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La trasformazione di Jennifer – Cap. 15

By 27 Aprile 2020No Comments

Quando arrivarono in ufficio, Jennifer non sapeva la giornata che sarebbe stata. Non era preparata. Come gli altri giorni. Alle 9 si presentarono nell’ufficio di Amilcare, dove erano in posizione e cioè carponi in fila, i suoi tre schiavi, uno di fianco all’altro. Carla, Giovanna e Michele erano lì e sembravano tranquilli. In realtà Jennifer li osservò bene e vide che su di loro c’erano ampi segni della cattiveria di Amilcare, che li aveva marchiati in tutto il corpo con delle belle frustate. Amilcare ordinò a Jennifer di mettersi carponi di fianco agli altri tre.

Poi parlò a tutti.

          Oggi io sodomizzo Michele e tu Jennifer nel frattempo gli farai un pompino mentre lui te la leccherà. Marco invece sodomizzerà Carla, mentre Giovanni le leccherà la sua fessura e lei gli farà un pompino. Io e Marco useremo anche le fruste su di voi. Guai a voi se provate a godere in alcun modo prima dei vostri padroni. Avete capito?

          Si padrone – risposero in coro.

Michele andò verso il vecchio porco, si posizionò e quindi Jennifer gli fu sotto pronta a prendergli il membro in bocca. Amilcare fu dietro a Michele e lo penetrò, mentre quello già con la lingua esplorava con gusto il pertugio umido di Jennifer. Quest’ultima aveva il membro di Michele in gola. Jennifer si girò un attimo di lato e vide una scena che le provocò dolore e una gelosia esplosiva. Il suo padrone stava dietro a Carla, era dentro di lei, sembrava stesse godendo, ma ancor peggio vedeva la faccia di Carla e i suoi muscoli del corpo che mostravano continui e intensi scossoni di piacere. L’odio che provava era così grande che l’avrebbe uccisa. Carla intanto aveva il glande di Giovanni in bocca, ma soprattutto il membro di Marco che la sodomizzava e che la faceva sentire piena. Nel frattempo una calda lingua le stimolava la clitoride. Stava impazzendo di piacere ma non poteva godere. Non riusciva a resistere e si vedeva bene. I colpi sapienti di Marco e la lingua di Giovanni erano arnesi che le facevano arrivare il piacere nei gangli del cervello e malgrado la bocca piena, la stanza era piena dei suoi mugolii e dei suoi gemiti. Jennifer li sentiva bene i suoni del piacere di Carla e la rabbia la faceva esplodere, tanto che non sentiva minimamente le continue scudisciate che Amilcare propinava a lei e a Michele. Ancora pochi minuti e la stanza si riempì di un urlo gutturale di piacere da parte di Carla, che si mise a succhiare forsennatamente l’asta di Giovanni, che era stato investito dalla doccia degli umori di Carla. Intanto Marco dava libero sfogo alla propria violenza e cominciò finalmente a colpirli senza pietà. Il secondo a godere nella calda bocca di Jennifer fu Michele, che la inondò con il suo sperma e che lei devotamente inghiottì. La rabbia di Amilcare era al parossismo, due suoi schiavi erano venuti prima dei padroni. Cominciò a colpire Michele con tutta la sua forza finchè non lo sentì urlare dal male, così diede l’ultimo colpo di bacino e finalmente anche lui si scaricò nelle viscere del malcapitato. Marco continuava invece il trattamento anale di Carla, che continuò a succhiarlo a Giovanni che la leccava a Carla…che ebbe un altro fragoroso orgasmo. Infine arrivò anche Giovanni e per ultimi Marco e Jennifer, che fece un finto orgasmo e che aveva dentro di se una rabbia feroce che voleva assolutamente sfogare. Odiava sia Marco che Carla. Allo stesso modo.

Amilcare, con la sua rabbia gelida, sentenziò che Carla e Michele sarebbero stati puniti severamente.

Marco e Amilcare presero Michele, che piagnucolava, e lo legarono al palo. Legarono le gambe a dei ganci, aprendole quasi a 80 gradi.

Amilcare prese Jennifer e le disse di colpirlo con tutta la sua forza nei testicoli. Se non avesse urlato, sarebbe stata punita. Esplose tutta la sua rabbia sui testicoli dell’uomo, colpendoli ripetutamente e facendolo urlare. Finì i suoi 10 colpi e Amilcare aveva disegnato un sorriso di soddisfazione. Poi toccò a Giovanni, che scaricò i suoi 10 calci, ma fu più dolce e meno severo, perché era il suo compagno di sventure. Poi fu il turno di Amilcare che sadicamente colpì ripetutamente lo stesso punto e per ultimo Marco che però fu più soft. Slegarono infine Michele e poi Marco e Amilcare lo portarono alla sedia della tortura. Questa aveva un fallo di gomma, collegato a un apparecchio elettrico e poteva muoversi. Lo appoggiarono e poi con una spinta verso il basso lo inserirono. Amilcare mise in moto il fallo, che oltre a essere di dimensioni generose, con il movimento provocava ulteriori dilatazioni e dolori. Pregava il padrone di avere pietà. Ma questo non lo sentiva neanche. Carla ebbe paura, perché ora toccava a lei. Il vecchio si avvicinò al suo viso, e le disse in un soffio gelido:

          mi sto stufando di te, sei vecchia, sei un cesso e non sai eseguire gli ordini. Jennifer vieni qua, prendi quel paddle, e frustale quella sua figa rotta. Poi tocca a Giovanni, poi a Marco e infine a me. Almeno venti colpi per ciascuno.

Marco e Amilcare insieme a Giovanni, legarono su un tavolo Carla, le legarono le caviglie alle gambe del tavolo così da esporre la vagina pronta a ricevere i colpi. Jennifer la colpì con il piccolo paddle con tutta la rabbia che l’odio e la gelosia avevano immesso nel suo corpo. La colpì ripetutamente, senza tregua, tanto ad arrossarle tutta la parte del corpo. Poi proseguirono Giovanni, Marco e Amilcare per ultimo che si divertì sadicamente. Carla piangeva per il dolore, non sentiva più neanche il suo basso ventre.  Amilcare andò alla borsa degli attrezzi e prese un enorme fallo di gomma, glielo infilò nella sua fessura rossa e dolente, e poi lo fece funzionare. Una vibrazione pervase il corpo di Carla che insieme al dolore rendevano il tutto ancora più osceno. Amilcare le disse in un solo fiato:

          E adesso prova a godere cagna, questo rimane lì e se godrai, la punizione sarà peggiore. Ora Jennifer dovrai leccarle la clitoride e se non la farai godere in 5 minuti, sarai punita. Intanto Giovanni ti sodomizzerà e io e Marco ogni tanto lo frusteremo. Mentre Michele mi farà un bel pompino.

Così si avvicinò a Michele e glielo mise in bocca. Poi prese la frusta.

Jennifer si posizionò e cominciò a leccare furiosamente la clitoride, che anche grazie al fallo di gomma che vibrava oscenamente era bello duro, mentre Giovanni era già dietro di lei pronto a inserirsi. Non lo sentì neanche entrare, ma sentì ogni tanto i sibili delle fruste. Mentre leccava sentiva che la povera Carla era al limite, per cui si impegnò con ancora più furia, voleva fargliela pagare, l’aveva vista godere con il suo padrone e non doveva più succedere. Sentiva la poveretta che sussultava, che tremava ed era pronta ad esplodere ma che resisteva. Poi capitolò e con un rantolo venne copiosamente sul viso di Jennifer, che dopo pochi secondi sentì Giovanni riempirle le viscere con il suo caldo seme.

Si fermarono tutti. Quale sarebbe stata la punizione che il vecchio sadico avrebbe escogitato per Carla? Finalmente dopo secondi che parvero interminabili, si avvicinò a Carla ed estrasse senza pietà i due aghi e il fallo di gomma. Poi la slegò. Lei cadde ai suoi piedi. Si avvicinò a lei e disse:

          Penso che oramai sei una cosa vecchia e inutile. Ti venderò all’indiano che ti userà per le uniche cose utili che sai fare

          Padrone ti prego…

          Mi sono stancato, non riesci a fare nulla, guardo la schiava di Marco e ho invidia, perché è una cosa utile che impara…tu non impari nulla

          Imparerò, sarò brava ma non all’indiano

          Che punizione meriteresti? Cosa osso farti che ancora non ti ho fatto?

          Tutto quello che vuole il padrone

          Bene allora andiamo, seguimi

          Va bene padrone

          Tu Marco libera Michele e Giovanni

Marco eseguì l’ordine e si portò via la sua schiava.

Carla seguì il padrone carponi che uscì dallo studio e salì in macchina e la fece accomodare come sempre nel baule del suo bel SUV. Fecero un viaggio di una mezz’ora e si trovarono in un campo ROM. La fece scendere, così nuda e la portò in mezzo al campo. Tutti gli uomini e le donne si avvicinarono. Amilcare disse a tutti:

          Questa cagna è vostra per le prossime 8 ore, divertitevi come volete.

          Grazie signore

Carla tremava di paura. Una decina di uomini sporchi, trasandati insieme alle loro donne si avvicinarono, la presero e la portarono in una roulotte. Amilcare li seguì. Entrò e si accomodò su una poltrona. Carla fu usata da tutti gli uomini, in ogni buco, più volte senza tregua. La sodomizzavano in 2 alla volta, aveva 2 o tre membri che le aprivano la bocca, le stringevano le tette, le rigiravano i capezzoli, le sputavano in faccia, la umiliavano in tutti i modi, ma lei non disse nulla. Amilcare guardava la sua schiava usata da tutti quegli uomini e godeva da morire. Si masturbò più volte a vedere lo scempio che questi facevano del corpo della sua schiava. Furono 8 ore eterne. Quando finirono, erano tutti esausti e la lasciarono lì sdraiata per terra, in mezzo agli umori e ai liquidi, sporca, aperta in ogni pertugio e non riusciva neanche a muoversi. Il vecchio sadico però le mise il collare e il guinzaglio e con uno strattone la riportò alla macchina dove salì nel baule.

          Per stavolta ti sei salvata, ma questo week end per te sarà lungo

          Grazie padrone

Intanto Jennifer era a casa col suo padrone, finalmente.

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