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Racconti di Dominazione

Lo Sculacciatore

By 25 Giugno 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

– Lo Sculacciatore –
– Una mano ferma, decisa ed inflessibile, sarà questo che avrai, per essere punita, per essere sculacciata. Mi rivolgo a donne che necessitano di essere educate, a donne che comprendono la disciplina dello Spankig non solo come un gioco erotico fine a se stesso.Ho una grande esperienza e so capire le esigenze e la sensibilità di ogni donna che ho qui, sulle mie ginocchia. Sarò duro ma anche comprensivo. Se sei convinta di provare una nuova sensazione e ricevere la tua prima lezione, perché indugiare oltre? Chiama il numero * massima discrezione e riservatezza –

Capitò così, mossa come una marionetta tra le dita di un destino bizzarro, Sophie inciampò annoiata su questo annuncio.
Il meticoloso utilizzo e il potere delle parole &egrave mestiere per la nostra arguta Sophie che ricerca costantemente nel suo maturare forme di vita da raggiungere più evolute, rispetto al medio plebeo contagioso.
Sophie vive anonima, nascosta ai più, non gli piace parlare di se e non offre generosamente la sua persona a chiunque le capiti a tiro.
Sophie ha carattere, ma Sophie &egrave umana.
Condannata a vivere nel purgatorio del pensiero, tace e sopporta l’ambiente rumoreggiante che la ospita.
Espiare la sua superbia pare un castigo eterno, ma la rassegnazione non coincide con Sophie, che in un perpetuo moto convulso, ricerca simili peccatori destinati a tenerle compagnia.
Un’anima errante, orfana della paternale protezione sotto l’ala piumata, ora alla ricerca dell’equa spada dell’Arcangelo.
Sophie &egrave vincente, &egrave realizzata, &egrave intelligente, &egrave viziata, &egrave bella.
Sophie ha tutto, &egrave invidiata, ma Sophie non &egrave felice.
Sophie si spegne giorno dopo giorno, Sophie ha dei bisogni forti , a volte violenti..
Sophie &egrave un animale da guerra non una bambolina di cristallo.

Una giornata come tante’ qualche capriccio subito esaudito, piccoli dispetti che passano impuniti grazie a quel suo ruffiano sorrisetto, pretese, cattiverie, toni alti, Sophie ha un’intelligenza brillante e non la pesti’ Sophie ha sempre ragione’ Sophie &egrave intoccabile’ Sophie &egrave furba’ ma Sophie ha bisogno di grosse prede per sentirsi viva
Così, una sera, tra il suo quotidiano mal di testa, un senso di noia o semplicemente per il gusto del pericolo, chiamò Lo Sculacciatore .
Compose quel numero eccitata e nello stesso tempo agitata nel contattare lei per la prima volta un uomo, che sicuramente camuffato sotto un intrigante annuncio, cercava squallidamente solo una gran scopata.
Alcuni secondi, il tempo di trovare la linea libera, poi un paio di squilli, tre, quattro’
Un messaggio registrato da voce baritonale ricevette la chiamata
‘Avete composto il numero * se siete convinte di quello che cercate lasciate il vostro cognome e recapito telefonico, sarete richiamate.’
Click.
-Un messaggio registrato- Come ipnotizzata da quella voce e con una gran voglia di riattaccare, incespicando e senza nemmeno avere il tempo di pensare Sophie pronunciò solo due parole
‘Rivelli’ numero *’
””’.
”’
‘.’.
Click.
Sophie aveva il batticuore, si appoggiò inerme sulla poltrona del suo ufficio e respirò forte per riprendersi da quello che aveva appena fatto’ chiamare lei per prima un uomo, cercare lei un uomo, contattare un perfetto sconosciuto e per di più lasciare come nulla fosse a chissà chi il suo contatto telefonico’ che asina!
Ripercorse in brevissimo tempo tutti i passaggi che sotto una forza oscura l’avevano portata a fare questa cretinata e misto tra l’eccitato e l’idiozia scaraventò a terra una pila di fogli, quasi a scacciar da se stessa desideri così assurdi
In pochi minuti riprese la sua vita come se non avesse combinato nulla. Fortunatamente in ufficio era orario di chiusura e col suo squisito tono scorbutico scappò fuori da quell’aria satura di banalità che era il suo mondo.
In auto posizionò l’auricolare ben comodo aspettandosi nel tragitto verso casa quella telefonata che faceva crescere dentro di lei l’imminente desiderio di smascherare il porco di turno, ma nulla, il telefono rimase muto.
Nei giorni successivi ad ogni chiamata Sophie scattava velocemente pronta a rispondere aggressivamente desiderosa di maltrattare e cancellare quel pensiero opprimente. Ma Lo Sculacciatore chiamò Sophie dopo sette lunghi giorni’
– Sig.ina Rivelli?
Quella voce così bassa e profonda, era Lui!
– Si, chi parla?
– Sa gia chi sono, può parlare ora?
Sophie può tutto, Sophie può pure mettere in attesa quell’uomo
– No, ora no, ora non posso.
– Mi dia un’orario libero per lei Sig.ina Rivelli
– Sta sera’ termino alle sette
L’uomo intervenne subito
– Va bene alle sette. A risentirci Sig.ina Rivelli
Click
Stessa agitazione quel batticuore e quel senso di disagio nel sentirsi stupida e sciocca’
si fece abbracciare dalla comoda poltrona e passò le successive ore di lavoro mezza inebetita con un solo pensiero per la testa: smurare quell’uomo, fargli capire che la Sig.ina Rivelli non &egrave una tontolona e che di un annuncio sul web ha considerazione come le suole delle sue scarpe.
Alle sette precise il suo cellulare squillò
– Pronto?
– Sig.ina Rivelli?
– Si, certo, ora io le devo parlare!
– L’ascolto, mi dica.
– Senta .. Signore’ dunque: noi non ci conosciamo ed &egrave bene che Lei apra le orecchie e non ascolti ma capisca quello che Le dico. Io ho commesso una stupidata, in una noiosa giornata ho cercato l’adrenalina contattandola, senza..
– E l’ha trovata?
– No, no Lei ora deve tacere e farmi finire il discorsetto Dicevo che l’ho contattata con un gesto sciocco e ingenuo.So bene cosa gira nel web e il genere di annunci fate voi uomini. Ecco, la Sig.ina Rivelli non cerca proprio una scopata, non apre le gambine tanto facilmente e di certo non &egrave una femmina semplice da sedurre o rimorchiare. Detto ciò, ammetto di aver compiuto un errore nel chiamarla, ma solo gli idioti non sbagliano mai ed io non sono una persona idiota! Mi auguro non lo sia neanche lei e che abbia capito non ci siano i presupposti per proseguire oltre i nostri contatti. Mi scuso del mio stupido atto ed ora &egrave meglio cancellare i rispettivi numeri e non perder altro tempo
– Ha finito?
– ..e..si!
– Sig.ina Rivelli, il mio annuncio era ben chiaro e da quello che mi ha fatto sentire la mia mano sarà particolarmente pesante su di lei. Se &egrave convinta di quello che vuole fare insieme a me mi contatti per un incontro. A risentirci.
Click.
Fine. La comunicazione si chiude in modo brusco e freddo senza lasciare a Sophie la possibilità di ribattere o proseguire a parlare’
Libera!
Ecco la sensazione. Liberata e pulita di uno sbaglio ora ‘
ora va bene così, va tutto bene.

-2-
Sophie proseguiva le sue insipide giornate nel suo abitudinario quotidiano.
Passarono i giorni e quel senso di pulito, di anima immacolata in Sophie lasciò il posto al deprimente insoddisfatto’ incompleto.
Tutte le sue paure e pregiudizi su quell’uomo non trovarono riscontri nei giorni a venire. Sophie non fu molestata da nessun numero anonimo e non ricevette trilli o sms notturni.
Andava male’ andava sempre peggio’ se non era per quel pensiero fisso a farle compagnia, quel prendere coscienza dell’ esistenza di una persona apparentemente in grado di capire i suoi bisogni piu intimi, a trascinarla in un’altra dimensione in cui non vige la sua razionalità e coscienza ma dove l’istinto primario creava scenari dalle tinte forti e vergognose fino a spingerla nel ricercare un piacere solitario.
Sophie aveva domande e dubbi. Quanti pensieri erano rivolti a quell’uomo e al suo dichiararsi ‘Lo Sculacciatore” cosa ne sapeva lui ? e possibile fosse a conoscenza di quel bisogno femminile di ricevere una paternale sculacciata? cercare l’umiliazione, una punizione corporale per redimere l’anima’
Sfinita e logorata dalle sue elucubrazioni mentali Sophie allentò la morsa della razionalità e compose quel numero accettando la sua parte emotiva tenuta sempre nascosta agli altri.
– L’aspettavo Sig.ina Rivelli
Quella voce calda e tranquilla avvolse Sophie come in un abbraccio. Ecco che cosa era quel batticuore e quel senso di instabilità: sentirsi carezzata e stretta forte da uno sconosciuto.
– Si, come vede, la sto ancora cercando
– No, lei sente che deve cedere, anche se razionalmente non lo vuole ammettere.
– Beh’ no! Io l’ho cercata perché ho tante domande e altrettanti dubbi
– Non gradisco parlare al telefono di queste cose. Incontriamoci.
– Ehmm ma io ..
– Domani sera alle 20:00 via XX civico XX
– Ma io..
– Le risulta problematico esser libera domani sera?
– No
– Bene. Ah, mi raccomando Sig.ina Rivelli si presenti pulita ed ordinata. Grazie.
Click.
Pietrificata.
Rigida e immobile rimase col cellulare tra le mani e la comunicazione conclusa .
Sophie non si era mai sentita così imbranata. Aveva un vulcano di rabbia dentro e si era comportata come un’imbecille con tutte le sue domandine senza risposta e con un appuntamento stabilito tra i suoi balbettare un si o un no.
– Che razza di figura ho fatto!?!- si disse Sophie poggiando il viso tra le mani
– Ora richiamo e disdico tutto. Anzi no, pacco direttamente come mio solito all’ultimo munito e chi se ne frega e che si arrangi!… No, no, ma per chi mi ha presa quello ?? mi ha detto ‘Si presenti pulita ed ordinata’ Pulita ed Ordinata’ !!?! Ma come si permette!! Ma che razza di disperata crede sia la Sig.ina Rivelli?? No, no, a sto tizio serve proprio un incontro a muso duro con la Sig.ina Rivelli che gli faccia capire il mio livello!
La reazione di Sophie fu decisiva: piuttosto di richiamarlo e dimostrarmi una fifona mi presento a sto cavolo di appuntamento e gli presento la Pulita e Ordinata Sophie!!

Le ore trascorrevano lente e pesanti
La scarsa concentrazione aggravava ulteriormente la fatica e la sua mente proiettava su di uno schermo instabile questa nera figura d’uomo.
La voce che aveva sentito rispecchiava in pieno nelle sue fantasie la sagoma di un baritono soprappeso e barbuto.
Dal suo tono privo di emotività doveva esser un uomo arcigno vuoto di sentimenti nella sua vita, forse pure isolato e sicuramente un gran manipolatore della psiche femminile. Magari era pure un disadattato, o un suo vecchio professore universitario, o un serial killer con quel suo vocione da orco ‘ l’agitazione di Sophie scattò alle stelle e con più cercava un minimo dato rassicurante o concreto su quell’uomo e sulle sue violenti pratiche sulle donne con più aumentava in lei il desiderio di giustizia e di vendetta nell’averla disorientata e destabilizzata per giorni.
Staccò rapidamente dall’ufficio in cui nessun collega avvertì la particolare tensione di Sophie abituati ai suoi repentini isterici cambi d’umore.
Rapida chiuse le sue pratiche e si diresse con convinzione all’indirizzo dato dall’uomo
Il luogo era nelle vicine campagne, appena in collina in una zona intermedia tra lo sfarzo cittadino e il bifolco agreste. Comodo come rifugio isolato, ma tremendamente triste nel suo solitario scenario.
La strada maestra si divideva in un bivio scosceso poi un lungo vialetto di ghiaia, probabilmente preso con troppa velocità, alzò una nube polverosa attorno alla macchina di Sophie offuscando tutta la sua visuale
– Ma dove sono finita? Ecco mi sono persa!!
Sophie fermò l’auto in quel viale rettilineo non c’erano strade di uscita e chiamò alterata e disorienta l’uomo
– Pronto !! Mi sono persa!!
– No Sig.ina Rivelli io la vedo in mezzo al viale. Prosegua dritto e troverà il piazzale di casa. Ah se per piacere modera la sua folle velocità e migliora la sua attenzione nella giuda le siamo infinitamente grati tutti noi automobilisti corretti.
Click
INSOPPORTABILEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!
Sto uomo aveva davvero finito di sbatterle il telefono in faccia e capirà quanto sia prezioso e unico il loro incontro!
Sophie ingranò la marcia e anche senza vendere bene oltre la strada seguì l’indicazione dell’uomo
Arrivo al piazzale. Sistemò l’auto dove le era più comodo senza badare a possibili spazi appositi e scese con grinta e decisione
Ora sono conclusi i giochini facili
Ora non servono gli annunci da web o la protezione di una comunicazione telefonica
Ora ci si parla in faccia.

-3-
Grinta e decisione, ma non solo, Sophie possiede un numero di munizioni letali ben più pericolose che all’occorrenza non risparmia certo di proiettare contro la vittima di turno.
Convinzione e determinazione nel suo agire e pensare fanno di Sophie un valoroso soldato in prima linea. Forza e capacità la rendono un mastino ben addestrato e quella selvaggia aggressività d’esposizione la tramutano in un indomito rottweiler. Il tutto racchiuso in un’ingannevole innocuo aspetto angelico e celestiale
Sicura della sua prestanza, priva di un briciolo d’insicurezza Sophie scese dall’auto convinta di giocare in vantaggio di mille punti in un incontro diretto.
Un giro di chiave, l’auto si ferma, borsetta, chiavi, sigarette, cellulare ed a mani piene uscì dall’abitacolo.
La polvere e la ghiaia sotto i ricchi sandali di Sophie non furono proprio una piacevole accoglienza ma quello sarebbe stato il meno, lei mirava in alto: era pronta alla squisita simpatia del padrone di casa!
Nessuno ad accoglierla nel piazzale Un ampio giardinetto di forma ovale, ben curato, quasi maniacale, odorava l’aria di rose e genziane. Le aiuole erano sistemate con uno stile da’ Collegio Cattolico gestito da un’Autoritaria Madre Superiora’. Ogni aiuola era geometrica, squadrata perfetta, un bordo di mattoncini ne definiva i contorni e limite di vita delle perfette painticciole fiorite’stomachevole!
Un giardino sotto vetro
Un cortile non vissuto
L’ordine e la pulizia nella cura di quel giardino dimostrava, nell’analisi di Sophie, un Modus Vivendi al limite del paranoico, privo di quell’essenza vitale umana che &egrave la follia! Il disordine artistico la confusione godereccia.
Sophie calcò il suo passo piantando bene il suo tacco sui sassolini che cedevano arrendevoli lasciando piccole orme ad ogni suo passo
L’incedere di una persona &egrave il miglior biglietto da visita
Il casolare presentava uno stile architettonico molto comune. Una facciata regolare con lunghe e rettangolari vetrate ed un portone di rovere brunito si ergeva dopo tre gradini
– Porta un Coup&egrave eh Sig.ina Rivelli’ non avevo dubbi sulla sua infantile ostentazione.
Sophie arrivata di fronte alla cascina alzò gli occhi verso la finestra da cui proveniva la voce.
Eccolo! Ancora indecifrabile, lontano da un contatto ravvicinato, l’uomo a mezzo busto era una figura elegantemente anonima, comune e conforme all’ambiente perfetto e insipido del suo giardino di cristallo
– Che facciamo una falsa copia dei Giulietta e Romeo sotto questa finestra Caro Signore?
– hahahahha sempre allegra la mia Sig.ina. Ora scendo si metta tranquilla.
E sparito dalla romanticissima finestrella l’uomo scompare tra l’eco di una potente risata.
Sophie non tollerava oltremodo quel tono confidenziale e canzonatorio che l’uomo proseguiva a usare con lei e di mettersi tranquilla non ne sentiva di certo il bisogno nella tana della serpe!!

– Prego’
Il portone si apre e svela l’ambiente domestico. Un antro del museo.. o del mausoleo’ statuine e mobilia di epoche passate. Una casa piena di oggetti dal fantasioso e diverso utilizzo. Poltroncine di epoca barocca erano seminate ad ogni angolo e piccoli comodini abbinati o mensoline pensili ne facevano nicchie da contemplazione mistica. Ogni mensola o tavolino era carico di preziosi sopramobili in brillante cristallo o lucidissimo argento in contrasto visivo con statuine di peltro opache.
Meticolosa esposizione di oggetti tradizionali e borghesi consolidavano l’idea di un uomo dal carattere rigido ed inflessibile, Sophie ne era sicura che ogni accessorio posto in quella stanza era sotto lo specifico volere del padrone.
Persa tra la sua curiosità e desiderio di comprendere di più un uomo così particolare, analizzando minuziosamente il suo ambiente domestico, Sophie fermò il suo involontario seguire il padrone di casa fino al centro del salone.

Sophie si accorse di esser lì, al centro di quel salone e l’uomo appariva così maleducatamente menefreghista della sua presenza in casa, mentre, voltandogli le spalle armeggiava con le bottiglie di liquore.
– Si accomodi Sign.ina. Ah, mi raccomando, un usi la poltrona. La poltrona &egrave mia, da sempre.
– No guardi che non ho nessuna intenzione di trattenermi piu del dovuto, sarò breve forse non indolore.
– Bene Signorina, entrambi non abbiamo tempo da perdere, mi sciorini pure tutti i suoi strampalati pensieri, oppure &egrave arrivata fin qui solo per farsi una gita in campagna?… L’ascolto mi dica tutto.
Rispose l’uomo porgendo un bicchiere di liquore a Sophie ed occupando come detto la sua poltrona privata.

La situazione era diventata imbarazzante, l’uomo aveva assunto una posizione neutrale seduto in poltrona con il drink poggiato su un tavolino e le mani racchiuse sotto il mento in atteggiamento di attesa del discorso di Sophie che rimasta in piedi come una delle tante statuine, in quel salone pareva far parte anche lei dell’arredo. Quel silenzio e quello sguardo fisso pesava su di lei’

– Ok, come preferisce, se le appaio più confidenziale ed amichevole rilegata sul suo divanetto parleremo seduti. Dunque’ la sua altolocata e sontuosa apparenza non rivela di certo la sua totale stupidaggine di un’inserzione a dir poco buffa e ridicola come il suo definirsi Lo Sculacciatore. Ora, non voglio assolutamente entrare nel suo intimo privato, ma come tecnica di rimorchio se lo lasci dire &egrave alquanto grottesca.
Lo Sculacciatore ha del comico e al tempo stesso del perverso.
Lei ha lanciato un’ esca ben mirata ad animi innocenti e delicati che senza voler parlare a titolo personale ma ora si trova davanti ad una candida Sig.ina si, ma sono anche armata di carattere e intelletto. Io non temo di certo un confronto con Vossignoria !
Vede’ ecco anche ora. Quella sua postura e espressione nel starsene lì zitto e distaccato come se nulla la possa toccare o offendere ebbene mi rivelano il suo arido personale e mi permetta ma si nota l’asciutto emozionale nel suo comportamento. Non ho ancora ricevuto spiegazioni sui miei iniziali dubbi, poi non ho liberamente deciso e stabilito io questo incontro e mi permetta di aggiungere, senza mancar di rispetto nel rivolgermi ad un uomo di una certa età quel lei &egrave, però una Sig.ina come me non accetta e sopporta sentirsi sbattere il telefono in faccia. Ha compreso?

– Certamente. Ha concluso Sign.ina?
– SI concluso!…..Ah’ comunque il suo drink fa schifo &egrave amaro ed acido come la sua persona.

– Signorina Rivelli’
iniziò lo Sculacciatore con tono morbido e paternale, mentre a quanto pareva non riuscendo a tener ferme le mani dal taschino della sua giacca tirò fuori tabacco e cartina per una sigaretta.
– lei pensa che io faccia tutto questo alla ricerca di una squallida scopata.
Le assicuro che se fosse solo per quello non avrei bisogno di mettere un annuncio sul web, posso avere tutte le donne che voglio, quando e come voglio. Qui &egrave diverso, &egrave una specie di gioco e non a tutte concedo la mia arte.
Si io la chiamo arte e non pratica, pratica mi da quella fredda sensazione di qualcosa di meramente meccanico e fisico, troppo limitante per i miei gusti, al contrario arte, nasconde calde sfumature che i più non sanno cogliere. Come ho detto non a tutte concedo la mia arte ed &egrave questo il motivo del messaggio registrato, del fatto che venga richiesto un nome ed un recapito. Non contatto subito chi risponde al mio annuncio, non &egrave così automatica la faccenda: io chiedo, lei risponde, io offro, lei riceve.
Il tempo mi serve per studiare , magari lei penserà ‘spiare’, io dico osservare da lontano, con discrezione, la persona che ha risposto al mio annuncio e le assicuro che ci sono stati contatti che non hanno avuto un seguito.
Devo trovarla gradevole, sono un edonista del corpo, delle forme femminili, non troverei nessun gusto, non proverei nessun piacere a sculacciare un culo, mi perdoni il termine, che non sia all’altezza della mia mano.
Durante la settimana trascorsa dal suo primo messaggio, io l’ho cercata, mi sono informato su di lei. L’ho seguita senza farmi notare e l’ho guardata attentamente e visto che soddisfaceva appieno i miei desideri e che era meritevole della mia arte, per questo l’ho contattata.
&egrave un gioco molto sottile questo, molto eccitante nel suo meccanismo perverso, lei crede di aver fatto una scelta magari stupida, magari dettata dalla noia, dalla voglia di provare qualcosa di diverso, ma alla fine quello che decide sono io, il gioco lo conduco io Sig.ina Rivelli, o posso chiamarla Sophie?

Sophie accusa il colpo, sente bruciare nella mente quelle parole e l’unico lenitivo che trova per uscire dall’impasse &egrave focalizzarsi sulle sue mani, forse iniziando a desiderarle.
L’uomo ha una gestualità unica, ha movimenti lenti ed aerei un intreccio di dita in sapienti mosse quasi ipnotizzano Sophie
Le mani sono grandi , con l’ossatura robusta. Il dorso della mano &egrave ampio e nel chiudersi arrotolando la cartina si notano bene le nocche in effetti artistici di chiaroscuro.
Le dita scivolano sicure in meccanismi di un rituale antico. La giusta quantità di un profumato tabacco, la disposizione, dosare una stretta forte ad un tocco leggero il saper plasmare e portare l’inerme fino ad un’opera. Sophie desiderava che quelle autocratiche mani forgiassero il suo animo castigando il suo corpo.

Attese
L’uomo si era accorto che nelle sue parole Sophie si era persa tra i movimenti delle sue mani
Silenzio’
Il silenzio nessuna smussatura o avvicinamento allo stato confusionale di Sophie
Ora la sua mente stava elaborando il tutto’ e tra una boccata di fumo sentì le parole di Sophie salire di tono e prendere quel delizioso tono stridulo e delirante di chi naviga nel buio disorientato.

– Lei non &egrave mica normale!
– hahahaha molto facile ma la invito a prendere coscienza delle sue azioni Sing ina Rivelli. Lei ha fornito ad uno sconosciuto, che ha messo un annuncio su internet, il suo cognome ed il suo numero di telefono, &egrave stata alquanto ingenua nel avvallare le mie richieste’ e gli incoscienti vanno puniti.

Lui ha un sorriso malignamente trionfante mentre lei &egrave totalmente inerte, sente grave la sua stupidità, concretizza una realtà evidente che probabilmente si &egrave tenuta nascosta, protetta dalle sue stupide congetture.

Il predatore assapora il gusto del sangue sulla vittima ferita.
– Io so esattamente perché sono qui, e lei può dire altrettanto? E’ consapevole di ciò che andrò a farle?
– no’non lo so’
– Oh Mia Piccola Sophie , non trova anche lei che tutto questo &egrave tremendamente eccitante?
– Eccitante? No, non credo’
– Vede Sophie, molte delle donne che sono state qui, erano come lei, delle belle bamboline annoiate, alla disperata ricerca di qualcosa di nuovo da provare, come il cambiarsi ogni giorno d’abito per inseguire una moda, senza comprendere che in realtà questa &egrave un arte antica, c’&egrave sempre stata, ma loro non sono mai state capaci di afferrarne la vera essenza.
Lei mi giudica perverso vero Sophie? Un uomo che mette un annuncio del genere per lei deve essere perverso, &egrave arrivata qui con rabbia, si &egrave sentita quasi umiliata, si, proprio lei che non si &egrave mai dovuta abbassare a chiedere qualcosa perché tutto le era dovuto o concesso, come nell’ordine naturale delle cose: lei la Predatrice al vertice della piramide e sotto le sue prede.
Suo padre la viziava, magari chiamandola con banali vezzeggiativi sdolcinati e melensi e lei si rifugiava tra le sue forti braccia, facendosi ancora più piccola, così che lui la considerasse come un giglio immacolato, ignaro che la sua piccola puttanella chissà quanti ragazzi aveva già intrappolato tra le sue gambe.
Quante volte ha baciato suo padre dopo aver spompinato per bene i suoi amichetti?
Lei &egrave qui e non vorrebbe essere qui, lei si sente a disagio ora seduta su quel divano, dove altre donne si sono allo stesso modo sedute prima di lei.
Lei mi guarda Sophie mentre le sto parlando e vorrebbe urlarmi contro la sua rabbia, la sento crescere, la vedo crescere dentro di lei, l’ho portata al suo limite apposta, l’ho portata dove io volevo portarla.
Vede mia cara Sophie, il vero piacere di una punizione non &egrave una mano che colpisce un bel pezzo di carne, no, non &egrave un gioco, la vera punizione sono i segni che rimangono indelebili dentro la nostra anima, sono i colpi che fanno crollare il nostro baluardo fatto di certezze, &egrave il desiderio di lavare via la nostra parte più sporca, la giusta ricompensa per le nostre cattive azioni ed allora e solo allora potrà avere il suo pianto liberatorio.

Sophie non regge oltre ed interrompe quel monologo alzandosi bruscamente, immolandosi di fronte allo Sculacciatore
– Allora mi sculacci!
&egrave un grido, una supplica ciò che esce dalla bocca di Sophie
– Non pensa di averne già prese abbastanza per oggi ?
Rispose l’uomo rimasto seduto ed impassibile a quel gesto capriccioso ed arrendevole.

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