un notevole rigonfiamento. Era il suo cazzo che doveva essere già duro e ben ritto.
“Lo fissai con aria di sfida. Contemporaneamente, senza guardare, mi impegnavo ad aprire la sua cintura. Mi fu facile slacciarla e quindi sbottonai tutti i bottoncini dei suoi calzoni. Non potrei non osservare la pancia dell’uomo liberata dalla cintura e dai bottoncini dei calzoni. L’uomo era proprio grasso. Intravidi le sue mutande. ‘Continua, Francesca. Continua così’ – mi sussurrava lui accarezzandomi i capelli – ‘ Io emisi un sospiro. Ne avrei fatti tanti, successivamente’
“Dovevo farlo io. Lo sapevo. Gli abbassai i jeans. Fino alle caviglie. Sempre fissandolo negli occhi. A lui piaceva troppo notare il mio imbarazzo. Per un attimo sfuggii al suo sguardo e volli per pura curiosità guardare la sua mutandina. Non era proprio uno slip, anzi! Era praticamente un calzoncino, enorme ed abbondante. Notai con orrore una serie di macchioline di vari colori. Non ci misi troppo per capire che fossero tracce della sua urina e, quelle più scure, del suo liquido seminale. Per un attimo rimasi bloccata al pensiero di quello che avrei scoperto sotto quell’indumento intimo lurido. Non mancava la puzza.
” ‘Ehi, uomo, la pulizia’ – sbottai fissandolo di nuovo negli occhi – Un po’ di rispetto per la propria moglie o per qualche sventurata” ‘Non preoccuparti – . Sarà compito tuo. Insieme alle pulizie generali!’ Non potei non sbarrare gli occhi e sentii violentemente salirmi della nausea.
” ‘Coraggio, Francesca – mi quasi gridò lui ansimando – . Continua, continua così! Adesso viene il bello. Vedrai che ti piacerà!’
“Emisi una serie infinita di sospiri perché sapevo quello che stavo per fare. Mi feci forza ed infila i pollici sui larghi fianchi dell’uomo. Dentro l’elastico delle mutande. Sempre fissandolo negli occhi gliele abbassai. Giù, fino alle caviglie, come i jeans. Rimasi immobile a guardarlo negli occhi. Non volevo mostrarmi a lui nel momento in cui sarei stata costretta a guardare per la prima volta il suo uccello. Sentivo, però, il suo odore. Che schifo!
“Io avevo levato parecchie volte gli slip agli uomini. Era sempre stato un momento sublime ed eccitante. Stavo per vedere il loro cazzo ed era stata sempre una piacevolissima scoperta. Questa volta non mi era piaciuto mettere nudo il maschio.
” ‘Francesca, non lo guardi? – mi chiese subito lui – Il mio uccello! Non ti piace?’ ‘Farei molto volentieri a meno di guardartelo – gemette io – . Ma temo di essere costretta a farlo…’
“Fui infatti allora obbligata ad abbassare lo sguardo. Lo vidi. Lui aveva un pene molto particolare. Non riuscii a nascondere la mia sorpresa. Era scuro, rugoso e percorso da una serie di vene in rilievo. Era evidentemente un uccello segnato dalle tante battaglie. Particolari erano le sue dimensioni. L’uomo aveva un pene piccolo ma estremamente largo. Era già completamente scappellato. In mio onore, probabilmente. Ugualmente grosse, rugose e pelose erano le sue palle. Erano indubbiamente i coglioni di un uomo di una certa età.
” ‘Allora, signora, le piace il mio uccello? E’ tutto suo, adesso! Divertiti! – mi disse sfottendomi – E poi fammi venire, fammi godere, fammi sborrare’ Lo sai fare bene, tu!’
“Miagolai qualcosa che io stessa non compresi. Di certo non volevo farlo ma quel titolo di Miss Pom pom mi attirava troppo. ‘Prendilo in mano ed accarezzamelo. Piano, piano. è già scappellato ma mi piace tanto che la donna mi accarezzi le palle. Fallo, Francesca! Subito!’
“Io ubbidì. Con una mano prese il pene in mano. Era corto ma così largo che non riuscivo a tenerlo tutto in mano. Con l’altra mano, ubbidiente, iniziai a massaggiare i suoi testicoli. Erano enormi e soprattutto pesanti. Non mi piacevano le tantissime rughe e i tantissimi peli nerissimi. Il suo cazzo era duro ma’ piccolo! Il pancione poi peggiorava la situazione. Premeva da sopra sul glande e dovetti sollevarlo un poco per infilare la mano e prendere l’uccello tra le mie dita. Non mi era mai successa una cosa del genere!
” ‘Adesso inizia a fammi una splendida sega – . mi ordinò lui senza alcuna esitazione – Mostrami quanto sei brava a fare le seghe. Ne hai già fatte tante ai tuoi morosi, vero? E non solo quelle”
“Emisi l’ennesimo sospiro per le parole di quell’uomo. Provavo un gran fastidio sentire quelle allusioni sulle mie capacità sessuali. Ma ero anche fastidiosa perché non riuscivo a segarlo per bene con una mano sola. Dovevo farlo schizzare, prima o poi! Mi aiutai anche con l’altra mano ed iniziai così un autentico segone a due mani. Per eccitarlo ancor di più avvicinai il mio visino al suo sesso. Pensavo che l’avrei fatto spruzzare molto presto e ritenni che sarebbe stato utile anche dirgli qualcosa. Per aiutarlo ad arrivare all’orgasmo prima possibile. ‘Ti piace, così? – gli chiesi guardandomi attorno tenendo che qualche ragazzo potesse vedermi mentre facevo una sega al loro coach – Mi sembra proprio di sì’ E che hai una gran voglia di sporcarmi tanto’ Nelle mani’ Sono brava a masturbarti così? Non ho mai fatto una sega a due mani. Se il primo che mi fai fare questa cosa!’
“Lui non rispose ma intesi che gli piaceva assai il mio modo di fare una sega ad un uomo. Aveva la cappella russa, rossa. Quasi viola e mi sembrava che si fosse già inumidita. Sentii che mi raccolse sulla nuca i capelli con tutte e due le sue mani. Con una leggera pressione mi fece avvicinare ancor di più al suo pene che continuavo a segare. L’odore che il cazzo di lui emanava era insopportabile. Non trattenni una smorfia di disgusto.
“Iniziai ad essere un po’ stanca. Le mani mi facevano male. Cercai di eccitarlo ancor di più parlandogli. ‘Ehi, uomo, come ce l’hai duro. Stai per venire! Mi vuoi mostrare proprio per bene come la fai’ Sì, la tua’ ehm’ insomma, la tua sborra. La chiamate così, vero, voi maschiacci quella robina che voi fate’ Anche tu la farai presto, molto presto’ Ne fai tanta, tu?’
“Lui continuava a stare in silenzio con gli occhi socchiusi ed ansimava. Gli davo piacere ma non aveva alcuna intenzione di venire. Non in quella maniera. Lo capì subito dopo, accidenti. Mi attendeva l’oltraggio.
“Improvvisamente lui spalancò gli occhi e cercò i miei. Poi cadenzando le parole mi informò su quello che desiderava io facessi per lui. ‘Adesso, Francesca, voglio di più. Sono sicuro che tu sei una splendida femmina e non avrai problemi a soddisfarmi. Completamente’. ‘Mmmm, ometto, cosa dovrei fare per soddisfarti’ completamente! Non ti piace quello che ti sto facendo? Mi sembra proprio di sì’ Stai per venire’ Lo vedo’ Mi hai già sporcato le mie manine con delle goccioline di sperma’ Il tuo sperma! Perché non vuoi schizzare? Mi piacerebbe vedere come schizzi! Sì, ebbene sì, sarei contenta di averti fatto io raggiungere l’orgasmo. Con le mie mani! Ed averle dopo ancora sporche perché piene del tuo liquido seminale!’
” ‘La bocca! Voglio la tua bocca, Francesca. Voglio sborrarti in gola e dopo sul tuo bel visino! Ti va? A me piace tantissimo vedere la donna lavorare tanto e a lungo sul mio uccello. Dovrai pazientare per il mi orgasmo. Amo trattenermi e farmi supplicare di venire. In bocca, naturalmente. A quel punto tutte vogliono bere il mio sperma. Anche quelle che non bevono lo sperma del loro mariti o fidanzati. Ma il mio è così dolce”
” ‘ Oh no! – esclamai subito io – Scusami, scusami tanto ma oggi no, non ne ho proprio voglia! Bere sperma adesso, qui’ Prima della sfilata finale!’ ‘Roberta l’ha fatto, eccome! L’hai visto anche tu che bevuta di sperma si è fatta! – insiste lui sempre più eccitato alla sola idea di mettermi il suo uccello in bocca – Per vincere il titolo devi anche tu dare qualcosa di più.’ ‘Ho capito, ho capito! Dovrei bere il tuo sperma. Ma non mi piace. Anche la tua sarà di un odore pestilenziale, nauseabondo. Come quella di tutti gli altri uomini. Anche se tu dici che sia buono Ne fai tanto?’ A quella mia domanda che sembrò un accenno di resa lui rispose con un sorriso. Poi mi consigliò con tono di sua grande partecipazione al mio supplizio. Accarezzandomi i capelli quasi con dolcezza mi spiegò come fare per superare le difficoltà che sicuramente avrei potuto incontrato. Come tutte le altre. ‘Francesca l’importante è che tu non ti ostini a non fare l’ingoiò. Devi invece buttar giù tutto, subito. Non aspettare di avere la bocca piena di seme. Ciò può provocare la nausea e potresti avere dei conati di vomito. Non è bello vedere una donna vomitare lo sperma dell’uomo!’
“Sentendo quel consiglio rimasi sconvolta. No, proprio no! Non potevo vomitare la sborra di quel maiale nella sala dove poco dopo sarei sfilata nuda per essere eletta Miss Università! ‘Ma tu’ ma tu’ Quanta ne fai? Il mio moroso ne fa poca. Ma un altro moroso, invece, mi faceva sempre affogare nella sua sborra! E vomitavo tanto, tanto! Ogni volta e a lui piaceva guardarmi mentre piagnucolando vomitare il suo sperma’
“Lui come risposta mi raccolse ancora i capelli dietro la nuca. ‘Guardami negli occhi quando te lo metterò in bocca. Spalancala per bene perché ho l’uccello molto grosso. Voglio vederti quando un po’ a fatica lo farai entrare tutto nella tua piccola bocca. E soprattutto dopo quando farò l’amore nella tua bocca. Capito?’
” ‘Aiutami! – riuscì solo a sussurrargli – Se non ce la faccio, lasciami scappare. Ti prego’ Non stuprarmi la bocca!’
“Spalancai gli occhi e lo fissai, come voleva lui. Fu lui che mi fece piegare ancora un po’ in avanti e mi fece appoggiare le labbra ancora serrate sul suo glande. L’uccello aveva un odore tremendo e la mia fronte si appoggiò sulla pancia pelosa e sudata di lui. Poi lui fece ancora una leggera pressione sulla mia nuca. Era giunto il momento che tanto temevo. Dovevo prendere in bocca l’uccello di quello schifoso! Fui costretta a spalancai più possibile la bocca e sempre fissando lui feci entrare il suo pene dentro di me, tra le labbra. Appena me lo ritrovai un po’ dentro ebbi una reazione di stizza. Mi sentivo umiliata e con la mia piccola bocca piena del suo sesso borbottai parole di protesta incomprensibili. Ormai, ce l’aveva fatta e me l’aveva messo in bocca, il porco! Era riuscito nel suo intento. Quello di metterlo in bocca a Francesca, la futura Miss pom pom. O, se lo preferiva, si stava facendo fare un pompino da Miss Università. Con tanto di ingoio! Oh no! Che schifo! Inoltre era grosso e pur essendo corto non riusciva ad infilarsi. Fui costretta ad allargare ancora di più la bocca, fino a farmi male alle labbra. Finalmente l’uccello riuscì ad entrare completamente. Il glande mi aveva sfondata e le labbra mi facevano un male terribile. Non avevo più saliva! Subito iniziai a gemere e con gli occhi cercai di mostrare a lui le mie sofferenze. L’uomo mi guardava ed era sorpreso per come ero riuscita a far entrare nella mia piccola bocca quell’enorme glande viola. Non riuscivo a respirare bene e l’odore del suo uccello mi infastidiva.
” ‘Brava Francesca! – quasi urlò lui – Ce l’hai fatta! Adesso viene il bello! Ecco adesso inizio a scoparti in bocca!’ Se possibile spalancai ancor di più gli occhi quando lui iniziò impietosamente a stantuffarmi dentro la bocca. Mi faceva male ad ogni penetrazione. Poi aumentò il ritmo e la stretta delle sue mani sulla mia nuca. Temeva in una mia fuga. Mi sentii braccata ed ero disperata.
“Me l’aveva detto! Mi scopò in bocca per tanto, tanto tempo. Persi la cognizione del tempo e mi ritrovai con la fronte schiacciata nel grasso della pancia di lui e il mento in mezzo alle sue palle pelose. Sentivo una puzza tremenda. Lo fissavo sempre negli occhi e gemendo gli facevo intendere tutte le mie difficoltà. Lui invece spesso socchiudeva gli occhi e mi invitava a muovere di più la lingua nel cercare il suo frenulo. Quando lo trovai iniziai a torturarlo e lo sentì respirare sempre più affannosamente. ‘Ancora un po’, Francesca! Proprio così! – quasi urlava lui infischiandosene dei ragazzini in fondo alla sala – Mi stai spompinando divinamente. Hai una linguetta’ Mi fai impazzire! Brava, Francesca, così. Ti piace il mio uccello in bocca, vero? Ma io non voglio venire, ancora… Abbi ancora un po’ di pazienza! Poi te lo darò tutto’ Il mio seme’ Tanto, tanto’ Bollente’ Dolce’ Sì, tanto dolce! Ma tu sai cosa fare, vero? Devi bere tutto, subito. Un bel l’ingoio dovrai fare! Ti riempirò il pancino di sperma! Ma ti piacerà, vedrai”
“Ero stanca. Non ce la facevo più. Non avevo mai succhiato in quella maniera il cazzo ad un uomo. Ero sfinita e quel maschio non mi piaceva neanche. Ero terrorizzata all’idea di quando avrebbe sborrato. Lui voleva farmela in bocca e farmela bere tutta’ Si abbassò e mi sussurrò nell’orecchio. Si vergognava probabilmente a dirmelo a voce alta. ‘E adesso mostrami che sei anche una puttana! Leccami per bene i coglioni e mettimi un dito nel culo! E fai presto!’ Allentò la presa dietro alla mia nuca ed io approfittai per sputare il suo uccello. ‘ Cosaaaaa? – urlai inviperita – Non sono una puritana e queste cose non le faccio. Non sei neanche il mio uomo! E poi hai due palle… Sono così scure! Sono piene di rughe e troppo pelose per me. E puzzano! E metterti il mio dito nel tuo culo mi fa schifo. Non l’ho fatto mai neanche al mio moroso! Mi stai chiedendo troppo! Pensavo che tu volessi solo venire’ Magari facendoti una sega!’ ‘Francesca – mi interruppe con voce suadente – . Vuoi essere migliore di Roberta? E allora mostrami come lo sai fare”
“Mi catturò di nuovo la nuca dove mi aveva raccolto i capelli. Mi fece scendere di nuovo giù tra le sue gambe. Questa volta mi fece appoggiare le labbra tra le sue palle. Mi accolse una pozza nauseabonda. Ed io dovevo leccare quella roba! Chiusi gli occhi e timidamente iniziai a muovere la mia lingua sullo scroto. Avvertì i testicoli salire e scendere. L’uomo si preparava finalmente a spruzzare tutto il suo seme’ Pensai per un attimo di dargli ancor più piacere e catturai con la bocca i suoi coglioni. Uno alla volta. Li sentì pieni, gonfi. E soprattutto pesanti.
“Sei proprio pieno, pieno! Hai una voglia’ – gli dissi sussurrando fermandomi per un attimo di leccargli i testicoli – Tua moglie non ti ha fatto fare in questi giorni la tua robina? E devo fartela fare io, allora?’ ‘ Il dito! – urlò lui come risposta – Fai presto! Ho voglia di farti affogare! Lo sai dove, vero?’ ‘Sì, sì,lo so! Nella tua robaccia. Che mi fa tanto schifo! Non voglio, proprio no! Non voglio la tua sborra in bocca!’ ‘Dài, Francesca – sghignazzò lui – . Mostrami quanto sei puttana! Vuoi vincere il titolo, vero?’
“Emisi un lunghissimo sospiro seguito da un gemito quando, trovato il suo buco del culo, iniziai timidamente a penetrarlo. Inizialmente lui era teso in attesa della penetrazione. Poi si rilassò e si lasciò aprire. Infilai dentro tutto il mio dito indice. Che schifo! ‘Inculami, inculami – sbraitava lui – . Come tu ti fai dal suo tuo moroso. Perché tu ti fai inculare, vero?’ ‘No! – riuscì a fatica a rispondergli mentre succhiava un testicolo – Sono vergine là e vorrei rimanere tale”
“Gli piacque tantissimo la mia intrusione nel suo ano. Notai un ulteriore irrigidimento del suo pene che avevo proprio davanti agli occhi. ‘Fantastica! Francesca sei proprio una troia. Mi stai facendo impazzire. Fra poco’ Fra poco potrai vedere come sborra un uomo. U uomo vero! Non un ragazzino’ E adesso devi riprenderlo in bocca. Succhialo per bene e fammi venire. Adesso! Sto per venire! Sto per sborrare!’
“Sentì il suo uccello pulsarmi in bocca. Si era gonfiato ed indurito ancor di più. Sentii anche il suo glande inumidirsi. Era sborra! Sì, ne ero certa! Finalmente era la sua sborra! Le due liquidissime gocce che anticipavano il primo sborrone. Il maschio stava crollando e non riusciva più a trattenersi. Era questione di attimi! Poi, con sua enorme soddisfazione, mi avrebbe sborrati in bocca. Strinse tra le mani la mia nuca e si fermò di stantuffare il suo pene dentro la mia bocca. Rimasi bloccata con tutto il suo uccello dentro. Pulsante.
“Giunse il momento. Gonfio sentii il suo cazzo iniziare a scuotersi. Un attimo dopo arrivò la sborra. La sua sborra. Nella mia bocca e subito dopo in gola. Avevo imparato la lezioncina che lui mi aveva impartito e non volevo vomitare. Gli feci l’ingoio come voleva lui! Per qualche istante strizzai gli occhi quando sentì il caldissimo liquido seminale scendermi in gola. Poi riaprii e spalancai i i miei occhi. Lo fissai con uno sguardo di sfida mentre lui continuava imperterrito nello spruzzarmi sperma in gola. Un sussulto del mio capo ad ogni sua sua sborrata svelava il fastidio e disgusto per i suoi fiotti di sperma che mi inondavano. E lui urlava. ‘Sborroooooo! Francesca schizzo e ti sborro in bocca! Sììììì, cosììììììì! Prendila tutta così’ La mia sborra! Tuttaaaaaaa! Tutta nella tua bocca! E giù’ Tutta giù’ Bevila, bevila tutta. La mia sborra! E tanta! Ti ho riempito la bocca. Ti piace tanto, vero?’
“Mentre lui delirava per il piacere e continuava a schizzarmi in bocca io faticosamente ingoiavo tutta la sua robaccia. Mi venne da vomitare ma riuscì a trattenermi. Anche perché lui volle cambiare. Era proprio maiale, lui. Estrasse infatti il suo uccello dalla mia bocca martoriata ancora gocciolante di sperma e della mia saliva ed inizio a schizzarmi tanti altri sborroni. Sul mio visetto! ‘Oh no! – strepitai subito inutilmente – Non lo voglio! Questo proprio non lo voglio! Uffa! Basta! Me ne hai fatta bere già un ettolitro. Non voglio che mi sporchi’ Ho la sfilata ora!’
“Incurante e tenendomi sempre ben stretta tra le sue mani il mio visetto aveva già inondato di sperma la mia faccia. Mi aveva subito accecata con uno schizzo violentissimo, poi mi aveva riempito i capelli con sborrate che subito si erano trasformati in lunghi filamenti che scendevano fino alle tette. La fronte e le guance non furono risparmiate. Ero piena di sperma. Ricoperta dappertutto dal suo schifosissimo sperma. Non avevo mai visto un maschio spruzzare tanto seme! E soprattutto non mi ero mai fatta schizzare tanta sborra in faccia da nessuno! Era così gelatinosa la sua robaccia!
“Alla fine si fermò e cessò di sporcarmi. ‘Adesso puliscimi – mi ordinò con tono che non permetteva rifiuti – . Con la lingua! E fai un bel lavoro, mi raccomando! Il titolo sarà tuo, vedrai”
“E da dove devo iniziare, mio signore? – dissi cercando di ironizzare sull’ennesimo oltraggio che stavo subendo – Penso dal basso” ‘ Certo, Francesca. Da dove hai iniziato’ Dalle mie palle. Fammi sentire ancora una volta la tua lingua. Sì, brava, proprio così! Come sei brava”
“Fu un supplizio! Le sue palle puzzavano di sperma e di sudore. Entrambi riempivano i peli che tentai di ripulire. Rischiai di vomitare di nuovo. Il suo pene, flaccido e lurido, gocciolava ancora liquido seminale. Il glande era anche ancora ricoperto della sua roba biancastra e attaccaticcia. Che schifo!
“Patita l’ultima umiliazione sollevai lo sguardo verso di lui. Gli mostrai così il mio viso devastato dalle sue sborrate. Mi sentivo sporca. ‘Visto cosa hai combinato? E come mi hai ridotta? Era quello che volevi, vero? Ubriacarmi del suo sperma e riempirmi il visetto’ Sono stata brava? Meglio di Roberta? Merito alla fine quella fascia da Miss?’
” ‘Francesca, tu sarai la reginetta – sentenziò lui – . Avrei tanto da fare nelle numerose trasferte della squadra”
” ‘Io so quello che devo assolutamente fare adesso – risposi io con decisione – . Una doccia. E da sola! Tu mi devi però accompagnare evitando di farmi passare in queste condizioni davanti a quei ragazzacci là in fondo!’
“Mi fece uscire da una porticina che non avevo visto prima. Arrivati nel bagno mi congedò. ‘Tra deci minuti c’è la passerella finale. Fai presto! Tanto non devi vestirti tanto!’
“Gli feci una boccaccia e mi chiusi sotto la doccia. Mi accorsi che quel mascalzone mi aveva turbata. Anzi! Ero bagnata. E quello sperma che avevo ancora in bocca era proprio dolce’
“Dopo qualche minuto uscì dalla doccia, mi rimisi le mutandine e mi recai nella camera da letto del coach che era diventata lo spogliatoio delle candidate al titolo di Miss. Li trovai Roberta e Patrizia. Roberta era ancora agitata per quello che aveva fatto al ragazzino più bello della squadra. Era ancora eccitata e non si sentiva per niente in colpa per aver cornificato in quel modo suo marito. Se lui sapesse quanta sperma aveva bevuto la sua mogliettina. Tanto fastidiosa e restia di bere il suo, quello di suo marito! Patrizia invece aveva pomiciato per un’ora con il suo moroso. Lo aveva eccitato per bene e gli aveva fatto rizzare l’uccello. Non aveva potuto non farlo sfogare. Lei era seminuda e le sue mani febbrilmente si erano infilate nei calzoni del suo uomo. Si era vergognata un po’ perché la vicini c’erano dei compagni di squadra di lui. La osservavano sperando di vedere qualcosa. Di molto piccante’ Ludovico non connetteva più e voleva che lei lo facesse schizzare prima possibile. Non si preoccupò neppure che la sua morosa si esibisse davanti ai suoi amici. E allora Patrizia gli fece una sega. Era bravissima lei a masturbare così il suo uomo. Anche se le dava fastidio farlo davanti ad altri ragazzi e mostrare per bene a tutti come lei sapeva fare bene una sega. Ludovico le venne subito in mano. Anche lei scappò subito in bagno dove aveva trovato anche Roberta. Entrambe si ritrovarono impegnate a levarsi di dosso le tracce degli orgasmi di maschiacci prepotenti e gran produttori di sperma.
“Arrivate tutte e tre nella stanza, a quel punto dovevamo spogliarci completamente. Roberta ed io ci levammo i perizoma senza imbarazzi. Patrizia, invece, si sfilò il suo tanghino non riuscendo a trattenere un grande fastidio nonché imbarazzo. A differenza di Roberta ed io che esibimmo subito i nostri rigoglioso e un po’ ricciuliti boschetti, lei si coprì pudicamente con le mani la sua figetta. E così uscimmo. Roberta ed io fummo accolte da urla deliranti. Mostravamo proprio tutto. I nostri peli e tutto il nostro sesso. Per quello che era visibile. Tutte e due avevamo le vulve in evidenza. Le mie grandi labbra erano ben chiuse, per fortuna! Roberta da buona moglie ben adoperata da suo marito mostrava le due grandi labbra gonfie e leggermente schiuse. Il marito, eccome, lei ce l’aveva! Patrizia tenne costantemente il suo sesso coperto. Si intravedeva tra le sue dita poste a copertura della vagina un curatissimo pelo a forma di coda di scoiattolo. Una sottilissima strisciolina di peluzzi che si allargava abbastanza un po’ più su, in alto, dove la piccola mano di lei non riusciva ad coprire i numerosi ciuffi del suo pelo. Tutti riuscirono a vedere il colore dei peluzzi della sua figa. Proprio quello che lei e il suo moroso non volevano! Patrizia era bionda ed aveva proprio là un piccolo ma ben evidente tatuaggio. Ludovico l’aveva marchiata e lei infatti era stata costretta a tatuarsi il nome di lui vicino alla sua vagina! La giuria non gradì quella manifesta esibizione di proprietà di Ludovico sulla sua femmina e la stroncò. Anche però per la scarsa disponibilità. Roberta ed io pareggiammo. Per la regola del voto di spareggio dato dal coach trionfai. L’ubriacatura con il suo sperma alla quale ero stata costretta era servita.
“Appena conosciuto il verdetto esultai. E scappai a rivestirmi. Erano stati troppi gli uomini a vedermi nuda. Avevo ancora un po’ di pudore. Non sapevo cosa mi sarebbe successo in futuro. Quei ragazzi erano tutti indubbiamente molto belli ed certamente mi piacevano troppo. Erano ben dotati fisicamente. Ma erano anche dei gran porcelloni che volevano divertirsi un sacco con la Miss pom pom. Soprattutto i cinque che mi avevano eletta.
“Per due giorni non mi feci vedere all’università. Delle compagne di corso amiche un po’ invidiose mi informarono che il mio spogliarello era stato descritto perfettamente in facoltà. Anche il mio sesso era stato spiegato con dovizia di particolari. Inoltre, accidenti, giravano certe foto’ Io durante la passerella finale non me ne ero proprio accorta! Qualcuno con il cellulare mi aveva fotografata proprio mentre sfilavo nuda! Per fortuna, mi dissero le mie amiche che quelle foto le avevano viste, l’autore si era degnato di proteggere un po’ il mio volto e il mio sesso. Non le mie mammelle, però! L’aveva fatto con due striscioline rosso fuoco disegnate proprio lì, sugli occhi e sul pube, con l’ausilio di un banale programma di ritocco fotografico. Ma uffa, erano però molto piccoline e strettine quelle striscioline di copertura. Io ero riconoscibilissima e la mia fica visibilissima. L’unico a non essere informato e quindi ignaro di tutto quello che era successo era stato il mio moroso. Tutta l’università, quella maschile, aveva potuto apprezzare la sua morosa praticamente nuda! Chissà quanti maschietti si erano fatti degli splendidi segoni sul mio corpo! Lui non sapeva’
“Come non seppe mai della telefonata che mi arrivò alcuni giorni dopo. Di notte, mentre dormivo nella mia camera nella casa dello studente.
“Accidenti non mi ero ricordata di chiuderlo. Il motivetto della suoneria del mio cellulare mi fece sobbalzare. ‘Ciao Miss pom pom! Stai dormendo?’ Non riconobbi dalla voce chi fosse lo scocciatore. ‘No, stavo ripassando la filosofia dei grandi sistemi – risposi con ironia ma infastidita ed assonnata – . A quest’ora’ Cos’altro potrei fare?’ ‘Ma dài, Francesca! Noi siamo appena usciti dalla discoteca ed abbiamo una gran voglia di festeggiare la nostra Miss pom pom’ Siamo in quattro. Io sono Massimiliano e con me ci sono anche Alberto, Luca e Tiziano. Siamo quelli che abbiamo votato per te! Oltre al coach. Dovresti ringraziarci’ Non ti pare?’ ‘Vi ringrazio, ragazzi! Ma sapete che ore sono?’
‘ ‘Dài Francesca non deluderci anche tu! Roberta ha staccato il cellulare’ Probabilmente sta scopando con il suo marito! Il gran cornuto! E noi abbiamo adesso tanta voglia di coccole” ‘Coccole? – chiedo con finta curiosità – Si chiamano così quelle cose? Le volete proprio ora? E’ tutti e quattro, poi?’ ‘ Noi siamo molto amici, Francesca! Non ci formalizziamo mai. Anche quando siamo tutti insieme con le nostre morose!’ ‘Ah, siete proprio dei porcellini! Potrei però formalizzarmi io che sono l’unica donna” ‘Dimmi il piano della tua stanza. E il suo numero.’ ‘ Ma io’ ma io’ – accennai ad una timida resistenza – Non mi sembra il caso, Massimiliano. Io ho un moroso” ‘Ma va là, Miss pom om! Dove era lui quando ti abbiamo nominata la nostra Miss?’ ‘ Questo non ti riguarda! – replicai secca – Sono affari miei” ‘Sì, però, adesso’ Non puoi deluderci’ E siamo tutti così’ euforici! Potresti vederlo quanto lo siamo tutti e quatro!’ ‘Ma Massimiliano’ – balbettai confusa da quelle parole – Io sono una donna senza particolari pudori. Ma certe cose non le ho mai fatte” ‘Piano e numero – ripetè lui con voce ferma ma tanto suadente – . Mi raccomando, lascia la porta aperta. E poi, Francesca, vogliamo tutti sapere una cosa. Dormi nuda?’
“A quella domanda rimasi basita e restai senza parole per un po’. Poi risposi cercando di nascondere la mia sorpresa e soprattutto il turbamento che avevano provocato in me. ‘Siete dei mascalzoni! Tutti e quattro! Sono un po’ preoccupata per la vostra’ esuberanza! E della vostra impertinenza! Comunque, ormai’ a questo punto… la stanza 59 è al sesto piano. Troverete la porta aperta. No, uffa, non ve lo dico se dormo nuda!’ ‘Va bene, Francesca. Questo non è proprio un problema! Lo scopriremo noi tra poco! – mi liquida Massimiliano – Tra mezz’ora siamo in camera tua.’
“Sentii chiudersi la chiamata. Rimasi a lungo frastornata. Sì, ero allora una puttanella, io’ Ma quattro uomini non li avevo mai visti insieme. E probabilmente non si sarebbero limitati solamente a farsi guardare da una donna come me. Massimiliano mi aveva anticipato che erano euforici’ Immaginai cosa intendesse con quelle parole e sentii la mia fighietta scaldarsi. Mi vergognai di essere già eccitata.
“Io dormivo sempre nuda. Ma decisi di non voler accogliere così i quattro uomini. Mi avevano già vista nuda, quei quattro! Dovevo allora offrire loro qualcosa d’altro. Qualcosa che li attizzasse subito e che li mandasse in confusione.
“Mi precipitai sotto la doccia perché volevo essere profumata. Anche se non ero certa che lo fossero stati pure loro! Mi misi a riflettere poi su cosa indossare. La scelta cadde sullo splendido beby-doll che mi aveva regalato il mio moroso cornuto. Era rosa e completamente trasparente. Senza spalline si appoggiava sul mio seno, in particolare si incollava sui capezzoli. Sempre appuntiti evitavano la sua discesa. Era infine cortissimo e copriva appena appena la mia passerina. Lasciava scoperta un po’ della mia peluria. Giù, in basso. Mi accorsi che così ero ancora troppo nuda. Anzi l’effetto che avrei provocato con quell’indumento sui quattro maschietti sarebbe potuto essere dirompente e per me devastante. Mi infilai allora un perizoma. Pure rosa e trasparente mi proteggeva almeno un po’ il mio pelo. Davanti. Dietro il filetto si infilò subito tra i miei glutei che rimasero così completamente scoperti e tutti da apprezzare nella loro nudità.
“Le sorprese e le porcate di Massimiliano non erano però finite. Sentii l’arrivo di un messaggino. Lo lessi e rimasi sbigottita. ‘Francesca, io sborrerò per ultimo. Nella tua bocca. Ti farò bere tutto, fino all’ultima goccia! Lo berrai?’ Con rabbia risposi immediatamente con furia. ‘Noooooooooooo!’
“Inviai il messaggino e rimasi furiosa per la sfrontatezza dell’uomo. Poi riflettei sul fatto che lui sarebbe stato l’ultimo. Conclusi che anche gli altri avrebbero voluto essere soddisfatti. Come lui? Mi agitai e cercai di mantenere la calma. Feci girare la chiave nella serratura della porta per aprirla. Poi mi coricai nel letto coprendomi completamente con il lenzuolo. Solo il mio volto sbucava fuori ed era illuminato dalla luce lasciata aperta. Quei quattro mi avrebbero trovata così.
“Mi colse un’ansia irrefrenabile. Ero troppo agitata e pure tanto eccitata. Non resistetti ed iniziai ad accarezzarmi. Infilai la mano nel perizoma e con il pollice e l’indice mi aprì lentamente le grandi labbra della mia vulva. Ero già bagnata e il mio piacere solitario aumentò quando sfiorai il mio clitoride già ritto. Mi bagnai ancora e cercai di raggiungere l’orgasmo. Non potevo accogliere i ragazzi in quelle condizioni. Furiosamente mi penetrai con due, e poi tre dita, finché riuscii a spruzzare. Avevo goduto pensando a quello che mi sarebbe successo fra un po’! Lentamente, poco alla volta, riuscii a calmarmi. Ancora fradicia dei miei umori aspettai l’arrivo di Luca, Alberto, Tiziano e Massimiliano.
“Non tardarono. Bussarono piano alla porta. Fui colta di nuovo da un’ansia mescolata ad eccitazione. Cercai di nasconderlo. ‘E’ aperta. Potete entrare’ Fate piano”
“Appena entrati mi elargirono tutti un gran sorriso di circostanza. Mostravano un po’ sorpresa di avermi trovata così’ Nascosta e ben coperta! Sotto il lenzuolo’ Il rossore del mio volto tradiva però tutto il mio imbarazzo.
“Cercai di superare il mio momento di grande disagio. Avevo accolto in camera mia quattro maschi. Tutti uomini già fatti e sicuramente ben dotati!
“Rimasi per un po’ in silenzio a guardarli. Alberto, Carlo, Tiziano e Massimiliano erano proprio bei ragazzi. Erano molto carini. Anzi, molto belli! Indossavano tutti jeans e maglietta. Coloratissime, con scritte incomprensibili erano tutte attillatissime e fasciavano i loro petti muscolosi da atleti. I jeans invece erano tutti volutamente vissuti. Perfetti per la discoteca. Tutti li portavano bassissimi e lasciavano intravedere anche davanti l’elastichino dei loro slip. Tiziano, il biondissimo, faceva addirittura vedere un ciuffettino del suo pelo. Meravigliosamente biondo! E pensai che, con tutto il resto, non mi sarebbe dispiaciuto scoprire e… apprezzare! Non mi era mai successo di intrattenermi con un bel pene incorniciato da soffici peli biondissimi!
Mi feci insomma una cultura dei marchi delle mutandine da uomo. Tutte firme famose e ricercate. Pensai per un attimo a quelle che usava il mio moroso’
” ‘Bene, ragazzi’ – esordii io – Visto che ormai siete qui’ Cosa posso offrirvi?’ Mi resi subito conto che la mia domanda non era stata proprio la più felice. Fu volutamente interpretata a modo loro e si lasciarono scappare dei sorrisetti molto eloquenti. Del resto lo sapevo bene anch’io che erano quattro maschietti che avevano una gran voglia di divertirsi! ‘Da bere’ – cercai di rimediare – Cosa pensavate voi? Mmm’ Ho capito, ho capito… Ma come siete maliziosi!’
“Fu Carlo ad essere il primo a parlare. Lo fece estraendo dalla tasca il suo cellulare e scattandomi la prima foto. Infilata nel mio letto, tutta sotto il lenzuolo. ‘Per intanto offri a noi tutti di nuovo il tuo corpo! – mi ordinò lui cadenzando le parole e continuando a scattare foto – Ci sembra che non hai alcun problema di mostrarti nuda! Del reso lo hai già fatto alla festa di Miss pom pom. Ora vogliamo rivedere il tutto in forma un po’ più privata. E, pure, a luci rosse. Vogliamo vedere come sei brava nello spogliarello e gustarci il tuo pelo!’
“Rimasi ammutolita. Il ragazzino correva troppo’ Eccome! E mi infastidì nel veder comparire nella sua mano il cellulare. Chiaramente aveva intenzione di continuare nelle foto e, forse, anche nelle riprese di qualche filnato. Con me, naturalmente, unica interprete femminile con quattro giovani stalloncini. E anche a luci rosse… L’aveva detto anche lui, il maialino! ‘Chiudi quel cellulare! Non voglio essere fotografata e, soprattutto, non voglio essere ripresa. Qui, adesso, nella mia camera con voi quattro! Qualche bastardo mi ha già fregata e immortalata a mia insaputa durante la sfilata finale di Miss pom pom! E non ero proprio molto vestita. Il mio moroso, per fortuna, non ha visto quelle foto. Ed è stato forse l’unico maschietto dell’Università a non farlo!’
“Stai tranquilla, Francesca. Noi ti vogliamo solo festeggiare in forma assolutamente privata. Anzi, privatissima. Solo per noi. Però tu dovresti fare quello che ci piacerà. A tutti! Te compresa, ne siamo sicuri. Vedrai, sarà tutto facilissimo. Sarà bellissimo e ti piacerà. Non dovrai mai pensare però in certi momenti di essere fotografata o ripresa!’ “Ma ragazzi! – iniziai io gemendo – Io’ io… insomma! è vero, vi ho fatti salire. Volevo veramente ringraziarvi’ Vi avrei lasciato anche giocare! Un po’. Siete quattro uomini, lo so benissimo e per questo ero anche un po’ preoccupata. Certe cose non le ho mai fatte. Immaginatevi se ho mai interpretato un film a luci rosse! Non ne sarei capace e mi vergognerei tantissimo!’
“Ludovico si avvicinò al letto. Fulmineo mi sollevò il lenzuolo e me lo portò sui piedi. ‘Uau! – esclamò Alberto – Guarda come dorme la nostra Miss. Mi fa tirare il cazzo solo a vederla!’ ‘No, Alberto’ – borbottai io indispettita sentendo quelle parole – Non voglio! Non voglio sentire queste cose. Mi mettete in difficoltà, così! Tutti! Mi mettete in imbarazzo’ E tu, Carlo, ti avevo pregato’ Fermati, uffa, con quelle foto!’
“Mi ritrovai distesa nel mio letto con quei quattro ragazzi che mi guardavano e mi spogliavano con gli occhi. ‘E adesso? Cosa dovrei fare? – chiesi con un po’ di fastidio per quello che Alberto mi aveva appena fatto contro la mia volontà – Volevate sapere come dormo, vero? Ecco, come potete ben vedere, dormo così quando sono sola. Nuda, sempre, con il mio moroso. Il cornuto mi vuole sempre nuda vicino a lui. E pronta all’uso! Soddisfatti? Altre curiosità?’
“Sapevo benissimo che quello era solo l’inizio e che quei quattro me ne avrebbero combinate di tutti i colori! Ma cercai di rallentare la velocità di quello che i quattro volevano io facessi subito per loro.
“Me lo chiesero infatti subito dopo. ‘E dài, Francesca! – quasi urlo, per la prima volta, Massimiliano – Mostraci da vicino come sei fatta. Mostraci tutto. Voglio vedere per bene le tue mammelle, il tuo pelo e poi, finalmente, la tua fica pelosa. Ma fallo bene per noi, oggi. Come una spogliarellista vera e un po’ puttana. Alzati dal letto e vieni qui davanti a noi. Regalaci uno strip integrale favoloso! Tu lo sai fare, eccome! Noi ci sediamo qui e guardiamo”
“Lo sapevo. L’avevo previsto. Dovevo fare lo spogliarello. Solo per loro e mentre quel malefico Carlo mi riprendeva. La mia tendenza all’esibizionismo mi aiutò ed anzi mi spinse a provocarli. ‘Non è giusto però così – mi lamentai con tanta malizia – Non mi piace! Io tutta nuda’ E voi? Non mi mostrate nulla? Almeno qualcosina per incuriosirmi’ Siete proprio dei ma schiacci con quei corpi! Ma non esagerate! Non mostratemi tutto”
“Non aspettavano altro quei porcellini. Dopo il mio invito iniziarono vistosamente ad agitarsi. ‘Non voglio tutto! – insistetti – Almeno un po’ per scaldare l’ambiente ed aiutare la spogliarellista.’ Capirono alla perfezione il messaggio che avevo loro mandato. Infoiati tutti e quattro senza alcuna esitazione o imbarazzo iniziarono a levarsi davanti a me tutto quello che avevano addosso. Lo fecero ridendo e divertendosi un sacco. Ben interpretando le mie parole si fermarono quando avrebbero dovuto levarsi alla fine anche gli slip. Non se li abbassarono e non mi mostrarono i loro uccelli.
“Mi soffermai a guardare i loro corpi quasi nudi. Uno alla volta. Erano splendidi. Tutti alti, con abbondanza di muscoli sul petto e sulle gambe. Ventre piatto con la muscolatura prodotta da centinaia di addominali e bacino stretto stretto. Tutti, poi, mostravano per bene le dimensioni notevoli del loro pene. Appena coperti dalle mutandine i loro attributi maschili erano ancora prigionieri. Soffrivano indubbiamente e attendevano di essere liberati!
” ‘Soddisfatta la Miss pom pom del suo pubblico – mi chiese con fare provocante Tiziano che continuava orgogliosamente a mostrarmi il ciuffo biondissimo del suo pube non coperto dallo slip – Non penso che la Miss possa lamentarsi. Per non dire del resto che ora solo intravede”
” ‘Sì, sì’ Sono molto soddisfatta del mio pubblico. Ma sono anche molto preoccupata. Vedo che i miei spettatori sono tutti molto agitati! Anche troppo! Non vorrei che quello che mi costringete ora a fare provochi delle reazioni incontrollate’ Avete capito?’
“Fui immediatamente zittita. Tutti, in coro, mi invitarono ad iniziare lo spogliarello. ‘Nuda, nuda! – gridarono i quattro ormai eccitatissimi – Vogliamo vedere la fica di Francesca! Adesso!’
“Giunta a quel punto non potei non esaudire i loro desideri. Impostai di fronte a loro una mini sfilata su una immaginaria passerella. Con voluta ed esasperante lentezza sganciai la parte superiore del baby-doll che fungeva da reggiseno dai capezzoli ritti ai quali era praticamente appeso. Apparve il mio seno e le belle areole rosa. Sentii il leggerissimo e sottilissimo baby-doll iniziare a scendere. Arrivò fino al ventre. Sotto trovò l’ostacolo dell’elastichino del perizoma. Allargai appena appena il tessuto del baby-doll che riprese la sua discesa. Non si fermò più. Da solo si sfilò e si adagiò sulle mie caviglie. Ci fu un’esplosione di entusiasmo tra il pubblico. Come istintiva reazione con un braccio mi coprii il seno e con una mano il mio sesso ancora protetto dalle mutandine che sapevo troppo trasparenti.
” ‘Nuda! Ti vogliamo nuda, Miss! – gridavano sempre più forte i ragazzotti ormai arrivati allo stremo delle loro forze di resistenza – La fica, vogliamo la fica!’
“Mi vergognavo. Non mi ero mai trovata in quella situazione. Ero sola, in camera mia, davanti a quattro maschietti assatanati. Era stato molto più facile sfilare nuda al concorso! Decisi che era giunto il momento di levarmi lo slip. Ero imbarazzata a mostrare il mio pelo a quei ragazzi così vicini. Mi girai e mostrai loro il mio culetto. Fu molto gradito. Poi iniziai ad abbassarmi la mutandina. Sempre con tanta, tanta lentezza. Mi sentivo sbranata e nello stesso tempo eccitata. Feci volutamente un po’ la puttanella. Quando lo slip raggiunse le caviglie mi piegai in avanti e, pure, per farli impazzire allargai un po’ le mie belle gambe lunghe. Per qualche secondo mostra loro, da dietro, tutta la mia vulva. ‘Splendida! Splendida così! – urlò Carlo che dopo aver ripreso tutto lo spogliarello volle immortalare il mio sesso spalancato visto da dietro – Francesca, hai una fica meravigliosa!’
“Vedendo il mio splendido sesso gli altri per un po’ in contemplazione si ammutolirono. Fu allora che mi girai e mi mostrai tutta. Il mio pelo, le mie grandi labbra e la mia vagina furono scrutati e studiati in tutti i loro particolari. Sentii qualcuno anche ansimare ed accarezzarsi il pacco sotto le mutandine. Carlo, imperterrito, riprese nelle sue raffiche di clic. Cercava e primi piani della mia vagina. Li trovò e non se li fece scappare.
“Rimasi per qualche istante così, immobile. Mi stavo regalando ai loro sogni erotici. Mi piaceva vederli eccitati e così arrapati. Mi sentivo una puttana, ma anche una femmina tanto, tanto desiderata. Poco dopo tutti e quattro mi avrebbero mostrato quanto fossero maschi e quanto li avevo eccitati con il mio spogliarello e le mie parole.
“Finito lo strip per un attimo pensai che si sarebbero accontentati. Confessai a me stessa che, sebbene avessi un certo timore per quella situazione estrema che si era già creata, non mi sarei sentita per nulla appagata dalla serata se questa si fosse così conclusa.
“Ma i quattro monelli mi fecero subito intendere che quello era stato appena l’inizio. Tutti mi volevano assaporare e soprattutto tutti volevano essere assaporati da me. Tutti e quattro, naturalmente!
“Fu Massimiliano che mi spiegò come volevano giocare con me. ‘Adesso viene il bello, Francesca! – mi disse lui con tono serissimo – Te lo puoi immaginare, no?’ ‘Ma, veramente io’ – gli risposi io timorosa di dire qualcosa di sbagliato – Sono una donna e certe cose le sto vedendo. So benissimo di cosa voi uomini avreste ora bisogno. Le vostre morose non sono purtroppo qui. E dopo lo spogliarello che mi avete costretta a fare solo per voi’ Ma adesso, non saprei. Accidenti! Sono sola qui! Cosa volete farmi fare? Voi siete veramente dei bei porcellini’ Chissà cosa avete in mente di farmi fare’ Non sono una verginella, ma certe porcate mi piacciono’ Insomma, Massimiliano, hai capito? Non l’ho mai fatto, così! Sì, con più di un uomo! E voi siete in quattro! E che maschi! Con quattro uccelli! Perché sono sicura che tutti e quattro volete che vi faccia venire per mostrarmi tutta la vostra mascolinità e per sorprendermi per quanta sperma siete capaci di fare! Non lo so’ Far godere insieme quattro uomini’ Come farli venire? E dove?’
“Lui mi sorrise e si alzò in piedi, imitato dagli altri tre. Carlo, con mia disapprovazione, continuava a fotografarmi riprendendomi nuda. Ma si stava preparando una scena che probabilmente doveva assolutamente essere ripresa. ‘Avvicinati Francesca. Voglio vedere quanto è brava la nostra Miss pom pom con un uomo. Devi fare esattamente quello che ti dirò. Dopo lo farai con Carlo, Alberto e Tiziano.’
“Lo guardai con sguardo interrogativo. ‘Ma io’ – sussurrai flebile, flebile – Ma io’ Cosa dovrei fare? Siete in quattro! Ti prego, non farmi fare troppe porcate!’
“Mi avvicinai a lui in silenzio. ‘ Più vicina! Voglio vederti aggrappata al mio corpo e sentire le tue tette sul mio petto. E poi il tuo respiro affannoso sulla mia bocca.’
“Obbedii e spontaneamente gli misi le braccia al collo. I miei capezzoli si schiacciarono sul suo petto e il mio sesso si appoggiò sul suo. Ce l’aveva già durissimo! Socchiusi gli occhi e mi piegai di lato con il capo. ‘E adesso leccami le labbra e baciami – mi ordinò lui – . Voglio conoscere la tua lingua!’ ‘Il signore vuole essere baciato’ Vuoi che sia io a baciarti! Ti piace farti prendere’ Va bene, signore! Sarà accontentato. Massimiliano mi piaceva e baciarlo non mi dispiaceva affatto. Come ordinato iniziai a leccargli le labbra e con la punta della lingua cercai poi di fargli socchiudere la bocca. Non oppose resistenza e mi intrufolai subito dentro di lui. La mia lingua iniziò vorticosamente a girare nella sua bocca e gli versai dentro tutta la mia saliva. Lui contraccambiò e mi accorsi di avere la mia bocca piena di lui. Non rimase fermo e mi catturò i capezzolini già ben ritti.
“Quel bacio e il piacevole tormento che mi fece apprezzare sul seno mi eccitarono. Ero già bagnata e le cose che mi disse subito dopo mi trovarono pronta. A fare tutto quello che lui voleva. Non gli mancò la fantasia. ‘Adesso scendi. Leccando per bene il mio corpo. Fino agli slip. Baciami e bagnami le mutandine e cerca di eccitarti pensando a quello che c’è sotto. Poi con i denti cattura l’elastichino dello slip. Levamelo e poi” ‘Oh, Massimiliano, cosa mi fai fare’ Mi fai sentire una puttana! Ma mi piace tanto, così!’ Leccai tanto il suo petto, il suo ventre e, come mi aveva invitato a fare, le sue mutandine. Era bellissimo sentire sotto il leggerissimo tessuto del suo indumento intimo il bastone di carne che già stava pulsando. L’avrei visto tra qualche istante.
“Incastrai tra i denti l’elastico dello slip e mi impegnai a farlo scendere. Il pene, ritto e in piena erezione, complicò la mia operazione che, secondo le volontà di lui, dovevo effettuare con la bocca e senza l’aiuto delle mani. Ma ce la feci e, senza procurargli fastidi, trascinai lo slippino fino alle caviglie. Ero contenta. Anche se quel bastardo di Carlo aveva ripreso tutto. E mi riprese pure quando spontaneamente risalii con il mio viso fino all’uccello che avevo appena liberato. Lo guardai e lo ammirai a lungo. Massimiliano aveva un meraviglioso uccello. Poi, volutamente, mi strinsi a lui serrando tra le mie mani i suoi glutei ed appoggiando il mio viso sul suo ventre. Volli sentire il suo pene già fremente schiacciarsi sulla mia guancia, sulla mia pelle.
” ‘E adesso, uomo, cosa devo fare? Io lo saprei’ Ma sei tu adesso il mio padrone!’ ‘Brava Francesca! Hai ben capito cosa voglio da te. Anzi, cosa vogliamo noi tutti da te! E adesso prendilo in mano ed accarezzalo. E già duro ed ha tanta voglia. Lo sai bene di cosa’ Accarezzalo un po’ come se volessi farmi una sega. Piano, piano dopo averlo scappellato. Tu sei brava a fare le seghe, vero? Ma io non voglio venire ora così! Lo prenderai allora in bocca dopo avermi fatto sentire la tua lingua tra le mie palle e su tutta l’asta del mio cazzo! Fino al glande che catturerai tra le tue labbra e succhierai con tanta voglia di farmi venire. Sì, mi mostrerai come mi faresti un pompino e come mi faresti sborrare!’
” ‘Tesoro, non si fanno certe cose! – esclamai sinceramente infastidita – Mi hai eccitata troppo’ Sono un’ lago! Ho tanta voglia di te… e ditutto il tuo… seme!! Ti farò la sega e anche il pompino. Come vuoi tu’ Ma io vorrei farti venire e vedere mentre godi, mentre spruzzi il tuo seme!’
” ‘Oh Francesca’ Vedrai, vedrai tutto! Ma ora mostrami come sei capace di fare certe cosine! Anche Carlo, Alberto e Tiziano vogliono vederti come sei brava!’ Quelle parole mi indispettirono. Mi sentii per un attimo veramente una puttana. Che aveva però una gran voglia di prendere in mano un uccello. Quello di Massimiliano. Lo fissai negli occhi e presi il suo uccello in mano. Lo scappellai piano completamente ed iniziai a fargli la sega. Ma, accidenti, non dovevo farlo sborrare. Quando lo sentì agitarsi un po’ troppo gli sorrisi e fermai la mia mano. ‘Mi raccomando, Massimiliano’ – gli sussurrai con un filo di voce e con tanta dolcezza – Vuoi anche il mio pompino, ora’ Cerca di trattenerti’ Se non vuoi liberarti! Mi piaci, Massimiliano, e se vuoi potresti ora anche schizzarmi in bocca! Anche se sono sicura che tu ne faresti tantissima e mi potresti far affogare nella tua sborra!’
“Lui non rispose ed io mi abbassai tutta per leccargli le palle. Erano lisce, ma dure e soprattutto pesanti. Ebbe un piccolo fremito quando scendendo ancora più giù gli sfiorai con la lingua il suo ano. Non lo facevo neanche al mio moroso quel servizio. Poi risalì la sua asta, leccandola tutta e riempiendola con la mia saliva. Arrivata al glande, me ne impossessai. Mi feci penetrare la bocca più possibile. Mi sentii travolgere dal piacere e non mi trattenni. Iniziai un forsennato su e giù della mia bocca lungo il bastone di carne dell’uomo. Poche volte avevo messo tanta passione in un pompino. Non mi preoccupai neppure del cellulare che Carlo mi schiaffò a trenta centimetri dal mio viso, dalla mia bocca piena del cazzo di Massimiliano. Lui iniziò ad ansimare. Gli piaceva troppo come lo stavo spompinando ed a me piaceva ancor di più sentirlo fremere, bruciare dal desiderio e dalla voglia di schizzarmi in bocca. Riuscii anche a sentire dopo alcuni gemiti di lui due goccioline liquidissime del suo sperma. Stava per crollare ed era vicinissimo all’orgasmo. Sì, stava per spruzzare!’ Con forza riuscii a dominarsi ed estrasse il pene della mia bocca. Mi sorprese. ‘ A dopo, Francesca – mi disse visibilmente provato dallo sforzo effettuato per non eiaculare – Non te le pentirai. Te lo prometto’.
“Rimasi ferma per qualche istante ed inebetita. Non mi era mai successo che un uomo si fermasse prima di schizzarmi tutto il suo seme in bocca. Ero rimasta sorpresa ma la mia fica era fradicia. E c’erano lì quei tre maschietti che mi stavano aspettando.
“Tutti e tre si erano gustati il mio spettacolino a luci rosse. Coperti solo dai minuscoli slippini mostravano dei rigonfiamenti sul davanti che promettevano grandi cose. In particolare Carlo il quale si era impegnato da autentico regista di un film a luci rosse. ‘Francesca, adesso tocca a Carlo – mi sentii dire da Massimiliano – Ti sorprenderà, vedrai!
“Vidi Carlo sorridermi. Toccava a lui. Mi avvicinai a lui mentre mi tempestava di scatti. Abbondò in primi piani ma poi, mentre mi avvicinavo a lui, esagerò nelle foto che riprendevano la mia vagina. Sbuffai e quando fui di fronte a lui gli spostai il cellulare. ‘Ti devo baciare, mascalzone! Puoi lasciar perdere le foto e le riprese porno?’ Lui non rispose e sorrise. Lo baciai. Baciava bene anche lui! Eccome! Come aveva fatto Massimiliano, mi torturò i capezzoli che rimanevano sempre ritti ed appuntiti. La situazione in cui mi trovavo mi eccitava e non riuacivo a nasconderlo. In silenzio senza aspettare i suoi ordini mi inginocchiai. Fissandolo negli occhi gli abbassai lo slip. Mi vergognavo un po’ e sentivo il mio volto avvampare. Anche Carlo era nudo davanti a me. Io, pure completamente nuda, ero inginocchiata davanti a lui. Davanti ai miei occhi il suo pene. ‘Guardalo! – mi ordinò – Sono sicuro che ti piacerà anche il mio cazzo!’ Lo guardai. Non era enorme ma era particolarmente grosso. Non era completamente scappellato ma intravidi un glande altrettanto voluminoso e di un colore viola molto preoccupante. Anche lui era già bene eccitato. L’aveva già duro ed era ben ritto. Glielo presi in mano. Con una sola mano non riuscivo a fargli per bene la sega. Con entrambe mi fu più facile segarlo. Anche lui pochi secondi dopo mi bagnò le punta delle dita. Il suo respiro si fece affannoso. ‘Aspetta, ometto! – lo invitai con voce suadente – Non ancora! Non devi mostrarmi ora cosa sei capace di fare con questo coso!’
“Lui non rispose ed iniziò a gemere. Poi mi raccolse i capelli dietro la nuca e mi fece intendere che dovevo fare anche a lui il pompino. ‘Sì, sì’ Lo so! – sbuffai un po’ infastidita – Adesso te lo faccio. Anche a te. Mi raccomando’ Non venire subito!’ Lo fissai anche lui negli occhi. E proprio mentre avevo il suo pene tutto dentro la mia bocca lui mi scattò una serie infinita di fotografie. I miei occhi sbarrati ed i miei sguardi che mostravano tutta la mia insofferenza e fastidio resero le fotografie molto realistiche. In particolare quella che immortalò tutto il mio disgusto quando mi fece assaggiare le sue prime liquidissime goccioline di sperma. Era amarissimo il suo seme ed aveva un odore terribile! Poi anche lui arretrò e si sedette a lato del mio letto. Massimiliano intanto si era sdraiato comodamente sullo stesso lettone e continuava ad accarezzarsi.
“Non mi diedero tregua. Avevo ancora in bocca il sapore del liquido seminale di Carlo che Massimiliano mi ricordò che Alberto mi stava aspettando. Il ragazzone infatti mi sorrideva ed io mi avvicinai a lui. Arrivata di fronte all’uomo appiccicai il mio volto al suo. ‘ Anche a te, Alberto, devo fare le stesse cose? – gli chiesi conoscendo già la risposta – Ti bacio, ti spoglio, te lo prendo in mano e poi, gran finale, in bocca. Per un po’, come gli altri’ Non venire, però! Il tuo sperma me lo farai vedere dopo, quando lo vorrai tu! Ho capito giusto, vero?’
“Le mie parole divertirono Alberto. Il ragazzone mi regalò un gran sorriso. Era un sorriso solare che ben si sposavano con la carnagione bruna di lui. Alberto era infatti brasiliano e il suo fisico era stupendo. Statuario, oltre ad essere di colore, era bellissimo e, soprattutto, faceva intravedere sotto lo slippino qualcosa dalle dimensioni veramente notevoli. ‘ Certo, Miss – ridacchiò lui – Io sono però un po’ particolare’ Lo vedrai”
“Quelle parole mi incuriosirono anche se avevo più di qualche sospetto sulla sua particolarità. Era un giovane ed aitante uomo di colore. Il suo pene mi avrebbe stupito. Almeno lo speravo.
“Mi avvicinai a lui e senza indugi lo baciai. Il sapore della sua bocca era diverso da quello degli altri. Mi feci riempire la bocca anche dalla sua saliva. Poi mi abbassai e con i denti catturai l’elastichino delle sue mutandine. Con una certa bramosia cercai di abbassargliele. Non ci riuscì all’inizio. Il pene, già in piena erezione, impediva la discesa dell’indumento intimo. Sempre con i denti allargai a dismisura lo slip sul davanti e quindi lo feci scendere. Glielo feci sfilare completamente e poi risalì subito con lo sguardo. Ero curiosa di vedere quanto fosse grande l’uccello di Alberto. Mi sconvolse. Non avevo mai visto un cazzo di quelle dimensioni! Sarebbe stato l’uccello di un porno divo. Non potei non spalancare i miei occhi e rimanere in autentica contemplazione di quel pene tanto immenso quanto nero. Io non avevo mai visto completamente nudo un uomo di colore. E di conseguenza mai preso in mano o in bocca il sesso di un uomo di colore! Sapevo però della fama della quale godevano…
“Alberto si accorse di tutta la mia sorpresa. E non solo. Il mio apprezzamento per il suo attributo era chiaro. ‘ Ti piace, Francesca, il mio uccello? – mi chiese ben conoscendo la risposta – Lo so, lo so’ Ce l’ho enorme e piace tanto a voi donne! Molte mi hanno addirittura pagato per farmi riprendere da loro. Nudo, ovviamente. Ed io mi sono sempre tanto divertito. Molte di loro mi hanno chiesto anche dell’altro. Sicure che con il mio arnese sarei stato capace di farle impazzire dal piacere. E dopo sarebbero piacevolmente annegate, se io lo avessi voluto, nel mio sperma. Chissà quanto ne avrei fatto quando loro mi avrebbero fatto godere! Io non le ho mai deluse”
“Ero imbarazzata e mi vergognavo nel rispondere a lui. ‘Io’ Io, veramente – sussurrai a bassissima voce – . Io non ho mai visto un pene così grande! E sai anche usarlo per bene, vero? E, accidenti, quanto inondi con il tuo seme?’
“Lui non replicò e con lo sguardo mi invitò a darmi da fare. Ripresi a leccare il suo corpo muscoloso e con tutte e due le mani presi il suo uccello. Lo scappellai completamente e scoprì un glande enorme di un intenso colore marrone. Partii con la sega a due mani. Un segone per un cazzo enorme. Gli piaceva moltissimo come lo segavo. Io, eccitatissima, vedevo quel cazzo continuare a crescere. ‘Tesoro – chiesi io titubante – Io… Io’ Adesso’ Io dovrei prenderlo in bocca’ Questo coso’ Ma è enorme!’ ‘ Non preoccuparti, Miss – cercò di tranquillizzarmi lui – Alcune donne con la bocca ben più piccola della tua ce l’hanno fatta a prenderlo in bocca. Tutto quello che potevano’ Si sono poi fatte schizzare in bocca ed hanno anche bevuto tutto il mio seme. Molta roba’ è solo questione di volontà! Vuoi farmi un pompino?’ ‘Beh ‘ risposi con un filo di voce ‘ Se proprio devo… Ce l’hai proprio enorme, uffa!’ ‘Non preoccuparti, Francesca! Non voglio schizzarti in gola adesso” ‘Mmm… E va bene! Sì, sì, Alberto – risposi alloracon un gemito – . Sì, lo voglio. Fammelo assaggiare’ Ma mettermelo tu in bocca, piano”
“Non si fece aspettare. Anche lui mi raccolse i capelli dietro la nuca e mi puntò il glande sulle mie labbra ancora timorosamente socchiuse. Socchiusi gli occhi e spalancai la bocca. Lui spinse subito dentro di me il suo enorme glande che da solo mi riempì quasi completamente la bocca. Poi mi penetrò con una parte della sua asta. Non riuscivo più a respirare. Spalancai gli occhi a dimostrazione della difficoltà che avevo. Lui, piano piano, provò a stantuffare dentro la mia bocca spingendo il glande fino quasi in gola. Gemendo gli feci intendere che non ce la facevo più! ‘Va bene, Miss. Per il momento basta così. Estrasse l’uccellone pieno della mia saliva dalla mia bocca ed andò a sedersi sul lato ancora libero nel mio letto.
“Ero frastornata. Incredula di quello che avevo visto e sorpresa per quello che ero riuscita a fare. Tre uomini, bellissimi, tanto diversi. Li avevo assaggiati per bene e si erano fatti preparare per qualcosa che loro avevano già programmato e che mi aspettava.
” ‘Coraggio, Miss – sentì distintamente la voce di Massimiliano – . Le manca ancora uno. Il più bello, forse. è il più giovane di tutti noi ed ha una certa voglia addosso’ Lo scopra, lo scopra! Tutto, completamente!’
“Guardai il biondissimo Tiziano. Era bello il ragazzino. Era effettivamente il più giovane ma probabilmente anche il più esuberante. Oltre che maialino. Lo ostentare la sua bellezza e farmi intravedere con tanta malizia quel ciuffo biondissimo del tuo pube dimostravano tutta la sua volontà di partecipare alle porcate che loro quattro mi avrebbero costretta a sottostare.
“Tocca a te, Tiziano – gli dissi con un sorriso forzato – . Hai visto però già abbastanza, mi pare! Mi sembra di essere piaciuta tantissimo a tutti e tre. I tuoi compagni di squadra ci sanno proprio fare ed hanno tutte le loro cosine a posto. E tu?’ Arrivai camminando piano piano davanti a lui. Il mio volto attaccato il suo. I suoi occhi azzurri mi imbarazzarono per la loro bellezza e mi turbai. Con un tocco di civetteria, probabilmente anticipandolo, mi raccolsi i capelli dietro la nuca. Socchiusi gli occhi ed ebbi voglia di accarezzargli lentamente il ventre. Lui, sentendo la mia mano appena appena sopra il pube, emise subito un sospiro. Non tergiversai ed iniziai a divertirmi tormentandolo. Lecca le sue labbra e poi le mordicchiai. Spinsi la mia lingua dentro la sua bocca ed andai alla ricerca della sua. La trovai e la feci mia prigioniera. Lui partecipò al giochino ed in risposta alle mie provocazioni si concentrò con una mano ad accarezzarmi seni e con l’altra a palpeggiarmi senza ritegno il culetto.
“Il ragazzino correva troppo. ‘Ehi, ragazzino, ti piace proprio toccare! – Lo rimproverai con tono benevolo – Ma adesso tocca a me. Tu sei biondo ed io sono molto curiosa” Accarezzandolo molto lentamente scesi lungo il suo petto glabro ma con gran muscolatura. Arrivata allo slippino sentii sulle mie labbra il suo ciuffo di peli biondi. Glieli presi in bocca e me li succhiai dimostrandogli che, come lui voleva, li avevo visti ed apprezzati. Ma volevo vederlo tutto. Con il suo bel pelo biondo. Con la bocca presi l’elastico dello slip azzurro di lui e glielo abbassai. Fin giù e glielo feci sfilare. Finalmente potei guardare il suo uccello, liscio e lunghissimo, incorniciato da un foltissimo pelo biondo. Sembrava un bambino con un pene lunghissimo. A differenza degli altri tre, notai che era circonciso. Mostrava così un glande scoperto di un colore viola tenue. Quando lo presi mano era già ritto e prepotentemente duro. Mi sorprese la lunghezza di quei bastone. Con una mano iniziai ad accarezzare il suo pube e i suoi peli biondi così particolari. Con l’altra iniziai a masturbarlo. Ebbe subito reazioni inconsulte. Si ingrossò a dismisura e il suo glande divenne scuro. Ritenni opportuno passare al resto. ‘Lo vuoi anche tu, vero? – gli chiesi ben sapendo la sua risposta – Non te li fai fare dalla tua morosa?’ ‘Certo! – mi rispose con un tono da uomo vissuto – E anche con l’ingoio! Ma adesso lo fai tu, Miss!’
“Tiziano era stato il più violento. La sua bellezza lo giustificava della sua prepotenza. Io dovetti però sottomettermi e presi anche il suo uccello in bocca. Come avevo fatto agli altri tre Tiziano ce l’aveva lunghissimo e mi arrivò in gola. Non soddisfatto di ciò inizio a stantuffare con violenza. A lui piaceva farsi spompinare così. Costringere alla sottomissione la donna e vederla in difficoltà oltre che in imbarazzo. Anche lui però si surriscaldò e si lasciò scappare le due goccioline che anticipano la sborrata. Si ritrasse di scatto e si pose davanti al letto.
“Rimasi inginocchiata e in silenzio. Mi sentivo osservata ed imbarazzata. Avevo permesso a quattro giovani uomini di venire nella mia stanza. Mi ero fatta spogliare nuda. Avevo accettato di giocare con loro. Un gioco molto pericoloso per l’unica donna partrcipante quale ero io. Estremamente piacevole, però! Ho fatto cose mai fatte prima. Li ho spogliati e me li sono goduti nudi e tutti già con il cazzo duro. Ho mostrato loro come faccio una sega e poi, a tutti, ho iniziato a fare un pompino. Ho anche assaporato il loro seme. E adesso? Cosa mi avrebbero chiesto? Cosa mi avrebbero fatto fare?
“Da quel momento rimasi in loro balia. Senza riuscire a rifiutarmi, dovetti sottomettermi a tutte le loro voglie. Che erano tante e non facili da soddisfare. Contemporaneamente! Me ne fecero di tutti i colori!
“Tutti e quattro, silenziosamente, si alzarono e mi circondarono mentre ero ancora inginocchiata ed in posizione di totale sottomissione. Guardai i quattro uccelli. Erano tutti diversi. Per forma e dimensioni. Non avevo mai visto quattro cazzi insieme. Tutti e quattro duri, frementi e pieni. Di desiderio. Per un attimo ebbi paura. Pensai ai loro orgasmi. Lo sapevo ormai che avrei io dovuto portarli al piacere. Come avrebbero voluto loro. Ne ero certa. Mi avrebbero ricoperta e riempita dappertutto con il loro sperma. Chissà quanto ne avrebbero fatto! Qualcuno avrebbe voluto anche ubriacarmi con quella loro robaccia. E a qualcun altro, forse, non sarebbe dispiaciuto anche ingravidarmi! Non ero molto protetta, allora!
“Tutti questi pensieri mi assalirono mentre Carlo, Tiziano e Alberto si strinsero e si avvicinarono a me inginocchiata ed ammutolita. Massimiliano invece si spostò e si pose alle mie spalle. Lo guardai con sospetto mentre prendeva posizione dietro di me.
” ‘Ragazzi! – borbottai lamentandomi ancora una volta – Io sono qui! Comportatevi bene! Sono una donna e sono anche’ sola. Lo so cosa vi aspettate da me! Tutti e quattro! Io’ Io’ Non l’ho mai fatto così! Non ho mai fatto queste porcate. Perché è questo quello che volete da me, vero? Volete farmi impazzire dal piacere per poi approfittare di me”
” ‘Fate piano, vi prego – conclusi il lamento – . Non fatemi soffrire!” ‘ Oh no, Francesca – cercò di tranquillizzarmi Massimiliano che si era nel frattempo inginocchiato alle mie spalle – . Non preoccuparti! Tu dovrai solo godere! Tanto! Senza ritegno, come una cagna in calore! E dovrai soddisfarci, fino alla fine! Quattro cagnacci con tanta, tanta voglia addosso… Adesso, per incominciare, mostrci come sei capace a metterti a quattro zampe. Come una cagna o, se preferisci, come una pecora. E allarga, dietro, più possibile le tue belle gambe! Devo vedere per bene le cosine che’ sfonderò!’
“Mi misi, ubbidendo, come voleva alla pecorina. Gli mostravo così, da dietro, la mia vagina e il mio ano. Intuì che lui voleva prendermi così! Nello stesso istante i tre maschietti davanti a me si avvicinarono. Carlo e Alberto mi presero le mani e se le appoggiarono sui loro uccelli. Mi ritrovai quindi con due uccelli in mano. Con lo sguardo mi fecero intendere che dovevo darmi da fare. Dovevo fare una sega ad entrambi! Contemporaneamente! Non avrò mai fatto! ‘ Non lo so fare! – esclamai – Non l’ho mai fatto questo! A due uomini! Insieme!’
“Ma questo fu solo l’inizio! Tiziano mi prese il volto tra le mani e appoggiò il suo glande sulle mie labbra. I miei occhi affondarono nella sua foltissima peluria bionda. Fece una leggera pressione e penetrò la mia bocca con il suo uccello. Lo spinse tutto in fondo e mi scopò la bocca. Le ripetute violente penetrazioni mi facevano male ed incominciai a gemere. Con una mano facevo fatica a segare Alberto e cercavo di dargli più piacere accarezzandogli le palle e il glande in particolare. Carlo gradiva un sacco il mio impegno e soprattutto mi apprezzava come attrice porno. Mi riprendeva con primi piani che mi infastidivano oltre che imbarazzarmi.
“Anche Massimiliano aveva iniziato ad adoperarsi. Sentii appoggiare la sulla cappella sul mio sesso già fradicio. Lentamente mi penetrò la vagina. Sentii il suo uccello entrarmi tutto. Fino in fondo. Poi diede inizio alla cavalcata. Con possenti colpi di reni si impegnò nello sfondamento totale del mio sesso. Mi scuoteva tutta ad ogni penetrazione. Ero piena. Ero stata riempita completamente da quattro uccelli. Tutti in tiro e duri come il marmo mi stavano spingendo ad avere il primo orgasmo. Pochi secondi e dopo sospiri, gemiti e rantoli ricoprì dei miei liquidi il pene di Massimiliano che continuava a spingere con energia nella mia vagina bollente il suo uccello da giovane atleta. Mi spaccava. Godevo senza tregua e mi dedicai quasi con furore nel segare Carlo e Alberto e nello spompinare Tiziano. A tutti e tre piaceva moltissimo guardarmi mentre ero impegnatissima nel masturbarli così, tutti insieme. Avevano una gran voglia tutti e tre di venire.
“Tutti e quattro si divertirono poi immensamente nel farmi sentire una puttana. La loro puttana! Carlo era il più arrapato e non mi risparmiò certi apprezzamenti. ‘Sei stupenda, Miss – mi prese in giro lui – Ma sei anche bravissima! Non ho mai visto nessuna farlo così! Stai facendo due favolosi segoni, stai spompinando un altro maschio e soprattutto ti stai facendo chiavare. Sto riprendendo una scena eccezionale. E pensa al gran finale quando immortalerò Miss pom pom con tutta la sborra che ti daremo!’ Io emisi un sordo brontolio. Gli feci intendere che non apprezzavo molto quello che lui bramava. Non volevo proprio sottopormi alla doccia di liquido seminale di loro quattro. Sentivo l loro uccelli crescere sempre di più nelle mie mani e quello di Tiziano arrivarmi fino in gola.
“Ma anche Massimiliano volle esagerare. Senza darmi il tempo per difendermi estrasse il suo pene dalla mia vagina e così ben lubrificato dai miei umori me lo spinse nell’ano. Con un colpo solo mi sfondò e me lo mise tutto dentro! ‘Noooooo! – riuscì solo ad urlare – Non così! Mi hai fatto male! Tanto male! Sei stato cattivo!’ Ma il sentire il suo uccellone indagare dentro di me mi fece ben sopportare il dolore subito. Oltre che scopare sapeva anche inculare per bene! Io mi rilassai e facilitai così più possibile tutta la penetrazione e poi, con un lento movimento delle anche, lo invitai ad un sublime stantuffamento nel mio culetto.
“Alberto, in estasi, continuava a domandarmi se avevo mai masturbato prima un uomo di colore. E poi se mi piaceva e soprattutto se sapevo quello che mi sarebbe molto presto capitato. ‘No! – gli replicai sputando per un attimo fuori della mia bocca l’uccello di Tiziano – Sei il primo! Ce l’hai proprio nero e tanto, tanto grande. Ma mi piace tenerlo in mano e farti una sega. So benissimo cosa succederà” E ripresi a succhiare il cazzo di Tiziano.
“I quattro maschiacci dimostrarono di avere una resistenza incredibile. Io avevo schizzato già una infinità di volte e continuavo a farlo senza alcun ritegno. Non riuscivo a fermarmi. Ogni volta che godevo emettevo dei lunghissimi gemiti ed aumentavo la passione con cui masturbarbavo i tre e continuavo ad offrire ancheggiando il mio culo a Massimiliano. ‘Francesca hai un culetto troppo bello – mi urlò lui – . Non potevo non incularti!’ ‘ Ma Massimiliano! – brontolai fingendo di mostrarmi offesa – . Cosa dici! Non si dicono queste cose ad una donna”
“Persi completamente la cognizione del tempo. Di certo non avevo mai fatto prima una sega così lunga. Altri uomini avevano tutti schizzato presto. Più o meno’ Ancor prima avevo visto i fiotti di sperma dei maschi ai quali avevo fatto un pompino. E Massimiliano, dopo avermi sfondato per bene il culetto, era rientrato nella mia fighetta. Sempre più bagnata, era diventata un lago.
“Ero stanca. Quei quattro maschiacci mi stavano distruggendo. Pensai che fosse giunto il momento di farli venire. E di aiutarli! Dovevo farlo, dovevo eccitarli ancora di più. Con le mie parole, come se fossi una puttana!
“Tiziano era quello che stava ansimando più di tutti. Il suo cazzo nella mia bocca vibrava e si era ingrossato a dismisura. Continuava a gemere ed io a continuare a succhiargli il suo uccello e a leccargli il glande che aveva un tremendo odore di maschio. Mi aveva già impiastricciata le labbra. Di sborra, naturalmente! Continuava a liberare goccioline del suo seme. Avrebbe continuato a fare così finché sarebbe arrivato alla sborrata liberatoria e mi avrebbe spruzzato tutto il suo seme! In bocca, certamente!
‘Io allora decisi di sputare il suo pene e gli sussurrai parole che non avrei mai pensato di essere capace di proferire ad un uomo che stavo spompinando. Superai anche l’imbarazzo che provavo nel sapere di essere in quel momento ripresa da Carlo con il suo cellulare tremendamente indiscreto. Carlo era eccitato era elettrizzato dalle riprese del mio pompino e cummentava il tutto con parole oscene che riguardavano me e la mia bravura nel succhiare il cazzo a Tiziano. Nel filmato non sarebbe purtroppo mancato l’audio. ‘Tiziano, stai per schizzare’ – esordii fissandolo negli occhi – Lo sento, sai’ Ho già gustato alcune goccioline del tuo seme! Oh, uomo, quanto ne farai? E dove vuoi spruzzare? In bocca? O preferisci riempirmi dappertutto con la tua sborra? Anche in faccia, vero?’ ‘Sì, sì’ – iniziò ad urlare lui. Dappertutto! Voglio sborrarti dappertutto! Oraaaaaa!’
“Non riuscii a trattenere una smorfia. ‘Va bene, va bene maschiaccio! Fammi vedere di cosa sei capace di fare!’ Il mio sguardo da sottomessa e le mie parole lo fecero esplodere. Subito, nella mia bocca. ‘Ecco! Eccoooooo! Vengo! Ti sborro in bocca! Sìììììì! Ecco la mia sborra! – iniziò a urlare mentre iniziò schizzare – Bevila! Bevila tutta la mia roba. E’ bollente, vero?’ E così feci e mi prestai anche all’ingoio del suo sperma. Lui, soddisfatto, dopo avermi completamente riempita di sperma fino in gola, estrasse il pene dalla mia bocca e, tenendomi ben bloccato con una mano il mio volto davanti al suo uccellone che continuava a zampillare enormi sborroni, mi costrinse a farmi sborrare in faccia tutto quella robaccia che lui continuava ad essere capace di fare! Sentì una infinità di schizzi infrangersi sul mio visetto. Mi inondò e mi riempì il mio volto e, non soddisfatto, gran parte dei miei capelli. Tanta, infatti, tanta sborra ne aveva fatta lui! E non era proprio profumata! Oltre che particolarmente acida!
” ‘Finito? – gli chiesi con un filo di voce quando sentii arrestarsi il suo spruzzare del suo liquido seminale su di me – Quanta ne hai fatta! Mi sento tutta ricoperta del tuo seme!’ Tiziano non ebbe il tempo di replicare. Carlo lo spinse letteralmente via con violenza ed ansimando mi spinse il suo uccello in bocca. Ancora sporca dello sperma di Tiziano! Sentii un altro odore di maschio e delle dimensioni ben diverse da quello precedente. Era però molto grosso e mi fece male penetrandomi con forza. Carlo si era accorto che stava per venire. Gli avevo fatto una sega stupenda. ‘Anch’io, Francesca! – gridò lui – Anch’io voglio sborrarti in bocca e in faccia! Voglio prima fartela anche un po’ bere” Non finì di dirlo. Non ebbi neppure il tempo di protestare. Il suo pene ebbe un sussulto è liberò sperma nella mia bocca. Ad ogni schizzo io feci un lungo lamento. Ingoiai di nuovo. Anche il seme di Carlo era cattivo, bollente e piuttosto liquido. Anche lui dopo aver visto il mio sofferto ingoio del suo seme, lo estrasse dalla mia bocca e come aveva fatto Tiziano con una mano mi bloccò dietro la nuca i capelli e con l’altra continuò a segarsi con violenza davanti ai miei occhi sbarrati. Gemendo attesi di nuovo il supplizio della sborrata in faccia. ‘Anche tu! Siete dei maiali – brontolai rassegnata – . Anche tu mi vuoi schizzare in faccia. E sporcarmi… Uffa, sono già piena dello sperma di Tiziano’ Ne farai anche tu tanta?’
‘Sì, anche lui ne fece tanta! Impazzì dal piacere ed iniziò ad urlare. Schizzava ed urla. Contemporaneamente immortalava la scena con il suo cellulare. ‘Godo! Sborroooooo! Non mi fermo! Quanta te ne sto facendo addosso. Sul tuo bel visetto da Miss! Sì, cosììììììì! Ti riempirò anch’io! Schizzoooooo!’ Sentii una serie interminabile di caldissimi fiotti del suo sperma infrangersi con violenza sul mio volto e tra i capelli. Ad ogni suo schizzo che mi colpiva non riuscivo a non emettere un lamento e fare uno scatto con il mio viso prigioniero. Sentivo dappertutto l’odore nauseabondo di seme dell’uomo.
“Ero devastata ma mi sentivo incredibilmente vogliosa di scopare ancora Massimiliano e di segare Alberto. Mi girai proprio verso di lui, esibendogli il mio bel viso completamente ricoperto dello sperma dei suoi due amici. Mi vergognai mostrarmi a lui in quelle condizioni! Alberto ce l’aveva enorme. Da buon uomo di colore. Avevo fatto tanta fatica a fargli la sega. Mi terrorizzava l’idea che anche lui volesse concludere il giochino nella stessa maniera degli altri due. Aumentai la velocità con la quale lo scappellavo con la mano. Con violenza. Volevo farlo venire così. Non potevo pensare di bere un’altra sborra. Sarebbe stata la terza, dopo quella di Tiziano e Carlo! E quanta ne avevano fatta! Tutti e due!
‘ ‘Vieni, Alberto, vieni – quasi lo implorai – . Ti è piaciuta la mia sega? Te l’ho fatta meglio della tua morosa? Fammi vedere anche tu come zampilli!’
“Non riuscii a farlo venire. Anche lui si avvicinò, mi fece girare il volto verso di lui e sul suo ventre. Sospinse con energia il suo uccello sulle mie labbra. ‘Ma Alberto – riuscì appena appena a sussurrare – . Non vedi come mi hanno già ridotta i tuoi amici. Non farmi bere anche tu altro sperma! E non sporcarmi anche con il tuo seme! Mi vuoi anche tu umiliare? Non ti basta che ti faccia venire e ti guardi mentre schizzi tutta la tua robina? Chissà quanta ne farai, anche tu…’
“Lui non mi rispose e mi forzò la bocca. Aveva un pene enorme, equino e nero. Si mostrò prepotente nel farmi spalancare la bocca e nell’infilare la sua asta dentro di me. Fino in gola. Iniziò una violentissima serie di penetrazioni. Mi stantuffò senza soste e praticamente mi scopò in bocca. Non riuscivo a respirare ed emettevo rumori che esprimevano dolore ed ansia per quell’enorme attributo maschile che mi stava riempendo la bocca.
“Mi accorsi che stavo provando un piacere immenso mescolato a dolore. Massimiliano mi stava penetrando alla pecorina con forza brutale. Con altrettanto energia animalesca Alberto mi penetrava in bocca. Mi sentì una cavallina da monta in calore. E gli stalloni, giovani, superdotati e pieni di seme erano due! Ritenni che dovevo far venire Alberto. Con le mani iniziai ad accarezzargli le palle e il ventre. Aveva due testicoli enormi, nerissimi e rugosi. I peli del pene erano arricciati ma fitti. Lui apprezzò quelle carezze perché dimostrarono una mia partecipazione al suo prossimo orgasmo. Mentre schizzavo ancora una volta addosso al pene di Massimiliano che continuava a martorizzarmi la mia vagina sempre più spalancata e fradicia, mi lasciai andare ad una porcata. Ero certa che Alberto l’avrebbe sicuramente apprezzata. Mi staccai per un attimo dal suo uccello e mi misi a leccare tutta la sua asta e le palle. Poi con la punta della lingua andai a cercare e sfiorare il suo ano. Lo baciai e sentii l’uomo gemere dal piacere. Il gemito si trasformò in ululato quando iniziai a leccargli il piccolo forellino e tentai poi, un po’, di penetrarlo con la mia linguetta impertinente. Qualche moroso mi aveva già baciata lì e poi penetrata con la lingua. Mi era piaciuto perche era stato un atto di estrema sottomissione del mio maschio. Per questo io non avevo mai baciato il buco del culo di un uomo. E questo era anche di colore…
“Alberto allora iniziò ad mugolare. Mi ricatturò però il capo e mi schiaffò di nuovo il suo uccellone in bocca. Mi fece di nuovo male, tanto! Si susseguirono gemiti e sospiri anche perché lui venne. Sentii la mia bocca riempirsi immediatamente dello sperma di lui. Era caldissima e molto densa. Ad ogni spruzzo seguiva un mio sussulto. Era amarissimo e sentii subito una fortissima nausea. Spalancai gli occhi e lo guardai con fare supplichevole. Avevo paura di vomitare! Lui estrasse il pene dalla mia bocca e diede inizio anche lui alla sborrata in faccia della Miss. Fu un diluvio! I suoi zampilli non finivano mai e ricoprirono di nuovo completamente il mio bel viso. Avevo sperma dappertutto. Lunghi filamenti del suo liquido seminale mi colarono sui seni, sui capezzoli. Anche se impalata da Massimiliano alla pecorina mi ero infatti leggermente sollevata per meglio offrirmi all’ennesima doccia di sperma. Albero poi, inesauribile, fece una serie di fiotti enormi ma liquidissimi che arrivarono nel loro colare fin sul pancino, sui peluzzi del mio pelo. Quei tre mascalzoni con i loro spruzzi mi avevano completamente ricoperta. Grondavo sborra dappertutto ed ero immersa nell’odoraccio che gli sperma di tutti e tre i maschietti emanavano. I tre uomini mi avevano infatti fatto sentire il nauseabondo odore de loro liquido seminale e, soprattutto, il loro sapore molto, molto sgradevole. Solo per orgoglio non mi ero fatta sopraffare dai conati di vomito. Non volevo farmi riprendere così ridotta. Carlo avrebbe certamente catturato l’immagine di me mentre vomito sperma!
“Mentre venivo inondata percepii contemporaneamente agitarsi, gonfiarsi e sussultare dentro di me l’uccello di Massimiliano. Bello sentirlo così dentro di me! Un attimo di delirio e spruzzai ancora una volta! Godetti per l’ennesima volta sentendo il maschio spargere il suo seme dentro la mia vagina. Anche lui non conobbe soste. Scaricò nel mio sesso una quantità enorme del suo sperma e dalla mia figa fradicia completamente riempita cominciò a fuoriuscire un fiume di liquido seminale dell’uomo. Ne aveva fatto tanto. Troppo. Temetti persino di essere stata ingravidata!
“I due si mostrarono subito orgogliosi dei loro orgasmi e di quello che mi avevano fatto. Insieme! ‘ Visto Miss’ – strepito Massimiliano – Ti abbiamo riempita insieme. Proprio per bene. Sei piena del nostro seme! Dappertutto! Siamo stati proprio quattro bei maschiacci! E tu una grande femmina. Anche un po’ puttana, forse! Come tutte le Miss. Ma se stata eccezionale a regalare a noi tutti dei fantastici orgasmi. Siamo orgogliosi della nostra Miss pom pom!’
” ‘Siete stati dei mascalzoni! – abbozzai io con tono di rimprovero – Queste cose non si fanno così. In quattro con una sola femmina! Mi avete distrutta!’ Dissi questo pensando che avevo fatto un’esperienza indimenticabile! Avevo gestito, assaporato e fatto godere quattro maschietti. Tutti belli, molto ben dotati e produttori di tanta, tanta sborra. Quanta ne avevano fatta. Mi colava dappertutto.
“Mi lasciarono così, nuda nel mio letto ed immersa nel loro sperma. Mi avevano anche accecata. I miei occhi erano strapieni dei loro liquidi seminali. Di tutti. Avevano tutti infatti puntato i miei bellissimi occhi azzurri. Sentii però per bene, distintamente, Carlo e Massimiliano esaltarsi per quello che avevano fatto. Carlo in particolare si dimostrò euforico per il filmino porno e le foto che era riuscito a fare alla Miss. Massimiliano invece chiudendo la porta della mia stanza accennò senza imbarazzo a quello che sarebbe successo in futuro. ‘Arrivederci, miss! Alla prossima trasferta?’
“Quella notte dormì così. Nuda e molto agitata. Ma non volli la doccia. Rimasi per una notte nella sborra di quei quattro mascalzoni!
Avevano voluto spiegarmi subito per bene quale sarebbe stato, tra gli altri, il mio compito da Miss pom pom. Quello naturalmente da loro preferito. Per tutto l’anno sportivo mi provocarono e mi tormentarono. Tutti e quattro mi scoparono. Io, per la verità, non opposi mai resistenza. Anzi! Avevano quattro splendidi uccelli e il mio moroso era così lontano’
“Me ne fecero di tutti i colori. Mi nominarono loro fisioterapista nonché massaggiatrice personale. Nelle trasferte presero l’abitudine di farsi fare da me un massaggio defatigante nelle loro camere. Ogni sera, dopo cena dovevo occuparmi dei loro muscoli affaticati. Uno alla volta. Dovevo tassativamente andare nella loro stanza indossando solamente il baby-doll che loro tutti amavano. Il predestinato mi attendeva sempre a letto e naturalmente completamente nudo. Mi proponevano sempre delle erezioni animalesche. Io dovevo sempre occuparmi dei loro uccelloni sempre in tiro. Il massaggio si completava infatti sempre con una sega o un pompino. Qualcuno talvolta anche mi scopava.
“La fantasia non mancava ai quattro. Quante me ne combinarono quegli assatanati e talvolta vollero far partecipare ai loro giochini anche Roberta. Con il marito lontano anche lei si dimostrò molto disponibile. Partecipò anche lei a parecchie serate a luci rosse. Le piaceva in particolare essere coinvolta alle serate di strip-poker o alle serate che prevedevano dei pegni per i partecipanti. Forse perché i quattro mascalzoni erano anche dei bari incalliti la serata si concludeva sempre con Roberta ed io impegnatissime a succhiare qualche uccello. ‘E’ il regolamento’ diceva sempre il beneficiario del pegno. E il regolamento prevedeva, nel pagamento del pegno, la nostra disponibilità a bere anche il loro seme. Volevano sempre l’ingoio, i porcelloni! Roberta inizialmente si opponeva e cercava di scansare le sborrata in bocca. Poi, costretta a rassegnarsi, mi imitò e si fece anche lei delle grandi bevute. Non aveva mai fatto un pompino ad un uomo di colore e quindi preferì spesso lo sperma di Alberto.
“Ancora più perverso ed esigente con me fu Carlo. Bonariamente mi ricattava per il filmino che mi aveva fatto e le fotografie scabrose nelle quali mi aveva immortalata in tutte le pose. Anche le più oscene. Mi costrinse ad andare ogni mattina a svegliarlo nella sua camera d’albergo. Lui dormiva sempre nudo e il suo risveglio, come per tanti uomini, coincideva con una erezione equina. Io dovevo occuparmene. Con la bocca. La mia giornata da Miss pom pom iniziava proprio così. Con gli schizzi di sperma di Carlo nella mia bocca.
“In altre trasferte il più sfrontato fu Massimiliano. Fui costretta a dormire con lui per parecchie notti. Dopo avermi scopata ed inculata mi voleva vicina di notte. Roberta fece lo stesso con Alberto. Fu la sua mogliettina e come tale ogni notte si fece scopare ed anche inculare. Mi confessò che non le era piaciuta tanto quella penetrazione. Lui aveva un pene molto grande ed ogni volta le sfondava il suo buchino provocandole un gran dolore. Ce l’avev molto più grosso di quello di suo marito. E tanto, tanto più prepotente. Ma il dolore cessava quando lui arrivava all’ennesimo orgasmo e le faceva un enorme clistere si sperma.
“Fu un periodo della mia vita indimenticabile. Ne conservo ancora il ricordo. Oltre che l’odore e il sapore di tutti quei ragazzoni. E il mio moroso non lo seppe mai… Come non seppe mai di tutto il resto! Come la mia affiliazione alla goliardia.
‘Adesso ve la racconto. Cosa mi costrinsero a fare a quella strana riunione segreta. Cosa dovette sopportare la giovane matricola per essere accolta nella mitica goliardia… (continua)

Sarebbero graditi i vostri commenti, giudizi e suggerimenti. In particolare di voi femminucce. Il mio indirizzo è mikimarkfc@libero.it

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