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Racconti di Dominazione

le lamentele fanno male

By 10 Agosto 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Era il primo week end che avevo libero, così decisi di passarlo con Lisa, ma lei non aveva fatto altro che lamentarsi, il giorno tanto agognato si era trasformato da tranquilla giornata al mare a tranquilla giornata all’inferno, era tutto iniziato da quando si era partiti in macchina a quando si era tornati a casa.

Entrai in casa infuriato la mia dolce Silvia era rimasta a casa per fare le faccende e altre sue cose, come mi vide tornò in cucina a buttare la pasta, Lisa era dietro di me probabilmente sapeva cosa le toccava, sembrava una bambina piccola con la sua espressione corrucciata, posai tutto in un angolo e presi in malo modo i due sacchetti dalle mani di lei tirandoli sopra i miei e trascinandola per la mano la portai in camera.

Restò in silenzio sapeva cosa stava per accadere , sopra il suo nasino si erano formate delle fossette che le davano l’aria da aia adesso ne prendo , quella non era la prima volta che usavo le sculacciate per raddrizzarla e di sicuro non sarebbe stata l’ultima volta ‘ cosa ti è preso oggi eh? Sono a lavoro sei giorni su sette 9 ore al giorno e te l’unico giorno libero che voglio passare in tranquillità con te me lo fa passare un inferno ‘ lei deglutii e cercò di rispondere ma la bloccai incalzandola ‘ facile te, guarda che abbronzatura che hai, sei sempre al mare con le amiche o da sola, ma io no! E invece di potermi riposare e rilassare mi devo sopportare te che ti lamenti del marocchino che urla troppo, del sole che è caldo, dei bambini dei vicini e tutto il resto ‘ attese un attimo per capire se poteva rispondere poi ‘ scusami non volevo, sono solo un po’ nervosa ‘ io mi sedetti sul letto e mi sfilai la cinta ‘ sicuramente ma adesso levati tutto e viene di fianco a me forza! ‘ lei annuì e iniziò a spogliarsi, era molto bella, soprattutto l’estate mi eccitava da morire il segno dell’abbronzatura sui seni e sul sedere, davanti era depilata, i suoi seni erano molto sodi ma non troppo grossi, i suoi occhi verdi luccicavano col riflesso del tramonto che si rifletteva sul vetro della finestra.

Finì di svestirsi e timidamente si mise dove le era stato detto, la guardai un’ultima volta poi la tirai sulle ginocchia ‘ bene adesso puoi lamentarti per qualcosa, vedrai quando avrò finito che culetto viola che avrai- cominciai a sculacciarla severamente, alternavo i colpi prima a destra poi a sinistra, i primi sculaccioni lasciavano la forma delle mie dita sulla pelle bianca, piano piano divennero strisce intrecciate e poi un rossore diffuso, Lisa si lamentava e piagnucolava scuse inutili, che finivano per farmi arrabbiare di più e basta, cominciai a picchiare anche sulla parte alta delle cosce, iniziò presto a piangere sommessamente, non amava darmi troppa soddisfazione con gridi o lamenti energici.

Passai a sculacciarla sonoramente finchè la mano non iniziò a farmi male, erano passati circa tre minuti quindi mi fermai.

Restò in silenzio per qualche secondo poi con voce bassa ‘ scusa ‘ sorrisi compiaciuto poi accarezzandole la testa ‘ lo sai che vorrei poterti perdonare ma quando le meriti le devi prendere e tutte. Alzati e poggiati al bordo del letto forza ‘ lei si alzò, aspettò che mi alzassi e si mise in posizione, il suo sedere così rosso mi piaceva da morire, presi la cinta raddoppiandola , osservai severo la sua posizione ‘ abbassa la schiena e alza di più il sedere su, e poi allarga un po’ le gambe che fai ti vergogni a farti vedere nuda ?- lei si mise come avevo detto bofonchiando ‘ è imbarazzante ‘ la lasciai lì ferma in posizione 1 minuto poi mi posizionai facendo prima tre prove dando piccole cinghiate per vedere se andava bene ‘ bene Lisa saranno 35 colpi dati bene però, non urlare facendoti sentire dai vicini come sempre e stai ferma- lei avvampo ‘ no starò in silenzio cercando di non urlare ‘ alzai il braccio e ciack ciack, ogni cinghiata faceva oscillare il suo corpo, la colpivo con forza, ogni cinghiata faceva vibrare il suo sedere e lasciava una striscia rossa scura su di esso, le linee delle cinghiate si vedevano chiaramente sul culetto così bianco rispetto al resto del corpo aumentando così la mia eccitazione.

Per tutta la punizione si limitò a piangere ed emettere piccoli urli che strozzava mordendo la coperta, finita l’opera il suo sedere sembrava un quadro astratto,ma quel punto non ce la feci più, presi il durex acquistato per provarlo con i massaggi e magari per altro e bagnai il suo buchino dietro, come sentii il liquido si tese, ascoltava tutti i rumori, sussulto al rumore della zip che si abbassava e al contatto della cappella al suo buchino stretto, tentò un ultima difesa ‘ dietro no ti prego mi fa male dopo le sculacciate- io non risposi la presi per le spalle e iniziai a prenderla prima piano poi violentemente, lei iniziò a lamentarsi, presi un seno fra le mani strizzandolo mentre con l’altra tenevo la sua spalla, dopo poco i suoi lamenti si trasformarono in mugolii di piacere, dopo poco venni nel suo bellissimo sedere e mi appoggiai stanco per pochi secondi su di lei, giusto il tempo per dirle ‘ sei stata bravissima piccola mia ‘ lei era venuta già prima di me ridendo le dissi ‘ sei proprio una maialina senza speranza, uscii da lei ed andai in bagno ripulendomi per bene- .

Uscito dal bagno la trovai nell’angolo come gli era stato insegnato ‘ amore adesso vado a vedere se nostra figlia a fatto tutto te resta li ferma se ti muovi lo sai vero ‘ lei annuii prima di uscire mi avvicinai a lei presi dolcemente il suo viso voltandolo verso di me ‘ era tutta scena quella che non volevi vero?- lei sorrise vedendomi preoccupato ‘ certo amore e scusa per averti riempito di urli ma sai come sono le donne incinta ‘ sgranai gli occhi felice ‘ ma allora ‘ ‘ lei sorrise ‘ si ‘ abbracciandola ‘ che bello, non vedo l’ora che nasca. Però allora da oggi niente più punizioni per nove mesi, anzi pensi che ci siano problemi ?- lei scosse il capo, andai di là trovando Silvia in camera che cercava di fare i compiti tralasciati il pomeriggio, i colpi di cinghia e gli urli di nostra figlia fecero capire a mia moglie che nostra figlia non aveva fatto i compiti durante il giorno.

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