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Racconti di Dominazione

Mia sorella Giuseppina 46

By 16 Settembre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Giuseppina, così bella, così innocente, commette un errore. Pensa che sia tutto finito, ma è in agguato il fato..
Lui vede subito la possibilità di poter trarne vantaggio.
La storia si divincola nei giorni che si susseguono. La piccola giovane Giuseppina non sa cosa le accadrà..
Leggete e scoprirete..

i miei racconti
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Sequenza di
Mia sorella Giuseppina
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Una volta vestita. Si sente avvampare ancora più le guance. Il micro vestito che Tonino le ha imposto ad indossare, le lascia scoperte completamente la parte inferiore delle chiappe. Assume diverse pose davanti allo specchio e per camminare è costretta a piegarsi un poco in avanti per coprire il pube che, come è obbligata a fare, non può indossare nessun tipo di intimo. Si sente fortunata che la parte alta del vestito le copra completamente le tette anche se queste ballano libere e i capezzoli duri spiccano attraverso il leggero tessuto.

A tavola suo padre non dice nulla. Si limita a sorseggiare come sempre il caffé e a guardare distrattamente la TV.
NOTA:Leggete il capitolo precedente https://raccontimilu.com/viewstory.php?sid=12824

Lei si sente terribilmente in imbarazzo. Sente come le chiappe siano completamente sedute sulla superficie della sedia e come la figa ancora calda, frema al contatto della fredda superficie. Vorrebbe controllare se è ancora umida di umori, ma si limita a tenere serrate le gambe strettamente. Continua a chiedersi: ‘Come posso aver fatto un atto come quello con mio fratello. Tra l’altro lui, mi ha goduto dentro senza preservativo.’ Disperata si prende la testa fra le mani. ‘Quanti giorni di ritardo ho accumulato, da quando non mi viene più il mese!?!’

Il segnale caratteristico che segnala l’arrivo di un messaggio sul cellulare, la distoglie dai pensieri.
è Tonino, avvisa che sta per venire a prenderla.
Le spalle si abbattono come il suo animo. Si augura che non si ripeta l’umiliazione del giorno prima e che tutto cambi direzione. Non sa se sarà ancora in grado di poter resistere e sopportare tutto il degrado a cui è stata sottoposta.

Si accorge di essere in ritardo scende le scale di corsa per fermarsi davanti al portone. Si ricorda di non aver letto la posta elettronica quella mattina e si augura che non ci fossero messaggi particolari da parte del misterioso Sig. X. Lo sfregamento delle tette che ballavano libere sul leggero tessuto, le ha procurato un evidentissimo eccitamento ai capezzoli. Arrabbiata con se stessa, si aggiusta come può il vestito ed esce dall’androne, sperando che non ci sia nessuno in giro per strada che la potesse vedere.

‘Sali dietro.’ A sentire quelle parole, non si fa più illusioni; mentre lui le mette lo zaino con i libri di scuola nel portabagagli della macchina lei si volta verso casa. Nota con piacere una certa differenza rispetto al giorno prima, suo fratello non l’aveva seguita. Con un mezzo sorriso e una certa prudenza, apre la portiera fiduciosa, ma seduto già in macchina dove era Michele il giorno prima, ora vi è Brad, l’amico di Tonino con il soprannome detto Lo Smilzo.

‘Ciao, che piacere rivederti.’ Il sorriso con cui la riceve, non le solleva il morale. Pochi istanti dopo e le sue mani l’hanno già agguantata. Smarrita guarda lo sguardo di Tonino riflesso dallo specchietto e continua a guardarlo anche quando lui se la tira a sé e la bacia.
La mano sul ginocchio, scivola lungo l’interno delle gambe e raggiunge la figa. Il ragazzo non trovando alcun ostacolo, insinua le dita e Giuseppina a quel massaggio, risponde respirando profondamente.

Le mani di lui sbottonano nervosamente il vestito e, aperti i due lembi, Brad si bea dello spettacolo offerto dalle tette stupende che ballano libere per le asperità della strada. Senza indugio le prende entrambi e le accarezza, le soppesa, per poi concentrarsi sui capezzoli che bloccati fra le dita, li torce. Giuseppina sospira profondamente lasciandolo fare. Lo vede chinarsi e il contatto delle sue labbra sui capezzoli la fa ansimare.
Non voleva reagire, non voleva fargli sapere che quelle manipolazioni la stavano scaldando. Desiderava che tutto finisse presto. ‘Quanti giorni di calvario sono rimasti?’ Si chiede fra se e se, mentre geme come un capezzolo è stato morsicato dolorosamente, ma al contempo anche eccitandola. Le dita di lui ora la stanno sondando fra le pieghe del caldo umido sesso. Ora anche lui era consapevole che quello che le aveva fatto le ha procurato un certo piacere.

‘Mmmmhhhh, come sei calda!’ Inserendo le dita il più profondamente possibile per poi estrarle e spingerle nuovamente in avanti. Estratte se le porta alla bocca e le assapora annusandole e assaporandole.
‘Il tuo gusto è delizioso. Vorrei leccartela fino a farmi venire male alla lingua.’

Si sente avvampare le guance di vergogna. Non le piaceva essere così disponibile con un compagno di scuola, e le sensazioni che riceveva non le poteva nascondere.

Presa per la nuca, viene spinta in basso e piegata, si ritrova con la faccia giusto all’altezza della patta dei pantaloni. Un secondo dopo, vede che lui se li sfila e il cazzo svetta duro a pochi centimetri dalla sua faccia. è grata di essere chinata così in basso. Continuare a restare seduta, aveva il terrore di essere vista dalle altre macchine e peggio, di essere riconosciuta. Odiava quel modo di fare di Tonino. Di tutte le pratiche che gli stavano facendo fare lui e il Sig. X, questa era la più umiliante.

La cappella violacea si erge a pochi centimetri da lei e dal meato esce una luccicosa viscida goccia. Sorride nel saperlo così eccitato e voglioso. Con bramosia lappa la cappella nettandola e lasciandola umida solo della propria saliva. Con una certa lussuria lo guarda meravigliandosi di come sia lungo e sottile. A causa di un movimento della mano di lui che le infila le dita profondamente nella figa, è costretta ad andare un poco in avanti col busto. Stizzita per non poter vedere il cazzo, intraprende il lavoro con la bocca aspirandolo tutto. Solo la parte terminale le resta fuori dalla bocca, mentre la lingua solletica il meato.

Pochi movimenti della testa e lo sente già vibrare.

‘Siii… Che gran pompinara che sei! La più brava. Dai continua troia.!’ Urla in preda all’eccitazione, mentre sente le labbra di lei serrarsi sul cazzo.
‘Succhia troia! Succhia!’

A causa di un movimento brusco del bacino, Giuseppina si ritrova la cappella spinta in fondo alla gola nello stesso istante che un poderoso schizzo di sperma sgorga dal cazzo. Ne resta quasi soffocata e a fatica deglutisce, mentre la bocca è presto riempita di calda sborra. Non si ferma, una volta che ha ingoiato buona parte del liquido caldo, ricomincia a lavorare lungo il cazzo andando avanti e indietro aspirando e stuzzicandolo con la lingua. Continua imperterrita fino a sentire nuovamente alcuni schizzi e lui che trema tutto gemendo.

Dopo un lungo sospiro, la prende per i capelli e la obbliga ad alzarsi. ‘Giuseppina, sei la migliore.’

Presa alla sprovvista, si lascia baciare e contraccambia con la stessa passione, facendo roteare la lingua attorno alla sua. Si rende conto che ha la bocca piena del suo odore e del suo gusto e lui a quanto pare, è piacevolmente attratto.

Distaccatosi, la guarda negli occhi. ‘Sei la più grande troia che abbia mai conosciuto.’ Le palpa nuovamente una tetta pizzicando il capezzolo, mentre la bocca si riempie delle sue dita che fino a qualche istante prima erano immerse nella figa calda di lei.

Si rende conto di essere nel parcheggio della scuola guardando fuori dal finestrino. Ringrazia la bella stagione per le poche macchine che vi sono, dato che in molti arrivano in moto e in scooter parcheggiando più vicino all’ingresso. La figa scorre lungo il tessuto del sedile e si vergogna di sentirsi così eccitata. Non si capacita di essere così ricettiva anche di fronte ad un semi estraneo come Brad.

Con la macchina parcheggiata, sperava che terminassero le richieste e invece, Tonino si è seduto al posto del suo amico e calati i pantaloni, ha lasciato che il cazzo si ergesse in tutta la sua virilità. Senza dire nulla, Giuseppina si china nuovamente succhiandolo fino a farlo venire. Diversamente dal suo amico, lui non l’ha minimamente toccata.
Si sentiva frustrata. Sapeva che la stava usando per sfogare la propria eccitazione e liberarsi solo della pressione alle palle. Sperava che ora fosse tutto finito e invece, il panico l’assale. Di fianco alla portiera dove Tonino sta scendendo, vi sono due ragazzi e dopo un rapido saluto fra loro tre, un riccioluto dal largo sorriso si siede in macchina con lei.

Giuseppina ha il cuore che le batte a mille per la paura. Non sa cosa pensare e resta immobile.

‘Ciao.’ Le dice lo sconosciuto. Nel mentre si cala i jeans e le mutande in un solo tempo. La guarda eccitatissimo con il cazzo duro che compare fra due gambe pelose. Lui se lo prende in mano e libera il prepuzio scappellandolo lentamente.

Lei chiude gli occhi. Si sente morta dentro. Anche se non le avevano detto nulla, lei lo ha capito da sola. Si aggiusta i cappelli bloccandoli dietro ad un orecchio e si china in avanti imboccando il cazzo.
Con il vestito completamente aperto, i due ragazzi alternativamente l’hanno palpata ovunque. Sentiva le loro mani scorrere ovunque, ma la lasciavano indifferente. Terminato di ingoiare lo sperma anche del secondo estraneo, lo ha visto uscire dalla macchina e solo all’ora ha potuto riabbottonare il vestito e avviarsi verso la scuola.
‘Perché?- Si chiede.- Perché Tonino e suo fratello filmano quegli atti degradanti che la obbligano a fare. Non può credere che sia tutto per soddisfare le richieste del signor X.’

Si sentiva lo stomaco sottosopra per tutto lo sperma che è stata costretta a bere. Quattro ragazzi l’avevano palpata e masturbata, mentre lei ha dovuto svuotare le palle a ognuno di loro. Il risultato di tutte le loro manipolazioni sono che ora si sentiva calda ed eccitata. Le calde e umide labbra vaginali la facevano fremere di desiderio, nel sentire come la leggera brezza dell’aria le accarezzasse l’interno delle cosce.

Un rigurgito allo stomaco la fa stare male, mentre una smorfia le stravolge il viso. Un globo di saliva e sborra le ritorna dallo stomaco e ringoia cercando di non sputare a terra. Il sapore già forte le arriva fino alle narici e si sente sudare freddo. Vorrebbe aggrapparsi a Tonino, ma la precede di alcuni passi ed è intento a parlare con i due ragazzi che ha soddisfatto pocanzi.
‘Oggi assolutamente devo andare dal dottore.’ Si dice fra se preoccupata.

Si blocca impaurita, una volta sopraggiunta davanti alle scale. Non poteva affrontarle vestita in quel modo. Il vestito era troppo corto. Hai lati molti compagni di scuola la stanno superando guardandola, mentre si avviano imperterriti. Tentenna e cerca di ritardare l’inevitabile, quando si sente chiamare alle sue spalle. Si volta lentamente a causa delle gambe che le tremano e una volta riconosciuta, la saluta a sua volta. ‘Ciao Sara.’

‘Sai che mi sento tutta frizzante per oggi? Dai andiamo, che voglio parlare con Tonino.’

Era certa che l’alito avesse l’odore inconfondibile di sperma e non sapeva come risponderle.
‘Ecco… Io…’ Non ha potuto terminare la frase che la sua amica le ha preso la mano obbligandola a seguirla dentro la scuola.

Maxtaxi
Un grazie particolare a Gianfranco per i suoi suggerimenti.

Aiutatemi a migliorare. Aspetto le vostre critiche.
Sono in attesa delle vostre proposte e suggerimenti da inserire nei prossimi capitoli’

taximassimo@yahoo.it ‘ mail e msg nelle poche volte che sono collegato.

Questo romanzo non deve essere riprodotto elettronicamente o a mezzo stampa senza la mia autorizzazione scritta.
This novel should not be reproduced electronically or in print with out my written permission.

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