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Il paese da cui vengo e’ pieno di gente bigotta, in teoria per fare sesso devi essere fidanzato e l’orientamento sessuale etero è l’unica opzione “concessa” dalla collettività se non si vuole dare scandalo o infangare il buon nome della famiglia.
Io ero molto acerbo sessualmente, a 20 anni avevo pomiciato facendo al massimo sesso orale con un paio di ragazze e a dirla tutta qualche, qualche sega reciproca e qualche pompino con un ragazzo con cui invece di studiare ci scappellavamo I cazzi.
Durante periodo di Erasmus in Inghilterra, lontano da casa e libero da quel maledetto dovere vivere in base agli stereotipi paesani, ho avuto una esperienza omosessuale con Jack, un uomo di una trentina d’anni, operaio in una fabbrica dei sobborghi londinesi.
Il tutto iniziò all’interno di un locale con musica, chiamarla discoteca è eccessivo , troppo piccola e molto buia, forse per non fare cadere occhio sull’arredamento datato e trasandato.
Stavo bevendo un cocktail molto alcolico ero lì da solo,lo avevo quasi finito, quando un ragazzo con movimenti alterati dall’alcol urtandomi, me lo fece cadere addosso. Ecco come ho conosciuto Jack
Cercai di non prendermela anche perché lui sembrava mortificato.
Mi offrì subito da bere, presentandosi con fare allegro. Invece di discutere sugli eventi, mi risultò simpatico e cominciammo a parlare e a scherzare.
Dopo un paio di bevute ci siamo ritrovati in pista a ballare con una bolgia di persone che come noi si tava scatenando in pista.
Accompagnai Jack, che era molto più alticcio di me nei bagni del locale, con non poche difficoltà.
Mi disse che voleva vedermi pisciare e io ridendo acconsentii a tale bizzarra richiesta.
Finito di pisciare, lo vedo con un foglio di carta igienica in una mano, chiudere con la chiave con l’altra la porta del bagno e con fare rilassato pulirmi la punta del pisello con la carta.
Io rimango li immobile con una sensazione che farei fatica a descrivere, tra la curiosità e il senso di fare qualcosa di sbagliato.
Me lo prese delicatamente tra le dita, facendo scorrere la pelle mentre il mio cazzo inaspettatamente andava in erezione.
Con fare veloce lo prese tutto in bocca per alcuni istanti, facendo un gioco di lingua che mi fece venire i brividi lungo la schiena.
Mi disse che voleva farmi godere con la bocca e che abitava li vicino.
Io cercai di chiarire la situazione sul mio orientamento sessuale etero, ma lui in risposta mi diede un bacio, che io mi ritrovai a restituire.

Non abitava così vicino, finimmo in una zona residenziale non servita da mezzi pubblici e io avevo pure perso l’orientamento, cominciai a pensare di essermi cacciato in una brutta situazione. La certezza di essere in una situazione complicata fu quando all’improvviso l’auto rallento’ per poi far salire un ragazzo di colore, che scendeva le scale di un pianerottolo.
“Diamo un passaggio al mio amico Paul, è un amico è ok, stai tranquillo.”
Io sono pentito di dove sono, perché sono con due sconosciuti, in periferia, di notte con uno che mi vuole fare un pompino e un ragazzo nero, anche lui sulla trentinaa che sarà almeno 190 centimetri di altezza e supera di gran lunga i 100 chilogrammi…un armadio. E’ molto su di giri, ma non mi sembra uno sbandato, ha per quel che riesco a vedere bei lineamenti e una inflessione francese che mi fa pensare che sia originario del Senegal o di paesi limitrofi.
Arriviamo ad una villetta carina ed indipendente.
Entriamo, Paul versa da bere e si siede davanti al divano, poi come se fosse la cosa più normale del mondo comincia a toccarsi il notevole pacco dentro ai jeans. Jack mi allunga da bere un bicchiere colmo di whisky che tracanno, rendendomi poi conto che Jack non è ubriaco come me.
“A lui piace guardare…di solito, ma non sempre..” aggiunge divertito Jack tastandomi il pacco.
Io capisco di essere in una situazione senza via d’uscita e sono eccitato, lontano da casa, e tutto e da tutti.
In pochi istanti ho i pantaloni alle caviglia e la mano di Jack che mi accarezza il pene che mi resta flaccido.
Mi libero dai pantaloni e spinto sul divano mi trovo Jack inginocchiato che mi lecca con delicatezza e che inizia un pompino al mio cazzo che vuoi per l’emozione e l’alcool, non diventa duro.
Paul ha tirato fuori il suo e si è alzato in piedi, ha un cazzo di una ventina di centimetri grosso come non ne avevo mai visti, si divertiva a scappellarselo e nel farsi guardare il suo cazzone.
Il mio cazzo restava moscio, nonostante fossi preso da quella tensione sessuale e dalla porcaggine della situazione.
Jack mi fece mettere ginocchia all’aria e prese a ciucciarmi il perineo e il buco del culo.
Io chiusi gli occhi per sentire meglio quelle sensazioni e quando li riaprii mi vidi ad un palmo dal naso il cazzo nero e nodoso di Paul.
Avvertii sensazione di fresco sul buco del culo e cominciai a lasciarmi andare, Jack aveva messo qualche crema proprio li’.

Il cazzo di Paul era sulle mie labbra, lo presi in bocca o meglio provai a farne entrare ciò che riuscivo a farne entrare in bocca.
Jack aveva iniziato a infilarmi un dito lubrificato dicendomi di stare rilassato.
Andammo avanti qualche minuto, Jack mi stuzzicava la prostata e Paul mi faceva assaggiare il gusto del suo bastone di liquirizia.
In quella posizione non riuscivo a spompinare e forse Paul si stava un pò scocciando, forse anche della mia poca abilità nello sbocchinare.
I due si dissero qualcosa che non riuscii a comprendere e mi scortarono con fare maschio e brusco in una camera nel seminterrato.
Quando accesero la luce mi ritrovai in una stanza piena attrezzata per giochi erotici, fetish e bdsm di tutti i tipi.
Mi indicarono una specie di altalena fatta con cinghie in pelle e appesa al soffitto.
Mi aiutarono a sedercimi sopra nudo come un verme, e ubbidiente, mi ritrovai così a gambe all’aria, con il buco del culo unto ed oscenamente esposto.
Paul disse “Tra un pò non sarai più vergine, lo capisci vero?”
Mi proposero di bendarmi ed io accettai.
Avvertii il movimento della altalena che si muoveva, sentii il rumore di una anta dellarmadio aprirsi.e dopo qualche secondo i Jack mi disse all’orecchio “Adesso giochiamo sul serio.”

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