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Racconti di Dominazione

le due signore

By 19 Giugno 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

– Michela! Ciao come va? Dove vai con tutti quei pacchi?
– Carla! Che piacere vederti! Sono andata a comprare nuove fodere per i divani; quella stupida della mia domestica ci si &egrave seduta sopra con l’uniforme sporca e le ha macchiate !
– Che peccato!
– Che peccato soprattutto per lei! Ma ho preso le opportune contromisure.. Non credo che succederà più e comunque per la prossima settimana non avrà più tanta voglia di sedersi!
– Le hai detratto la spesa dallo stipendio?
– Figuriamoci’ Le ho ripassato il posteriore con la bacchetta!
– Cosa?
– Non era una questione di soldi ma di principio! Non la pago per starsene seduta sul divano’
– Sì ma lei si &egrave lasciata picchiare?
– Picchiare’ Picchiare’ Non l’ho picchiata, l’ho punita per quello che aveva fatto e lei lo sapeva. Ci mancava solo che rifiutava di essere punita.
– Ma come, non capisco’ Io non mi lascerei mai’
– Ma, cara, cosa c’entra? Tu sei una signora, lei &egrave una serva. Il suo dovere &egrave obbedire ai suoi padroni, se non lo facesse la sbatterei subito fuori di casa e poi voglio vedere dove va’
– Non ha una famiglia?
– Certo che ce l’ha ma non sarebbe una buona idea tornare lì. Figurati che quando l’abbiamo assunta &egrave venuta accompagnata dalla madre. Quella brava donna ce l’ha affidata chiedendoci espressamente di tenerla in riga e di non esitare a batterla tutte le volte che lo ritenevamo opportuno. Pensa che si era portata dietro il frustino che usava per punirla e voleva lasciarcelo!
– E voi l’avete preso?
– No, a quell’epoca pensavamo che non ci sarebbe servito. Ma poi abbiamo visto che, a trattarla bene, quella là passava il suo tempo a guardare la televisione invece di fare i mestieri… All’inizio la sgridavamo, lei prometteva di non farlo più ma poi ci ricascava puntualmente. Abbiamo provato anche con i castighi: le abbiamo fatto lavare il pavimento della cantina in ginocchio con la spazzola un sacco di volte. Poi una sera mio marito &egrave tornato a casa e l’ha vista davanti alla TV con tutto il bucato ancora da fare. Non ci ha visto più, se l’&egrave presa sulle ginocchia e l’ha sculacciata a dovere. Dopo quel trattamento ha passato tutta la notte a lavare la biancheria senza che neanche glielo avessimo chiesto!
– Beh, capisco, era esasperato ma come mai adesso anche la bacchetta?
– Io non ho la stessa forza di mio marito, le mie sculacciate le facevano solo il solletico e poi mi faceva subito male la mano allora ho cominciato ad usare una bacchetta di bambù. Trovo che sia più efficace e ti consente anche di evitare il contatto fisico. Adesso anche mio marito l’apprezza ma quando la usa lui, ti assicuro, la ragazza se lo ricorda per un pezzo’ Lei mie punizioni, invece, sono solitamente molto più leggere.
– Mah, non riesco proprio ad immaginarmelo, come fai? Voglio dire, quando la devi punire, le dai, così, una bacchettata?
– Oh, no, non &egrave proprio possibile. Oltretutto se gliele dai sopra i vestiti si sentono appena. Ormai sono organizzata: quando devo punirla le spiego il perché e le ordino di andare a prendere la bacchetta. Lei si mette in ginocchio sul sofà si alza la gonna ed abbassa le mutandine’ Pochi secondi, qualche lacrimuccia ed il gioco &egrave fatto.
– Non avete paura di farle male? Dico, di farle veramente male, che so, di ferirla?
– Ma no, al massimo qualche graffietto! E’ una ragazza giovane e sana, qualche vergata può farle solo bene. E poi noi stiamo attenti a batterla solo sul posteriore e, qualche volta, sulle cosce. Pensa, ce l’ha consigliato la sua mamma: così non può andare in giro con gonne troppo corte a farsi guardare dai ragazzi!
– Perché? Rimangono dei segni?
– Beh, sì, te l’ho detto, qualche graffietto e la pelle un po’ arrossata ma niente di permanente come quegli orribili tatuaggi che piacciono tanto ai giovani d’oggi. E’ comunque un bel deterrente a mostrare le proprie pari intime al primo che capita’
– E i vicini? Non dicono niente?
– E perché dovrebbero? Le punizioni si svolgono nella stanza più lontana e poi la ragazza ha imparato a non fare troppo rumore; non se ne accorgono neppure. Siamo piuttosto noi che dovremmo lamentarci: quando guardano la televisione &egrave come se ce l’avessimo accesa noi in casa. E poi non c’&egrave niente da nascondere: sanno che la nostra domestica &egrave pigra ed ha bisogno di essere punita, tutto qui. Anche loro non si tirano certo indietro quando si tratta di dare una lezione alla loro figliola’
Ma scusa tu come fai con il personale domestico?
– Guarda, &egrave un disastro. La mia Micaela fa appena il minimo indispensabile e, quel poco che fa, lo fa male. Ci vorrebbe una padrona con le tue capacità’
– Oh beh’ Non &egrave per nulla difficile né faticoso. Se ti spaventa usare la bacchetta puoi sempre usare qualche cosa d’altro. Mi hanno detto che anche una semplice cinghia dei pantaloni può essere altrettanto efficace.
– No, sai, non &egrave quello. E’ che proprio non me la sento di’ punirla così. Penserei che le sto facendo del male, non riuscirei a perdonarmelo, avrei paura delle sue reazioni’
– Ma no! Guarda, anche io avevo di questi scrupoli ma poi passano subito. Basta pensare che &egrave per il suo bene, che le serve per migliorarsi. E poi &egrave un po’ come imparare a guidare: all’inizio hai paura di fare male a te stessa e agli altri ma poi ci prendi la mano e acquisti sicurezza e finisce che ti ci diverti anche’
– Tu ti diverti a punire la tua domestica?!
– No, cosa hai capito’ Era solo per fare un esempio. Però devo ammettere che quando mi capita di usare la bacchetta su di lei mi piace fare un lavoro ben fatto: lasciare i segni sulla sua pelle regolarmente distanziati, farla piangere quando lo dico io (né prima né dopo). E poi punire la propria domestica serve a rimarcare le distanze, a farti sentire veramente la sua ‘padrona’. Questa cosa la sente anche lei, tanto che, da un po’ di tempo a questa parte, ha comunicato a ringraziarmi dopo ogni punizione senza che neanche glielo abbia chiesto; comincio anzi a sospettare che ultimamente stia commettendo degli errori proprio allo scopo di farsi punire’
– E perché farebbe una cosa simile?
– Mah.. non so’ Credo che sia una pervertita… Ma, se &egrave così, ha trovato pane per i suoi denti; penso che mi procurerò un frustino vero e poi vedremo se avrà ancora voglia di scherzare’
– Beh’ Ora si &egrave fatto tardi, devo tornare a casa ché mio marito mi aspetta, sennò chi lo sente quello’ Magari ci sentiamo in settimana, mi piacerebbe approfondire con te questo discorso’
– Senti, facciamo così: vieni da me dopodomani alle cinque per un thé, potrebbe essere l’occasione per farti vedere come va trattata la servitù e così potresti anche provare’
– Ti ringrazio di cuore, sei una vera amica!
– Se non ci si aiuta tra di noi’ allora a domani!
– A domani!

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