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Racconti di Dominazione

L’ANTIPASTO

By 19 Dicembre 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Anime diverse che si cercano’si attraggono’.perchè?
Chissà forse si completano’si compensano’sembra banale
Forse si riconoscono’molto bello da pensare’.
Forse ascoltano i propri istinti’.e se fosse tutto un frappè?
Ma perché proprio il frappè?
Rende l’idea’quelle diverse densità mischiate, numerose combinazioni realizzabili’piacevolmente vellutato’sì mi piace’ rende l’idea’.
Anime diverse che si cercano’si attraggono’.perchè?
Chissà forse si completano’si compensano’sembra banale
Forse si riconoscono’molto bello da pensare’.
Forse ascoltano i propri istinti’.e se fosse tutto un frappè?
Ma perché proprio il frappè?
Rende l’idea’quelle diverse densità mischiate, numerose combinazioni realizzabili’piacevolmente vellutato’sì mi piace’ rende l’idea’.
ceniamo insieme stasera, a casa da me’io torno per le 20-20e30
-ok, ti precedo e preparo qualcosa allora’
-si fai tu, a dopo’

Tre battute’
Avevo voglia di sentirti, di ascoltare la tua voce, ma non mi piace che parli mentre guidi’tanto avrò tutta la serata

Arrivo da te, chiavi all’ingresso e appendo il cappotto’
Sorrido vedendo che ti sto contaminando un po’ la casa’c’è il mio fermaglio in giro, il mio cd sullo stereo, quello te lo sei fregato tu però, una fila di barattolini colorati in cucina, le mie spezie,e altri piccoli segnali, presto ti verrà l’allergia”

Mi metto a lavoro’
Non mi verrà mai perfettamente rotonda come la vorrei’inutile dire ‘lo stesso numero di colpi da un verso e dall’altro’ ‘non è una cosa morta, sarà pure una semplice sfoglia, ma viene da me e non riesco a farla con distaccato metodo’c’è la passione ma anche la razionalità, ci sono entrambe le X del mio essere XX’
E poi anche se non fosse vero è una scusa argomentata ad arte per dire che perfettamente rotonda la mia sfoglia non lo sarà mai’
Ecco quasi finito’

Sento girare la chiave nella porta, sei in anticipo e io non sono certo in bella tenuta, ho ancora i capelli prigionieri nel fermaglio che ho recuperato, le mollettine colorate in testa’non mi sono cambiata ed ho le maniche della felpa arrotolate, una più su, una più giù’
Inutile innervosirsi’ti sto odiando ma non te lo dico’
mi pulisco le mani per venirti incontro’

-che ti ridi! Sei in anticipo e mi hai colta in flagrante!
-rido perché hai la farina sul naso! Il che promette bene’
-andiamo in cucina dai’

Mentre mi tolgo la farina dal naso ti guardo’stai osservando l’invasione di territorio e ti rispondo prima ancora che tu chieda’
-il tuo frigo è così affamato che morde, è giovedì i negozi erano chiusi, quindi ho saccheggiato qualcosa dal mio’per il resto ho usato la bacchetta magica!
Non rispondi però hai quell’aria soddisfatta sul viso e mi porgi un sacchettino di carta’
-guarda un po’!…così non rompi più’
Apro il pacchetto con una lentezza che ti da il nervoso’ed eccoli lì, li hai trovati! Tanti pallini rosa acceso, verde, nero e bianco, li odoro e ti bacio soddisfatta’tutti i colori e i profumi del pepe’
-non c’è che dire ti sei meritato le mie fatiche’ho appena finito di tirare la sfoglia, nella pentola di terracotta c’è quello che già hai riconosciuto dal profumo, adesso lo scaldo’
-bella magia direi, e qualcosa di dolce?’
-dietro di te’
ti sorrido compiaciuta, nei piattini c’è la ricotta tagliata a fettine sottili con sopra il miele di castagno e un velo di cannella’
Adoro il bianco della ricotta in contrasto al colore bruno di quel miele quasi amaro e la polvere di cannella che ne filtra la brillantezza’
Leggo nei nostri sguardi il ricordo della prima volta che te l’ho fatta assaggiare dalle mie dita ad occhi chiusi’

-Torno subito, mi metto comodo e arrivo’

Per un attimo ero rimasta delusa che avessi interrotto quello scambio di sguardi’ti sentivo trafficare col lo stereo, hai messo il mio cd e quella canzone’ adoro quella canzone’non l’hai scelta a caso, non quella’
Sto per togliere la ciotola dell’acqua dove mi sono sciacquata le mani così posso arrotolare la sfoglia e finalmente tagliare’
Ma sento la tua presenza dietro di me, le tue braccia avvolgermi, il tuo respiro sul collo e le tue labbra sussurrare’
-secondo me manca l’antipasto’

Nessun’altra frase dopo aver colto quell’impercettibile sfumatura nel tono della tua voce’
Sei dietro di me, non posso vedere i tuoi occhi, ma sono preda di quel respiro che vibra sulla mia pelle e guida la mia mente all’abbandono’
Cosa spinge a quell’abbandono’
cosa fa sì ch’io resti immobile in attesa’
cosa mi rende così schiava di quel calore che percepisco sulla pelle e arriva dritto al cervello, il calore del tuo respiro, il suo ritmo’
le tue mani sulla mia vita in un unico movimento sollevano la felpa e il reggiseno e li fanno salire fino ad arrotolarli sui miei polsi’
le tue dita percorrono la mia spina dorsale invitandomi a piegarmi sul tavolo’
E’ lì che mi vuoi, su quella sfoglia, sulla mia sfoglia’il mio seno a contatto con la pasta che dovremmo mangiare, nelle narici odori lontani’
nell’aria ‘Purple Rain’
le tue mani non si fermano e guidano i pantaloni fino alle ginocchia e risalgono dall’interno scostando appena le mie cosce’
pochissimi centimetri della mia pelle sono stati sfiorati dalle tue dita eppure il mio battito è già accelerato’
dita sui miei fianchi, dita sul bordo interno degli slip, dita che ne seguono il contorno tirandoli fin nel solco tra le natiche e senza fermarsi proseguono in avanti’.
Sento il tessuto insinuarsi accompagnato dalle tue dita che appena mi sfiorano, fanno del tutto per evitare il contatto con la mia pelle bollente, ed ecco che la tua mano si chiude in alto stringendo e riducendo ad un filo i miei slip’
Tiri lentamente finquando non vedi la mia bocca schiudersi’
sottile dolore ha accompagnato quel tessuto nella mia carne più delicata e piacere è salito al mio cervello’
ti muovi a piccoli scatti, più e meno forti, più e meno lunghi”
adesso inizio a sentirlo forte e inconfondibile l’odore della voglia che traspira dal mio corpo’
l’odore della voglia non si può occultare’
so che lo senti anche tu’lo capisco da come la tua mano si muove’
sai esattamente dove far premere quella stoffa nera che sparisce nel mio sesso intrisa della mia voglia…
sai esattamente quando e quanto sfamare quella voglia’
mentre i miei lunghi respiri strozzati e i miei gemiti alimentano la tua brama
cresce il piacere che tende il mio corpo e risalendo ogni nervo raggiunge la mia anima ed invade il mio cervello’
sono sudata e inerme sull’orlo del precipizio pronta a cadere ma la tua mente ha deciso di lasciarmi affamata”e la tua mano si ferma
godo gli ultimi istanti di un piacere negato, con gli occhi fissi nell’abisso che non ho raggiunto, mentre sento le tue dita, scivolate appena dentro di me, bagnarmi le labbra ancora schiuse, con la dolcezza della mia voglia’
adesso le tue braccia mi cercano mi sollevano mi girano e mi stringono’
incroci i miei occhi lucidi che non hanno bisogno di parole’

e mentre mangiavamo senza posate quella pasta che sapeva di me e della mia voglia’
sorridendo mentre la lasciavo cadere nella tua bocca leccandomi poi le dita, ti ho detto’
-avevi ragione serviva l’antipasto

-legamilanima-
(che ascolta ‘Purple rain’)

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