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Racconti di Dominazione

Mia sorella Giuseppina 32

By 24 Gennaio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

i miei racconti
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Sequenza di
Mia sorella Giuseppina
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Giuseppina a scuola il lunedì mattina quarta ora.

Con il cuore in tumulto, si è decisa ad alzarsi. Si avvia e proprio mentre era prossima alla cattedra, a Giuseppina le è caduto un foglio.
Il professore sempre attento, le ha ordinato di consegnarlo.
Nel silenzio dell’aula, parecchie teste si sono girate verso quello che stava accadendo.

Si chiede cosa voglia il professore da lei. Osservato a terra dietro di se per alcuni secondi, lo nota e infine si piega per raccoglierlo. Non l’aveva neppure notato che le era scivolato. Vede cosa è e si è raddrizzata come se stesse alzando un foglio di piombo. Tremante e rossa in viso, l’ha consegnato insieme al compito in classe.

Con sufficienza osserva il compito in classe svolto e poi guarda il foglio. ‘Cos’è questo?’ Ha chiesto mentre l’osserva dritto in volto.

‘Sono… La brutta copia.’ Con il cuore che le martella nel petto.

‘Sicura? Ferma qui e non ti muovere!’ Confronta i due fogli del compito in classe.

Il tempo le pareva che si fosse fermato. In piedi davanti a tutti e di fianco alla cattedra, sentiva le gambe tremare e ondate di panico e calore, la stavano facendo sudare.

‘Chi ti ha dato questo?’
Un mormorio sempre più forte si stava sollevando dalla classe.

‘Ancora 5 minuti! Vediamo di sbrigarci!’ Tuona minaccioso, mentre tutti si rimettono a concentrarsi al compito in classe.

Non riusciva a nascondere il tremolio sempre più evidente delle mani.

‘Capisco.’ Guardandola fisso negli occhi, come se avesse la capacità di leggerle nel pensiero. Il suo sguardo lasciava trasparire il panico più totale.
Riflette’ ‘Giuseppina era una ragazza coscienziosa e un’ottima studentessa anche se ultimamente stava battendo la fiacca.’ Si è stupito egli stesso nel vedere confermati i suoi dubbi.
‘Finite le lezioni, ti voglio vedere nella sala professori. Dobbiamo fare un lungo discorsetto.’

Conosceva i loro genitori. Erano tre anni oramai che frequentava le sue lezioni e li ricordava per come erano fieri e tronfi della loro bambina o come si rabbuiavano appena accennava a qualche manchevolezza. Annuisce mentre pensa e riflette. Sapeva di incutere un certo rispetto e paura. La sua materia era una fra quelle estratte per la maturità.

‘Si… Prof…’ Ha risposto in un sussurro appena percepibile.

La campanella ha suonato la fine della lezione e l’inizio dell’intervallo. Senza tornare al banco, facendo ricorso a tutte le sue forze, è uscita dalla classe andando a infilarsi nei bagni e una volta chiusasi dentro incomincia a piangere.
Le risate e il vocio che riempie la stanza sovrasta il singhiozzo che le è venuto. L’odore pungente della sigaretta le ricorda la mail letta quella mattina. Ha una voglia irrefrenabile di fumare ma quello che la trattiene ad uscire dal bagno, sono le chiacchiere delle ragazze.

All’insaputa delle sue compagne, ha potuto origliare i commenti che le arrivavano distintamente alle orecchie. Lo spettacolo che aveva dato alla spiaggia, lo sapeva già tutta la scuola come se fossero stati tutti presenti. Ha continuato a piangere e tremare come sentiva i loro appellativi, chiamandola più volte ‘Troia’. Avrebbe voluto scappare e nascondersi. Era sempre più convinta di dover parlare con Tonino.

Uscita dal bagno in totale sconforto, si è ricomposta e lavata la faccia. Lasciata la nube bianca del fumo, esce nel corridoio e incrocia il bidello.
‘Ti sei dimenticata che avevamo un appuntamento, signorina? Ti aspetto per la pausa pranzo. Non tardare o saranno guai!’

Continua ad osservarlo di spalle mentre si incammina lungo le scale, incapace di parlare o muoversi. Ora, si dice fra se, ‘Sono nei guai.’

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Era assorto nello studio e quasi non ha notato il bussare ritmico alla porta. Alla successiva serie di colpi, si è accorto guardando l’orologio, dell’ora che si era fatta e ha detto: ‘Avanti!’
A parte i bidelli e qualche studente intento alle pulizie in segno di punizione, non vi era rimasto nessun altro, questo pensava.

Si è alzato per sgranchirsi le gambe e avvicinatosi alla porta, la fatta entrare per poi richiudere senza pensare di dare un giro di chiave. Ha acceso la luce ed è tornato a sedersi dietro al grande tavolo. Anche se la porta aveva una finestra, questa era opacizzata e non lasciava vedere cosa accadesse all’interno. Si stava rendendo conto che erano soli e non sarebbero stati disturbati per lungo tempo. Le tende alle sue spalle, stavano lasciando entrare gli ultimi barlumi di luce della giornata. Aveva calcolato un certo grado di rischio ma con la luce accesa avrebbero bussato prima di entrare attendendo che qualcuno desse l’avanti.

Era ben oltre l’orario delle elezioni. ‘Siamo un poco in ritardo vedo.’ Sarcastico, osservando nuovamente l’orologio al polso.

Si è appoggiato contro lo schienale della sedia e l’osserva lungamente. ‘Da te questo non me lo sarei mai aspettato.’ Continua ad osservarla freddamente con sguardo serio e penetrante.

Stava muovendo le dita nervosamente e teneva la testa china senza aver alzato gli occhi da quando è entrata. Tutto in lei lasciava presagire totale abbattimento.

Durante la pausa pranzo, aveva pensato a lungo a lei e si ricordava della minigonna blu e dello spacco della camicia fra i seni. Ora che la rivedeva, si riempiva gli occhi avidamente delle forme che si potevano intravedere. Quante volte aveva notato lei e alcune allieve non portare il reggiseno. Quante volte aveva fantasticato che sotto alle minigonne non portassero nulla.

‘Così… Eccoci qua! Poiché è chiaro a entrambi che il compito l’hai copiato, che cosa ora decidiamo di fare?’ Le ha chiesto.

Non ha neppure notato come la stesse guardando con gli occhi indagatori che vagano lungo tutto il corpo. Stava portando una camicia in cui la scollatura lasciava vedere abbondanti porzioni di seno. Era tanto stretta che aderiva perfettamente al corpo modellandolo perfettamente. Non c’era traccia di una cinghia del reggiseno. Questo gli era balzato evidente agli occhi. I piccoli monticelli sul petto, erano visibili e ben definiti come i puntuti capezzoli. La minigonna terminava un paio di pollici sopra al ginocchio, lasciando vedere le nude e dritte gambe. Si ricordava, che portava delle calze bianche con le scarpe da ginnastica.

Imperterrita, è rimasta a continuare ad osservare a terra senza rispondere cercando di trattenere le lacrime. Avrebbe voluto sedersi ma davanti alla scrivania non c’erano sedie.

‘Cosa devo fare con te?’ Ha chiesto severamente.

Singhiozza e trema. Lacrime cadevano sulla camicia dopo aver solcato le guance.

‘Dimmi? Ti sembro così uno sciocco?- Non stava affatto entrando nel gioco, pensava.- Se non avessi scoperto il doppio foglio, probabilmente ti saresti vantata con gli altri compagni di classe e mi avresti fatto passare da cretino.- Le ha detto con severità per rimproverarla.- Cosa devo fare con te ora? Con la maturità alle porte?’

L’osserva come non si sia ancora mossa. Le lacrime cadono sulla camicia bagnandola vistosamente. Non aveva ancora alzato gli occhi una volta per guardarlo.
‘Dobbiamo calmarci e provare a vedere se riusciamo a divenire ad un accordo. Dammi un bacio sù, e calmiamoci.’

Timidamente ha alzato la testa guardandolo sorpresa. Si aspettava una punizione severa o un qualsiasi altro lavoro o punizione tipica o peggio, la bocciatura. Ha provato ad accennare un timido sorriso, si è appoggiata sulla scrivania e sporta in avanti, l’ha baciato appoggiando la guancia sulla guancia ruvida e resa ispida della barba .

‘Oh!, non era il bacio che mi aspettavo.’ I suoi occhi blu si sono accesi di una scintilla maligna e i lati della bocca hanno girato in un sorriso morbido.

Ha respirato profondamente mentre ha considerato, cosa ha significato il commento. Ha desiderato incredula che desse un bacio, ma non era troppo sicura circa la convenienza di baciare il proprio insegnante. Titubante, si è appoggiata nuovamente alla scrivania dopo essersi asciugata le lacrime con il dorso della mano e si è sporta in avanti.

Fermi a pochi centimetri dai rispettivi visi, increduli per quello che sta per accadere, con entrambi i cuori che battono fortemente. L’osserva incerta, come ad invitarlo a fermare il gioco in qualsiasi momento. Le labbra si sono toccate e pochi istanti dopo, si sono distaccate dopo aver dato un casto bacio. Sperava non avesse sentito l’odore del suo alito. Non si era lavata i denti dal mattino e aveva nelle narici ancora il forte odore nauseabondo.

Si è fatto forza per mantenere un certo self-control per non afferrarla e stringerla contro di se.

Si è raddrizzata tornando al suo posto con la consapevolezza che ciò che aveva fatto era stato un evento che aveva qualcosa di eccezionale e incredibile. Lui, il professore di matematica più severo del corpo docenti e lo aveva appena baciato. Restava li, in piedi, insicura ancora di quella che poteva essere la sua punizione, osservandolo quasi senza respirare. Le gambe e le mani erano preda ancora del tremore. Il silenzio che era sceso si è interrotto facendola tornare alla realtà e interrompendo i vorticosi pensieri.

‘Non è poi stato un gran che di bacio per l’uomo che deve giudicare se ammetterla all’esame. Stavo pensando’ Più ad un bacio’ Come si darebbe ad un fidanzato”

‘Ah’ Prof’- Attonita.- Volete… Volete dire con la bocca aperta?’

è uscito da dietro la scrivania e si è avvicinato sovrastandola. L’osserva da vicino e si appoggia all’indietro sedendosi al bordo della scrivania appoggiandole al contempo una mano sulla spalla.
L’altra, passa ad accarezzarla con il dorso delle dita un braccio per fermatasi all’altezza della vita e così afferrata, lentamente, l’ha spinta delicatamente verso di se.
‘Ed è esattamente ciò che desidero.- Le ha bisbigliato calmo mentre percepiva una certa resistenza.- Che non è così difettoso”

Come ha sentito i muscoli del collo allentarsi e le spalle distendersi. Anche l’altra mano è scesa a sua volta in una languida carezza. Afferrata saldamente per i fianchi, l’ha tirata dolcemente fra le gambe, bramoso di farle sentire il proprio corpo caldo. Voglioso più che mai, osserva le giovani labbra della sua allieva schiudersi, mentre gli occhi si socchiudono invitandolo a proseguire.
La dolce bocca si è aperta un poco ulteriormente e sono state premute dalle proprie labbra. Pochi attimi dopo, ha spinto timidamente la lingua in avanti.

L’ha guardata sorpreso, impaziente colmo di desiderio. L’ha osservata compiaciuto come tenesse gli occhi chiusi, mentre la lingua invade la bocca e sentendo come si stesse distendendo sotto le mani.

La mano destra scivola lungo il fianco della coscia fermandosi, come sente toccare la pelle nuda appena dietro al ginocchio, per farla risalire successivamente, seguendo l’interno della coscia. Si compiace nel sentire la pelle setosa sotto alla gonna.

Quando la mano è arrivata a metà coscia, si è irrigidita serrando le gambe e provando a separarsi dal suo abbraccio. La stava trattenendo saldamente e inconsciamente, ha sfregato i caldi seni contro il petto di lui.

Si è accorto per tempo della manovra di fuga, che voleva fare, letteralmente stretta nel suo abbraccio. Ha mosso accentuando lo sfregamento contro le tette in modo che poteva percepire maggiormente i capezzoli che via, via, si stavano sempre più inturgidendo.

Ha mantenuto le labbra contro le sue, mentre la mano è risalita arrivando sotto al sedere, sentendo la dura e dolce consistenza della chiappa. Lo ha impastato a lungo mentre percepiva il cazzo aumentare di volume nei pantaloni e fregando al contempo contro il pube di lei.

Infine è riuscita a recuperare un poco di lucidità e a superare la resistenza per spingerlo via di alcuni centimetri. ‘Non tocchi il mio sedere, prof.’ Ha chiesto in un sussurro mentre facendo appello a tutte le sue forze, ha provato a scappare dalla sua stretta. Era consapevole della reazione mascolina che ha avuto. Ha percepito la dura consistenza crescere e sfregare sul pube, dovuto questo, anche alla breve lotta che ha fatto per divincolarsi.

La mano calda che l’ha accarezzata lungo la coscia, le ha fatto venire i brividi. Era spaventata nell’averlo baciato. Aveva paura che poteva accorgersi del gusto che aveva ancora in bocca. Poteva percepire ancora l’odore ogni qual volta che respirava.

Con entrambe le mani sui rispettivi fianchi, si guardano increduli l’uno negli occhi dell’altro. Le labbra non si stavano più toccando anche se sono rimaste vicine, con i rispettivi aliti che si mescolano. Se non avessero i sensi in subbuglio, potrebbero sentire a vicenda i loro cuori battere all’impazzata e la respirazione corta e accelerata.

Non capiva più nulla. Non sapeva se scappare o ripetere l’esperienza. Dopo la giornata passata, questo bacio era la cosa più bella che le fosse capitata.

Con le mani ancora sui fianchi, l’ha guardata ed esaminata negli occhi. Nella sua innocenza, poteva vedere lo smarrimento di non sapere cosa le sarebbe capitato al suo futuro. Sapeva bene di aver attraversato la sottile linea che divide i due territori ed era a conoscenza della trasgressione che aveva fatto. Era consapevole che la sua posizione di autorità su di lei, le impediva di scappare. Era consapevole che aveva ancora tutti i suoi voti stretti nel pugno.

Si é allungato in avanti ed ha appoggiato le labbra alle sue. Si è sorpreso come avesse la respirazione accelerata. Si è maggiormente eccitato per il modo come ha reagito positivamente al bacio. Mentre le mani di lei sono passate dietro la nuca, le sue sono scese entrambe al sedere. Ha percepito chiaramente le calde tette premere contro il petto e una nuova voglia lo ha fatto osare di più. Distaccatosi leggermente, una mano è salita lungo il fianco e ha afferrato il globo duro ed elastico del seno.

Dopo un tempo indefinito, con le mani sul petto, ha fatto forza con l’ultimo barlume di lucidità che le è rimasto e si è distaccata. Inverosimilmente si sentiva frustrata per le emozioni che stava provando. Non poteva credere neppure lei per quello che stava provando. La situazione assurda la stava stordendo. ‘Il bigotto e crudele professore l’aveva eccita fuori misura con un semplice bacio.’ Stava constatando sorpresa.

Felice e compiaciuto, prima che potesse dire qualsiasi cosa: ‘Suppongo che il bacio otterrà un giusto premio. Diciamo che da zero’ Si passa a un bel due…’

Sbigottita, l’ha guardato con gli occhi sgranati e il respiro smorzato a mezza gola. I nervi hanno ceduto e una risatina nervosa ha rotto l’aria mentre fra se si chiedeva ‘se quello che aveva sentito fosse vero.’
Vedendo l’espressione seria dell’insegnante si è ammutolita a sua volta. Immediatamente la mente ha calcolato la media dei voti e si sarebbe trovata con l’insufficienza e forse anche la bocciatura.

‘Vi darò un quattro, se baciate ancora e lasciate toccare il vostro sedere.’

Lo sguardo sorpreso non si era sbiadito dalla faccia che era stato rinnovato più vivido di prima. Attonita, non ha detto nulla. è rimasta ad osservarlo, pensando alle implicazioni della questione. Aveva timore che avesse sentito il gusto forte in bocca e invece di allontanarsene, ha voluto ancora un altro bacio e di più. Si sentiva confusa e aveva chiaramente la voglia in corpo e questo era per colpa di Tonino. Se non fosse arrivata in ritardo all’appuntamento a causa del bidello ora non sarebbe qui titubante con la figa che palpiva fra i muscoli serrati fortemente. Con rammarico, si rassegna ad essere usata nuovamente.

‘Va bene.’ Lo sguardo sorpreso si è sbiadito mentre ha accettato il suo destino. Ha fatto un passo in avanti per incollare il corpo al suo e piegando leggermente la testa quando l’ha fermata con la mano.

Aveva dato il suo consenso così rapidamente, che ha deciso di spingere il gioco un poco più lontano. ‘La vostra parte inferiore nuda.’

Ha sgranato gli occhi per la sorpresa. ‘La mia parte inferiore nuda?- Ha ripetuto.- Senza’ Senza i miei vestiti?’ Ha lanciato un’occhiata nervosa alla porta non ricordandosi se fosse aperta o chiusa.

‘Appena le vostre mutandine.- Calmo e pacato pensando che volesse scappare.- Potrete lasciare la vostra minigonna sopra e togliere solo le mutandine.- Vedendola esitante, ha aggiunto.- O posso lasciare l’insufficienza.’

Come un fulmine, la slealtà della situazione, ha attraversato davanti agli occhi, ma non ha osato discutere comunque. Ha sollevato quel tanto che basta la minigonna per raggiungere l’elastico del perizoma e, una volta inseriti i pollici, le ha abbassate. All’inizio con difficoltà ma poi è riuscita a farle scorrere. Ha superato le ginocchia, giù oltre le caviglie e poi le ha tolte del tutto. Fatto un fagotto, le ha riposte nello zaino coi libri.

‘Bellissimo spettacolo. Decisamente sexy.’ Le ha detto, lasciando sapere che aveva goduto guardarla mentre le toglieva. Si è sorpreso nel notare come fosse piccolo e sexi il perizoma che indossava. Oltre a ciò, ha potuto sbirciare fra la scollatura delle tette. I capezzoli duri si ergono attraverso il tessuto come se volessero bucarlo. In fine ha aggiunto. ‘Come si sente?’

‘Mmmhhh’ così” è rimasta dritta sul posto, a pochi centimetri da lui. Poteva percepire ancora il tremore alle mani come quello alle gambe. Voleva scappare ma era incapace di muoversi.

Si è sporto in avanti lentamente, cercando di non farsi trascinare troppo dall’emozione. La cinta con un braccio mentre se la attira contro di lui. Preme le labbra alle sue, facendo scorrere la lingua nella bocca dell’allieva.

Dal principio era titubante ma presa dalla frenesia dei sensi, ha risposto e le lingue si cercano e si inseguono le une nelle bocche delle altre. Il bacio era tanto piacevole, che ogni remora le è caduta. Il corpo, la mente, tutto in lei era in subbuglio per il piacere profondo e proibito che stava sperimentando ed era consapevole di diventare sempre più calda.

Le mani sono scese accarezzando i fianchi fino a raggiungere l’orlo della minigonna e le cosce nude. Ha sentito il tremore del corpo contro il suo e il gemito basso che ne è uscito.

Sapeva dove quelle mani volessero andare e anche se per poco tempo, si è irrigidita serrando i muscoli delle gambe per poi distendersi ancora.

Ha fatto scorrere le mani fino alle rotonde piccole chiappe del sedere, assaporando la dolce morbida pelle dal tocco proibito. Titubante, con le mani incerte, le ha accarezzato la pelle serica, per poi aumentare costantemente la compressione delle dita.

In risposta alle angosce e ai dubbi, l’ha baciato ancora con più trasporto, stringendosi più fortemente contro di lui, dando conferma del piacere che stava percependo. Non più impassibile, le mani sono salite seguendo le braccia e posandosi sulle spalle e alla nuca.

Le mani non avevano lasciato il culo per un istante. Il bacio si è fatto ancora più forte e intenso mentre ora la stava palpando alternando massaggi a lascive carezze. I piccoli seni erano schiacciati contro il petto percependo distintamente i piccoli e duri capezzoli.

Anche questa volta, Giuseppina si è distaccata per respirare e calmarsi. Era lei che l’ho stava spingendo in questo bacio, che era il preludio di ogni possibile conseguenza.
‘Uauhh!!!- Con il respiro rotto e accelerato.- Non posso credere”

‘Quanto buono ritiene?’ Sapeva di aver indovinato il resto della frase come l’ha lasciata cadere. Lui stesso si sentiva carico come non gli capitava da tempo. Il cazzo stretto negli slip era dolorante per via di come fosse diventato duro ed eccitato.

Se era in questa situazione era tutta colpa di Tonino. L’avevano portata tanto in avanti e al limite, che ora per un semplice bacio, si sentiva emozionata come alle prime armi.
‘Bene, quello anche.- E dopo un profondo respiro.- Cioè, non posso credere che desideriate baciarmi. Non sono molto graziosa.’ Ha aggiunto cercando di imbastire una qualche difesa per una possibile via di fuga.

La guarda negli occhi e pensa che non aveva ragione a questo proposito. Era piuttosto normale e rispettava l’andamento della media delle sue compagne. Nella sua mente l’aveva scelta, come uno dei suoi favoriti della classe. Ha gradito guardarla mentre era seduta attentamente sulla sedia o quando si muoveva e la poteva scrutare con lo sguardo. Era la sua figura snella, con le tette che sfidavano la legge di gravità e ciò che gradiva di più, era il trucco semplice, a mala pena accennato cui ha sempre gradito guardare. Con l’avvento della bella stagione, l’abbigliamento che indossava l’ha resa sexy e attraente. Non ha fatto mai trasparire cosa avesse in mente, ogni volta che l’ha guardava o che passava nelle vicinanze. Per questo si era trasformato col tempo in un burbero e severo insegnante.

Era rimasto piacevolmente colpito nel constatare come avesse risposto con enfasi al bacio.
‘Penso che siate perfetti.’ Le ha risposto sfoggiando il miglior sorriso che poteva. Ha sempre constatato come molte delle sue compagne di classe, si vestono come mendicanti o agenti per le torture. Quelle che hanno da sempre attirato la sua attenzione e quella dei ragazzi o allo stesso modo in modo volgare ed evidente, hanno guadagnato soltanto il suo sdegno. Erano poche le ragazze che ha trovato interessanti.
‘Ho pensato di darti per ora un 4 cosa pensi?’

‘Ho bisogno di più.’ Ha risposto con rammarico.

‘Lo so. Cosa siete disposta a fare per convincermi di alzare il voto?’ Guardandola con vivo interesse.

‘Non so.’ Cercando di non tremare e sperando in cuor suo, che si accontentasse di quello che ha avuto fino ad ora.

‘Oh, penso che potreste saperlo. Solo che non siete sicura. State portando un reggiseno?’ Sorridendo nuovamente con lascivia.

Gli occhi si sono spalancati per la sorpresa. Non ha mai pensato che un insegnante le avrebbe mai posto una domanda come quella. ‘Umhh, no.’ Ha detto dopo alcuni secondi.

‘L’ho sospettavo.’ Senza ulteriore attesa, si è sporto in avanti e l’ha baciata nuovamente. Un gemito ha accompagnato la ripresa della nuova sessione, segno che gli animi erano accesi e molto carichi.

Con le mani che l’accarezzano lungo tutta la schiena, si sono fermati questa volta al bordo inferiore della camicia. Le ha accarezzato i fianchi, sentendola fremere al tocco leggere delle dita. La tensione si allenta, per poi salire lentamente accarezzando pancia, fianchi e schiena, per tornare nuovamente ad accarezzare la la pancia.

La domanda che le aveva fatto aveva servito per avvisarla quale sarebbe stato l’obiettivo seguente. Entrambi le mani sono sotto la camicia che accarezzano la nuda pelle facendole venire i brividi. Mentre continuano a baciarsi stretti l’uno contro l’altro, una mano sale fino a fermarsi sotto, sotto, la coppa del seno.

Geme, solleticata e impaziente.

Ha fatto proseguire lentamente la mano fino ad accarezzare con le dita la parte sottostante del seno. A quella carezza fugace i bacini si sono stretti più fortemente con l’intento di strusciare e sentire la dura consistenza del cazzo.
La mano ora, era appoggiata alla tetta. Tutti i nervi sembravano concentrati sulle emozioni tattile che le dita stavano trasmettendo. Il sogno di tanti anni frustrati in seghe solitarie e ora poteva riempirsi della soda, giovane carne della sua allieva.

Ha mugolato tremando. Ha rotto il bacio per appena un secondo e gemere liberamente con gli occhi chiusi per poi farsi guidare per continuare a baciare ancora.

La mano sulla tetta aveva stretto il capezzolo nell’incavo fra le dita e mentre massaggiava la carne, titillava il piccolo duro bottoncino.

Già una volta era rimasta allibita e incredula, che un uomo maturo potesse interessarsi a lei. Era ancora più turbata, che stesse provando forti emozioni per il professore che tanto odiava.

Le bocche si sono distaccate mentre i rispettivi bacini erano ancora attaccati strettamente. L’ha guardata, come stesse tenendo gli occhi serrati e la bocca semi aperta. Le guance le aveva rosso fuoco che la rendeva ancor più seducente.
Sapeva che ora poteva chiedere qualsiasi cosa. Era in totale abbandono. Mentre la sorregge con una mano, l’altra ha abbandonato la tetta e si accinge a sbottonare la camicia.

‘Quanto ora ottengo indietro?’ Ha chiesto tenendo gli occhi chiusi con la testa semi flessa da un lato.

Si era dimenticato dei voti. La sua attenzione era tutta indirizzata ad altro in quel momento.
‘Si dimentichi dei voti. Quando avremo finito, avrai tutti 10, va bene?’

‘Ok.’ Muovendo al contempo la testa in segno affermativo. Aveva i sensi in subbuglio. Pensava agli avvenimenti della giornata.

Era certa che se avesse goduto come era abituata a fare durante l’ora del pranzo non sarebbe stata in quello stato. Fra sé, maledice il bidello e Signor X. Era consapevole che avrebbe dovuto fermarsi e non proseguire. Sapeva che il limite era raggiunto e avrebbe dovuto fermarsi ora o non ne sarebbe più stata capace. Le piaceva l’attenzione che stava ricevendo e non riusciva a fermare le pulsazioni vaginali e anzi, lo stringere spasmodicamente le gambe le scosse di piacere si accentuavano stordendola.

‘Lasciami vederti. Lascia che ti tolga la camicia.’

‘Desideri’ Vederli’?’ Ha chiesto in difficoltà. Sentiva le gambe tremare e il fiato corto. Percepiva le dita sbottonare la camicia solleticarla ed eccitarla fuori misura.

‘Sì. Sei bellissima e perfetta. Ti voglio, nuda e disponibile.’

Non ha risposto, ha continuato a lasciarsi sbottonare la camicia lentamente. Ad ogni bottone, una porzione di carne veniva sempre più esposta aumentando il lui la bramosia di vederla e possedere. A sua volta lo stava guardando sognante, in preda a emozioni contrastanti.
I lembi della camicia cadevano perpendicolari completamente sbottonata, coprivano ancora quello che lui voleva vedere ardentemente. La guarda dritto negli occhi e le fa scivolare l’indumento dalle spalle. Questi scivola sulle braccia fermandosi all’altezza delle mani.

Sapevano entrambi che era mezza nuda e non si sono mossi. Lui nel guardarla in volto, lei nel non coprirsi. Sentiva la faccia e il collo in fiamme per l’eccitazione profonda e la vergogna di essere lì da sola con lui. Poteva leggere nel suo viso come le sorrideva compiaciuto per la situazione creatasi. Abbassa gli occhi e vede l’espressione di stupore compiaciuta del viso.

‘Sono magnifici.’ Esclama dopo qualche attimo in cui gli occhi si sono riempiti dei globi perfetti.

Deglutendo con fatica ed aver fatto alcuni respiri profondi dando uno spettacolo imprevisto in cui le tette si sono sollevate e ridiscese ritmicamente. ‘Realmente pensa così?’

‘Oh, siii” Entrambe le mani si sono posate sul petto facendola tremare. Con entrambe su ogni tetta, ha incominciato ad accarezzarle delicatamente. Dopo la vista, i globi perfetti lo stavano deliziavano nel sentire il calore che sprigionavano. Avrebbe voluto accarezzarle, impastarle per ore. Delicatamente ha immobilizzato i capezzoli fra le dita e ha continuato a massaggiare in quel modo le tette. Li ha sentiti crescere e indurirsi a dismisura mentre lei ha continuato a guardarlo ansimando. Cambiando la posizione delle mani, ha bloccato i capezzoli resi ancor più duri fra il pollice e l’indice e ha continuato a titillarli sempre al contempo, ha continuato ad accarezzare le tette.
‘Stupenda.’ Le ha detto estasiato poco prima di tornare a baciarla.

Con gli animi in subbuglio si discosta e la guarda. ‘Soltanto una cosa è rimasta.’ Lasciando che gli occhi cadono sulla minigonna.

Il petto saliva e scendeva ripetutamente. Ogni volta che respirava, sentiva una scossa di piacere provenire dai capezzoli, eccitarla allo spasimo, stretti come erano fra le dita.
‘Desiderate che tolgo anche quello?’ Ha chiesto incredula, più come ultima difesa.

‘Scommetto che sei perfetta e bellissima.’ Dando un’ultima stretta hai capezzoli e tirandoli mentre li abbandonava.

Con le mani che tremavano e le dita che le pareva si fossero trasformate in gelatina, apre la cerniera lampo della minigonna per lasciarla cadere a terra. Il rumore della cerniera che si apriva, ha fatto fermare il respiro a entrambi. Il tonfo sordo del leggero tessuto che cade a terra, ha rimbombato nella stanza facendoli sussultare. Solo l’ombra poteva coprirla ora.

La luce del neon e il sole che proveniva da dietro le tende la illuminava perfettamente lasciando che lui potesse vederla chiaramente. A causa della troppa vicinanza, non ha potuto vedere le singole caratteristiche come il taglio fra le gambe. Eppure, le ha detto, ‘Bello.’ Mentre ha appoggiato la mano sul pube prominente. Le dita, al tocco, l’hanno trovata liscia e morbida, come nei suoi sogni più segreti. è riuscito a percepire solo una piccola striscia di peli.

‘Siete così sexy.’ Ha detto morbidamente prima di baciarla nuovamente con la mano ferma fra di loro che continuava ad accarezzare i pochi peli del pube.

Finalmente i sogni e le preghiere più nascoste si sono avverate. A volte si era masturbato di nascosto dalla moglie nel letto con lei o nei bagni della scuola pensando alle fugaci visioni che era riuscito a rubare. Le ha fatto fare alcuni passi all’indietro in modo che potesse vederla interamente. L’osserva compiaciuto nel veder confermate le visioni che le dita gli avevano anticipato.

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Domani posto il finale del capitolo. Abbiate pazienza ma era troppo lungo..

Maxtaxi

Aiutatemi a migliorare. Aspetto le vostre critiche.
Sono in attesa delle vostre proposte e suggerimenti da inserire nei prossimi capitoli’

taximassimo@yahoo.it ‘ mail e msg nelle poche volte che sono collegato.

Questo romanzo non deve essere riprodotto elettronicamente o a mezzo stampa senza la mia autorizzazione scritta.
This novel should not be reproduced electronically or in print with out my written permission.

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