Skip to main content
OrgiaRacconti di Dominazione

LE DUE SCHIAVE

By 28 Settembre 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Conoscevo Carla dai tempi del liceo. Praticamente ci confidavamo tutto da allora, e così le ho raccontato anche delle mie avventure con Angelo, l’amante di mio marito. Lei non si è stupita né scandalizzata per nulla, ma anzi mi ha detto che conosceva delle persone a cui piaceva far dei giochi particolari. Lei li frequentava già da un anno. Si tratta, mi aveva detto, di un gruppo di imprenditori bresciani, che ogni tanto organizzano dei party in cui una o due ragazze sono messe al centro dell’attenzione in modo particolare. Mi aveva incuriosita e le avevo chiesto di descrivermi la situazione. “Si tratta” mi aveva spiegato, “di andare lì a casa di uno di loro, quando si radunano per giocare a carte, e mettersi a disposizione. In pratica quando vado lì io faccio la schiava, e loro possono farmi tutto quello che vogliono. Naturalmente nessuno paga nessuno, lo si fa solo per divertimento. E la serata finisce sempre con la ragazza, o le ragazze, che si fanno scopare da tutti.” “E il sesso è protetto oppure no…?” avevo chiesto io. “No”, mi aveva spiegato, “andiamo lì con il nostro certificato e facciamo tutto a pelle. Io prendo la pillola perchè spesso loro mi eiaculano dentro… a quest’ora sarei madre di venti bambini!” Io a quel punto ero curiosissima: “E come si fa a partecipare…?” “Niente, la prossima volta, che sarei da sola, vieni con me. Loro si fidano. Solo una volta ho portato una donna di trentacinque anni che a metà serata si è incazzata di brutto per i trattamenti ricevuti e ha voluto essere portata a casa, e quella serata mi è costata una punizione esemplare che non posso dirti,  ma in genere va tutto bene. Tieni presente che devi essere disposta a praticamente TUTTO…” “Anche a sadomaso e roba del genere…?” ho chiesto io. “Tutto.” ha ribadito lei. Io ci ho pensato un po’ su, poi le ho detto: “E dai, ci sto… mi porti con te?”. “Guarda che dovrai essere una schiava del tutto sottomessa…” mi ha ripetuto lei. “Sì, dai, lo voglio… voglio provare questa cosa estrema, sarò brava, vedrai…” “Va bene… lo dirai a tuo marito?” “Certamente!” ho risposto io ridendo, e anche lei si è messa a ridere. Così, il giorno stabilito, verso mezzogiorno, Carla è passata a prendermi con la sua auto a casa nostra. Mio marito mi ha baciata appassionatamente, quasi non voleva lasciarmi andare, io, perfida, nel salutarlo gli ho detto: “Ciao amore, mi riporta qui Carla domani… stai tranquillo… non mi succederà niente… tranne che mi farò fare di tutto…!”, poi ho aperto la porta e me ne sono andata. Carla mi aspettava in auto, e come mi sono seduta accanto a lei mi ha chiesto: “Ti sei depilata sotto?” “No… perchè, dovevo?” “Scusa, non te l’ho detto io, ma avresti dovuto. Probabilmente si incazzeranno con me, ma pazienza. Sei pronta?” “Pronta…” ho aggiunto. “Il certificato?” “In borsa, e a posto!” “Andiamo allora” e ha acceso il motore ed è partita. Abbiamo preso l’autostrada A4 per Venezia, siamo uscite a Ospitaletto e ci siamo dirette verso il paese di C. Durante tutto il tragitto io cercavo di farmi dire cosa realmente sarebbe successo una volta che fossimo arrivate sul posto, ma Carla mi diceva che c’era l’obbligo del segreto… ciò contribuiva a incuriosirmi ancora di più, Carla questo lo sapeva, faceva parte del gioco. Alla fine, percorrendo una strada in mezzo alla splendida campagna della Franciacorta, arriviamo. L’auto imbocca un vialetto asfaltato, poco distante c’è un cancello; Carla vi si ferma davanti, dà appena due leggeri colpi di clacson e il cancello elettrico si spalanca per farci entrare. Pochi metri, poi Carla parcheggia… il cuore mi batte all’impazzata. Dalla villetta esce e ci viene incontro un ragazzo sulla trentina, ben piazzato, corpulento, che apre la portiera dalla parte di Carla. “Ciao bella!” la saluta con un sorriso, “Hai portato una nuova…”. Io accenno un saluto con la mano, lui non mi degna di uno sguardo, per farmi capire che il gioco è già iniziato, e dice solo, con fare improvvisamente autoritario: “Entrate in casa, la sala sai dove si trova Carla, porta lì anche la tua amica e salutate gli altri.” “Sì signore…” risponde Carla, poi, rivolta a me sottovoce: ” Dai, sbrigati, andiamo, non farli aspettare…” e mi prende per mano per condurmi dentro; mentre gli passo accanto il giovanotto mi tasta il culo al volo, senza dire nulla. Entriamo in casa, un ambiente molto lussuoso, in effetti. In sala ci sono altri sei tipi abbastanza maturi che non si voltano quando noi entriamo. Sono seduti intorno ad un tavolo da gioco, delle carte in mano. Sembra stiano giocando a poker. Uno di loro si limita a dire: “Bene, oggi ne abbiamo due… ci stavamo stancando di chiavare solo quella figa secca di Carla!” “Tu, nuova, come ti chiami?” mi chiede un altro. “Elena, signore…” rispondo. “Brava, vedo che sai già come comportarti…” aggiunge quello. Il giovanotto è alle nostre spalle e ci comanda: “Ora spogliatevi e sedetevi per terra.” Uno di loro prende da un tavolino delle carte e ce le deposita ai piedi, capisco subito che si tratta dei certificati e dei documenti di identità, e senza chiedere il permesso ci fruga nelle borse. Dopo poco dice “Tutto a posto…”. Carla controlla le carte, non dice nulla ma annuisce guardandomi intensamente negli occhi… è tutto in regola, ora il gioco veramente inizia. Mi sono denudata completamente, Carla ha fatto altrettanto, e ci sediamo per terra, io molto vicino alla mia amica. Carla è molto magra, non ha quasi seno, ma le sue gambe lunghe la rendono molto sexy, e io mi sento istintivamente attratta da lei. Il suo pube, in  effetti, è completamente depilato, mentre sul mio campeggia un trionfo di peli ricciuti e rossicci.

Il ragazzone ci gira intorno, silenzioso, poi mi si avvicina e mi fa: “Tu, nuova, alzati in piedi.” Io obbedisco. Lui mi mette una mano tra le gambe, e dice: ” Che cazzo sono tutti ‘sti peli?” “Perdonami Enzo, non gliel’ho detto io…” dice Carla. “Stupida gallina…” le dice di rimando Enzo; uno di quelli seduti al tavolo da gioco mi fa cenno di avvicinarmi. Quando gli sono accanto mi mette una mano sul culo, mi palpa liberamente, poi mi accarezza i seni, stringe un po’ i capezzoli ma senza farmi male. Dice: “Tu sei scusata, ma se torni qui devi depilarti, intesi?” “Sì signore…” rispondo. “E comunque,” continua lui, sempre accarezzandomi ovunque, “questa nuova ha una pelle incredibile, sentite come è liscia!”. Mi si fanno tutti intorno, mi toccano dappertutto, e i commenti sulla mia pelle si sprecano. Sono sinceramente ammirati. Uno di loro dice: “Stasera per finire ci scopiamo tutti questa nuova, eh?” Gli altri ridono al mio indirizzo, e quello continua: “Ti facciamo il pieno di sborra dopo, lo sai? Ora però bisogna punire Carla per non averle detto di depilarsi”. “Giusto…” fa un altro, “Come la puniamo?” “Si alza un tipo laido sulla sessantina, grasso da fare schifo, e dice: “Al solito, la punizione di sempre!” Gli altri lo guardano perplessi, poi il ragazzone, Enzo, dice: “Ma sei proprio stronzo, Cesare…” “E forza, che vi frega, tanto dopo fa la doccia!” conclude lui, e senza aspettare il consenso degli altri va verso Carla, la afferra per un braccio e la fa alzare, dicendo: “Dai scema, andiamo in bagno”. Un uomo le dice, mentre Carla segue il ciccione: ” Te lo sei meritato cretina…”. La guardo in viso: la sua espressione è realmente preoccupata, e segue il suo aguzzino molto riluttante. Poi una porta si chiude alle loro spalle. Gli altri ridacchiano, e mi guardano. Enzo mi chiede: ” Vuoi sapere cosa le fa?” ma non attende la risposta. “Non te lo diciamo, è la punizione per quelle che si comportano male, forse oggi, o un’altra volta, toccherà anche a te!” Io sono ancora in piedi davanti al tavolo da gioco, lui mi tasta ben bene ed esclama: ” Cazzo come sei morbida…” Tutte quelle attenzioni mi eccitano, la situazione è al limite del brutale ma mi piace. Enzo prende a baciarmi il seno, poi scende sul ventre, mi lecca la pancia, e intanto non fa che tessere le lodi della mia pelle:” Cazzo… cazzo… sembra fatta di burro… così liscia, così morbida… bianca…” Io chiudo gli occhi e gli sussurro:” Fammi quello che vuoi, padrone…”; lui si alza, mi sovrasta e ridendo fa, rivolto agli altri: “La sentite questa puttana? Fammi quello che vuoi…! Ma certo cara… dopo ti facciamo proprio tutto…”. Mi spinge  via e mi ordina di andarmi a sedere per terra. Intanto la porta si riapre e Cesare rientra in sala da solo, ma mentre va a sedersi al tavolo da gioco grida all’indirizzo di Carla: “E lavati bene stronza!” Noto che si sta ancora aggiustando i pantaloni, come se se li fosse calati… ma non dico nulla, e loro non mi rivolgono la parola. Iniziano a giocare. Alla fine della quinta mano Carla torna in sala, mi si viene a sedere accanto e mi abbraccia, strusciandosi a me dolcemente. La guardo: sta piangendo in silenzio, e non capisco se la cosa fa parte del gioco o se si sia trasceso… lei mi sussurra che va tutto bene, si asciuga le lacrime. Uno degli uomini dice “Ora spiega alla nuova schiava come funziona qui il gioco.” “E’ semplice” mi spiega Carla, “loro giocano turni di dieci mani di poker, quello che alla fine ha vinto di più ha il diritto di scegliere una di noi e per quindici minuti può farci ciò che vuole, e si va avanti così finchè loro sono così carichi che non resistono più e allora o io o tu – da quello che hanno detto stasera sarai tu – veniamo scopate da tutti. Tutto qui…” “Capisco…” rispondo pensierosa. E’ una situazione strana, e mi eccita parecchio: nelle prossime ore sarò il giocattolo sessuale di qualcuno di loro (o forse di tutti, più volte) e alla fine sarò condivisa da tutti per l’atto conclusivo della serata… e mi sorprendo a chiedermi se saranno su di me uno dopo l’altro o tutti insieme! “Sai Carla” le dico sottovoce per non essere sentita, “ti confesso che l’ultima parte del programma è quella che mi attira di più… non sono mai stata con sette uomini tutti insieme…”. “Io sì, l’ultima volta, ero da sola e loro erano carichi da far paura… mi hanno scopata per due ore, a turno, alla fine la passerina mi faceva male, era tutta rossa e irritata…” “E dove ti sono venuti?” domando. “”Tre di loro in bocca, gli altri addosso su varie parti del corpo, per lo più sul seno…” “E… ti è piaciuto? Nel senso… hai goduto?” “Se intendi se sono venuta… no, non ho avuto orgasmi, però mi è piaciuto parecchio, e quando sono andata a casa, nonostante mi facesse male la figa, mi sono masturbata fino a venire. Loro non vogliono vedere che ci procuriamo piacere da sole.”

“Alè, tocca a me!” grida esultante un uomo sulla quarantina, e subito si alza e viene verso di noi. Carla fa in tempo a sussurrarmi: “E’ finito il primo giro, ora Giorgio sceglierà una di noi”. In effetti Giorgio ci si para davanti, ci osserva, Carla abbassa il viso ma io sostengo il suo sguardo: voglio che scelga me, e sono sicura che se lo sfido lo farà… “Voglio la nuova…” dice lui in effetti. “In piedi schiava, seguimi.” Carla non dice nulla, noto che mi segue con lo sguardo mentre mi allontano. Intanto, dal tavolo da gioco, qualcuno le dice: “Forza, figa secca, balla per noi!”.

Giorgio mi conduce in una camera da letto e appena entro lui chiude la porta. “In ginocchio schiava!” mi ordina. Io obbedisco… sono eccitatissima, ma cerco di mostrare solo sottomissione. Lui mi si para davanti, è vicinissimo… il suo pube esattamente all’altezza del mio viso… Non dice nulla, solo, molto lentamente, si apre la patta dei pantaloni, infila una mano dentro ed estrae il pene, già duro. Mi afferra per i capelli e mi spinge il glande tra le labbra. “Apri bene la bocca e succhia, schiava…”Lo lascio entrare completamente, poi inizio a succhiarlo delicatamente: è duro e liscio, pulito, io muovo la testa avanti e indietro, lo fello senza usare le mani, che tengo rispettosamente in grembo. Lui mi apostrofa così: “Sei una brava pompinara, mi piacerebbe venirti in bocca…” io continuo il mio lavoro con diligenza, per fargli capire che la cosa mi farebbe piacere. “E invece no, voglio solo divertirmi un po’…” continua lui, “Voglio tenermi tutto per la fine serata, quando ti scoperemo tutti… ti faccio una bella sborrata in figa… però succhi bene, devo dirlo agli altri…”

D’un tratto mi esce dalla bocca e mi punta il cazzo verso il viso: “Potrei anche pisciarti in faccia se lo volessi… lo sai vero?” “Sì padrone…” rispondo. “Bene… per adesso non ti faccio nemmeno questo…sdraiati sul letto schiava!” mi sdraio supina. “Apri le gambe, aprile bene, fammi vedere bene la figa..” Io divarico le cosce al massimo, e con le mani mi apro le grandi labbra, a mostrare il clitoride e la fessura. Lui mi infila due dita dentro, brutalmente, e mi dice “Ti piace questo vero schiava… sei tutta bagnata, vacca!” Io non rispondo, ma chiudo gli occhi mentre lui mi scopa furiosamente con le dita. “Rispondi vacca!” mi grida, “Ti piace così?” “Sì padrone… mi piace da impazzire…” rispondo. Lui smette subito, estrae le dita e ride: “Ecco perchè non devi godere cagna, perchè devi rimanere eccitata per noi… Ma adesso basta così, è finito il tempo… torniamo di là, e fai la brava, capito?” “Sì mio padrone…”.

Torniamo in sala. Carla interrompe di danzare, senza musica, e torna a sedersi per terra; io mi metto accanto a lei, non diciamo nulla ma lei ora appare molto divertita. Giorgio va a sedersi al tavolo ed inizia a mescolare le carte. Si rivolge agli altri, ridendo: “E’ una schiava obbediente, e credo che sia una gran puttana…” gli altri ridacchiano, uno, rivolto a tutti gli amici ma guardando me dice “Magari potremmo farla prostituire per strada, che dite..?” Io alzo lievemente un sopracciglio, come a dire “perchè no?”, gesto che lo coglie di sorpresa e vedo che lo sconcerta abbastanza. Un altro ci ordina: “Voi due schiave, mentre noi giochiamo, baciatevi!”. Sembra che Carla non aspettasse che di sentire quest’ordine… infatti subito mi abbraccia e inizia a darmi dolci baci sul collo, sulle  braccia… e la cosa mi turba, tanto che il mio slancio nel rispondere alle sue attenzioni sorprende anche lei. Restiamo allacciate così, l’una nelle braccia dell’altra, le bocche aperte unite in lunghi baci saffici, ora sdraiate sul tappeto, ora in ginocchio, ma sempre senza disgiungere i nostri corpi… sono sensazioni bellissime, Carla è di una dolcezza infinita, mi esplora tutto il corpo con le mani, mi pizzica i capezzoli duri, mi solletica lievemente il clitoride, ed io ricambio ogni sua attenzione con foga, arrivando ad un certo punto a mettere il viso tra le sue gambe e a baciarle il sesso umido. Dal tavolo se ne accorgono, e sento qualcuno dire “Hai ragione Giorgio… la nuova è una grandissima puttana! Guarda come mangia la figa dell’altra!” “Brava figa di burro, leccala bene ma non farla venire” ordina un altro. Io non sono in grado di capire a che punto sia Carla, ma la sento fremere lievemente sotto le mie labbra… sta venendo, e non vuole che se ne accorgano; con una mano mi afferra per i capelli e mi allontana, come a voler ubbidire al loro volere, però mi sorride dolcemente. Ci intendiamo, lei simula delusione, riprendiamo a baciarci. Finisce un altro turno di poker. Il vincitore è un bell’uomo brizzolato e muscoloso. Si alza sorridendomi… ho già capito che sarò nuovamente io la prescelta… infatti viene verso di me, mi aiuta ad alzarmi e mi dice: “Ce l’hai un fidanzato, figa di burro?” “Sono sposata padrone” rispondo, poi aggiungo: “Mio marito mi ama tanto…”. “Povero stronzo!” esclama un altro dal tavolo. “Stasera voglio essere il primo a fare cornuto il maritino che ti ama tanto, puttana di un’adultera!” mi fa il tipo e con modi sbrigativi mi conduce nella stessa camera da letto di prima. Lì mi fa sdraiare sul letto, a pancia in su, mi divarica le gambe e senza preliminari di alcun tipo mi infila il pene in vagina. E’ grosso e duro, e mi si muove dentro velocemente, tenendomi per i fianchi. Quel trattamento mi piace, e anche se cerco di non darlo a vedere lui se ne accorge. Ci guardiamo negli occhi, lui ghigna satanico e mi dice: “Sei una puttana di razza, figa di burro, mi dai un gusto incredibile a chiavarti così, e si vede che ti piace…” “Sì padrone… mi piace… ti prego continua…” Lui mi sbatte forte, sono dei veri colpi di maglio che mi pianta dentro, e mi dice: “Certo che continuo… non ce la faccio ad aspettare l’ammucchiata finale… sei una ragazza splendida…” Poi si calma un attimo e mi dice: “Vuoi sapere quale punizione ha subito Carla?” “Sì padrone… vorrei saperlo…” Lui ridendo si china su di me e accelerando il ritmo della scopata mi sussurra in un orecchio: “Cesare le ha cagato sul seno… e la prossima volta troverà un pretesto per farlo anche a te… magari nella bocca, Cesare è fissato con quello, oggi Carla è stata fortunata.” Io sono allibita… non so se avrò lo stomaco per lasciarglielo fare… ma ora devo pensare ad altro: l’uomo sgrana gli occhi, il suo viso vicinissimo al mio, e con le parole “TU SEI UNA PUTTANA… PRENDI SCROFA!!! QUESTO E’ PER QUEL BASTARDO CORNUTO DI TUO MARITO!” mi eiacula dentro. Sento il suo calore che prorompe nel mio grembo, poi lui si ritira, si chiude i pantaloni e torna in sala accomiatandosi da me con la frase: “sei una bella scopata, ma la prossima volta depilati quella cazzo di figa, troia merdosa”. Mi ricompongo, mi sciacquo il sesso e torno  anche io in sala, ad accucciarmi accanto a Carla. Il nostro dialogo è un sussurro, ma tanto loro non prestano attenzione a noi e riprendono a giocare. “Tutto bene?” mi chiede lei. “Sì tesoro, tutto a posto…” rispondo. “Cosa ti ha fatto?” “ha voluto fare l’amore…” Che tenera sei,” dice Carla, “Ti ha scopata… e tu dici fare l’amore…!”. “Ma Carla… per me è lo stesso…”. Dal tavolo qualcuno ci ordina di fare silenzio. Naturalmente obbediamo. Il gioco tutto sommato mi piace, ed attendo con una certa ansia il momento finale… quando sarò posseduta da tutti loro, quando accoglierò nel mio ventre il seme di sette uomini, e lo porterò in dono al mio amore, che mi amerà a sua volta unendo il proprio allo sperma dei miei violentatori… li desidero così tanto che vorrei strisciare ai loro piedi e chiedere loro di porre fine a questa attesa snervante, di prendermi e di scaricare su di me, dentro di me, le loro lussurie! Il giro di poker è finito, e ha vinto Cesare… tutti mi guardano ridendo, Carla è preoccupata… Cesare mi fa cenno di seguirlo in bagno! Mio Dio! non vorrà mica defecare anche su di me il porco..? Ad ogni modo vado con lui, nuda e rassegnata ad accettare quello che succederà. Lui mi dice di sedermi sulla tazza del water, dandogli le spalle. Non sembra volersi aprire i pantaloni, e questo mi conforta… Mi accarezza delicatamente la schiena e le spalle. “Hai una pelle bellissima, così liscia e morbida…” dice. Poi mi mette le mani a coppa intorno ai seni, ne saggia la consistenza e commenta: “Come sono morbide le tue tettine a pera…” Io non dico nulla, sono tesa perchè non so cosa aspettarmi, ho i capezzoli duri. Lui li afferra entrambi tra il pollice e l’indice e li strizza forte, molto forte, usando anche le unghie. “Padrone… mi fai male…” sussurro. “sì tesoro, ti faccio male…” risponde, “a me piace far male alle donne… quando poi mi capita in mano una ragazza dolce e bella come te, mi sembra di impazzire… adesso ti farò ancora male… sei così bella… così pulita e fresca… adesso ti faccio tanto male… se vuoi grida pure piccola schiava…”. “Cosa mi fai… padrone…” gli chiedo. Lui non risponde, mi fa solo piegare in avanti verso il muro. La mia schiena in questo modo è esposta e vulnerabile. La accarezza dolcemente, poi sento che si slaccia la cintura e la sfila. “Ora ti batto con la cintura amore… ci restano dieci minuti insieme… ti frusterò per dieci minuti senza interrompermi… ti voglio fare tanto male… AMORE!” E arriva il primo colpo! “Amore! Amore! Amore! Amore!” Ogni volta che pronuncia quella parola la sua cinghia si abbatte su di me, procurandomi un dolore lancinante. Grido. Grido forte. “Vuoi che smetta?” mi domanda senza fermarsi. “Sì padrone, ti prego… basta!” rispondo. “E invece no piccola puttana… ti lascio i segni su quella pelle di seta… devi soffrire amore!” e mi colpisce con ancora più forza. Dolore atroce… però mi eccita! Lui d’un tratto smette, lascia cadere la cintura e mi afferra per il collo, avvicinando il viso al mio, e mi rantola in un orecchio: “Sei troppo bella… troppo bella… non sei come quella figa secca di Carla, lei è solo un oggetto… tu sei una bellissima bambola di carne… sei irresistibile… mi fai impazzire…” e intanto stringe con ambo le mani sul mio collo… io rimango passiva, sperando che si calmi. La porta del bagno si apre e sento una voce dire: “Ora basta Cesare… lasciala riposare…” Cesare allenta la presa. L’uomo che è entrato si fa avanti e dice: “Ora tutti in sala, abbiamo preparato il futon, siamo stanchi di giocare. Lo sai che vuol dire, schiava?” Io capisco. E’ arrivato il momento di riceverli tutti in me… “Sì padrone… sono pronta.” rispondo. E invece quando arriviamo in sala vedo che sul futon nero, legata mani e piedi alla struttura, c’è Carla. “Sta a vedere” dice Enzo. Le si fanno tutti intorno. Carla è assorta, pare quasi concentrata. Gli uomini si denudano tutti e la circondano, rimanendo in piedi intorno a lei. Carla mi lancia un’occhiata fuggevole, sorride imbarazzata. Poi, il rituale ha inizio. Ad uno ad uno le si avvicinano, le lanciano un insulto e… le sputano addosso. “Latrina umana!” e giù uno sputo. “Puttana in svendita!” e giù uno sputo. La cosa continua così per un po’, con lunghi intervalli tra uno sputo e l’altro, intervalli durante i quali regna il silenzio e tutti gli sguardi sono fissi su Carla. Lei muove impercettibilmente il bacino… è eccitata! Quegli uomini la stanno umiliando… e lei si eccita come una cagna! Loro se ne accorgono… ridono sguaiatamente, la chiamano figa secca, la prendono in giro perchè, così legata come è, non può soddisfarsi da sola con le mani. “E non ci prendiamo nemmeno il disturbo di chiavarti, stupida puttana” le dice uno, “sarà figa di burro a prenderci tutti quanti, lei è più bella di te, stronza!”. Noto che a Carla quel trattamento piace, semmai sono io, nuda in piedi in un angolo, ad essere un po’ imbarazzata. Le natiche mi dolgono per il trattamento ricevuto poco prima, ma qualcosa tra le gambe mi prude in modo strano… la situazione mi affascina, dopo tutto, so che dovrò essere posseduta da tutti quei maschi, che non avranno certo molta delicatezza nei miei confronti, ma… non vedo l’ora che accada! Intanto, qualcuno mi chiama: “Vieni figa di burro, avvicinati, guarda cosa le facciamo, che la prossima volta magari tocca a te!” Mi avvicino, Enzo mi palpa il culo ed esclama: “Cazzo, Cesare, hai esagerato! Ha le chiappe tutte rigate di rosso!” ciononostante non smette di palpeggiarmele con disinvoltura, come fossi cosa sua… Cesare risponde ridendo: “E che te ne frega, è solo una puttana!”. “Hai sentito figa di burro?” dice Enzo avvicinando la bocca al mio viso, “Tu sei solo una puttana, la nostra puttana, vero puttana?” “Sì padrone” rispondo dimessa. Mentre rispondo lui mi sputa sulla bocca. “E non ti pulire, puttana, fallo sentire a tuo marito il sapore della mia saliva nella tua bocca!”. Io tengo le braccia inerti lungo i fianchi, non accenno a pulirmi. Poi qualcuno dice: “Per te, figa secca, c’è solo il nostro piscio!” Io rabbrividisco… Carla chiude gli occhi ma, con mio immenso stupore… apre la bocca ed estrae la lingua! “Lo dicevamo che sei una latrina…” dice Cesare, e inizia ad urinarle addosso. Dapprima sulle gambe, poi sale… il ventre… il seno… la bocca! Cesare le sta pisciando nella bocca, e Carla addirittura beve l’urina! Tutti ridono, la cosa in breve degenera: le si assiepano intorno, favoriti dall’ampiezza del futon, e senza attendere che il precedente abbia finito iniziano uno dopo l’altro a urinarle addosso. Io il pissing, con mio marito o al massimo con due uomini, lo pratico, ma così in massa ha qualcosa di barbarico, di spaventoso. Carla è inondata dell’urina di tutti gli uomini insieme, e sembra non finire mai – ora capisco il perchè della gran quantità di bottiglie vuote di birra già presenti quando siamo arrivate alla villa! Ridono, e pisciano… la insultano… pisciano su di lei senza riguardo… Carla ne è tutta bagnata… Carla beve… Carla si eccita… lo sputo di Enzo intanto mi è colato sul seno… gridano, ridono, pisciano, sputano… il futon è zuppo di liquami vari… Carla è zuppa di liquami vari… la insultano, pisciano… Carla geme dall’eccitazione e loro ridono di lei… mio Dio dopo tocca a me… sono eccitatissima e spaventatissima… è una tortura non potermi nemmeno sfiorare il clitoride con un dito… Carla si sta degradando, la stanno degradando, fino in fondo… provo un senso di vertigine quando mi rendo conto che vorrei essere al posto suo, fatta oggetto della volgarità più bassa e crudele… fra un po’ toccherà a me sostenere un altro tipo di attacco, il dolce supplizio dello stupro di gruppo…”Ora togliti dai coglioni, lasciaci soli con la tua amica!” è l’ordine che sento impartire. Carla ora è in piedi, è stata slegata. Gronda urina, dai capelli ai piedi è come se avesse fatto la doccia, i suoi piedi poggiano in una larga pozzanghera calda. Ci guardiamo… lei appare felice, soddisfatta… e mi guarda come volesse dire: “Lasciati andare, sarà bello…” Poi in silenzio si dilegua nella camera attigua. I loro occhi sono tutti su di me. Enzo, che è come se fosse il maestro di cerimonie, mi ordina: “Forza schiava, sdraiati sul futon!” Mi avvicino, metto i piedi in quel liquido ormai freddo, sono accanto al futon, guardo Enzo… “Hai capito bene troia, sdraiati nel nostro piscio!” mi ordina. Mi siedo sulla sponda… mi bagno le natiche… puntandomi con le mani mi sdraio al centro del futon… è tutto bagnato di pipì, della pipì di sette uomini… i capelli si bagnano, si appiccicano alle spalle… prima che possano fare un gesto, inizio a percorrermi il corpo con le mani, mi spalmo il loro liquido addosso, sul seno, sulle cosce, offro loro uno spettacolino che non si aspettavano… gioco con i capezzoli duri, li massaggio con la loro urina… “Che porca…” sento dire. “Brava porca.. bevila!” Mi infilo in bocca tre dita bagnate… assaporo… è acida… Dio… questo schifo mi piace… non capisco più nulla… sono come ubriaca… “Adesso basta però” sento che dice qualcuno, “Leghiamola e scopiamo!” Mi afferrano le braccia e le legano aperte ai lati del futon, poi mi divaricano le gambe e le bloccano con delle corde che mi fanno male… sono completamente aperta e indifesa, legata e inerme. Li guardo, mi guardano, sono risoluta a sostenere tutti i loro assalti. Ma Enzo mi si avvicina con una benda in mano, me la passa sugli occhi, la lega dietro la testa… “Adesso avrai qualcosa che non hai mai avuto… ” mi sussurra. Adesso sono anche cieca, è tutto buio… e effettivamente ha inizio qualcosa che non avevo mai vissuto! Prima di allora non aveva assaporato l’aroma dell’ano di un uomo… e adesso li devo leccare tutti, uno dopo l’altro… un paio di loro mi regalano anche dei disgustosi peti sul viso… qualcuno di loro, non so chi, sono cieca, ha ancora qualche goccia di urina per me… mi costringono ad aprire la bocca e la fanno dentro tra le urla e le risate sguaiate di tutti, devo inghiottirla, ne sento il sapore… qualcun altro me la fa colare sull’ombelico e sui peli del pube, ed il suo calore mi lambisce piacevolmente le labbra della vagina, rendendola arrendevole dal desiderio… e mani…mani… mani che frugano ogni angolo del mio corpo, spadroneggiano tra le sue pieghe più intime, a volte con delicatezza, a volte con la rude prepotenza di chi si sente padrone assoluto… la mia bocca è violata da tutti a turno, succhiarli mi dà piacere, e non potendo usare le mani per accarezzarli metto un impegno tutto particolare nel dar loro piacere con la lingua, per far loro sentire il mio desiderio e la mia eccitazione… se ne accorgono, non possono non accorgersene… i commenti si susseguono   “Guarda questa vacca come le piace succhiare!”… “Cazzo è bravissima con la lingua!”… “Questa puttana ha voglia di essere scopata!” “E adesso la scopiamo!” e subito qualcuno mi si insinua tra le gambe spalancate, appoggia il glande sulla mia fessura e spinge a fondo… fa un po’ male… è entrato senza la minima delicatezza… ma poi prende a muoversi dentro, è durissimo… il suo corpo è pesante e mi schiaccia sotto di sé.. questo deve essere quel porco di Cesare… non resiste molto, in breve eiacula dentro ed esce, subito rimpiazzato da un altro… sento lo sperma lubrificarmi le pareti della vagina, sento l’uomo ansimare su di me, addirittura mi sbava sul viso… inaspettatamente vengo, l’orgasmo mi scuote e io grido dal piacere… “Godi vero stronza…?” mi sussurra qualcuno all’orecchio, e subito dopo qualcosa di caldo e pastoso mi cade sul viso, sulle labbra… “Apri la bocca stronza…” mi dicono… obbedisco… dello sperma mi va direttamente in gola mentre la mia vagina riceve al contempo un’altra caldissima e abbondante eiaculazione… sono tutti così brutali… così volgari… ma li desidero tutti follemente… l’uomo che era venuto nel mio sesso si ritrae… per qualche attimo avverto un desolante senso di vuoto che  mi spinge a dire sottovoce: “Un altro… vi prego… un altro…” “Eccomi troia!” e quel senso di vuoto non c’è più… “Questa nuova è mille volte meglio di quella cretina di Carla…” dice qualcuno, “Già, questa ci mette tutto il sentimento…” aggiunge qualcuno, che poi propone: “Perchè non la sleghiamo e non vediamo cosa sa fare…?”… quello che mi sta scopando si ferma un attimo e dice, quasi gridando: “Questa stronza è qui a fare la schiava, non a fare l’amore, non farti intenerire dal suo aspetto virginale…” e riprende a fottermi, dicendo: “E’ vero stronza…? Perchè sei solo una puttana stronza…” faccio appena in tempo a rispondergli “Sì padrone…” che lui esce da me e cede il posto ad un altro, mi si affianca, mettendomi la punta del pene sulle labbra e dicendo: “Ti voglio sborrare in bocca… bevi stronza!” e mentre il suo seme mi ruscella tra le labbra e sulla lingua altri gli fanno eco: “Sì, forza, bevi la sborra… sei brava figa di burro…” io provo ad immaginare la scena come se fossi al di fuori da tutto quel bailamme… io nuda, bianca, morbida, bellissima, legata mani e piedi e sommersa da quella massa di maschi urlanti e volgari… vorrei che il mio amore fosse presente, per offrirgli lo spettacolo della sua dolce moglie in balìa di sette folli… quanto si ecciterebbe il mio amore… una tempesta si abbatte su di me… sono penetrata a turno da tutti, che si alternano in me senza venire… offro la mia bocca ai loro assalti, i capezzoli mi dolgono ferocemente da quanto vengono strizzati, torti, morsicati… anche la vagina duole, soprattutto l’ingresso della mia nicchia segreta fa un male terribile, deve essere tutto arrossato e gonfio perchè ormai ogni volta che mi toccano lì è come se infierissero con un ferro rovente nelle mie carni… ma anche il piacere è tanto… mi sto degradando, mi sto facendo trattare come un animale, e sono terribilmente eccitata, altri orgasmi mi fanno tremare da capo a piedi, non pensavo che ne sarei stata in grado, con Andrea non era mai successo, e nemmeno con tutti gli altri innumerevoli uomini che avevo avuto… loro non se ne curano… continuano ad alternarsi su di me, dentro di me, per il loro unico piacere, e le polluzioni iniziano ad arrivare… sono tutte incredibilmente abbondanti… questi tizi devono aver preso qualcosa per aumentare la produzione di sperma… sperma… sperma… sperma… sperma… me lo danno ovunque… nella vagina, nella bocca, sul viso, sul seno, mi farciscono del loro sperma… sotto quella pioggia calda e appiccicosa provo un insolito senso di benessere, mi sento… FELICE, sì, mi sento immensamente felice e vorrei che quel bagno di lussuria proseguisse ininterrotto per una, due, tre ore… le loro urla, i loro insulti… non li sento… sono lontanissimi, attutiti dal piacere di ricevere tutto quel ben di Dio… vorrei giacere in una vasca colma di sperma… “Grazie… grazie…” riesco a dire quando non devo ingoiare del seme… sento, so per certo, che ogni volta che mi chiameranno a partecipare a quel gioco perverso io correrò da loro… mi passano sul ventre qualcosa di freddo e metallico, poi me lo porgono alle labbra… capisco… è un cucchiaino con dentro dello sperma… io apro la bocca, arrendevole come un bambino, lecco tutto quello che c’è nel cucchiaino, lo mando giù… ridono, “Spermofaga!” mi chiama qualcuno… me ne danno altro da mangiare… lo accetto felice… “Io quasi quasi a questa le cago in faccia…” è Cesare che manifesta agli altri i suoi turpi propositi, io rabbrividisco ma non lo do a vedere, per fortuna ci pensa qualcuno a calmarlo… “Dai, ora no… semmai scopala ancora, visto che ti è tornato duro…” “Cazzo sì… io me la scopo di nuovo!” dice Cesare… mi è sopra… mi è dentro… mi si muove dentro in fretta, senza dire una parola, ma sento il suo alito pesante di sigaretta sul mio volto…e tutto ha di nuovo inizio, in un’orgia senza interruzioni… che non finisce… non finisce… non finisce…

Leave a Reply