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Racconti di Dominazione

Le storielle dal libro di Recalio.

By 22 Novembre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Prima storia

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Confini

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‘Come desideri Padrone.’

La serva si alza dal letto dirigendosi in cucina. Non è solo la mia serva: in realtà è la mia donna, la mia amante, la mia partner. è stata lei a volerlo questo gioco che ormai dura da anni.

Torna con un vassoio e lo posiziona a fianco del letto. ‘Inginocchiati ‘ mangerai quando ho finito io.’

La vedo inginocchiarsi ma non abbassa lo sguardo tenendolo invece puntato su di me. Questa cosa non l’ho mai capita. Voleva essere sottomessa, le piaceva e le piace, ma ce sempre quel luccichio di sfida nei suoi occhi’ ‘Mettiti in fondo al letto e guardami i piedi cagna’ Non provarci nemmeno ad alzare lo sguardo.’

Lentamente avanza fino al fondo del letto. Naturalmente a quattro zampe, e si posiziona proprio davanti a me osservandomi i piedi.

Questo non gli è mai piaciuto, ovvio. Per un servo, anche solo osservare i piedi della Padrona sarebbe un regalo immenso. Per una serva invece, una donna sottomessa, una schiava, chiamatela come vi pare non è affatto piacevole. Ci sono delle eccezioni è vero. Donne che amano il piede maschile, o che sono talmente devote da fare ben di peggio che leccare i piedi al proprio uomo. Donne che amano lo scat ad esempio’ se la mia lei mi avesse detto di amarlo l’avrei lasciata immediatamente.

Ed ora eccola lì: Lo sguardo improvvisamente basso a fissarmi i piedi mentre io finisco l’ultimo pezzo di brioche. ‘Vorresti leccarli vero? Dimmi che lo vorresti.’

Incrocia le braccia unendo le mani. Sempre la solita mossa per tentare di difendersi, o di farsi coraggio e farsi forza. Confermerà comunque’ lo farà perché nel nostro rapporto l’ubbidienza è fondamentale. Il sottile confine tra me e lei, il non andare oltre da parte mia e il non essere egoista in lei. Ci sono tanti confini e solo il tempo aiuta una coppia come noi a capire fin dove possiamo arrivare.

‘Lo vorrei’ vorrei leccarteli.’ Lo sguardo basso, le guance rosse dalla vergogna e le mani sudate, che sfregano una sopra l’altra.

‘Un’altra volta magari’ dico sorridendo. Quella volta, se verrà, sarà ben lontana da adesso. ‘Vieni che la tua tazza si raffredda.’

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Avrei molto piacere a conoscere donne amanti del genere dominazione sia in chat come fantasia o che hanno avuto esperienze reali – Tutti gli altri sia per mail sia in msn, sono comunque i benvenuti.

L’indirizzo Msn – mail è recalio2009@gmail.com

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Seconda storia

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Cercatore di sogni

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Nina.

Un pessimo nome per una serva, troppo duro, privo di dolcezza. Un natale come tanti passeggiavo per il centro alla ricerca di un regalo per mio nipote. Mi ero fermato davanti ad una vetrina di giocattoli tecnologici, tutto video e strani robottini. Osservando uno schermo vedo due figure che combattono:
Il primo un idiota con i capelli tutti aggrovigliati che continuava a fare strane mosse con le gambe.
Il secondo una bellissima rappresentazione di donna virtuale. Si muoveva con calcetti aggraziati dentro un vestitino in lattice viola, la zip argento aperta sul davanti lasciava intravedere i seni e quando tirava i calci si potevano notare gli stivaletti neri, alti fino al ginocchio con un tacco ‘virtualmente’ alto dieci centimetri.
Da allora ho cercato invano una Padrona dal nome Nina’ e la cerco ancora adesso

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L’indirizzo Msn – mail è recalio2009@gmail.com

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Terza storia

Prova

Naima osserva con occhi enormi, increduli, il suo uomo di fronte a lei. é legata ad una sedia: caviglie, cosce, busto, braccia e polsi. Un bavaglio in bocca le impedisce di esprimersi se non con strani versi che servono solo ad eccitare ulteriormente la coppia presente nel suo letto.

Quando il suo uomo le aveva tolto la benda si sarebbe aspettata di vedere qualsiasi cosa, ma non quello che ora stava vedendo. Gli occhi la guardano, sofferenti ma pieni di piacere, un piacere che Naima ne è certa, non è mai riuscita a dargli.

I colpi sono violenti. Le mani fanno presa sulle spalle ad ogni affondo, ad ogni penetrazione segue un urlo di sofferenza, ma quegli occhi sono sempre fissi su di lei, implacabili la obbligano a ricambiare lo sguardo.

Come poteva aspettarsi che avrebbe capito? Davvero lo credeva? Poteva tradirla, e lo aveva già fatto, poteva umiliarla solo per divertirsi, poteva tutto ma quello’
No. Quello che stava vedendo era inaccettabile per Naima. Rompeva ogni suo credo nella virilità maschile e soprattutto del suo uomo, nel senso di obbedienza e sottomissione che aveva sviluppato e creato negli anni di relazione con lui. Forse era una prova? La stava mettendo alla prova? Beh, se così fosse stato questa volta non l’avrebbe superata, era troppo.

Improvvisamente gli occhi che la guardano si spalancano. Non per il dolore ma perché anche lui a capito che Naima non riesce ad accettarlo.

Vuole smettere ora, capisce che è andato oltre. Tenta di reagire ma la presa sulle spalle è troppo forte, le mani lo tengono immobilizzato in quella posizione umiliante. Adesso ad ogni affondo geme, grida il nome della sua donna,
piange’
Sentendo il seme entragli dentro e il membro che l’aveva sodomizzato farsi man mano più inconsistente.

Quando Naima viene liberata in dieci minuti è già sotto casa, un taxi la porta via.

recalio2009@gmail.com

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