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Racconti di Dominazione

La zoccola rossa

By 10 Marzo 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

 

“Eccellentissimo Gogol! Eccellentissimo Gogol!”

 

Una mano mi sfiora la spalla sinistra. Mi giro. Gli occhi di Gogolina sono grandi, più grandi del normale, e le pupille nere sono dilatate e luccicanti. C’è solo un motivo per il quale mia sorella può essere così felice. Vengo percorso da un brivido lungo la schiena mentre chiedo conferma alla mia sorella gemella.

 

“Si Grande Gogol, si! L’abbiamo catturata, l’abbiamo…” una pausa, per rendere più glorioso il suo momento, e subito dopo ciò che tanto speravo esce dalle labbra di Gogolina.

 

“…catturata viva possente Gogol”.

 

Sospiro. Un lungo sospiro. Una contrazione nel basso ventre non sfugge a Gogolina che subito mi mette una mano sulla patta.

 

“Non ora sorella, non adesso. Prepara il quadrato. E dovrai esserci anche te, tra un’ora dovrà essere tutto pronto.”

 

Dopo che Gogolina è uscita, insieme alle sue due guardie del corpo personali, mi siedo e ripenso agli enormi sforzi che ci sono voluti per catturare la troia dai capelli rossi. Quattro giorni. Un elicottero e due squadre da inseguimento munite di cani. I venti uomini non meritano nulla, in quanto sono stati pagati profumatamente per il loro lavoro, e neanche i quattro cani che non sono riusciti a catturarla meritano qualcosa. Mi chiedo quale dei cinque Rottie sia stato così fortunato da trovare la zoccola rossa.

Per catturarla mi sarebbe bastato usare il cannone a ioni attivi per cancellare ogni singolo albero e cespuglo del bosco. Neanche un filo d’erba sarebbe rimasto integro. Per le rocce o le grotte sarebbe bastato un piccolo cannone a ioni passivi. Avevamo deciso di utilizzare i metodi degli umani soltanto per gioco. L’attesa, il sapere che la troia rossa sarebbe stata inevitabilmente catturata e portata da me, tutto questo non aveva fatto altro che aumentare il mio desiderio e la mia furia. E ora ero pronto. Insieme a mia sorella Gogolina avrei sfruttato e usato l’ennesimo corpo umano per il nostro piacere e la nostre lussuria. Un corpo che ci odiava, e che per questo ci faceva terribilmente eccitare.

 

Il quadrato è una stanza grigia. Le pareti, dal momento che siamo sul pianeta terra, sono di un materiale assurdamente friabile chiamato cemento, e sono lunghe quattro metri e anche il soffitto è della stessa misura. Il pavimento, leggermente in pendenza, è composto da piccola piastrelle quadrate di colore rosso. Un tavolo è posto al centro della stanza insieme a molti oggetti e ad utensili da lavoro. Entro nella stanza. La troia dai capelli rossi è sul tavolo. È completamente nuda. Mi avvicino e la osservo. Mi soffermo sul colore rossiccio dei peli in mezzo alle gambe e automaticamente mi metto una mano sulla patta. Uno sputo mi colpisce la guancia sinistra. Sorrido e anche Gogolina scoppia in una risata. È  già nuda anche lei e pronta dall’altra parte del tavolo.

 

“Sputa, insultaci e fa ciò che vuoi zoccola rossa. Presto non potrai più usare la lingua. Non potrai più vedere e pregherai di essere uccisa. Tutto ciò ci farà eccitare e quando penserai di essere morta ti risveglierai in una cella            , senza più alcun danno fisico ma coi ricordi della mente, e cercherai di ucciderti tu stessa sbattendo la fronte contro la pietra. Ti useremo per molto tempo zoccola rossa”. Mentre parlo la saliva della furia rossa scende lungo la guancia. Con la lingua biforcuta, lunga tre volte quella umana, la lecco via dalla guancia e la ingoio sospirando di piacere. Mi tolgo anche i pantaloni e osservo la zoccola rossa mentre spalanca gli occhi per il terrore. La vista dei miei due cazzi di colore viola, posti in verticale e a cinque centimetri l’uno dall’altro, è sempre terrificante. Gogolina intanto non ha resistito e si è avvicinata. Si inginocchia e ingoia completamente un cazzo mentre l’altro gli sbatte sul viso. Alza la mano sinistra e inizia a masturbarmi mentre con la bocca cerca di succhiarmi via la cappella dell’altro cazzo. Emetto dei forti gemiti di piacere e con la mano destra blocco la nuca di Gogolina. Ora il cazzo di trenta centimetri è dentro la sua gola, e lei si impegna coi muscoli della laringe per continuare a darmi piacere. Gogolina è una splendida creatura di venticinque anni. La pelle color azzurro è liscia e delicata. I tre seni, grossi come meloni umani, hanno tre stupendi capezzoli di colore nero e, se stimolati e succhiati, diventano grossi come albicocche. La parte migliore è comunque il viso, con queli occhi neri e quelle labbra color prugna, grosse  carnose, abituate da sempre a tenere in bocca i miei cazzi. I capelli bianchi e lunghi fino ai piedi completano quella stupenda creatura di mia sorella. Essendo gemelli, escluso il fatto che io ho il cazzo mentre lei ha tre tette e una figa, siamo perfettamente uguali. Forse i suoi tratti sono più delicati, ma non di molto.

 

Dopo una decina di minuti le libero la nuca e le ordino di mettersi sopra il viso della schiava. Obbedisce e sale sul tavolo. Mette i piedi ai lati della testa della zoccola rossa e si allarga oscenamente le enormi e viola labbra vaginali. Mi avvicino e metto due dita in gola alla furia rossa. Essendo il nostro corpo di consistenza simile al titanio umano, non può farmi alcun male e senza alcuno sforzo apro quella piccola bocca, tenendola spalancata tra gemiti e contorsioni furiose della proprietaria. Gogolina può finalmente iniziare a pisciare nel nostro nuovo cesso. La furia rossa, dopo vari colpi di tosse, capisce che se non vuole morire soffocata deve deglutire l’urina che le sta riempiendo la bocca. Con gli occhi rossi e brucianti ingoia parecchie volte e io e Gogolina rimaniamo eccitati e soddisfatti. Quasi al termine della pisciata, Gogolina si abbassa e sempre con le labbra allargate chiude la bocca della troia rossa all’interno della vagina, mentre io rimango in piedi e lascio che Gogolina finisca di pisciarle direttamente in gola.

 

La serata è ancora lunga e non c’è bisogno d’essere precipitosi. Mi meno i due cazzi mentre la guardo pisciare, sapendo che fra poco mi divertirò usando a mio piacere la troia rossa.

 

 

 

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