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Racconti di Dominazione

mia figlia Greta

By 8 Agosto 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono Mauro e dopo il divorzio vivo da solo con mia figlia Greta, una ragazza adolescente di 18 anni, è molto carina castana occhi azzurri vivace e magrolina, soprattutto da quando l’ho obbligata a fare palestra, adesso vi racconterò la sua ultima sculacciata avvenuta tre mesi fa.

Dovevo andare a fare dei giri per conto della mia ditta, così mi ritrovai per caso nel centro storico della mia cittadina, mentre passeggiavo tranquillo verso la mesticheria noto una maglietta familiare girare l’angolo, incuriosito la seguo. Appena giro l’angolo vedo Greta con tre sue amiche a chiaccherare tranquilla mentre invece doveva essere a scuola, sto per andare verso di lei quando cambio idea decidendo di lasciar perdere e riprenderla quando torna a casa, questa volta una sculacciata non gliela leva nessuno. Scatto una foto per non farmi dare stupide scuse dopo mi giro e torno sui miei passi.

Arrivarono le 14:00, mi misi comodo sul divano ad attendere mia figlia che di solito tornava a quell’ora, come al solito puntuale sentii aprirsi la porta di casa. Mia figlia entrò sbuffando e lanciando in malo modo lo zaino ‘ uffa che noia, la professoressa oggi ci ha fatti studiare come delle matte ‘ accennai un sorriso sarcastico come dire ‘ ma sentila l’attrice’ ma ancora aspettavo volevo vedere il continuo della sua farsa. Salì le scale per andare in camera sua poi appena finì di mettersi in comodità tornò giù in tuta, mi abbracciò dolcemente come sempre dandomi un bacio sulla guancia, l’adoravo ma non mi feci prendere dalla compassione.

Aspettai si staccasse per prendere il cellulare, andai alla foto e mi avvicinai a lei con un sorriso sarcastico, poi dopo la sua messinscena era giusto che adesso facessi due moine pure io ‘ Greta vieni qua guarda che bella cosa ho visto stamattina. L’ho fotografata solo per fartela vedere scommetto che sarai entusiasta ‘ lei si avvicinò tutta allegra ‘ cosa papa fammi vedere dai ‘ come la vide il suo respiro si bloccò di colpo e non disse nulla, la vidi sbiancare poi con sguardo pieno di panico ‘ no dai papa ti posso spiegare giuro ‘ sbattei la mano libera sul tavolo ‘ cosa mi vuoi spiegare? Che invece che ha scuola stavi con le tue amiche in centro? ‘ i suoi occhi iniziarono ad inumidirsi, mi faceva male vederla così ma doveva capire non era più una ragazzina ‘ se ti succedeva qualcosa? Lo sai che rischio una denuncia per abbandono di minore vero? Quante volte ti ho detto piccola se non vuoi andare una mattina a scuola di dirmelo che non mi arrabbio, basta che so che quella mattina non ci sono compiti o altro così che il tuo rendimento non ne risenta ‘ battei di nuovo la mano sul tavolo, un bicchiere si rovesciò e rotolò fino a infrangersi per terra, lei sobbalzò e quel rumore forte la fece crollare, cominciò a piangere e fra un singhiozzo e l’altro ‘ scusa papa volevo farlo ma ero con le mie amiche e mi avrebbero presa in giro, perdonami ‘ la guardai un attimo poi stringendola a me ‘ piccola lo sai che siamo soli io e te vero? Mamma se n’è andata, poi conosci anche il fatto che siamo in una situazione delicata che io lavoro molto e l’assistente sociale mi tiene d’occhio, se ti succedeva qualcosa saresti stata costretta a trasferirti da tua madre e conoscendola presto dai tuoi nonni- la strinsi come avessi paura che arrivasse qualcuno a portarmela via da un momento all’altro ‘ non so cosa farei senza di te Greta ‘ lei si asciugò le lacrime ‘ scusa papa non dovevo giuro che non succederà più ‘ la guardai ‘ lo spero, adesso vai a rinfrescarti il viso e dopo pulisci in terra mentre io riscaldo il pranzo che dopo devo tornare a lavoro ‘ lei con voce preoccupata ‘ papa le mie amiche oggi volevano venire a studiare qua da me possono? ‘ io la guardai aveva il visino tutto preoccupato e con un’espressione che urlava ‘ti prego papa’ sospirai poi sorrisi ‘ certo piccola, ma quando torno stasera lo sai che si devono fare i ‘conti’ ‘ lei mi guardò ‘ ma papa sono grande ormai non mi puoi sculacciare ‘ io la guardai e mi avvicinai a lei minaccioso ( anche se volevo solo metterle paura, infatti oltre che per le sculacciate che per fortuna erano state necessarie poche volte non alzavo mai un dito su di lei ) ‘ Greta, lo sai come sono le regole! ‘ lei sbattendo un piede a terra ‘ dici di preoccuparti dell’assistenti e dopo non ti preoccupi dei segni delle tue sculacciate, se lo fai dico tutto così dopo vedremo se ci riprovi ‘ la guardai fermandomi di colpo, capii forse che sculacciarla non era giusto oramai era grande, ma i miei mi avevano abituato così, anche se è vero che ai miei tempi prendere delle sane cinghiate a culo nudo era una cosa normale. Ovviamente non potevo non fare nulla ma dovevo fare qualcosa che sostituisse le sculacciate, ed ecco che mi venne in mente cosa fare ‘ Greta innanzitutto scusati per ciò che hai appena detto avanti ‘ lei mi guardò aveva capito che la sua minaccia anche se voleva farla solamente per farmi cambiare idea mi aveva ferito, abbassò il viso ‘ scusa papa non volevo dire quelle cose, però non mi va nemmeno di essere sculacciata ancora ‘ il mio sguardo restò severo e con voce dura infine sentenziai la pena ‘ allora piccola dato che non vuoi più prendere sculacciate alla tua età per due settimane non potrai uscire più di 2 ore, farai tutte le cose di casa e non come ora che lasci sempre qualcosa da mettere al suo posto a me e la sera è vietato pc cellulare e uscite, se vorrai potrai stare con me a parlare o vedere film ma poi basta- il suo viso era sorpreso e spaventato, poi passò all’arrabbiato ‘ ma non è giusto! è solo un ricatto ma io non cedo, non mi farò sculacciare un’altra volta ‘ la guardai ‘ Greta non è un ricatto ma è solo un cambiamento, lo sai che ti ho sempre ascoltata è ho deciso di ascoltare le tue parole anche oggi, quindi ringrazia già il fatto che puoi uscire due ore il pomeriggio e far venire le amiche a casa il pomeriggio altrimenti ti levo anche quello ‘ lei si zittì.

Si mangiò in silenzio nessuno dei due voleva parlare, odiavo la situazione ma non volevo nemmeno che mia figlia non avesse più paura di nulla perchè bastava minacciarmi per farmi tacere. Mentre lei sparecchiava mi alzai e andai verso la porta per dirigermi a lavoro, arrivato sull’uscio mi fermai ‘ ciao piccola fai attenzione va bene? Stasera alle 18 a casa intesi? Se chiami le amiche alle sette e mezzo massimo devono sparire ‘ lei con voce scontrosa e acida ‘ si si ciao papa -.

Passarono i giorni, anche se lei rimaneva un po sulle sue eravamo ritornati a chiaccherare tranquilli, le serate le passavamo io di sotto a vedere la tv, mentre lei a leggere libri. Il quarto giorno era sabato quando tornò a casa era solare e allegra ‘ papa papa, oggi le mie amiche mi hanno chiesto se stasera si può fare un pigiama party a casa nostra si può dai? Saremo le prime nella nostra classe a farlo ti pregoooo ‘ la guardai, stavo per risponderle si di getto ma mi bloccai, mi ci volle tutta la mia forza di volontà per fare la faccia dura mentre vedevo la sua espressione allegra trasformarsi in delusione alla mia frase ‘ sei in punizione non ricordi?- i suoi occhi si fecero lucidi di colpo ‘ ti prego papa, starò buona non bucherò più promesso ho capito la lezione giuro- io la guardai ‘ piccola se adesso ti dicessi di si sarei la persona più felice del mondo ma non posso lo sai, hai fatto una cazzata che poteva finire veramente male, ho capito il motivo perchè non mi hai chiamato, ma non so se è stata la prima volta’- mi interruppe ‘ si te lo giuro è stata la prima, non sapevo che le altre avevano intenzione di marinare, poi lo sai che lo faccio solo quando non ci sono interrogazioni e mai troppo spesso ‘ sbuffai ‘ ma che ne so io e? Se non ti vedevo avresti falsificato la firma ed ecco fatto, era la prima volta? Bene ne sono felice, ma chi mi dice che non ce ne sarebbe stata una seconda e una quarta se non me ne accorgevo?-il suo volto si fece deluso e sconfitto poi con voce tremolante ‘ non è che mi potresti sculacciare? Così dopo sarei libera di uscire con le amiche ‘ la guardai ‘ no! Hai deciso così te cos’è questo ripensamento improvviso? Mi dispiace ma stasera niente amiche ‘ presi la porta e uscii, la sentii piangere dietro di me, mi andò il cuore in pezzi, stetti a lavoro tutto il tempo pensando a lei, alla fine dopo un’ora decisi di chiamare mio padre, il quale mi consigliò di darle una sculacciata come meritava e che non dovevo nemmeno pensarci su, e chiaro che mio padre pur essendo un padre e un nonno ammirevole abituato all’educazione che aveva ricevuto e dato fosse molto più duro di me, ma decisi che aveva ragione, anche se ormai una sculacciata data dopo quattro giorni mi sembrava una sciocchezza,ma come avevo detto prima mia figlia doveva essere educata in modo un po più rigido dato la situazione e l’età difficile che stava attraversando, di sicuro mi avrebbe odiato ma in futuro mi avrebbe ringraziato come io ho fatto con mio padre.

Telefonai a Greta, era quasi senza voce, il tono era scontroso ‘ stasera chiama pure le tue amiche ma prima che io vada a letto preparati a prenderne ‘ sentii un mmm sospirato ‘ allora posso?- ‘ certo porto da mangiare io va bene? Accendete pure la radio e quello che volete, se vuoi copri la piscina in giardino con il gazebo e passate li la giornata va bene? Fate le brave mi raccomando, quando torno voglio sentirti senza voce ma per quanto hai urlato e ti sei divertita con loro. Ci si vede dopo ‘ la sentii ridere anche se sapevo che era preoccupata poi timidamente mi rispose ‘ grazie, anche se spero che quella di stasera sarà l’ultima ‘ sorrisi ‘ anch’io piccola lo sai che a più male a me che a te ‘ lei con tono sarcastico ‘ si vallo a raccontare al mio sedere ‘ sorrisi ‘ dai devo tornare a lavoro ciao piccola stella di papa ‘ riattaccò, il suo grazie mi rincuorò anche se non era stato molto euforico, di certo anch’io d’altro canto non potevo sperare che saltasse di gioia all’idea di essere sculacciata, anche se un pochino ci avevo sperato.

Arrivato a casa notai che mia figlia mi aveva ascoltato, la trovai spaparacchiata sulla sdraio accanto alla piscina con le sue amiche, mi venne incontro dandomi un bacino e ringraziandomi, subito dopo mi diressi dalle altre per salutarle, erano tutte brave ragazze e ciò mi rendeva felice poi presi il cellulare e chiesi ‘ che pizza ordino per stasera fanciulle? ‘ loro risero alla parola fanciulle poi dopo una lunga e dettagliata discussione decisero che una margherita, una quattro stagioni, una speck e mascarpone e una prosciutto e wuster sarebbero andate bene, chiamai ordinando le pizze, nel frattempo tornai in macchina e andai a nascondere la torta e i troiai per ‘le ore proibite’ .

La serata passò bene mia figlia si divertiva come una matta con le sue amiche, io restai in salotto così le ragazze avevano tutto il piano di sopra libero. Arrivarono le 23:30 io dovevo andare a letto perchè l’indomani mi dovevo alzare presto così salii a malincuore e bussando ‘ piccola posso aprire?- mia figlia rispose con un mugolio, quando aprii la porta le vidi davanti al pc di fronte a facebook, stavano guardando con grosse risate delle foto di un ragazzo, mia figlia si avvicinò tutta preoccupata aveva già capito, accarezzandola sulla testa ‘ dobbiamo cercare quella cosa che avevi detto di aver visto in garage ricordi? ‘ lei annui poi rivolgendosi alle sue amiche ‘ scusatemi torno subito aspettatemi pure qua, se volete state su facebook oppure cercate un film da vedere dopo ‘ le altre quasi in coro risposero di non preoccuparsi. Come uscì dalla stanza la vidi intimidita, era sicuramente arrabbiata e impaurita, meglio avrebbe pesato di più la punizione e potevo calare i colpi.

Si arrivò in silenzio alla porta del garage, come si aprì lei vide su uno scaffale lo spazzolone di plastica che di solito si usa per lavarsi la schiena, il suo passo si bloccò di colpo ma io spingendola da dietro ‘ su non fare storie entra- lei spinta si fece forza ed entrò senza dire niente,si mise di fronte alla sedia con le mani dietro e il viso basso, i capelli coprivano gli occhi che dovevano già essere lucidi per la paura, non cominciai di nuovo a brontolarla perchè ero già stato chiaro il giorno che l’avevo vista a giro invece che a scuola, quindi mi sedetti e la portai sulle ginocchia.

Iniziai a sculacciarla da prima piano poi sempre più forte, fino a che non cominciai a sculacciarla seriamente, bastarono poche di quelle sculacciate perchè lei iniziasse a piangere, sentii il suo corpo vibrare e poi i primi singhiozzi, di solito aspettavo quel momento per la ramanzina e infatti iniziai ciaff ciaff ‘ adesso piangi e? Scommetto che sei pronta a giurarmi che non succederà più vero?- ciaff ciaff lei mentre piangeva ‘ si papa lo promettoooo ahi non lo facciooo più aii scusaaaah ‘ continuai contando sui 120 130 sculaccioni, il sedere doveva già essere bello rosso, infatti presi i pantaloni del pigiama molto carino con gli orsacchiotti e abbassandoli ‘ visto? Sei vestita come una bambina stasera perchè è questo che sei ‘ lei in lacrime e con un filo di voce e l’orgoglio rimasto ‘ non sono una bambina ‘ io mollai 4 sculaccioni veloci adesso sulla pelle nuda coperta solo dalle mutande, il suo corpo sobbalzò adesso ad ognuno di esso e gli schiocchi furono belli forti, ma sapevo che da su non si sarebbero sentiti dato che la stanza era insonorizzata, lei puntandosi con le mani ‘ lo so papa sono stata stupidaaaaa ‘ ciaff ciafff ‘ nooon dovevo scusaaaaaaah- ciaff ciaff ne diedi altri 30- 40 circa anche se con meno forza di prima, vedevo sulle sue natiche i segni delle mie dita, devo dire anche se sono suo padre e non mi sono nemmeno mai azzardato e nemmeno mai mi è venuto in mente di fare certi pensieri su di lei che da quando faceva palestra ha tirato su un bel sederino, mi sentii soddisfatto quasi come se fosse stato il mio, andavo molto orgoglioso di mia figlia e vedere che si stava facendo donna mi rendeva euforico, ma abbandonai questi pensieri e la feci alzare, era l’ora dello spazzolone.

La vidi ferma immobile neanche respirava fra un po, presi lo spazzolone con aria severa ‘ Greta mani alle caviglie forza!- lei tremante esitò per un attimo, io alzando la voce per farle paura ( infatti contavo molto più sul fattore emotivo che sul male ) ‘ allora muoviti! Che vuoi starci tutta la sera qua avanti tanto le devi prendere ‘ lei fece uno scatto per la paura e si chinò stringendo fra le mani le proprie caviglie, io presi le mutandine e liberai i glutei tirandole un po su in modo che andassero a finire in mezzo alla fessura fra le due natiche, infatti era da quando aveva 11 anni che per rispetto verso di lei non le levavo le mutande durante le punizioni e la lasciavo sola quando si faceva il bagno o si cambiava, ormai era una donna ed era giusto che avesse il diritto di far vedere il corpo solo al suo compagno senza essere obbligata dal padre a mostrarsi nuda per ricevere una punizione.

Finita quest’operazione che comunque recava lo stesso molto imbarazzo a mia figlia mi misi alla sua sinistra con lo spazzolone in mano ‘ bene Greta saranno 30 colpi, ti darò 3 serie da dieci, ogni serie sarà più severa, le cose le sai non devi urlare muoverti o toccarti il sedere, se lo fai saranno 3 colpi supplementari ogni volta ‘ lei con voce bassa ‘ si papa ‘ alzai lo spazzolone e diedi il primo colpo sul culetto già rosso come un peperone , non fu molto potente, emise un leggero lamento e andò in avanti con il corpo, continuai lentamente, lasciavo passare all’incirca 5 secondi dopo ogni colpo, arrivato a 10 mi fermai, una volta avevo provato a farla contare ma mi sembrava esagerato e fuori tema nella punizione come ringraziare per i colpi, penso che certe cose devono essere fatte solo nelle coppie che praticano il bdsm e non fra padre e figlia.

Aspettai una trentina di secondi, mia figlia era piegata in silenzio, nella stanza si udiva solo il suo respiro leggermente affannato per il pianto e la tensione, quando alzai nuovamente il braccio la sentii trattenere il respiro, nel momento in cui la colpii adesso in modo più severo strinse le mani alle caviglie strizzando gli occhi ed emettendo solamente un auuuuu a bassa voce. Lasciai passare altri 5 secondi e ciack nell’altro gluteo, dopo 5 iniziò a piangere e lamentarsi dopo ogni colpo, adesso ognuno dei miei colpi procurava un ovale rosso sul suo sedere e alla fine dei dieci colpi alcuni cerchietti sapevo già si sarebbero trasformati in piccoli lividi, anche se chiaramente niente di serio, tempo una settimana e rimaneva solamente un piccolo livido che andava pian piano a scomparire.

Terminò anche questa serie di colpi, mia figlia adesso piangeva e singhiozzava vistosamente, la lasciai riprendere per i soliti 30 secondi ‘ sei pronta per gli ultimi 10? ‘ lei dopo aver tirato su col naso rispose ‘ si papa, ti prego non essere così severo fanno male, poi lo spazzolone è tremendo- io la guardai ‘ silenzio! Avevi a pensarci prima, se sono così severo non è perchè mi diverto ma è solo colpa tua che mi costringi ad esserlo, adesso preparati avanti ‘ .

il suo corpo si fece rigido come i muscoli del suo sedere , le diedi un paio di colpetti ‘ rilassa il sedere forza ‘ lei lo fece anche se tremava vistosamente, lo sapeva che le ultime dieci le avrebbe ricordate per molto tempo, alzai il braccio e ciack un colpo forte sul gluteo destro, si alzò di scatto mettendosi una mano sulla bocca soffocando così l’urlo poi a fatica tornò in posizione, io aspettai che smettesse di irrigidire le natiche e ciaff’ sulla sinistra, questa volta pigiò la bocca sulla spalla destra ma restò in posizione, appena si calmò ciack altro colpo. Dopo 5 misi la mano sulla sua schiena , tremava molto, sapevo che facevano male ma la punizione doveva essere terminata alzai il braccio e ciack ciack ciack ciack ciack 5 colpi forti e veloci sul suo sedere, nel mentre si era tentata di tirare su ma con la mano l’avevo tenuta giù, adesso singhiozzava e piangeva veramente, era un bene perchè almeno scaricava l’adrenalina accumulata durante la punizione, non osò nemmeno provare a toccarsi sedere, nel mentre io posai lo spazzolone e la feci inginocchiare in un angolo ‘ adesso stai ferma lì e rifletti fra un po tornerò, fino ad allora non ti muovere di un millimetro o ricominciamo da capo ‘ lei annui col capo, io andai di là, mi parve di vedere delle ombre salire le scale, andai a controllare ma non c’era nessuno, arrivai su, le amiche erano a giocare su internet, le rassicurai dicendoli che stava preparando una cosina per loro mia figlia e di aspettarla qui, notai dei sorrisi strani ma sorvolai, che avessero visto? No di sicuro facevano le stupide o nascondevano qualche sito che stavano guardando. Scesi e tornai da mia figlia, il suo pianto si era attenuato, mentre il suo sedere era bello rosso e adesso aveva evidenti segni ovali sulle natiche ‘ bene Greta alzati pure e vatti a dare una sciacquata ti aspetto in cucina ‘ Greta si alzò e corse in bagno senza nemmeno guardarmi, lo faceva sempre dopo le punizioni.

La vidi tornare dopo 5 minuti, nel frattempo ero andato di nuovo dalle sue amiche dicendo loro che Greta era in bagno a lavarsi il viso perchè aveva respirato troppa polvere e aveva gli occhi gonfi per l’allergia, loro preoccupate mi chiesero se andava tutto bene e aveva bisogno di aiuto ma io declinai gentilmente il loro aiuto dicendo che mia figlia non si voleva far vedere in quello stato.

Come vide cosa avevo preparato lasciò l’espressione da ‘ se potessi ti ucciderei’ a ‘ grazie papa sei fantastico’ guardandola con amore ‘ questi sono per le ‘ore proibite’ mi raccomando solo di tenere un minimo di pulizia ‘ mi fermai per poi riprendere ‘ ah ho detto alle tue amiche che gli occhi rossi sono per via dell’allergia alla polvere guarda di non smentirmi ok?- lei mi venne incontro ancora un po arrabbiata e imbarazzata mi sorrise e annuì senza dire niente prese tutto e poi fece per andare su, all’imbocco delle scale si fermò voltandosi ma poi corse di sopra, il resto della notte fino verso le tre e mezza la passò a parlare spensierata con le amiche ma stando sempre a attenta a non sedersi o poggiare troppo il sedere, ma chissà che le ombre e quei sorrisi non fossero qualcosa di più della mia immaginazione.

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