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Racconti di Dominazione

La Scalata

By 24 Giugno 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

LA SCALATA

Parte prima

‘Impronunciabile,, decisamente impronunciabile” Katia ancora rileggeva l’annuncio che teneva in mano. Mancavano 20 minuti al colloqui o che doveva sancire il suo ingresso nel mondo del lavoro e lei era già davanti l’azienda che avrebbe dovuto assumerla. La stavano antipatici tutti questi nomi altisonanti e anglofili per definire i ruoli aziendali… e rileggeva ‘Strategic plan manager, member of Bord’ e poi giù una serie di altre funzioni tra cui in soldoni c’erano anche la comunicazione e i rapporti con gli investitori istituzionali.
I primi due colloqui conoscitivi erano andati bene ma adesso avrebbe incontrato il suo futuro responsabile dirigente di una società italiana con interessi in molti stati del mondo… non la spaventavano né la conoscenza delle lingue (3 anni passati a Seattle e un paio a Parigi avevano compiuto il piccolo miracolo di farle parlare fluently inglese e francese anche se aveva dovuto sforzarsi di eliminare l’accento americano quando parlava in inglese) nè la mole di lavoro che l’aspettava.
Si mise a scrutare le vetrine della centralissima via dove l’azienda aveva la propria sede e si osservò soddisfatta riflessa in una vetrina… d’altra parte si era messa in tiro per l’occasione (e comunque mai nessuno vedendola anche non così ben vestita avrebbe mai potuto dire che non fosse proprio una bella ragazza)… 24 anni con fisico e lineamenti praticamente perfetti (come in tutti i racconti N.d.R.), l’avevano scartata alle selezioni per entrare in una scuola per modelle solo perché troppo prosperosa. Indossava un tailleur corto che mettevano in mostra le gambe riempitesi un po’ dopo la delusione di non esser diventata una modella ed il rischio ormai passato di anoressia.
Entra nello stabile e si fa annunciare dalla segretaria (ormai prossima alla pensione, lei aspirava a prenderne il posto)… la stanza è ampia, ben illuminata e piena di piante, Paolo (si presenta subito e le chiede di darle del tu) è lì che smanetta col PC ingolfato di 10.000 mail quasi tutte inutili (ormai tutti informano tutti di tutto) e non la osserva neppure… Katia immediatamente nota: niente fede al dito, molta palestra, lampada… non le piace molto il manager rampante…
‘Mi racconti un po’ della sua vita’… ‘ho viaggiato molto, ho preso una laurea in lingue ed ho lavorato per mantenermi agli studi… adesso lavoro presso un call center… servizio clienti’. Il colloquio andava bene, era praticamente perfetta per il posto di lavoro, Paolo la osservava attentamente anche se la scrivania gli impediva una visione completa di Katia, chiama la segretaria e le fa offrire un caffè.
Solo mentre lei sta uscendo nota la gonna corta e la sua comminata da donna… donna. Non aveva mai fatto selezioni in base all’estetica e non avrebbe fatto un’eccezione nemmeno stavolta, la prendeva perché era brava e le sembrava piuttosto sveglia.

Contratto di lavoro a tempo determinato e nessun benefit, ma rispetto al call center le sembrava di stare in paradiso…. anche se il telefono squillava in continuazione. Una volta era il direttore del giornale tizio che voleva ‘vendere’ un po’ di spazio sul proprio giornale spacciando per approfondimenti pubblicità mascherata, altre volte erano gli analisti di borsa per chiedere correzioni sui report preparati e ottenere dati. Molte altre volte erano chiarimenti da parte dei dipendenti per sapere quando avrebbero potuto parlare col capo.

Spesse volte il capo non era in ufficio continuamente coinvolto in riunioni fiume, spesso con persone esterne che Katia doveva ricevere… quindi abbigliamento ‘da ufficio’ sempre impeccabile. Più spesso ancora c’era da preparare presentazioni per gli incontri con gli analisti oppure con gli investitori istituzionali oppure con gli azionisti (numerosi e molto litigiosi… e per tale motivo pretenziosi nei confronti del managment).

Molte sere c’era da rimanere in ufficio sino a tardi, la sua vita ormai era casa e ufficio… e poi a casa era sola e quindi come non preferire il trambusto dell’ufficio!!! A parte la palestra non aveva molti hobbies… ammesso che la palestra fosse un hobby e non semplicemente un modo per mantenersi in forma… e le forme rendevano molto gentili e cortesi tutti quelli che incontrava durante la giornata: l’autista dell’autobus che di solito mai avrebbe fermato fuori dalla fermata la faceva salire ovunque ella fosse, il portiere dello stabile le teneva aperta la porta, tutti i colleghi facevano a gara per farle piacere, tutte le persone che attendevano Paolo per le riunioni cercavano di fare almeno un po’ di colpo su di lei anche se i suoi occhi neri e luminosi non bramavano altro che le attenzioni di Paolo. Si di Paolo perché dietro la crosta dell’uomo duro, del manager rampante in fondo era semplicemente un uomo solo e con le sue debolezze. Spesso la sera rimaneva in ufficio sino le 22 e lei cercava di non fargli mancare il suo appoggio.

Spesso per far nascere una storia basta uno sguardo un momento… e di sguardi loro tutti i giorni se ne scambiavano milioni senza che nulla fosse mai accaduto… una sera però dall’idea di cenare insieme nacque quel qualcosa in più che cominciò come caldo affetto e che si è evoluto in fretta in voglia di stare insieme anche fuori dal lavoro.

I rapporti di coppia però hanno strane dinamiche che forse all’inizio non si immaginerebbero mai. Loro cominciarono con lo stare insieme anche dopo il lavoro senza che nessuno dei due pretendesse di più… troppo stress durante la settimana. Finalmente a lei venne l’idea di invitarlo a cena un venerdì sera dopo il lavoro ed un buon bicchiere di vino in più fece il resto… no non come pensa subito il lettore, non si sciolsero i freni inibitori… fu solo che lui si addormentò e comunque lei non lo avrebbe fatto guidare con il rischio di perdere punti e patente.
Il sabato mattina era caldo e soleggiato, le persiane lasciarono trasparire quel po’ di luce che li trovo abbracciati nel letto… che storia molto delicata… mai ci si potrebbe immaginare la sfrenata evoluzione anche sessuale della vicenda.
Fu lei a prendere l’iniziativa (ovviamente direi io che conosco il seguito della storia, ma per chi ancora non sa cosa accadrà è solo uno degli eventi possibili). Lo destò con dei baci sul collo, leggeri, delicati, cominciò a massaggiare le sue gambe muscolose da sopra il pantalone, gli carezzò la schiena lentamente e con leggerezza quasi temesse di fargli male… lui non diceva nulla ma ormai era sveglio e sentiva sensazioni che forse dai tempi del liceo non provava, ma allora era troppo immaturo per apprezzarle come adesso. Da quanto non faceva l’amore con una donna… alcuni anni sicuramente… l’ultima volta era stato a New York, ma era solo un’accompagnatrice ‘offerta’ da una società che poi avevano acquisito.
Katia cominciò a sbottonargli la camicia carezzandogli piano il petto, sbottonò i pantaloni e li abbassò lentamente (erano gli unici indumenti che erano rimasti a Paolo dopo che lei avevo tolto il resto la sera prima)… Paolo rimase in silenzio, la lasciava fare e lei capiva che poteva osare ancora. Lo subissò di carezze, di baci sul collo, si sedette sopra di lui.
I massaggi si fecero intensi, carezzando il petto di Paolo… lei sentiva sotto di se il pene ormai indurito di Paolo… lei non aveva mai avuto un rapporto completo… era insicura ed al contempo da sempre era stata aggressiva verso gli uomini avuti in precedenza… sapeva di avere delle strane inclinazioni, aveva da sempre cercato di dissimulare, di sopire le sue voglie ma al momento giusto si era trovata a disagio.
Lei si domandava sempre più insistentemente quali fossero le esperienze di lui, ma un’altra domanda forse ancora più intima la martellava… non aveva il coraggio di farla.
Lo sentiva veramente eccitato, il suo respiro pesante… e capì ciò ancora di più quando le mani di lui cercano disperatamente di toglierle il pezzo superiore del pigiama che lei aveva avuto modo di indossare la sera prima… non fosse venuta in soccorso lei a fargli capire come sfilarlo lui avrebbe rinunziato… si sarebbe sentito ridicolo.
Katia adesso mostrava il suo seno, effettivamente per una modella da passerella era troppo grosso anche se non così abbondante da richiedere una quarta (anche se alcuni modelli di reggiseno la costringevano a derogare alla sua misura standard). I suoi capezzoli avevano un aurea molto piccola in confronto all’ampiezza dei seni, ma i capezzoli turgidi turgidi erano piuttosto carnosi.
Lui da sotto prese a carezzarla ricambiando le carezze di lei… Katia lo sentiva sempre più eccitato, sempre più in balia degli eventi. Si alzò piano, gli tolse i boxer e si sfilò con studiata lentezza i suoi pantaloni del pigiama beandosi dello sguardo avido di desiderio di Paolo. Si risedette sopra di lui sfregando appena il suo sesso sul pene di Paolo poi si abbassò e si baciarono appassionatamente.
Lei si alzò, lo spostò lievemente in maniera che i piedi di lui toccassero terra e si inginocchiò tra le sue gambe, sfiorandogli il pene ormai in condizione di massima erezione. Constatò che era di dimensioni del tutto normali (ne aveva visti molti prima anche se come il lettore sa già di rapporti completi neanche l’ombra), rimase soddisfatta.
‘Paolo… come va?’
‘Bene… pure troppo’
‘Ti ho desiderato tanto’
‘Anche io!!! Ma sai il lavoro… non volevo interferire con le vicende di lavoro’
‘Nulla di ciò che abbiamo fatto e faremo fuori dall’ufficio dovrà cambiare i nostri ruoli in ufficio’… mentre parlava Katia continuava a carezzare il pene di Paolo, in maniera molto lenta e leggera. Paolo sembrava quasi soffrite.
‘Paolo, da quanto tempo non fai l’amore con una donna?’ anche se voleva fare un’altra domanda, ma non voleva rovinare il momento
Paolo cercò di glissare la domanda ma alla fine le disse la verità… fu più difficile ancora rispondere alla domanda successiva.
‘Da quanto tempo non godi? Ti masturbi?’
‘E’ normale che quando si è, insomma quando non si ha… nel senso che… si mi masturbo, ma non spesso… non ho molto tempo… l’ultima volta è stato 10 giorni fa!
‘E cosa pensi quando ti masturbi?’
‘Dipende’ rispose lui con voce tremante. Non raccontava a nessuno le sue abitudini sessuali, ma di Katia aveva fiducia, la sentiva vicina e poi Katia continuava a carezzarlo e Paolo sentiva il bisogno che continuasse a farlo. Riprese a parlare dopo qualche secondo di interruzione: ‘Negli ultimi tempi ho pensato molto a te’
‘Si? E cosa pensavi?’
‘Lo capisci da sola cosa posso aver pensato… al tuo corpo fantastico, al tuo viso dolce, a come possa essere fare l’amore con te’
‘E come immagini sia fare l’amore con me?’
‘Non so…’
‘Cosa immaginavi in concreto?’
‘Non so… solo il tuo corpo ed il tuo godimento’

Katia adesso sapeva ciò che desiderava chiedere sin dall’inizio. Sapeva innanzitutto che lui non godeva da alcuni giorni… ma se ne accertò per quanto possibile carezzando i suoi testicoli. Lì senti abbastanza gonfi e ne fu soddisfatta. Si sollevò un poco cominciando baciare la punta del pene di Paolo… anche Katia ormai era eccitata anche se non traspariva esternamente nulla di ciò. Prese a parlare piano, quasi alitando sul cazzo di Paolo, gli diceva come fosse bello stare con lui, come le piacesse il suo pene, di come le piacesse sentirlo eccitato… ‘Sai anche io sono eccitata, mi sento bagnata’
‘Che bello, sentirtelo dire’
‘Vuoi sentire?’
‘Certo che sì’
Katia si sollevò e si stese sopra di lui… si sfregava sul suo pena molto lentamente. Paolo sentì subito il suo cazzo scivolare tra le ‘labbra’ di lei trovando molto facilmente l’entrata… ma lei interrompeva la pressione proprio nel momento cruciale e lui non voleva violarla senza che fosse lei a prendere l’iniziativa.
‘Ti propongo una piccola sfida’- disse lei
‘Ok’- consenso ormai pleonastico, avrebbe fatto tutto ciò che lei voleva.
‘Ci stimoleremo a vicenda… posizione classica per fa r ciò è il 69… dovremo portarci il più possibile all’orgasmo, sempre più vicino, ma non dobbiamo né godere né far godere l’altra persona…’ La faccia di Paolo faceva trasparire preoccupazione e curiosità… ‘ se per errore facciamo godere l’altra persona pagheremo pegno… però dovremo fare in modo che sia sempre più eccitata perché vince chi costringe l’altra persona ad arrendersi perché non sopporta più la tortura di un’eccitazione crescente senza godimento’…
‘E chi vince?’
‘Chi vince dovrà esser fatto godere e può scegliere un pegno per l’altra persona ‘
‘Non vale, sono già molto eccitato’
Katia smise lentamente di sfregarsi, Paolo si pentì subito della frase detta.
‘Ok, ma non smettere… ho bisogno di te’
Katia si girò e cominciò a baciare il cazzo durissimo di lui, Paolo attaccò voracemente il sesso di lei… troppo voracemente, quasi non si controllava. Era troppo bello sentire la lingua di lei che nel frattempo gli leccava il pene, la bocca di lei che lentamente ingoiava la sua asta e le mani che cercavano i suoi testicoli palpandoli, ma resisteva e cercava di dare piacere a Katia per vincere.
Paolo sentiva ardere tutto il suo corpo, il contatto con il corpo di Katia era una miscela esplosiva. Katia prese a leccarlo con maggior vigore aiutandosi con una mano. Paolo sentì l’orgasmo salire, ormai quasi non controllava la sua lingua che vagava sulla figa di lei senza molto costrutto, penso subito di aver vinto, si rilassò per godere con la massima intensità, ma il successo si trasformò in sconfitta e disperazione. Lei non aveva sbagliato i conti e prima che il suo orgasmo fosse inevitabile aveva smesso ogni stimolazione improvvisamente. Paolo si lasciò sfuggire un grugnito e pensò quasi di impazzire. ‘Mi fai morire così!’
‘Non mi dire che ti arrendi’ disse Katia in maniera provocatoria e riprendendo il movimento della mano che continuava a salire lungo il pene di Paolo scappellandolo.
‘No… ‘ ansimò Paolo
‘Bene!!!’ e si rimise in silenzio… e d’altra parte aveva ripreso il cazzo in bocca e lentamente riprese a farlo entrare sempre di più tra le sue labbra. Sapeva che Paolo non avrebbe potuto resistere molto, il suo seno morbido sulla pancia di lui, la completa visione di tutto il suo corpo che Paolo dalla sua posizione poteva avere, il fatto che Paolo da giorni non si liberava con un orgasmo faceva di Paolo un facile bersaglio. Katia era molto eccitata e i disorganici tentativi fatti da Paolo semplicemente la mantenevano un po’ più in tiro, ma nulla più.
Katia accelerò nuovamente, Paolo sperò, sentì pulsare il suo pene, sentii i suoi testicoli salire vide Katia fermarsi e… ‘No, ti prego continua!!!’
‘Ti arrendi?’
‘Ti prego’ riuscì solo ad articolare lui
Katia riprese a leccarlo con vigore e bastarono pochissimi istanti per renderlo di nuovo pazzo, per sentirlo contorcersi per il desiderio di godere, fece la lingua morbida e piatta passandola sull’intera cappella, lo riporto al limite dell’orgasmo per poi voltarsi a guardare la disperazione del suo volto. Katia nel vedere il suo viso distrutto dalla disperazione sentì un’ondata di piacere pervaderla, si sentiva colare di umori indistinti tra quanto da lei ‘prodotto’ e la saliva di Paolo.
‘Mi arrendo! Disse lui con voce flebile
‘Come?’disse lei riprendendo piano a toccarlo con la mano
‘Mi arrendo, si basta, ma fammi godere’
‘Aspetta… rispettiamo le regole!!!’
‘Regole?’
‘Si ti sei arreso, devi farmi godere adesso!’
Katia si girò e si sedette sulla bocca di lui ‘Durante il gioco non sei stato molto bravo, eri troppo eccitato, troppo preso da te stesso… fammi vedere ciò di cui sei capace’. Paolo aveva ancora il respiro pesante ma prese a percorrere con la sua lingua la figa di lei.. Si rese conto di quanto Katia fosse eccitata immediatamente sentendo quanto pastoso il liquido tra le sue gambe. ‘Mamma quanto è bella’- pensò alzando gli occhi… guardò il corpo di lei nudo, i seni sodi e coi capezzoli turgidi erano invitanti e con le mani cercò di palparli… ci trovò tutta la consistenza e al contempo la morbidezza che il seno di una donna può offrire. Sentì Katia muoversi sempre più insistentemente sulla sua bocca come se la sua lingua la stesse penetrando, si concentrò su di lei dilatandole con le mani la pelle vicino il clitoride e leccandola su quel magico punto che è il clitoride stesso la sentì al massimo dell’eccitazione. Anche Paolo era molto eccitato, la sua erezione ovviamente era ancora presente ma adesso si dedicava alla sua donna, al piacere di Katia…. la leccò sempre più freneticamente percepì un punto dove l’eccitazione di Katia era massima e ci passava sempre più insistentemente. Katia ansimava con forza, mugolava di piacere e dopo pochi secondi sentì salire l’orgasmo e fu squassata da un piacere molto profondo ed estremo, un orgasmo rumoroso che fece felice Paolo.
Katia si lasciò scivolare accanto il suo uomo che la guardava felice ed al contempo speranzoso che adesso potesse essere il suo turno… Katia lo baciò e lo abbracciò con trasporto.
‘Ti amo’ lei disse… ‘ti amo’ lui rispose e la baciò nuovamente, né scaturì un bacio appassionatissimo con le loro lingue che lottavano tra di loro.
Paolo sentì il desiderio di averla, Katia cominciò a torturagli i capezzoli… stava scoprendo le zone erogene del suo uomo e subito capì che i capezzoli erano zona piuttosto delicata… Paolo non poteva nascondere il suo piacere e disse solo un ‘Ti scongiuro’ flebile.
Katia fece la voce da bambina e disse ‘Hai perso e adesso tu pagale pegno’… fece la faccia pensosa e poi si alzò dicendo solo:
‘Aspettami’
Tornò con una piccola confezione di ghiaccio sintetico, una boccia di Nutella e con una piccola scatola nell’altra mano, li poggiò vicino al letto e quasi dimenticandosene cominciò a carezzare il corpo di Paolo. Prese a tastare i suoi testicoli trovandoli gonfissimi, cominciò a masturbarlo dolcemente:
‘Sto pensando al tuo pegno’
‘Fammi godere, te ne prego’
‘Vuoi godere?’
‘Si, si prego’
‘Quanto vuoi godere?’
‘Tanto’
‘Non è abbastanza, prima devi pagare pegno’
Katia prese la boccia di Nutella la aprì e ci intinse il cazzo di Paolo, tolse la boccia e cominciò e nutrirsi della Nutella ma per Paolo la sensazione era di piacere ne sentirsi leccare e ‘mangiare’, ma sopratutto lo eccitava il sentirsi in balia della volontà di Katia. Si sentiva senza volontà anche se il suo desiderio di godere era grande ed irresistibile. Era disperato, distrutto, ma al contempo felice e desideroso di scoprire tutto di Katia. Lei gli versò dell’altra Nutella e si mise a giocare con la sua figa sulla punta del pene. La Nutella creava una sorta di impedimento allo scorrimento, ma gli umori di entrambi erano notevoli… Katia premette un po’ di più ed i pene di Paolo le penetrò per intero. Paolo era in estasi e stava per godere immediatamente dentro di lei, Katia però immediatamente si sollevò tra la frustrazione di lui e copiose emissioni di liquido seminale. Paolo aveva appena pagato il suo pegno ma Katia non era ancora del tutto soddisfatta. Si sdraiò e gli disse:
‘Puliscimi da tutta a Nutella che mi è rimasta addosso nel penetrarti’
Lui si girò e ci fece caso proprio in quel momento che non si era mosso sino quel momento preso da quanto era successo… Katia aveva esagerato con la Nutella e colava cioccolato… Paolo cominciò a raccogliere tutto ciò che colava per poi concentrarsi sulle parti più cremose. Pochi secondi dopo si rese conto che il respiro di lei era piuttosto affannoso, percepì distinti mugolii e la sentì fremere di intenso piacere, il godimento di Katia fu più lungo ed egualmente intenso rispetto al precedente e lui se ne sorprese anche se solo per qualche istante.
Lei gli carezzo i capelli riportandolo a sdraiarsi accanto a lei.
‘E’ bellissimo vedere il tuo arnese duro’
Lui non sapeva cosa rispondere
‘E dire che basta poco per farlo calmare… pochi secondi’
Lui esultò in cuor suo, l’avrebbe fatto godere.
Katia prese il ghiaccio e applicandolo sui testicoli fece rattrappire il pene di Paolo che rimase un po’ sorpreso da tutto ciò. La sorpresa si trasformo quasi in panico quando dopo pochi istanti Katia tirò fuori dalla scatolina portata in precedenza un piccolo aggeggio che applicò sul suo pene richiudendolo.
Non conosceva molto di sex toys ma sapeva trattarsi di una gabbia per pene.
‘Sei mio adesso’
‘Ero tuo anche prima’
‘Ma questo rende palese che il tuo orgasmo è mio, non temere lavarsi non sarà complicato e anche andare in bagno sarà normale… non potrai invece avere erezioni senza il mio consenso’
Guardò gli occhi Paolo e li trovò pieni di amore,
SECONDA PARTE

Rivestirsi e andare a fuori a pranzare (ormai si era ben fatto tardi) furono azioni penose per Paolo che vedeva allontanarsi il suo piacere ed in più aveva a che fare con quello strano aggeggio tra le sue gambe.
A pranzo cominciarono a chiacchierare come se nulla fosse senza accennare minimamente a quanto accaduto in mattinata. Certo gli argomenti di discussione potevano non abbondare considerato che tutto ciò che avevano in comune erano il lavoro e la palestra.
Inevitabilmente la discussione finì col vertere sul lavoro, sui colleghi e sugli strani movimenti degli ultimi periodi. Paolo spiegò che a breve sarebbe stata fatta un’operazione complessa e piuttosto delicata i cui contorni non erano ancora ben chiari, l’operazione era allo studio di una primaria banca di investimento, ma tra breve sarebbe stata sottoposta al CDA e pertanto ci si poteva aspettare un periodo di superlavoro e di serate passate a sistemare presentazioni oltre che a cercare l’appoggio di qualche investitore istituzionale.
Il pranzo fu piacevole sia per l’ambiente piuttosto intimo della trattoria sia per il cibo piuttosto abbondante e gustoso. Per dolce presero un po’ di gelato e Paolo trovò piuttosto sexy il modo in cui Katia mangiava il gelato quasi leccando il cucchiaino… senti il pene pulsare contro la plastica e solo allora gli sovvenne nuovamente quanto accaduto nella mattinata. Tornarono a casa di Katia e si misero a guardare la televisione… un interessante servizio sulla città di Piacenza e si trovarono a disquisire di arte e di viaggi… finalmente un argomento diverso dal lavoro. D’altra parte anche se con motivazioni ed intenti diversi entrambi avevano viaggiato parecchio. Erano stati negli USA ed in mezza Europa, ad entrambi mancava di visitare l’Africa e l’estremo oriente. Fantasticarono insieme sui prossimi viaggi che avrebbero potuto fare approfittando di un week end o di un ‘ponte’.
Spensero la televisione… e decisero di metter su un po’ di musica: non avevano voglia di uscire per andare nella confusione, tra la gente. La radio si mise a canticchiare motivi più o meno famosi e più o meno recenti. Pensarono quasi contemporaneamente quanto fosse bella la loro vita e si sentirono fortunati. La musica li rilassò ulteriormente… poi cominciarono le note di una bella canzone degli anni 70, forse neanche ne ricordavano il titolo, si scambiarono un bacio appassionato e poi Katia cominciò a spogliarsi dinanzi a Paolo… lentamente cominciò uno strip tease che lasciò Paolo col fiato corto… Katia si interruppe quasi subito, denudò Paolo e tolse la gabbia:
‘Voglio vedere che effetto ti faccio’
Non c’è bisogno di sottolineare che l’immediato effetto fu un’erezione portentosa e mentre Katia continuava a spogliarsi Paolo non ebbe la forza di compiere alcuna azione, neanche di togliersi la camicia. Adesso che poteva ammirarla ancora meglio della mattina notò che era veramente perfetta. Gambe dritte e formose, sedere ben tornito, neanche un filo di grasso, seni di dimensione ragguardevole anche se non enormi, una pelle vellutata ed un viso decisamente ben proporzionato. Decise in fretta: gli occhi, si gli occhi erano però la cosa più bella, intensi, luminosi, espressivi.
Man mano che Katia continuava a spogliarsi fu la ‘carne’ ad attrarre la sua attenzione, la voleva.
Katia, ormai nuda, gli tolse la camicia e lo prese per mano invitandolo a ballare. La musica era dolce ed il ballo lo fu altrettanto, poi la musica si interruppe e Paolo guardò intensamente la sua donna mentre il dj annunciava il pezzo successivo decisamente più movimentato del precedente. Katia prese a ballare oscillando il corpo sfregandosi sempre su Paolo… prima la sua fica sul pene di lui, poi il suo sedere, poi spense la radio e gli fu addosso portandolo velocemente in camera da letto.
Corse via e torno dopo pochi istanti con delle piccole corde. Senza fare del male a Paolo lo legò in maniera che le braccia e le gambe fossero ben larghe. Aprì un cassetto e ne estrasse un altro piccolo affarino… questo Paolo non sapeva cosa fosse e a cosa servisse.
Delle piccole cinghie di cuoio servivano per racchiudergli i testicoli e legando il tutto intorno alla sua vita Paolo si trovava con i testicoli tirati fortemente verso il basso, ma ciò non gli procurava alcun fastidio fisico.
‘Mi vuoi?’ chiese Katia.
‘Certo’ rispose Paolo
In pochi istanti Katia fu sopra di lui e dopo aver giocato con il pene di lui scambiandosi i liquidi lubrificanti che già copiosi erano presenti si calò per intero facendo impalare il più possibile,
Cominciò a cavalcare il proprio amore e Paolo si sentiva in paradiso si sentiva fremere per l’eccitazione, ma non riusciva a raggiungere l’orgasmo. Capì in fretta a cosa serviva quel delizioso affarino che Katia gli aveva messo addosso, ma nulla ormai poteva per sfuggire al suo destino. Non poteva godere in quelle condizioni, ma al contempo garantiva un’erezione costante alla voluttuosità della donna cha amava… era ancora una volta il suo giocattolo. Katia nel frattempo non si faceva pregare e continuava a cavalcarlo anzi la frustrazione di Paolo la eccitava da morire.
‘Ti ho accontentato… mi stai scopando adesso’
‘Si, ma non posso godere così!’
‘E vorresti godere’
‘Si, da morire’
‘Sicuro’
‘Si, voglio godere’
‘Quanto vuoi godere’
‘Tanto, mi sento gonfio, sento lo sperma ribollire nei miei testicoli, mi sento fremere, ho un bisogno fisico estremo di godere’
‘Che bello, adoro sentirti perso alla ricerca del piacere, mi nutro della tua frustrazione’ E anche non lo avesse detto dal suo viso traspariva tutto il trasporto e l’eccitazione.
‘Fammi godere, te ne prego’
‘Se in mano mia, non ti piace essere in mano mia?’
‘Si che mi piace, ma…’
‘E allora?’
‘Faccio ciò che vuoi dopo ma adesso fammi godere!’
‘No devi dimostrare sin da subito che sei mio…. prometti che godrai solo quando io ti permetterò di farlo!’
‘Non so…’
‘Mi fiderei di te e potrei anche toglierti la gabbia durante il giorno… la notte no altrimenti sogni erotici potrebbero rovinare il mio lavoro’
‘Non posso farcela’
Katia prese a muoversi con maggior frenesia
‘Prometti’
‘Prometto’, la frase gli uscì dalla bocca quasi senza sapere come, ma stava soffrendo per lei e ciò gli bastava, stava soffrendo per lei e lei lo sapeva e godeva di questo.
Katia accelerò ancora il ritmo e presto Paolo si accorse che stava godendo, gli spiacque subito che la prima cosa che gli passo per la testa fu che lei stesse godendo come una porca. D’altra parte lo stava usando per il proprio godimento, era già il terzo orgasmo nella giornata e tutti molto intensi. E noi era fermata continuava a muoversi su di lui adesso toccandosi il clitoride. Aveva una faccia distrutta, sudata, ansimante e dannatamente bella. La fica di lei riprese a contarsi, i muscoli tornarono a tendersi e Paolo la sentì liberare tutto il suo orgasmo, un orgasmo breve stavolta, ma quasi urlato.
Katia sapeva che Paolo stava scoppiando, il viso di lui veramente disperato ed il contorcersi del corpo di Paolo alla disperata ricerca di un orgasmo che non avrebbe potuto raggiungere l’avevano condotto a due orgasmi potenti. Il sentire il cazzo sempre duro dentro di lei muoversi all’impazzata l’aveva spossata… era stanca. E per questo sdraiandosi accanto a Paolo si addormentò.
Fu un breve assopimento 15-20 minuti ed al suo lento risveglio rivide Paolo che la osservava. Istintivamente ricercò con lo sguardo il cazzo e lo ritrovò quasi come lo aveva lasciato e d’altra parte Paolo si beava guardando il suo corpo e il desiderio di godere era per lui vitale.
Katia si alzò per prendere un vecchio collarino che una sua amica aveva lasciato presso di lei, lo applicò al collo di Paolo in maniera che non si potesse muove e cominciò a mordicchiargli l’orecchio.
Paolo ebbe un fremito, le sue orecchie erano molto sensibili, si sentiva di impazzire. Sapeva si esser ben legato al letto ma non poteva fare a meno di contorcersi. Katia gli leccava i lobi delle orecchie, lo mordicchiava e gli mormorava parole dolci e provocanti:
‘Vuoi godere vero?’
‘Si… godere’
‘E godi per me’
‘Vorrei ma come faccio… non…
‘Si che puoi, non ti eccito?’
‘Da morire’
‘E allora godi’
Paolo si sentiva stanco, impazziva dall’eccitazione.
‘Mi piace vederti contorcere, desiderare il godimento, morire di piacere, mi ecciti da morire’
Queste parole furono dette con un tono talmente provocante e condite da un tale lavoro con la lingua sull’orecchio di Paolo che questi sentì imminente il godimento, Katia se ne accorse e con le dita cominciò a torturargli i capezzoli.
Paolo sentì l’orgasmo crescere ed ebbe il terrore che lei si sarebbe fermata nuovamente, si sentì perduto. Fu un attimo: lei rallentò la stimolazione, negli occhi di Paolo si dipinsero terrore e disperazione, Katia accelerò nuovamente e d’improvviso e Paolo fu assalito dall’orgasmo, il più strano mai avuto…. stranissimo perché talmente indiretto che dopo aver goduto era come se non lo avesse mai fatto, voleva ancora godere. Sentiva il pene come anestetizzato voleva ancora godere. Non riusciva a pensare ad altro… godere, godere, esplodere dentro di lei.
Katia prese a carezzargli il pene e solo allora lui si accorse di quanto sperma ci fosse sulla sua pancia, Katia con un fazzoletto di carta ne raccolse un po’, poi carezzandolo lo spalmò ovunque…. era contenta ed eccitata, l’erezione del suo uomo non si era per nulla ridotta. Slegò una mano di Paolo e la condusse verso la sua fica. Paolo la sentì zuppa di umori, inserì le sue dita tra le piccole labbra e cominciò intingendole a lubrificare il clitoride.
Katia lo liberò per intero e lui ne approfittò per mettersi in ginocchio di fronte al corpo di lei. Continuò a passare le dita ovunque sul sesso di lei alternando il tutto con qualche colpo di lingua, inserì un dito all’interno del suo corpo, ma l’effetto non fu come lo aveva immaginato… allora passò direttamente all’inserimento di un secondo dito. Katia inarcò la schiena e mugolò di piacere.
Paolo continuando a possederla con le dita leccava il clitoride, con le dita oltre al movimento penetrativo esplorava l’interno del suo corpo, toccandole le pareti. Ebbe poco tempo però per esplorare, quasi subito le sue dita furono stretta dall’irrigidirsi dei muscoli di Katia che era percorsa da un orgasmo… Paolo penso che sentire godere Katia era la missione della sua vita, era la sua passione. Non gli importava se il suo godere era stato relegato solamente ad un orgasmo molto strano e per nulla liberatorio, anzi il sapere che ciò era piaceva alla sua donna ne faceva un uomo felice.
Erano soddisfatti, si sentivano in paradiso ed al contempo erano distrutti senza più forze.
Si abbracciarono e si appisolarono insieme… quando si svegliò Paolo sentì un ottimo odore provenire dalla cucina e ancora una volta il suo pene chiuso in gabbia.
Andò in cucina e trovo Katia che nuda preparava all’interno di una pirofile uno splendido arrosto:
‘Che profumo eccezionale’
‘Il mio o quello dell’arrosto?’
‘Tutti e due, vi mangerei tutti e due’. Risero delle loro frasi.
Paolo chiese dove fosse tutto il necessario per apparecchiare la tavola.
Come molte volte accade agli innamorati mangiarono pressoché in silenzio semplicemente guardandosi negli occhi, ripensando alla loro vita insieme, progettando il loro futuro. Katia penso quanto fosse lontano il momento in cui leggeva l’insulsa qualifica di Paolo sul biglietto da visita, a Paolo passò per la testa di come fosse diverso il suo ruolo nella vita ed in questa storia di amore e sesso. Ciononostante si sentiva egualmente uomo anzi più uomo di prima realizzato nel suo essere, nel profondo.
Paolo disse:
‘Vado a casa adesso’
‘Che se senso ha?’
‘E’ l’abitudine… non ho ricambi poi qui’
‘Non credo tu ne abbia molto bisogno adesso!’
‘Vieni a vivere tu da me? La casa è grande…’
‘Per stanotte?’
‘Se vuoi per stanotte, per farmi felice puoi anche rispondere per tutta la vita’
‘Allora per tutta la vita… metto in un trolley l’essenziale e nei prossimi giorni ci organizziamo con il resto’

Agirono in fretta ed in un’ora erano a casa di Paolo… ormai era l’ora di dormire, ma non avevano molto sonno visto il riposo presosi nel pomeriggio. Si misero a guardare vecchi videocassette con gli eventi familiari di Paolo facendo progetti futuri di vita insieme.
Non si annoiavano insieme, ciò era sicuro.
‘Ti amo’
‘Ti amo’
E andarono a dormire nel grande letto di Paolo sino ad allora sempre vuoto.
PARTE TERZA

Domenica mattina, ancora una bella giornata da passeggiata, da parco. Paolo prese il suo pc portatile e lo collegò per spedire alcune mail in ufficio. Katia tanto focosa il giorno prima era invece tranquilla e si dedicò a rassettare la casa che per quanto fosse ben tenuta era sempre quella di un uomo.
Katia pregò Paolo di andare al parco insieme, Passeggiarono e si sedettero al sole su una panchina, l’estate era ormai nelle loro ossa, un po’ prime del dovuto, ma nelle loro condizioni di innamoramento tutto crea calore.
I pensieri di Paolo però non erano ancora tutti per la sua compagna e la sensibilità femminile sempre pronta a cogliere tutti gli anfratti dell’animo fece sì che appena seduti su una panchina Katia indagasse sull’accaduto.
‘Fabio (il lettore si chiederà chi è Fabio e anche se sarà evidente a breve anticipiamo che trattasi dell’Amministratore Delegato della società dove lavoravano) è preoccupato per l’operazione finanziaria che deve essere a breve compiuta. Sai è piuttosto complessa, non si sa come gli investitori potranno prenderla e soprattutto mette in gioco la società. E’ un piccolo azzardo e gli azionisti di minoranza potrebbero approfittarne in un attimo.’
‘E tu sei preoccupato?’
‘Sono ottimista per natura anche se nel caso cambiasse il ‘padrone’ la classe dirigente verrebbe azzerata; non è un problema, un altro lavoro lo trovo in fretta ma mi dispiacerebbe dover ricominciare da capo dopo il buon lavoro che sto facendo’
‘Quando sarà l’operazione?’
‘Tanto se non te lo dico adesso lo verresti comunque a sapere a breve visto che dovrai aiutami… tra tre settimane, il terzo venerdì del mese.’
‘Allora manca poco, non è il momento di recedere dai propri propositi’
‘E’ un maledetto complicatissimo incastro: come sai i nostri azionisti hanno piccole quote, nessuno supera il 5% e la cordata che fa capo a Libenti vorrebbe avere un controllo un po’ più stretto della società ed ha creato a tal fine un’ulteriore società che come asset raccoglierebbe le azioni della sua cordata al contempo però approfittando delle difficoltà finanziarie della cordata Malluccheri si lancerebbe un aumento di capitale (sempre che il CDA approvi) per l’acquisizione della Pozzetti s.p.a. La voce dell’aumento di capitale faranno crollare le nostre azioni e Malluccheri ed i suoi da un lato sanno di non poter partecipare pro quota all’aumento e dall’altro sanno di non potersi permette un tracollo del valore delle azioni. Molti venderanno sul mercato e Libenti insieme ad alcuni broker e istituzionali saranno lì pronti a raccogliere sul mercato.’
‘Quando sarà annunciato l’aumento di capitale?’
‘Il venerdì sera….sai il venerdì è giorno di scadenze tecniche e quindi giorno di ricoperture e come sai da alcuni giorni stiamo ‘incentivando’ le posizioni lunghe… le ricoperture saranno piuttosto violente sin dall’apertura di venerdì mattina e Libenti sarà pronto ad acquistare, venerdì sera poi l’ulteriore mazzata… i piccoli passeranno il week end a pensare di essere rimasti col cerino in mano’.
‘Sembra perfetta’
‘Sembra appunto…ma basta parlare di lavoro godiamoci la giornata splendida’
‘Hai ragione, peccato che la palestra sia al chiuso altrimenti potevamo andare in palestre…’
‘Piscina all’aperto?’
‘Wow… grande idea. Andiamo a casa a prepararci’
‘Andiamo anche a prendere il tuo costume a casa tua, non credo tu lo abbia portato con te’
Pochi secondi passarono dalla progettazione alla realizzazione della loro idea, presero asciugamani, costumi e qualcosa per la doccia e stavano per uscire quando Paolo si fermò appena sulla porta.
‘Forse conviene prima di uscire che…’
Katia si mise a ridere, prese una chiavetta dalla sua borsa e fattolo rientrare in casa gli tolse la gabbia….
‘Mi fido’ disse e nel frattempo passava i polpastrelli su pene. L’erezione immediata era inevitabile, il movimento della mano adesso era più intenso, Katia impugnava completamente il membro e lo stringeva. Paolo si mise a mugolare di piacere, viste le cure del giorno prima sempre meno tempo impiegava Katia per portarlo all’acme del piacere, pronto, prontissimo a godere.
Katia si fermò pochi istanti prima che l’orgasmo divenisse inevitabile. Sorrisero… adesso erano pronti per andare.
La Piscina era molto affollata come non immaginavano d’altronde anche l’afa ed il caldo intenso dovevano ancora arrivare. Raggiunsero in breve gli spogliatoi e si cambiarono in fretta.
Paolo indossò molto velocemente il costume e si mise ad aspettare che arrivasse Katia; finalmente la vide giungere e rimase estasiato dalla sua bellezza. Adorabile i due pezzi indossato, piccolo ma al contempo per nulla volgare. Non solo Paolo fu colpito dalla bellezza di Katia ma anche una buona parte della presenza maschile… mentre qualche donna già malignava:
‘Chissà da quanti giorni non mangia’
‘Ha il culo troppo baso’
‘… no, gli zigomi troppo sporgenti…’
‘… e le spalle troppo larghe rispetto al collo’
‘Sarà rifatta’
Gli uomini ovviamente non badavano a tutto ciò marchiando il tutto come sciocchezze e destinando alle pie donne sguardi di compassione intervallati da lunghi istanti in cui gli occhi erano puntati su Katia anche se cercavano di dissimulare al meglio il loro interesse.
L’interesse di molti quindi era rivolto alla Venere che era appena uscita dagli spogliatoi, il massimo interessato alla visione era il membro di Paolo.
Katia si avvicino a Paolo e gli lanciò un segnale veloce con gli occhi.
Paolo capì e biascicò un ‘scusa’, ma Paola rispose prontamente:
‘Sono orgogliosa di te, non mi dispiace affatto che venga notata la tue erezione. Vado fiera dell’amore mio, è mio, mi piace mostrarlo e ne sono fiera. Su andiamo sul lettino che ti passo la crema solare’
‘Ma io non la uso, con le lampade che faccio e la pelle resistente non ne ho bisogno’
‘Shhhhhhhh’
Ovviamente più che la crema la cosa che interessava Katia era poter massaggiare e carezzare il corpo di Paolo e dopo lo pregò di fare altrettanto, Dapprima Paolo si sentiva in imbarazzo pensando al suo pene dritto che faceva sporgere in avanti il suo boxer, poi invece si dimenticò quasi del tutto della sua condizione attento com’era a eseguire al meglio il messaggio sullo splendido corpo a sua disposizione. Se avesse guardato intorno a se avrebbe visto che molti erano tornati alle loro faccende, alcuni uomini continuavano a lanciare lunghi sguardi a Katia, ma anche qualche donna si era interessata allo spettacolo.
Tra gli spettatori l’invidia era il sentimento preponderante e chissà quanti di loro avranno ricordato la scena tra le mura domestiche quando chiusi in bagno praticavano un selvaggio onanismo.
Fortunatamente avevano portato anche dei bei libri da leggere e poterono dedicarsi alla loro abbronzatura senza essere disturbato (Katia d’altra parte faceva mostra di non accorgersi degli sguardi fugaci e non degli astanti, forse c’era abituata).
Dopo un po’ Katia si girò con la pancia rivolta verso il basso sganciando il reggiseno. Non badò molto al fatto di rimanere comunque coperta visto che volendo leggere si era poggiata sui gomiti e i curiosi vicini poterono ammirare per intero il suo seno ed i suoi rosei capezzoli.
Paolo se ne accorse dopo poco ed avvampò di gelosia, non sapeva come reagire, non voleva fare la figura dell’uomo geloso ed al contempo non voleva essere debole e lasciare che tutti potessero ammirare la sua donna per quanto ne fosse orgoglioso.
Tentò un timido approccio:
‘Ti è scivolato il costume’
‘Il costume? Sei geloso?’
‘No, non sono geloso…’
‘Quindi non ti interessa se tutti mi guardano’
‘Si, cioè no… nel senso’
‘Quindi tutti mi possono guardare, non ti importa se sono nuda!’
‘No, mi importa’
‘Ma allora sei geloso’
‘Un po’…’
‘Mica sono di tua proprietà’
‘Ok ho capito… se dico che sono geloso ti arrabbi e se ti dico che non lo sono ti arrabbi… fai come ti senti di fare’
‘Te ne stai lavando le mani, non te ne frega niente allora?
‘Siamo in un vicolo cieco, qualsiasi risposta è sbagliata.’
‘Sei tu che hai cominciato’
‘Ti amo’
‘E’ inutile che cerchi di glissare l’argomento, adesso lo affrontiamo sino in fondo’
Paolo spiegò tutti i passaggi logici che lo avevano portato ad avvertirla del costume scivolato (?) e Katia si calmò un pochino. Paolo si premurò di farle passare in fretta l’arrabbiatura forse anche perché non aveva perso tutte le speranze che alla fine della giornata lei lo facesse godere. Lei lo aveva in pugno perché poteva regolarne l’orgasmo e godere per Paolo era importante.
Decisero di andare via e Paolo si recò alle docce… è vero gli passò per le testa più di una volta di porre fine alle sue sofferenza da solo, ma in fondo Katia si era fidata.
Fidata si è vero, ma come disse appena tornati a casa ‘Fidati ma controlla’. Spogliò Paolo e ne odorò il sesso soppesando i testicoli.
‘La reazione del pene immediata gioca a tuo favore anche se per un uomo in salute e giovane le erezioni possono susseguirsi a breve distanza l’una dall’altra, i testicoli mi sembrano gonfi e una buona quantità di liquido seminale dovuta alla leggera masturbazione che sto somministrandoti mi fanno credere che la mia fiducia sia stata ben risposta.’ Si interruppe qualche secondo accelerando il ritmo: ‘Non sei molto eccitato ma mi sembra proprio che tu non abbia goduto’…
Lo stava sfottendo in realtà, Paolo aveva reclinato il capo ed il suo respiro era realmente affannato.
Katia aggiunse:
‘Durante la prossima settimana nonostante l’operazione da compiere voglio essere il tuo unico pensiero, non lascerò quindi che tu goda neppure oggi, voglio che tu aneli il prossimo week-end sperando di godere e sappi che durante la settimana non sarò corruttibile’.
Katia non interruppe il petting e Paolo quasi non realizzò la frase che adesso aveva udito. Il suo pensiero vagava, ma l’assimilazione della frase avvenne dopo pochi istanti quando il godimento era prossimo. Katia si era fermata facendo si che Paolo avesse uno strano contorcimento per la mancata realizzazione del suo desiderio. Il pene quasi colava di umori densi e appiccicosi.
‘Non voglio perdermi il tuo pene così ben eretto e lubrificato’, Katia affermò, andiamo in camera.
Paolo la seguì come un agnellino guardandola prendere dal trolley una scatola di scarpe che notò subito essere piuttosto pesante.
Katia lo legò in bagno agganciandolo alla griglia degli asciugamani:
‘Non ti divincolare troppo altrimenti si stacca!!!’
Dalla scatola Paolo vide emergere la solita cintura di cuoio per tendergli in basso i testicoli, orami conosceva a cosa servisse, emersero pure un paio di dildi di plastica che Katia lubrificò con una crema estratta dalla stessa scatola. Un piccolo arsenale!!!.
Katia lo abbraccio e nel frattempo mettendo le mani dietro di lui fece scorrere un primo dildo dentro l’ano di Paolo che immediatamente fece resistenza.
‘Fidati’
‘Fammi tutto, ma non questo… non ho certe tendenze’
‘Lo so, sei il mio uomo. Ma non solo gi omosessuali provano piacere nell’avere qualcosa nell’ano!!!’
In effetti dopo i primi istanti di ribrezzo la sensazione era piacevole, il pene era ormai perennemente duro e non si poteva certo desumere da ciò il suo piacere, ma il suo respiro era nuovamente affannato.
Katia fece in modo da muovere più volte in su ed in giù il dildo e poi applico una piccola cintura contenitiva che lo mantenesse ben dentro il corpo di Paolo. Poi prese il secondo dildo e lo infilò con facilità nella sua fica.
Paolo non percepì subito quali fossero le intenzioni della sua esperta compagna di giochi; comprese solo quando la vide girarsi con il sedere verso di lui e piegarsi in avanti cercando con il suo buco dell’anno la punta del suo cazzo.
‘Dovrai aiutare le penetrazione con un po’ di crema’
‘No, io non ne ho bisogno’ rispose lei
Ed in effetti la penetrazione fu molto semplice dopo un po’ di resistenza dello sfintere.
Katia muovendosi in maniera dapprima delicata e poi sempre più furiosa si impalava col membro di Paolo e al contempo giocava con il dildo.
‘Come è porca’, pensò Paolo
Sentiva il dildo nel suo culo ben conficcato, i testicoli ben trattenuti della cintura e per quanto pensasse al piacere di lei non riusciva a non riflettere sulla sua condizione sentendo frustrato ogni suoi desiderio di esplodere, desiderio rafforzato dall’udire il rumore dell’altro dildo che sciabordava nel sesso di Katia ed i mugolii di piacere che la sua donna non reprimeva.
Katia tolse il dildo e tenendosi dai sanitari lì da presso accelerò il ritmo. Paolo notò che dallo specchio posto quasi di fronte aveva una splendida visuale altrimenti a lui negata: il seno di Katia ballava di pari passo ai suoi movimenti ed il viso era una maschera si piacere mentre i capelli orami scarmigliati si appiccicavano sul suo volto. Senza cintura avrebbe già goduto chissà quante volte in quei due giorni. Si concentrò sul seno di Katia osservando i movimenti irregolari compiuti da questo e guardando i capezzoli turgidi e rosei.
L’orgasmo di Katia lo scosse sia mentalmente che fisicamente. La sentì quasi urlare di piacere e pensò di percepire in lei la massima soddisfazione ma si rese quasi subito conto di non averla soddisfatta del tutto.
Katia aveva goduto molto intensamente, aveva sentito una scarica elettrica passare attraverso tutto il suo corpo, ma non era sazia, voleva di più. Slegò Paolo e lo fece di nuovo sdraiare sul letto. In quella posizione il dildo si conficcò ancora di più nel culo e Paolo ne fu contento.
‘Ti piacciono le mie tette?’
‘Si, da matti’
‘ti ha dato fastidio che altri le vedessero oggi?’
‘Si’
‘Ma agli altre non le offro per leccarle’
Paolo colse al volo l’invito e cominciò a leccare dolcemente l’aurea del capezzolo, poi leccò il capezzolo gioendo per la sua consistenza. Katia gli passava il seno in faccia, si sfregava… lo fece mettere quasi ritto poggiato allo schienale del letto in maniera da potersi far penetrare mentre Paolo aveva agio di leccarle i capezzoli.
Lei cavalcava piano anche per non far sfuggire alla presa di Paolo il capezzolo che questi succhiava con avidità. Pochi attimi bastarono per ridurre Katia uno straccio, l’ennesimo intenso orgasmo aveva squassato nuovamente il suo corpo, l’aveva distrutta definitivamente, ma la sua soddisfazione era massima.
Si sfilò, eliminò molto piano il dildo dall’ano di Paolo e tenendo in mano il pene di lui si addormentò. Non avevano cenato, ma se ne accorsero solo l’indomani mattina quando il lavoro avrebbe ripreso con suo tran tran a prendere il sopravvento.
Parte quarta

Lavorare sembra facile, ma come si fa a lavorare se la testa è altrove. Paolo dopo il primo giorno di lavoro aveva pregato Katia di rimettergli la gabbia anche di giorno, ma Katia rifiutò:
‘Devi imparare a controllarti per me!’
Era ben difficile per Paolo che sebbene aveva importanti questioni da risolvere vedeva tutto il giorno quel corpo splendido vicino a se. Durante le riunioni pensava poco alle slides presentate a molto di più a quello che era accaduto e fantasticava di poter godere, di potersi liberare.
Spesso poi durante il giorno Katia nel consegnargli dei documenti o nel cercare qualcosa nel suo ufficio lo provocava apertamente; martedì indossava un tailleur con gonna appena sopra il ginocchio e avvicinandosi ai cassetti a lato della scrivania di Paolo mentre questi era seduto al suo posto si alzo la gonna sedendosi sopra di lui sfregandosi alquanto, poi sempre con la gonna alzata si piego in avanti a cercare un qualche documento e lasciando vedere i suoi slip’ e mercoledì invece Katia si infilò sotto la sua scrivania subito prima che arrivassero dei broker per una riunione, sfilò il pene dai boxer e lo lavorò con ardore a sapienza fino a farlo odorare fortemente di sesso avendo colato umori, poi 5 minuti prima dell’appuntamento fissato rimise tutto a posto e scappò via; venerdì, infine, si sedette sulla scrivania di fronte a lui subito dopo esser andata in bagno per togliersi le mutande, lo fece sporgere in avanti facendogli odorare il suo sesso, solo odorare, a lungo.
Se questo accadeva di giorno, si possono immaginare le sofferenze di Paolo le sera e la notte: prima di andare a dormire Katia prima di inserire la gabbia soppesava i testicoli e eccitava Paolo’ e la gabbia era sicuramente molto utile perché i sogni di Paolo la notte erano ben lontani dall’essere pudichi e probabilmente avrebbe eiaculato non fosse stato costretto a non farlo.
Katia poi girava per casa seminuda, baciava Paolo con passione abbracciandolo per sentire il suo pene duro contro la sua pancia’ un supplizio.
In effetti Paolo avrebbe dovuto pensare più all’operazione finanziaria che a Katia, ma invece non vedeva l’ora che la settimana finisse, speranzoso. Tra due venerdì sarebbe scattata la trappola e lunedì alcune cordate amiche avrebbero fatto partire un piccolo rally del titolo che d’altra parte si muoveva con bassi volumi.
Ecco finalmente giungere il fine settimana; Paolo non aspettava altro, ma quantomeno venerdì sera volle fare il superiore ed invitare a cena fuori la sua splendida compagna.
Katia accettò l’invito con entusiasmo e Paolo quasi si pentì della sua offerta quando vide la mise con cui ella si era preparata: stivali aggressivi, calze nere, minigonna (mini, ma non esageratamente), top con generosa scollatura. Paolo non disse nulla per evitare che accadesse con in piscina, ma inghiottì il boccone amaro.
La sera Katia si disinteressò a lui e l’inserimento della gabbia fu quasi un momento senza rilievo, automatico e Paolo si sentì un po’ solo.
La mattina dopo, però, fu svegliato da un leggero solletico’ aprì gli occhi e si trovò già legato al letto e nudo. Katia stava solleticando il suo pene ed i testicoli, piano, molto piano. Paolo fece finta di non essersi destato sperando che l’azione diventasse più incisiva ed in effetti per qualche secondo sembrava esserlo per poi tornare molto soft e decise di cambiare tattica:
‘Mi fai impazzire’
‘Lo so ed è per questo che continuo a farlo’
‘Voglio godere’
‘No, è solo un’impressione la tua!!!’
‘Ma che impressione!!! DEVO!!!
‘Pensa a qualcosa di triste e vedrai che sbollirai’
‘Fammi godere’
‘Pensa al lavoro, a quel che succederà lunedì’
‘Lunedì? Ma che importa’
‘Distraiti’
‘Ok, lunedì, lunedì cominciano’ ‘ Katia accelera un pochino l’azione e l’esposizione di Paolo ne risente in termini di pause continue e la bocca impastata ‘ ‘cominciano a pompare il titolo, alle 10 dopo un pochino dall’apertura per evitare sorprese e poi una seconda ondata verso le 16 quando le azioni potrebbero confondersi con il Consumer confidence index del Michigan’.
Katia continuava ad accelerare:
‘Niente da fare, l’erezione permane’ forse hai proprio bisogno di godere’
‘Si, ti scongiuro’
‘Sei sicuro’
‘Si’ e Paolo non si chiese neppure il perché della domanda di Katia.
La donna ormai la aveva in pugno metaforicamente parlando’ ed in mano fisicamente parlando:
‘So che non resisteresti quasi per niente se facessimo l’amore’ e cominciò a soffiargli sul pene e a carezzarlo nei punti più esogeni.
‘Di più ti prego, con più forza’
Ed invece il tocco era sempre leggero e delicato e nonostante ciò l’orgasmo era sempre più vicino, Paolo lo sentiva montare e montare, Katia lo sapeva bene ed ogni tanto rallentava appositamente la sua azione per poi accelerare nuovamente. Solo una volta non rallentò la sua azione, ma nell’istante esatto in cui il primo schizzò di sperma fu eiaculato dal pene diritto verso la sua faccia tolse la mano e lasciò che il resto dello sperma ormai sulla strada fuoriuscisse dal pene senza che a Paolo ne derivasse quel piacere esplosivo che tanto aveva disiato:
‘Bastarda’
‘Cosa?’
‘Bastarda perché mi fai questo?
Katia non rispose e si mise a leccare tutto lo sperma che era uscito e che in parte era rimasto sulla punta del cazzo. Paolo quasi tramortito si accorse subito che non solo non aveva perso l’erezione ma che ancora una volta desiderava più ancora Katia e vederla leccare lo sperma e la punta del suo pene erano afrodisiaco ancor più sufficiente per renderlo eccitato.
Katia salì su di lui e cominciò a cavalcarlo. Dapprima molto piano salendo appena e lasciandosi ricadere poi con movimenti oscillatori del corpo portando in avanti il peso dello stesso rendendo quindi quasi più profonda se possibile la penetrazione. Paolo era concentrato adesso sulle tette di Katia che vedere ballare ed oscillare coi i capezzoli ritti a fare da avamposto; Katia se ne accorse e calandosi si avvicinò a lui permettendogli di leccargliele poi rialzatasi riprese il suo movimento costante, inesauribile.
Paolo cercava di dissimulare la sua eccitazione temendo che si sarebbe fermata, non aveva ben chiaro quale fosse il disegno odierno della sua donna, della sua regina, della sua porca, della sua ‘ padrona e signora.
Il timore che si sarebbe prima o poi fermata era insito in lui il piacere delle sue prestazioni amorose erano la sua delizia, l’orgasmo si avvicinava e lei spingeva con forza, l’orgasmo saliva e lei adesso gli carezzava i capezzoli, l’orgasmo era lì pronto dietro l’angolo e lei cominciò a raccontagli di quanto gli piaceva di sentirlo duro dentro, l’orgasmo era quasi inevitabile e lei lo spronava a godere, l’orgasmo fu inevitabile e sempre temendo che Katia si fermasse lui godette.
Urlò tutto il suo piacere, aveva mugolato tutto il tempo, ma l’orgasmo fu accolto quasi da un ruggito e poi da un intenso piacere che gli pervadeva il corpo e poi da un po’ di fastidio, perché Katia non si era fermata, ma aveva solo rallentato:
‘Basta ti prego’
‘Prima mi dici che vuoi godere e poi mi fermi?’
‘Ho goduto già!’
‘Si, ma poco’
E detto ciò si staccò da lui avvicinandosi alla sua bocca:
‘Ora tocca a me’
La sua figa sapeva di sesso, odorava da impazzire e Paolo non si fece pregare cominciando a leccare con intensità. Partì dalla parte esterna concentrandosi su luoghi che ancora non aveva esplorato per poi entrare sempre più nel vivo della situazione, insinuarsi all’interno sino all’apertura che cercò quasi di penetrare con la lingua mentre da essa colavano umori misti. Katia respirava in maniera piuttosto accelerata, mentre lui si dilungava ancora sulle piccole labbra. A questo punto la pressione di Katia su di lui era superiore, il piacere che provava era così intenso da non reggersi sulle gambe mentre inginocchiata su di lui si faceva leccare. Paolo indugiò ancora un po’ sul buco delle figa, ma Katia con violenza si spostò in maniera da poggiare con tutto il suo peso sulla sua bocca ed in modo che l’unica cosa che potesse essere leccata era il clitoride. L’odore del sesso di Katia gli penetrava il naso ed il cervello, era buonissimo. Katia cominciò a muoversi su di lui come se lo stesse cavalcando, stava impazzendo di piacere, pensò a Paolo come la sua macchina per il sesso, poi si corresse il suo uomo per il sesso, la sua massima aspirazione, il suo schiavo d’amore.
Godette, godette e godette e l’orgasmo fu talmente lungo e piacevole che si domandò se non fossero stati due uno dietro l’altro:
‘Ti adoro’ si dissero e Katia si accasciò esausta su di lui.
Erano soddisfatti ma Katia aveva altre intenzioni che proseguire la giornata in maniera tranquilla. Pochi minuti dopo già mordicchiava l’orecchio di Paolo conoscendo la logica reazione che avrebbe provocato tutto ciò sul pene di lui. Quando fu ritto e già a sua disposizione slegò Paolo, lo porto nuovamente in bagno facendogli assumere la posizione della settimana precedente.
Si fece scopare da Paolo, anzi quasi si scopò da sola facendosi penetrare da dietro facendo la massima azione contro il pene di lui con l’aiuto dei sanitari, poi d’improvviso si staccò da lui e cambiò il buco oggetto della penetrazione. Paolo mai aveva sperimentato qualcosa di simile, mai una donna aveva dimostrata una tale fantasia e soprattutto mai tali fantasie erano collimate così tanto con le sue.
E poi mai aveva goduto nel culo di una donna. Fu la prima volta quella e fu per entrambi piacevole, per Paolo coronava il sogno di una vita, per Katia la potenza del cazzo dentro di lei, l’essere aperta ed esplorata mentre le sue dita percorrevano con forza l’estensione del clitoride erano qualcosa di bellissimo ed il godimento fu per i due quasi contemporaneo; Paolo in realtà aveva eiaculato qualche secondo prima, ma prima che il suo pene si afflosciasse Katia ebbe tempo di soddisfare le sue voglie e godere.
Lo riportò a letto e cominciarono a discutere; a Paolo piaceva parlare dopo aver fatto l’amore spiegando cosa aveva provato e ascoltando con insaziabile volontà di avere dovizia di particolari cosa fosse stato provato dalla sua partner. Parlarono a lungo, parlarono fin quando Katia non si rese conto che il membro di Paolo era di nuovo eretto e mai si sarebbe lasciata sfuggire questa occasione.
La mise in bocca e lo leccò facendo la lingua più morbida che poteva.
‘Non esagerare cara, non ho le doti amatorie di un pornostar’
Ma lei non ascoltava neanche o faceva finta di non ascoltare. Umettava il pene con la saliva e continuava a passare le labbra su di esso scappellandolo il più possibile. Ogni volta che lo reinseriva dentro la sua calda bocca lo faceva scivolare un po’ più in giù, sempre di più, sempre di più. Che sensazioni fantastiche, valeva la pena non aver goduto tutti quei giorni se questa era la ricompensa. Paolo la guardava, anzi si era aggiustato il cuscino per guardarla meglio, era l’immaginario maschile che si realizzava: una fantastica donna con capacità sessuali straordinarie lo stava spompinando in maniera splendida.
Paolo sentì l’orgasmo essere ormai imminente e volle avvertire la sua dea, ma lei non si curò di nulla anzi inserire l’asta il più profondamente possibile nella sua gola e lo fece godere facendo si che tutto il coito le finisse in gole ingoiandolo in fretta.
Paolo istintivamente guardo l’orologio’ le 12′ in tre ore quattro orgasmi’ niente male (e nulla di più pensò immediatamente)’ era stanco. Ma Katia no.
Prese un vibratore dalla sua scatola e se lo inserì nella fica chiedendo a Paolo di toccarle il clitoride, era eccitata lo si vedeva nettamente e Paolo apprezzava l’odore di sesso misto ad un po’ di sudore che emanava, poi l’odore dei loro umori ormai si confondeva. Katia era troppo eccitata per resistere a lungo e l’orgasmo la colse quasi immediatamente.
Ma Katia voleva prosciugare Paolo, lo voleva distruggere di sesso e dopo avergli legato i piedi vicino la testa infilò il vibratore dentro il suo sfintere:
‘Basta te ne prego’
‘Fino ieri impazzivi per godere, adesso non vuoi più. Qualsiasi frase ti appresti a dire in risposta sappi che potrà essere usata contro di te’
Paolo rimane in silenzio, il vibratore dentro gli aveva fatto rizzare nuovamente il membro. Katia sapeva che Paolo non avrebbe goduto molto in fretta e si preparò con pazienza ad un lungo lavoro di eccitazione che d’altra parte non le dispiaceva per nulla, anzi la eccitava al solo pensiero.
Lavorò con il vibratore il culo di Paolo carezzandogli al contempo i glutei e le cosce, legò poi il vibratore con una cinghia alla sua pancia e ciò che Paolo poteva vedere era la sua donna che letteralmente lo scopava ma non poteva fare a meno di soffermarsi sui suoi seni sempre sodi, sempre morbidi.
Katia amava parlare mentre si dedicava al sesso anche perché spesso per eccitare non vi è nulla di meglio che frasi arrapanti e toni provocanti.
‘Ti scopo bene’
‘Si’ ed in effetti si sentiva bene
‘Ti piace la giornata di sesso che ti ho preparato?’
‘Si, ma basta più’ non ne posso più’
‘Poi vediamo, non ti va di godere per me intanto?’
‘Si’
‘Vuoi essere scopato ancora?’
‘Si, te ne prego’
Katia diede colpi sempre più decisi sentendo mugolare di piacere Paolo, ma lo voleva dentro di lei e quindi lo slegò e come aveva già fatto in quella mattina lo cavalcò. Poi usciva per giocare col suo clitoride sfregandoci contro la punta del pene, poi rientrava, poi lasciava il pene appena dentro per rifondarsi di colpo giù lasciandosi penetrare il più profondamente possibile. Quindi riprese il membro in mano e si masturbava con quello:
‘Quando voi uomini siete troppo eccitati tutto ciò non è possibile, ma quando vi abbiamo un po’ scaricato è splendido ciò che si può fare con il vostro corpo’
‘Usami’
Il movimento della mano di Katia era sempre più veloce, Paolo impazziva nel sentirle bofonchiare parole senza senso nel vederla perduta nel suo amore. Godettero entrambe dopo pochi minuti e non appena Katia accenno a volerlo eccitare di nuovo Paolo esplose in una supplica di volerlo graziare:
‘Dopo amore, adesso basta’
‘Non ti piaccio più?’
‘Tanto ma adesso non posso’
‘Se non mi vuoi adesso potresti pentirtene’
‘Potrei subire una settimana come quella passata senza soffrirne visto quanto ho goduto oggi’
‘Ti avevo detto di non dire frasi di cui avresti potuto pentirtene, anzi avevo detto che qualsiasi frase avrebbe potuto essere usata contro di te. Mi hai voluto sfidare e te ne pentirai’. Sorrise, ma Paolo ebbe la sensazione che se ne sarebbe pentito davvero.
Parte quinta

La domenica era grigia’ un piccolo capriccio di primiera ma Paolo ebbe poco tempo per rendersene conto.
La giornata precedente era proseguita serena e Katia non aveva neppure messo la gabbia la sera prima.
Katia andò a preparare la colazione mentre lui si diede da fare a rassettare la camera; quando Paolo arrivò in cucina era tutto pronto sul tavolo per un pasto luculliano con succhi di frutta, caffè, fette biscottate, marmellata, burro e cornetti riscaldati al microonde.
Si sedette, Katia lo abbracciò da dietro dandogli un lungo bacio pieno di lingua e saliva, gli mise la braccia dietro la schiena e lo legò. Paolo ormai era abituato ai giochi di Katia e non fece domande neppure quando anche i piedi gli furono legato ben saldi.
Katia spalmò della marmellata su una fetta biscottata e cominciò a pascerlo. Tutta la colazione completa fu quindi ingurgitata da Paolo con Katia che gli portava alla bocca il cibo senza nessuna velleità di essere sexy. Poi Katia prese dal cassetto le forbici e ridusse a brandelli il pigiama di Paolo che pensò immediatamente: ‘E’ cominciata la sfida’
Katia prese la marmellata dal tavolo e facendo finta di vuotarla delicatamente su una fetta biscottata ne fece cadere un po’ su seno di Paolo. Si mise subito a leccarla via, ne fece cascare ancora sul pene e anche questa con molta lentezza fu ingoiata da Katia. L’asta di Paolo si era già risvegliata ancorché non urgesse alcuna voglia di godere e Katia continuò ad approfittarne ingoiandolo il più possibile e vellicandolo con la lingua. Poi si alzò ed andò in bagno.
Paolo udì scorrere l’acqua e dalla porta aperta poteva intravedere le forme della sua donna sotto la doccia. Era veramente una divinità, bella sino l’inverosimile. Poi Katia andò in un’altra stanza e si trovò solo. Perse l’erezione e si mise ad aspettare con pazienza, sapeva che era tutto un gioco e non voleva rovinarlo chiamandola.
Katia torno con un indosso una splendida sottoveste nera di seta. Emanava un odore fantastico. La biancheria intima, certamente uno dei più eccitanti strumenti di seduzione da parte della donne, indossata da Katia fece rabbrividire Paolo che trovò la sua donna molto donna.
Katia si accorse subito dell’effetto provocato su Paolo vedendo i primi sussulti del pene e sorrise: sapeva di averlo in pugno, ma non aveva fretta.
Si mise a rigovernare la cucina, c’erano molte cose da sistemare (soprattutto nei mobiletti in basso!!!) e quindi era costretta spesso e volentieri a chinarsi lasciando che l a sottoveste delicatamente salisse e lasciasse scoperto il suo sedere ed il suo sesso. Spesso la visione per Paolo cambiava e poteva ammirare il seno si Paolo che non poteva certo essere celato e trattenuto da così morbida stoffa.
Katia si girò verso Paolo e gli si avvicinò:
‘Eccitato?’
‘No’
‘E allora questo cosa ci fa bello dritto’
‘Si, ma non sono estremamente eccitato’ ed in effetti aveva ancora il controllo di se.
Katia cominciò a massaggiargli il pene e a passare su di lui la sua mano. Quindi prese un po’ di olio in maniera da fare scorrere meglio la sua mano e con studiata lentezza cominciò nel tentativo di distruggere le certezze di Paolo.
Volente o nolente l’eccitazione dell’uomo si incrementava ogni minuto in cui la donna lo sottoponeva a quell’intenso petting.
Giù, su, giù, su, 20 minuti e Paolo sentì l’orgasmo salire. Katia se ne accorse e con viso trionfante si alzò e se ne andò.
Paolo era ormai praticamente sconfitto ma lo voleva lasciare a riflettere sulla sua sconfitte ed in quell’istante questi pensava difatti a quanto sarebbe durata la vendetta di Katia. Aveva timore delle conseguenze della sua frase del giorno prima.
Katia ritornò in pochi minuti e si mise a cucinare, tagliò la cipolla, carote e tutto il necessario per un buon ragù e cominciò a soffriggere; ogni volta che aggiungeva l’acqua al soffritto rimestava e si recava da Paolo la sui eccitazione era rimasta evidente, si sedeva su di lui e lasciava che la sua asta scivolasse dentro di lei e con movimento ritmico si scopava.
Paolo poteva sentire il calore della sua pelle e della sua figa, aveva a pochi centimetri dalla sua bocca i seni di Katia. Il fuoco sotto la pentola era molto basso e Katia soffriggeva con molta lentezza, aggiungendo piccoli quantitativi di acqua ogni volta. In tal modo rimaneva su Paolo 20 o 30 secondi al massimo e poi tornava a rimestare.
Le prime volte l’eccitazione di Paolo rimase sotto controllo non riuscendo a raggiungere in quei pochi secondi uno stadio di eccitazione eccessivo, ma dopo 10 minuti di continue ancorché brevi cavalcate sentiva il bisogno di godere anche perché la figa di Katia emanava un odore spettacolare e l’ingresso del pene avveniva con molta facilità visto quanto fosse bagnata Katia. Ogni volta che vedeva Katia aggiungere l’acqua gioiva e cercava di concentrarsi per godere in quei pochi colpi che gli erano consentiti, ma Katia era sufficientemente scaltra da calibrare il numero e l’intensità delle penetrazioni.
Katia ad un certo punto pur continuando nel soffritto smise di andare da Paolo che si sentì abbandonato. Nel frattempo però la sua erezione si era un po’ afflosciata, ma piccoli e brevissimi rivoli di precum colavano dalla punta.
Katia spense il fuoco passò dietro la sedia di Paolo dando con la man o alcuni lunghi passaggi sul pene di Paolo in maniera da farlo ritornare pienamente eretto:
‘Così deve stare’ e si allontanò.
Dopo 10 minuti Paolo già si domandava dove fosse, dopo 20 smaniava affinché rientrasse, dopo mezz’ora cominciò a chiamarla, ma rinunciò non ricevendo alcuna risposta.
Passò un’ora prima che Katia rientrasse e come se nulla fosse proseguì nella preparazione del ragù. Adesso doveva stringere i l sugo. Paolo aveva perso l’erezione ad anzi adesso il suo membro appariva piuttosto striminzito anche se alcuni filamenti di liquido seminale davano mostra di aver passato momenti migliori.
Katia cominciò a rimestare il sugo:
‘Come va?’
‘Bene’ rispose Paolo più spavaldamente di quanto la sua condizione non gli consentisse
‘Non sei più eccitato’
‘No’
‘Non ti piaccio’
‘Si che mi piaci, moltissimo.’
‘Si? E cosa ti piace di me?’
‘Sei bellissima, fresca, intelligente, solare’
‘Ti piace il mio corpo?’ insistette Katia sempre continuando a mescolare il sugo.
‘E splendido’
‘E cosa ti piace?’
‘Tutto, il viso perfetto, i seni abbondanti e sodi, il tuo sedere ben tornito, le gambe da carezzare, la pelle morbida e delicata’
‘E ti piace fare l’amore con me?’
‘Si’
‘E cosa ti piace?’
‘Mi pace essere tuo, sentirmi usato da te per il tuo piacere, ascoltarti godere senza interruzione, vederti colma di piacere, poterti toccare il tuo corpo sensazionale’. La piccante discussione e faceva il suo effetto ed il pene riprese vigore. Katia spense il fuoco e si avvicinò nuovamente a Paolo ingoiando in fretta la sua asta.
Paolo emise un gemito di piacere, non le avrebbe mai detto ciò che pensava nei momenti in cui lei lo prendeva in bocca, ma in realtà pensava che era proprio brava a spompinare, sapeva calibrare la forza, la saliva, l’uso della lingua e delle labbra, la profondità.
‘Ti eccita, eh?’
‘Si, un po”
‘Solo un po’?’ ed intensificò i movimenti.
Paolo preferì non rispondere reclinando al contempo la testa godendosi quegli istanti di estremo piacere. Fu così che in maniera ancor più improvvisa lo colse il momento in cui proprio all’acme del piacere lei aveva interrotto ogni movimento. Katia avvicinò la sedia al tavolino o meglio viceversa il tavolino alla sedia in maniera che il petto di Paolo toccasse con il bordo.
Si sdraiò sul tavolo e così la bocca di Paolo era vicinissima alla sua figa:
‘Leccala’
Paolo non si fece pregare e si fiondò sul pube di lei, facendosi largo tra i suoi peli rintracciò presto il clitoride già gonfio. Era eccitata e la eccitava moltissimo il pensiero che la lingua di Paolo avrebbe presto saettato su di lei. Era bravo Paolo, molto bravo.
Con le gambe Katia tratteneva la testa di Paolo in maniera che non potesse fare a meno di leccarla (ma Paolo non si sarebbe mai mosso di lì), le braccia presto si spostarono in preda al piacere a trattenersi ferma sul tavolo.
Nessun piacere era comprabile a quello che provava quando si avvicinava al godimento. Scosse di piacere, ondate di godimento, brividi, non poteva trattenersi dal mugolare, dall’accompagnare coi propri movimenti i tocchi di lui.
‘Si, continua, fammi godere, così, si’
Con questi incitamenti Paolo si sentì ancor più rinvigorito ed in pochi istanti sapeva che Katia sarebbe scoppiata in un lungo orgasmo, sentiva ondate di umori… e smise di leccare.
‘Bastardo, che fai?’
‘Ciò che fai a me!’
‘Non mi sembri nelle condizioni di dettare condizioni’
Paolo sul momento non ci aveva pensato, non gli conveniva molto questo atteggiamento. Umilmente riprese a leccare. Bastarono pochi istanti per riportare Katia sull’orlo dell’orgasmo. Paolo la sentì stringere con forza le gambe, irrigidire la muscolatura.
Lunghi e forti scossoni preannunciarono l’orgasmo, un urlo e poi dopo qualche secondo un:
‘Fermo, basta’
diede il segno dell’avvenuto godimento e del piacere infinito che aveva provato.
‘Mamma mia… riprendi a leccare molto piano’
Paolo allontanò la sua lingua dal clitoride a prese a giocare con tutti gli interstizi dati dalle labbra di Katia, si insinuò all’interno del buco cercando di penetrarla con la lingua, poi vedendole sollevare un po’ le gambe cominciò a leccare anche il buco dell’ano costatando che il respiro di Katia accelerava dandogli l’idea del piacere che riusciva a dare.
La sua posizione legato come era non gli permetteva molta comodità né molta fantasia, ma cercava di fare del proprio meglio. La sua lingua cercò di intrufolarsi in tutte le pieghe, in tutti i buchi. La irrigidiva, poi la rendeva morbida dando a Katia una vasta gamma di sensazioni. Meno atteso della volta prima e meno intenso giunse l’orgasmo di Katia.
‘Fermo’
Passarono 5 minuti buoni prima che Katia riuscisse a muoversi e ad alzarsi, Paolo nel frattempo si era nutrito dei suoi odori. Katia spostò di nuovo il tavolino e guardò a lungo il pene di Paolo, rosso, paonazzo, rigido, Prese in mano i testicoli e cominciò a giocarci quasi volesse farli roteare.
La pancia di Paolo mostrava l’intensità del suo respiro, ma era conscia che difficilmente queste sue attenzioni avrebbero condotto al coito. Giocò per minuti che a Paolo parvero interminabili.
‘E’ l’ora di mettere l’acqua sul fuoco’
Paolo voleva pregarla di non smettere, di farlo godere ma non voleva cedere. Non avrebbe mai creduto che sarebbe riuscita a portarlo in quelle condizioni nel senso che sapeva che se stimolato avrebbe potuto godere, ma non pensava che lei sarebbe riuscita a rendere così essenziale il godimento.
Pranzarono e per l’occasione ebbe slegata una mano e Katia accese la TV. Non c’era molto da vedere ma aveva bisogno di rilassarsi. Si appisolava di tanto in tanto avendo impresso in faccia uno sguardo angelico.
Si riprese dopo un’oretta e corse a prendere l’orami noto strecher che le avrebbe consentito di essere penetrata senza far sì che Paolo godesse.
Paolo era stanco anche per la posizione che aveva dovuto assumere l’intera giornata. Avrebbe dovuto anche fare pipì, ma non ebbe tempo di chiedere nulla, Katia già lo stata toccando per rendergli il pene il più eretto possibile per poi costringerlo nella cintura.
La posizione in cui Paolo la penetrava era molto intima, il viso di lui era appena di fronte il suo seno e così sfilandosi la sottoveste espose il suo corpo per intero al piacere della vista di Paolo che cominciò a giocare coi suoi capezzoli. Si chinò per baciarlo intensamente e lungamente:
‘Ti amo’
‘Anche io’ biascicò col fiato corto Paolo.
Katia poteva scegliere il ritmo della penetrazione, come godere, cosa fare a Paolo e ciò gli dava un segno di onnipotenza. Lo vedeva perso, con lo sguardo colmo di desiderio, si nutriva di ciò.
La congiunzione dei loro corpi generava strani rumori che erano dovuti ai loro umori e ai loro mugolii:
‘Basta, ok hai vinto. Fammi godere te ne prego.’
‘Neanche per sogno, tu si mio e faccio ciò che voglio. Ti avevo avvertito di non sfidarmi!’
Katia adesso gli carezzava il petto, giocava coi capezzoli di Paolo e cavalcava voluttuosamente inarcando il più possibile il bacino. Arrivò presto il momento in cui perso ogni controllo dei suoi movimenti si mise unicamente a cavalcare il più furiosamente possibile toccandosi con le dita il clitoride.
Paolo sentiva lo sperma annebbiargli il cervello, voleva godere, doveva godere, ma dovette accontentarsi di sentire esplodere ancora una volta la sua donna per la quale la sosta aveva rigenerato tutte le sue forze in termini di potenza dell’orgasmo.
‘Basta amore abbi pietà di me’
‘Nessuna pietà, vado a farmi una bella doccia’
Rimasto solo Paolo pensò alla sua condizione, era ridotto alla schiavitù sessuale e non gli dispiaceva affatto esserlo. Tutto ciò che atteneva le loro abitudini sessuali non aveva un impatto sulla rimanente parte della loro vita dove quindi vigevano regole del tutto diverse e di ciò era soddisfatto.
Paolo udiva scorrere l’acqua della doccia ma Katia aveva chiuso la porta e non poteva scorgerla. Poi ci fu il rumore dell’asciugacapelli e poi il nulla. Gli toccò di nuovo aspettare senza sapere quanto. Stavolta l’attesa fu più breve.
Katia entrò nella stanza, era nuda, sorrise:
‘Guarda come è sporco ed appiccicoso’, allungò la mano e raccolse con l’indice un po’ degli umori pendenti dal pene di Paolo, lo assaggiò voluttuosamente.
Lo slegò:
‘Alzati’
Paolo mi contento di sgranchirsi le gambe, Katia lo avvicinò al tavolo e lego i piedi con le gambe del tavolo stesso, lo piegò in avanti allungando le corde in maniera da poterlo legare col le altre due gambe del tavolo. In quella posizione era totalmente esposto alle volontà di Katia che da dietro cominciò a massaggiargli l’asta e soppesargli i testicoli:
‘Adesso sono di nuovo belli gonfi come piacciono a me’
Paolo percepì una crema fredda sul sedere e con poco sforzo di immaginazione capì cosa gli stava accadendo. Katia si era legata il dildo alla pancia, ma prima volle esplorare gli anfratti del suo corpo con le dita. Lo scopò dolcemente facendolo bramare di piacere, Paolo si accorse che avrebbe goduto se non gli fosse stato impedito, sapeva di non essere omosessuale, ma comprese cosa provavano.
‘Ti piace?’
‘Si’
‘Vorresti godere?’
‘Si’
‘Lo sai che invece non ti farò godere, vero?’
‘Ti prego’
Katia sciolse la cinghia che reggeva il dildo e ne prese un altro di forma diversa. In realtà Paolo non poteva vedere cosa stesse accadendo, ma sentì il nuovo dildo nelle sue viscere; Katia lo conficcò il più possibile e si girò di schiena poggiando le braccia sulla sedia. La parte che fuoriusciva dall’ano di Paolo era in pratica un anello che impediva che entrasse di più e un’altro dildo in esatta corrispondenza del primo ma in direzione opposta.
Katia infilò l’altra estremità dentro il suo posteriore e cominciò a scoparsi; ad ogni oscillazione anche Paolo provava brividi di piacere. Gli dispiaceva non poter ammirare il movimento del seno di Katia in quel frangente.
Katia si stancò dopo non molto di quel gioco, tolse il dildo e slegato Paolo lo portò a letto legandolo lì con gambe e braccia aperte il più possibile.
Assunse la posizione tipica del 69 carezzando le cose di Paolo, avvicino le figa alla faccia di Paolo che allungò la lingua per leccarla.
‘Sta fermo’
‘Perché?’
‘Perché fai quello che ti dico io’
L’odore degli umori di Katia lo inebriava, avrebbe desiderato leccarla e farla godere nuovamente. Il tocco di Katia poi lo faceva impazzire, desiderava, avrebbe voluto, ma tutto ciò che poteva era obbedire.
Katia colava liquidi e l’odore permeava le nari di Paolo, poi Katia si abbassò un po’ sfregandogli la fica sul viso.
‘Ti piace la mia fica?’
‘Si’
‘Ti piace odorarla?’
‘Si’
‘Cosa desideri più di ogni cosa in questo momento!’
‘Desidero…’
‘Dimmi pure cosa desideri senza reticenze’ e passò nuovamente il suo sesso sul viso di Paolo
‘Leccarti’
‘Leccarmi?’
‘Si’
‘E non godere’
‘Si godere pure’
‘Ma più di ogni cosa leccarmi hai risposto’
‘Ho risposto così ma vorrei godere’
‘Mi spiace della tua risposta ti avrei fatto godere se mi avessi risposto che desideravi più di ogni cosa eiaculare, ma tu vuoi fare godere me… e allora lecca’
Paolo aveva disegnata in viso la disperazione, in realtà Katia mentiva, non lo avrebbe fatto godere, avrebbe trovato un’altra scusa, ma lui non aveva ancora imparato questi trucchi. Si mise a leccare mentre Katia leccava con vigore il suo membro ingoiandolo il più possibile. La sua frustrazione era la massimo, pensava a come sarebbe stata dura la settimana in quelle condizioni.
Katia percepiva la disperazione e la frustrazione di Paolo e ciò la rendeva pazza di piacere e quindi raggiunse presto l’orgasmo, l’ennesimo del giorno e l’ultimo d’altronde… era proprio distrutta. Tanto, troppo sesso, no il sesso non è mai troppo, ma era comunque molto stanca.
Si stese accanto Paolo e chiudendo gli occhi si mise a leccare le orecchie di Paolo, per lei era quasi un passatempo visto che era quasi dormiente, per Paolo era l’ennesima tortura che fu interrotta solo dal sonno che colse prima la donna e poi lui stesso.
La giornata era ancora a metà, ma Katia era soddisfatta della condizione psicologicamente e fisicamente disastrosa in cui aveva ridotto il suo uomo. Decise per la serata di non calcare ancora la mano, ma non avrebbe rinunciato a toccarlo sporadicamente, baciarlo con passione, sfregarsi contro il suo pene. Doveva cominciare la settimana il più eccitato possibile, doveva colare liquido seminale ad ogni sua provocazione.
I propositi di Katia furono attuati in pieno anzi una piccola casualità aggiunse un po’ di pepe al tutto. In serata squillò il cellulare di Paolo, si trattava di questioni di lavoro. Katia ne approfitto per impadronirsi del suo membro e masturbarlo. Paolo la guardò con terrore, era sicuro che la persona dall’altra parte si sarebbe accorto del suo respiro corto e cercò di divincolarsi. Katia lo bloccò contro il muro e riprese la masturbazione.
Paolo cercava di resistere il più possibile senza dare segni evidenti di eccitazione che l’interlocutore potesse percepire, ma Katia ebbe pietà di lui rallentando quando l’azione diventava troppo perché Paolo potesse resistervi.
Eccoli dunque pronti a cominciare una nuova settimana di lavoro. Paolo dapprima completamente svuotato con una sere di orgasmi e poi ridotto nuovamente ad un ricettacolo di eccitazione con i testicoli colmi di sperma ma soprattutto succube di Katia. Questa invece inebriata dai continui orgasmi e dal potere nelle sue mani. Era una sensazione bellissima decidere i destini sessuali dell’uomo che amava. Katia ringraziava la natura che consente alle donne di godere indefinitamente, mentre gli uomini hanno possibilità limitate e al contempo fanno di tutto per poter godere.
Katia rimise la gabbia a Paolo conscia di averlo condotto in una condizione pericolosa; come al solito temeva per la notte e non per il giorno anche perché l’indomani sarebbero cominciate le prime grandi manovre e Paolo, credeva lei, ne sarebbe stato distratto.
In realtà per distrarre Paolo dal pensiero di godere dentro Katia non sarebbero bastate questioni di Stato importanti, la voleva.
PARTE SESTA

Settimana importante, ore 9.45 Paolo era davanti il monitor con il book del titolo aperto e con evidenza su tutte le opzioni in tempo reale.
Ore 9.50, Paolo sensibile ad ogni più piccolo movimento del titolo e dei suoi derivati nota un piccolo movimento quasi contemporaneo su 3 diverse call out of the money. Qualcuno si era mangiato l’ordine di vendita da 900.000 pezzi messo dal market maker. Non sono grossi importi, ma si possono fare degli ottimi guadagni, pensò.
Non fece molto caso a quanto stava accadendo, d’altra parte coloro che avrebbero presto pompato il titolo magari volevano cominciare a portare soldi a casa sul mercato delle opzioni.
Paolo notò che dopo i 5 minuti canonici il market maker aveva di nuovo preso posizione per dare liquidità al mercato. Stesso prezzo visto che il titolo non aveva subito variazioni e non aveva avuto la furbizia di aumentare la ‘volatilità’. Pochi secondi dopo qualcuno aveva mangiato anche questi ordini. Paolo ancora una volta pensò trattavasi degli istituzionali con cui avevano concordato l’operazione, ma volle avvertire Fabio e chiamare qualche amico in sala operativa.
Ma a pochi minuti dall’operazione era operazione non essenziale. Tra le altre cose la giornata in borsa era ancora abbastanza fiacca e bastavano pochi titoli per mangiarsi i book. Ore 10 esatte, in denaro compaiono ad ogni tick sul book ordini consistenti a far da base per acquisti successivi. L’indicatore dei volumi era ancora abbastanza normale.
Nel frattempo Paolo butta un occhio sul mercato delle opzioni. Tutte le call di tutti i market maker avevano avuto mangiata la lettera. Paolo senza perdere di vista il titolo scaricò per tutte le call le ultime operazioni accorgendosi che anche venerdì l’andamento era stato simile anche se non così in grande. Certo trattavasi di quantitativi limitati presi in valore assoluto, ma cominciò a preoccuparsi.
Fece i conti, probabilmente l’acquirente (o gli acquirenti, non poteva escludere che trattavasi di persone differenti) avevano accumulato circa 50 milioni di opzioni spesso notevolmente out of the money. Spesa complessiva 150.000 euro circa.
Paolo chiamò uno degli istituzionali dell’operazione e domandò di informarsi sul codice dell’acquirente:
‘Abbiamo notato anche noi i movimenti, ma pensavamo foste voi’
‘Noi?’
‘Si i manager o amici dei manager che approfittano dell’insider trading per ottenere lauti guadagni’
‘Ma come fai ad insinuare…’
‘No, non ti arrabbiare, non ti sto accusando, tanto fanno tutti così grazie anche a prestanomi e parentele’
‘Noi no’
‘Allora il codice è della Banca ”””, mi informo con loro’
‘Ok’
Il titolo frattanto non aveva avuto grossi sbalzi, costanti ma piccoli ordini automatici erodevano piano piano la prima lettera, lanciando un segnale a tutti coloro che collaboravano nel pompare il titolo. Acquisti automatici da 250 significavano mantenere il livello, acquisti da 100 indicava la ricerca della rottura del livello per attestarsi al *.*5 successivo.
Il titolo poi secondo le analisi tecniche più attendibili aveva una resistenza forte a 5.4, il primo giorno era essenziale portarle il titolo al test della resistenza con un piccolo ritracciamento nel finale per fare l’indomani il passo successivo, rottura della resistenza con volumi, il che avrebbe dato un forte segnale buy.
D’altra parte su alcuni siti sarebbero usciti rumors di utili record e dividendi straordinari oppure di commesse importanti il che avrebbe fatto il paio con un paio di articoli su giornali finanziari con ipotesi fantastiche sul titolo. Dovendo poi far crollare il titolo non volevano allungare troppo la fase di accumulazione così già mercoledì sarebbero usciti alcuni report con indicazione buy e strong buy da parte di alcune società di investment banking che qualche azione in pancia per ripagarsi del favore l’avevano accumulata senza dare nell’occhio.
Katia entrò nella stanza e distrasse l’attenzione di Paolo dai monitor:
‘Come va?’
‘Bene, per adesso bene… ma siamo ancora all’inizio’
‘Serve qualcosa?’
‘No, grazie’
‘Ti amo tanto’ e sedendogli sulle gambe lo baciò profondamente.
‘Anche io’
‘Che succede qui?’ disse Katia che essendo seduta su Paolo aveva sentito crescere sotto di se il suo membro.
‘Scema, lo sai’
‘E tu ridimmelo’
‘E’ il mio pene che ti vuole che anela il fare l’amore con te’
‘Ed è duro?’
‘Si’
‘Fammi sentire’ e detto ciò cominciò da sopra i pantaloni a massaggiargli l’asta
Paolo con l’eccitazione arretrata era molti sensibile al tocco di Katia e percepì ben presto l’urgenza di godere.
‘Toglimi i pantaloni e fammi godere’
‘No, senza toglierti i pantaloni’
‘E come faccio coi pantaloni ed i boxer sporchi?’
‘Allora non vuoi godere veramente, non sei disposto a tutto’ e detto questo smise di masturbarlo proprio sul più bello e uscì dalla stanza.
Paolo ebbe difficoltà a riprendere a ragionare, ma notò con piacere che il primo colpo al titolo era stato dato e adesso veniva mantenuto il livello successivo. Guardò di nuovo il mercato delle opzioni, molti dei market maker avevano aumentato la volatilità allargando gli spread e ciò aveva disincentivato ulteriori operazioni.
Tutto procedette alla perfezione, venne testata la resistenza a 5.4 e fatto ritracciare il titolo con violenza per poi stabilizzare il tutto a 5.34 in close (+6.37%). Il mercato delle opzioni aveva seguito l’andamento del titolo, ma senza più che i volumi fossero elevati. Paolo riprese il foglio con le operazioni analizzate la mattina e le mise su un foglio excel con accanto ai nuovi prezzi. L’investitore (o più d’uno) misterioso aveva in cascina già un guadagno del 40% circa, ma l’indomani avrebbe sicuramente raddoppiato il malloppo viste come volevano organizzare l’operazione.
Avevano previsto tutto compreso un ritracciamento a ritestare la resistenza di 5.4 divenuta supporto il terzo giorno. Come se tutto fosse a conoscenza di qualcuno che si muoveva bene con le opzioni l’indomani ci furono monetizzazioni sulle call (sui massimi) e aumento di volumi sulle put (ai minimi) e viceversa il terzo giorno. Paolo seguiva con attenzione questo portafoglio virtuale che aveva immaginato essere in mano a qualcuno di piuttosto furbo: da 150.000 ‘ avrebbe avuto adesso 400.000 ‘, una bella sommetta in effetti, buona per comprare sul mercato quasi lo 0.25% della società.
Le indagini del suo amico in sala operativa avevano dato pochi frutti, i soldi provenivano dalla Banca che aveva indicato, ma si trattava di movimentazioni da tre diversi clienti con differenti conti titoli e ovviamente non furono dati ulteriori informazioni sui clienti suddetti.
Paolo mise tutti al corrente della situazione, ma senza certezze non avrebbero fermato l’operazione che d’altra parte non era inficiata dall’investitore che ne approfittava facendo trading ed in ogni caso Paolo non voleva insistere per bloccare il tutto o porre troppo l’accento sulla questione visto che non poteva a priori escludere che non fosse qualcuno interno alla società che arrotondava lo stipendio.
Mercoledì sera tornando a casa in auto Katia lo trovava un po’ preoccupato:
‘Ehilà, non ti puoi mica fare abbattere da così poco?’
‘Si, lo so, ma c’è qualcosa che non quadra’
‘Conosco io come fare a distrarti’
Dicendo ciò poggiò la mano sul pacco di lui saggiandone con attenta disamina la reazione. Entrarono in casa che già Paolo era fortemente eccitato e dal pantalone risaltava il membro indurito.
Mentre Katia lo spogliava il pensiero delle preoccupazioni era sempre più lontano nella sua mente. Anche i vestiti di Katia finirono presto in terra, si baciavano con frenesia in un’ondata di estrema passione, Paolo penetrò Katia con forza costringendola contro un muro, respiravano a fatica:
‘Non ti ho detto che puoi godere per cui prima che sia inevitabile devi smettere’
Per Paolo fu come una doccia gelata:
‘Pensavo mi volessi’- disse Paolo sfilandosi.
‘E ti voglio, infatti, ti voglio far soffrire ancora un po” rispose Katia inginocchiandosi e leccando la punta del cazzo di Paolo. ‘Inoltre non ti ho detto che non mi puoi penetrare solo che bisogna prendere le dovute precauzioni’.
Paolo capì subito cosa intendeva Katia per questo andò da solo a prendere l’ormai nota cintura, la indossò e si sedette su una sedia attendendo che lei si infilasse sopra di lui. Quanta frustrazione del proprio desiderio, ma pur di sentirla ancora godere era disposto a tutto. Katia fu molto dolce e ciò acuì la disperazione di Paolo in quanto la sofferenza fu di molto prolungata. Si scambiarono molti caldi baci e carezze, amavano sentire il calore dei loro corpi.
Katia dopo un po’ cominciò a toccarsi per accelerare il ritmo dell’eccitazione, il suo godimento giunse presto e parve infinito anche se non forte come Paolo era abituato, la dolcezza della situazione aveva reso il tutto molto tranquillo e anche l’orgasmo fu dato da lente e prolungate ondate di piacere.
‘Ti amo ed amo lui’ disse Katia indicando il membro di Paolo, ‘mi fate godere come una, una’ non ebbe il coraggio di dire la parola che aveva in mente… troia ‘non posso fare a meno di voi, penso sempre a come vorrei fare l’amore la volta dopo’
‘Non vedo l’ora che arrivi il week-end per soddisfare ogni tua fantasia’
Ma intanto c’erano ancora due giorni di lavoro. Come da programmi il titolo salì di un ulteriore 10% circa e come Paolo era ormai sicuro sarebbe accaduto qualcuno avrebbe monetizzato le opzioni call comprate mercoledì. Le call out of the money avevano avuto incrementi a tre cifre in ognuno dei due giorni.
Paolo aprì il suo file e mise i valori stimati dei guadagni dell’esperto di opzioni: doveva aver sforato il milione di euro di gain avendo già detratto le imposte sulle plus. Ormai mancavano in pratica due settimane al momento cruciale, il titolo nelle due settimane successive avrebbe guadagnato come da programma ancora un 15% dopo un ritracciamento il lunedì e poi sarebbe dovuto crollare. Continuando così l’investitore avrebbe ancora potuto anche quintuplicare o decuplicare il proprio denaro.
‘Ma chi se ne frega… il week end è finalmente arrivato’ pensò Paolo e di certo non era entusiasta per l’arrivo del fine settimana perché avesse in mente pensieri puri.
Katia era andata a casa un po’ prima di lui e quando Paolo arrivò trovò nell’ingresso due piccole valigie:
‘Come mai le valigie?’
‘Partiamo’
‘E per dove?’
‘Andiamo in montagna a prendere un po’ di aria pura, ho già prenotato’
Partirono subito ma arrivarono che già era sera inoltrata, erano stanchi ed i panini che si erano portati dietro erano sufficienti per tappare i loro stomaci. Paolo era un po’ deluso in prima battuta, ma poi riflettendoci bene pensò che fare l’amore in montagna potesse essere bello.
Si stesero a letto abbracciandosi e d’altronde in montagna la temperatura non era così mite come in città. Il sonno li colse quasi subito, ma Paolo un po’ più inquieto impiegò qualche secondo ulteriore oltre quanto impiegato da Katia.
PARTE SETTIMA

Paolo sognò tutta la notte donne nude che lo deliziavano con le loro bocche, seni da toccare, culi da palpare. Si svegliò pensando a chissà cosa avesse preparato per lui Katia ed invece la trovò quasi vestita e pronta per una gita in montagna.
Aveva già predisposto l’itinerario su un sentiero non molto complicato dal, punto di vista altimetrico, sarebbero stati di ritorno per pranzo. Rientrarono affamatissimi e fecero onore al ricco pranzo preparato loro dalla signora che gestiva la baita in cui alloggiavano.
Le speranze di Paolo per un pomeriggio di fuoco furono tarpate immediatamente da Katia che gli indicò una serie di negozietti che voleva visitare. Passarono il pomeriggio tra bancarelle e orridi oggetti ricordo. Ogni volta in cui sembrava stessero finendo Katia aveva una nuova idea.
Paolo appariva depresso e scocciato, ma soprattutto era molto aggressivo. Voleva fare sesso. Katia lo rimproverò per il suo atteggiamento e finirono quasi per litigare anche se Paolo in fondo non poteva lamentarsi più di tanto visto le innumerevoli volte in cui lei si occupava di lui. Ma quasi sentiva il testosterone girargli nelle vene, era disposto a tutto.
Per Paolo fu un sabato sprecato, e poi domenica dovevano andare via non troppo tardi per poter essere a casa, riposare e riprendere il lavoro con tranquillità lunedì.
Katia invece era un peperino pieno di iniziative e di voglia di fare.
Accompagnati da pensieri e progetti di questo tenore andarono a letto, anche al momento di indossare la gabbia Katia si disinteressò alla sua eccitazione inserendola con un gesto meccanico. Sembrava lontanissimo il sabato prima in cui Paolo era stato completamente distrutto dai continui orgasmi.
L’aria pura della montagna fece da calmiere dei loro animi; si risvegliarono con il cinguettio degli uccelli piuttosto che con il sordo rumore del tram che sferragliava nei pressi di casa loro (così avevano imparato a chiamarla dopo che Katia si era trasferita da Paolo).
Paolo carezzava i capelli della sua donna con estrema dolcezza attendendo il completo risveglio per decidere come organizzare la giornata prima di dover ripartire per la città. Katia non aveva voglia di svegliarsi completamente e si accucciò ancor di più sotto le coperte avvinghiandosi al proprio amore.
‘Sarà meglio che vada a farmi una bella doccia così mi sveglio pienamente’ ‘ si convinse alla fine Katia e scomparve lentamente in bagno. Paolo la seguì per poter iniziare anch’esso le proprie abluzioni. Katia mentre faceva scorrere l’acqua per scaldarla un pochino(l’acqua degli alberghi di montagna all’inizio è sempre ghiacciata) andò a prendere la chiave e liberò l’organo sessuale di Paolo.
‘Vieni a farti la doccia con me?’
‘Si’
Mai Katia gli aveva concesso l’onore di fare la doccia insieme, appena sotto la doccia Katia sciacquò per bene Paolo cominciando ad insaponarlo ad iniziare dal petto per proseguire in tutto il corpo sia davanti che dietro lasciando per ultimo il pene cui dedicò particolari attenzioni.
Paolo era deliziato dal tocco delicato e teneva gli occhi chiusi per meglio assaporare quei momenti. Katia aprì nuovamente l’acqua per togliergli il sapone di dosso. Paolo cominciò a ricambiare la cortesia insaponando Katia.
Ovviamente Paolo si soffermò con molta attenzione su seno, sedere e sesso di Katia che respirava con la bocca aperta. Paolo la baciò continuando a toccarla, Katia si staccò presto perché col solo afflusso d’aria dal naso non riusciva a coprire il fabbisogno d’ossigeno.
Presero i teli e si asciugarono vicendevolmente. Si sentirono ancestralmente molto vicini e si abbracciarono completamente nudi inebriandosi dei propri odori anche se mistificati dal bagnoschiuma.
‘Che cosa vuoi fare oggi, amore?’ chiede Paolo.
‘Prima di tutto dopo avermi eccitato così tanto almeno devi farmi godere’ ‘ Sorrise.
Paolo la fece girare di schiena in maniera che il suo pene fosse poggiato sull’ano di lei e che di fronte avessero lo specchio quindi passò la mano avanti in maniera da poterle toccare agevolmente il clitoride. In questa maniera aveva una chiara visione del suo viso mentre la toccava.
Passo le dita tra le piccole labbra raccogliendo e spalmando tutti gli umori già prodotti anche se in parte dispersi durante la doccia, infilò un dito dentro il buco in maniera da ottenere maggiore lubrificazione.
Katia si sentiva in balia del piacere e le gambe la reggevano a malapena. Man mano che sentiva montare l’orgasmo, i suoi movimenti diventarono più intensi e frenetici e di ciò ne beneficiava pure Paolo che oltre a potersi godere l’intero spettacolo grazie allo specchio sentiva il corpo di Katia sfregarsi contro il suo. Appena percepì che Katia stesse raggiungendo l’orgasmo con l’altra mano con cui sino ad allora l’aveva tenuta stretta a se iniziò a torturarle il capezzolo. Era troppo perché Katia potesse resistere oltre: scoppiò ben presto in un orgasmo la cui visione fece quasi godere Paolo.
Katia si voltò verso Paolo e lo baciò. Paolo ebbe la sensazione di essersi lasciato sfuggire una grande occasione per godere, ma, invece, Katia nonostante tutto aveva il controllo della situazione e nei brevi momenti di lucidità era riuscita a calibrare lo sfregamento.
Tornarono nella stanza ormai pienamente illuminata dai raggi solari seppur mitigati dalle imposte leggermente dischiuse. Respirarono intensamente convinti di non poter cogliere felicità superiore a quella che li pervadeva in quel momento. La loro situazione economica era piuttosto buana e ciò gli consentiva di godersi la vita, ma il vero motore che li rendeva così soddisfatti era il loro amore.
Si sdraiarono sul letto e Katia prese in mano l’asta di Paolo:
‘Di che sei tu?’
‘Tuo, completamente tuo’.
‘E di chi è il tuo pene?’
‘Tuo’
‘E chi decide il tuo orgasmo?’
‘Tu’.
‘Sei in mano mia, sei in mio possesso; potrei decidere di farti godere come di continuare a masturbarti all’infinito come invece non interessarmi per niente a te.

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