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Racconti di Dominazione

La puritana

By 10 Agosto 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

TRATTO DA ” I RACCONTI DI RAMONA ”
http://iraccontidiramona.blogspot.com/

LA PURITANA

CAPITOLO 1

Io e Flavia siamo sposati da tanti anni; andiamo molto d’accordo, c’&egrave molto affetto tra di noi, ma dal punto di vista erotico sessuale qualcosa mi manca: lei &egrave inquadrata in una mentalità ‘puritana’, non ha alcun tipo di ‘fantasia’, i rapporti erotici con lei si trascinano in maniera assolutamente piatta e banale. Avrei bisogno, ogni tanto, di qualcosa di diverso, di più trasgressivo e dinamico. Per caso, un giorno, mi trovo ad affrontare il discorso con mio cognato Alberto, marito di Giulia, la sorella di Flavia. E mi dice che anche lui prova le medesime sensazioni : probabilmente il carattere troppo ‘monacale’ e ‘frigido’ delle due sorelle, deriva dall’educazione familiare, certamente moralista all’eccesso. Comunque, io e Alberto concordiamo che &egrave opportuno organizzare una vacanza insieme, noi quattro. Vogliamo trascorrere insieme un week-end di assoluto riposo. Per garantirci un vero rilassamento, senza alcuna scocciatura proveniente dalla città, abbiamo affittato un villino in un paese di montagna, molto isolato, limitrofo ad una zona boschiva. Un luogo talmente appartato che, come constatiamo appena arrivati, i telefoni cellulari non hanno alcun segnale: siamo praticamente isolati dal resto del mondo.
La prima sera, sistemati i bagagli e preparate le camere, scendiamo insieme nella sala da pranzo. Giulia &egrave vestita in maniera elegante, con calze scure e stivali. Mia moglie chiede un minimo di tempo in più, per fare la doccia. Mentre stiamo così, chiacchierando un po’ in attesa che lei ci raggiunga, sentiamo bussare alla porta. Con un po’ di stupore, Alberto va ad aprire. Appena lo stipite si apre, viene spinto dall’esterno e tre persone fanno irruzione nella sala. Sono due uomini e una donna, di età apparente tra i venti ed i trenta anni. Uno di loro, quello che sembra esserne il capo, estrae un grosso coltello a serramanico, poi ci guarda (siamo ancora sbigottiti) e prende a parlare, in linguaggio italiano corretto, ma con accento apparentemente straniero. Ci indica un quadro sulla parete di fronte, dove &egrave dipinto un grande orologio, dicendo : ‘Guardate come faccio centro!’. Poi, con mossa fulminea, lancia il coltello, che si infila profondamente proprio al centro esatto dell’orologio disegnato. Con un sogghigno soddisfatto, lo toglie e fa un cenno all’altro uomo entrato con lui. Anche quello estrae un coltello e ripete perfettamente l’operazione dell’amico: centro esatto! E’ un chiaro ed inequivocabile messaggio: siamo totalmente nelle loro mani; se solo vogliono, facciamo la fine dell’orologio dipinto.
Poi, l’uomo con aria di capo, ci dice che loro hanno la necessità di trascorrere la notte rifugiati in questa casa, dove certamente nessuno verrà mai a cercarli: crediamo di comprendere che hanno problemi, con le forze dell’ordine o con qualche ‘clan’ avversario. Aggiunge che, se accetteremo tutto quello che ci ordineranno, il mattino dopo se ne andranno e ci lasceranno in pace. Ci guardiamo smarriti, senza dire nulla; col semplice sguardo, ci comunichiamo che &egrave meglio assecondarli: sembrano disperati e decisi a tutto. Con noncuranza, si siedono sul divano e sulle poltrone della sala. L’uomo che ha parlato prima, con aria sfrontata, si presenta : ‘Io sono Ivan. Loro sono Daniel e sua sorella Hana. Ora diteci le vostre identità’. Li osservo bene : possono essere balcanici, o dell’est europeo. La donna &egrave vestita in maniera discinta, gonna corta, scollata, sandali aperti, capelli scuri: sono sicuro che &egrave una prostituta, di quelle straniere che si incontrano spesso sulla strada. I due uomini hanno aspetto di malavitosi, forse esponenti del racket della prostituzione.

CAPITOLO 2

‘Fateci capire bene chi siete voi!’ ribatte Ivan perentorio. Allora comincio : ‘Io sono”; lo straniero mi interrompe immediatamente e, indicando mia cognata Giulia, con un riso sarcastico sulle labbra, dice: ‘A me interessa sapere chi &egrave lei”. Allora Alberto, timidamente, risponde : ‘E’ mia moglie’ Lui la guarda e replica: ‘Bella fica!’ e gli altri due scoppiano a ridere. Mio cognato accenna appena una reazione, dicendo con aria risentita: ‘Lasciala perdere!’, ma, con un balzo di incredibile rapidità, l’uomo gli punta il coltello a pochi millimetri dalla gola. Poi si ferma, ribattendo: ‘Non avete capito chi comanda, qui?’ Giulia, con aria molto impaurita, dice al marito: ‘Lascialo stare, amore. Non farti fare del male.’ L’uomo sorride ancor più trionfante. Poi guarda Alberto e dice: ‘Tua moglie ha capito tutto: ha compreso che, per salvare la tua pellaccia, dovrà farci divertire un pochino” Il discorso &egrave di un’evidenza raggelante. Ma tutti abbiamo capito che non c’&egrave alternativa.
Ivan si rivolge allora a Giulia: ‘Facci vedere qualcosina di più, della tua bellezza’ Lei ha un attimo di esitazione; allora la ragazza, Hana, le si avvicina ridendo e le tira su la gonna, mettendo in evidenza le mutandine agli occhi di tutti. Giulia sembra accennare ad un opposizione, poi rivede Ivan col coltello nei pressi della gola di Alberto, e tace. Allora &egrave l’altro, Daniel, a prendere la parola : ‘ Piuttosto, ho visto che stavate per cenare: io credo che una femmina, anziché starsene qui agghindata come una duchessa, sia più idonea a preparare da mangiare per tutti noi e servirci a tavola.’ Appena ha finito di pronunciare questa frase, si apre la porta che dà sul bagno, dove mia moglie stava facendo la doccia. Da lì, esce Flavia : indossa soltanto l’accappatoio celeste, i capelli bagnati, i piedi scalzi. Ha l’aria smarrita ed interrogativa: inizialmente, sotto l’acqua corrente, non aveva sentito nulla; appena ha percepito suoni e voci strane &egrave uscita così, di corsa’ed eccola qui. Gli occhi dei tre stranieri esprimono soddisfazione. ‘Benissimo!’ dice Ivan, ‘le donne sono due: due perfette schiave.’ Daniel si rivolge a mia moglie : ‘Anche tu, vai a preparare la cena!’ Flavia mi ha guardato con aria interrogativa, ma ha compreso che siamo in balia totale di quei tre. Incerta, dice: ‘Un attimo: mi rivesto, e poi farò ciò che volete.’ Ivan la ferma subito: ‘Rivestirti? Che cosa dici? Per noi stai benissimo così!’ Tutti noi abbiamo compreso che non &egrave il caso di replicare. Lentamente, le nostre due mogli si avviano verso la cucina. Daniel chiama allora la sorella: ‘Hana, tu controlla cosa fanno in cucina: non vorrei che ci organizzassero qualche furbata, tipo sonniferi nel cibo. Non dovranno più stare un momento da sole, senza il tuo controllo.’
Le tre donne si avviano in cucina: Giulia ancora vestita in scuro, mia moglie in accappatoio, scalza e bagnata; la ragazza, Hana, nel suo abbigliamento da puttana di strada. A questo punto Ivan, a voce alta, ci dice di occupare i posti a tavola; anche lui e Daniel si siedono. ‘Vi ringraziamo tanto per averci invitato a cena!’ dice ironicamente lo straniero. Mentre le tre donne stanno preparando in cucina, Daniel, con voce alta, in modo che si senta che anche dalla cucina, ci chiede: ‘Cosa fanno le vostre mogli? Sono troie? Ve le mettono le corna?’ Alla risposta di Alberto, rimarcante la certezza della loro fedeltà, Ivan sorride e replica (sempre con voce alta): ‘Ma quale fedeltà! Tutte le donne sono mignotte dentro! Presto vedrete.’

( continua )

I RACCONTI DI RAMONA

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