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Racconti di Dominazione

lama

By 27 Novembre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

La tuta di rete sulla mia pelle e nulla altro.
Mi guardi, mi indichi il letto.
I pollici legati nelle manette. Mi porti le mani sulla testa.
Sorridi guardando i disegni della rete sulla pelle. I capezzoli che premono su quella rete. Li sfiori con le dita.
Sono eretti, tesi. Ti alzi allarghi le mie gambe.
“Non ti muovere”. Hai il tono ferroso del comando, di quando sei dominante.
Niente benda, niente corde solo la voce che mi ordina di non muovermi.
Continuo a guardarti mentre frughi nella borsa.
Quando tiri fuori il fodero la pelle si increspa..
Un brivido sento già il freddo del ferro che invade la mente prima ancora di vederlo prima ancora di sentirlo.
Da come sorridi capisco che si legge nei miei occhi.
Ti avvicini e lo posi sulla mia pancia… così, semplicemente…
Quella rete inesistente &egrave la sola cosa che lo divide dalla mia pelle. E’ freddo, gelido e pesante.
Sono stupita di quanto sia pesante. Mi sembra enorme..
Lo lasci lì, non so nemmeno dove sei. La mia mente &egrave piena di quel coltello.
Il freddo si insinua e non solo sulla pelle.
Me ne hai parlato, ne abbiamo parlato, volevi usarlo con me.
Non credevo potesse essere così terribile, così freddo, così pesante.
Lo guardo, sale e scende con il mio respiro.
E’ ancora lì non lo sposti, lo sento, mi spaventa.. immagino…
cosa vuoi farci?
MI fido?
Sono pronta a lasciartelo fare?
Una domanda dietro l’altra e tu ancora non lo sposti. non lo prendi..
Cosa vuoi?
Spaventarmi?
o vuoi che io sia consapevole…?
si vuoi che sia consapevole…
quando lo prendi mi sento leggera.
Il respiro &egrave pesante come uno sforzo, come nella paura…
Ti avvicini… posi la lama di piatto sul capezzolo che spunta dalla rete
Sento di nuovo il peso e il freddo anche se ora c’&egrave la mano che lo sorregge.
Lo lasci scorrere lentamente per tutta la lunghezza della lama. lasciando premere il peso dell’acciaio.
Fino alla punta. Ora non pesa più graffia.
Sento la lama &egrave tagliente. Ti basterebbe solo una leggera pressione per farmi un taglio.
Trattengo il respiro mentre lo fai girare intorno all’areola.
Poi sull’altro. Stessa lentezza stessi movimenti.
La lama piatta, il peso, lo scorrere fino alla punta e poi quei graffi con il respiro trattenuto.
Ora la punta percorre la mia pelle.
E’ terribile ogni volta che incontra il bordo di uno dei quadratini di rete sobbalza e atterra dall’altra parte .
Ho il terrore che un movimento più maldestro, impigliandosi nella rete lo faccia atterrare pesantemente e mi faccia male.
Ma non succede.
Sto impazzendo i tuoi movimenti sono maledettamente lenti, studiatamente lenti.
Arrivi all’inguine scoperto, sento la punta premere di più.
Percorri il contorno del mio pube.
“Lo sai cosa succederà ora?”
Lo so ne abbiamo parlato così tanto…. ma ora non &egrave la stessa cosa guardare… sentire… la pressione… l’acciaio…
Potresti fare tutto quello che vuoi ora… potresti farmi davvero male e fra qualche secondo ancora di più..
La paura comincia a serpeggiare sulla mia pelle..
La gola si secca come se ci fosse sabbia..
“Non devi muoverti lo sai. Nemmeno un millimetro o ti farai male.”
Nemmeno un millimetro non riesco nemmeno a sussurrare ti guardo e basta..
Almeno avessi una benda.. Non vedrei quella lama.. Non saprei quando inizierai.. Non avrei paura… non avrei la tentazione di scappare…
“Nemmeno un millimetro… pronta?”
No non sono pronta… ma la mia testa annuisce..
La lama si infila tra le mie grandi labbra…poi nelle piccole…
Non respiro… mi sento svenire… Alzi gli occhi..
Mi guardi… mi sorridi… “Brava”
Ti sorrido ma non respiro e il tuo sguardo mi fa stare bene..
Sei sereno si vede… sei contento di me… Io sto per svenire ma continuerei all’infinito se mi guarderai ancora così.
“Ferma.. Non voglio farti male solo farti sentire la lama.. farti sentire quanto &egrave pericolosa”
E io la sento quella lama che taglia senza sangue la mia parte più intima che ci scorre dentro.
So che se mi muovessi mi affetterebbe… e tu continui a farla scorrere…
Immagino quello che stai guardando..
Le mie labbra spostate dall’acciaio.. non lo sento nemmeno più il freddo sembra quasi bollente…
Immagino la lama quasi in un bacio scomparire coperta dalla carne rosa…
Immagino la lama uscire bagnata da una scia vischiosa….
Un leggero sobbalzo quando la punta entra..
meno acciaio la carne la copre totalmente..
ne sento i contorni..
ma &egrave solo un secondo un millesimo di secondo e torno alla mia immobilità.
Perch&egrave la lama ha cambiato direzione torna nel senso contrario…
La stai facendo scorrere di nuovo verso l’alto…
&egrave quasi piacevole ora… più che piacevole..
Quanto durerà? .. quanto riuscirò a rimanere immobile?…
Continui a muovere la lama dentro di me.. non so nemmeno dire per quanto tempo l’hai fatto..
So solo che la sentivo scorrere.. sentivo la forma la consistenza il calore…
Quando lascia la mia figa un senso di vuoto..riesco a sentire ancora il freddo…
“Tira fuori la lingua..”
La lama si appoggia sento il mio sapore salato.. il mio odore…
La fai scivolare acciaio freddo il sapore del ferro.. il mio…
E’ dolciastro e salato e sa di sesso.
L’aria di chi si &egrave annoiato del gioco.
Afferri il coltello per la lama e torni tra le mie gambe.
“Lo vuoi dentro di te?”
Annuisco. I tuoi occhi fissi sulla mia figa
le dita ad aprire le labbra Il manico caldo e freddo insieme.. cuoio e acciaio..
Si fa spazio ed entra lentamente. Sento la tua pressione sento che lo spingi dentro millimetro dopo millimetro. Mi si attorciglia lo stomaco quando pianti i tuoi occhi nei miei e non parli ma continui a fissarmi e infilare il manico in fondo.
Lo stai usando come un dildo ma non lo &egrave.
E’ Impressionante, terribile, strumento di potere e di morte.
Non so perch&egrave mi attraversano il cervello queste idee.
Ma &egrave così se volesse in questo momento potrebbe fare di me quello che vuole.. e io gliel’ho permesso.
Io voglio che abbia la mia vita tra le dita e che sia cosciente che un movimento sbagliato potrebbe essermi fatale.
Sobbalzo e sbarro gli occhi quando sento il freddo della lama. Il manico &egrave tutto in me.
Sorridi… “Fidati..” NOn &egrave non fiducia.. &egrave stupore.. ma anche paura.. la lama &egrave tagliente…
cominci a muoverlo dentro e fuori non posso perdere il controllo…
non posso lasciarmi andare all’orgasmo…
ma non riesco….
trattengo il fiato ogni volta che la lama sfiora la mia carne ogni volta che lo infili in fondo…
Lo muovi con me e per me ora… fino ai gemiti.. fino all’orgasmo…
Fino ad estrarlo fradicio di me.
Nella mente due immagini sovrapposte mischiate, divise e poi di nuovo mischiate..
La dolce penetrazione della carne viva.. calda…
e quella terribile ed eccitante di quella inanimata.. gelida del coltello…
Ti amo.. Mi sembra di impazzire.. odori sapori… emozioni…
Il coltello di nuovo poggiato sulla mia pancia…
ora caldo di me.. ma pesante…
“Potrei farti male lo sai?”
“si”
Il coltello &egrave pesantissimo carico di sensazioni, umori pensieri potenzialità
” Io mi fido di te..”
“A si?”
“Ho voglia di farti male..”
Hai afferrato il coltello. Ti avvicini tra le mie gambe sento la punta che graffia la mia pancia..
Si infila sotto la tuta di rete
Improvviso lo tiri verso l’alto sento il tessuto lacerarsi e in mezzo le gambe colare di paura..
Mi ha sempre stupito come l’adrenalina della paura sia così simile a quella dell’orgasmo…
Continui a infilare il coltello sotto la tuta e a strapparla.. i gesti sono pieni di rabbia
Il tessuto continua a lacerarsi.
Il freddo di quando il coltello si infila sotto la rete e la tiri verso l’alto.
La rete che tira la mia pelle.
Il rumore della stoffa che si lacera..
Rimangono nella mia mente.
Il coltello di nuovo verso l’alto e di nuovo sotto la stoffa.. fino al collo fino a squarciare la tuta in due…
Ho il respiro affannato.. i pollici indolenziti.. ho tirato le manette e stretto la morsa per la tensione.
Sono non &egrave spaventata.. &egrave timore…&egrave eccitazione .. &egrave sono tua…
Tu potevi tutto su di me… E quella tuta strappata… I lembi squarciati e quei gesti forti e potenti…
Mi guardi.. stai sorridendo…
mi fai stare meglio..
la tensione era altissima.. tutte le sensazioni sono ancora qui ad aleggiare nella stanza…
Liberi i miei pollici
Ti vedo prendere il fodero.. Toccare l’asciugamano e poi ripensarci..
“Voglio che sappia di te per un pò” dici mentre lo riponi nel suo fodero
Le dita percorrono i lembi della tuta squarciata…
“Mi piaceva questa tuta te l’ho detto il giorno che l’hai comprata…”
“Era tua l’avevo presa per te”
“Ora di più…”
Già.. Puoi dire di possedere qualcosa quando puoi distruggerla senza che nessuno ti dica nulla
Si ora &egrave sicuramente tua… come me….

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