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Racconti di Dominazione

Le dissaventure di Katia

By 30 Marzo 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Dopo la morte dei miei genitori, avvenuta in modo notevole a causa di un incidente
d’auto, la mia vita &egrave cambiata radicalmente. Essendo ancora studentessa e non avendo
mai lavorato, non potevo di certo permettermi di vivere da sola o di vivere in affitto
con qualche altra studentessa.
Così decisi di chiedere aiuto al fratello di mio padre, mio zio Alberto, il quale ancora
scapolo e con una casa molto grande, mi accolse a braccia aperte!
Dopo il primo periodo burrascoso, a causa del ricordo ancora bruciante della perdita
dei miei genitori e delle fatiche del trasloco dalla casa dei miei genitori a quella di
mio zio, i giorni successivi si annunciavano molto più sereni e tranquilli, anche in
vista dell’estate che era alle porte.
Purtroppo però non avevo fatti ancora i conti con le regole di vita di mio zio Alberto;
un giorno, infatti, mi chiama nel salotto e dopo avermi fatta accomodare mi dice:
“Cara Katia, dopo la morte dei miei genitori mi sento ancora di più responsabile nei
tuoi confronti e della tua salute, e fino a quando non sarai in grado di badare a te
stessa, dovrai fare quello che ti dico io nonché seguire le regole di questa casa.”
“Cio&egrave zio?” Risposi io’
“Innanzi tutto ci sono degli orari da rispettare perché questa casa non &egrave un hotel. In
secondo luogo ho notato che ti chiudi a chiave nel bagno, e questo non mi piace!”
“Ma zio'” Replicai io’
“Ma un bel niente! Se un giorno dovresti sentirti male in bagno non potrei intervenire
per aiutarti. Infine ho notato che non ti applichi tanto a scuola e anche questa cosa &egrave
da risolvere. Non voglio avere per casa una ragazzina indisciplinata che fa quello che
vuole e che non ubbidisce al suo zio!”
“Ma non pensi di esagerare?” Dissi io’
“Assolutamente no! Se i tuoi non hanno saputo tirati su bene, vuol dire che spetterà a
me educarti o con le buone o con le cattive!”
Quest’ultima frase mi gelò il sangue nelle vene. Non so perché ma in quella frase non
c’era nulla di rassicurante. Comunque sia la romanzina d’avvertimento era finita e in
cuor mio pensai che fossero solo parole, ma purtroppo i primi guai erano già in
arrivo!
Infatti una sera mio zio invitò a cena due suoi amici della sua stessa età, intorno ai 60
anni, e dopo i convenevoli notai subito che i due mi squadravano con gli occhi dalla
testa ai piedi. Come potevo dargli torto? Per l’occasione avevo deciso infatti di
indossare una camicetta bianca senza reggiseno (avendo una seconda di solito non lo
porto), una gonnellina svolazzante scozzese, collant neri velatissimi e trasparenti e
scarpe con il tacco. Non avevo indossato le mutandine perché quando metto il collant
mi danno fastidio e visto che li porto spesso, mi da noia metterle anche quando non li
porto.
Per tutta la serata le cose sono filate lisce fino a quando non ci siamo alzati tutti per
andare in salotto a chiacchierare. Mentre entravamo in salotto, uno dei due per farmi
uno scherzo, mi dà delle pacchette sul culetto. Io mi giro di scatto e senza rifletterci
su gli dico:
“Ma cosa fai, sei scemo?”
Non l’avessi mai detto: mio zio si gira di scatto e mi prende per un braccio
gridandomi:
“Come ti permetti Katia? Ti sembra il modo di comportarti?
E io:
“Ma zio, mi ha toccato il culo'”
Marco, l’amico di mio zio:
“Non &egrave vero! Non ti ho toccata nemmeno con un dito, e anche se l’avessi fatto, non
mi sembra il modo di reagire in modo così maleducato!”
Mio zio nel sentire queste parole non ci vede più e mi ordina subito di chiedere scusa!
Ma io, orgogliosa del mio carattere, dico:
“Ma nemmeno per idea, quel porco mi ha toccata il culo'”
Non sono nemmeno riuscita a finire la frase che mio zio mi prende con forza e mi fa
distendere a pancia in sotto sulle sue ginocchia, dicendo:
“Adesso t’insegno io l’educazione!”
Subito mi arriva una serie di sculacciate sul sedere davanti agli occhi divertiti dei suoi
amici, che per godere meglio della scena, si siedono sul divano di fronte a me e a mio
zio. Nel frattempo io imploro mio zio di fermarsi e mentre cerco di divincolarmi mi
cadono le scarpe, lasciando esposti i miei piedini velati dai collant.
Marco a sua volta dice a mio zio:
“Una volta, ai miei tempi, si davano le sculacciate sul culetto nudo e non sulla
gonnellina!”
Io lo guardo con gli gonfi di lacrime e di vergogna e cerco di fermare mio zio che,
appena sentita quella frase, mi tira su la gonnellina scoprendo completamente il mio
bellissimo culetto coperto solo dai collant!
Zio Alberto alla vista del mio culetto, dice:
“Bene bene, ai giorni d’oggi si gira senza mutandine, eh?”
Di colpo sento la mano di mio zio abbassare anche i collant, ma a causa dei miei
movimenti, non riesce a farlo con una mano sola. Così chiama in aiuto i suoi due
amici, i quali senza farselo ripetere due volte, si alzano di scatto e si avvicinano verso
di me. In men che no si dica i due vecchi schifosi mi sfilano sia le calze sia la
gonnellina, lasciandomi completamente nuda dalla pancia ai piedi.
Mio zio ricomincia a sculacciarmi, incurante delle mie suppliche, con i due suoi
amici che, stando adesso dietro di me, potevano vedere distintamente sia il mio
culetto sia la mia patatina in mostra!
Ad un certo punto mio zio si ferma e mi chiede:
“Ti basta o devo continuare?”
Io, con gli occhi pieni di lacrime, rispondo:
“Sì zio, mi basta! Ti prometto che non lo farò più!”
Bene ora che hai imparato la lezione chiederai scusa direttamente a Marco! Detto
questo mi fa alzare in piedi e mi fa avvicinare vicinissima a Marco. Io cerco di
nascondermi la patatina, ma mio zio mi ordina di tenere le mani dietro la schiena, in
segno d’umiltà!
Morendo dalla vergogna e con il mio ciuffettino di peli neri in mostra mi avvicino a
Marco e gli dico:
“Scusami tanto Marco, non succederà più!”
Marco si mette a ridere e accetta le mie scuse e mi ridà per giunta di nuovo due
pacchette sul culetto nudo.
Mi giro per prendere su i collant e la gonnellina ma mio zio mi apostrofa che visto
che non uso le mutandine potevo stare tranquillamente nuda fino alla fine.
Io, per paura di qualche altra sculacciata, non oso contraddirlo e mi siedo
velocemente sul divano cercando di coprirmi il più possibile.
Mio zio per mettermi in difficoltà mi ordina di andare in cucina a prendere da bere e
cosi sono nuovamente costretta ad alzarmi e far vedere la mia patatina e il culetto
davanti ai due vecchiacci.
Anche in questa operazione cerco di fare il più velocemente possibile ma a causa
della mia velocità faccio cadere un bicchiere a terra. Nulla di grave, se non per il fatto
che mio zio mi ordina di pulire bene a terra con lo strofinaccio facendomi stare in
ginocchio con il culetto completamente esposto!
Oramai le mie due fessure intime erano completamente esposte sotto gli occhi di tutti
e tre. Terminato di pulire, i due amici di mio zio si alzarono dal divano e
accorgendosi dell’ora tarda salutarono mio zio mettendosi d’accordo per l’indomani:
infatti l’idea del giorno dopo era quella di andare tutti insieme al mare per farmi
conoscere i rispettivi nipotini della mia stessa età.
Al momento dei saluti i due non mancarono di baciarmi ed abbracciarmi toccandomi
il culetto fino a quasi a sfiorarmi il mio buchetto con le dita!
Chissà perché avevo la sensazione che l’indomani in spiaggia non sarebbe stata una
giornata tranquilla’

Rod

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