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Racconti CuckoldRacconti di Dominazione

L’impresario edile

By 25 Agosto 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Silvia, una ragazza dolce e molto carina, altezza media, scura di carnagione, occhi profondi e labbra grosse, un culetto sporgente e un seno abbondante in un corpo snello, era sposata da poco meno di un anno con Marco, un ragazzo affascinante, capelli ricci, ancora più scuro della moglie, un fisico slanciato di chi ha sempre fatto sport.
Vivano in una casa nel quartiere Villanova, il centro storico di Cagliari, ereditata da una zia, era una casa bella e luminosa ma come tutte le case del centro storico aveva bisogno di essere ristrutturata.
Silvia lavorava come maestra in una scuola materna mentre Marco impiegato in Comune, erano riusciti finalmente a mettere da parte un po’ di soldi per fare dei lavori di sistemazione della casa e chiesero ad un cugino di Marco che faceva il muratore di mestiere se poteva vedere la casa per avere un’idea dei costi.
Il cugino acconsentì subito e si sarebbe avvicinato il giorno seguente con l’impresario titolare della ditta dove lavorava lui.
Arrivo il pomeriggio seguente Sandro, cugino di Marco e iniziarono a controllare i muri e i lavori da fare, Sandro molto sveglio e simpatico diede dei consigli alla giovane coppia su come sistemare la casa.
Dopo venti minuti che stavano valutando la casa suonò alla porta Renato, l’impresario, era un uomo di circa sessant’anni, alto quanto Marco ma il doppio di spalle e con braccia robuste di chi ha sempre lavorato pesantemente e una pancia prominente di chi non disdegna il cibo.
Appena arrivato l’impresario Sandro si fece improvvisamente taciturno e si mise da parte, Silvia notò il cambiamento pensando ad un eccessivo timore nei confronti del suo responsabile.
Renato però nonostante l’aspetto burbero si dimostrò cordiale e professionale, guardava solo Silvia, anzi la scrutava continuamente da cima a piedi, lei era vestita con la sua solita mise domestica, una tuta sportiva aderente nei pantaloni e abbastanza larga la felpa, non si potevano notare bene le sue curve ma il suo sedere sporgente e tondo quello era in vista e Renato lo guardava spesso senza mettersi problemi.
Marco che cercava di intervenire nella discussione dei lavori in casa non veniva minimamente considerato da Renato, in maniera palese lo ignorava, salvo quando su un consiglio di un muro da buttare giù per aprire lo spazio tra soggiorno e cucina, Marco disse che non era il caso, ricevette una risposta scortese da Renato
– non sapevo che suo marito era impresario, come mai avete chiamato me se sa già tutto lui
disse a Silvia parlando di Marco
– non sono impresario, lavoro..
rispose Marco ma fu interrotto da Renato
– allora lasciami lavorare in pace
Renato rispondendo con tono scortese però non smise di guardare Silvia.
Silvia era intimidita ma diede ragione a Renato sulla sua idea di buttare giù il muro.
Renato sempre con tono forte e autoritario si rivolse a Sandro, il suo operaio
-prendi il blocco con le prove dei pavimenti e falle vedere a questo qui
Sandro scattò al suo comando e prese il blocco con le prove dei pavimenti, Silvia sempre più a disagio e intimidita seguì Renato nella zona notte per vedere gli altri lavori.
Marco era furibondo e convinto che mai avrebbe dato il lavoro a quell’uomo così antipatico. Poi si rivolse al cugino
-ma come fai a lavorare con quello li?
– paga bene ma non farlo arrabbiare, &egrave una persona cattiva e pericolosa

Marco fu preoccupato di quella affermazione e lasciò il cugino per vedere cosa stavano facendo, lì trovò nella loro camera da letto, Silvia stava facendo vedere le finestre che secondo lei andavano cambiate. Renato le stava guardando il culo.
-cosa sta succedendo qui?
chiese Marco entrando in camera
-adesso mi hai stancato. esci da questa stanza
rispose urlando Renato
Marco allora si avvicinò spavaldo dicendo a Renato di andarsene da quella casa, quando fu a pochi passi dall’impresario, questo inaspettatamente vista la sua mole, fece partire uno schiaffo che colpì Marco in pieno mento, il rumore rimbombò sulla stanza e Marco cadde svenuto come una pera dall’albero.
Silvia iniziò ad urlare come assistette alla scena, l’impresario chiamo il suo dipendente e gli ordinò di portare via il cugino svenuto in terra. Silvia stava piangendo e non sapeva più cosa dire e fare, provò ad avvicinarsi da Marco per soccorrerlo ma la fermò Renato che la prese per un braccio, la sollevò di peso a la tenne vicino a lui. Quando Sandro ebbe portato via il cugino gli disse di chiudere la porta, quindi Renato si rivolse a Silvia che stava tremando e piangendo vicino a lui
– a me non me ne frega nulla di ristrutturarvi la casa. però mi interessi tu. e quando una cosa mi interessa me la prendo. se non vuoi che il tuo maritino finisca in ospedale fammi vedere il tuo corpo. magari non mi piaci e vi lascio in pace

Dicendo questo la spinse sul letto, Silvia sempre più terrorizzata nel letto si spogliò lentamente nella speranza di non piacergli. Rimase in perizoma e reggiseno. Lui la riprese di peso e la sollevò, la fece girare su sé stessa e poi le palpò il culo.
-brutte notizie per te. mi piaci molto
Fece sedere Silvia davanti a lui, si abbassò i pantaloni e tirò fuori dai boxer un cazzo maestoso, grosso, nodoso e in una poderosa erezione. Silvia non aveva mai visto un cazzo così grande, era spaventata e lo guardava. Lui le prese i capelli, le tirò indietro la testa e le disse
– adesso prendilo in mano e ascoltami bene
Silvia spaventata ma ormai soggiogata lo prese in mano. Iniziò a segarlo, non ci stava tutto nella sua mano, lei aveva lo sguardo con gli occhi colmi di lacrime sullo sguardo eccitato e deciso di lui ma sentiva quel coso enorme che aveva nella mano, senza che lui dicesse nulla mise anche la seconda mano sul suo cazzo, era così grande che solo con due mani riusciva a segarlo bene.
– domani pomeriggio mandami un messaggio quando sei sola in casa che vengo a trovarti. hai capito troia?
Silvia fece di si con la testa mentre continuava a segarlo.
– ora devo andarmene, dagli un bacio per dimostrargli quanto gli sei riconoscente
Silvia si avvicinò e diede un bacio nella punta del cazzo, le arrivò nel naso un odore di sesso, si sentiva umori e sensazioni forti nel ventre, si stava eccitando.

Renato e Sandro uscirono che Marco era ancora svenuto, Silvia si rivestì e corse da lui per soccorrerlo.

Quando Marco si svegliò Silvia era vicino a lui, si era rivestita e gli stava mettendo del ghiaccio nella guancia.
Lui era furibondo e voleva andare a denunciarlo, lei con molta pazienza e dolcezza lo convinse che avrebbero avuto guai perché sembrava un uomo molto pericoloso, alla fine lo convinse.
La notte Marco si addormentò con abbracciando Silvia, lei non riusciva a dormire, ripensava a quell’uomo, la sua autorità, il suo cazzo enorme e si riscoprì eccitata. Si vergognava per quello che provava ma i modi di quell’uomo la facevano sentire come mai le era capitata, quando fu sicura che Marco era addormentato avvicinò una mano in mezzo alle sue cosce e si riscoprì fradicia di umori, si masturbò e arrivò ad un orgasmo intenso dopo pochi minuti.
La mattina al risveglio era ancora scossa, ripensava al fatto di mandare un messaggio a Renato ma si diceva che era solo il turbamento del momento e che le sarebbe passato. Andò a lavoro e non pensò ad altro.
Rientrata dal lavoro Silvia si preparò un bagno caldo, immersa nell’acqua bollente ripensava a quel cazzo enorme e si tocco ancora, raggiunse nuovamente l’orgasmo ma non si sentiva appagata, allora nervosa prese il telefono e il biglietto di quell’uomo e gli mandò un messaggio
– Sono sola a casa
– Sto arrivando, fatti trovare in intimo e inginocchiata nell’uscio di casa
Renato gli aveva risposto dopo pochi secondi, Silvia in preda ad una trance si asciugò e si mise l’intimo come richiesto, poi aspettò il suo arrivo. Dopo venti interminabili minuti suonò il campanello.
Silvia aprì il portone del condominio, spalancò la porta di casa e poi si mise inginocchiata davanti aspettandolo. Renato arrivò quasi subito e appena la vide sorrise soddisfatto
– Brava troia, brava e ubbidiente
La raggiunse, la prese per i capelli e la trascinò nella camera da letto, lei lo seguì camminando con difficoltà dicendo che le faceva male.
– Riprendiamo da dove ci siamo lasciati
Renato si abbassò pantaloni e mutande e il suo cazzo enorme svettava davanti agli occhi di Silvia, lei come un automa si gettò su quel cazzo che tanto desiderava e iniziò a succhiarlo, riusciva a mettere solo la punta in bocca, era troppo grosso, non respirava. Alternava il succhiarlo con il leccarlo lungo tutto l’asta mentre gli massaggiava le palle. Si stava bagnando moltissimo
– Sei proprio brava succhiandolo, ci divertiremo molto insieme
Quindi la prese di peso e la mise a quattro zampe nel letto, le abbassò il perizoma e avvicinò la punta del suo cazzo alla figa di lei completamente bagnata.
– Sembri molto stretta, adesso ci pensiamo noi
Dicendo questo Renato fece entrare la punta del cazzo, Silvia mollò un urlo fortissimo perché sentiva come se la stesse spaccando in due. Lui le mise una mano in bocca per non farla urlare
– Stai calma, deve solo abituarsi
Rimase un po’ fermo con la punta dentro per fare in modo che la figa di lei si adattasse poi piano piano entrò fino in fondo. Silvia non si era mai sentita così riempita. Le sembrava che quel cazzo le arrivasse in gola e la spaccasse in due.
Renato poi iniziò a scoparla sempre con più forza e vigore, arrivando poi a scoparla con furore. Silvia era travolta dalla furia di Renato, lui le tappava la bocca perché altrimenti avrebbe urlato per il dolore ma soprattutto per il piacere, dopo cinque minuti che lui la montava Silvia ebbe un orgasmo fortissimo che la lasciò esanime, non aveva mai provato un tale piacere, sentiva nelle cosce colarle liquidi- lei era abbandonata sul letto ma lui continuava a scoparla con forza. Quindi si tolse e in quel momento Silvia si sentii improvvisamente vuota, aveva le gambe molli, lui si sdraiò e tenendola per i capelli la spostò sopra di lui
– Fammi vedere come lo cavalchi
Silvia salìì sopra quel cazzo enorme e nuovamente mentre entrava dentro di lui si sentii riempita come non mai, iniziò a muoversi mentre lui le sganciò il reggiseno liberandole le tette, lei stava cavalcando il suo cazzo quando le arrivò uno schiaffo fortissimo sulla tetta che la fece urlare
– Questo ti sembra scopare? Muoviti più forte che mi sto annoiando
Slvia spaventata ma anche incredibilmente eccitata iniziò a muoversi più forte, sentii l’eccitazione crescere fino a quando non arrivò un orgasmo intenso come il precedente, venne urlando e sollevando la testa al cielo, per poi cadere con il corpo sul petto di lui, si era abbandonata al suo amante che la faceva godere in un modo mai conosciuto
– Sei già stanca, dobbiamo migliorare troietta
La mise sul letto e ci salì sopra, si mise le gambe di lei sopra le spalle e riprese a scoparla con forza vigore, in quella posizione Silvia sentiva il cazzo di lui che le spaccava l’utero, aveva dolori fortissimi ma era forte anche l’eccitazione. Lui le mise una mano dentro la bocca mentre con l’altra le strinse forte un seno. La scopò ancora un po’ quando lei arrivò al terzo devastante orgasmo. Era distrutta.
Renato si alzò e iniziò a segarsi davanti a lei che lo guardava, inerme e senza forze sdraiata nel letto, poi la prese ancora per i capelli e le ordinò di aprire la bocca e mettere la lingua fuori
Silvia lo fece e dopo pochi istanti le arrivò il primo schizzo che la colpì in un occhio, il secondo schizzo di sperma le arrivò in gola a cui seguirono altri quattro schizzi di una copiosa sborrata che le riempì la faccia e a bocca.
– Brava troietta. Adesso andiamo in bagno che mi lavi
Renato andò dritto in bagno e si sedette sul bidet, Silvia vicino a lui aprii l’acqua calda e poi con dolcezza gli lavò il cazzo e le palle per poi risciacquarlo. Renato nel mentre le accarezzava la testa come se fosse un cagnolino.
– Sei stata brava. Domani vieni da me in cantiere che faremo un nuovo gioco. Apriremo ben bene il tuo culo
Silvia a quell’informazione ebbe uno scatto di paura, lo guardava terrorizzata.
Renato si alzò e andò via. Silvia si rimise sotto la doccia bollente e lavandosi non andò via la vergogna per l’adulterio appena compiuto, non andarono via nemmeno il segno sulla tetta per via dello schiaffo, probabilmente sarebbe diventato un livido. Pensò che per un paio di giorni avrebbe dovuto coprirsi dal marito

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