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Varco la soglia di quel posto che, piano,piano, sta diventando sempre più familiare…una tana sicura,dove vivere a pieno la parte più viscerale e carnale di me stessa, consapevole, che quello è il Loro territorio, la Loro alcova e da quel momento, sarò la Loro preda, senza via di scampo.

Questa consapevolezza mi inebria e mi carica, diffondendosi nel basso ventre, mentre le gambe tremano e fatico a mantenere il contatto visivo…ma comunque lo ricerco, ne ho bisogno e quando lo trovo, puntualmente mi investe, bloccandomi il respiro e facendomi sentire minuscola , impotente…dannatamente viva.

Mi siedo sul bordo del letto, in attesa…questi momenti iniziali sembrano sempre eterni…mi fanno impazzire! Chi inizierà?! Con cosa ?!
Gli sguardi parlano chiaro, hanno entrambi fame di emozioni,gemiti e supplizi…e come dargli torto?

Dal nulla e senza pietà, un’ artigliata si abbatte sulle mie cosce, strappando ciò che resta delle calze (già martoriate durante la serata)…il bruciore dei graffi si diffonde velocemente in tutto il corpo, è dannatamente intenso e profondo, come le emozioni che suscita…gemo, lasciandomi invadere dalla sensazione di essere braccata e dal senso di sottomissione.
Butto un’ occhiata fugace sulla sedia dove sta seduto S. a godersi la scena, senza però riuscire a guardarlo realmente…ho paura di ciò che il suo sguardo, se incrociato, possa farmi.

Non mi è concesso soffermarmi troppo su questo pensiero, le calze sono state tolte del tutto con violenza, come anche le mutande e un morso altrettanto violento e animalesco sulla coscia , mi riporta alla realtà, facendomi gemere oscenamente e senza ritegno.
Le risate che seguono, vanno ad aumentare il mio sentirmi giocattolo da torturare a piacimento , facendomi tremare di piacere e accasciare su me stessa.

Vengo spinta sul letto, semi distesa e mentre il mio sguardo è fisso sul materasso,un rumore metallico mi arriva alle orecchie, immediatamente provo una sensazione di freddo e pesantezza sul corpo…realizzo che sono catene, sono scossa dai brividi e il respiro accelera.

La catena gira attorno alla coscia ed in questo istante S. si alza, si avvicina al suo discepolo e sussurra spiegazioni…questa cosa mi fa letteralmente impazzire…il modo in cui gli spiega come fare ( sia a livello di sicurezza che di dolore), il modo in cui poi E. lo mette in atto, il fatto che utilizzino il mio corpo per fare pratica e che una costante sensazione di sicurezza e tranquillità ricopra la situazione…mi fotte la testa…Loro, e ciò che ne scaturisce quando siamo insieme, mi fottono la testa e non solo.

La morsa si stringe di scatto, mi tira la pelle, la preme…è come un morso, ma più freddo, più grande e più bastardo…ciò che esce dalle mie labbra è simile a un ringhio. Si tende e inevitabilmente la mia coscia e in parte il mio corpo, la seguono, aprendomi e rendendo accessibile il sesso.
Un momento di pausa e un infimo massaggio ghiacciato inizia ad abbattersi sulle cosce, avvicinandosi sempre più a quel bottoncino gonfio e bramoso di attenzioni.
Nei punti in cui gli artigli hanno rigato la carne, è quasi piacevole quella sensazione di freddo, ma poi arriva il turno del sesso…qui diventa davvero doloroso, è come ricevere continui colpi gelidi che raggiungano la profondità della pelle. Il clitoride viene esposto e frizionato senza pietà, ma nonostante i miei gemiti e contorcimenti E. non si ferma…non gli basta, vuole di più…scende, introducendo nella mia cavità quel dannato pirulo, schernendomi per il calore del mio sesso e del conseguente bisogno di raffreddarlo.

Non ho bisogno di vedere i Loro volti per sapere quali espressioni abbiano in questo momento, le percepisco…sono un misto di soddisfazione, compiacimento, sadismo e divertimento.

La catena viene sciolta e ciò che resta del pirulo viene estratto e fatto scivolare, a detta Loro, accidentalmente, sul tronco e tra i seni.
Mentre mi rannicchio istintivamente per i brividi, un colpo duro e forte si abbatte alle mie spalle, sul materasso…non capisco cosa sia, so solo che mi scaturisce brividi fortissimi e il respiro si fa più veloce…ne arriva un secondo, un terzo..ma che cos’è?!
La risposta alla mia silenziosa domanda non tarda ad arrivare…un deciso colpo di flogger arriva sul culo, che involontariamente ho esposto a S. . I colpi si susseguono sempre più spietati a ritmo di musica, della quale mi ero completamente scordata, sovrastata dalle emozioni.
Ad un certo punto, un forte bruciore arriva dalla parte opposta di S….subito non ho riconosciuto l’ attrezzo, ma al secondo colpo è stato chiarissimo che si trattasse della paletta di legno…ero, come spesso accade, tra due fuochi, in ogni modo mi muovessi una parte del mio corpo era esposta ai colpi, spietati, dei miei Predatori.

Tutto, dal nulla, si ferma…e ormai ho imparato che questo vuol dire solamente una cosa : si cambia pratica e si sale d’ intensità.
Infatti, nel giro di pochi istanti, con la coda dell’ occhio vedo una piccola fiamma tremolante sospesa a pochi centimetri dal mio corpo, ma con grande sorpresa, ciò che provo sulle cosce non è il classico calore donato dalla cera, ma bensì il freddo intenso del ghiaccio.
Percepisco che alcune gocce di cera stiano cadendo sul corpo, ma non sento il calore, sono come silenziate, ma quando meno me lo aspetto, si abbatte violento, in un’unica volta, facendomi agitare e mugolare di dolore.
Questo stronzo alternarsi di temperature continua fino a ricoprire entrambe le gambe, che alternativamente vengono esposte dal mio muovermi senza controllo.

Come diceva un noto film di arti marziali “Metti la cera, togli la cera” e quale miglior modo di farlo, se non unendo il coltello al flogger?
E. inizia a percorrere le gambe, con il coltello,rimuovendo tutti quei pallini colorati che decorano la carne…è quasi una coccola questo momento. Ad un certo punto però, mi viene intimato di stare immobile e la lama si sposta verso le grandi labbra sfiorandole, per poi passare al clitoride e tornare nuovamente alle labbra. Gemo, mi tendo e metto tutta la mia concentrazione nel tentare di stare il più ferma possibile, cosa per nulla facile.
Appena il coltello si sposta dal sesso, S. inizia a percuotere la carne con il flogger…i colpi arrivano rapidi e implacabili, togliendo le ultime gocce di colore, donando una sfumatura uniforme alle mie cosce.

E. si distende al mio fianco, lo guardo in volto…è soddisfatto del suo operato, ma ha, quella, scintilla negli occhi…mi prende il braccio e lo addenta, poco sotto la spalla, è feroce, spietato, ringhia…il dolore è fortissimo, mi agito, gemo e ringhio a mia volta quando una frustata di piacere, investe il sesso facendomi bagnare in modo osceno.
Molla la presa, mi guarda con estrema soddisfazione e dolcezza e senza bisogno di dire una parola, le nostre lingue si intrecciano in un bacio intenso e carico di emozioni, voglia e gratitudine.
Restiamo qualche istante a coccolarci prima di salutarci per la buonanotte.

Buonanotte per E…per me, la nottata sarà ancora lunga e carica di emozioni…

Dopo aver ripulito il letto dalla cera, mi posiziono in ginocchio al centro del letto, come ordinatomi da S.
Sono completamente nuda, esposta.
Per me, quello delle corde, è un mondo nuovo che ho scoperto da pochissimo…un mondo estremamente emozionale ed affascinante.

S. si porta alle mie spalle ed inizia a frustarmi con uno dei mazzi di corde…inutile dire che il corpo è scosso dai brividi e il sesso si inonda all’ istante.
Lo scioglie e lo lancia sul mio corpo…percepire il ruvido della corda sulla pelle, il Suo odore, sono sensazioni inebrianti, adoro questo rituale iniziale.

Essere legata in questo modo, mi dona una sensazione di libertà.
Il corpo è un fremito unico e dalle labbra continuano ad uscire mugolii.
Percepire il Suo corpo che mi sovrasta, il Suo respiro così vicino alla mia pelle, la fermezza con cui muove le corde,la sensazione della corda che si tende e preme sul corpo,sono benzina gettata sulla mia voglia e fame di sottomissione .

Nel giro di poco mi ritrovo completamente immobilizzata con le braccia dietro la schiena, le gambe semi rannicchiate e tenute vicine al petto da una corda in vita, il tutto fissato e tenuto in tensione da altre due fissate alle estremità del letto.
Questa legatura è decisamente perfida e sadica, come chi l’ ha eseguita, d’altra parte…essendo che le corde sono tutte collegate tra loro, ogni singolo movimento del mio corpo, anche il più piccolo, si trasformava in sofferenza.

Com’ è stato fin dall’inizio, mi sono persa nel ammirare ogni singolo passaggio di corda attorno al corpo, ogni nodo e la concentrazione messa nell’ esecuzione, restandone ogni singola volta, meravigliata ed emozionata.

Ci sono stati momenti durante tutta la procedura,in cui S. si fermava ad osservare come stava venendo la sua opera d’arte, spiegandomi, con una vena sarcastica nella voce e un sorriso compiaciuto in volto, cosa mi aspettasse da lì a poco, ed è proprio in questi attimi che cercavo di sfidarlo con lo sguardo, di tenergli testa, fallendo miserabilmente…ogni volta venivo sovrastata e annientata da quel dannato sguardo che inchioda, togliendo il fiato e che mi fa sentire tremendamente slave.
Tra un passaggio e l’ altro non sono mancati i morsi sulla schiena…non sono stati come al solito…erano più tipo “assaggio” (per entrambi le parti, direi) , intensi ma veloci.
La parte più masochista di me avrebbe voluto che fossero stati più lunghi.

Da perfido sadico quale è, la legatura non era il vero scopo, ma solo uno strumento per arrivare al Suo obbiettivo finale.
Ha attirato la mia attenzione per mostrarmi cosa teneva tra le mani…alla vista del piumino, ho fatto lo sguardo più compassionevole possibile, che ovviamente, non ha esordito nessun effetto, se non quello di divertirlo e gettare benzina sul Suo sadismo.

Si è portato alle mie spalle e ha iniziato a percorrere ogni centimetro libero del mio corpo con quello strumento del demonio.
In quella situazione, non solo ero completamente alla Sua mercè senza la minima possibilità di scampo, ma ero anche la mia stessa carnefice, continuando inevitabilmente ad agitarmi.

In quel momento, l’ emozione più forte è stato il senso di impotenza verso l’intera situazione, seguito a ruota dal senso di oggettificazione, come Suo giocattolo vivente.

Peccato che E. non abbia potuto assistere a quella scena, si sarebbe sicuramente divertito molto.

Dopo minuti interminabili di supplizio ha iniziato a sciogliere il tutto, ma sempre con quel Suo modo batardo di farlo, continuando a torturarmi fino alla fine, tirando le corde e facendole sfregare sulla pelle.

Quando sono stata completamente libera, come mia consuetudine, mi sono accoccolata sulle sue gambe abbracciandolo, lasciando che mi coccolasse e baciasse teneramente il capo…

È proprio il fatto che coesistano in entrambi questi due lati (quello sadico e perfido con quello tenero e amorevole) che mi fanno sentire al sicuro, come in una tana.

Ai miei adorabili Predatori
Emma

Storia realmente accaduta, in cui ho cambiato qualche aspetto, i nomi sono di fantasia .

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