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Racconti di Dominazione

Mia sorella Giuseppina 39

By 20 Marzo 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Giuseppina, così bella, così innocente, commette un errore. Pensa che sia tutto finito, ma è in agguato il fato..
Lui vede subito la possibilità di poter trarne vantaggio.
La storia si divincola nei giorni che si susseguono. La piccola giovane Giuseppina non sa cosa le accadrà..
Leggete e scoprirete..

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Mia sorella Giuseppina Nr. 1
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Mia sorella Giuseppina 39 martedì inizio pomeriggio seconda parte

Ancora in ritardo. Lo sapeva, e doveva correre. Fortuna che c’erano rimaste pochissime persone, nella scuola; e così poté farlo velocemente, senza preoccuparsi che le tette le ballassero in quel modo decisamente eccessivo. Sentiva il vomito risalirle in bocca. Forse sarebbe riuscita ad evitarlo se solo avesse avuto il tempo di andare in bagno e lavarsi la bocca. Si sarebbe accontentata anche di una sorsata di coca cola, ma invece doveva correre e arrivare in cima alle scale con la massima urgenza.

Lo vede nervoso camminare avanti e indietro davanti alla porta della sala professori. Neppure il tempo di poter ricomporre il vestito, che Tonino l’afferra per un gomito strattonandola e guardandola cupamente. ‘Sei sempre in ritardo.’ La guida verso la porta e dopo aver bussato brevemente entra.

Lei sta immobile, temendo per ciò quello che potrebbe accadere. Non era certa cosa avrebbe voluto farle fare Tonino o, comunque, cosa avesse in mente. Fa appena pochi passi all’interno della stanza: Tonino ha già chiuso la porta, bloccandola.
Ora si sente veramente persa. Lui la prende per un braccio senza darle nemmeno il tempo di aggiustarsi il vestito e la spinge verso il professore che resta attonito per un attimo.

‘Beh, cosa pensare?!’ Dice l’insegnante con la voce chiaramente alterata.

Il Sig Carter la guarda in un modo che Giuseppina aveva già imparato a conoscere fin troppo bene: uno sguardo pieno di cupidigia e di lussuria trattenuta ma pronta a scatenarsi.

Ora, l’insulso professore non le sembra più tanto timido. Si alza da dietro la scrivania e le si para davanti. Il bozzo nei pantaloni che si intravede, lascia intuire il grado di eccitazione cui era arrivato.
‘Tonino, lei aveva ragione. è molto bella e decisamente sexy, con quel vestito. Se ha ragione anche sulle altre cose che lei ha detto, posso accettare l’offerta senza riserve.’

‘Certamente Sig Carter. Giuseppina, spogliati e fai un bel pompino al professore.’

Era così sconvolta da quelle parole, pronunciate con freddezza glaciale, che in un primo momento non riesce a muoversi.

Tonino le si rivolge ancora, con voce ferma e spaventosamente dura: ‘Ora Giuseppina!’

Lo zaino cade a terra e la ragazza slaccia i pochi bottoni ancora infilati nelle asole. In pochi secondi si libera anche del vestito, restando completamente nuda.

Carter ha alzato timidamente le mani e si è avvicinato. ‘Lei è veramente bella.’
Le mani scorrono sui seni caldi. Attanagliano i capezzoli e lei freme, quando se li sente pizzicare. Poi scendono, andando ad accarezzare il monte di venere completamente glabro. Sente le dita frugarle avide la calda figa per poi penetrarla. Si stupisce di essere umida. Ciò facilita l’opera del professore, che porta le dita sempre più all’interno e lo agevola nella profonda penetrazione che le sta imponendo.

Non le piace. Le fa male. Si sente pizzicare il clitoride e geme. Si sente umiliata ad essere usata in quel modo, per i loro turpi scrupoli. Non voleva godere ma le abili dita del professore la stanno portando velocemente all’estasi.

‘In tutta la mia vita non sono riuscito mai a trovare una vergine.’ Ride da solo, per la battuta che ha fatto.
Estratte le dita, le infila in bocca a Giuseppina che gliele succhia prontamente.
Carter, allora, si volta verso una sedia mentre si slaccia i pantaloni e si siede mentre se li cala. Una volta che li ha sistemati attorno alle caviglie, la guarda.

Giusy sa che ora tocca a lei e deglutendo con fatica si avvicina e si inginocchia. Come gli mette le mani sulle gambe, lui si sporge in avanti e l’afferra per le tette, tirandola a sé.
‘Da quando sono venuto a lavorare in questa scuola sono sempre stato attratto da voi giovani troiette che fate l’occhiolino a ogni cazzone che vedete. Anche lei, è una troia, ma è anche altezzosa ed io l’ho sempre tenuta d’occhio. Vorrei veramente scopare una cagna calda come lei, ma per ora mi accontento di un bel pompino. Faccia in modo che sia il migliore della sua vita anche se Tonino mi informa che lei è comunque la più brava. Non mi deluda. La promozione e il passaggio all’esame di maturità dipende da come sarò soddisfatto.’

Giusy ha appoggiato i gomiti sulle gambe ed ora ha cominciato a baciare il cazzo del professore e a leccargli le palle. Può vedere come il cazzo sia umido della sua saliva ed anche della propria lubrificazione.
Lui trema vistosamente ad ogni passata di lingua, e lei è certa che fosse in tiro, molto eccitato, fin dall’ora della lezione che aveva tenuto quella mattina.

Leccare il cazzo e succhiarlo aspirandolo il più profondamente possibile non è stato un problema. Aveva valutato che le sue dimensioni fossero un po’ inferiori al normale, con una vistosa piega della punta verso il lato destro. Non era né troppo lungo né troppo largo. Non aveva alcuna difficoltà a farselo arrivare fino in fondo in gola mentre il naso premeva sul folto pube riccioluto.

Carter si è appoggiato con la schiena contro lo schienale della sedia godendosi lo spettacolo e le sensazioni che ricava da quel trattamento. In poco tempo è venuto, riempiendole la bocca. Lei ha dovuto inghiottire molto rapidamente. Un torrente in piena sembrava svuotarsi nella bocca e non fermarsi mai. Giuseppina emetteva gorgoglii e singulti, mentre il professore la insultava coprendola di insulti:
‘Brava troia. Continua a ciucciare il mio cazzo in questo modo.’

Dopo aver inghiottito tutto lo sperma e pensando che il servizio prestato sia sufficiente, Giuseppina si mette seduta sui talloni pronta per alzarsi.

‘Questo pompino è stato troppo veloce.’ Le dice Tonino ‘è colpa tua, se lo hai eccitato lasciandolo con il cazzo duro per tutta la giornata. Abbassati nuovamente e continua. Mostrargli la tua gratitudine e l’apprezzamento nei suoi confronti per il tempo che ci dedica, insegnando.’

Pensa di insultarlo e di dirgli che se voleva un buon voto avrebbe potuto succhiare lui, quel cazzo. Ma dopo aver ingoiato la saliva assieme ai rimasugli di sperma, decide di non dire nulla. Torna con la bocca sul pene ancora duro del professor Carter, e una volta presolo tutto in bocca, continua a lavorarlo a lungo. Il collo le fa male, così come le guance. Le sembra che l’erezione non scemi mai, e continua a succhiare con lentezza ma anche con forza, procurandogli un godimento tale da farlo
lamentare sempre più forte. Non sa per quanto tempo ha continuato a succhiare ma le guance le fanno sempre più male.

Finalmente il professore geme, la prende fortemente per i capelli e la tiene ferma mentre gli schizzi di sperma le si riversano in bocca.
‘Vieni più vicino. Vieni più vicino! Più forte. Più forte!’ Urla il professore nell’estasi del godimento.

Il cazzo le si ammoscia in bocca mentre lei tiene gli occhi chiusi, restando immobile. Ingoiare e respirare sono le uniche cose che le è concesso di fare, fino a che non viene liberata e le viene permesso di alzarsi.

Le mani del professore tornano ad accarezzarla ovunque, penetrando ogni orifizio. Tenta di stringere le chiappe ma dopo che lui le ha pizzicato il clitoride facendola gemere, il dito entra anche nel forellino posteriore.

Con entrambe le dita occupate ad esplorare le cavità intime di Giuseppina, Carter si volta a parlare con Tonino.
‘Devo proprio confermarle un voto di livello molto alto. Che ne dice di un bel 7? Però, una cosa è certa: non ce la faccio, ad aspettare fino a lunedì prossimo.’

Solo Tonino la guarda in faccia sorridendole sfacciatamente e vede la disperazione dipinta sul suo volto.

Giuseppina aveva appena scoperto che i due, lui e Carter, avevano deciso che il lunedì successivo lei avrebbe dovuto scopare con il professore. Le rivolge un ghigno tanto beffardo, quanto crudele e, rivolgendosi al professore:
‘Ogni promessa è un debito.’ Gli dice. ‘Vedremo, magari se si potrà trovare un accordo accettabile da entrambi.’

Tolte le mani da dentro di lei, Carter la guarda e la costringe ad avvicinarsi a lui tirandola per i capezzoli.
‘Mi auguro che scopare con lei sia tanto piacevole quanto il suo lavoro di bocca. Posso solo immaginare come sarà meraviglioso, mettere il mio cazzo duro all’interno di quella piccola e stretta fica che si ritrova.’

Le porgono il suo vestito e Giusy, come un’automa, lo riabbottona tutto. Si sente svuotata. Usata e abusata da ogni uomo che sta incontrando. Non vuole far vedere che le tremano le mani, ma è contenta di essere perlomeno vestita e coperta, anche se, oramai, non può sapere quanto questo durerà. Vorrebbe vomitare e piangere, stare sola con se stessa.

Senza dire una parola insegue Tonino che si è avviato verso le scale. Sperava che la portasse a casa e la lasciasse tranquilla. Si augurava in cuor suo, che quella giornata terminasse in fretta. Cammina pesantemente e velocemente. Non le importa più, che le tette le ballino o che il vestito si sollevi eccessivamente. Non prova più nulla, dentro di sé. Le sembra di essere solo un pezzo di carne in cui i cazzi vogliono svuotarsi. Esce al seguito di Tonino che si muove in fretta verso il parcheggio.

In auto salgono anche tre amici di Tonino: stretta fra due di loro, si avviano verso il centro. Si fermano vicino al BarQuì. Lo riconosce, molti dei ragazzi della scuola frequentano quel posto. Una volta scesi, Tonino indica dove debbano sedersi. I tavolini sono nell’angolo opposto della sala, e mentre va a sedersi Giusy riconosce molti dei ragazzi che riempiono il locale. Frequentano tutti la sua stessa scuola e un paio di loro sono anche nella sua classe.

Una volta che tutti si sono seduti, Tonino le chiede di accavallare la gamba sinistra su quella di Brad, il suo amico soprannominato lo ‘Smilzo’. Tonino, che siede alla sua destra l’ha abbracciata ponendole un braccio intorno al collo. I tre amici che l’accompagnavano in macchina sono tutti alla sua sinistra.

Non ha avuto altra scelta se non ubbidire. Lentamente si volta ed apre le gambe; poi, aiutata dallo ‘Smilzo’ accavalla il ginocchio sopra il suo. Sente la sua piccola gonna alzarsi, per mostrare ancora le sue belle nudità. Non riesce a guardare i ragazzi. Cerca di guardare dritto davanti a se mentre loro, eccitati, si muovono scompostamente.

Si guarda attorno. Si accorge che poco alla volta gli altri ragazzi si girano dando un’occhiata nella loro direzione. Erano curiosi di vedere cosa stava accadendo.
Più tempo passava e più gente entrava nel bar venendo spesso a sedersi presso i loro tavoli. Più tempo passava e più la situazione peggiorava. Giusy ha notato una ragazza seduta di fronte a lei oltre la linea dei tavolini. Ha guardato in basso, verso le sue gambe ed ha sgranato gli occhi. Si è voltata verso l’amica seduta con lei, le ha detto qualcosa all’orecchio, ed entrambe si sono girate per esaminarla con più attenzione. Sono rimaste qualche secondo con sul viso un espressione esterrefatta che poi diventa schifata. Oramai quasi tutto il bar è consapevole di quello che sta accadendo.

Per qualche motivo di cui non riesce a capacitarsi, sino a quel momento, non si era vergognata di esporsi in quel modo, né dello sguardo eccitato dei ragazzi. Ma l’espressione disgustata delle due ragazze, l’ha fatta sentire imbarazzata e umiliata.

I cappuccini arrivano e lei rimane immobile in quella posizione, ben sapendo di esporre la figa depilata. Era certa che tutto il locale stesse parlando solo di lei.
‘Posso’ Posso andare in bagno?’ Una volta che ha terminato la bevanda calda.

‘Certamente. Ti aspettiamo in macchina.’

Piegata sul lavandino si lava la faccia continuando a piangere. Il cappuccino le ha tolto il gusto di sperma dalla bocca ma il senso di umiliazione per essere usata in quel modo, non ha limite. Le lacrime continuano a scendere copiose mentre cerca di fermarle lavandosi più volte il viso. Sente la porta scorrevole aprirsi ma era intenta a lavarsi ancora.

Una mano si appoggia sulla chiappa e l’accarezza partendo da molto in basso. Si alza di scatto a quel contatto e si volta arrabbiata ad osservare l’autore del gesto. Impietrita lo riconosce come un compagno di classe. L’aveva sempre considerato uno sfigato timido e sempre in disparte: ed ora se lo rivede lì, in bagno, quasi attaccato alla sua schiena, tutto sorridente e rosso in volto.
‘Grazie per l’esposizione, Giuseppina.’

Continua a guardarlo impietrita. Lui scompare nel gabinetto e lei resta nuovamente sola a tremare. ‘E’ davvero un’esposizione,’ pensa, ‘ciò che è stata costretta a subire?’
Con le mani che le tremano ha preso dei fogli di carta dal distributore per asciugarsi il viso. Non può più restare là dentro: deve uscire ed affrontare il bar. Con calma solo apparente è uscita dal bagno in direzione dell’uscita percorrendo tutto l’itinerario quasi in apnea. Per tutto il tragitto ha tenuto lo sguardo fisso alla maniglia della porta davanti a lei. Si sentiva troppo in imbarazzo, per incrociare lo sguardo dei compagni di scuola.

Quando finalmente riesce a respirare, si trova fuori dal locale. Ha visto Tonino, appoggiato alla portiera, parlare con Brad ed un’altro dei ragazzi loro amici. Cerca di ricordarsi il nome, forse Carlos o un nome del genere, ma non ne è sicura. Si avvicina, ma riesce a sentire solo le ultime parole che si stanno scambiando:
‘…un ragazzo delle terze. Ha succhiato due volte anche il cazzo del professore Carter. Era completamente nuda.’
Appena si accorgono della sua presenza si interrompono e la guardano, interessati ed eccitati.

Sentendosi umiliata sino al fondo della sua anima, si siede in macchina vicino a Brad, seguita poco dopo dall’altro amico di Tonino. Stretta fra loro, ha incrociato le braccia davanti a se in attesa che ripartissero per riportarla a casa. Non vedeva l’ora che la giornata terminasse. Era stata più terribile di quando avrebbe mai potuto immaginare, nemmeno nei suoi incubi peggiori. Altri ragazzi si sono avvicinati alla macchina in attesa che ripartissero. Tonino parla con tutti e Giusy riconosce anche alcuni dei sui compagni di classe.

Tende l’orecchio, curiosa di capire cosa si dicessero; ma la musica dentro la macchina e le domande cui era obbligata a rispondere le impedivano di afferrare anche una sola sillaba. Notava le frequenti occhiate che le scoccavano quando si abbassavano per guardarla dal finestrino, ed ogni tanto si accorgeva anche che la additavano.

Tonino entra in macchina ed avvia il motore. Ancor prima che la macchina sia partita, Giuseppina si trova ovunque, sul suo corpo, le mani di Brad e del ragazzo rosso tutto lentiggini seduto dall’altra parte. In pochi attimi si ritrova con il vestito completamente sbottonato. Ora, le mani dei due sono libere di esplorare quel corpo nudo e caldo, incuranti del traffico e delle auto bloccate con loro in fila, in mezzo al traffico.

Prima che la macchina riuscisse ad uscire dal centro, trascorsero oltre 15 minuti durante i quali le mani dei ragazzi non risparmiarono nulla, nell’esplorazione del corpo a loro disposizione. Poco dopo Giusy si sentì spingere verso il basso e per non essere troppo scomoda si dovette quasi inginocchiare a terra.

Davanti alla faccia si è ritrovata il cazzo già nudo ed esposto del rosso a fianco a lei, che non ha potuto fare a meno di succhiare. Non era più certa che l’amico di Tonino, quel Brad del cui riserbo si era sentita tanto sicura, fosse stato davvero discreto con i compagni di scuola. Da come parlavano fra di loro era certa che entro domani sera tutta la scuola avrebbe saputo della sua attività in macchina con gli studenti della classe di Tonino.

Stretta com’è nell’angusto spazio tra i due maschi, sui sedili posteriori, pensa che tra poco verrà scopata. Ha paura, ma si sente eccitatissima. I ragazzi la stanno toccando, palpando, infilando dita ovunque. E’ fuori di sé, dal desiderio, al punto che se non l’avessero chiavata in fretta, sarebbe stata disposta a saltare su uno di loro e stuprarlo. Dopo tutto, -pensava- una ragazza non poteva essere portata sino a quel limite, per poi non farle nulla per tutto quel tempo. Quante volte, in quella giornata, è stata portata ad un passo dall’estasi e poi fermata sul più bello!

Pensava a cosa avrebbe dovuto scrivere nella relazione della giornata al Sig.X., a quanta umiliazione è stata sottoposta ed ha dovuto sopportare. Era troppo. Le dita che la stavano sondando fra le caldi e umide labbrine della vulva stavano per portarla all’orgasmo.

Inaspettatamente, il cazzo del ragazzo iniziò ad eruttare. Aveva appena incominciato a succhiare che si trovò con la bocca piena, mentre il ragazzo irrigidiva tutti i muscoli nello spasimo del godimento. La quantità era tale che ha dovuto ingoiare fortemente e velocemente un paio di volte continuando a godere, mentre lui sbuffava e digrignava i denti.

I tre suoi amici iniziano a sfotterlo all’unisono, per la velocità con cui è venuto. Lui, però, ribatte subito:
‘Fottetevi tutti, voialtri! è cosi calda e brava a succhiare che è impossibile a resistere a lungo.’

Giusy, nel frattempo, non ha smesso a succhiare e a ingoiare sperma. Respira con difficoltà e il cazzo del rosso non accenna a diminuire di spessore.

‘Questo è stato il tuo primo pippotto, Luca?’ Chiede Brad.
Lui acchiappa una tetta ed inizia a giocherellare con lo splendido seno tondo e con la ciliegina che svetta al suo apice, mentre lei continua a leccare la cappella e a succhiare.

‘Sì… è stata la prima volta.’ Trovando la forza di rispondere.

Sul volto di Giuseppina compare un sorriso sarcastico, ma insieme tenero, mentre pensa all’onestà della risposta del ragazzo.

Non smette di leccare e succhiare quel cazzo sempre in tiro, continuando a muovere la testa su e giù lungo l’asta perennemente dura. Ha continuato con entusiasmo, come ha potuto, stretta com’era nell’angusto posto. Quando Tonino si ferma, spegnendo il motore, Giuseppina non vuol credere che siano già arrivati davanti alla casa del giovane ragazzo, che di tanto in tanto spinge ancora il bacino in avanti, come per infilarvi più cazzo che può, ora che è prossimo a godere nuovamente.

Erano tutti talmente concentrati ad osservare lei che succhiava, od a toccarla, che quando udirono bussare al finestrino saltarono praticamente tutti per lo spavento. Giuseppina voleva fermarsi ma la mano di Luca la bloccò contro il cazzo. Mentre continuava a leccare, sentì il finestrino elettrico abbassarsi e l’aria fresca invadere l’abitacolo.

‘Merda santa! Luca! Stai facendoti fare un pompino?!’ Ha detto una voce giovanile carica di eccitazione e sorpresa.

Luca aprì gli occhi guardando verso l’interlocutrice:
‘Certo, ‘Tappo’. Questa è Giuseppina, un’amica di scuola. Devi mantenere il segreto, su questa cosa. Sono stato chiaro?’

Interessata, la nuova arrivata continuò ad osservare tranquilla per un minuto o due per poi chiedere:
‘Che tipo di ragazza è, una che resta nuda in un auto con quattro ragazzi e li succhia?’

Tonino le rispose immediatamente:
‘ Tu lo prometti, di tenere questo per te e di non rivelarlo a nessuno?’

Giuseppina è attenta e interessata a ciò che le sta accadendo attorno. E’ curiosa di sapere chi sia e quanti anni possa avere la giovane voce che sente. Dopo una lunga pausa in cui Luca geme fortemente l’ospite inattesa risponde gioviale e contenta:
‘Sì, lo prometto.’

‘Questa è la mia nuova fidanzata, Giuseppina. è la sorella di un mio carissimo amico. Ha perso una scommessa e ora la sta pagando. Esaudisce ogni mio desiderio come dovrebbero fare tutte le brave ragazze.’

La giovane ride e risponde:
‘Siii.. Certamente! Nei vostri sogni!’

Un tremito convulso e Luca spinge fortemente in basso la testa di Giuseppina la cui bocca si riempie nuovamente di sperma. Ingoia prontamente, felice che il calvario sia finito. Ha le guance doloranti e la posizione alla quale è stata obbligata per tanto tempo, è molto scomoda. Pochi schizzi dopo, il cazzo incomincia a ritirarsi e a farsi più morbido. Sudata e accaldata, riesce a staccare la faccia dal pube del ragazzo e, con fatica, inizia a sollevarsi. Si gira e si mette a sedere e, finalmente, può soddisfare la propria curiosità, guardando verso il finestrino aperto.
‘Oh, cazzo!’ Esclama, mettendo le mani sul viso per proteggersi per l’estrema vergogna che la assale, voltando la testa per poi posarla sulla spalla di Brad, dopo aver visto lo sguardo eccitato e interessato di una giovane ragazzina.

Luca, dopo una sonora risata, cerca di tranquillizzarla posandole una mano dolcemente sulla gamba.
‘Non ti preoccupare, Giuseppina. Lei non dirà nulla!’

Giuseppina muove la testa in segno di diniego: ‘Non è questo. Lei è ancora una bambina. Non è giusto.’

La piccola, le risponde indignata:
‘Io non sono troppo giovane! E non sono nemmeno più una vergine! E non faccio sesso con quattro ragazzi alla volta come te!’

Ammutolita, Giuseppina non sa cosa rispondere. Si vergogna da morire, a restare così esposta e nuda davanti ad un’estranea.
Tonino si volta, inquadrando con la videocamera il retro della macchina, puntando sul pube del rosso:
‘Gesù, Luca. Sei proprio un porco a mostrare il cazzo davanti alla tua sorellina. Lo sapevi, che fosse una porcella di queste dimensioni?’

Allegramente lei osserva:
‘Emmhhh’ Non è mica poi tanto grosso!’ Mentre dà un’occhiata interessata sporgendosi in avanti quasi ad entrare con la testa all’interno della macchina.

Luca si stava aggiustando e abbottonando i pantaloni. Aperta la portiera, ribatte:
‘No, Tonino. Pensavo di attendere un anno o due, fino a quando non le fossero cresciute delle tette degne di questo nome.’
I ragazzi ridono e Luca chiude lo sportello con un’espressione di estrema soddisfazione sulla faccia.

La macchina riparte; Giuseppina è stata costretta ad abbassarsi nuovamente per succhiare il ‘rosso lentigginoso.’ Prima di scendere le aveva abbondantemente riempito lo stomaco, ed ora, per tutto il tragitto, continua a palparle le tette. Spesso anche Brad allunga una mano per pizzicare un capezzolo, tanto per non perdere l’abitudine. Poi tira giù la zip dei calzoni e la obbliga a spompinare anche lui. Tiene una mano premuta strettamente sulla nuca della ragazza, in modo che le sia possibile solo succhiare, mentre con l’altra mano le stringe forte la tetta facendola gemere.

Lei è nuovamente preoccupata, e molto: non sa dove stiano andando ed ha paura che qualcuno la possa vedere.

Il rosso ha afferrato uno dei suoi seni ed a Giuseppina sembra che qualcuno stia cercando di tirare fuori il latte dalla sua mammella.
Mentre ingoia lo sperma, pensa a quanta sborra ha succhiato quel giorno e teme che prima che quella giornata abbia fine, sia costretta a succhiare ancora altri cazzi. Si sente sempre più stanca e scoraggiata. La mandibola le fa male, e se dovrà restare piegata ancora a lungo, probabilmente finirà col vomitare. Il movimento della macchina la fa soffrire e le fa sembrare ancora più dolorosa la stretta di quelle mani sulle tette.

Come Tonino si ferma, Giuseppina viene liberata dalla morsa delle mani di Brad e del ragazzo ‘rosso tutto lentiggini,’ ciò che le permette di sollevarsi e mettersi seduta, e questo le procura un indicibile sollievo. Vede che il rosso si sta ricomponendo e si abbottona i jeans. Chiaramente, sono arrivati alla sua casa.

Lei si era impegnata duramente, per farlo sborrare. Diversamente dagli altri, il ‘rosso’ non l’ha afferrata per i capelli, non ha pressato la sua testa per costringerla sul suo cazzo. Così Giusy, per premiarlo, ha avvolto le labbra intorno alla cappella e ha continuato a muovere la mano, segandolo. Finito di bere tutto e di lappare delicatamente il piccolo meato è stata costretta poi a soddisfare l’irruente ‘Smilzo.’ Ora, seduta, finalmente cerca di rilassarsi. Non vorrebbe sporgere troppo, dal divanetto su cui è seduta, e quindi cerca di farsi piccola, piccola, restando bassa, quasi sdraiata.

Li guarda e vede gli occhi di Tonino fissarla. ‘Potrei avere indietro il mio vestito?’
Disperata appoggia la mano alla fronte mentre il gomito poggia contro il finestrino.

‘Non preoccuparti. Saremo arrivati entro un minuto.’

Quando la macchina è ferma Brad allunga la testa e la bacia su una guancia.
‘Grazie per i due pompini. Succhi in modo meraviglioso. Da vera esperta. Peccato, avrei voluto scoparti.’ Poi, rivolgendosi all’amico. ‘Grazie per il passaggio.’

Lei non ha risposto. Non le sembrava, che quello dello ‘Smilzo’ fosse un complimento: e non si sentiva lusingata da quelle parole, tanto da sentirsi obbligata a rispondere. Avrebbe voluto che in quel momento ci fosse stata qualcun’altra nella sua identica situazione, solo per vedere come avrebbe reagito.

Rimasti soli, Tonino le passa il vestito. Lo indossa e lo abbottona tanto velocemente che lui non se ne accorge quasi. Guidava spericolatamente in mezzo al traffico e lei non capiva dove stesse andando. Fermo al semaforo le dice: ‘Salta avanti, che siamo quasi arrivati.’

Incurante che qualcuno potesse vedere qualcosa dal finestrino posteriore, Giusy scavalca i sedili e si siede di fianco a lui. Interessata, guarda le case, tentando di capire dove sia finita. Le riconosce. Ora sa dove Tonino l’ha portata, ma non capiva cosa ci potessero fare, in quella zona. In cuor suo spera che non si tratti di qualcosa destinato ad umiliarla nuovamente.

Il ragazzo prende il cellulare mentre svolta in una stradina laterale e, composto un numero, attende che dall’altra parte qualcuno risponda.
‘Siamo qui.’
Chiusa la comunicazione si ferma affiancando una macchina in doppia fila. Dopo aver acceso le quattro frecce la guarda:
‘Sbottona quei due.’ Dice, indicando chiaramente con il dito, i bottoni all’altezza del petto.

Sconfortata, esegue. Mille pensieri le corrono per la testa. Sperava di non subire altre umiliazioni e si augurava di non essere costretta a fare altri lavori di bocca. La nausea allo stomaco è forte e i muscoli del collo e della bocca le fanno male. Constata che anche prima, quando ha dovuto parlare, le dolevano. Batte nervosamente le dita sul bordo della porta. Sta pensando che forse sono in attesa dell’arrivo del fantomatico Sig.X.

Maxtaxi
Un grazie particolare a Gianfranco per i suoi suggerimenti.

Aiutatemi a migliorare. Aspetto le vostre critiche.
Sono in attesa delle vostre proposte e suggerimenti da inserire nei prossimi capitoli’

taximassimo@yahoo.it ‘ mail e msg nelle poche volte che sono collegato.

Questo romanzo non deve essere riprodotto elettronicamente o a mezzo stampa senza la mia autorizzazione scritta.
This novel should not be reproduced electronically or in print with out my written permission.

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