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Racconti CuckoldRacconti di Dominazione

La vergogna e il piacere di diventare schiavi

By 5 Giugno 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Io e Gianna “eravamo” una coppia normale, sposata da 20 anni e molto benestante, che vive al suo interno i lati positivi e i problemi che, inevitabilmente, la convivenza determina, magari anche acuiti da alcune mie carenze.
La storia che vado a raccontare narra essenzialmente il progressivo precipitare di una coppia, apparentemente tranquilla, lungo la strada del degrado e della perversione, vivendo tutte le emozioni di vergogna, piacere, desiderio e paura che ciò determina.
Mi chiamo Luigi, sono un libero professionista affermato di 58 anni, sono alto 185, magro, tendenzialmente glabro e con la testa ormai rasata naturalmente. Pur intuendolo, solo da qualche anno, ho compreso pienamente di essere un pessimo amante, forse per questo un po’ restio a fare sesso, magari anche per via delle minuscole dimensioni del mio pene, più piccolo di quello di un bambino, e così rapido.
Mia moglie Gianna, che è insegnante, è più giovane di me, ha 45 anni, è una donna molto bella, che nella sua austerità, ama essere sensuale e seducente, con garbo. E’ mora, ha capelli corti a caschetto, occhi scuri, alta 172 e magra. Ha un seno piccolo, una seconda, che le permette spesso di non indossare reggiseno.
Ho sempre provato, pur vergognandomene, un sottile piacere quando vedo gli occhi degli altri uomini posarsi sul suo corpo, quasi spogliarla, cosa che a lei, se per un verso le da fastidio, per altro intuisco che provi una sottile lusinga.
Come dicevo, i miei limiti hanno condizionato fortemente la soddisfazione sessuale di Gianna, per usare un eufemismo, non placati dal cercare da sola il piacere, come ho avuto modo di osservare spiandola di nascosto e come lei stessa, al termine di una litigata intensa, mi ha vomitato addosso: ‘ma credi forse che con quel pisellino che ti ritrovi, che per altro viene dopo 10 secondi, tu mi abbia mai fatto provare un orgasmo’.
Fu quella la mia prima umiliazione. Era la prima volta che Gianna mi urlava tutta la sua rabbia e insoddisfazione.
Ammutolii, pur consapevole che dentro di me avevo intuito tutto, e al tempo stesso, con sorpresa, avvertì subito una erezione e dopo pochi una macchia comparve sui miei pantaloni.
Gianna mi guardo sconvolta… dandomi del porco, dell’impotente, del depravato…
La nostra vita cambiò, ormai avevamo smesso di avere rapporti, Gianna era sempre più acida nei miei confronti e sapevo che cercava con sempre maggiore frequenza il piacere da sola.
Per la prima volta nella mia vita ebbi il coraggio di affrontare l’argomento, dicendole che capivo la sua sofferenza e che ritenevo giusto che lei cercasse il piacere con altri uomini, le chiesi solo di rimanere insieme, di continuare ad amarci, pur in maniera diversa, ma di dirmi tutto senza ritegno e pudore, perché sapevo bene di non meritarlo, avendola così a lungo fatta soffrire.
Lei ovviamente si arrabbiò a quelle parole dicendo che non era certo una puttana… ma al tempo stesso notai un cambio profondo nel suo modo di vestire e di atteggiarsi, molto più sensuale, disponibile.
Da allora, progressivamente, sono diventato cuck. Per soddisfare i bisogni di mia moglie ho iniziato a cercarle uomini, che poi Lei selezionava. Talvolta li incontrava da sola, altre volte assistevo, potendola notare godere pienamente, come mai l’avevo vista, e spingersi a fare cose che con me non aveva mai osato fare, come bere lo sperma, godere nell’essere posseduta analmente.
Con questo gioco ci siamo trovati in un girone infernale, nel quale, tuttavia, abbiamo scoperto aspetti nuovi di noi, il piacere sottile del sentirsi umiliati e nell’umiliarmi, il piacere perverso di sentirsi sottomessi… Lei agli altri, io a Lei e agli altri, un gioco perverso, tremendo, nel quale ci siamo ritrovati a causa nostra.
In questa ricerca di uomini in chat un giorno incontrai il dr. Franco, figura imponente, colta, elegante… e sicuramente con molta fantasia. Avviammo così una conoscenza prima in chat, per poi arrivare a mostrarci in cam.
Gianna ne fu entusiasta e affascinata, non solo per la sua cultura, ma anche per le sue fantasie e il su fisico, in particolare per quel suo sesso enorme, oltre i 23 cm, che la ipnotizzava, ma anche dal suo carattere deciso e dominante, che non ammetteva replica, che sicuramente ci incuteva timore, ma al tempo stessi ci attraeva.
‘Le donne che dicono che le misure non contano sono ipocrite… sappilo, te lo dice una che sa cosa significa avere sposato un uomo dal sesso inesistente…’ mi diceva spesso ultimamente.
Fu così che decidemmo di incontrare il dr. Franco nella sua villa. Ci presentammo da Lui come ci aveva chiesto, io in giacca e cravatta e Gianna completamente nuda, calzando ai piedi sandali aperti dal tacco di 15 cm e indossando, un abito lungo, comprato appositamente su indicazione di Lui, rosso con due spacchi profondi fino all’inguine ed una scollatura a V che arrivava sotto l’ombelico quasi all’altezza del pube depilato di mia moglie e la scollatura sulla schiena che la rendeva scoperta fino all’inizio del solco delle natiche.
Entrammo…. Lui mangiava Gianna con gli occhi, che provava un evidente imbarazzo, anche se si sentiva sicuramente desiderata.
Entrammo nel salone e mi fu ordinato di spogliarmi completamente e di sedermi in uno sgabello scomodo nel quale emergeva un piccolo fallo che inesorabilmente si introdusse in me.
Prova vergogna, imbarazzo… ma, vedendo Gianna e Lui che si baciavano appassionatamente e le sue mani frugarla ovunque, ebbi anche una erezione.
Lui chiese a Gianna con tono deciso e autoritario di deridermi, e Lei ubbidì prendendo in giro la mia piccola erezione e il fatto che quella piccola sodomia doveva sicuramente piacermi…
Iniziò la serata… Lui fece cadere a terra il vestito di Gianna e lei si inginocchiò a accarezzando la vistosa erezione che compariva sotto ai pantaloni.
Guardavo impietrito tenendo le gambe larghe e sentendo il mio pisellino svettare turgido.
Quando lo tirò fuori emise un grido di stupore ‘E’ enorme, ancor più grosso di quello visto al computer…. oddiooo’.
La vidi toccarlo, stringerlo, baciarlo, leccarlo e succhiarlo avidamente.
Lui le teneva ferma la testa ed entrava in lei… la vedevo strabuzzare gli occhi, soffocare sbavando oscenamente, ma non potevo non notare i suoi capezzoli turgidi e gli umori iniziare a bagnare il pube.
Di fatto la scopò in bocca a lunga, per poi obbligarla a mettersi a quattro zampe di fianco a me, in modo da poter notare la mia erezione farsi vedere come l’avrebbe posseduta.
Affondò il suo sesso nella fica bagnata senza esitazione e mentre Gianna urlava… il mio pisellino eruttò qualche goccia di sperma…
Fui deriso mentre lui la scopava selvaggiamente entrando ed uscendo dal corpo di Gianna…
Era insaziabile… instancabile… la scopò per un tempo interminabile, dimostrando di saper controllare il proprio orgasmo… mentre con i suoi umori bagnava l’ano di Gianna e vi introduceva il dito, preannunciando cosa sarebbe successo….
‘La prego li no… è enorme…’ sussurrò Gianna spaventata…
‘Stai zitta troia… fammi godere come voglio, così godrà anche quella cornuta frocetta di tuo marito…’
Così dicendo estrasse il sesso puntandolo all’ano… vedevo la smorfia di Gianna, il suo stringere i muscoli disperata… lo sforzo di Lui e i muscoli di lei che cedevano mentre urlava selvaggiamente sconvolta da quella penetrazione…
Piangeva, ma al tempo stesso aveva i capezzoli turgidi…
Lui la sodomizzò a lungo per poi tirare fuori l suo enorme cazzo costringendo Gianna a leccarlo e a ricevere in bocca un fiume di sborra infinito… quel cazzo che poi io dovetti pulire…
Gianna esausta, sconvolta da ripetuti orgasmi, si accasciò a terra mentre io sconvolto e provando nausea dovetti pulire quel sesso sporco di sperma, umori e tracce di cacca e di sangue conseguenza della sodomizzazione.
Fu un pomeriggio intenso… e al tempo stesso sconvolgente… perché non sapevamo che nascosto c’era un amico di Lui che aveva ripreso tutto… registrando le mie umiliazioni e gli orgasmi che Gianna aveva provato venendo così usata.
Lo scoprimmo al ritorno a casa, quando, ripensando all’esperienza fatta con piacere, suonò alla porta un fattorino che ci consegnò un video.
Ci guardammo sorpresi, ma appena avviato capimmo, con disperazione, che Lui ci aveva in pugno… e ne avemmo conferma quando chiamò Gianna al cellulare, dicendole ‘Troia domani, io e dei miei amici, veniamo a cena a casa tua, accoglici bene… e ricorda che oltre al video abbiamo le foto… non vorrai mica che vengano messe in rete, oppure fatte avere al vostro parroco che vi stima così tanto, essendo così benefattori e devoti…’.
Ci abbracciammo sconvolti, tremando.. piangendo e subito Gianna però mi diede la colpa di aver scelto la persona sbagliata.
Pensando alla sera successiva ci addormentammo con un sogno agitato, nel quale si mescolava, paura e desiderio.
Desiderio di cosa?
Forse di quello che stavamo subendo.

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