Skip to main content
Racconti di Dominazione

Livia, piacere e schiavitù

By 12 Novembre 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Livia, piacere e schiavitù

Il seguente racconto &egrave tratto da una storia realmente vissuta da Livia, una gentile lettrice, che mi ha contattato e chiesto di scriverla per lei e pubblicarla.
I vostri commenti saranno puntualmente da me inoltrati a Livia.

Mi chiamo Livia, sono una bella donna di 39 anni, bionda naturale, con occhi verdi, gambe lunghe e ben tornite con due bei piedi, molto apprezzati da chi se ne intende, alta 1,70, 50kg di peso, un grosso seno ancora sodo, nonostante la recente gravidanza, ma che ora ha bisogno di un aiuto per restar su.
La storia che vi voglio raccontare &egrave accaduta circa tre anni fa quando ero incinta di mia figlia.
Ero al 5′ mese di gravidanza e con mio marito decidemmo di trascorrere un periodo di vacanza nel Mar Rosso.
La gravidanza aveva assopito in mio marito il desiderio di sesso e, pur capendo che si trattava di qualcosa di provvisorio, ne soffrivo perché in me, in realtà, la gravidanza sortiva l’effetto contrario, aveva risvegliato l’appetito sessuale e allo stesso tempo mi mortificava perché mi sentivo enorme e gonfia e, soprattutto, brutta.
Un giorno era stata programmata una gita in barca solo per noi due ma all’ultimo momento mio marito ha voluto rinunciare mentre io, al contrario, volli comunque partire, con la sola compagnia della guida egiziana.
Voi penserete che mio marito sia stato un pazzo a lasciare la bella moglie da sola in compagnia di uno sconosciuto, ma nessuno dei due avrebbe mai pensato che una donna incinta e con la pancia già notevolmente pronunciata, potesse diventare una preda sessuale.
Invece’.
Ma andiamo con ordine.
Nonostante la pancia, che già cominciava a lievitare, non avevo rinunciato a prendere il sole con il bikini.
Stupidamente però, quasi senza rendermene conto, avevo indossato un due pezzi che mi era piccolo già l’estate precedente, figuratevi ora che il seno si era notevolmente gonfiato, il reggiseno poteva a malapena contenere le mie grosse tette e mi dava notevolmente fastidio, mentre il pezzo di sotto copriva a malapena la mia peluria bionda, cosa di cui si accorse subito la guida, Saied, un uomo di circa 50/55 anni.
‘Se vuole restare a seno nudo a prendere il sole, faccia pure’..io non ho problemi’.qui lo fanno in molte e non ci vede nessuno!!’
‘Davvero?….Grazie”non resistevo più con questo coso così piccolo!!’ così lo tolsi lasciandogli la vista delle mie tettone.
Poco dopo raggiungemmo una piccola baia.
‘Vuole fare il bagno?…qui l’acqua &egrave pulitissima”.le farà bene!!’
Senza pensarci troppo mi tuffai in quell’acqua magnifica, il problema si presentò però quando tentai di risalire in barca ed anche questa volta mi venne in aiuto Saied che ne approfittò toccando e palpando il più possibile.
Feci finta di nulla anche perché i suoi toccamenti non mi avevano infastidito più di tanto.
Poi finalmente raggiungemmo questa meravigliosa spiaggia deserta, con la sabbia bianchissima ed il mare verde e ne fui subito estasiata.
Fatti pochi passi però sentii le mani di Saied afferrare le mutandine del costume tirandole verso il basso.
Ero nuda!
Non feci in tempo a girarmi che me lo aveva già sfilato completamente, facendomi quasi inciampare.
Completamente nuda lo guardai incredula, senza riuscire a spiccicare parola, pensando che fosse un pazzo anzi, mi veniva quasi da ridere visto che con quella pancia mi vedevo più come una balena che come una donna che potesse essere oggetto di molestie sessuali.
Però quando mi prese la testa tra le mani, mi baciò sulla fronte e mi costrinse ad abbassarmi in direzione del suo cazzo già eretto mi resi conto di essere sola in una spiaggia deserta e che forse quel uomo non era poi così pazzo.
Mi vidi, come se mi guardassi dall’esterno, nuda completamente in balia di quell’uomo.
Ebbi un attimo di panico, mi guardai intorno cercando una via di fuga, ma non feci in tempo a pensare a come venirne fuori, che mi sentii afferrare la nuca, l’uomo mi tirò a se e mi forzò il cazzo dentro la bocca.
Era un cazzo duro, grande e sapeva di sale.
‘Succhia il cazzo”’prendilo in bocca bene’..dai che ti piace il cazzo grosso’..sei tutta nuda”troia italiana che mi fa vedere le tette”cagna italiana!!’
Cercai di divincolarmi, di resistere, di spingerlo via con le mani ma, mentre i miei tentativi di respingerlo si facevano via, via più timidi, si faceva più chiara e forte in me la consapevolezza che avrei dovuto assecondarlo se volevo uscirne viva, cominciai quindi a leccare e succhiare la grossa cappella salata, cercando di soddisfarlo il più in fretta possibile.
Mentre ero in ginocchio e quell’uomo mi forzava la bocca, cercando di spingere quanto più profondamente il suo cazzo dentro, io non sapevo casa fare, mille pensieri affollavano la mia mente, le poche volte che mi faceva respirare gli chiedevo di smettere
‘Per favore’smetta’.sono incinta’.la prego’..abbia un po’ di rispetto di me come madre!!’
Le mie proteste però erano puntualmente zittite con uno schiaffo, mi faceva cenno di stare zitta, con un dito davanti le labbra e lo rimetteva dentro.
‘Zitta e succhia”’così’.tutto in gola’..cagna’sei solo una cagna!!’
Ero disperata temevo che non si accontentasse di un rapporto orale ma, allo stesso tempo, senza che riuscissi a confessarmelo coscientemente, la situazione di sottomissione m’intrigava e quel membro bello, grosso e duro, cominciava a piacermi.
La situazione e la mia carica sessuale, stavano cominciando a farmi apprezzare la cosa e cominciai a succhiare con gusto, cercando di ingoiare il più possibile quel grosso palo di carne
pensai.
Fu proprio in questa situazione che vidi avvicinarsi un giovane, che cominciò a parlare con Saied, mentre io continuavo imperterrita a succhiare il grosso cazzo come se per quei due fosse la cosa più naturale del mondo.
Parlottarono un attimo in arabo e poi il giovane, che doveva essere un amico o un nipote di Saied, mi disse che avevo degli occhi bellissimi!!!
Mi chiesi poi se fosse capitato li per caso o fosse tutto preparato.
La cosa mi stupì enormemente, nelle condizioni in cui ero avrebbe potuto insultarmi, dirmi che ero una troia o altro, invece si era limitato a farmi quel complimento e quindi continuai il mio ‘lavoro di bocca’.
Adesso Saied mi stava pompando con violenza.
Il cazzo sbatteva contro il fondo della mia bocca e dovevo reprimere dei conati di vomito, mentre le palle pelose si appoggiavano sul mento.
Io rimasi immobile, mi sembrava impossibile che un cazzo così grosso potesse arrivarmi in gola così profondamente.
‘Mmmhh”.brava’.succhia bene’.tutto dentro’ahhhh’.ahhhhh!!’
Mi sentii afferrare per i capelli e Saied cominciò a pomparmi con colpi profondi ad un ritmo sempre più serrato ormai prossimo all’orgasmo, sentii il cazzo che si gonfiava ed il primo schizzo di sperma direttamente in gola.
‘Sborro”..vengoooo’..’succhia tutto’.ingoia”..devi bere tutto’.’.&egrave un peccato sprecare’..ingoia tutto’.capito!!’
Poi un secondo schizzo.
Un terzo.
Il cazzo era sempre ben piantato nella mia gola, quando arrivò un quarto abbondantissimo schizzo.
Il corpo di Saied si contraeva per l’orgasmo, io cercavo di non vomitare.
Estrasse il cazzo dalla bocca, continuando a masturbarsi e gli ultimi schizzi, ancora abbondanti, mi arrivarono in faccia e sugli occhi, sui seni turgidi di futura mamma.
Non avevo mai visto nessuno venire così tanto.
Sapevo che avrei dovuto ingoiare tutto, e che i due uomini mi avrebbero guardato e controllato che, come una brava schiava, non sprecassi nulla del loro seme.
Cominciai a inghiottire prima una, due volte.
Tre volte.
Avevo bevuto tutto.
Saied mi disse di aprire la bocca ed ubbidiente la aprii.
Appena poté verificare che avevo bevuto tutto, mi stropiccio i capelli come si fa coi bambini.
‘Brava’.bravissima la nostra troia italiana”..hai bevuto tutto”’!!’
Inutile dire che il giovane Hamed prese immediatamente il suo posto porgendomi il suo altrettanto grosso cazzo da succhiare.
‘Succhia anche questo’.onora il mio cazzo!!’
La situazione era paradossale, nonostante fossi vittima di un vero e proprio stupro, non mi sentivo stuprata ma complice dei due.
Il loro comportamento era contrastante, un momento erano estremamente gentili e premurosi, il bacio iniziale sulla fronte e i complimenti per la mia bellezza e per i miei occhi, in un altro soffocavano le mie lamentele con dei sonori schiaffoni che mi arrossavano il viso.
Ma pian piano sentii che, da stuprata, stavo cominciando a diventare complice del mio stesso stupro, dentro di me questo non avere scelta, perché chiaramente da quel momento in poi avrei dovuto subire tutto quello che avrebbero voluto farmi subire, mi portava a lasciarmi andare completamente e, come conseguenza, a cominciare a provare un masochistico piacere di sottomissione.
Per cui non mi feci scrupolo ad imboccare anche il suo cazzone iniziando a spompinarlo con tutta la mia migliore tecnica.
Sentire in bocca il suo grosso bastone fremente, dal sapore selvaggio, mi dava sensazioni mai provate e cominciai a provare piacere e bagnarmi la fighetta e questa mia crescente ed innegabile eccitazione mi faceva vergognare come non mai.
‘Mmmmhh’brava’.sii’..sei bellissima”.che occhi stupendi’.brava così’muovi la lingua’..così”’continua!!’
Erano disarmanti nella loro gentilezza ed io mi prodigai per farli godere, in breve anche Hamed giunse all’orgasmo costringendomi a bere tutto il suo abbondante piacere.
Intanto Saied si era già ripreso e dopo avermi fatto sdraiare sulla schiena mi fece alzare le gambe.
Ero terrorizzata, capii che mi stava per violentare.
Cercai di pensare a come potessi evitarlo, a quali vie di fuga potessi avere, ma mentre pensavo, tenendomi piedi in aria, infilò il suo cazzone nella mia fighetta che, con mia sorpresa e vergogna, era ormai oscenamente bagnata, affondando fino alla radice con estrema facilità.
Era terribile perché questa violenza, oltre che umiliarmi, in un certo senso mi faceva sentire veramente donna e non solo una futura mamma, mi faceva sentire di nuovo desiderata e bella agli occhi di un uomo.
‘Sei bellissima”.mmmhhh”..dai che ti scopiamo bene’.vedrai ti nascerà una bellissima bambina come te!!’ mi dicsse Saied mentre affondava il suo grosso cazzo nella mia figa finché venne, irrorando il mio ventre con la sua sborra ed io provai il mio primo orgasmo.
‘Godooo’.siiiii’.vengo’siiiiii!!’
Godere, urlare così mentre una guida egiziana mi scopava anzi, mi violentava, fu una cosa terribile e bellissima allo stesso tempo.
Io ero rossa di vergogna, come potevo godere mi chiedevo!
Eppure avevo avuto un orgasmo violentissimo come da tempo non mi capitava.
Saied aveva capito e, dopo essere venuto dentro di me, mi ha sorriso soddisfatto e mi ha baciata teneramente sulle labbra.
Sorrideva perché ormai era sancito: ero una cosa sua.
Anche in quel caso, appena si fu ritirato, Hamed prese il suo posto scopandomi con colpi lunghi e cadenzati che mi fecero godere moltissimo.
Ormai ero senza vergogna, non mi controllavo più, era bellissimo, godevo di sensazioni che non credevo il mio corpo potesse provare.
Mi agitavo, alzavo le gambe per farmi penetrare più a fondo, mi toccavo.
‘Che bella figa’.sei stupenda”.speriamo che con le nostre energie ti nasca un maschietto’..sarà formidabile’instancabile e bellissimo!!’ mi diceva invece il giovane stallone solleticando la mia vanità anche se poi mi trattavano come il loro oggetto sessuale.
Ma in quel momento ero felice di essere il loro oggetto, bastava che nell’usarmi facessero godere anche me.
Il ragazzo non più che ventenne continuò a scoparmi a lungo, instancabile, finché anche lui inondò la mia vagina con la sua sborra caldissima.
A quel punto ci fu una breve pausa durante la quale passeggiammo per la spiaggia, io completamente nuda, mentre loro indossavano le abituali tuniche.
Era strano passeggiare su questa spiaggia deserta, completamente nuda, con il pancione e due uomini, vestiti, che dopo avermi violentata, pur facendomi godere, parlavano del più e del meno, mi chiedevano che lavoro facessi, si meravigliavano che, come donna, potessi essere un architetto, &egrave un lavoro da uomini dicevano.
Ma la pace durò poco perché a un tratto il giovane mi prese la testa e mi spinse a imboccare nuovamente il suo cazzone come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Fu un gesto talmente spontaneo che mi prese alla sprovvista, ma non potei fare niente altro che ricominciare a succhiare con rinnovato ardore.
Intanto Saied mi accarezzava i capelli riempiendomi di complimenti sulla mia bellezza e bravura.
‘Che bella donna’..sei proprio brava a succhiare’ti piace proprio il cazzo arabo!!’
Ancora una volta dovetti ingoiare lo sperma del giovane Hamed come se fosse nettare.
Poi mi sentii sollevare e mettere nella classica posizione della pecorina.
Temevo quello che sarebbe accaduto ma non riuscii o non volli oppormi, mi sentivo come una schiava pronta a soddisfare i propri padroni, e lasciai fare.
Sapevo che di li a poco sarei stata anche sodomizzata e che non potevo fare nulla per impedirlo.
Ero però terrorizzata.
Hamed mi infilò il cazzo nella figa, completamente allagata del loro sperma e dei miei abbondanti succhi, mentre mi infilava contemporaneamente le dita nell’ano, dilatandolo e facendomi urlare per il dolore.
Poi senza una parola estrasse il cazzo per infilarlo, con prepotenza, nel mio retto.
Non era la prima volta che facevo sesso anale ma sempre con molta preparazione, crema, tanta dolcezza e, soprattutto, col cazzo di mio marito che nulla aveva a che vedere con quello enorme di Saied e del suo amico.
Sentii il culo allargarsi all’inverosimile ed un dolore lancinante mentre il cazzo entrava inesorabile.
Continuai a sentire male per tutto il tempo della scopata mentre Hamed sembrava apprezzare la strettezza del mio ano sfilandolo completamente per poi infilarlo di nuovo con violenza.
Il dolore era terribile, era come essere lacerata.
Il mio violentatore godeva e si agitava incurante della mia sofferenza.
Capii che stava per venire dal ritmo parossistico che i suoi colpi avevano raggiunto e le mie urla andavamo al ritmo dei suoi colpi finché venne sborrandomi nel culo.
Ancora una volta, senza neanche un secondo di respiro e di pausa, fu subito sostituito da Saied che non perse tempo penetrandomi quando il buco era ancora allargato dalla precedente inculata.
Il dolore mi accompagnò ancora per tutto il tempo mentre Saied imperversava nel mio povero culetto.
Mi teneva per i fianchi affondando il suo grosso randello fino alle palle, che sentivo sbattere sulla vagina, finché con un grugnito si scaricò nuovamente nel mio culo.
Ero completamente disfatta dal dolore e completamente piena, davanti e dietro, del loro sperma appiccicoso e viscido che continuava a defluire dai miei buchi ormai sfondati, era imbarazzante ma anche, molto strano, eccitante!!!
Ci riposammo ancora un poco e mentre i due si rivestivano io dovevo sempre rimanere completamente nuda a loro completa disposizione.
Dopo un po’ il giovane Hamed volle incularmi ancora e questa volta, forse per l’abbondante lubrificazione data dal loro sperma ancora presente dentro di me e per una sorta di sudditanza nell’essere sodomizzata su quella spiaggia da due arabi sconosciuti, cominciai quasi a provare piacere in quell’atto doloroso tanto che Hamed cominciò a parlarmi mentre mi fotteva.
“Now your ass is open wide, now no more pain only good…I fuck you in the ass…your big white ass ” mi diceva in inglese.
Ancora una volta sentii il suo sperma invadermi gli intestini, mi chiedevo come fosse possibile venire così tante volte e così abbondantemente.
Andammo avanti per ore prima che i due decidessero che era ora di pranzare e mentre io e Saied ci riposavamo Hamed preparava il pranzo.
Pranzammo assieme sulla spiaggia come vecchi amici io sempre rigorosamente nuda e pronta, mentre loro continuavano ad indossare le loro tuniche.
Dopo esserci rifocillati ricominciammo, si era instaurata una situazione di intimità per cui magari eravamo sdraiati a parlare (parlavano inglese tutti e due abbastanza bene) e quando uno decideva che aveva voglia, mi metteva una mano sulla nuca e mi tirava giù, gli facevo un pompino, inghiottivo (credo che fosse importante per loro) mi asciugavo gli angoli della bocca e ricominciavamo a parlare, come se niente fosse.
Oppure se passeggiavamo sulla spiaggia, io sempre nuda, le loro mani mi accarezzavano, poi magari, mentre si parlava, uno dei due mi faceva inchinare o sdraiare e mi penetrava, mentre l’altro mi teneva una mano o mi accarezzava il viso e i capelli.
Ci fu un momento anche piuttosto imbarazzante.
Mentre Saied mi sodomizzava per l’ennesima volta, mi e’ uscita aria, anche in maniera rumorosa, della qual cosa loro hanno riso tanto, mentre io morivo dalla vergogna.
Un’altra volta invece, Hamed tirò fuori il cazzo molto sporco e dal culo, ormai completamente sfondato, mi uscirono delle feci.
Il mio imbarazzo era terribile, avrei voluto scomparire sotto la sabbia.
Hamed si era bloccato, io sentivo l’odore terribile e avevo capito quello che era successo.
Me l’ero davvero fatta sotto.
Continuavo a chiedere scusa, come se ci fosse realmente qualcosa di cui dovessi scusarmi, come se avessi chiesto io di essere sodomizzata ripetutamente!
Sentii Hamed e Saied parlottare, poi Saied afferrò una bottiglia di plastica e, dopo avermi fatto mettere a pecorina me la misero nell’ano spremendomi dentro l’acqua calda perché era stata al sole.
Mi fecero un clistere, li sulla spiaggia, sentii il liquido caldo entrarmi negli intestini, sembrava non finire mai, era tantissima ed anche molto calda.
Poi mi fecero alzare, mi portarono tra gli alberi, non riuscivo quasi a camminare ed avevo paura di perdere tutto il liquido ad ogni passo.
Mi fecero accovacciare e, tenendomi entrambi per mano, aspettarono che mi liberassi di tutto.
Dubito di aver provato tanto imbarazzo ancora in vita mia.
Quando ebbi finito Hamed mi diede un bacio sulle guance e ridendo disse:
‘Sei tutta rossa!’ poi mi portarono in mare perché mi pulissi.
Mentre ero in acqua, mi chiesi fino a dove avrei potuto nuotare, scappare via dai quei due bruti ed anche se fossi affogata forse sarebbe stato meglio che continuare a subire quelle violenze.
Mentre pensavo a tutto questo, mi sentii afferrare alle spalle.
Era Hamed, ancora una volta eccitato.
Sentii che mi penetrava da dietro nella vagina.
E lo facemmo cosi, ancora una volta, in acqua.
Nei momenti di pausa a loro piaceva molto anche essere leccati, in qualunque parte del corpo per cui dovetti leccare loro anche il culo, e molto accuratamente, cosa che gradivano particolarmente, leccai i loro piedi, il collo, la schiena.
A me piaceva perché mi dava tregua dal sesso, mi piaceva sentire la loro pelle ruvida che sapeva di selvaggio e di sale sotto la lingua e, in quei momenti, mi sentivo schiava nel profondo dell’anima.
Mi piacevano le sensazioni che mi dava accontentarli cosi e mentre li leccavo facevano le fusa come gatti soddisfatti.
Le scopate si alternavano ai pompini, con relativo ingoio, ed alle inculate selvagge. Qualche volta, mentre uno dei due mi scopava, l’altro appoggiava i piedi sul mio viso perché li leccassi e magari si fumava una sigaretta.
Ad un certo punto successe qualcosa di nuovo e particolare.
Ero seduta sopra Hamed, stavamo facendo l’amore, lo stavo cavalcando freneticamente, sentivo il suo grosso cazzo ben piantato nella mia figa, lui mi toccava e succhiava i capezzoli, era davvero bello.
I miei seni erano grandi e ipersensibili.
Credo che, mentre me li succhiava, cominciasse a uscire anche un po’ di latte, o comunque quel liquido biancastro che lo precede, il colostro.
Saied era sdraiato accanto a noi e mi accarezzava ed ogni tanto mi abbassavo a succhiarlo.
Muovendomi mi strofinavo il clitoride gonfio sul pube del ragazzo.
Quando capii che stavo per godere cominciai a muovermi come una pazza, lui era durissimo e io urlai come non mi era mai capitato, un urlo liberatorio
‘Aaaahhhh’.siii’.godo’.vengooooo’godoooo!!’
Nella foga mi abbassai a baciarlo sulla bocca, con la lingua.
Fino a quel momento mi avevano fatto di tutto, ma nessuno dei due mi aveva mai baciata in bocca.
Ne fu quasi stupito, ma ricambiò il mio bacio, venendo in quel momento copiosamente ancora una volta dentro di me, abbracciandomi forte e togliendomi quasi il respiro visto che, con il pancione, quella non era la posizione migliore.
Fu come aprire un’altra porta, anche Saied adesso cominciò a baciarmi in bocca, trattandomi come la loro amante non più solo come una puttana da scopare e da quel momento in poi cominciai a godere di più.
Da quel momento in poi, quasi volessero davvero farmi godere, e avendo capito bene quanto dolorosi fossero per me i rapporti anali, anche se ormai a dire il vero ero così aperta che non soffrivo più come all’inizio, non mi sodomizzarono più.
Adesso toccava quasi sempre alla mia vagina dove, ad ogni rapporto, immancabilmente mi venivano dentro.
Il tempo sembrava essersi fermato ed ormai non ricordavo più le volte che ero stata penetrata e riempita di sperma in ogni orifizio e, soprattutto, le volte che avevo goduto di quelle penetrazioni.
Comunque si avvicinava l’ora del rientro e Hamed volle essere salutato con l’ultimo pompino e relativo ingoio.
Ormai ero diventata abilissima nel succhiare ed ingoiare tutto senza perderne neppure una goccia.
Era ancora col suo cazzo tra le labbra quando sentii un getto caldo colpirmi il palato e contemporaneamente un liquido colpirmi.
Mi accorsi con stupore e sgomento che mi stavano pisciando addosso.
Era il suggello finale, io in ginocchio nuda, il pene del giovane in bocca, lo schizzo caldo che non &egrave sperma, poi anche quello di Saied, sui miei seni, sul mio corpo, sui miei orifizi aperti.
La consacrazione definitiva del mio stato di puttana e schiava, sancita dalla fotografia che vollero farmi.
‘Facciamo una bella foto’.così potremo ricordarci dei bei momenti trascorsi assieme!!’ mi disse Saied sorridente finendo di pisciare sulle mie tette.
Completamente nuda coi capelli, il volto ed il seno completamente bagnato della loro pipì, con lo sperma che continuava a colare dai miei buchi pieni, mi sistemarono in mezzo a loro sorridenti e vestiti coi loro caffettani e scattarono le foto.
Poi finalmente salpammo per tornare.
Eravamo ormai sulla via del ritorno e Saied mi porse ancora il suo cazzo per l’ultimo pompino, non ho mai saputo come potessero avere tante energie visto che mi avevano scopata ed inculata per tutto il giorno, io ero sfiancata e loro ancora pieni di energie!!
Iniziai a succhiarlo con la solita perizia ma poi decisi che volevo dargli di più.
Così mi sdraiai sulla schiena alzando le gambe il più possibile e, dopo avergli preso il cazzo in mano, lo indirizzai verso il mio buco del culo aiutandolo a sodomizzarmi ancora una volta.
Avevo capito che a loro piaceva molto e che non me lo avevano fatto più solo perché mi faceva soffrire senza godimento.
Dal loro punto di vista vedermi godere ed urlare il mio orgasmo era la riprova del loro valore come amanti e della loro superiorità in quanto maschi.
Mi afferrò per le chiappe prendendomi con cosi tanta forza e desiderio che quasi mi commosse e, mentre mi prendeva, io mi toccai, piangendo per il dolore e godetti.
Alla fine non dico che mi fosse piaciuto ma il suo godimento e il fatto che io in quella posizione potessi toccarmi facilmente ha fatto si non soffrissi troppo e raggiungessi l’orgasmo.
Mi scopò il culo ancora a lungo finché per l’ennesima volta mi venne dentro.
Poi anziché uscire come faceva di solito restò fermo col cazzo piantato dentro il mio ano.
Poi mi guardò dritto negli occhi.
‘Vorrei pisciarti nel culo!!’ mi chiese.
Era la prima volta che mi chiedeva qualche cosa anziché prendersela e non mi sentii di digli di no per cui acconsentii a quell’atto immondo.
Rimasi immobile, così come ero, con i piedi in aria e lui dentro di me.
E’ stata una sensazione incredibile, bellissima e terribile allo stesso tempo, sentire la sua piscia invadermi l’intestino e mentre la faceva, mi guardava negli occhi, vedevo tutto il suo disprezzo e il suo desiderio in quegli occhi piccoli e cattivi!
Una volta finito cercai di tenerla dentro ma non ci riuscii, allora lui mi prese, mi fece avvicinare al bordo della barca aiutandomi a farla uscire e, mentre mi teneva perché non cadessi, mi baciava il viso e la bocca sorridendomi.
Tornammo al villaggio che imbruniva, ero senza costume, perso, coperta solo da un pareo semitrasparente.
Camminavo male, tutta indolenzita, scalza, coi liquidi che continuavano a colare dai miei buchi ormai sfondati e gli altri barcaioli si lanciavano occhiate, risatine e complimenti a Saied perché tutti avevano capito che mi aveva sedotta.
I più intraprendenti si avvicinarono offrendo i loro servigi, dicendo di essere più bravi di Saied e più instancabili, alcuni alzarono il caffettano mostrando la loro grossa dotazione.
Saied li allontanò ridendo, probabilmente dicendo che ero solo sua, ma rideva e si vedeva che era orgoglioso di mostrare il suo trofeo, arrivò anche ad alzare il mio pareo, facendomi abbassare, per mostrare il mio ano martoriato agli altri pescatori e guide.
‘Guardate che bel culo da troia’..adesso &egrave ben aperto’..fatto apposta per essere scopato dai grossi cazzi arabi!!’
Qualche mano, allontanata da Saied senza troppa fretta, mi toccò, esplorandomi le intimità, strattonandomi.
Un’altra guida arrivò a toccarmi la pancia e dire ridendo: ‘He filled you up well!’
Mi sentivo esposta, nuda, temevo che chiunque da un momento all’altro potesse decidere di prendermi e scoparmi o incularmi davanti a tutti, pensavo che sarei stata violentata da tutti, per giorni, che sarei affogata dallo sperma di tutti quegli uomini e mi girava la testa, non riuscivo più a camminare.
Saied mi portò fino all’hotel.
Mi fece entrare nella hall, dove tutti gli sguardi si posarono su di me.
Le donne mi guardarono sgranando gli occhi.
Gli uomini, soprattutto i locali, ridacchiando.
Io cercai di ricompormi e di attraversare la hall con un minimo di dignità, nuda e scalza come ero, fino agli ascensori.
Ma per quanto mi impegnassi, non potevo certo nascondere la realtà, ero stata stuprata, ma era evidente che avevo goduto e che nessuna denuncia sarebbe seguita.
Era chiaro a tutti cosa fossi.
Una puttana bianca, anzi la cagna italiana, come mi chiamava Saied.
Fortunatamente mio marito era ancora in piscina e riuscii a farmi una doccia per togliermi tutto lo sperma ed il piscio che copriva tutto il mio corpo.
Non si accorse mai di nulla e solo dopo alcuni giorni mi chiese del costume.
‘Non lo trovo più!’ gli dissi ‘Devo averlo perso!!’
Rispose scrollando la testa probabilmente pensando forse come fosse possibile perdere un costume!!!

Sono graditi suggerimenti, commenti e critiche fanserver07@gmail.com

Leave a Reply