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Racconti di Dominazione

LA SENTO SALIRE LE SCALE

By 21 Aprile 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

La sento salire le scale. Nella stanza c’&egrave silenzio.
E posso ascoltare.
I suoi stivali.
I suoi stivali procedono inesorabili.
Ticchettio.
Buio.
Sono bendato.
La scala &egrave a chiocciola,posso immaginarla muovere le sue lunghe gambe,piegandole con vigore e sensualità,il suo culo dritto,ondeggiante per il movimento.
Posso immaginare la sua sfrenata femminilità.
Ticchettio di tacchi.
Entra lenta nella stanza per me racchiusa nel buio più nero.
Il cuore accelera.
La bocca &egrave secca.
Respiro veloce.
Odore.
Odore di femmina.
Ascolto il frusciare delle sue calze.
Profumo di latte,di pelle,di voracità.
Ancora tacchi sul pavimento.
&egrave più vicina.
Sono suo.
Lei &egrave sempre più vicina.
Sono suo.
Respiro piano.
Mi pare che rida.
Le appartengo.
Nudo.
Legato con le braccia alzate e le gambe divaricate da una catena.
Lo spostamento d’aria. Lei. Di fronte a me. Non la vedo,ma la sua presenza mi accerchia.
Ride.
Ride.
Il suo odore &egrave devastante.
Crudo,ammorbante,delizioso.
Profuma di donna e di potere. Di fascino e crudeltà.
Di sesso e lussuria.
Sono suo.
Può farmi ciò che vuole.
Non so cosa vuole.
Il primo schiaffo &egrave forte.
Il secondo &egrave leggero.
Il terzo schiaffo &egrave violento,mi strappa un gemito.
Mi afferra le palle.
Il cazzo &egrave duro.
Si piega su di me.
Sono suo.
Elga &egrave alta.
Mi sovrasta.
Mi tiene le palle e con l’altra mano gioca col mio cazzo.
Lo tira.
Sono suo.
Tira il mio cazzo.
Elga &egrave bionda.
Ha un grosso seno e una rosa tatuata sopra la tetta sinistra.
Elga ha grosse labbra rosse.
Porta capelli corti biondi e neri.
Non &egrave bella.
Ma &egrave la mia Dea.
Sono suo.
So che indossa lo strap-on.
Lo so perché ha voluto che l’aiutassi a metterlo.
&egrave un grosso cazzo bianco.
Sarò suo.
Elga ha 40 anni.
Elga &egrave sposata con un uomo volgare che gestisce un pub. Si chiama Sal e ha un braccio completamente ustionato e pieno di grinze. &egrave uno stupido e queste &egrave il suo maggiore problema. Ma per sua sfortuna non &egrave neppure il solo. &egrave geloso,taccagno,grezzo. Lei lo tradisce con tutti i clienti del pub. Io sono un frequentatore del pub. La prima volta lo facemmo normalmente in casa sua. La scopai sul divano della cucina. Sal era di sopra strafatto di un mix di vino e sonniferi.
La seconda volta,mentre la prendevo sopra il letto di camera mia mi infilò un dito in culo,uno dei suoi diti grossi e massicci,e mi sverginò.
Capì che con me avrebbe potuto fare ciò che voleva e lo fece.
Gli appuntamenti successivi furono una escalation verso la mia sottomissione. Mi legava. Mi sculacciava. Mi ficcava oggetti nel culo. Mi bendava,mi frustava. Mi frustava con fruste e bacchi. Con gatti a nove code e ciabatte. Mi graffiava.
Una sera mi inculò con una banana.
La volta dopo con un plug.
Quindi si prese il mio culo col suo strap-on bianco. Mi penetrò,devastandomi.
Mi scopò facendomi urlare di dolore.
Mi aprì in due.
Quindi mi fece godere come mai.

Si &egrave scostata appena per raccogliere qualcosa da terra.
Torna.
Respiro sempre più velocemente.
La bocca annaspa.
Cerco ossigeno.
Elga si gode questi momenti.
&egrave padrona del gioco.
&egrave lei.
&egrave la sua figa che raccoglie vibrazioni positive.
Sento prima lo spostamento d’aria.
Poi qualcosa mi raggiunge al petto.
Un frustino con una larga apertura in cima. Un rettangolo di pelle.
Urlo di dolore.
Un altro colpo.
Un terzo.
Un quarto.
Urlò.
Mi contorto dal dolore.
Il mio petto &egrave raggiunto da una successione di colpi.
Prima a destra,poi a sinistra.
Sinistra.
Destra.
Sinistra.
Destra.
Sinistra.
Destra.
Urlo.
Lei ride.
Se la gode.
Si diverte.
Mi ha tutto nelle sue mani,nella sua mente. Nella sua frusta.
Colpi.
Sinistra.
Destra.
Elga ha un grosso naso,lungo che dona al suo volto un disequilibrio intrigante e serio.
Un mio amico,la prima volta che la vide disse che era volgare con quel naso,ma si sbagliava. Normalmente lo avrei giudicato esagerato anch’io,specie per una donna,ma ad Elga stava bene.
Sal era un bell’uomo,braccio a parte,ma era una merda. Si vestiva da bovaro,fumava sigarette da poco,puzzava di vino e tabacco.
Elga si era fatta due marinai lo stesso giorno delle nozze,mentre Sal ronfava ubriaco al banchetto nuziale. Certo lei non aveva atteso il matrimonio per tradirlo,ma prima era sempre stata accorta,una volta sposato Sal e messo le mani sul pub,si era scatenata.
Mi aveva raccontato che aveva conosciuto la sua indole ‘dominante’ frequentando una tipa lesbica di T.
Le donne le erano sempre piaciute,ai tempi della scuola stava con una jamaicana che mi mostrò in una foto del cellulare. Una nera dai lunghissimi capelli rasta,alta e strafiga che oggi &egrave felicemente sposata e madre di due bambini. Questa lesbica di T. era una che amava farsi legare e sculacciare a sangue. Elga si era divertita un mondo con lei. Se la frustava e se la sbatteva alla grande e a Sal raccontava che usciva con una sua amica,una dottoressa simpatica e discreta. Sal neppure immaginava che fosse la sua amante. Sal sapeva solo menare le mani e ubriacarsi di vino di pessima qualità. Elga aveva conosciuto così la sua natura,ma apprezzava farsi sentire anche con gli uomini perché si divertiva di più.
Con me era andata a nozze,perché io ero rimasto subito folgorato dal suo sexappeal e alla sua energia. In pochi incontri si era guadagnato un amante pronto a tutte le umiliazioni pur di fare sesso con lei.
Elga mi girò intorno lentamente.
Pizzicava il frustino sulle mani
A parte il suono dei suoi tacchi e quel rumore eccitante e crudele,c’era solo silenzio.
Poteva colpirmi quando voleva.
Inerme.
Legato.
Attendevo.
Sorrideva.
‘Verme.’
‘Schiavo del cazzo.’
‘Meriti due frustate ben date..!’
La prima di colpì il culo con vigore.
AHI!
Il secondo.
AHI!
Terzo.
AHI!!!!
Il culo esposto mi andò subito in fiamme.
Elga riprese inebriata dal dolore che mi vedeva patire e dal senso di suo possesso su di me.
Colpo.
Grido.
Colpo.
Grido.
Colpo.
Grido.
Si fermò.
Girò di nuovo.
Un colpo sul petto.
Uno sul culo.
Urlavo di dolore.
‘Bravo,fammi sentire che sei mio..’
Colpo al culo.
Frustata al petto.
Urla.
Piangevo.
Gridavo.
Colpi davanti,dietro.
Colpi.
Dolore.
Possessione.
Dominio.
Mille emozioni e sensazioni e dolore mi attraversavano mente e corpo.
Ero suo,senza dubbio.
Mi colpì ancora.
Smise.
Girò intorno al mio corpo segnato,in sua balia..Elga era lenta,annunciava il colpo agitando il frustino ma mi faceva solo sobbalzare nel tentativo di pararlo,ma il mancato gesto era umiliante e mi faceva tremare come uno vero.
Godeva di quel potere.
Si fermò alle mie spalle.
Si chinò su di me e mi abbracciò.
Potevo sentire il suo corpo appiccicato al mio. Le sue grosse tette strette in un corpetto che avevo allacciato io stesso. E sotto il grosso cazzo bianco premermi sul culo.
Graffiandomi fece scivolare le sue mani lungo la mia schiena.
Risalì la mia schiena martoriata dalle frustate con goduria,raschiandomi.
Mi incideva leggermente la carne trattata in precedenza dai suoi colpi duri,infliggendomi brividi acuti di dolore,ma quando si appoggiava a me con il suo corpo caldo ed eccitante,il piacere era enorme.
Lo strap-on premeva sul mio culo.
Mi ficcò le unghie nei fianchi strappandomi un grido lacerante.
Quindi infilò un dito nel mio culo.
Spinse.
Il suo dito.
Il mio culo.
Spinse.
Gridai.
Sudai.
Godetti.
Spinse.
Poi ne infilò un altro.
Spinse.
Gridai più forte.
Spinse le due dita.
Ancora un grido di dolore ma anche di piacere.
Le tolse.
Si scostò un attimo e la sentii versarsi del gel sulla mano.
Amava penetrarmi con le dita.
La faceva sentire ancora più dominante.
Una volta avevamo fatto sesso mentre Sal dormiva accanto a noi sul letto. Ronfava come un maiale e noi eravamo nella stanza a guardare la tv. Elga si era distesa sul letto accanto a lui e mi aveva chiamato. ‘Fottimi!’ aveva detto scoprendo il suo corpo massiccio e dolce,accogliente e sublime. Le ero salito sopra e avevo iniziato a penetrarla dolcemente. Mi muovevo con lentezza con calma mentre Sal ronfava lì,se avessi allungato un dito l’avrei toccato. Elga godeva,godeva per il mio cazzo nella sua figa,ma anche,e soprattutto, per il fatto che lo stronzo di suo marito era lì. Venne mentre io ero ancora eccitato. Mi fece uscire dalla sua figa e me lo prese in mano: dopo poco mi fece venire alla grande. Schizzavo sul suo corpo e vedevo Sal che dormiva stupido e beato.

Ben unta mi schiaffò un dito nel culo di nuovo.
Spinse.
Si fece strada.
Due dita.
Entravano con facilità.
Tre.
Gridai.
Lei rise: ‘Troia. Ti sfondo questa sera. ti apro il culo in due e ti lascio un ricordo speciale.’
Quattro dita.
Urlai di dolore.
Ma in fondo,dietro il dolore,il piacere.
Si fece strada con l’intera mano.
Entrava tutta.
Lo sapevo.
‘Come sei sfondato! Ti ho preso vergine ed adesso ci entra tutta una mano e questo cazzo che tengo legato in vita,sei più puttana di una troia di Amsterdam’se lo sapesse tua moglie che ti fai scopare così”
La sua mano si agitava nel mio culo.
La tolse.
Mi slegò le braccia e mi trascinò avanti.
‘Su non farmi perdere tempo,cammina. Ecco,così,girati. Stenditi qui. Sbrigati,merdoso..avanti,di schiena,ecco ‘ mi sdraiai su qualcosa di morbido,rialzato ‘ andiamo le gambe in aria,chissà quante volte l’hai fatto per me?! Che dobbiamo ogni volta ricordarci come? Stupido! Alza queste cazzo di stupide gambe! Così! Vieni qua,troia! ‘ e mi tirò a sé,avevo le gambe alzate e il culo fuori da dove stavo disteso di schiena ‘ mostrami il culo!’
Mi sistemò.
Mi preparò.
Mi colpì violenta l’interno delle cosce.
‘Stai ferma,troia!’
Nuovi colpi.
Urla.
Le lacrime mi premevano sulla benda.
Elga mi gettò del gel nel culo,quindi ci sputò ben bene per farmi capire che la sua arroganza non ammetteva repliche né scorciatoie. Mi spinse la cappella dello strap-on contro l’ano già dilatato. Prima di farla entrare però,mi tolse la benda.
Luce.
Forte.
Luce.
Gli occhi faticarono un attimo a abituarsi di nuovo alla luce. Elga però troneggiava su di me,la riconobbi subito.
Rideva.
‘Adesso ti inculo per bene. Fai poche storie e fammi godere” lo strap-on aveva un piccolo pene che entrava nella figa di Elga. Le piaceva a quel modo così che poteva scoparsi un uomo ma anche essere scopata.
Sbrang.
Un colpo secchissimo.
Gridai trafitto dalla potenza dello strappo.
Mi era entrata dentro con un colpo solo.

per commenti,critiche,ecc: dorfett@alice.it

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