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Racconti di Dominazione

Lucia viene col suo boy

By 18 Ottobre 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Aspetto con ansia una nuova chiamata di Lucia, ma la ‘stronzetta’ sa farsi desiderare e per due lunghe (per me) settimane nulla.
Poi un giovedì mattina, sento il cellulare che squilla: è lei!
‘Pezzo di merda, ti sono mancata vero?’
‘Certo Lucia, da impazzire’ ‘Bravo coglione, stasera vengo e paghi gli arretrati, alle 9 o quando cazzo mi gira. Tu aspetta. Ah, naturalmente voglio trovarti nudo’. ‘Certo, Lucia, come desideri’.
Alle 20.30 mi spoglio, in trepida attesa dell’arrivo della mia regina. 21.30, nulla ancora. 22, niente: inizio a pensare abbia voluto prendersi gioco di me, ma aspetto; aspetterò fino a mezzanotte, penso.
A un quarto a mezzanotte sento il citofono: è Lucia. Apro immediatamente, anche la porta dell’appartamento e mi metto in ginocchio. Lucia porta una minigonna di jeans e un toppino rosso: ai piedi, i soliti calzini (mai cambiati nel frattempo, almeno spero..) e le Adidas dell’altra volta.
‘Brutta testa di cazzo, stavo scopandomi un amico e mi ero dimenticata di te, merda schifosa.
Ma poi mi sei venuto in mente, ho parlato di te col mio ragazzo, Paolo, che vuole conoscerti:è qui, ora entra: tu sei anche un frocio di merda, immagino, quindi vedi di non farmi fare brutte figure col mio ragazzo, altrimenti non mi vedi più. Appena entra gli togli le scarpe, le calze e gli lecchi i piedi, chiaro figlio di puttana schifoso? Sai, Paolo ha la mia età ma è anche più cattivo e perverso di me; ti arrapa l’idea di una dominazione doppia, vero lurida merda?’.
‘Certo, Lucia, farò tutto quello che mi ordinate, tu e il tuo ragazzo’.
Lucia va verso l’uscita e la sento dire ‘vieni amore, il cesso ti aspetta’.
Paolo entra: è molto carino, moro non molto alto una bocca da favola (sì, in effetti sono un po’ frocio) porta un paio di jeans, una t-shirt blu e ai piedi un paio di Nike.
Mi getta uno sguardo, fa la faccia schifata e dice a Lucia: ‘Amore, si vede che è proprio un cazzo di cesso di merda come dicevi: ora ci divertiamo con questo schifo, vedrai che lo conciamo da buttare, dio cristo!’
Io, in ginocchio, mi avvicino alle sue Nike e, con la bocca, gliele tolgo.
‘Pezzo di merda, leccami bene i piedi che sono sudati e sporchi: perfetti per una lurida schifezza come te; poi ti concederò di leccare anche i piedini del mio amore. E dopo ti massacriamo, porca troia ho proprio voglia di farti male, bastardo’.
Io obbedisco al volo (devo dire che mi arrapa un casino anche lui!): inizio ad annusare i suoi piedi, parecchio puzzolenti, sudati e sporchi, poi, dopo aver assaporato il suo odore intenso li lecco accuratamente, fin quando un calcio in culo di Lucia mi fa capire che può bastare.
‘Cesso, ora lecca i miei: comincia dai calzini. Eh, non li cambio da 20 giorni quindi saranno fantastici per una lurida cloaca come te; ma, poi dovrai pagare questo regalo, brutto figlio di una cagna troia!’
Sì, era come avevo sperato: le calze erano sempre quelle e in due settimane a 40 gradi emanavano un puzzo micidiale e ‘ per me ‘ fantastico.
Feci un lavoro particolarmente, infatti Lucia mi ringraziò (a suo modo, ovvio).
‘Bravo bastardo, ti meriti un premio, prima delle punizioni: apri la fogna di bocca che ti ritrovi’. Mi riempì con due scatarrate belle dense e Paolo non volendo essere da meno fece altrettanto.
Poi Lucia mi ordinò ‘forza coglione, spoglia il mio uomo e leccagli il buco del culo, anzi prima le ascelle che saranno parecchio sudate dopo la scopata che ci siamo fatti..’
Gli tolsi la maglietta e subito leccai le sue ascelle pelose e, in effetti sudate di brutto e con un potente odore un po’ rancido; evidentemente anche Paolo non si lavava da un po’..
Subito dopo gli tolgo i jeans e i boxer che annuso arra patissimo: sono sporchi di sborra e sul retro hanno una bella striscia marrone: lecco il tutto sempre più schifosamente arrapato, pensando ‘simone sei proprio una merda’.
Paolo si siede sul divano, apre le gambe e mi dice di leccargli il buchetto; cosa che faccio senza tentennamenti.
Mi arrivano un paio di grosse scorreggie e lo sento dire ‘mmm, il segnale che sta arrivando la tua cena, schifosa latrina del cazzo, ma prima te la dovrai sudare figlio della merda, capito?’.
Annuisco e mi preparo psicologicamente a quello che mi aspetta.
Lucia: ‘allora pezzo di merda, come d’accordo iniziamo con la siringatura: facciamo che, visto che siamo in due, saranno un paio a testa, per il momento’ e scoppia nella sua risata sardonica.
Toglie dalla borsetta una bottiglietta di alcol, alcune siringhe e una confezione di soluzione salina.
‘Amò, inizio io col bastardo (si chiamano così, o figli di puttana, i capezzoli della nostra frocia, ah ah ah) sinistro, poi tu gli buchi il destro e viceversa’.
Imbeve un batufolo di cotone di alcol, me lo passa sul ‘bastardo sinistro’, poi riempe fino all’orlo la siringa e me la infila decisa.
Cazzo fa un male porco già il bucarlo, non parliamo del liquido che fa entrare con sadica lentezza.
‘Soffri, pezzo di merda eh? Soffri ma ti piace, sei proprio uno schifoso masochista: vai col destro amore’. Prima però mi preme il sinistro con del cotone impregnato di alcol, provocandomi un bruciore pazzesco.
Paolo fa lo stesso procedimento al figlio di troia destro in modo più veloce (e non so quale procedimento sia più doloroso).
Quindi rivolgendosi a Lucia ‘tesoro, questo direi di disinfettarlo con un po’ di piscio insieme all’alcol, che ne dici?’. Ottima idea, amore, io metto l’alcol e tu lo condisci di piscio..
Il coktail è doloroso quanto arrapante!
Dopo che l’operazione è stata ripetuta da entrambi e i miei capezzoli sono gonfi come meloni Lucia mi dice: ‘Ora, cesso, è il turno delle sigarette, che diventano due, visto che siamo in due, ovviamente; stavolta inizia tu, Paolo’.
Il ragazzino si accende una sigaretta, ne fuma tre quarti, poi dice a Lucia: ‘Prima di spegnergliela addosso, gli butterei una bella caccola ardente, Luci’. ‘Paolo, sei un grande, buttagliela sullo stomaco e lasciamola trenta secondi. Cronometro io. E tu figlio di puttana non provare a muoverti, sennò giuro che ti spengo un sigaro sulla cappella, chiaro?’.
Faccio segno di sì col capo e Paolo mi fa cadere il tizzone incandesecente: il dolore è indescrivibile, ma resisto stoicamente pur gridando come un matto. Passati i 30 secondi, Paolo mi soffia via la caccola e immediatamente spegne la sigaretta sullo stesso punto della mia povera pancia. ‘Ahhhhhh’, grido, ma intanto Lucia ha già la sua sigaretta pronta e me la schiaccia con forza sul petto, in mezzo ai due bastardi.
‘Fai vomitare, cazzo, sei proprio una merda schifosa!’.
E Paolo: ‘Giusto, amore, vediamo come ingoia la nostra merda. Comincio io, che non ce la faccio più a tenerla; sdraiati, coglione e spalanca la bocca che arriva il dolcetto..’.
Lucia mi guarda e ‘Stronzo, se non la mangi tutta, sai cosa succede’.
Spalanco il più possibile la bocca e mi arriva mezzo kilo di merda dal teenager. Ingoio e la mastico per bene. ‘Sai, amore, l’altra volta gli ho fatto provare la mia speciale zuppa, lui ha vomitato nel piatto e si è rimangiato il suo vomito, divertente no?’.
Paolo le dice di andare a prendere una ciotola e Luci ritorna con quella del mio cane.
‘Meglio questa, da bestia a bestia ‘ ride ‘ sbocca qui cesso che poi ti rimangi il tuo vomito impreziosito dalla merda del mio boy’.
In effetti, è talmente tanta che non riesco a trattenere il vomito che faccio nella ciotola.
Ma, mentre me l’avvicino alla bocca, Lucia mi blocca: ‘Aspetta, idiota, prima ti cago in bocca io, così se vomiti ti rimangi tutto insieme’.
Si toglie mini e slip, poi dice: ‘cazzo, è vero, ti avevo promesso di mostrarti le mie tette e io mantengo sempre le promesse’.
Sta per togliersi il top, quando Paolo le dice: ‘Cristo Luci ma questa non la sapevo e direi che, certo se hai promesso hai promesso, anche se una promessa a un cesso non vale un cazzo. Però ok, voglio essere buono: facciamo che gliele fai vedere se prima se lo guadagna con un’altra tortura, va bene?’.
‘Hai ragione amore, fai tu quello che vuoi alla merda, tanto si farebbe fare di tutto per vedere le mie splendide tettine: ma voglio una roba veramente pesante, stupiscimi amore’.
Lui pensa un attimo e poi ‘mm, direi che la tortura del cerino potrebbe essere un’idea. L’ho vista l’altro giorno su un video e non vedo l’ora di sperimentarla’.
‘Come funzia, Paolo?’ Ora te lo mostro, fa lui.
Prende un nastro adesivo, ne taglia una striscia e mi attacca un cerino in modo che la punta corrisponda alla cima del bastardo.
‘Ora lo accendo e lo lasciamo fichè non si spegne. Anzi, visto che le merde sono due facciamo uno a testa: scegli se tutti e due insieme o prima una e poi l’altro’.
Lucia riflette un attimo e risponde: ‘Mah, penso che farli insieme sia più forte, ma separatamente siano due dolori invece che uno: boh, visto che non l’ho mai fatto, per stavolta facciamolo separatamente, la prossima faremo un falò unico, va bene latrina?’.
Io ‘come vuoi tu Lucia’.
Allora inizia Paolo: avvicina la fiamma al cerino e lo accende: la fiammata è alta e passano secondi ‘ che sembrano minuti ‘ prima che si esurisca.
Lucia applaude ridendo ‘Cazzo, che figata: ora faccio io!’
E infatti la stessa cosa succede all’atro bastardo. ‘Cazzo, Paolo, guarda i figli di troia come sono bruciacchiati, fantastico!’.
Me li guardi anche io e in effetti sono tutti nerastri: un dolore lancinante ma ne valeva la pena visto che Lucia mantiene la promessa e mi lascia ammirare il suo seno.
E’ meraviglioso: due tettine piccole con capezzolini rosei e turgidi, cazzo me ne fare bruciare altri dieci di cerini per poterli succhiare..
Lei deve averlo intuito perché dice ‘Sono sicura che questo schifoso cesso masochista farebbe di tutto per potermi ciucciare i capezzoli’.
Paolo la guarda, sogghigna e fa ‘Non ho dubbi, ma facciamo così: ora gli dai la tua merda e la prossima volta invitiamo anche la tua sorellina e, pensa che cazzo si fa fare per leccarne 4 di capezzoli stà merda schifosa’.
‘Hai ragione tesoro, così nel frattempo pensiamo a una tortura durissima. Tanto Chiara sarà sicuramente felice di partecipare. Ah già coglione, non ti avevo detto che ho una sorellina: si chiama Chiara, ha due anni più di me e mi ha iniziato lei a questi giochetti, quindi, anche il tuo microspico cervellino potrà capire che lei è molto più cattiva e perversa di me, ma è bella quasi come me per cui vedrai che vale la pena di sopportare le torture più bastarde che tu abbia mai anche solo immaginato, per poter gustare anche la sua cacca e vedere il suo seno, piccolo come il mio, forse anche di più; ma, come l’altra volta, lascio a te la decisione: ti lascio riflettere mentre ti cago in bocca, lurida latrina del cazzo’.
Mi avvicinò il culetto e, dopo qualche sonoro peto, mi riempì la fogna della sua deliziosa cioccolata.
La masticai con adorazione, ingoiandola tutta stavolta senza vomitarne nemmeno un po’.
Poi bevvi il vomito di prima e le dissi ‘Lucia, accetto la proposta, senza dubbi e senza alcuna condizione o limite: potrete farmi tutto quello che volete’.
‘Brava merda, ci avrei scommesso, anche se il ‘tutto quello che volete’ andrà oltre ogni tua immaginazione, brutto schifo di schiavo. E prenderò questa tua cazzo di frase da bullo come una sfida. Porca troia, ti faremo pentire di queste parole. Ti conceremo da buttare nel cesso, che d’altronde è il tuo habitat naturale visto che sei una merda’.
Mi rifilò un calcio nelle palle, prese Paolo sottobraccio e se ne andò dicendomi ‘Brutta merda, attendi una mia chiamata e preparati a soffrire come non mai’.
Si rivestirono, Paolo mi sputò in bocca e se ne uscirono, sbattendo l’uscio.

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