Skip to main content
Racconti CuckoldRacconti di Dominazione

Mia moglie Sveta

By 17 Gennaio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Avevamo appena finito di amarci. Io e Sveta, una dolcissima ragazza ucraina di 30 anni. Giacevamo nel mio letto una accanto all’altro, la sua testa abbandonata sulla mia spalla sinistra, il mio braccio che le cingeva le spalle, intrecciati in quel molle rilassamento che segue all’esplosione del piacere. Guardavo il suo corpo carnoso, le sue cosce piene e morbide, la sua pelle candida e liscia, i suoi capelli castano ramati lunghi e fluenti, sparsi sul cuscino, i suoi larghi occhi grigi. Amavo quella ragazza, di un amore tenero e totale, e lei mi ricambiava con devozione assoluta.  Ci eravamo sposati due anni prima, e tutto andava a gonfie vele. Lei era sempre molto attenta e premurosa nei miei confronti,  e io la ricambiavo in una gara giocosa a chi precedeva i desideri dell’altro. Baciai la sua bocca dalle labbra carnose, lei disse, scherzando: “Hai ancora il sapore della mia cosina…”. Le passai una mano tra i capelli, guardandola serio. Anche lei si fece seria, capì che era arrivato il momento. “Amore…” iniziò a dire. La interruppi: “Sei pronta?” le chiesi. “Se tu lo vuoi, sono pronta” rispose. Ne avevamo parlato a lungo nelle settimane precedenti, e alla fine lei si era convinta. Dopo tanto mio insistere, si era convinta. Ma adesso, che stava per accadere, ero io a esitare… in un misto di paura ed eccitazione folle, non mi decidevo a compiere il passo definitivo. Fu lei a rompere gli indugi: “Dai amore… chiamalo.       ” Sveta… sei davvero…” “Tesoro sì… mi hai detto che ci tieni tanto… fammelo fare… lo faccio per te… forza.. chiamalo!” “sveta… se lo chiamo, se lui entra in questa camera adesso…” “Lo so… sono pronta amore, forza…” e così dicendo mi diede un dolcissimo bacio a fior di labbra. Alzai la voce, lo chiamai: “Angelo, puoi entrare!” Era un uomo stupido, corpulento e rozzo che avevo conosciuto anni prima in una delle mie scorribande da scapolo ed eravamo rimasti in contatto. Ora gli offrivo mia moglie. Mi faceva impazzire di gelosia e di eccitazione l’idea di vederla posseduta da un altro, senza amore, senza dolcezza. Volevo vederla umiliata alla stregua di una prostituta, di un oggetto da usare e gettare via. E Angelo era la persona giusta. Entrò nella nostra camera da letto. Già nudo. Già pronto. Il suo enorme pene, rigido e scappucciato, svettava al di sotto di un ventre flaccido. Ci guardò ridendo: “Come siete carini!” disse. “Così, è questa la puttanella ucraina che hai sposato…”. Sveta si irrigidì, ma aveva deciso di stare al gioco. “Bella” aggiunse Angelo, “però oggi non la scopo. Un’altra volta. Oggi le faccio altro.”. Si avvicinò al letto e le accarezzò il pube. “Troppi peli, se vuoi che me la scopo devi farla depilare”, disse. Poi le saggiò il seno, strizzando i capezzoli e strappandole una smorfia di dolore. “Fatti da parte stronzo” mi disse ridendo. Mi allontanai da lei, sciogliendo l’abbraccio nel quale l’avevo cullata fino a quel momento. Colsi negli occhi di Sveta un lampo di sgomento, quando Angelo salì sul letto mettendosi a cavalcioni del petto di lei, e sventolandole il pene sul viso. Aveva capito che era finita la dolcezza, che adesso avrebbe fatto i conti con una brutalità mai provata prima, con un maschio che non la rispettava, che si sarebbe concessa ad un uomo che avrebbe preso da lei il proprio piacere come si fa con le prostitute. O peggio… perché i patti erano che Angelo non indossasse profilattici. Qualsiasi cosa avesse fatto a Sveta, l’avrebbe fatta a pelle! “Apri quella bocca da pompinara, troia russa” le disse Angelo. Lei obbedì. Lui le si fece sopra e le infilò quanto più poteva il pene in bocca, iniziando a muoversi come in un normale coito vaginale. Sveta era completamente passiva, accoglieva arrendevole gli affondi di Angelo nella sua gola con deboli mugolii che esprimevano la sua difficoltà nel respirare normalmente. La sua mano destra cercò la mia, gliela strinsi. Era l’unico contatto possibile: Angelo la sovrastava con la sua mole, io, sdraiato accanto, potevo solo assistere a quel martirio che mia moglie aveva accolto per farmi felice. In quel modo mi mostrava il suo amore, la sua devozione. Vedere il suo dolce corpo che tanto adoravo inerte in balìa della brutale lussuria del mio amico mi faceva un male lancinante, ma al tempo stesso mi eccitava terribilmente. Poi, improvvisamente, Angelo iniziò ad affondare i colpi sempre più velocemente, e a grugnire in quel modo classico che ormai conoscevo, quei versi che solo da lui ho sentito emettere poco prima dell’orgasmo… e anche Sveta lo capì. Fissava i suoi occhi nei miei, in cerca di quella muta approvazione per la quale si sarebbe fatta in quattro… io però a quel punto non avevo il coraggio di guardarla in viso, e distoglievo lo sguardo nel timore di non reggere nell’attimo supremo. Con un rantolo più forte Angelo venne, eiaculando nella bocca di mia moglie. Sveta emise un gemito strozzato mentre riceveva in gola il seme di quel bruto; poi lui estrasse il pene ormai moscio e le disse:  “Non sputare sporca maiala… ingoia tutto!”. Lei mi guardò… stavolta la fissai in viso e le dissi: “Sì amore… ingoia il suo sperma, ti prego… fallo per me…”. Lei annuì con un lieve cenno del capo, poi, stringendomi forte la mano con la quale si era aggrappata a me disperatamente per tutto il tempo, serrò gli occhi e deglutì. Angelo era soddisfatto: “Brava, sei una troia ubbidiente!”, poi, rivolto a me: “Hai sposato una giusta… devo parlarne ad alcuni miei amici… Bene, grazie di tutto, io me ne vado.”. Si alzò dal letto e si allontanò. “Grazie ancora per il giro nella bocca di quella stupida vacca… spero che prima o poi me la fai scopare!” “Sì Angelo, quando vuoi tu, vero amore mio?” risposi io. Sveta esitò un attimo, poi sussurrò: “Sì, va bene… “. “Ok, vedo che andate proprio d’amore e d’accordo… che bella coppietta… lei scrofa e lui cornuto e contento! Arrivederci piccini!”. E così dicendo se ne andò. Restammo soli, io e mia moglie Sveta, sdraiati nel nostro lettone nuziale. Io la presi di nuovo tra le braccia e la cullai dolcemente, lei ansimava in silenzio. “Grazie tesoro mio… grazie…” le sussurrai. “Per te amore…” disse lei dolcemente, “…per  te amore mio… tutto quello che vorrai… sempre… Ti amo!” “Ti amo anche io… sei la mia vita!” le risposi, mentre a mia volta eiaculavo nelle sue mani tutta la mia disperata, eccitatissima gelosia.

Leave a Reply